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Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 20 Aprile 2020 ore 13,00
Paragrafo n. 47
ORDINE DEL GIORNO 2020-00965
(ODG N. 7/2020) "RICHIESTA DI MISURE URGENTI DA METTERE IN ATTO PER SALVAGUARDARE LA SALUTE DEI CITTADINI TORINESI" PRESENTATA IN DATA 17 APRILE 2020 - PRIMO FIRMATARIO TRESSO.
Interventi
ARTESIO Eleonora
Grazie. Io appoggio sempre con interesse e con gratitudine tutte quelle documentazioni
che ci aiutano nell’analisi del giorno e di questo tempo attuale a costruire delle
proiezioni sul futuro, perché non aderisco a quell’aspettativa che dichiara che tutto deve
tornare e tutto tornerà come prima. Purtroppo, nulla tornerà come prima per tutte quelle
famiglie che hanno vissuto una grave tragedia al proprio interno, perdendo un proprio
congiunto, e soprattutto, accanto all’attenzione umana, deve esserci una responsabilità
politica, perché non torni come prima il modo con il quale noi ragioniamo e discutiamo,
scegliamo anche, sulle politiche per la salute. Cioè, io spero che in futuro non torni nella
discussione sulla salute il termine “compatibilità”, “sostenibilità”, non ci possiamo più
permettere un servizio sanitario universalistico quale quello che abbiamo conosciuto,
ecco, questo racconto non deve tornare. Quindi, il primo tema è che ricominciamo a
parlare di tutela della salute come responsabilità politica da garantire. Nel contenuto del
documento del collega Tresso io ritrovo queste tracce di futuro, le ritrovo da due punti
di vista. Il primo punto di vista riguarda quello del rafforzamento dell’intervento
territoriale; abbiamo capito tutti, anche coloro che non sono stati coinvolti, anche coloro
che non si sono occupati del tema, quanto lo scollamento sia avvenuto esattamente nel
rapporto tra l’attivazione della medicina di territorio, che incontrava quotidianamente i
pazienti e svolgeva quotidianamente le segnalazioni, ed il momento, purtroppo acuto
per i malati interessati, del ricovero ospedaliero. Questo rafforzamento della
territorialità, che è uno dei punti dell’ordine del giorno, mi sembra l’impegno che va
assunto per il futuro, partendo dal dato che anche da noi, anche nella nostra Regione
l’esperienza di organizzazione territoriale della medicina di famiglia erano avvenute, si
erano costruite e dovranno essere diffuse anche in ragione del governo ordinario della
condizione di salute della nostra popolazione, che sappiamo essere caratterizzata da
problemi di (incomprensibile). La seconda ed ultima questione su cui mi soffermo,
proprio per rispettare il tempo e per rispettare la proiezione di futuro che vedo in questo
documento, è quella riferita alle responsabilità che ci toccano più da vicino, perché
correttamente si dice, noi diciamo alle persone di restare a casa in sorveglianza
sanitaria, se possono essere accudite, laddove si danno gli strumenti alla medicina
territoriale. Noi diciamo alle persone che devono svolgere situazioni di isolamento
fiduciario, devono essere in quarantena, ma non tutte hanno le condizioni abitative. Qui
ci siamo noi, non solo come soggetti titolati a promuovere la salute insieme agli altri
attori, ma come soggetti titolati a governare i problemi del come si abita questa città,
soprattutto per le fasce più fragili e più deboli. Le soluzioni abitative temporanee, che
sono state individuate in quest’emergenza, ci dicono che quello che fino a ieri e all’altro
ieri sembrava impossibile, invece poteva essere possibile. Quando dicevamo, tutte le
condizioni di forte concentrazione ed istituzionalizzazione non aiutano né sul piano
della sicurezza, né sul piano dell’emancipazione, ci vogliono condizioni più costruite
intorno a dimensioni di prossimità ed a numeri più ridotti, e sembrava impossibile, oggi,
come si vede, l’emergenza ci fa individuare delle soluzioni. Facciamo in modo che non
siano solo le soluzioni dell’emergenza, ma che siano le soluzioni per immaginare un
futuro, anche nelle politiche sociali, che abbia queste caratteristiche di prossimità e di
comunità, e soprattutto ricordiamoci che come Comune noi abbiamo una responsabilità
generale della popolazione che insiste sul nostro territorio, tutta la popolazione, anche
quella che vive condizioni di separazione fisica e sociale. Penso in modo particolare alla
situazione in questo momento della Casa Circondariale, a tutte quelle situazioni dove gli
elementi di concentrazione producono un rischio evidente che riguarda le persone che si
trovano in quello stato, le persone che professionalmente li accudiscono e che, quindi,
riguardano tutta la Città. Parliamo molto di ponte, ricordiamoci che questi ponti devono
continuare a restare saldi anche nell’emergenza.

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