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Estratto dal verbale della seduta di Martedì 14 Aprile 2020 ore 11,00
Paragrafo n. 24
INTERPELLANZA 2020-00212
"EDILIZIA SOCIALE PUBBLICA E CONVENZIONATA DAL 1991 AD OGGI ANCHE PER LE FORZE DELL'ORDINE" PRESENTATA IN DATA 22 GENNAIO 2020 - PRIMA FIRMATARIA MONTALBANO.
Interventi
FERRERO Viviana (Vicepresidente)
Passo alla trattazione dell’interpellanza successiva, si tratta della n. mecc.
202000212/002, presentata in data 22 gennaio, sempre del 2020, il titolo è:

“Edilizia sociale pubblica e convenzionata dal 1991 ad oggi
anche per le Forze dell’Ordine”

FERRERO Viviana (Vicepresidente)
È sempre presentata dalla Consigliera Montalbano ed è sempre a risposta dell’Assessora
Schellino, a cui do la parola.

SCHELLINO Sonia (Vicesindaca)
Grazie. La realizzazione di unità alloggiative, destinate ai dipendenti
dell’Amministrazione dello Stato impegnati nella lotta alla criminalità organizzata, sono
state realizzate negli anni dall’ATC del Piemonte Centrale o da altri operatori e non
attengono a patrimonio di Edilizia sociale di proprietà della Città; i bandi, a cui si fa
riferimento nell’interpellanza, non sono stati gestiti dalla Città, i bandi per
l’assegnazione in locazione di queste unità alloggiative sono stati indetti e gestiti dalla
Prefettura, a cui compete l’individuazione degli aventi diritto. Con riferimento alla
Legge Regionale 3 del 2010 e ad analoga disposizione presente anche nella precedente
normativa, la Città ha peraltro gestito bandi di concorso per l’assegnazione di alloggi di
Edilizia sociale, con riserva per gli appartenenti alle Forze dell’Ordine e ai Vigili del
Fuoco, nella misura di un alloggio per ogni immobile di edilizia sociale, costituito da
almeno 10 alloggi. La Città, a far tempo dal 2001, ha indetto complessivamente cinque
edizioni del bando generale con riserva, a favore degli appartenenti alle Forze
dell’Ordine e Vigili del Fuoco, di cui do una sintesi: nel bando 2001, domande
partecipanti al bando presenti in graduatoria speciale delle Forze dell’Ordine 29,
assegnazioni 12, parliamo dell’anno 2001; poi anno 2004, domande 75, assegnazioni
39; bando 2007, 84 domande, assegnazioni 18; bando 2012, domande 20, assegnazioni
2; bando 2018, domande 4 (dato relativo alla graduatoria provvisoria), assegnazioni
nessuna.
Per quanto attiene all’Edilizia sociale, nessun alloggio è stato venduto dalla Città agli
appartenenti alle Forze dell’Ordine e ai Vigili del Fuoco che hanno partecipato alle
cinque edizioni dei bandi indetti dalla Città; consultata su questo punto, l’ATC ci ha
informato che negli ultimi 10 anni non sarebbero stati fatti piani di alienazione sugli
alloggi destinati, nello specifico, alle Forze dell’Ordine e ai Vigili del Fuoco, e che di
conseguenza non siano stati venduti alloggi alle suddette categorie. Allo stato non vi è
interlocuzione con la Prefettura in riferimento agli alloggi destinati ai dipendenti
dell’Amministrazione dello Stato, gestiti da ATC del Piemonte Centrale ed assegnati
con bandi indetti dalla Prefettura stessa, quindi nessuna interlocuzione. Tale dato,
l’ultimo dato che veniva chiesto nell’ultima domanda “di quale entità è ad oggi il
patrimonio abitativo privato sulla Città di Torino in capo al Ministero della Difesa
attraverso l’utilizzo delle risorse economiche erogate negli anni dal Decreto Legge
sopraccitato”, questo dato non è nelle disponibilità dell’Area Edilizia Residenziale
Pubblica, considerato, tra l’altro, che la Città non provvede alla gestione dei bandi e
delle assegnazioni su questa partita, quindi non abbiamo modo di acquisire quest’ultima
informazione.
Anche questa volta ho terminato, grazie Presidente.

FERRERO Viviana (Vicepresidente)
Grazie, Assessora Schellino. Passo la parola alla Consigliera Montalbano.

