Interventi |
LO RUSSO Stefano La risposta dell’Assessore Di Martino è paradigmatica di un’impostazione che noi non condividiamo e che molto meglio di me hanno descritto la collega Patriarca e la collega Artesio, un’impostazione del tutto tecnocratica che confonde in maniera brutale e, a nostro modo di vedere, assolutamente impropria i ruoli di indirizzo politico da quelli di gestione operativa. Pur comprendendo le caratteristiche curriculari dell’Assessore Di Martino, e certamente riconoscendone il profilo di carattere tecnico, ci tocca ricordarle che esiste una separazione piuttosto netta non solo di funzioni ma anche di impostazione, e che fare l’Assessore non è fare il direttore. Questa premessa è lo sfondo intorno a cui si muovono alcune considerazioni politiche relativamente a quello che ha letto l’Assessora Di Martino oggi qui - che ovviamente parte da un presupposto, come diceva bene la collega Artesio - anacronistico, nel senso che c’è una difesa a oltranza di un’impostazione che è stata data e per certi versi argomentata, addirittura si evoca il tema del diritto amministrativo introducendo il dubbio che chi scrive sia completamente sprovvisto di qualunque elemento di diritto amministrativo; vede, Assessore Di Martino, il punto non è tanto quello. Noi siamo un pochino infastiditi, lo dico con franchezza, dell’assenza del tema scuola e del tema infanzia nell’azione del nostro Governo, e lo dico da Capogruppo del Partito Democratico, cioè di una forza politica che sostiene l’attuale Maggioranza di Governo. Questo argomento - i bambini, le scuole - è completamente sparito dall’agenda politica, noi sentiamo parlare costantemente di spiagge, di plexiglass, sentiamo parlare di ogni genere di amenità, ma dei milioni e milioni di bambini che in questo Paese sono a casa a fare didattica a distanza, che a breve sarà terminata e che, diciamo così, dai primi di giugno avranno un buco di tre mesi davanti a loro perché saranno di fatto gestiti da famiglie - non diciamo dai nonni perché i nonni vanno salvaguardati - con una logica che è quella del bonus babysitter, impone alla Politica locale, Assessora de Martino, non dovrebbe farlo tanto lei che ha un profilo diverso, ma certamente dovrebbe farlo a nostro modo di vedere la Sindaca Appendino in sede ANCI, di battere i pugni sul tavolo al Governo nazionale. Noi non possiamo, e lo dico da esponente in questa sala di una forza politica che è al Governo, continuare in questo balbettio e in questa assenza completa di prioritarizzazione di questa questione; se la risposta per questo tipo di sollecitazioni non arriva da quelle che dovrebbero teoricamente essere forze che si autodefiniscono, mi viene da dire, di sinistra o di centrosinistra che invece appaiono molto più concentrate nel tutelare interessi economici, ribadiamo, legittimi perdendo completamente di vista quella che è una vera emergenza che fondamentalmente si porrà alla riapertura delle aziende per tantissime donne e uomini che riprenderanno a lavorare e che non avranno le possibilità di rimettere in pista questioni legate alla gestione dei loro figli, questo è un grave problema politico, non è tecnico, non è amministrativo, è politico. Allora, Assessora De Martino, perché prendo questo come esempio anche se personalmente questa questione mi irrita parecchio? Perché la risposta burocratica, del tutto burocratica, che lei ha dato a questa sollecitazione nell’interpellanza, in realtà purtroppo conferma e traduce quello che noi stiamo denunciando, cioè una totale assenza di iniziativa politica su questi temi; a partire da queste apparentemente piccole, cose, come il dimensionamento di una scuola, si capisce benissimo qual è l’impostazione del tutto burocratica, del tutto tecnocratica e completamente sprovvista di quella che è una sensibilità politica di sinistra, scusate se lo dico con questo tipo di fermezza, che dovrebbe mettere al centro le politiche dei bambini e delle persone più in difficoltà e più indifese, che sono esattamente le famiglie più fragili, quelle per intenderci che non se la possono permettere la babysitter che prevede il nostro Premier Conte, e neanche i congedi parentali, perché se prendono i congedi parentali magari rischiano pure il posto. Allora, dov’è la Città di Torino di fronte a questi tipi di problemi? È lì che aspetta le direttive del DPCM? Dov’è Appendino di fronte a questo tipo di problemi? Cosa sta facendo a parte un filotto di post o mandare la sua Assessora nella Sala Rossa virtuale e rispondere a un’interpellanza leggendo una relazione tecnica? È questo il nodo politico della questione. Io credo, come han già detto le mie colleghe, che nel merito specifico... (voci sovrapposte). LO RUSSO Stefano Concludo, Presidente ...di una talmente elevata evidenza che forse non viene..., nel momento in cui c’è un muro di questa durezza che neanche si fa venire il dubbio che forse varrebbe la pena sospendere questo ridimensionamento, alziamo le mani. Però il tema politico è l’altro, e sull’altro, mi dispiace, questa Città e questa Amministrazione non sta facendo proprio niente. |