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Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 20 Aprile 2020 ore 13,00
Paragrafo n. 18

Comunicazioni della Sindaca su "Situazione sanitaria in merito ai contagi da Covid-19 nelle RSA presenti sul territorio della Città di Torino".
Interventi
APPENDINO Chiara (Sindaca)
No, Presidente, risponde la Sindaca.

APPENDINO Chiara (Sindaca)
Grazie, Presidente. Rispondo io e c’è la Vicesindaca collegata, che probabilmente
ribatterà e integrerà alla luce di eventuali domande. Le richieste di Comunicazioni in
Aula mi permettono di dire anche in questa sede quanto ho già ripetuto più volte a
mezzo stampa, in Consiglio Metropolitano su sollecitazione dei Consiglieri la scorsa
settimana e anche aggiornare il Consiglio Comunale rispetto a quanto comunicato a
quest’Aula circa due settimane fa. Una RSA, Residenza Sanitaria Assistenziale, è una
struttura prevalente a valenza sanitaria per persone non assistibili a domicilio e che
richiedono un livello medio di assistenza sanitaria, medica, infermieristica e
riabilitativa, integrato da un livello alto di assistenza tutelare alberghiera. Le regole di
autorizzazione e funzionamento delle RSA sono contenute nella DGR 30 luglio 2012 45
12129, il nuovo modello integrato di assistenza residenziale e semiresidenziale
sociosanitaria a favore delle persone anziane non autosufficienti. È importante ricordare
a quest’Aula, inoltre, che la Città di Torino non ha RSA a gestione diretta. Tutte le RSA
presenti sul territorio sono gestite da imprese private che hanno ottenuto apposita
autorizzazione dall’ASL. Fin dall’inizio dell’emergenza Covid la Città di Torino
durante le riunioni ha evidenziato le potenziali criticità di tutte le strutture residenziali in
termini di possibile assembramento e conseguente contagio e di questo avevamo anche
già discusso, RSA, dormitori, comunità alloggio, housing sociale. In un primo momento
le indicazioni dell’Unità di Crisi prospettavano in caso di contagio un isolamento delle
persone positive al di fuori del proprio domicilio e per chi fosse inserito in un contesto
comunitario il possibile spostamento in luoghi ad hoc, caserme o simili… Mi sentite?

