Interventi |
SICARI Francesco (Presidente) Proseguiamo adesso con la trattazione, invece, delle richieste di Comunicazioni che sono pervenute da più Gruppi e che sono state riunite nella trattazione, che tratterà il seguente tema: “Situazione sanitaria in merito ai contagi da Covid-19 nelle RSA presenti sul territorio comunale”. A questa richiesta di Comunicazioni mi risulta dovrebbe rispondere la Vicesindaca Schellino. APPENDINO Chiara (Sindaca) No, Presidente, risponde la Sindaca. SICARI Francesco (Presidente) Perfetto, cambiamo. Prego, Sindaca, per la risposta alle comunicazioni. APPENDINO Chiara (Sindaca) Grazie, Presidente. Rispondo io e c’è la Vicesindaca collegata, che probabilmente ribatterà e integrerà alla luce di eventuali domande. Le richieste di Comunicazioni in Aula mi permettono di dire anche in questa sede quanto ho già ripetuto più volte a mezzo stampa, in Consiglio Metropolitano su sollecitazione dei Consiglieri la scorsa settimana e anche aggiornare il Consiglio Comunale rispetto a quanto comunicato a quest’Aula circa due settimane fa. Una RSA, Residenza Sanitaria Assistenziale, è una struttura prevalente a valenza sanitaria per persone non assistibili a domicilio e che richiedono un livello medio di assistenza sanitaria, medica, infermieristica e riabilitativa, integrato da un livello alto di assistenza tutelare alberghiera. Le regole di autorizzazione e funzionamento delle RSA sono contenute nella DGR 30 luglio 2012 45 12129, il nuovo modello integrato di assistenza residenziale e semiresidenziale sociosanitaria a favore delle persone anziane non autosufficienti. È importante ricordare a quest’Aula, inoltre, che la Città di Torino non ha RSA a gestione diretta. Tutte le RSA presenti sul territorio sono gestite da imprese private che hanno ottenuto apposita autorizzazione dall’ASL. Fin dall’inizio dell’emergenza Covid la Città di Torino durante le riunioni ha evidenziato le potenziali criticità di tutte le strutture residenziali in termini di possibile assembramento e conseguente contagio e di questo avevamo anche già discusso, RSA, dormitori, comunità alloggio, housing sociale. In un primo momento le indicazioni dell’Unità di Crisi prospettavano in caso di contagio un isolamento delle persone positive al di fuori del proprio domicilio e per chi fosse inserito in un contesto comunitario il possibile spostamento in luoghi ad hoc, caserme o simili… Mi sentite? SICARI Francesco (Presidente) Sì, è soltanto saltato un attimo. Prego, può riprendere gli ultimi cinque secondi. APPENDINO Chiara (Sindaca) In un primo momento le indicazioni dell’Unità di Crisi prospettavano in caso di contagio un isolamento delle persone positive al di fuori del proprio domicilio e per chi fosse inserito in un contesto comunitario il possibile spostamento in luoghi ad hoc, caserme o simili, per il periodo della quarantena. Nella seconda metà di marzo le direzioni sanitarie di alcune RSA presenti in città hanno iniziato a segnalare alcune criticità sia all’Unità di Crisi, sia all’ASL e all’Assessorato alla Sanità della Regione. La Città ha ricevuto copia delle segnalazioni di alcune RSA e ha avuto notizia dello stato di salute di alcuni ospiti anche in quanto tutori di anziani inseriti in struttura. La Sindaca sia della Città Metropolitana, che della Città di Torino, così come hanno fatto peraltro molti altri colleghi Sindaci, ha sin da subito sottolineato le preoccupazioni e le criticità delle RSA che riguardavano principalmente cinque fattori: la richiesta di tamponi, la difficoltà a reperire materiale DPI, la necessità di spazi per gestire sintomatici non tamponati, la gestione di ospiti al rientro all’interno delle strutture in seguito a ricovero per avere garanzie sull’assenza di contagio, la necessità di personale, personale che tramite il Sindacato ha sollecitato più volte anche il tema della sicurezza dei lavoratori e lavoratrici nelle sedi competenti. A fine marzo l’Unità di Crisi ha iniziato un monitoraggio di tutte le RSA del Piemonte, di concerto con l’Assessore Regionale al Welfare, le ASL, la Prefettura, la Città Metropolitana e i Comuni presenti in base alle RSA audite. Sono state così mappate le criticità presenti in ogni struttura. Ai primi di aprile è stato siglato un Protocollo di Intesa tra Unità di Crisi, Regione, le Prefetture piemontesi, le Province del Piemonte e la Città Metropolitana di Torino. Dal 3 aprile è stata istituita presso l’Unità di Crisi Regionale una casella e-mail dedicata alle segnalazioni di criticità presenti nelle strutture per anziani, disabili e minori. Il Protocollo contiene le linee guida per il contrasto e il contenimento del Covid negli ambienti delle Residenze Sanitarie Assistenziali. Il Protocollo che ho firmato come Sindaca Metropolitana, insieme ai colleghi Presidenti di Provincia, si concentra su quattro piani di intervento; uno: monitoraggio e mappatura delle situazioni delle RSA. La Regione Piemonte predisporre un sistema di mappatura messo in atto dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte relativo al monitoraggio continuo delle singole RSA operanti sul territorio regionale. Il secondo piano di intervento: le esigenze del personale, che significano sia i tamponi, sia gli spazi per personale e ospiti. La Regione Piemonte, infatti, come si legge nel Protocollo, in applicazione delle disposizioni contenute nella DGR del 20 marzo 2020, indicazioni inerenti la sostituzione del personale nelle strutture residenziali e semiresidenziali socio-sanitarie e socio-assistenziali per anziani, disabili e minori in contesto emergenziale della diffusione Covid, favorisce, perché è competenza della Regione, il reperimento e la temporanea sostituzione del personale socio-sanitario necessario da parte delle RSA. Sempre per il personale, insieme alle Prefetture del Piemonte, laddove le strutture residenziali o alberghiere già individuate per l’accoglienza di personale sanitario o assistenziale fossero insufficienti, concorrono, anche ricorrendo ai vigenti strumenti normativi, alla verifica di disponibilità di strutture ricettive situate in prossimità delle Residenze Sanitarie Assistenziali che possono accogliere il personale sanitario e assistenziale impiegato nelle medesime, al fine di agevolare la sistemazione dei medesimi e ridurre gli spostamenti motivati dalle esigenze lavorative, riducendo al contempo i rischi di diffusione del contagio. Il terzo elemento riguarda il raccordo, cioè la Prefettura di Torino assicura il raccordo con le competenti autorità regionali in materia sanitaria e di Protezione Civile ed effettua il coordinamento con le altre Prefetture della Regione anche al fine di monitorare la situazione delle Residenze Sanitarie Assistenziali in ordine all’emergenza epidemiologica in atto. Il quarto elemento riguarda invece la famosa cabina di regia, di cui vi avevo anticipato due settimane fa e cioè le province piemontesi, al fine di coordinare e monitorare l’attuazione del presente Protocollo, istituiscono, d’intesa con la Prefettura territorialmente competente, cabine di regia in cui siano rappresentati tutti gli attori delle RSA piemontesi, associazioni datoriali, ordini professionali, organizzazioni sindacali rappresentanti di operatori, associazioni di pazienti e familiari maggiormente rappresentative, associazioni di rappresentanza degli Enti Locali, nonché un rappresentante degli Enti gestori e delle ASL di competenza. Come Città Metropolitana il 6 aprile, quindi come Sindaca Metropolitana, abbiamo ricevuto il primo monitoraggio su ogni singola RSA del territorio di competenza. Appena ricevuto, tale documento suddiviso per ASL, è stato inviato a ogni singolo Sindaco. La scorsa settimana abbiamo quindi provveduto, sempre in attuazione del Protocollo, a convocare la