Interventi |
APPENDINO Chiara (Sindaca) No, Presidente, risponde la Sindaca. APPENDINO Chiara (Sindaca) Grazie, Presidente. Rispondo io e c’è la Vicesindaca collegata, che probabilmente ribatterà e integrerà alla luce di eventuali domande. Le richieste di Comunicazioni in Aula mi permettono di dire anche in questa sede quanto ho già ripetuto più volte a mezzo stampa, in Consiglio Metropolitano su sollecitazione dei Consiglieri la scorsa settimana e anche aggiornare il Consiglio Comunale rispetto a quanto comunicato a quest’Aula circa due settimane fa. Una RSA, Residenza Sanitaria Assistenziale, è una struttura prevalente a valenza sanitaria per persone non assistibili a domicilio e che richiedono un livello medio di assistenza sanitaria, medica, infermieristica e riabilitativa, integrato da un livello alto di assistenza tutelare alberghiera. Le regole di autorizzazione e funzionamento delle RSA sono contenute nella DGR 30 luglio 2012 45 12129, il nuovo modello integrato di assistenza residenziale e semiresidenziale sociosanitaria a favore delle persone anziane non autosufficienti. È importante ricordare a quest’Aula, inoltre, che la Città di Torino non ha RSA a gestione diretta. Tutte le RSA presenti sul territorio sono gestite da imprese private che hanno ottenuto apposita autorizzazione dall’ASL. Fin dall’inizio dell’emergenza Covid la Città di Torino durante le riunioni ha evidenziato le potenziali criticità di tutte le strutture residenziali in termini di possibile assembramento e conseguente contagio e di questo avevamo anche già discusso, RSA, dormitori, comunità alloggio, housing sociale. In un primo momento le indicazioni dell’Unità di Crisi prospettavano in caso di contagio un isolamento delle persone positive al di fuori del proprio domicilio e per chi fosse inserito in un contesto comunitario il possibile spostamento in luoghi ad hoc, caserme o simili… Mi sentite? APPENDINO Chiara (Sindaca) In un primo momento le indicazioni dell’Unità di Crisi prospettavano in caso di contagio un isolamento delle persone positive al di fuori del proprio domicilio e per chi fosse inserito in un contesto comunitario il possibile spostamento in luoghi ad hoc, caserme o simili, per il periodo della quarantena. Nella seconda metà di marzo le direzioni sanitarie di alcune RSA presenti in città hanno iniziato a segnalare alcune criticità sia all’Unità di Crisi, sia all’ASL e all’Assessorato alla Sanità della Regione. La Città ha ricevuto copia delle segnalazioni di alcune RSA e ha avuto notizia dello stato di salute di alcuni ospiti anche in quanto tutori di anziani inseriti in struttura. La Sindaca sia della Città Metropolitana, che della Città di Torino, così come hanno fatto peraltro molti altri colleghi Sindaci, ha sin da subito sottolineato le preoccupazioni e le criticità delle RSA che riguardavano principalmente cinque fattori: la richiesta di tamponi, la difficoltà a reperire materiale DPI, la necessità di spazi per gestire sintomatici non tamponati, la gestione di ospiti al rientro all’interno delle strutture in seguito a ricovero per avere garanzie sull’assenza di contagio, la necessità di personale, personale che tramite il Sindacato ha sollecitato più volte anche il tema della sicurezza dei lavoratori e lavoratrici nelle sedi competenti. A fine marzo l’Unità di Crisi ha iniziato un monitoraggio di tutte le RSA del Piemonte, di concerto con l’Assessore Regionale al Welfare, le ASL, la Prefettura, la Città Metropolitana e i Comuni presenti in base alle RSA audite. Sono state così mappate le criticità presenti in ogni struttura. Ai primi di aprile è stato siglato un Protocollo di Intesa tra Unità di Crisi, Regione, le Prefetture piemontesi, le Province del Piemonte e la Città Metropolitana di Torino. Dal 3 aprile è stata istituita presso l’Unità di Crisi Regionale una casella e-mail dedicata alle segnalazioni di criticità presenti nelle strutture per anziani, disabili e minori. Il Protocollo contiene le linee guida per il contrasto e il contenimento del Covid negli ambienti delle Residenze Sanitarie Assistenziali. Il Protocollo che ho firmato come Sindaca Metropolitana, insieme ai colleghi Presidenti di Provincia, si concentra su quattro piani di intervento; uno: monitoraggio e mappatura delle situazioni delle RSA. La Regione Piemonte predisporre un sistema di mappatura messo in atto dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte relativo al monitoraggio continuo delle singole RSA operanti sul territorio regionale. Il secondo piano di intervento: le esigenze del personale, che significano sia i tamponi, sia gli spazi per personale e ospiti. La Regione Piemonte, infatti, come si legge nel Protocollo, in applicazione delle disposizioni contenute nella DGR del 20 marzo 2020, indicazioni inerenti la sostituzione del personale nelle strutture residenziali e semiresidenziali socio-sanitarie e socio-assistenziali per anziani, disabili e minori in contesto emergenziale della diffusione Covid, favorisce, perché è competenza della Regione, il reperimento e la temporanea sostituzione del personale socio-sanitario necessario da parte delle RSA. Sempre per il personale, insieme alle Prefetture del Piemonte, laddove le strutture residenziali o alberghiere già individuate per l’accoglienza di personale sanitario o assistenziale fossero insufficienti, concorrono, anche