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Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 20 Aprile 2020 ore 13,00
Paragrafo n. 18

Comunicazioni della Sindaca su "Situazione sanitaria in merito ai contagi da Covid-19 nelle RSA presenti sul territorio della Città di Torino".
Interventi
SICARI Francesco (Presidente)
Proseguiamo adesso con la trattazione, invece, delle richieste di Comunicazioni che
sono pervenute da più Gruppi e che sono state riunite nella trattazione, che tratterà il
seguente tema: “Situazione sanitaria in merito ai contagi da Covid-19 nelle RSA
presenti sul territorio comunale”.
A questa richiesta di Comunicazioni mi risulta dovrebbe rispondere la Vicesindaca
Schellino.

APPENDINO Chiara (Sindaca)
No, Presidente, risponde la Sindaca.

SICARI Francesco (Presidente)
Perfetto, cambiamo. Prego, Sindaca, per la risposta alle comunicazioni.

APPENDINO Chiara (Sindaca)
Grazie, Presidente. Rispondo io e c’è la Vicesindaca collegata, che probabilmente
ribatterà e integrerà alla luce di eventuali domande. Le richieste di Comunicazioni in
Aula mi permettono di dire anche in questa sede quanto ho già ripetuto più volte a
mezzo stampa, in Consiglio Metropolitano su sollecitazione dei Consiglieri la scorsa
settimana e anche aggiornare il Consiglio Comunale rispetto a quanto comunicato a
quest’Aula circa due settimane fa. Una RSA, Residenza Sanitaria Assistenziale, è una
struttura prevalente a valenza sanitaria per persone non assistibili a domicilio e che
richiedono un livello medio di assistenza sanitaria, medica, infermieristica e
riabilitativa, integrato da un livello alto di assistenza tutelare alberghiera. Le regole di
autorizzazione e funzionamento delle RSA sono contenute nella DGR 30 luglio 2012 45
12129, il nuovo modello integrato di assistenza residenziale e semiresidenziale
sociosanitaria a favore delle persone anziane non autosufficienti. È importante ricordare
a quest’Aula, inoltre, che la Città di Torino non ha RSA a gestione diretta. Tutte le RSA
presenti sul territorio sono gestite da imprese private che hanno ottenuto apposita
autorizzazione dall’ASL. Fin dall’inizio dell’emergenza Covid la Città di Torino
durante le riunioni ha evidenziato le potenziali criticità di tutte le strutture residenziali in
termini di possibile assembramento e conseguente contagio e di questo avevamo anche
già discusso, RSA, dormitori, comunità alloggio, housing sociale. In un primo momento
le indicazioni dell’Unità di Crisi prospettavano in caso di contagio un isolamento delle
persone positive al di fuori del proprio domicilio e per chi fosse inserito in un contesto
comunitario il possibile spostamento in luoghi ad hoc, caserme o simili… Mi sentite?

SICARI Francesco (Presidente)
Sì, è soltanto saltato un attimo. Prego, può riprendere gli ultimi cinque secondi.

APPENDINO Chiara (Sindaca)
In un primo momento le indicazioni dell’Unità di Crisi prospettavano in caso di
contagio un isolamento delle persone positive al di fuori del proprio domicilio e per chi
fosse inserito in un contesto comunitario il possibile spostamento in luoghi ad hoc,
caserme o simili, per il periodo della quarantena. Nella seconda metà di marzo le
direzioni sanitarie di alcune RSA presenti in città hanno iniziato a segnalare alcune
criticità sia all’Unità di Crisi, sia all’ASL e all’Assessorato alla Sanità della Regione. La
Città ha ricevuto copia delle segnalazioni di alcune RSA e ha avuto notizia dello stato di
salute di alcuni ospiti anche in quanto tutori di anziani inseriti in struttura. La Sindaca
sia della Città Metropolitana, che della Città di Torino, così come hanno fatto peraltro
molti altri colleghi Sindaci, ha sin da subito sottolineato le preoccupazioni e le criticità
delle RSA che riguardavano principalmente cinque fattori: la richiesta di tamponi, la
difficoltà a reperire materiale DPI, la necessità di spazi per gestire sintomatici non
tamponati, la gestione di ospiti al rientro all’interno delle strutture in seguito a ricovero
per avere garanzie sull’assenza di contagio, la necessità di personale, personale che
tramite il Sindacato ha sollecitato più volte anche il tema della sicurezza dei lavoratori e
lavoratrici nelle sedi competenti. A fine marzo l’Unità di Crisi ha iniziato un
monitoraggio di tutte le RSA del Piemonte, di concerto con l’Assessore Regionale al
Welfare, le ASL, la Prefettura, la Città Metropolitana e i Comuni presenti in base alle
RSA audite. Sono state così mappate le criticità presenti in ogni struttura. Ai primi di
aprile è stato siglato un Protocollo di Intesa tra Unità di Crisi, Regione, le Prefetture
piemontesi, le Province del Piemonte e la Città Metropolitana di Torino. Dal 3 aprile è
stata istituita presso l’Unità di Crisi Regionale una casella e-mail dedicata alle
segnalazioni di criticità presenti nelle strutture per anziani, disabili e minori.
Il Protocollo contiene le linee guida per il contrasto e il contenimento del Covid negli
ambienti delle Residenze Sanitarie Assistenziali. Il Protocollo che ho firmato come
Sindaca Metropolitana, insieme ai colleghi Presidenti di Provincia, si concentra su
quattro piani di intervento; uno: monitoraggio e mappatura delle situazioni delle RSA.
La Regione Piemonte predisporre un sistema di mappatura messo in atto dall’Unità di
Crisi della Regione Piemonte relativo al monitoraggio continuo delle singole RSA
operanti sul territorio regionale.
Il secondo piano di intervento: le esigenze del personale, che significano sia i tamponi,
sia gli spazi per personale e ospiti. La Regione Piemonte, infatti, come si legge nel
Protocollo, in applicazione delle disposizioni contenute nella DGR del 20 marzo 2020,
indicazioni inerenti la sostituzione del personale nelle strutture residenziali e
semiresidenziali socio-sanitarie e socio-assistenziali per anziani, disabili e minori in
contesto emergenziale della diffusione Covid, favorisce, perché è competenza della
Regione, il reperimento e la temporanea sostituzione del personale socio-sanitario
necessario da parte delle RSA. Sempre per il personale, insieme alle Prefetture del
Piemonte, laddove le strutture residenziali o alberghiere già individuate per
l’accoglienza di personale sanitario o assistenziale fossero insufficienti, concorrono,
anche ricorrendo ai vigenti strumenti normativi, alla verifica di disponibilità di strutture
ricettive situate in prossimità delle Residenze Sanitarie Assistenziali che possono
accogliere il personale sanitario e assistenziale impiegato nelle medesime, al fine di
agevolare la sistemazione dei medesimi e ridurre gli spostamenti motivati dalle esigenze
lavorative, riducendo al contempo i rischi di diffusione del contagio.
Il terzo elemento riguarda il raccordo, cioè la Prefettura di Torino assicura il raccordo
con le competenti autorità regionali in materia sanitaria e di Protezione Civile ed
effettua il coordinamento con le altre Prefetture della Regione anche al fine di
monitorare la situazione delle Residenze Sanitarie Assistenziali in ordine all’emergenza
epidemiologica in atto.
Il quarto elemento riguarda invece la famosa cabina di regia, di cui vi avevo anticipato
due settimane fa e cioè le province piemontesi, al fine di coordinare e monitorare
l’attuazione del presente Protocollo, istituiscono, d’intesa con la Prefettura
territorialmente competente, cabine di regia in cui siano rappresentati tutti gli attori
delle RSA piemontesi, associazioni datoriali, ordini professionali, organizzazioni
sindacali rappresentanti di operatori, associazioni di pazienti e familiari maggiormente
rappresentative, associazioni di rappresentanza degli Enti Locali, nonché un
rappresentante degli Enti gestori e delle ASL di competenza. Come Città Metropolitana
il 6 aprile, quindi come Sindaca Metropolitana, abbiamo ricevuto il primo monitoraggio
su ogni singola RSA del territorio di competenza. Appena ricevuto, tale documento
suddiviso per ASL, è stato inviato a ogni singolo Sindaco. La scorsa settimana abbiamo
quindi provveduto, sempre in attuazione del Protocollo, a convocare la cabina, così
come composta e tra mercoledì e venerdì hanno partecipato in cabina di regia oltre ai
soggetti coinvolti, tra cui i Sindacati, i Direttori delle RSA, Sindaci, anche, così come
sollecitato e peraltro condiviso con i colleghi Sindaci, L’Assessora Caucino e l’Unità di
Crisi, anche se non formalmente previsti all’interno del Protocollo che istituiva la
cabina di regia. Vorrei ringraziare peraltro tutti i Sindaci che hanno partecipato, il
Prefetto e il Vicesindaco Marocco che hanno seguito tutte le riunioni di tutte le cabine
di regia di tutte le ASL che riguardano il territorio metropolitano. Nel corso della cabina
di regia che ha riguardato Torino, avvenuta nella giornata di mercoledì scorso, le
criticità ancora persistenti emerse sono state sostanzialmente due. Seppure sia stato
riconosciuto l’aumento dell’attività dei tamponi, persistevano ancora criticità in senso ai
tamponi, sia sul personale, sia ovviamente sugli ospiti e, secondo punto, emergeva
sempre di più la grandissima difficoltà nella gestione e garanzia del personale
necessario anche a causa dell’effetto dei tamponi, rilevato presenza di contagiati tra il
personale che è stato quindi messo necessariamente in quarantena. Ora andremo avanti
con il lavoro nei seguenti termini: per la giornata di oggi è previsto un incontro ristretto
tra Prefettura e Città Metropolitana per programmare strategie e prosecuzione dei lavori.
Per la prossima settimana sono previsti nuovi incontri con le cabine di regia. Come Città
Metropolitana ho chiesto all’Unità di Crisi un aggiornamento dei prospetti sulla
situazione delle RSA per poter procedere con la programmazione dei prossimi incontri
ove già non sia stato fatto e ovviamente, come già fatto in data 6 aprile, anche questo
nuovo aggiornamento verrà inviato ai Sindaci suddivisi per ASL. Alla luce anche del
dibattito che è emerso, per trasparenza e correttezza proseguo indicando la mortalità che
riguarda la città di Torino nelle RSA, che negli ultimi tre mesi è pari a 102 casi a
febbraio, 199 a marzo e 197 nei primi 18 giorni di aprile. Paragonando i dati a quelli
disponibili per l’anno passato, registriamo per i mesi di marzo e aprile una differenza di
oltre 217 decessi avvenuti presso le RSA, con soli 58 segnalati come positivi al Covid.
Stiamo cercando dei dati comparativi sulla mortalità a casa per persone con la stessa
fascia di età degli ospiti delle RSA, ma è evidente che l’incremento è preoccupante. Ci
tengo, in conclusione, a sottolineare quanto questo tema sia urgente e delicato non solo
per gli ospiti e per i lavoratori delle RSA, non solo per chi amministra in questa difficile
fase, ma per l’intera comunità. A pagare il prezzo più alto della pandemia, infatti, sono
le persone più fragili e più indifese e con esse le loro famiglie. Ho più volte detto che
per diversi motivi il virus non è uguale per tutti e non lo è per chi da un giorno all’altro,
pur dovendo essere maggiormente tutelato in quanto debole, anziano e indifeso, si è
invece trovato di fronte con un virus letale che lo ha costretto a terribili terapie fino a
costargli la vita. Non lo è per medici, infermieri, OSS, operatori sanitari, che da un
giorno all’altro si sono trovati disarmati a combattere contro un nemico che non
conoscevano. Non lo è per le famiglie da un giorno all’altro non hanno più potuto
vedere i loro cari e che in molti casi non potranno rivederli mai più. Per questo motivo
noi continueremo a non risparmiarci un minuto per affrontare questa emergenza e
superarla il più presto possibile. Grazie, Presidente.