cabina, così come composta e tra mercoledì e venerdì hanno partecipato in cabina di regia oltre ai soggetti coinvolti, tra cui i Sindacati, i Direttori delle RSA, Sindaci, anche, così come sollecitato e peraltro condiviso con i colleghi Sindaci, L’Assessora Caucino e l’Unità di Crisi, anche se non formalmente previsti all’interno del Protocollo che istituiva la cabina di regia. Vorrei ringraziare peraltro tutti i Sindaci che hanno partecipato, il Prefetto e il Vicesindaco Marocco che hanno seguito tutte le riunioni di tutte le cabine di regia di tutte le ASL che riguardano il territorio metropolitano. Nel corso della cabina di regia che ha riguardato Torino, avvenuta nella giornata di mercoledì scorso, le criticità ancora persistenti emerse sono state sostanzialmente due. Seppure sia stato riconosciuto l’aumento dell’attività dei tamponi, persistevano ancora criticità in senso ai tamponi, sia sul personale, sia ovviamente sugli ospiti e, secondo punto, emergeva sempre di più la grandissima difficoltà nella gestione e garanzia del personale necessario anche a causa dell’effetto dei tamponi, rilevato presenza di contagiati tra il personale che è stato quindi messo necessariamente in quarantena. Ora andremo avanti con il lavoro nei seguenti termini: per la giornata di oggi è previsto un incontro ristretto tra Prefettura e Città Metropolitana per programmare strategie e prosecuzione dei lavori. Per la prossima settimana sono previsti nuovi incontri con le cabine di regia. Come Città Metropolitana ho chiesto all’Unità di Crisi un aggiornamento dei prospetti sulla situazione delle RSA per poter procedere con la programmazione dei prossimi incontri ove già non sia stato fatto e ovviamente, come già fatto in data 6 aprile, anche questo nuovo aggiornamento verrà inviato ai Sindaci suddivisi per ASL. Alla luce anche del dibattito che è emerso, per trasparenza e correttezza proseguo indicando la mortalità che riguarda la città di Torino nelle RSA, che negli ultimi tre mesi è pari a 102 casi a febbraio, 199 a marzo e 197 nei primi 18 giorni di aprile. Paragonando i dati a quelli disponibili per l’anno passato, registriamo per i mesi di marzo e aprile una differenza di oltre 217 decessi avvenuti presso le RSA, con soli 58 segnalati come positivi al Covid. Stiamo cercando dei dati comparativi sulla mortalità a casa per persone con la stessa fascia di età degli ospiti delle RSA, ma è evidente che l’incremento è preoccupante. Ci tengo, in conclusione, a sottolineare quanto questo tema sia urgente e delicato non solo per gli ospiti e per i lavoratori delle RSA, non solo per chi amministra in questa difficile fase, ma per l’intera comunità. A pagare il prezzo più alto della pandemia, infatti, sono le persone più fragili e più indifese e con esse le loro famiglie. Ho più volte detto che per diversi motivi il virus non è uguale per tutti e non lo è per chi da un giorno all’altro, pur dovendo essere maggiormente tutelato in quanto debole, anziano e indifeso, si è invece trovato di fronte con un virus letale che lo ha costretto a terribili terapie fino a costargli la vita. Non lo è per medici, infermieri, OSS, operatori sanitari, che da un giorno all’altro si sono trovati disarmati a combattere contro un nemico che non conoscevano. Non lo è per le famiglie da un giorno all’altro non hanno più potuto vedere i loro cari e che in molti casi non potranno rivederli mai più. Per questo motivo noi continueremo a non risparmiarci un minuto per affrontare questa emergenza e superarla il più presto possibile. Grazie, Presidente. SICARI Francesco (Presidente) Grazie a lei, Sindaca, per le comunicazioni che ha appena dato all’Aula. Adesso iniziamo con gli interventi dei Consiglieri, ricordando che non è stata concessa durante la Conferenza dei Capigruppo l’estensione dei tempi, quindi i gruppi potranno intervenire per un tempo non superiore ai cinque minuti. Prego, Consigliera Scanderebech. SCANDEREBECH Federica Grazie, Presidente. La Regione è il vostro nemico più ancora del virus. Quello che vorrei capire è il ruolo della nostra Sindaca e dell’Amministrazione Comunale in tutto questo. La Sindaca ha vigilato con estrema attenzione sulle strutture di sua competenza? Mi risulta che la vigilanza diretta del Comune sia in ben 193 presidi, ivi compreso il Maria Bricca, per un totale di circa 2600 ospiti in regime ordinario, che potrebbero essere molti di più in un regime emergenziale. Infatti, la Legge-quadro parlamentare 328 del 2000 all’articolo 6 demanda ai Comuni l’autorizzazione, la vigilanza e l’accreditamento delle strutture pubbliche e private, così come poi circoscritto dalla Legge Regionale 1 dell’8 gennaio 2004 agli articoli 6 e 9, nella quale si esplicita, anche chiaramente, che il Sindaco è il titolare delle funzioni di tutela sociosanitaria e del diritto alla salute per i suoi cittadini. In base alla suddetta Legge Regionale 1 del 2004, qualora il soggetto titolare delle funzioni di vigilanza, il Comune nel caso delle 193 strutture, accerti delle violazioni, impartisce al titolare le prescrizioni necessarie che devono essere ottemperate entro il termine stabilito. Nel rispetto di ciò, quale vigilanza è stata svolta dal Comune da subito, dal 31 gennaio, data in cui il Governo ha dichiarato lo stato di emergenza sanitaria ad oggi? L’Amministrazione In quanti presidi ha verificato le condizioni per la non diffusione del virus dal 31 gennaio in maniera preventiva? La funzione di vigilanza è normata dall’articolo 26 della Legge Regionale 1 del 2004, consiste nella verifica e nel controllo dei requisiti strutturali, gestionali e organizzativi, quindi norme di sicurezza, organizzazione degli spazi privati e collettivi, numero e tipologia degli ospiti, servizi forniti, organizzazione dell’attività, orario visite, rapporti con famiglie degli ospiti, numero e qualifiche del personale necessario, prevenzione di infezioni e parassitosi, sanificazione, igiene e pulizia dell’ambiente, degli ospiti e degli strumenti utilizzati. L’attività di vigilanza si estrinseca in particolare attraverso l’effettuazione di visite ispettive ai presidi da parte di una Commissione di Vigilanza appositamente costituita, che può acquisire i protocolli operativi negli ambiti poc’anzi citati. Lei, Sindaca, e la sua Giunta quante verifiche avete acquisito dal 31 gennaio ad oggi? Avvalendomi dell’articolo 73 del Regolamento del Consiglio Comunale mi farò promotrice della costituzione di una Commissione di Indagine Consiliare volta all’accertamento di fatti e comportamenti all’acquisizione di atti e provvedimenti. Reputo indispensabile fare chiarezza fino in fondo con tutti i mezzi a disposizione di controllo politico e amministrativo che un Consigliere Comunale ha a disposizione. Non è ancora il momento di cercare le responsabilità, arriverà quella fase. Ora responsabilmente è il momento di stringersi attorno ai problemi e affrontarli, garantendo la salute di tutti gli ospiti nelle strutture torinesi. Se lei, Sindaca, anche solo in minima parte non ha assolto le sue funzioni di vigilanza che precedentemente ho citato, ha il dovere morale di chiedere scusa a tutti i cittadini e soprattutto di provvedere da subito a garantire la salute delle tante persone ancora presenti nei presidi. Sono stanca dell’inadeguatezza di questa Amministrazione, che neanche in questa situazione riesce ad operare puntualmente. Anche per le mascherine, altri Sindaci hanno emanato ordinanze e le hanno distribuite a tutti i concittadini. Se un Sindaco non è in grado di garantire un minimo di sicurezza alla sua comunità, francamente mi domando perché esista. SICARI Francesco (Presidente) Perfetto. Adesso può intervenire il Consigliere Curatella, sempre per il Gruppo Misto, al quale sono rimasti 50 secondi. Prego. CURATELLA