MONTALBANO Deborah
Eccomi, Vicepresidente, grazie. Allora, questa interpellanza, in realtà, nasce da
un’inchiesta che si è mossa a Roma attraverso una prima denuncia, un’inchiesta quindi
aperta dallo Stato Maggiore, in particolare sui Militari che si sono congedati o erano
andati in pensione e su quegli alloggi lì si erano concentrati una serie di abusi sulle
attestazioni false compiute, comprese quelle riguardanti le cosiddette “fasce protette”.
Poi, a seguito di questa inchiesta, la Corte dei Conti aveva lanciato l’allarme sulle
occupazioni senza titolo - 5.000 - che erano state abbandonate di fatto, perché
mancavano i soldi per le manutenzioni e denunciò che la metà degli alloggi esistenti
erano indisponibili per la mancanza di interventi di manutenzione, ma erano ancora...
risultavano dichiarati alle Forze dell’Ordine. Allora, in funzione di questo la mia
interpellanza era più informativa, nel senso che volevo fotografare anche la situazione
su Torino in tal senso, ma, oltre questo - e quindi sotto questo fronte ringrazio
l’Assessora Schellino per la relazione puntuale - vorrei anche, insieme all’Assessora
Schellino - quindi faccio una proposta diretta a lei -, provare ad aprire una riflessione un
po’ più politica, che potrebbe anche riguardare qualche iniziativa che si potrebbe
prendere come Amministrazione: quando poc’anzi ha elencato un po’ il flusso delle
assegnazioni, dal 2001 al 2018 l’entità degli alloggi va a scendere, fino ad arrivare al
2018 - se mi sono appuntata bene i dati che ha snocciolato l’Assessora - siamo a zero
alloggi assegnati. In effetti, la mia riflessione partiva proprio da questi presupposti, pur
non conoscendo, non avendo contezza dei dati specifici, perché questo provvedimento
che è un Decreto Legge del 1991, che poi è stato convertito in Legge il 12 luglio sempre
di quell’anno, del 1991, titolava: “Provvedimenti urgenti in merito alla lotta alla
criminalità organizzata e di trasparenza e buon andamento dell’attività amministrativa”.
Sostanzialmente, il decreto avviava un programma straordinario di Edilizia Residenziale
Pubblica da concedere in locazione o in godimento ai dipendenti dell’Amministrazione
dello Stato, quando era strettamente necessario per coloro che venivano trasferiti per
urgenze o esigenze di servizi. Bene, quello era uno scenario molto particolare, erano
anni molto particolari, lo sfondo politico e sociale, ma anche la lotta alla criminalità
organizzata ci vedeva in un contesto storico molto particolare: nel 1992, se ricordate,
abbiamo avuto l’assassinio di Falcone e Borsellino, c’era uno scontro diretto tra una
parte dello Stato e una parte del sistema mafioso italiano, e quindi sicuramente questo
Decreto, e poi la sua trasformazione in Legge, e quindi in Legge strutturale dello Stato,
aveva sicuramente buonsenso nell’attuazione, aveva sicuramente uno scopo da
perseguire emergenziale in quella fase, quindi consentire con tempestività e velocità i
trasferimenti delle Forze dell’Ordine e anche la loro permanenza all’interno dello
svariato territorio nazionale, anche perché, se vi ricordate, avevamo le bombe in quegli
anni, quindi sicuramente aveva un senso. Ad oggi, che siamo nel 2021, però, rileggendo
il Decreto Legge... insomma, facendo un confronto con quella che è la realtà che noi
oggi invece viviamo sullo sfondo politico, sociale e anche di lotta alla criminalità, mi
sono posta alcune riflessioni; e quindi, in funzione di queste riflessioni, provo a lanciare
una proposta all’Assessora Schellino: sarebbe, credo, utile a livello politico,
considerando che l’Amministrazione che guida la Città di Torino è anche quella che
guida il Governo della Nazione, magari portare in Commissione questo Decreto,
provare a discuterne insieme a tutti i Consiglieri della Commissione e valutare se ci
siano i presupposti, la possibilità di costruire un ordine del giorno, senza bandiere
naturalmente, ma che possa trovare un più ampio spazio e un più ampio raggio d’azione,
magari valutare, appunto, un ordine del giorno per chiedere la modifica del Decreto
Legge 13 maggio del 1991, non essendoci più i presupposti che in quegli anni, invece,
erano prioritari ed emergenziali.
Quindi, attenendo una risposta da parte dell’Assessora, io mi ritengo soddisfatta e la
ringrazio anche per la relazione dettagliata dei dati che ha snocciolato.

FERRERO Viviana (Vicepresidente)
Allora, grazie, Consigliera Montalbano. Ricordo che non c’è più il passaggio diretto
dell’interpellanza in Commissione, ma che i Commissari hanno facoltà di richiedere
nella Commissione di competenza, appunto, la trattazione del tema che si è già svolto
durante l’interpellanza.
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