SICARI Francesco (Presidente)
Grazie a lei, Sindaca, per le comunicazioni che ha appena dato all’Aula. Adesso
iniziamo con gli interventi dei Consiglieri, ricordando che non è stata concessa durante
la Conferenza dei Capigruppo l’estensione dei tempi, quindi i gruppi potranno
intervenire per un tempo non superiore ai cinque minuti.
Prego, Consigliera Scanderebech.

SCANDEREBECH Federica
Grazie, Presidente. La Regione è il vostro nemico più ancora del virus. Quello che
vorrei capire è il ruolo della nostra Sindaca e dell’Amministrazione Comunale in tutto
questo. La Sindaca ha vigilato con estrema attenzione sulle strutture di sua competenza?
Mi risulta che la vigilanza diretta del Comune sia in ben 193 presidi, ivi compreso il
Maria Bricca, per un totale di circa 2600 ospiti in regime ordinario, che potrebbero
essere molti di più in un regime emergenziale. Infatti, la Legge-quadro parlamentare
328 del 2000 all’articolo 6 demanda ai Comuni l’autorizzazione, la vigilanza e
l’accreditamento delle strutture pubbliche e private, così come poi circoscritto dalla
Legge Regionale 1 dell’8 gennaio 2004 agli articoli 6 e 9, nella quale si esplicita, anche
chiaramente, che il Sindaco è il titolare delle funzioni di tutela sociosanitaria e del
diritto alla salute per i suoi cittadini. In base alla suddetta Legge Regionale 1 del 2004,
qualora il soggetto titolare delle funzioni di vigilanza, il Comune nel caso delle 193
strutture, accerti delle violazioni, impartisce al titolare le prescrizioni necessarie che
devono essere ottemperate entro il termine stabilito. Nel rispetto di ciò, quale vigilanza
è stata svolta dal Comune da subito, dal 31 gennaio, data in cui il Governo ha dichiarato
lo stato di emergenza sanitaria ad oggi? L’Amministrazione In quanti presidi ha
verificato le condizioni per la non diffusione del virus dal 31 gennaio in maniera
preventiva? La funzione di vigilanza è normata dall’articolo 26 della Legge Regionale 1
del 2004, consiste nella verifica e nel controllo dei requisiti strutturali, gestionali e
organizzativi, quindi norme di sicurezza, organizzazione degli spazi privati e collettivi,
numero e tipologia degli ospiti, servizi forniti, organizzazione dell’attività, orario visite,
rapporti con famiglie degli ospiti, numero e qualifiche del personale necessario,
prevenzione di infezioni e parassitosi, sanificazione, igiene e pulizia dell’ambiente,
degli ospiti e degli strumenti utilizzati. L’attività di vigilanza si estrinseca in particolare
attraverso l’effettuazione di visite ispettive ai presidi da parte di una Commissione di
Vigilanza appositamente costituita, che può acquisire i protocolli operativi negli ambiti
poc’anzi citati. Lei, Sindaca, e la sua Giunta quante verifiche avete acquisito dal 31
gennaio ad oggi? Avvalendomi dell’articolo 73 del Regolamento del Consiglio
Comunale mi farò promotrice della costituzione di una Commissione di Indagine
Consiliare volta all’accertamento di fatti e comportamenti all’acquisizione di atti e
provvedimenti. Reputo indispensabile fare chiarezza fino in fondo con tutti i mezzi a
disposizione di controllo politico e amministrativo che un Consigliere Comunale ha a
disposizione. Non è ancora il momento di cercare le responsabilità, arriverà quella fase.
Ora responsabilmente è il momento di stringersi attorno ai problemi e affrontarli,
garantendo la salute di tutti gli ospiti nelle strutture torinesi. Se lei, Sindaca, anche solo
in minima parte non ha assolto le sue funzioni di vigilanza che precedentemente ho
citato, ha il dovere morale di chiedere scusa a tutti i cittadini e soprattutto di provvedere
da subito a garantire la salute delle tante persone ancora presenti nei presidi. Sono
stanca dell’inadeguatezza di questa Amministrazione, che neanche in questa situazione
riesce ad operare puntualmente. Anche per le mascherine, altri Sindaci hanno emanato
ordinanze e le hanno distribuite a tutti i concittadini. Se un Sindaco non è in grado di
garantire un minimo di sicurezza alla sua comunità, francamente mi domando perché
esista.