Cataldo Grazie, Presidente. Io ho una domanda molto specifica, mi risulta che i primi casi positivi sono avvenuti alla RSA Bricca, si decide di chiudere l’RSA Bricca e mi chiedo: lo spostamento dei pazienti dalla RSA Bricca alla RSA Carlo Alberto per richiesta di chi è avvenuta? È stata fatta una verifica di positività mediante tampone ai pazienti che sono stati spostati dalla RSA Bricca alla Carlo Alberto? Perché subito dopo emergono dei casi di positività alla Carlo Alberto. Quindi mi chiedo, essendo tutto a livello comunale, chi ha fatto queste richieste di spostamento? Perché subito dopo l’avvio dello spostamento emergono dei casi di positività. Nell’effettuare lo spostamento sono stati separati i pazienti arrivati dalla RSA Bricca rispetto a pazienti e operatori della Carlo Alberto? Queste sono le domande che io mi faccio. Grazie. SICARI Francesco (Presidente) Grazie a lei. Proseguiamo adesso con l’intervento della Capogruppo Sganga. Prego, ne ha facoltà per cinque minuti. SGANGA Valentina Grazie, Presidente. A oltre 40 giorni dall’inizio della quarantena e due mesi dai primi casi di Coronavirus in Italia la Sanità della Regione Piemonte non è stata in grado di dare i numeri certificati su quante persone sono morte, quante sono state contagiate nelle RSA e nelle case di riposo del nostro territorio. Da settimane i Sindacati che tutelano i diritti del personale sanitario, i familiari degli ospiti e i giornali lanciano l’allarme su quanto sta accadendo nelle strutture, alcune operative, appunto, a Torino. Chiedono informazioni certe, sicurezza per chi lavora e per chi ci vive, ma soprattutto chiedono verità e chiarezza su quanto accaduto finora. Abbiamo chiesto come Gruppo di Maggioranza queste comunicazioni perché per fortuna la Sindaca Appendino è stata incaricata dalla Prefettura di partecipare agli incontri con le Direzioni Sanitarie delle strutture, in quanto Sindaca della Città Metropolitana. Queste comunicazioni cercano di mettere un punto fermo almeno su quanto sta accadendo a Torino, ma sarebbe necessario che lo stesso venisse fatto in tutta la regione, perché non basta dire che il 60% dei contagi da Covid-19 di questi giorni è nelle RSA, non basta dire, come ha fatto l’Assessore alla Sanità Luigi Icardi, che la delibera che autorizzava il trasferimento di pazienti positivi nelle strutture è un falso problema, perché praticamente non è stata mai applicata, come non basta dire che l’Unità di Crisi sta lavorando tantissimo e ha fatto tutto il possibile. Ci sono momenti dove il possibile non basta e sono i momenti in cui la politica dovrebbe caricarsi delle proprie responsabilità e non scaricarle sui tecnici, come invece vuole fare Cirio, creando, con due mesi di ritardo, due mesi dove hanno regnato presunzione e scuse, l’ennesima task force. Ecco, gli errori sui protocolli di sicurezza ci sono stati perché sennò non ci troveremmo con quella sovramortalità di cui parlano i giornali e che ha anche, meno male, dichiarato la Sindaca nel suo intervento e non ci troveremmo con il numero di morti positivi comparsi poi magicamente quando si fanno i tamponi nelle RSA in continua crescita. Allora quelli che abbiamo sentito poc’anzi su Torino, ma è presumibile che sia così su tutta la regione, sono i dati di una strage, una strage non silenziosa, ma certamente taciuta e non taciuta da questa Amministrazione, ma dal livello sovraordinato al nostro. E questo quale che sia la ragione non è accettabile. Allora ci chiediamo perché nessuno si sia preoccupato dell’Amministrazione Regionale di verificare di persona quanto stava accadendo perché non si sono isolati dai reparti i Covid-19 positivi, perché non ci si è preoccupati di tutelare i lavoratori per cui mancavano pure i dispositivi di protezione. Non so se sono domande che troveranno una risposta a breve, ma da oggi noi, come Gruppo di Maggioranza in Consiglio Comunale, inizieremo a farle e non smetteremo finché non ne avremo più una. Grazie. SICARI Francesco (Presidente) Grazie a lei, Capogruppo Sganga. Solo un attimo. Adesso interviene per cinque minuti la Consigliera Tisi. Prego, ne ha facoltà. Consigliera Tisi. TISI Elide Mi sentite? SICARI Francesco (Presidente) Ora la sentiamo, prego. TISI Elide Perfetto. Grazie, Presidente. Io speravo sinceramente che nell’illustrazione, nella relazione della Sindaca ci venissero forniti ulteriori elementi oltre a quelli estremamente preoccupanti che ci sono stati dati sull’andamento della mortalità negli ultimi tre mesi. Dicevo ulteriori elementi più specifici nel merito di quanto è stato definito anche all’interno del Protocollo di Intesa a cui faceva riferimento che riguardano proprio il monitoraggio e l’intervento di merito su quella che è la conoscenza dei dati proprio delle strutture residenziali. E vorrei fare riferimento..., è vero che oggi la richiesta di comunicazioni faceva riferimento in modo specifico al tema delle RSA, ma come già abbiamo precisato anche in un precedente Consiglio, nel quale la Sindaca era venuta a riferire, appunto, della situazione Covid nella nostra città, le RSA sono sicuramente uno degli elementi di maggiore preoccupazione, ma non sono l’unico. Io vorrei ricordare che nella nostra città, oltre alle RSA, ci sono le Residenze Assistenziali, le cosiddette RA, ci sono dei posti CAVS, c’è ad esempio la struttura di via Valgioie, che vede varie tipologie di accoglienza contemporaneamente presenti, tra queste anche il Bricca che è stato citato. Perché dico questo? Perché complessivamente registriamo che laddove c’è una condizione di convivenza, di vita comunitaria, e ancor più laddove questa vita comunitaria vede presenti persone con delle fragilità sanitarie, i rischi sono estremamente alti. A Torino sono oltre 50 i presidi che hanno queste caratteristiche, ma a questi bisogna aggiungere gli oltre 70 presidi che vedono invece, con caratteristiche diverse, l’accoglienza di persone disabili. Allora, perché dico questo? Il Protocollo parla di RSA, ma non solo di RSA. Allora io mi aspetto dalla nostra Città che ci sia una richiesta forte e chiara di un monitoraggio su tutto l’insieme di queste strutture perché rappresentano tutte un elemento di criticità e di fragilità a un’esposizione particolare al rischio Covid. Finora, appunto, i dati che ci sono stati restituiti sono più delle buone intenzioni perché i tamponi fatti sono ancora troppo pochi e vorrei sapere dalla Sindaca se le risulta che ci siano, come risulta a me, delle richieste, da parte di strutture, di tamponi che non sono state evase, che ancora stanno aspettando, sia per gli ospiti, che per il personale. Io credo che la Città in questo possa giocare un ruolo davvero molto importante, tanto più che la Sindaca, anche nella sua funzione di Sindaca Metropolitana, il Protocollo nel quale i vari attori, l’Unità di Crisi e la Regione Piemonte su questo si impegnano, l’ha sottoscritto e dunque credo possa davvero chiedere conto. Sono nostri cittadini, sono i nostri cittadini più fragili, sono quei cittadini verso i quali sempre tutti abbiamo espresso la nostra solidarietà, la nostra grande attenzione, il desiderio di mantenere delle reti di protezione forte. Ecco, questo è davvero il momento di andare oltre le dichiarazioni e di fare in modo che questa protezione, prima di tutto la protezione della salute, sia effettivamente praticata. Quindi io credo che ci sia la necessità, insomma, di chiedere che davvero queste azioni di monitoraggio, che ancora non mi pare siano state pienamente realizzate, vengano svolte e vengano svolte in tempi molto rapidi. All’interno del Protocollo ci sono impegni molto precisi che riguardano ad esempio anche la tutela del personale, la possibilità di allocare in strutture alberghiere il personale e vorrei sapere quante di queste