Interventi |
SCANDEREBECH Federica Grazie, Presidente. Con l’emergenza Coronavirus, oggi più che mai, le donne sono chiuse a casa ed isolate. I dati comunicati sul dimezzamento delle segnalazioni di abusi deve far riflettere e non poco. Dobbiamo mettere in campo ed incentivare il più possibile iniziative per continuare ad entrare nelle case per diffondere e promuovere, con opportune campagne pubblicitarie, i servizi attivi in Città, nonostante l’emergenza sanitaria. Il modo più efficace che individuo è quello di riattivare la campagna di pubblicizzazione del numero verde 1522 contro la violenza sulle donne attraverso i sacchetti del pane. Si potrebbe nuovamente riattivare la campagna, diffondendo alle panetterie della città, ma anche ai mercati torinesi, i sacchetti con il numero verde contro le violenze e l’indicazione dei servizi attualmente ancora attivi in Città. Per questo motivo, ho depositato questa mozione che chiede al Comune di non abbassare la guardia ed attivare la diffusione dei sacchetti il prima possibile, essendo oggi questo l’unico modo di venire a contatto con un’ampia fascia di popolazione con cui si può solo interagire nelle attività di approvvigionamento dei beni di prima necessità. Purtroppo per molte donne la violenza è pane quotidiano, per questo ho associato la mia idea al sacco del pane. Il pane, infatti, arriva ogni giorno sulle tavole delle famiglie, perciò utilizzare la sua catena di distribuzione costituisce un metodo efficace per pubblicizzare i numeri dei centri antiviolenza e per operare una prima ed opportuna sensibilizzazione in questo momento della popolazione sul tema della violenza e sui servizi offerti alle donne. Per questo motivo, con tale mozione, chiedo che si possa entrare nelle case, come peraltro il Comune aveva già fatto in Barriera di Milano un anno fa. Purtroppo, dopo un atteggiamento collaborativo in Commissione da parte degli Assessori Giusta e Sacco, ma anche di altri Consiglieri, sono giunti a sorpresa emendamenti ineccepibili. Avete tutto il mio disprezzo e disgusto in questo gioco sporco e tutto irrispettoso delle idee e proposte altrui. Lo stesso atteggiamento che avete riservato alla collega Patriarca è stato riservato anche a me. Infatti, tanto quanto è successo a lei, nessuno, né la Consigliera Sganga, né alcuno della sua Maggioranza, mi ha informata degli emendamenti presentati, per chiedermi come dovessero essere fatti, per correttezza istituzionale, se fossi disponibile ad accoglierli e se li ritenessi coerenti con l’indirizzo che la mozione voleva esprimere. Peraltro, ho visionato gli emendamenti, una volta protocollati, per sbaglio venerdì pomeriggio, senza che nessuno mi avvisasse, per poi, a distanza di un giorno, di sabato - e, ripeto, di sabato, caro Presidente Giovara -, ricevere un vostro messaggio, da parte di una Consigliera della Maggioranza (che avrei, a questo punto, dovuto caldamente ringraziare), che mi rendeva edotta dei vostri emendamenti, che stravolgevano del tutto il senso della mozione. Bello professare onestà e giustizia, quando siete i primi a comportarvi nella stessa maniera che criticate. Ritengo, come lo ritiene anche la collega Patriarca, tale comportamento irrispettoso del ruolo delle minoranze, ancor più in un momento come quello che stiamo vivendo, dove ci si dovrebbe richiamare alla collaborazione fra tutte le forze politiche per il bene della Città nell’affrontare un tema così delicato anche come quello della violenza sulle donne, e faccio mie tutte le riflessioni della collega. Siamo convinte che chi sceglie di impegnarsi in politica debba, prima di tutto, dimostrare correttezza ed etica della responsabilità. Mi spiace constatare che tale convinzione non è condivisa dalla Maggioranza. Gentile Presidente e gentile Segretario Generale, vi chiedo l’interpretazione del Regolamento, di come io possa mandare in votazione la mozione che, così come emendata dalla Maggioranza, sarebbe del tutto stravolta e di cui non condividerei la buona parte del testo. Mi troverei, quindi, anche io prima firmataria di un atto che stravolge l’indirizzo che la sottoscritta riteneva opportuno dare. Con estremo rammarico mi trovo costretta a dover ritirare la mozione in oggetto, in base all’articolo 116, comma 4, del Regolamento. Quindi, chiedo il ritiro della mozione per non vedermi prima firmataria di un atto il cui intento è stato stravolto, nonostante io ritenga urgente ed il tema di estrema sensibilità; ritengo che si sia persa veramente un’occasione. Grazie, Presidente. |