SICARI Francesco (Presidente)
Perfetto. Adesso può intervenire il Consigliere Curatella, sempre per il Gruppo Misto, al
quale sono rimasti 50 secondi. Prego.

CURATELLA Cataldo
Grazie, Presidente. Io ho una domanda molto specifica, mi risulta che i primi casi
positivi sono avvenuti alla RSA Bricca, si decide di chiudere l’RSA Bricca e mi chiedo:
lo spostamento dei pazienti dalla RSA Bricca alla RSA Carlo Alberto per richiesta di
chi è avvenuta? È stata fatta una verifica di positività mediante tampone ai pazienti che
sono stati spostati dalla RSA Bricca alla Carlo Alberto? Perché subito dopo emergono
dei casi di positività alla Carlo Alberto. Quindi mi chiedo, essendo tutto a livello
comunale, chi ha fatto queste richieste di spostamento? Perché subito dopo l’avvio dello
spostamento emergono dei casi di positività. Nell’effettuare lo spostamento sono stati
separati i pazienti arrivati dalla RSA Bricca rispetto a pazienti e operatori della Carlo
Alberto? Queste sono le domande che io mi faccio. Grazie.

SICARI Francesco (Presidente)
Grazie a lei. Proseguiamo adesso con l’intervento della Capogruppo Sganga. Prego, ne
ha facoltà per cinque minuti.

SGANGA Valentina
Grazie, Presidente. A oltre 40 giorni dall’inizio della quarantena e due mesi dai primi
casi di Coronavirus in Italia la Sanità della Regione Piemonte non è stata in grado di
dare i numeri certificati su quante persone sono morte, quante sono state contagiate
nelle RSA e nelle case di riposo del nostro territorio. Da settimane i Sindacati che
tutelano i diritti del personale sanitario, i familiari degli ospiti e i giornali lanciano
l’allarme su quanto sta accadendo nelle strutture, alcune operative, appunto, a Torino.
Chiedono informazioni certe, sicurezza per chi lavora e per chi ci vive, ma soprattutto
chiedono verità e chiarezza su quanto accaduto finora. Abbiamo chiesto come Gruppo
di Maggioranza queste comunicazioni perché per fortuna la Sindaca Appendino è stata
incaricata dalla Prefettura di partecipare agli incontri con le Direzioni Sanitarie delle
strutture, in quanto Sindaca della Città Metropolitana. Queste comunicazioni cercano di
mettere un punto fermo almeno su quanto sta accadendo a Torino, ma sarebbe
necessario che lo stesso venisse fatto in tutta la regione, perché non basta dire che il
60% dei contagi da Covid-19 di questi giorni è nelle RSA, non basta dire, come ha fatto
l’Assessore alla Sanità Luigi Icardi, che la delibera che autorizzava il trasferimento di
pazienti positivi nelle strutture è un falso problema, perché praticamente non è stata mai
applicata, come non basta dire che l’Unità di Crisi sta lavorando tantissimo e ha fatto
tutto il possibile. Ci sono momenti dove il possibile non basta e sono i momenti in cui la
politica dovrebbe caricarsi delle proprie responsabilità e non scaricarle sui tecnici, come
invece vuole fare Cirio, creando, con due mesi di ritardo, due mesi dove hanno regnato
presunzione e scuse, l’ennesima task force. Ecco, gli errori sui protocolli di sicurezza ci
sono stati perché sennò non ci troveremmo con quella sovramortalità di cui parlano i
giornali e che ha anche, meno male, dichiarato la Sindaca nel suo intervento e non ci
troveremmo con il numero di morti positivi comparsi poi magicamente quando si fanno
i tamponi nelle RSA in continua crescita. Allora quelli che abbiamo sentito poc’anzi su
Torino, ma è presumibile che sia così su tutta la regione, sono i dati di una strage, una
strage non silenziosa, ma certamente taciuta e non taciuta da questa Amministrazione,
ma dal livello sovraordinato al nostro. E questo quale che sia la ragione non è
accettabile. Allora ci chiediamo perché nessuno si sia preoccupato
dell’Amministrazione Regionale di verificare di persona quanto stava accadendo perché
non si sono isolati dai reparti i Covid-19 positivi, perché non ci si è preoccupati di
tutelare i lavoratori per cui mancavano pure i dispositivi di protezione. Non so se sono
domande che troveranno una risposta a breve, ma da oggi noi, come Gruppo di
Maggioranza in Consiglio Comunale, inizieremo a farle e non smetteremo finché non ne
avremo più una. Grazie.

SICARI Francesco (Presidente)
Grazie a lei, Capogruppo Sganga. Solo un attimo. Adesso interviene per cinque minuti
la Consigliera Tisi. Prego, ne ha facoltà. Consigliera Tisi.

TISI Elide
Mi sentite?

SICARI Francesco (Presidente)
Ora la sentiamo, prego.

TISI Elide
Perfetto. Grazie, Presidente. Io speravo sinceramente che nell’illustrazione, nella
relazione della Sindaca ci venissero forniti ulteriori elementi oltre a quelli estremamente
preoccupanti che ci sono stati dati sull’andamento della mortalità negli ultimi tre mesi.
Dicevo ulteriori elementi più specifici nel merito di quanto è stato definito anche
all’interno del Protocollo di Intesa a cui faceva riferimento che riguardano proprio il
monitoraggio e l’intervento di merito su quella che è la conoscenza dei dati proprio
delle strutture residenziali. E vorrei fare riferimento..., è vero che oggi la richiesta di
comunicazioni faceva riferimento in modo specifico al tema delle RSA, ma come già
abbiamo precisato anche in un precedente Consiglio, nel quale la Sindaca era venuta a
riferire, appunto, della situazione Covid nella nostra città, le RSA sono sicuramente uno
degli elementi di maggiore preoccupazione, ma non sono l’unico. Io vorrei ricordare che
nella nostra città, oltre alle RSA, ci sono le Residenze Assistenziali, le cosiddette RA, ci
sono dei posti CAVS, c’è ad esempio la struttura di via Valgioie, che vede varie
tipologie di accoglienza contemporaneamente presenti, tra queste anche il Bricca che è
stato citato. Perché dico questo? Perché complessivamente registriamo che laddove c’è
una condizione di convivenza, di vita comunitaria, e ancor più laddove questa vita
comunitaria vede presenti persone con delle fragilità sanitarie, i rischi sono
estremamente alti. A Torino sono oltre 50 i presidi che hanno queste caratteristiche, ma
a questi bisogna aggiungere gli oltre 70 presidi che vedono invece, con caratteristiche
diverse, l’accoglienza di persone disabili. Allora, perché dico questo? Il Protocollo parla
di RSA, ma non solo di RSA. Allora io mi aspetto dalla nostra Città che ci sia una
richiesta forte e chiara di un monitoraggio su tutto l’insieme di queste strutture perché
rappresentano tutte un elemento di criticità e di fragilità a un’esposizione particolare al
rischio Covid. Finora, appunto, i dati che ci sono stati restituiti sono più delle buone
intenzioni perché i tamponi fatti sono ancora troppo pochi e vorrei sapere dalla Sindaca
se le risulta che ci siano, come risulta a me, delle richieste, da parte di strutture, di
tamponi che non sono state evase, che ancora stanno aspettando, sia per gli ospiti, che
per il personale. Io credo che la Città in questo possa giocare un ruolo davvero molto
importante, tanto più che la Sindaca, anche nella sua funzione di Sindaca Metropolitana,
il Protocollo nel quale i vari attori, l’Unità di Crisi e la Regione Piemonte su questo si
impegnano, l’ha sottoscritto e dunque credo possa davvero chiedere conto. Sono nostri
cittadini, sono i nostri cittadini più fragili, sono quei cittadini verso i quali sempre tutti
abbiamo espresso la nostra solidarietà, la nostra grande attenzione, il desiderio di
mantenere delle reti di protezione forte. Ecco, questo è davvero il momento di andare
oltre le dichiarazioni e di fare in modo che questa protezione, prima di tutto la
protezione della salute, sia effettivamente praticata. Quindi io credo che ci sia la
necessità, insomma, di chiedere che davvero queste azioni di monitoraggio, che ancora
non mi pare siano state pienamente realizzate, vengano svolte e vengano svolte in tempi
molto rapidi. All’interno del Protocollo ci sono impegni molto precisi che riguardano ad
esempio anche la tutela del personale, la possibilità di allocare in strutture alberghiere il
personale e vorrei sapere quante di queste persone hanno avuto questa possibilità di
poter avere un luogo dove essere accolti senza mettere a rischio anche le loro famiglie.
Ma c’è anche un impegno molto preciso che riguarda il favorire la possibilità di
individuare del personale proprio per quelle strutture, che per motivi diversi ne sono
state provviste o ridimensionate. Ecco, io su questi punti chiedo alla Sindaca di riferire
in Consiglio perché questi sono gli elementi che a noi necessitano per poter valutare, e
concludo, Presidente, se davvero questa attenzione che viene dichiarata è effettivamente
praticata. Grazie.