persone hanno avuto questa possibilità di poter avere un luogo dove essere accolti senza mettere a rischio anche le loro famiglie. Ma c’è anche un impegno molto preciso che riguarda il favorire la possibilità di individuare del personale proprio per quelle strutture, che per motivi diversi ne sono state provviste o ridimensionate. Ecco, io su questi punti chiedo alla Sindaca di riferire in Consiglio perché questi sono gli elementi che a noi necessitano per poter valutare, e concludo, Presidente, se davvero questa attenzione che viene dichiarata è effettivamente praticata. Grazie. SICARI Francesco (Presidente) Grazie a lei. Proseguiamo adesso con l’intervento del Capogruppo Petrarulo. Prego, ne ha facoltà per cinque minuti. PETRARULO Raffaele Grazie, Presidente. Mah, qui il tema è molto, molto, molto, molto importante in questo senso, perché, mentre sulla sicurezza, io come ho detto anche e lei lo sa meglio di me, la Sindaca riveste quindi il ruolo di Assessora alla Sicurezza di concerto con il Prefetto e via, quindi ha una sua possibilità di poter agire in prima persona, perché la Sindaca, così come i mezzi pubblici, può ordinare quella che... (audio mancante). Sulle RSA invece ho qualche dubbio, in questo senso. Le Leggi sono state ben snocciolate, le so anch’io, non così perfettamente, ma so benissimo cosa fa uno e cosa fa un altro, ma nel Dedalo delle varie leggi, alla fine poi cosa succede? Che quando ci sono troppe persone che devono vigilare, fare, controllare, vedere, alla fin fine chi è che ha subito il vero danno? Sono stati questi poveri anziani che nelle RSA, naturalmente, sono stati quelli che hanno fatto, scusate il termine, la mattanza, molti sono mancati proprio perché contagiati, quindi l’hanno detto e l’hanno sancito. Però non si può non andare a fare un discorso di questo tipo se non si va poi a inquadrare anche il discorso di cosa è successo, di cosa sta avvenendo, perché quello che la Sindaca…, e poi lo vorrò sapere bene questo qui, vorrei capire questo: La Sindaca quindi è a conoscenza che sono stati richiesti nelle RSA i tamponi o quelle benedette mail che vengono mandate dai medici curanti al SIMI, perché vogliamo parlare anche di questo? Perché è da parlare in questo senso, ci mancherebbe. Cioè io ho un caso proprio classico, che questo potrebbe essere traslato su quello che è successo per capire se questo caso classico è il caso che poi va a controllare quello che è l’RSA. Possibile che un medico curante, e quindi anche nelle RSA ci sono i medici curanti, mandano una, due, tre mail di sollecito per fare un controllo, io parlo di una persona di 48 anni che aveva tutti i sintomi del Covid e poi nessuno è andato a farlo? È successo questo caso specifico che sto dicendo anche nelle RSA e in quanti casi sono successe le segnalazioni? E quante sono state poi quelle non evase? Perché se è successo a questa persona di 48 anni, che, per fortuna, oggi posso dire, la conosco, è sana e salva, è riuscita a fare il tampone andando in Pronto Soccorso dalla malattia del 13, del 16 di marzo, l’ha fatta prima di Pasqua, voi pensate quindi la fortuna che ha avuto. Ma pensate a quelli che hanno 65, 70, 75 80, 85, 90 anni che hanno fatto le segnalazioni, che arrivano dei personaggi all’interno di queste RSA che sono asintomatici, portatori sani, che ne sappiamo. Di sicuro qualcosa è successo di questo tipo. Su questo bisogna fare una Commissione e lì mi trova perfettamente concorde la Consigliera Scanderebech, una Commissione Comunale a 360 gradi, non solamente dei diritti di uno e non faccio l’avvocato della Sindaca Appendino, perché quando c’è da criticarla, bisogna criticarla, ma quando c’è da dire qualcosa, bisogna anche dirlo, non è la sola responsabile, perché su questo bisogna andare a fondo e bisogna fare una cosa, è una premessa che dovevo fare prima e ringraziamo di avere dei sanitari che sono eccezionali, dei medici che hanno rischiato e poi sono morti, infermieri, OSS, che nonostante tutto sono andati, molti potevano mettersi in malattia e quindi il danno era ancora maggiore di questo, cioè ringraziamo loro, ma non possiamo ringraziare tutti, non possiamo dire: “Va tutto bene”. Oggi noi siamo al 20 aprile e mancano ancora le mascherine, per poter obbligare la gente a mettere le mascherine, scusatemi il termine, sui mezzi pubblici, all’interno... (incomprensibile) ...obbligatorie in modo che non ci siano i contagi, okay? E questo è un altro dato che va messo anche nei dormitori, nelle RSA, tutti parlano di tante cose, ma poi alla fin fine tutte queste cose come sono state strutturate? Ognuno ha delle responsabilità, ognuno deve avere delle responsabilità. Non è possibile che tutti quanti si vada avanti così, si mandano le e-mail e si perdono le e-mail, ma stiamo scherzando? E se questa persona, che io conosco e ho la testimonianza, e mi vengono a chiedere chi è, e ne parleremo anche nella sede opportuna, non avesse avuto la fortuna di poter guarire da sola in casa, cosa succedeva? Doveva andare al Pronto Soccorso per sapere che era negativa dopo oltre 40 giorni? E allora questo… che è successo nelle RSA? Che è successo in questi frangenti? Non si può sottacere, che ci sia questa Commissione. Naturalmente ne farò parte di questa Commissione, ma non per andare ad accusare medici, infermieri e OSS, che hanno perso molti di loro e hanno dato il massimo, ma per capire e per far capire, naturalmente dopo, perché siamo ancora in piena pandemia, Torino è la quarta città d’Italia per contagi, dopo Milano, Bergamo e Brescia, ma stiamo scherzando? Con tutto quello che abbiamo fatto? E per forza che poi si trasla sulle RSA, si trasla sulla vita, si trasla sui mezzi pubblici, si trasla su tutto, ma se ognuno di questi che hanno il potere di ordinare e fare, dalla scala più alta, dal Presidente della Regione, dal Sindaco, da chicchessia, dagli Assessori... SICARI Francesco (Presidente) La invito a concludere. PETRARULO Raffaele Chiudo. Se ognuno di questi poi dopo alla fine c’è il gioco delle tre carte, perché se mancano i tamponi non so se quello è positivo e se non è positivo non posso isolarlo, quindi veniamo a capire questo perché chi ha perso queste persone e ha perso delle persone care, perché l’anziano non è da buttare via, non è da fare, deve avere risposte e le risposte non possono essere: “È successo”, le risposte hanno nomi, cognomi e indirizzi. Il caso che ho fatto prima di questa persona che manda, il medico curante, due mail, due solleciti e-mail al SIMI e nessuno va a vedere se questa aveva il Covid, era morta o era viva, è un caso importante e chiudo, grazie. Più di così, che devo dire? SICARI Francesco (Presidente) La ringrazio. Proseguiamo adesso. Prego, Capogruppo Magliano, ha cinque minuti. MAGLIANO Silvio Sì, grazie Presidente. Ma io ringrazio la Sindaca dell’illustrazione, è evidente che stiamo parlando di una materia che in questo momento rappresenta una ferita aperta per tanti, per molti, soprattutto per i parenti di queste nonne, di questi nonni, ma anche una grande farla del nostro sistema. Io attendo poi nella replica della Vicesindaca Schellino magari una risposta anche alle domande fatte inizialmente dalla Consigliera Scanderebech su come, quanto e in che modalità la Città doveva, poteva vigilare insieme agli altri soggetti, evidentemente le ASL, innanzitutto, su quello che stava capitando all’interno delle nostre RSA. L’unica cosa che rimane ancora assolutamente incerta, nonostante questo Protocollo... è stato sbandierato come un grande rafforzamento, lo dico anche da parte della Regione, grande rafforzamento delle regole di ingaggio sulle RSA, Protocollo tardivo, evidentemente, perché il lavoro che è stato fatto con le ASL è un lavoro che viene fatto, di fatto, un mese e mezzo dopo l’inizio della