Interventi |
TRESSO Francesco Sì, grazie, Presidente. Cerco di essere rapido per non rubare via troppo tempo, però necessita proprio fare un piccolo inquadramento, anche perché questo atto va in Aula con l’articolo 93 e ringrazio anche i Capigruppo per avere concesso questa possibilità, vista l’urgenza di poter esprimere l’opinione. L’opinione nel senso che questo atto ha lo scopo in ordine del giorno di dare maggiore forza alla Sindaca ed all’Amministrazione Comunale per poter ribadire un concetto all’Unità di Crisi Regionale, che sta a cuore di questa Città, il fatto che si possano mettere in atto urgentemente delle misure per salvaguardare e tutelare la salute dei propri cittadini, dei cittadini torinesi. Noi sappiamo che, ahimè, la Regione Piemonte è tristemente in vetta alla classifica degli infetti a livello nazionale, siamo ormai diventata la seconda Regione, ma anche Torino nella fattispecie ha visto aumentare i casi positivi del 30% solo nell’ultima settimana. Quindi, abbiamo un trend che ci preoccupa parecchio, molto preoccupante, e sappiamo anche che ci sono stati dei disservizi, cito, tanto per essere esplicito, il fatto che il Servizio di Igiene e Sanità pubblica abbia manifestato delle carenze, questo già alcune settimane fa, non riuscendo a recepire tutte le segnalazioni che provenivano dai medici di medicina generale, i cosiddetti medici di base, perdendo una serie di email che quindi hanno impedito poi ti poter tracciare meglio dei casi sospetti che proprio i medici di base avevano segnalato. Queste, insieme ad altre situazioni, che comunque hanno manifestato una preoccupante situazione di gestione dell’emergenza, hanno portato a considerare che, da un lato quest’atto ha anche la volontà di riconoscere con gratitudine anche l’attività svolta dai circa 800 medici di base, insieme agli altri medici del territorio, gli specialisti ambulatoriali, i pediatri di libera scelta e quanti altri, che hanno operato in questo periodo prestando le cure nei loro studi, ma anche andando a domicilio dei cittadini, quindi mettendo in prima persona a repentaglio le loro vite, la loro salute, peraltro spesso non potendo disporre dei necessari dispositivi di protezione individuale: tipo mascherine, mascherine FP2 o 3 o camici monouso e quant’altro. Quindi, dovendoci anche industriare personalmente e non sempre riuscendo a reperirle, perché è mancata anche questa fornitura. Inoltre c’è un aspetto, che il DPCM 9 marzo 2020 prevede l’istituzione delle USCA, cioè delle Unità Speciali di Continuità Assistenziale. Queste sono effettivamente una risposta fattiva all’emergenza, perché sono costituite da equipe mediche ed infermieristiche, che devono occuparsi dell’assistenza a domicilio delle persone positive ed anche delle persone che hanno una sintomatologia (incomprensibile). Quindi, vengono stabiliti dei protocolli secondo cui, in stretta collaborazione con i medici di base, in stretta collaborazione con l’Unità Centrale del 118, vengono scambiate informazioni e si può provvedere a operare in sicurezza anche degli operatori. Il sempre citato DPCM prevede che venga attivata una USCA ogni 50.000 abitanti, quindi, facendo il calcolo, per Torino dovrebbero essere previste 16 strutture, impiegando, ogni USCA deve avere 2 medici, complessivamente in teoria 32 medici. Ad oggi, ho qui un comunicato dell’ASL Città di Torino di 2 giorni fa, è stata attivata una USCA presso il Presidio Valletta di via Farinelli e dalla prossima settimana ne sarà attiva una seconda presso l’ex Ospedale Valdese di via Silvio Pellico. Ora, il motivo per cui quest’atto ha importanza è che è necessaria, soprattutto adesso, nella fase di ripresa, garantire un sistema socio-sanitario efficiente, anche in considerazione del fatto che vogliamo riprendere l’attività produttiva, sociale di questa Città e, anche, se vogliamo, da un punto di vista economico, garantire la salute vuol dire che abbiamo persone che sono in salute e che quindi possono, di fatto, riprendere l’attività che hanno dovuto sospendere. Tutto questa è la premessa. L’atto si materializza nella richiesta, quindi da indirizzare direttamente al Presidente della Regione Cirio e all’Assessore di competenza, cioè l’Assessore Icardi, da parte della Sindaca e dell’Amministrazione Comunale di una