SICARI Francesco (Presidente)
Grazie a lei. Proseguiamo adesso con l’intervento del Capogruppo Petrarulo. Prego, ne
ha facoltà per cinque minuti.

PETRARULO Raffaele
Grazie, Presidente. Mah, qui il tema è molto, molto, molto, molto importante in questo
senso, perché, mentre sulla sicurezza, io come ho detto anche e lei lo sa meglio di me, la
Sindaca riveste quindi il ruolo di Assessora alla Sicurezza di concerto con il Prefetto e
via, quindi ha una sua possibilità di poter agire in prima persona, perché la Sindaca, così
come i mezzi pubblici, può ordinare quella che... (audio mancante). Sulle RSA invece
ho qualche dubbio, in questo senso. Le Leggi sono state ben snocciolate, le so anch’io,
non così perfettamente, ma so benissimo cosa fa uno e cosa fa un altro, ma nel Dedalo
delle varie leggi, alla fine poi cosa succede? Che quando ci sono troppe persone che
devono vigilare, fare, controllare, vedere, alla fin fine chi è che ha subito il vero danno?
Sono stati questi poveri anziani che nelle RSA, naturalmente, sono stati quelli che
hanno fatto, scusate il termine, la mattanza, molti sono mancati proprio perché
contagiati, quindi l’hanno detto e l’hanno sancito. Però non si può non andare a fare un
discorso di questo tipo se non si va poi a inquadrare anche il discorso di cosa è
successo, di cosa sta avvenendo, perché quello che la Sindaca…, e poi lo vorrò sapere
bene questo qui, vorrei capire questo: La Sindaca quindi è a conoscenza che sono stati
richiesti nelle RSA i tamponi o quelle benedette mail che vengono mandate dai medici
curanti al SIMI, perché vogliamo parlare anche di questo? Perché è da parlare in questo
senso, ci mancherebbe. Cioè io ho un caso proprio classico, che questo potrebbe essere
traslato su quello che è successo per capire se questo caso classico è il caso che poi va a
controllare quello che è l’RSA. Possibile che un medico curante, e quindi anche nelle
RSA ci sono i medici curanti, mandano una, due, tre mail di sollecito per fare un
controllo, io parlo di una persona di 48 anni che aveva tutti i sintomi del Covid e poi
nessuno è andato a farlo? È successo questo caso specifico che sto dicendo anche nelle
RSA e in quanti casi sono successe le segnalazioni? E quante sono state poi quelle non
evase? Perché se è successo a questa persona di 48 anni, che, per fortuna, oggi posso
dire, la conosco, è sana e salva, è riuscita a fare il tampone andando in Pronto Soccorso
dalla malattia del 13, del 16 di marzo, l’ha fatta prima di Pasqua, voi pensate quindi la
fortuna che ha avuto. Ma pensate a quelli che hanno 65, 70, 75 80, 85, 90 anni che
hanno fatto le segnalazioni, che arrivano dei personaggi all’interno di queste RSA che
sono asintomatici, portatori sani, che ne sappiamo. Di sicuro qualcosa è successo di
questo tipo. Su questo bisogna fare una Commissione e lì mi trova perfettamente
concorde la Consigliera Scanderebech, una Commissione Comunale a 360 gradi, non
solamente dei diritti di uno e non faccio l’avvocato della Sindaca Appendino, perché
quando c’è da criticarla, bisogna criticarla, ma quando c’è da dire qualcosa, bisogna
anche dirlo, non è la sola responsabile, perché su questo bisogna andare a fondo e
bisogna fare una cosa, è una premessa che dovevo fare prima e ringraziamo di avere dei
sanitari che sono eccezionali, dei medici che hanno rischiato e poi sono morti,
infermieri, OSS, che nonostante tutto sono andati, molti potevano mettersi in malattia e
quindi il danno era ancora maggiore di questo, cioè ringraziamo loro, ma non possiamo
ringraziare tutti, non possiamo dire: “Va tutto bene”. Oggi noi siamo al 20 aprile e
mancano ancora le mascherine, per poter obbligare la gente a mettere le mascherine,
scusatemi il termine, sui mezzi pubblici, all’interno... (incomprensibile) ...obbligatorie
in modo che non ci siano i contagi, okay? E questo è un altro dato che va messo anche
nei dormitori, nelle RSA, tutti parlano di tante cose, ma poi alla fin fine tutte queste
cose come sono state strutturate? Ognuno ha delle responsabilità, ognuno deve avere
delle responsabilità. Non è possibile che tutti quanti si vada avanti così, si mandano le
e-mail e si perdono le e-mail, ma stiamo scherzando? E se questa persona, che io
conosco e ho la testimonianza, e mi vengono a chiedere chi è, e ne parleremo anche
nella sede opportuna, non avesse avuto la fortuna di poter guarire da sola in casa, cosa
succedeva? Doveva andare al Pronto Soccorso per sapere che era negativa dopo oltre 40
giorni? E allora questo… che è successo nelle RSA? Che è successo in questi frangenti?
Non si può sottacere, che ci sia questa Commissione. Naturalmente ne farò parte di
questa Commissione, ma non per andare ad accusare medici, infermieri e OSS, che
hanno perso molti di loro e hanno dato il massimo, ma per capire e per far capire,
naturalmente dopo, perché siamo ancora in piena pandemia, Torino è la quarta città
d’Italia per contagi, dopo Milano, Bergamo e Brescia, ma stiamo scherzando? Con tutto
quello che abbiamo fatto? E per forza che poi si trasla sulle RSA, si trasla sulla vita, si
trasla sui mezzi pubblici, si trasla su tutto, ma se ognuno di questi che hanno il potere di
ordinare e fare, dalla scala più alta, dal Presidente della Regione, dal Sindaco, da
chicchessia, dagli Assessori...

SICARI Francesco (Presidente)
La invito a concludere.

PETRARULO Raffaele
Chiudo. Se ognuno di questi poi dopo alla fine c’è il gioco delle tre carte, perché se
mancano i tamponi non so se quello è positivo e se non è positivo non posso isolarlo,
quindi veniamo a capire questo perché chi ha perso queste persone e ha perso delle
persone care, perché l’anziano non è da buttare via, non è da fare, deve avere risposte e
le risposte non possono essere: “È successo”, le risposte hanno nomi, cognomi e
indirizzi. Il caso che ho fatto prima di questa persona che manda, il medico curante, due
mail, due solleciti e-mail al SIMI e nessuno va a vedere se questa aveva il Covid, era
morta o era viva, è un caso importante e chiudo, grazie. Più di così, che devo dire?

SICARI Francesco (Presidente)
La ringrazio. Proseguiamo adesso. Prego, Capogruppo Magliano, ha cinque minuti.