APPENDINO Chiara (Sindaca)
In un primo momento le indicazioni dell’Unità di Crisi prospettavano in caso di
contagio un isolamento delle persone positive al di fuori del proprio domicilio e per chi
fosse inserito in un contesto comunitario il possibile spostamento in luoghi ad hoc,
caserme o simili, per il periodo della quarantena. Nella seconda metà di marzo le
direzioni sanitarie di alcune RSA presenti in città hanno iniziato a segnalare alcune
criticità sia all’Unità di Crisi, sia all’ASL e all’Assessorato alla Sanità della Regione. La
Città ha ricevuto copia delle segnalazioni di alcune RSA e ha avuto notizia dello stato di
salute di alcuni ospiti anche in quanto tutori di anziani inseriti in struttura. La Sindaca
sia della Città Metropolitana, che della Città di Torino, così come hanno fatto peraltro
molti altri colleghi Sindaci, ha sin da subito sottolineato le preoccupazioni e le criticità
delle RSA che riguardavano principalmente cinque fattori: la richiesta di tamponi, la
difficoltà a reperire materiale DPI, la necessità di spazi per gestire sintomatici non
tamponati, la gestione di ospiti al rientro all’interno delle strutture in seguito a ricovero
per avere garanzie sull’assenza di contagio, la necessità di personale, personale che
tramite il Sindacato ha sollecitato più volte anche il tema della sicurezza dei lavoratori e
lavoratrici nelle sedi competenti. A fine marzo l’Unità di Crisi ha iniziato un
monitoraggio di tutte le RSA del Piemonte, di concerto con l’Assessore Regionale al
Welfare, le ASL, la Prefettura, la Città Metropolitana e i Comuni presenti in base alle
RSA audite. Sono state così mappate le criticità presenti in ogni struttura. Ai primi di
aprile è stato siglato un Protocollo di Intesa tra Unità di Crisi, Regione, le Prefetture
piemontesi, le Province del Piemonte e la Città Metropolitana di Torino. Dal 3 aprile è
stata istituita presso l’Unità di Crisi Regionale una casella e-mail dedicata alle
segnalazioni di criticità presenti nelle strutture per anziani, disabili e minori.
Il Protocollo contiene le linee guida per il contrasto e il contenimento del Covid negli
ambienti delle Residenze Sanitarie Assistenziali. Il Protocollo che ho firmato come
Sindaca Metropolitana, insieme ai colleghi Presidenti di Provincia, si concentra su
quattro piani di intervento; uno: monitoraggio e mappatura delle situazioni delle RSA.
La Regione Piemonte predisporre un sistema di mappatura messo in atto dall’Unità di
Crisi della Regione Piemonte relativo al monitoraggio continuo delle singole RSA
operanti sul territorio regionale.
Il secondo piano di intervento: le esigenze del personale, che significano sia i tamponi,
sia gli spazi per personale e ospiti. La Regione Piemonte, infatti, come si legge nel
Protocollo, in applicazione delle disposizioni contenute nella DGR del 20 marzo 2020,
indicazioni inerenti la sostituzione del personale nelle strutture residenziali e
semiresidenziali socio-sanitarie e socio-assistenziali per anziani, disabili e minori in
contesto emergenziale della diffusione Covid, favorisce, perché è competenza della
Regione, il reperimento e la temporanea sostituzione del personale socio-sanitario
necessario da parte delle RSA. Sempre per il personale, insieme alle Prefetture del
Piemonte, laddove le strutture residenziali o alberghiere già individuate per
l’accoglienza di personale sanitario o assistenziale fossero insufficienti, concorrono,
anche ricorrendo ai vigenti strumenti normativi, alla verifica di disponibilità di strutture
ricettive situate in prossimità delle Residenze Sanitarie Assistenziali che possono
accogliere il personale sanitario e assistenziale impiegato nelle medesime, al fine di
agevolare la sistemazione dei medesimi e ridurre gli spostamenti motivati dalle esigenze
lavorative, riducendo al contempo i rischi di diffusione del contagio.
Il terzo elemento riguarda il raccordo, cioè la Prefettura di Torino assicura il raccordo
con le competenti autorità regionali in materia sanitaria e di Protezione Civile ed
effettua il coordinamento con le altre Prefetture della Regione anche al fine di
monitorare la situazione delle Residenze Sanitarie Assistenziali in ordine all’emergenza
epidemiologica in atto.
Il quarto elemento riguarda invece la famosa cabina di regia, di cui vi avevo anticipato
due settimane fa e cioè le province piemontesi, al fine di coordinare e monitorare
l’attuazione del presente Protocollo, istituiscono, d’intesa con la Prefettura
territorialmente competente, cabine di regia in cui siano rappresentati tutti gli attori
delle RSA piemontesi, associazioni datoriali, ordini professionali, organizzazioni
sindacali rappresentanti di operatori, associazioni di pazienti e familiari maggiormente
rappresentative, associazioni di rappresentanza degli Enti Locali, nonché un
rappresentante degli Enti gestori e delle ASL di competenza. Come Città Metropolitana
il 6 aprile, quindi come Sindaca Metropolitana, abbiamo ricevuto il primo monitoraggio
su ogni singola RSA del territorio di competenza. Appena ricevuto, tale documento
suddiviso per ASL, è stato inviato a ogni singolo Sindaco. La scorsa settimana abbiamo
quindi provveduto, sempre in attuazione del Protocollo, a convocare la cabina, così
come composta e tra mercoledì e venerdì hanno partecipato in cabina di regia oltre ai
soggetti coinvolti, tra cui i Sindacati, i Direttori delle RSA, Sindaci, anche, così come
sollecitato e peraltro condiviso con i colleghi Sindaci, L’Assessora Caucino e l’Unità di
Crisi, anche se non formalmente previsti all’interno del Protocollo che istituiva la
cabina di regia. Vorrei ringraziare peraltro tutti i Sindaci che hanno partecipato, il
Prefetto e il Vicesindaco Marocco che hanno seguito tutte le riunioni di tutte le cabine
di regia di tutte le ASL che riguardano il territorio metropolitano. Nel corso della cabina
di regia che ha riguardato Torino, avvenuta nella giornata di mercoledì scorso, le
criticità ancora persistenti emerse sono state sostanzialmente due. Seppure sia stato
riconosciuto l’aumento dell’attività dei tamponi, persistevano ancora criticità in senso ai
tamponi, sia sul personale, sia ovviamente sugli ospiti e, secondo punto, emergeva
sempre di più la grandissima difficoltà nella gestione e garanzia del personale
necessario anche a causa dell’effetto dei tamponi, rilevato presenza di contagiati tra il
personale che è stato quindi messo necessariamente in quarantena. Ora andremo avanti
con il lavoro nei seguenti termini: per la giornata di oggi è previsto un incontro ristretto
tra Prefettura e Città Metropolitana per programmare strategie e prosecuzione dei lavori.
Per la prossima settimana sono previsti nuovi incontri con le cabine di regia. Come Città
Metropolitana ho chiesto all’Unità di Crisi un aggiornamento dei prospetti sulla
situazione delle RSA per poter procedere con la programmazione dei prossimi incontri
ove già non sia stato fatto e ovviamente, come già fatto in data 6 aprile, anche questo
nuovo aggiornamento verrà inviato ai Sindaci suddivisi per ASL. Alla luce anche del
dibattito che è emerso, per trasparenza e correttezza proseguo indicando la mortalità che
riguarda la città di Torino nelle RSA, che negli ultimi tre mesi è pari a 102 casi a
febbraio, 199 a marzo e 197 nei primi 18 giorni di aprile. Paragonando i dati a quelli
disponibili per l’anno passato, registriamo per i mesi di marzo e aprile una differenza di
oltre 217 decessi avvenuti presso le RSA, con soli 58 segnalati come positivi al Covid.
Stiamo cercando dei dati comparativi sulla mortalità a casa per persone con la stessa
fascia di età degli ospiti delle RSA, ma è evidente che l’incremento è preoccupante. Ci
tengo, in conclusione, a sottolineare quanto questo tema sia urgente e delicato non solo
per gli ospiti e per i lavoratori delle RSA, non solo per chi amministra in questa difficile
fase, ma per l’intera comunità. A pagare il prezzo più alto della pandemia, infatti, sono
le persone più fragili e più indifese e con esse le loro famiglie. Ho più volte detto che
per diversi motivi il virus non è uguale per tutti e non lo è per chi da un giorno all’altro,
pur dovendo essere maggiormente tutelato in quanto debole, anziano e indifeso, si è
invece trovato di fronte con un virus letale che lo ha costretto a terribili terapie fino a
costargli la vita. Non lo è per medici, infermieri, OSS, operatori sanitari, che da un
giorno all’altro si sono trovati disarmati a combattere contro un nemico che non
conoscevano. Non lo è per le famiglie da un giorno all’altro non hanno più potuto
vedere i loro cari e che in molti casi non potranno rivederli mai più. Per questo motivo
noi continueremo a non risparmiarci un minuto per affrontare questa emergenza e
superarla il più presto possibile. Grazie, Presidente.

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