serie di punti che io ho cercato di raccogliere e di esplicare in 7 elementi, di cui sostanzialmente, li dico velocemente, la prima è proprio in merito a quanto dicevo prima sul DPCM, attivare al più presto le USCA previste, quindi questo anche nell’ottica di operare attraverso metodi innovativi, quali la telemedicina e soprattutto svolgendo l’attività di integrazione dei vari settori che costituiscono il setting assistenziale. Punto 2), continuare a sviluppare l’assistenza specialistica territoriale, perché, anzi, dalla situazione attuale in cui è stata fortemente contratta, va invece sostenuta con vigore, perché abbiamo visto come questa sia necessaria, proprio in un’ottica di maggiore aderenza e vicinanza ai cittadini, anche questo si può fare con criteri più innovativi, come il teleconsulto per limitare la mobilitazione di pazienti da una parte e di operatori dall’altra. Punto 3), promuovere un piano pervasivo di test diagnostici, sono alla fase di sperimentazione alcuni test sierologici, ma, soprattutto, sperando di riuscire ad approvvigionarsi di tamponi, riuscire a fare anche in maniera mirata dei test diagnostici nelle categorie maggiormente a rischio, proprio nell’ottica del contenimento. Punto 4), predisporre strutture ospedaliere cittadine dedicate a pazienti Covid, questo è già in studio, per far sì che le altre strutture, quelle, diciamo, “free Covid”, possano tornare a dare risposte sanitarie a tutti gli altri pazienti. Punto 5), predisporre un piano urgente di approvvigionamento e distribuzione dei dispositivi di protezione individuale, quindi, prioritariamente al personale sanitario, ma anche pensando poi di estenderlo a tutta la popolazione proprio nell’ottica della ripresa, quindi che siano disponibili e possibilmente siano anche forniti gratuitamente a tutti. Ultimi due punti: prevedere il tracciamento tecnologico mediante monitoraggio ed assistenza delle persone positive, che quindi devono osservare un periodo di quarantena, questo sappiamo che è anche in fase di attivazione e testing l’app che il Ministero ha inteso mettere a disposizione, questo richiederà un periodo quanto prima da essere ben coordinato anche a livello regionale, su base volontaria, ma che soprattutto vada ad essere mirato su quelle persone che possono essere più vulnerabili, o meglio possono essere più a contatto con quelli che sono risultati essere positivi. Infine, ultimo punto, proprio in ragione della carenza e delle disfunzioni che si sono lamentate in questa fase di gestione, prevedere una riorganizzazione funzionale del Servizio di Igiene e Sanità pubblica, proprio per evitare che nuovamente si possano verificare delle criticità, che comunque sono gravi e che influiscono in maniera pesante sull’efficacia delle misure preventive. Non aggiungo altro. I punti sono questi. Poi, ovviamente, si tratta di un suggerimento per avere almeno la garanzia che questi siano degli elementi fondamentali. Io ringrazio anche gli altri Consiglieri che hanno voluto sottoscriverlo. Io credo che, pur essendo un argomento non di competenza diretta del Comune, quello di gestire l’emergenza sotto il profilo sanitario, è assolutamente nostro interesse, come Amministratori della Città, fare in modo che la tutela dei nostri cittadini sia garantita e che quindi ci siano misure adeguate e che riteniamo soddisfacenti per poter pensare con maggiore serenità all’avvio della “fase 2”. Inutile ricordare che l’atto ha una sua urgenza, proprio perché da subito vanno messe in essere queste misure che io ho provato sinteticamente a riassumere. Grazie. TRESSO Francesco Sì, grazie. Io intervengo anche in risposta alle domande che mi ha posto il Consigliere Mensio. Ne approfitto anche per ringraziare tutti dell’adesione, insomma, all’atto. In particolare mi sono particolarmente ritrovato nelle parole di chi ha colto lo spirito dell’ordine del giorno che io ho presentato, nel senso che io sono assolutamente d’accordo con interventi, tipo quello del Consigliere Russi, che ci sono delle responsabilità molto gravi, francamente non era, però, il mio scopo, e per questo ho cercato anche di usare dei toni e di comporre l’atto senza andare in un atto accusatorio, che poteva essere anche molto più preciso, mi sono limitato, invece, ad evidenziare come carenza forte