MAGLIANO Silvio
Sì, grazie Presidente. Ma io ringrazio la Sindaca dell’illustrazione, è evidente che
stiamo parlando di una materia che in questo momento rappresenta una ferita aperta per
tanti, per molti, soprattutto per i parenti di queste nonne, di questi nonni, ma anche una
grande farla del nostro sistema. Io attendo poi nella replica della Vicesindaca Schellino
magari una risposta anche alle domande fatte inizialmente dalla Consigliera
Scanderebech su come, quanto e in che modalità la Città doveva, poteva vigilare
insieme agli altri soggetti, evidentemente le ASL, innanzitutto, su quello che stava
capitando all’interno delle nostre RSA. L’unica cosa che rimane ancora assolutamente
incerta, nonostante questo Protocollo... è stato sbandierato come un grande
rafforzamento, lo dico anche da parte della Regione, grande rafforzamento delle regole
di ingaggio sulle RSA, Protocollo tardivo, evidentemente, perché il lavoro che è stato
fatto con le ASL è un lavoro che viene fatto, di fatto, un mese e mezzo dopo l’inizio
della pandemia, per cui ci si è accorti dopo un mese e mezzo che stavano iniziando a
morire pazienti. Tra l’altro poi bisognerà capire evidentemente come vengono
certificate queste morti, perché a me giungono notizie non nella nostra città, ma in altre
strutture, di pazienti che non sono morti di Covid, ma certificati come Covid e una volta
che si certifica il fatto che in una RSA in alcuni casi ci fossero stati dei casi di Covid, a
quel punto li abbiamo trattati tutti così? Non sono stati considerati come Covid? Questo
lo dico anche rispetto a quello che fondamentalmente accade sulla gestione poi dei
morti, evidentemente, perché, come sapete, la gestione funebre rispetto al tema Covid è
una gestione per cui i parenti non riescono più a vedere assolutamente nulla, né
tantomeno poter accompagnare il proprio caro nell’ultimo passo. La cosa che però
emerge con chiarezza, sulla quale mi auguro che magari nella replica si dia conto, è il
cronoprogramma, perché io tutte le volte sento in Regione parlare di cronoprogramma
in via di sviluppo. Ecco, il cronoprogramma non è in via di sviluppo, il
cronoprogramma è un cronoprogramma. Quindi a me piacerebbe sapere nella replica
esattamente quando, in che termini e come verranno fatti i tamponi o il test sierologico
in tutte le RSA, pazienti e operatori, cioè sapere quando avremo la mappatura totale di
queste strutture. Questa è una informazione fondamentale. Come mi piacerebbe sapere,
e questo è un altro elemento fondamentale, lo stesso tipo di cronoprogramma per le
strutture che accolgono persone con disabilità, perché sapete benissimo che sia nelle
RSA, che nelle strutture che accolgono persone con disabilità e la disabilità magari non
è motoria, ma è una disabilità intellettiva, nel caso risultassero positivi, cosa che
dobbiamo scongiurare a tutti gli effetti, trattare quel tipo di paziente, soprattutto chi ha
disturbi psichici, psichiatrici...

NAPOLI Osvaldo
Presidente, quando vuole, parlo anch’io, Osvaldo Napoli.

MAGLIANO Silvio
Sì, anche scrivendo in chat ci si può prenotare. Buongiorno, Osvaldo. Detto questo,
riprendo filo del discorso, queste persone, se risultate positive e non asintomatiche, poi
riuscire a somministrare loro l’ossigenoterapia, piuttosto che utilizzare un casco di
ventilazione diventa complessissimo, perché sono persone che fanno una enorme
difficoltà al contatto e agli ambienti chiusi. Per cui è per questo che io mi auguro che in
questo dibattito, come è stato richiesto più volte sia da rappresentanti delle famiglie di
persone con disabilità, sia dagli operatori, cioè sapere quando verranno fatti i tamponi
nelle RSA, quando verranno fatti i tamponi nelle strutture che accolgono persone con
disabilità, perché solo questo dato ci permette di tranquillizzare le famiglie e i parenti e
io su questo non sono ancora riuscito a capire esattamente questo percorso come
avverrà, quando verrà realizzato. Per cui, e vado alla conclusione, ormai le Commissioni
di Inchiesta si sprecano e istituzione che vai, Commissione che vuole essere creata. In
questo momento non abbiamo bisogno di Commissioni d’Inchiesta, abbiamo bisogno di
fare di tutto affinché questo virus venga debellato e si possa tornare alla normalità.
Dopo cercheremo le responsabilità, ma in questa fase dobbiamo lavorare il più possibile
insieme. Però questo cronoprogramma, io penso che la Città…, sulle strutture che
risiedono in essa, sia RSA che strutture che accolgono personale con disabilità, noi
dobbiamo consegnarlo ai cittadini e mi auguro che nella replica venga detto con
chiarezza, in modo tale da dare una risposta molto forte, perché il livello di
compartimentazione nel quale sono oggi queste strutture, cioè di silenzio verso
l’esterno, di fatto, terrorizza i parenti di chi vive all’interno. Per cui io su questo farei
veramente un ragionamento e cercherei di dare informazioni molto chiare. Poi ci sono
alcune RSA, e ho concluso veramente, Presidente, che sono state già più volte
attenzionate dal Consiglio Comunale su come gestivano il proprio personale
sottonumerato, sottopagato, con i turni, con il medico di base non sempre presente, sulle
quali forse sarebbe importante fare un ragionamento molto più approfondito perché
emerge con chiarezza che tutta la gestione del socio-assistenziale e socio-sanitario a
suon di minutaggi ha solo impoverito la nostra risposta territoriale verso le persone più
fragili e che maggiormente hanno bisogno della nostra attenzione. Grazie.

SICARI Francesco (Presidente)
Grazie a lei. Adesso ho la Capogruppo Artesio. Prego, ne ha facoltà per cinque minuti.

ARTESIO Eleonora
Questione delicata e sensibile, è vero, questione sulla quale occorre chiarezza e
trasparenza, è vero. E allora non è una questione sulla quale ce la si può cavare con la
retorica o con il rimpallo delle responsabilità. Io voglio essere chiarissima su questa
vicenda e per farlo parto da un aspetto specifico, che era l’oggetto della mia richiesta di
comunicazioni, nonché l’oggetto delle comunicazioni stampa di questi ultimi giorni, il
Carlo Alberto, situazione nella quale si sono evidenziati casi di criticità estremi. La
Sindaca ha detto: “Le RSA sono preminentemente sanitarie”. È vero, ospitano persone
malate, sono una competenza sociosanitaria, altrimenti non si spiegherebbe perché i
Servizi Sociali del Comune di Torino partecipino all’Unità di Valutazione Geriatrica
che decide se, quando e come inserire le persone malate in RSA. La Sindaca ha altresì
detto, tal quale come l’Assessore Caucino della Regione: “I gestori delle RSA sono
soggetti privati”. Sì, sono soggetti privati. Nel caso del Carlo Alberto quel soggetto
privato è stato individuato dal Comune di Torino con una concessione pluriennale
trentennale. Che abbia ottenuto l’accreditamento dalla Regione è vero, che sia stato
individuato sulla base di un principio patrimoniale dal Comune di Torino è altrettanto
vero. Volete che ricordi quante volte in Commissione Consiliare e in Consiglio
Comunale abbiamo sollevato la preoccupazione dell’accudimento, della cura,
dell’assistenza al Carlo Alberto? Li ho messi in fila: il 30 e il 31 ottobre del 2017; il 20
agosto del 2018; il 27 gennaio del 2020; il 20 dicembre del 2018; interpellanze e
audizioni una dietro l’altra per chiedere garanzie della continuità assistenziale in quel
presidio. Rassicurazioni sempre costantemente fornite. Ma veniamo al tema particolare,
quando dal 25 marzo il Comune di Torino chiede al Carlo Alberto di gestire la
Residenza Assistenziale Assistita del vicino Maria Bricca, spiegando l’impossibilità di
garantire la gestione diretta precedente. Nel momento in cui avviene questo
trasferimento, siamo al 25 marzo, iniziano le prime preoccupazioni espresse dalle parti
sociali. Ovviamente la suddivisione logistica chiara non prevede commistioni, ma mi
domando la gestione del personale adibito: come si è travasata la risorsa umana,
professionale da un presidio all’altro? Come si sono garantite le distinzioni? Ebbene,
alle preoccupazioni espresse dalle parti sociali risponde il Comune di Torino, dicendo:
“Insussistenza del rischio. Personale esclusivamente dedicato al Maria Bricca
individuato tra gli OSS che avevano prestato servizio precedentemente e che ora lo
prestano al Carlo Alberto, mentre al Carlo Alberto saranno sostituite con personale
neoassunto”, cioè la decisione del Comune di Torino ha ulteriormente incrementato la
fragilità delle dotazioni assistenziali del Carlo Alberto. Sapete di quando è la risposta
del Comune di Torino alle preoccupazioni? 16 aprile. Sapete quando sono usciti gli
articoli di stampa sulla condizione del Carlo Alberto? 17 aprile. Bene, ora tutti dicono:
“Eh, certo, c’è un problema di insufficiente assistenza nelle RSA”. Certo, sarà per
quello? Perché ce ne eravamo accorti che il 2 luglio del 2018 abbiamo votato una
mozione in cui si chiedeva al Comune di Torino di costituire propri organismi di
vigilanza che affiancassero quelli delle ASL, di procedere attraverso protocolli di
sicurezza e di tutela dei lavoratori adibiti alla cura e quindi di mettere in discussione con
la Regione la DGR 45 sui minutaggi di assistenza che già si rivelavano inadeguati e
insufficienti? Sarà per quello? Cosa abbiamo fatto dal 2018? Io sono veramente
scandalizzata dal fatto di vedere una situazione di una gravità estrema, di un valore
umano e sociale altissimo e drammatico gestita con una logica di competenze
istituzionali, che peraltro qui ci sono. Allora la Maggioranza ha detto: “Noi
continueremo ad alzare la voce”. Altri colleghi hanno chiesto una Commissione
d’inchiesta, ben venga, ben venga, ma non per questo momento, perché per capire che
cosa succederà dopo se continueremo ad assistere i nostri anziani con quei minutaggi,
una Commissione ci vorrà e allora mi dispiace, dopo i dormitori di cui avevamo
denunciato l’acuzie dal 13 marzo e vediamo di…