pandemia, per cui ci si è accorti dopo un mese e mezzo che stavano iniziando a morire pazienti. Tra l’altro poi bisognerà capire evidentemente come vengono certificate queste morti, perché a me giungono notizie non nella nostra città, ma in altre strutture, di pazienti che non sono morti di Covid, ma certificati come Covid e una volta che si certifica il fatto che in una RSA in alcuni casi ci fossero stati dei casi di Covid, a quel punto li abbiamo trattati tutti così? Non sono stati considerati come Covid? Questo lo dico anche rispetto a quello che fondamentalmente accade sulla gestione poi dei morti, evidentemente, perché, come sapete, la gestione funebre rispetto al tema Covid è una gestione per cui i parenti non riescono più a vedere assolutamente nulla, né tantomeno poter accompagnare il proprio caro nell’ultimo passo. La cosa che però emerge con chiarezza, sulla quale mi auguro che magari nella replica si dia conto, è il cronoprogramma, perché io tutte le volte sento in Regione parlare di cronoprogramma in via di sviluppo. Ecco, il cronoprogramma non è in via di sviluppo, il cronoprogramma è un cronoprogramma. Quindi a me piacerebbe sapere nella replica esattamente quando, in che termini e come verranno fatti i tamponi o il test sierologico in tutte le RSA, pazienti e operatori, cioè sapere quando avremo la mappatura totale di queste strutture. Questa è una informazione fondamentale. Come mi piacerebbe sapere, e questo è un altro elemento fondamentale, lo stesso tipo di cronoprogramma per le strutture che accolgono persone con disabilità, perché sapete benissimo che sia nelle RSA, che nelle strutture che accolgono persone con disabilità e la disabilità magari non è motoria, ma è una disabilità intellettiva, nel caso risultassero positivi, cosa che dobbiamo scongiurare a tutti gli effetti, trattare quel tipo di paziente, soprattutto chi ha disturbi psichici, psichiatrici... NAPOLI Osvaldo Presidente, quando vuole, parlo anch’io, Osvaldo Napoli. MAGLIANO Silvio Sì, anche scrivendo in chat ci si può prenotare. Buongiorno, Osvaldo. Detto questo, riprendo filo del discorso, queste persone, se risultate positive e non asintomatiche, poi riuscire a somministrare loro l’ossigenoterapia, piuttosto che utilizzare un casco di ventilazione diventa complessissimo, perché sono persone che fanno una enorme difficoltà al contatto e agli ambienti chiusi. Per cui è per questo che io mi auguro che in questo dibattito, come è stato richiesto più volte sia da rappresentanti delle famiglie di persone con disabilità, sia dagli operatori, cioè sapere quando verranno fatti i tamponi nelle RSA, quando verranno fatti i tamponi nelle strutture che accolgono persone con disabilità, perché solo questo dato ci permette di tranquillizzare le famiglie e i parenti e io su questo non sono ancora riuscito a capire esattamente questo percorso come avverrà, quando verrà realizzato. Per cui, e vado alla conclusione, ormai le Commissioni di Inchiesta si sprecano e istituzione che vai, Commissione che vuole essere creata. In questo momento non abbiamo bisogno di Commissioni d’Inchiesta, abbiamo bisogno di fare di tutto affinché questo virus venga debellato e si possa tornare alla normalità. Dopo cercheremo le responsabilità, ma in questa fase dobbiamo lavorare il più possibile insieme. Però questo cronoprogramma, io penso che la Città…, sulle strutture che risiedono in essa, sia RSA che strutture che accolgono personale con disabilità, noi dobbiamo consegnarlo ai cittadini e mi auguro che nella replica venga detto con chiarezza, in modo tale da dare una risposta molto forte, perché il livello di compartimentazione nel quale sono oggi queste strutture, cioè di silenzio verso l’esterno, di fatto, terrorizza i parenti di chi vive all’interno. Per cui io su questo farei veramente un ragionamento e cercherei di dare informazioni molto chiare. Poi ci sono alcune RSA, e ho concluso veramente, Presidente, che sono state già più volte attenzionate dal Consiglio Comunale su come gestivano il proprio personale sottonumerato, sottopagato, con i turni, con il medico di base non sempre presente, sulle quali forse sarebbe importante fare un ragionamento molto più approfondito perché emerge con chiarezza che tutta la gestione del socio-assistenziale e socio-sanitario a suon di minutaggi ha solo impoverito la nostra risposta territoriale verso le persone più fragili e che maggiormente hanno bisogno della nostra attenzione. Grazie. SICARI Francesco (Presidente) Grazie a lei. Adesso ho la Capogruppo Artesio. Prego, ne ha facoltà per cinque minuti. ARTESIO Eleonora Questione delicata e sensibile, è vero, questione sulla quale occorre chiarezza e trasparenza, è vero. E allora non è una questione sulla quale ce la si può cavare con la retorica o con il rimpallo delle responsabilità. Io voglio essere chiarissima su questa vicenda e per farlo parto da un aspetto specifico, che era l’oggetto della mia richiesta di comunicazioni, nonché l’oggetto delle comunicazioni stampa di questi ultimi giorni, il Carlo Alberto, situazione nella quale si sono evidenziati casi di criticità estremi. La Sindaca ha detto: “Le RSA sono preminentemente sanitarie”. È vero, ospitano persone malate, sono una competenza sociosanitaria, altrimenti non si spiegherebbe perché i Servizi Sociali del Comune di Torino partecipino all’Unità di Valutazione Geriatrica che decide se, quando e come inserire le persone malate in RSA. La Sindaca ha altresì detto, tal quale come l’Assessore Caucino della Regione: “I gestori delle RSA sono soggetti privati”. Sì, sono soggetti privati. Nel caso del Carlo Alberto quel soggetto privato è stato individuato dal Comune di Torino con una concessione pluriennale trentennale. Che abbia ottenuto l’accreditamento dalla Regione è vero, che sia stato individuato sulla base di un principio patrimoniale dal Comune di Torino è altrettanto vero. Volete che ricordi quante volte in Commissione Consiliare e in Consiglio Comunale abbiamo sollevato la preoccupazione dell’accudimento, della cura, dell’assistenza al Carlo Alberto? Li ho messi in fila: il 30 e il 31 ottobre del 2017; il 20 agosto del 2018; il 27 gennaio del 2020; il 20 dicembre del 2018; interpellanze e audizioni una dietro l’altra per chiedere garanzie della continuità assistenziale in quel presidio. Rassicurazioni sempre costantemente fornite. Ma veniamo al tema particolare, quando dal 25 marzo il Comune di Torino chiede al Carlo Alberto di gestire la Residenza Assistenziale Assistita del vicino Maria Bricca, spiegando l’impossibilità di garantire la gestione diretta precedente. Nel momento in cui avviene questo trasferimento, siamo al 25 marzo, iniziano le prime preoccupazioni espresse dalle parti sociali. Ovviamente la suddivisione logistica chiara non prevede commistioni, ma mi domando la gestione del personale adibito: come si è travasata la risorsa umana, professionale da un presidio all’altro? Come si sono garantite le distinzioni? Ebbene, alle preoccupazioni espresse dalle parti sociali risponde il Comune di Torino, dicendo: “Insussistenza del rischio. Personale esclusivamente dedicato al Maria Bricca individuato tra gli OSS che avevano prestato servizio precedentemente e che ora lo prestano al Carlo Alberto, mentre al Carlo Alberto saranno sostituite con personale neoassunto”, cioè la decisione del Comune di Torino ha ulteriormente incrementato la fragilità delle dotazioni assistenziali del Carlo Alberto. Sapete di quando è la risposta del Comune di Torino alle preoccupazioni? 16 aprile. Sapete quando sono usciti gli articoli di stampa sulla condizione del Carlo Alberto? 