ricorrendo ai vigenti strumenti normativi, alla verifica di disponibilità di strutture ricettive situate in prossimità delle Residenze Sanitarie Assistenziali che possono accogliere il personale sanitario e assistenziale impiegato nelle medesime, al fine di agevolare la sistemazione dei medesimi e ridurre gli spostamenti motivati dalle esigenze lavorative, riducendo al contempo i rischi di diffusione del contagio. Il terzo elemento riguarda il raccordo, cioè la Prefettura di Torino assicura il raccordo con le competenti autorità regionali in materia sanitaria e di Protezione Civile ed effettua il coordinamento con le altre Prefetture della Regione anche al fine di monitorare la situazione delle Residenze Sanitarie Assistenziali in ordine all’emergenza epidemiologica in atto. Il quarto elemento riguarda invece la famosa cabina di regia, di cui vi avevo anticipato due settimane fa e cioè le province piemontesi, al fine di coordinare e monitorare l’attuazione del presente Protocollo, istituiscono, d’intesa con la Prefettura territorialmente competente, cabine di regia in cui siano rappresentati tutti gli attori delle RSA piemontesi, associazioni datoriali, ordini professionali, organizzazioni sindacali rappresentanti di operatori, associazioni di pazienti e familiari maggiormente rappresentative, associazioni di rappresentanza degli Enti Locali, nonché un rappresentante degli Enti gestori e delle ASL di competenza. Come Città Metropolitana il 6 aprile, quindi come Sindaca Metropolitana, abbiamo ricevuto il primo monitoraggio su ogni singola RSA del territorio di competenza. Appena ricevuto, tale documento suddiviso per ASL, è stato inviato a ogni singolo Sindaco. La scorsa settimana abbiamo quindi provveduto, sempre in attuazione del Protocollo, a convocare la cabina, così come composta e tra mercoledì e venerdì hanno partecipato in cabina di regia oltre ai soggetti coinvolti, tra cui i Sindacati, i Direttori delle RSA, Sindaci, anche, così come sollecitato e peraltro condiviso con i colleghi Sindaci, L’Assessora Caucino e l’Unità di Crisi, anche se non formalmente previsti all’interno del Protocollo che istituiva la cabina di regia. Vorrei ringraziare peraltro tutti i Sindaci che hanno partecipato, il Prefetto e il Vicesindaco Marocco che hanno seguito tutte le riunioni di tutte le cabine di regia di tutte le ASL che riguardano il territorio metropolitano. Nel corso della cabina di regia che ha riguardato Torino, avvenuta nella giornata di mercoledì scorso, le criticità ancora persistenti emerse sono state sostanzialmente due. Seppure sia stato riconosciuto l’aumento dell’attività dei tamponi, persistevano ancora criticità in senso ai tamponi, sia sul personale, sia ovviamente sugli ospiti e, secondo punto, emergeva sempre di più la grandissima difficoltà nella gestione e garanzia del personale necessario anche a causa dell’effetto dei tamponi, rilevato presenza di contagiati tra il personale che è stato quindi messo necessariamente in quarantena. Ora andremo avanti con il lavoro nei seguenti termini: per la giornata di oggi è previsto un incontro ristretto tra Prefettura e Città Metropolitana per programmare strategie e prosecuzione dei lavori. Per la prossima settimana sono previsti nuovi incontri con le cabine di regia. Come Città Metropolitana ho chiesto all’Unità di Crisi un aggiornamento dei prospetti sulla situazione delle RSA per poter procedere con la programmazione dei prossimi incontri ove già non sia stato fatto e ovviamente, come già fatto in data 6 aprile, anche questo nuovo aggiornamento verrà inviato ai Sindaci suddivisi per ASL. Alla luce anche del dibattito che è emerso, per trasparenza e correttezza proseguo indicando la mortalità che riguarda la città di Torino nelle RSA, che negli ultimi tre mesi è pari a 102 casi a febbraio, 199 a marzo e 197 nei primi 18 giorni di aprile. Paragonando i dati a quelli disponibili per l’anno passato, registriamo per i mesi di marzo e aprile una differenza di oltre 217 decessi avvenuti presso le RSA, con soli 58 segnalati come positivi al Covid. Stiamo cercando dei dati comparativi sulla mortalità a casa per persone con la stessa fascia di età degli ospiti delle RSA, ma è evidente che l’incremento è preoccupante. Ci tengo, in conclusione, a sottolineare quanto questo tema sia urgente e delicato non solo per gli ospiti e per i lavoratori delle RSA, non solo per chi amministra in questa difficile fase, ma per l’intera comunità. A pagare il prezzo più alto della pandemia, infatti, sono le persone più fragili e più indifese e con esse le loro famiglie. Ho più volte detto che per diversi motivi il virus non è uguale per tutti e non lo è per chi da un giorno all’altro, pur dovendo essere maggiormente tutelato in quanto debole, anziano e indifeso, si è invece trovato di fronte con un virus letale che lo ha costretto a terribili terapie fino a costargli la vita. Non lo è per medici, infermieri, OSS, operatori sanitari, che da un giorno all’altro si sono trovati disarmati a combattere contro un nemico che non conoscevano. Non lo è per le famiglie da un giorno all’altro non hanno più potuto vedere i loro cari e che in molti casi non potranno rivederli mai più. Per questo motivo noi continueremo a non risparmiarci un minuto per affrontare questa emergenza e superarla il più presto possibile. Grazie, Presidente. |