SICARI Francesco (Presidente)
La invito a concludere.

ARTESIO Eleonora
Finisco. Sono di venerdì scorso le conferenze stampa che annunciano le alternative.
Dopo le RSA, mi auguro non dopo altre condizioni critiche di situazioni
istituzionalizzate, io dico che adesso va fatta chiarezza sulle responsabilità. Ve lo dico
con poesia di fronte ad un dramma, ve lo dico con la “Canzone del Maggio” di De
André: “Anche se voi vi credete assolti, siete lo stesso coinvolti”.

SICARI Francesco (Presidente)
La ringrazio. Prego, Capogruppo Tresso, ne ha facoltà per cinque minuti.

TRESSO Francesco
Sì, grazie, Presidente. Ma, allora, su quello che è la vicenda specifica del Carlo Alberto
ha già ben relazionato nell’intervento precedente la Capogruppo Artesio. Io volevo però
ancora sottolineare l’attenzione sull’aspetto che in parte alcuni colleghi hanno già
evidenziato in precedenza, cioè quella della RSA è una situazione di assoluta gravità
che però è complementare ad altre realtà, che in questa fase di emergenza la Città deve
preoccuparsi di attenzionare. In questo voglio dire tutti i luoghi dove ci sono le
situazioni in cui la convivenza di persone può portare ad aumento del rischio, è ovvio
che sono luoghi in cui, soprattutto se poi sono persone che sono più vulnerabili sotto il
profilo anche anagrafico, perché sono di maggiore età, sono situazioni che vanno tenute
in conto. Allora, è ovvio che non stiamo parlando solo delle RSA, si è già fatto
riferimento ai dormitori, a situazioni di accoglienza, pensiamo agli istituti religiosi,
pensiamo al carcere, che ad oggi, ed è giusto che lo si dica, il carcere Torino è quello
che ha il maggior numero di contagi a livello nazionale, sono quasi 60 i casi accertati.
Allora questo ci fa anche capire come ci sia una responsabilità enorme in capo a chi
gestisce l’emergenza e ovviamente è in capo all’Unità di Crisi Regionale, però la Città
deve riuscire a esprimere con maggiore vigore e maggiore contezza anche della
conoscenza di queste situazioni, la necessità di definire dei protocolli che siano
adeguati. Mi spiego, proprio prendendo ad esempio l’ultimo caso che citavo, quello del
carcere, è evidente agli occhi di tutti che le procedure e i protocolli che vanno applicati
in quella realtà sono assolutamente diversi da altri, proprio perché bisogna pensare che
non è facile far convivere all’interno di una struttura Covid di quelle mura detenuti che
sono in regimi differenti, ci sono regimi in alta sicurezza, ci sono altri detenuti che sono
in semilibertà grazie all’articolo 21, allora è ovvio che richiede un’attenzione tutta
particolare. Io qui mi riaggancio a un fatto che ho più volte sottolineato, che, ahimè,
questo significa avere un piano d’emergenza, avere una mappatura della realtà delle
città, della propria città che dà luogo a una buona conoscenza di tutta una serie di
situazioni maggiormente vulnerabili e laddove si concentrano persone c’è sempre una
maggiore vulnerabilità, questo sia per una epidemia, o per un altro evento che può
accadere, ma soprattutto per far fronte a questi eventi epidemici bisogna riuscire anche a
caratterizzarli caso per caso per capire quali sono le misure da mettere in essere. Allora,
è ovvio che ci vuole una presa di posizione da parte di chi sta gestendo una situazione a
livello regionale e sicuramente ci sono state delle carenze enormi, più tardi ci troveremo
a discutere un ordine del giorno che io ho presentato proprio perché a fronte di queste
carenze si chieda con vigore che la Città possa salvaguardare la salute dei propri
abitanti, dei propri cittadini e in questo anche si è fatto più volte riferimento nelle
discussioni che ci hanno preceduto, nelle Commissioni Consiliari, alla necessità di
trovare delle situazioni di strutture alternative idonee. Però anche su quello mi risulta
che gli incontri messi in essere non più tardi di 10 giorni fa tra le Federazioni che
consorziano le strutture ricettive, Federalberghi, anziché GTA, non abbiano poi sortito
la definizione di protocolli che fossero, diciamo così, funzionali a definire anche da
parte dei gestori di strutture alberghiere..., ricordo che i decreti ministeriali non
prevedono la chiusura degli alberghi, poi un decreto regionale l’ha previsto, in altre
parti d’Italia gli alberghi sono non funzionanti perché poi la gente non si muove in
questo periodo, però strutturalmente non sono strutture chiuse. Se ci pensiamo è molto
più difficile gestire, secondo criteri di emergenza, un ristorante, che non un albergo, che
invece può essere..., anzi, può essere una risorsa in questi casi. È chiaro che però poi tu
devi mettere a un tavolo i gestori stessi di quelle strutture per definire dei protocolli che
innanzitutto... (audio mancante) ...economica di chiedere quindi a quei gestori di poter
mettere a disposizione le loro strutture, ma è anche una questione di definire regole e
responsabilità, perché se tu devi far lavorare una struttura devi anche sapere in che
perimetro ti muovi. Questo non è stato voluto proprio a quei tavoli dell’Unità di Crisi
Regionale e in questo solleciterei che il Comune invece con maggiore forza lo debba
proporre, perché quella è una delle soluzioni che proprio vanno ad alleggerire quelle
situazioni di concentramento e laddove sia il personale operativo, quindi gli operatori
delle RSA, per esempio, ma anche il personale contagiato che ha bisogno di avere delle
situazioni di maggiore confinamento, possono essere, come dicevo, queste delle risorse
importanti. Certo che tutto va definito con estrema snellezza e velocità all’interno di un
protocollo che deve vedere la partecipazione di tutti gli attori. Mi sembra che questo sia
assolutamente mancato. Sì, la ringrazio e vado a chiudere. Quindi anch’io mi aspettavo
da parte della Sindaca, al di là di una esaustiva valutazione di quella che è la situazione
attuale, dire che cosa si sta e cosa si può ancora fare con la struttura regionale per
cercare di addivenire a delle soluzioni che concretamente ci diano la possibilità di
guardare come andare avanti adesso, insomma.

SICARI Francesco (Presidente)
La ringrazio. Ho un ultimo intervento del Capogruppo Napoli. Prego, Capogruppo
Napoli.