17 aprile. Bene, ora tutti dicono: “Eh, certo, c’è un problema di insufficiente assistenza nelle RSA”. Certo, sarà per quello? Perché ce ne eravamo accorti che il 2 luglio del 2018 abbiamo votato una mozione in cui si chiedeva al Comune di Torino di costituire propri organismi di vigilanza che affiancassero quelli delle ASL, di procedere attraverso protocolli di sicurezza e di tutela dei lavoratori adibiti alla cura e quindi di mettere in discussione con la Regione la DGR 45 sui minutaggi di assistenza che già si rivelavano inadeguati e insufficienti? Sarà per quello? Cosa abbiamo fatto dal 2018? Io sono veramente scandalizzata dal fatto di vedere una situazione di una gravità estrema, di un valore umano e sociale altissimo e drammatico gestita con una logica di competenze istituzionali, che peraltro qui ci sono. Allora la Maggioranza ha detto: “Noi continueremo ad alzare la voce”. Altri colleghi hanno chiesto una Commissione d’inchiesta, ben venga, ben venga, ma non per questo momento, perché per capire che cosa succederà dopo se continueremo ad assistere i nostri anziani con quei minutaggi, una Commissione ci vorrà e allora mi dispiace, dopo i dormitori di cui avevamo denunciato l’acuzie dal 13 marzo e vediamo di… SICARI Francesco (Presidente) La invito a concludere. ARTESIO Eleonora Finisco. Sono di venerdì scorso le conferenze stampa che annunciano le alternative. Dopo le RSA, mi auguro non dopo altre condizioni critiche di situazioni istituzionalizzate, io dico che adesso va fatta chiarezza sulle responsabilità. Ve lo dico con poesia di fronte ad un dramma, ve lo dico con la “Canzone del Maggio” di De André: “Anche se voi vi credete assolti, siete lo stesso coinvolti”. SICARI Francesco (Presidente) La ringrazio. Prego, Capogruppo Tresso, ne ha facoltà per cinque minuti. TRESSO Francesco Sì, grazie, Presidente. Ma, allora, su quello che è la vicenda specifica del Carlo Alberto ha già ben relazionato nell’intervento precedente la Capogruppo Artesio. Io volevo però ancora sottolineare l’attenzione sull’aspetto che in parte alcuni colleghi hanno già evidenziato in precedenza, cioè quella della RSA è una situazione di assoluta gravità che però è complementare ad altre realtà, che in questa fase di emergenza la Città deve preoccuparsi di attenzionare. In questo voglio dire tutti i luoghi dove ci sono le situazioni in cui la convivenza di persone può portare ad aumento del rischio, è ovvio che sono luoghi in cui, soprattutto se poi sono persone che sono più vulnerabili sotto il profilo anche anagrafico, perché sono di maggiore età, sono situazioni che vanno tenute in conto. Allora, è ovvio che non stiamo parlando solo delle RSA, si è già fatto riferimento ai dormitori, a situazioni di accoglienza, pensiamo agli istituti religiosi, pensiamo al carcere, che ad oggi, ed è giusto che lo si dica, il carcere Torino è quello che ha il maggior numero di contagi a livello nazionale, sono quasi 60 i casi accertati. Allora questo ci fa anche capire come ci sia una responsabilità enorme in capo a chi gestisce l’emergenza e ovviamente è in capo all’Unità di Crisi Regionale, però la Città deve riuscire a esprimere con maggiore vigore e maggiore contezza anche della conoscenza di queste situazioni, la necessità di definire dei protocolli che siano adeguati. Mi spiego, proprio prendendo ad esempio l’ultimo caso che citavo, quello del carcere, è evidente agli occhi di tutti che le procedure e i protocolli che vanno applicati in quella realtà sono assolutamente diversi da altri, proprio perché bisogna pensare che non è facile far convivere all’interno di una struttura Covid di quelle mura detenuti che sono in regimi differenti, ci sono regimi in alta sicurezza, ci sono altri detenuti che sono in semilibertà grazie all’articolo 21, allora è ovvio che richiede un’attenzione tutta particolare. Io qui mi riaggancio a un fatto che ho più volte sottolineato, che, ahimè, questo significa avere un piano d’emergenza, avere una mappatura della realtà delle città, della propria città che dà luogo a una buona conoscenza di tutta una serie di situazioni maggiormente vulnerabili e laddove si concentrano persone c’è sempre una maggiore vulnerabilità, questo sia per una epidemia, o per un altro evento che può accadere, ma soprattutto per far fronte a questi eventi epidemici bisogna riuscire anche a caratterizzarli caso per caso per capire quali sono le misure da mettere in essere. Allora, è ovvio che ci vuole una presa di posizione da parte di chi sta gestendo una situazione a livello regionale e sicuramente ci sono state delle carenze enormi, più tardi ci troveremo a discutere un ordine del giorno che io ho presentato proprio perché a fronte di queste carenze si chieda con vigore che la Città possa salvaguardare la salute dei propri abitanti, dei propri cittadini e in questo anche si è fatto più volte riferimento nelle discussioni che ci hanno preceduto, nelle Commissioni Consiliari, alla necessità di trovare delle situazioni di strutture alternative idonee. Però anche su quello mi risulta che gli incontri messi in essere non più tardi di 10 giorni fa tra le Federazioni che consorziano le strutture ricettive, Federalberghi, anziché GTA, non abbiano poi sortito la definizione di protocolli che fossero, diciamo così, funzionali a definire anche da parte dei gestori di strutture alberghiere..., ricordo che i decreti ministeriali non prevedono la chiusura degli alberghi, poi un decreto regionale l’ha previsto, in altre parti d’Italia gli alberghi sono non funzionanti perché poi la gente non si muove in questo periodo, però strutturalmente non sono strutture chiuse. Se ci pensiamo è molto più difficile gestire, secondo criteri di emergenza, un ristorante, che non un albergo, che invece può essere..., anzi, può essere una risorsa in questi casi. È chiaro che però poi tu devi mettere a un tavolo i gestori stessi di quelle strutture per definire dei protocolli che innanzitutto... (audio mancante) ...economica di chiedere quindi a quei gestori di poter mettere a disposizione le loro strutture, ma è anche una questione di definire regole e responsabilità, perché se tu devi far lavorare una struttura devi anche sapere in che perimetro ti muovi. Questo non è stato voluto proprio a quei tavoli dell’Unità di Crisi Regionale e in questo solleciterei che il Comune invece con maggiore forza lo debba proporre, perché quella è una delle soluzioni che proprio vanno ad alleggerire quelle situazioni di concentramento e laddove sia il personale operativo, quindi gli operatori delle RSA, per esempio, ma anche il personale contagiato che ha bisogno di avere delle situazioni di maggiore confinamento, possono essere, come dicevo, queste delle risorse importanti. Certo che tutto va definito con estrema snellezza e velocità all’interno di un protocollo che deve vedere la partecipazione di tutti gli attori. Mi sembra che questo sia assolutamente mancato. Sì, la ringrazio e vado a chiudere. Quindi anch’io mi aspettavo da parte della Sindaca, al di là di una esaustiva valutazione di quella che è la situazione attuale, dire che cosa si sta e cosa si può ancora fare con la struttura regionale per cercare di addivenire a delle soluzioni che concretamente ci diano la possibilità di guardare come andare avanti adesso, insomma. SICARI Francesco (Presidente) La ringrazio. Ho un ultimo intervento del Capogruppo Napoli. Prego, Capogruppo Napoli. NAPOLI Osvaldo Grazie, Presidente. Chiedo scusa al collega Magliano, ma devo dire la verità, come si fa a comunicare l’intervento? Chiedo. Non me lo calcoli nei cinque minuti, ma parlo meno di cinque minuti. Quindi poi dopo me lo direte, via. Chiedo scusa di questo. Guardi, io ho apprezzo sotto un certo aspetto l’intervento del Sindaco, direi estremamente equilibrato e moderato da parte del Sindaco, mentre invece devo dire che ho trovato fuori luogo l’attacco forte, perché piaccia o non piaccia è così, della Capogruppo