il malfunzionamento del SISP, perché questo è sintomatico proprio di quel concetto di perdita del rapporto forte di un’assistenza territoriale, che è molto contratta, perché in fondo il SISP stesso è un organismo che funge da controllo e vigilanza. Allora, Consigliere Mensio, il fatto che siano andate perse delle email, ovvero che sia stata ingolfata la casella postale, al di là dei tecnicismi, del fatto che probabilmente lo stesso sistema era predisposto per avere magari lo stesso numero di segnalazioni che sono arrivate in 24 ore, magari spalmate nell’arco di un anno, perché è così, però denota di nuovo una poca attenzione, invece, a voler mantenere con forza un radicamento della medicina territoriale integrata, proprio il concetto che ribadiva la Capogruppo Artesio, della medicina di comunità. Allora in questo senso, davvero, l’atto vuole porre l’attenzione, a evidenziare dei punti che diano una prospettiva, cioè dire noi dobbiamo puntare su questo tipo di sistema sanitario che, come dico, non è competenza del Comune di Torino, ma il Comune di Torino gestisce una città che vuole avere questo tipo di servizi a sua... fornire per la garanzia della tutela della salute dei propri cittadini. E ancora una volta quest’emergenza ha evidenziato come sia necessario un servizio molto più di prossimità e di molta più attenzione a tutti quei casi che sono praticamente più vulnerabili. Quindi, sul discorso del SISP è quello, ho già risposto sostanzialmente nel dire che è una carenza che ho evidenziato, però denota come nella catena del comando non ci sia stata attenzione subito a premurarsi che quelle segnalazioni funzionassero. Io ho avuto occasione di sentire dei medici di base che mi hanno segnalato che loro avevano in cura, magari, un genitore che era un infermiere e che quindi ha iniziato a contrarre i sintomi tipici del positivo, e però hanno dovuto segnalare, perché non hanno in cura magari i figli della stessa persona, che sono in cura pediatrica, ma è ovvio che se poi non si riesce a fare una connessione e ad incrociare i dati si vanno a perdere tutta una serie di informazioni molto molto preziose. Sul discorso dei test, dico velocemente che io ho volutamente tenuto più generico, perché io credo che i test sierologici, immunologici, così come sono stati citati dal Consigliere Mensio, necessitino solo di avere una buona selezione, perché sono test ancora altamente in fase di valutazione, e quindi, sicuramente bisogna puntare lì, perché sono test con una disponibilità più immediata e molto molto più rapidi, quindi utilissimi per fare uno screening, è chiaro che devono essere confortati da maggiori evidenze scientifiche. Per cui, ci si adoperi in fretta. Probabilmente possono essere valutati, almeno per fare uno screening iniziale, magari per indirizzare meglio ed ottimizzare l’utilizzo dei tamponi, che invece sono meno diffusamente reperibili, e che almeno potrebbero essere utilizzati anche andando più mirati. Quindi, questo io intendevo. Il discorso, invece, dell’ultimo punto, che lei mi richiamava, che era quello del tracciamento tecnologico, su cui sappiamo che deve essere fondamentale il mantenimento della privacy, è vero, io ho citato monitoraggio ed assistenza, ma sul punto, se lei lo legge per intero, intendevo proprio quello che abbiamo già discusso anche prima, quando si parlava delle richieste di comunicazioni, cioè identificare strutture idonee, quindi dei percorsi adeguati per riuscire a mantenere la garanzia del contenimento del contagio tra tutte quelle persone, che ahimè, certo, vanno tracciate, vanno tracciati tutti i contatti che loro hanno, quindi monitorare possibilmente tutte le persone con cui vengono in contatto. Però, è un discorso più generale che riguardava proprio la necessità di provvedere da subito ad identificare quali siano le strutture, ne abbiamo parlato abbondantemente prima, che possano essere preposte a questo tipo di funzione. Io non avrei molto altro da aggiungere. Ringrazio tutti, anche perché l’ora e tarda, comunque, così, della passione che ci abbiamo messo anche nel valutare quest’atto. Grazie. TRESSO Francesco Mi permetto solo di dire che mi ha scritto la Consigliera Artesio che non riesce a riconnettersi con la piattaforma Webex. Non so se ha scritto anche al Presidente. |