NAPOLI Osvaldo
Grazie, Presidente. Chiedo scusa al collega Magliano, ma devo dire la verità, come si fa
a comunicare l’intervento? Chiedo. Non me lo calcoli nei cinque minuti, ma parlo meno
di cinque minuti. Quindi poi dopo me lo direte, via. Chiedo scusa di questo. Guardi, io
ho apprezzo sotto un certo aspetto l’intervento del Sindaco, direi estremamente
equilibrato e moderato da parte del Sindaco, mentre invece devo dire che ho trovato
fuori luogo l’attacco forte, perché piaccia o non piaccia è così, della Capogruppo
Sganga nei confronti della Regione. Io credo che, innanzitutto, devo dire alla collega
Sganga che non parliamo di task force, ce ne sono già troppe, però, nel caso, lei vada a
leggere Conte e il Governo circondato e assediato da uno stuolo di esperti, comitati, task
force, Commissioni e se prendiamo l’esempio di questo, dal Governo Centrale, posso
garantire che ce n’è per tutti. Vediamo alla televisione costantemente gli esperti da parte
governativa a decine e avrei fatto a meno in questo momento di fare questo attacco duro
alla Regione, anche perché in questo momento, come tutti noi sappiamo, c’è da parte
della Magistratura un controllo ad andare ad indagare su cosa è avvenuto e su come è
avvenuto su tutta la questione delle RSA e col dramma che le famiglie hanno subito
molto spesso in questo settore. Quindi avrei lasciato da parte l’attacco politico in attesa
certamente di chiarezza, che esca fuori la verità. Questo è un consiglio che do, ripeto,
penso in termini molto, molto moderati ed equilibrati. Invece aggiungo un’altra cosa
che credo estremamente…, e lo dico in modo particolare al Sindaco, quindi su questo io
aspetterei che la Magistratura faccia…, Commissioni, ripeto, ce ne sono già troppe,
mentre invece io chiedo al Sindaco, che non ha la facoltà in questo, ma è il Sindaco di
Torino, quindi ha un peso politico estremamente forte, personalmente trovo francamente
assurda, trovo francamente assurda e improponibile sul piano sanitario, ma soprattutto
sul piano economico, l’idea di una riapertura per regioni o per macro-aree regionali,
un’ipotesi a mio giudizio che fa a pugni col buon senso. Pensiamo, io parlo, io guardo
già al dopo ormai, anche se siamo ancora nel dramma in Piemonte, io penso ad
un’impresa lombarda, piemontese o veneta che riparte il 4 maggio e che abbiano
bisogno di fornitori con imprese che sono in sede in Campania o in Puglia, i cui
Governatori decidono il lockdown. Ecco, io invito il Sindaco col suo peso politico, ma
lo dico proprio come collaborazione, a mio giudizio a far capire questo, a guardare già
lo sviluppo perché la gente effettivamente ormai è stanca e dobbiamo darle una
prospettiva. Allora la prospettiva a mio giudizio in questo momento non è la lite fra
Comune e Regione, ma è l’unitarietà delle Forze politiche per poi vedere dopo quello
che si è sbagliato e le responsabilità anche che ognuno ha preso, penali, non penali, per
cattiva amministrazione, lo si vedrà dopo, però io credo che noi dobbiamo vedere già lo
sviluppo di quello che potrà essere la nostra città e la nostra regione. Quindi l’invito che
io dò oggi su un problema come quello che si è dibattuto e che devo dare atto a tutti che
hanno dibattuto con estremo, ripeto, equilibro, mi è dispiaciuto questo passaggio della
Sganga, ma ognuno poi politicamente ritiene il proprio comportamento corretto, io non
è che lo critico esclusivamente sul piano politico, ma correttamente io credo che noi
dobbiamo pensare a questo, pensare certamente al dramma della gente, ai problemi che
la gente ha, alla fame che la gente ha, ma nello stesso tempo guardare già davanti e
l’invito che io ho fatto al Sindaco su quello che è la prospettiva dopo il 4 maggio, ripeto,
al di là delle sue competenze, glielo do per il suo peso politico che ha a livello locale e a
livello nazionale. Grazie, Presidente.

SICARI Francesco (Presidente)
Grazie a lei, Capogruppo Napoli.
Non avendo altri Capigruppo segnati per eventuali interventi, do adesso la replica alla
Vicesindaca Schellino. Prego.