Sganga nei confronti della Regione. Io credo che, innanzitutto, devo dire alla collega Sganga che non parliamo di task force, ce ne sono già troppe, però, nel caso, lei vada a leggere Conte e il Governo circondato e assediato da uno stuolo di esperti, comitati, task force, Commissioni e se prendiamo l’esempio di questo, dal Governo Centrale, posso garantire che ce n’è per tutti. Vediamo alla televisione costantemente gli esperti da parte governativa a decine e avrei fatto a meno in questo momento di fare questo attacco duro alla Regione, anche perché in questo momento, come tutti noi sappiamo, c’è da parte della Magistratura un controllo ad andare ad indagare su cosa è avvenuto e su come è avvenuto su tutta la questione delle RSA e col dramma che le famiglie hanno subito molto spesso in questo settore. Quindi avrei lasciato da parte l’attacco politico in attesa certamente di chiarezza, che esca fuori la verità. Questo è un consiglio che do, ripeto, penso in termini molto, molto moderati ed equilibrati. Invece aggiungo un’altra cosa che credo estremamente…, e lo dico in modo particolare al Sindaco, quindi su questo io aspetterei che la Magistratura faccia…, Commissioni, ripeto, ce ne sono già troppe, mentre invece io chiedo al Sindaco, che non ha la facoltà in questo, ma è il Sindaco di Torino, quindi ha un peso politico estremamente forte, personalmente trovo francamente assurda, trovo francamente assurda e improponibile sul piano sanitario, ma soprattutto sul piano economico, l’idea di una riapertura per regioni o per macro-aree regionali, un’ipotesi a mio giudizio che fa a pugni col buon senso. Pensiamo, io parlo, io guardo già al dopo ormai, anche se siamo ancora nel dramma in Piemonte, io penso ad un’impresa lombarda, piemontese o veneta che riparte il 4 maggio e che abbiano bisogno di fornitori con imprese che sono in sede in Campania o in Puglia, i cui Governatori decidono il lockdown. Ecco, io invito il Sindaco col suo peso politico, ma lo dico proprio come collaborazione, a mio giudizio a far capire questo, a guardare già lo sviluppo perché la gente effettivamente ormai è stanca e dobbiamo darle una prospettiva. Allora la prospettiva a mio giudizio in questo momento non è la lite fra Comune e Regione, ma è l’unitarietà delle Forze politiche per poi vedere dopo quello che si è sbagliato e le responsabilità anche che ognuno ha preso, penali, non penali, per cattiva amministrazione, lo si vedrà dopo, però io credo che noi dobbiamo vedere già lo sviluppo di quello che potrà essere la nostra città e la nostra regione. Quindi l’invito che io dò oggi su un problema come quello che si è dibattuto e che devo dare atto a tutti che hanno dibattuto con estremo, ripeto, equilibro, mi è dispiaciuto questo passaggio della Sganga, ma ognuno poi politicamente ritiene il proprio comportamento corretto, io non è che lo critico esclusivamente sul piano politico, ma correttamente io credo che noi dobbiamo pensare a questo, pensare certamente al dramma della gente, ai problemi che la gente ha, alla fame che la gente ha, ma nello stesso tempo guardare già davanti e l’invito che io ho fatto al Sindaco su quello che è la prospettiva dopo il 4 maggio, ripeto, al di là delle sue competenze, glielo do per il suo peso politico che ha a livello locale e a livello nazionale. Grazie, Presidente. SICARI Francesco (Presidente) Grazie a lei, Capogruppo Napoli. Non avendo altri Capigruppo segnati per eventuali interventi, do adesso la replica alla Vicesindaca Schellino. Prego. SCHELLINO Sonia (Vicesindaca) Grazie. Buongiorno a tutti. Allora, io vorrei iniziare da qualche commento sulla lezioncina che ci ha fatto la Consigliera Scanderebech. Quando si fanno delle lezioni ci sono due possibilità: o uno è in grado di farle, perché ha studiato, perché ha le competenze per farle, oppure si informa e studia bene. Ci sono degli strumenti per informarsi e studiare, a cominciare ad esempio dal sito internet della Città di Torino, che nella sua pagina dedicata all’Ufficio Vigilanza elenca le autorizzazioni e vigilanza delle strutture socioassistenziali e dispone in quello spazio di tutta la normativa vigente. Se ciò avesse fatto, se avesse studiato, avrebbe capito che la normativa del 2004 che cita è una normativa che per esempio è stata modificata dalla Legge Regionale 29 luglio del 2016 numero 16, che abrogava e modificava in parte quella normativa del 2004. C’è poi una normativa del 2000 e una normativa, quella che citava la Sindaca, del 2012. I testi di legge spesso vanno coordinati. Un testo successivo modifica e a abroga parte di un testo precedente e quindi è opportuno coordinare tutte queste norme e studiarle nel complesso prima di fare lezioni agli altri. Questo avrebbe scoperto, se avesse fatto un’analisi, dicevo, un pochino accurata, che potrà fare andando sul sito della Città di Torino, che la vigilanza nelle RSA non compete al Comune di Torino, non compete ai Comuni. Infatti, la legge 8 novembre 2000 numero 328 spiega quali sono le competenze dello Stato, le competenze delle Regioni, le competenze dei Comuni e ci dice, appunto, che l’autorizzazione, l’accreditamento alla vigilanza delle RSA competono ai Comuni. C’è anche uno schemino molto chiaro in quello spazio del sito internet della Città dove c’è proprio uno schema dove si suddividono le competenze, Enti a cui compete l’autorizzazione e la vigilanza tra Comune, ASL e Regione e per quanto riguarda tutte le tipologie, ad esclusione delle RSA, si dice che, appunto, compete al Comune, mentre i presidi per anziani RSA sono di competenza della ASL, o sono competenza della Regione, la vigilanza, quando sono a gestione diretta dell’ASL, quindi vigilanza ASL o vigilanza regionale quando la gestione è ASL. La Città di Torino non ha nessuna RSA a gestione diretta. Questo lo dico solamente per i toni che sono stati utilizzati, altrimenti io mi rendo conto che è una normativa piuttosto difficile e ben mi guardo dal criticare quello che le persone sanno o non sanno. Io stessa ho un sacco di cose da imparare su questi argomenti. Mi avrete spesso sentita dire nei confronti delle competenze per i suoi trascorsi della Consigliera Artesio che ho molto da imparare da lei, non sempre condividiamo le posizioni, ma la sua esperienza in Comune e come Assessore Regionale mi dà dei grandi punti, ho imparato delle cose ascoltandola. Io ritengo di avere cose da imparare da tutti. Non voglio farla più lunga di tanto, chiudo solo nei confronti della Consigliera Scanderebech invitandola a consultare il sito con le stesse parole che lei ha utilizzato nei confronti della Sindaca: un Consigliere ha il dovere morale di chiedere scusa per non essere informato. Passo invece a dare qualche indicazione per quanto riguarda cosa è accaduto nell’ambito del Bricca. Allora, la struttura Bricca intanto non è una RSA, è una struttura per autosufficienti. Quando si sono manifestati dei casi di Covid il personale era personale che, essendo gestione diretta, era personale della Città, ci siamo resi conto che non avrebbe avuto le caratteristiche per continuare in modo solido la gestione di quelle persone perché si tratta di operatori non più giovani, di operatori che andavano anch’essi tutelati e quindi è stata fatta questa scelta di dare un affidamento in gestione alla stessa cooperativa che gestisce la confinante adiacente struttura del Carlo Alberto, fermo restando che non è stato fatto nessuno spostamento di persone ed è stato chiesto che non ci fosse commistione di operatori. Quindi, trattandosi di una cooperativa grande, una cooperativa che ha una molteplicità di operatori e ha molto personale, abbiamo chiesto se potevano, ovviamente assumendo, facendo tutto quello che era necessario, gestire in sicurezza anche questa struttura per un periodo