SCHELLINO Sonia (Vicesindaca)
Grazie. Buongiorno a tutti. Allora, io vorrei iniziare da qualche commento sulla
lezioncina che ci ha fatto la Consigliera Scanderebech. Quando si fanno delle lezioni ci
sono due possibilità: o uno è in grado di farle, perché ha studiato, perché ha le
competenze per farle, oppure si informa e studia bene. Ci sono degli strumenti per
informarsi e studiare, a cominciare ad esempio dal sito internet della Città di Torino, che
nella sua pagina dedicata all’Ufficio Vigilanza elenca le autorizzazioni e vigilanza delle
strutture socioassistenziali e dispone in quello spazio di tutta la normativa vigente. Se
ciò avesse fatto, se avesse studiato, avrebbe capito che la normativa del 2004 che cita è
una normativa che per esempio è stata modificata dalla Legge Regionale 29 luglio del
2016 numero 16, che abrogava e modificava in parte quella normativa del 2004. C’è poi
una normativa del 2000 e una normativa, quella che citava la Sindaca, del 2012. I testi
di legge spesso vanno coordinati. Un testo successivo modifica e a abroga parte di un
testo precedente e quindi è opportuno coordinare tutte queste norme e studiarle nel
complesso prima di fare lezioni agli altri. Questo avrebbe scoperto, se avesse fatto
un’analisi, dicevo, un pochino accurata, che potrà fare andando sul sito della Città di
Torino, che la vigilanza nelle RSA non compete al Comune di Torino, non compete ai
Comuni. Infatti, la legge 8 novembre 2000 numero 328 spiega quali sono le competenze
dello Stato, le competenze delle Regioni, le competenze dei Comuni e ci dice, appunto,
che l’autorizzazione, l’accreditamento alla vigilanza delle RSA competono ai Comuni.
C’è anche uno schemino molto chiaro in quello spazio del sito internet della Città dove
c’è proprio uno schema dove si suddividono le competenze, Enti a cui compete
l’autorizzazione e la vigilanza tra Comune, ASL e Regione e per quanto riguarda tutte le
tipologie, ad esclusione delle RSA, si dice che, appunto, compete al Comune, mentre i
presidi per anziani RSA sono di competenza della ASL, o sono competenza della
Regione, la vigilanza, quando sono a gestione diretta dell’ASL, quindi vigilanza ASL o
vigilanza regionale quando la gestione è ASL. La Città di Torino non ha nessuna RSA a
gestione diretta. Questo lo dico solamente per i toni che sono stati utilizzati, altrimenti
io mi rendo conto che è una normativa piuttosto difficile e ben mi guardo dal criticare
quello che le persone sanno o non sanno. Io stessa ho un sacco di cose da imparare su
questi argomenti. Mi avrete spesso sentita dire nei confronti delle competenze per i suoi
trascorsi della Consigliera Artesio che ho molto da imparare da lei, non sempre
condividiamo le posizioni, ma la sua esperienza in Comune e come Assessore
Regionale mi dà dei grandi punti, ho imparato delle cose ascoltandola. Io ritengo di
avere cose da imparare da tutti. Non voglio farla più lunga di tanto, chiudo solo nei
confronti della Consigliera Scanderebech invitandola a consultare il sito con le stesse
parole che lei ha utilizzato nei confronti della Sindaca: un Consigliere ha il dovere
morale di chiedere scusa per non essere informato. Passo invece a dare qualche
indicazione per quanto riguarda cosa è accaduto nell’ambito del Bricca. Allora, la
struttura Bricca intanto non è una RSA, è una struttura per autosufficienti. Quando si
sono manifestati dei casi di Covid il personale era personale che, essendo gestione
diretta, era personale della Città, ci siamo resi conto che non avrebbe avuto le
caratteristiche per continuare in modo solido la gestione di quelle persone perché si
tratta di operatori non più giovani, di operatori che andavano anch’essi tutelati e quindi
è stata fatta questa scelta di dare un affidamento in gestione alla stessa cooperativa che
gestisce la confinante adiacente struttura del Carlo Alberto, fermo restando che non è
stato fatto nessuno spostamento di persone ed è stato chiesto che non ci fosse
commistione di operatori. Quindi, trattandosi di una cooperativa grande, una
cooperativa che ha una molteplicità di operatori e ha molto personale, abbiamo chiesto
se potevano, ovviamente assumendo, facendo tutto quello che era necessario, gestire in
sicurezza anche questa struttura per un periodo limitato, perché poi alla fine
dell’emergenza la residenza Bricca tornerà ad essere gestita direttamente dalla Città di
Torino con i suoi operatori. Per quanto riguarda il fatto che sia stato assunto del
personale giovane nel Carlo Alberto perché alcune persone sono andate a lavorare nella
struttura del Bricca, allora rendiamoci anche conto che c’è un’apposita DGR regionale,
cioè DGR, “R” è ovvio che sia regionale una DGR, che consente alle RSA che avevano
una grande difficoltà a trovare personale in questi mesi, in queste settimane, consente di
assumere delle OSS che non hanno ancora completato il percorso di formazione,
ovviamente la DGR ha dato delle indicazioni, ha dato delle indicazioni di un certo
numero di ore di formazione già effettuate, non hanno sicuramente assunto delle
persone che avessero fatto solo la parte teorica, insomma, sono state date delle
indicazioni da parte della direttiva regionale. Questo è stato fatto da parte
dell’Assessorato al Welfare proprio per venire incontro a quelle carenze di personale
nelle quali si sono trovate le RSA, sia perché alcune persone erano in mutua, come
sappiamo qualcuno ha anche contratto il Covid, eccetera, sia perché, e questo, non svelo
un mistero perché è stato detto nell’ambito di parecchie riunioni, avendo il sistema
sanitario cominciato in modo importante a cercare personale, e paga un po’ meglio il
sistema sanitario di quanto non paghino le RSA, alcune persone se ne sono proprio
andate perché hanno applicato... a livello regionale per essere assunte in strutture di tipo
medico e quindi le RSA erano veramente in affanno nella ricerca di personale. Con
quella DGR, giusta o sbagliata che sia, non mi permetto di giudicarla, però è stata data
la possibilità di assumere del personale già abbastanza formato, ma che non aveva
ancora conseguito il titolo. Il rischio di convivenza tra persone del Bricca e persone del
Carlo Alberto quindi no c’è stato, non ci sono stati spostamenti, l’unica persona che
hanno in comune è il Direttore Sanitario, ma, come sapete, un Direttore Sanitario ha
compiti di organizzazione, di gestione, non ha attività diretta con gli ospiti. Sono
anch’io a confermare le difficoltà di tutte le convivenze, non solo delle RSA, tant’è che
noi all’Unità di Crisi abbiamo fatto avere l’elenco puntuale di tutte le situazioni di
convivenza nella città di Torino, perché oltre ai dormitori e le RSA, ci sono anche le
comunità per disabili, ci sono altre situazioni dove le persone hanno degli spazi in
comune, pensate anche ai cohousing, che hanno comunque almeno molto spesso delle
cucine in comune, in alcuni cohousing hanno anche lo spazio individuale, ma in alcuni
la cucina è comune, magari con più frigoriferi, però era un rischio che abbiamo
evidenziato fin dall’inizio quello di tutte le coabitazioni, tant’è che, come diceva la
Sindaca nel suo intervento, in un primo momento avevamo l’aspettativa che in tutti
questi casi ci fosse la possibilità di far passare la quarantena all’interno delle Caserme o
degli spazi che erano stati individuati inizialmente dall’Unità di Crisi, poi abbiamo visto
che non sono stati sufficienti, la storia…, col senno di poi sappiamo delle cose in più,
ma le abbiamo imparate cammin facendo. Per quanto riguarda l’aumento dei tamponi,
attualmente sono stati impiegati anche dei camper. Il report di come sta andando questa
attività di tamponi e di rafforzamento delle RSA è ancora in corso e nei prossimi giorni
arriverà un report completo. La mappatura è avvenuta, come ha già accennato la
Sindaca, con delle convocazioni virtuali, presenti Prefetto, Unità di Crisi, ASL e gli altri
Enti che diceva. Ogni RSA indica all’Unità di Crisi cosa gli manca, quali sono le
criticità e l’Unità di Crisi dice che cosa può fare, che cosa può mettere a disposizione la
cabina di regia. Ad esempio, questa attività con il camper per fare i tamponi è stata
concordata proprio all’interno di queste riunioni delle cabine di regia perché le strutture,
le direzioni sanitarie delle RSA dicevano che bisognava fare più in fretta di quanto in
quel momento stesse annunciando la RSA. Noi abbiamo un monitoraggio anche sulle
persone che abbiamo in tutela. Quindi all’interno delle RSA alcune informazioni le ho
avute come tutore e ho seguito anche personalmente in alcuni casi, ma perché mi
compete, perché è giusto che sia così, soprattutto quando sono accadute delle emergenze
durante i weekend, persone che erano in RSA e che sono state prontamente spostate in
ospedale, curate, insomma, con il loro decorso. Sulla revisione necessaria della DGR 45
dei problemi di minutaggio, ho sfondato una porta aperta, chiaramente. Lo ritengono le
RSA lo ritiene tutto il mondo degli operatori, lo riteniamo tutti, io credo che sia
assolutamente necessario che si continui ad insistere sulla revisione di quella DGR, a
maggior ragione dopo tutto quello che è successo in questo periodo. Quindi sì,
continuiamo a chiederlo grazie anche a tutti quelli che hanno anche un ruolo a livello
regionale per farsi portatori anche di questa istanza. Sulla presenza della Città
all’interno dell’Unità di Valutazione Geriatrica e in qualche modo anche all’interno
delle Unità di Valutazione come presenza, è vero, all’interno delle Unità di Valutazione
Geriatrica, come sapete, abbiamo un po’ di voce in capitolo in più, all’interno delle
Commissioni di Valutazione, come abbiamo già avuto modo di discutere in alcune
Commissioni Consiliari, non c’è un sufficiente coinvolgimento dei Comuni, non del
Comune di Torino, in particolare, perché non vengono convocati abbastanza, lo
abbiamo detto, segnalato, scritto, detto durante Commissioni Consiliari in presenza
dell’ASL, quindi non lo nego certo in questo momento, sarebbe utile un maggior
coinvolgimento o, lo dico male, la Regione o si decide a coinvolgerci un po’ di più,
oppure decida che non ci vuole coinvolgere del tutto, però questa via di mezzo, dove un
po’ ci sei, però poi non hai tutti gli elementi nella Commissione di Valutazione è
ambigua ed è assolutamente opportuno che si decidano in un modo o nell’altro. Poi uno
può avere delle preferenze su quale sia il modo migliore, però una decisione credo sia
quanto mai opportuna. Io credo che ulteriori aggiornamenti, appena questa reportistica
sarà completa, sarà in grado di fornirli la Sindaca o li fornirà a me, che avrò cura di
passare la documentazione. Io, per quanto riguarda la presenza durante gli incontri della
cabina di regia, dove è coinvolta l’ASL Città di Torino o sono presente io, o sono
presenti o, oppure anche, almeno due dirigenti della città che seguono direttamente
questo tema e quindi cerchiamo di dare la massima presenza, la massima anche
possibilità di dare consigli per quanto…, o fare richieste per quanto ci compete, anche in
termini di esperienza, non tanto mia, quanto davvero dal punto di vista tecnico della
Città, che ha ovviamente una tradizione abbastanza importante sulla tutela delle persone
più fragili. Credo che comunque il tema tamponi e il tema rafforzamento del personale
sia quello che in questi giorni è bene che vada a regime per superare un po’ questa
sofferenza. E poi dal punto di vista della mortalità, io, come ha già anticipato la
Sindaca, io sto cercando, stiamo cercando di avere dei dati di confronto a parità di fascia
d’età sulle morti in casa, con o senza virus accertato, confrontate con le morti in RSA,
perché questo, a parità di fascia d’età, ovviamente, perché questo mi sembrerebbe un
elemento interessante per fare qualche ragionamento, che non esime dalla richiesta di
controllo, di attenzioni, eccetera, eccetera, però credo che potrebbe essere un elemento
ulteriore di riflessione che vada la pena di ottenere. Grazie.

SICARI Francesco (Presidente)
Grazie a lei, Vicesindaca Schellino.
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