limitato, perché poi alla fine dell’emergenza la residenza Bricca tornerà ad essere gestita direttamente dalla Città di Torino con i suoi operatori. Per quanto riguarda il fatto che sia stato assunto del personale giovane nel Carlo Alberto perché alcune persone sono andate a lavorare nella struttura del Bricca, allora rendiamoci anche conto che c’è un’apposita DGR regionale, cioè DGR, “R” è ovvio che sia regionale una DGR, che consente alle RSA che avevano una grande difficoltà a trovare personale in questi mesi, in queste settimane, consente di assumere delle OSS che non hanno ancora completato il percorso di formazione, ovviamente la DGR ha dato delle indicazioni, ha dato delle indicazioni di un certo numero di ore di formazione già effettuate, non hanno sicuramente assunto delle persone che avessero fatto solo la parte teorica, insomma, sono state date delle indicazioni da parte della direttiva regionale. Questo è stato fatto da parte dell’Assessorato al Welfare proprio per venire incontro a quelle carenze di personale nelle quali si sono trovate le RSA, sia perché alcune persone erano in mutua, come sappiamo qualcuno ha anche contratto il Covid, eccetera, sia perché, e questo, non svelo un mistero perché è stato detto nell’ambito di parecchie riunioni, avendo il sistema sanitario cominciato in modo importante a cercare personale, e paga un po’ meglio il sistema sanitario di quanto non paghino le RSA, alcune persone se ne sono proprio andate perché hanno applicato... a livello regionale per essere assunte in strutture di tipo medico e quindi le RSA erano veramente in affanno nella ricerca di personale. Con quella DGR, giusta o sbagliata che sia, non mi permetto di giudicarla, però è stata data la possibilità di assumere del personale già abbastanza formato, ma che non aveva ancora conseguito il titolo. Il rischio di convivenza tra persone del Bricca e persone del Carlo Alberto quindi no c’è stato, non ci sono stati spostamenti, l’unica persona che hanno in comune è il Direttore Sanitario, ma, come sapete, un Direttore Sanitario ha compiti di organizzazione, di gestione, non ha attività diretta con gli ospiti. Sono anch’io a confermare le difficoltà di tutte le convivenze, non solo delle RSA, tant’è che noi all’Unità di Crisi abbiamo fatto avere l’elenco puntuale di tutte le situazioni di convivenza nella città di Torino, perché oltre ai dormitori e le RSA, ci sono anche le comunità per disabili, ci sono altre situazioni dove le persone hanno degli spazi in comune, pensate anche ai cohousing, che hanno comunque almeno molto spesso delle cucine in comune, in alcuni cohousing hanno anche lo spazio individuale, ma in alcuni la cucina è comune, magari con più frigoriferi, però era un rischio che abbiamo evidenziato fin dall’inizio quello di tutte le coabitazioni, tant’è che, come diceva la Sindaca nel suo intervento, in un primo momento avevamo l’aspettativa che in tutti questi casi ci fosse la possibilità di far passare la quarantena all’interno delle Caserme o degli spazi che erano stati individuati inizialmente dall’Unità di Crisi, poi abbiamo visto che non sono stati sufficienti, la storia…, col senno di poi sappiamo delle cose in più, ma le abbiamo imparate cammin facendo. Per quanto riguarda l’aumento dei tamponi, attualmente sono stati impiegati anche dei camper. Il report di come sta andando questa attività di tamponi e di rafforzamento delle RSA è ancora in corso e nei prossimi giorni arriverà un report completo. La mappatura è avvenuta, come ha già accennato la Sindaca, con delle convocazioni virtuali, presenti Prefetto, Unità di Crisi, ASL e gli altri Enti che diceva. Ogni RSA indica all’Unità di Crisi cosa gli manca, quali sono le criticità e l’Unità di Crisi dice che cosa può fare, che cosa può mettere a disposizione la cabina di regia. Ad esempio, questa attività con il camper per fare i tamponi è stata concordata proprio all’interno di queste riunioni delle cabine di regia perché le strutture, le direzioni sanitarie delle RSA dicevano che bisognava fare più in fretta di quanto in quel momento stesse annunciando la RSA. Noi abbiamo un monitoraggio anche sulle persone che abbiamo in tutela. Quindi all’interno delle RSA alcune informazioni le ho avute come tutore e ho seguito anche personalmente in alcuni casi, ma perché mi compete, perché è giusto che sia così, soprattutto quando sono accadute delle emergenze durante i weekend, persone che erano in RSA e che sono state prontamente spostate in ospedale, curate, insomma, con il loro decorso. Sulla revisione necessaria della DGR 45 dei problemi di minutaggio, ho sfondato una porta aperta, chiaramente. Lo ritengono le RSA lo ritiene tutto il mondo degli operatori, lo riteniamo tutti, io credo che sia assolutamente necessario che si continui ad insistere sulla revisione di quella DGR, a maggior ragione dopo tutto quello che è successo in questo periodo. Quindi sì, continuiamo a chiederlo grazie anche a tutti quelli che hanno anche un ruolo a livello regionale per farsi portatori anche di questa istanza. Sulla presenza della Città all’interno dell’Unità di Valutazione Geriatrica e in qualche modo anche all’interno delle Unità di Valutazione come presenza, è vero, all’interno delle Unità di Valutazione Geriatrica, come sapete, abbiamo un po’ di voce in capitolo in più, all’interno delle Commissioni di Valutazione, come abbiamo già avuto modo di discutere in alcune Commissioni Consiliari, non c’è un sufficiente coinvolgimento dei Comuni, non del Comune di Torino, in particolare, perché non vengono convocati abbastanza, lo abbiamo detto, segnalato, scritto, detto durante Commissioni Consiliari in presenza dell’ASL, quindi non lo nego certo in questo momento, sarebbe utile un maggior coinvolgimento o, lo dico male, la Regione o si decide a coinvolgerci un po’ di più, oppure decida che non ci vuole coinvolgere del tutto, però questa via di mezzo, dove un po’ ci sei, però poi non hai tutti gli elementi nella Commissione di Valutazione è ambigua ed è assolutamente opportuno che si decidano in un modo o nell’altro. Poi uno può avere delle preferenze su quale sia il modo migliore, però una decisione credo sia quanto mai opportuna. Io credo che ulteriori aggiornamenti, appena questa reportistica sarà completa, sarà in grado di fornirli la Sindaca o li fornirà a me, che avrò cura di passare la documentazione. Io, per quanto riguarda la presenza durante gli incontri della cabina di regia, dove è coinvolta l’ASL Città di Torino o sono presente io, o sono presenti o, oppure anche, almeno due dirigenti della città che seguono direttamente questo tema e quindi cerchiamo di dare la massima presenza, la massima anche possibilità di dare consigli per quanto…, o fare richieste per quanto ci compete, anche in termini di esperienza, non tanto mia, quanto davvero dal punto di vista tecnico della Città, che ha ovviamente una tradizione abbastanza importante sulla tutela delle persone più fragili. Credo che comunque il tema tamponi e il tema rafforzamento del personale sia quello che in questi giorni è bene che vada a regime per superare un po’ questa sofferenza. E poi dal punto di vista della mortalità, io, come ha già anticipato la Sindaca, io sto cercando, stiamo cercando di avere dei dati di confronto a parità di fascia d’età sulle morti in casa, con o senza virus accertato, confrontate con le morti in RSA, perché questo, a parità di fascia d’età, ovviamente, perché questo mi sembrerebbe un elemento interessante per fare qualche ragionamento, che non esime dalla richiesta di controllo, di attenzioni, eccetera, eccetera, però credo che potrebbe essere un elemento ulteriore di riflessione che vada la pena di ottenere. Grazie. SICARI Francesco (Presidente) Grazie a lei, Vicesindaca Schellino. |