Interventi |
FERRERO Viviana (Vicepresidente) Passerei all’interpellanza successiva, si tratta della n. mecc. 202000660/002, vedo collegati sia la presentatrice, la Consigliera Tisi, che l’Assessora Schellino. Il titolo di questa interpellanza è: “Campi rom: quale legalità e inclusione sociale?” FERRERO Viviana (Vicepresidente) Questa interpellanza è stata presentata il 13 febbraio 2020 e do adesso la parola all’Assessora Schellino (audio mancante). SCHELLINO Sonia (Vicesindaca) Buongiorno, mi sentite, sì? La Polizia Municipale, nelle sue articolazioni di reparto di Minoranze Etniche e (incomprensibile) è a conoscenza e monitora sia gli insediamenti informali, sia le occupazioni abusive in case ATC; in ogni caso, nessuno degli abitanti bosniaci autorizzati e dimoranti effettivi in Germagnano 10 al momento della chiusura ha occupato alloggi abusivamente; le 72 persone ivi dimoranti sono tutte allocate temporaneamente in idonee abitazioni civili e stanno procedendo nel percorso di inclusione previsto, compatibilmente ovviamente con la situazione che stiamo vivendo. Nell’ultimo mese, quindi nel mese successivo alla chiusura dello spazio di Germagnano, altre due famiglie non più presenti nel mese di dicembre nel campo di via Germagnano, per altre complessive di 15 persone, hanno trovato accoglienza in risorse messe a disposizione della Diocesi nell’ambito dell’accordo interistituzionale. Il tema delle occupazioni è stato portato all’attenzione del Comitato Ordine e Sicurezza Pubblica; le azioni da porre in essere devono essere diversificate, a seconda delle varie casistiche dei nuclei occupanti, molti dei quali fanno parte di nuclei regolari, già assegnatari di alloggi ATC, mentre altri provengono da altre città e non sono conosciuti e solo alcune unità provengono da Germagnano spontaneo e dal campo autorizzato strada Aeroporto. La maggioranza dei capifamiglia non risulta avere domande per abitazioni ATC. L’accordo interistituzionale siglato con Prefettura, Regione e Diocesi riguarda il superamento di tutti gli insediamenti, anche quelli spontanei. Il Comitato si è riunito in data 10 febbraio e al momento si stanno reperendo le risorse necessarie per dare corso all’ambizioso obiettivo, che inizialmente riguarderà il campo di strada Aeroporto e quello abusivo di Germagnano, che hanno però caratteristiche molto diverse tra loro: al campo di strada Aeroporto al momento risiedono circa 190 persone con cittadinanza serba, croata, bosniaca e italiana; questo campo esiste dall’anno 1988. In questo caso la conoscenza anche approfondita della storia dei nuclei - siamo alla terza/quarta generazione infatti -, questa storia va integrata nel presente con una interlocuzione mirata, famiglia per famiglia, a partire dagli esiti della disamina delle istanze di autorizzazione alla sosta presentate, che nella quasi totalità non possono sortire nel rilascio di nullaosta alla sosta, se non attraverso percorsi di sanatoria, ad esempio un piano di restituzione dei debiti contratti nei confronti dell’Amministrazione o l’abbattimento di abusi edilizi o cose..., quindi un percorso fattibile, ma non semplicissimo, sempre che la nuova Legge Regionale in corso di approvazione consenta un periodo transitorio, con la possibilità di rimanere nei campi autorizzati. Il capo abusivo di Germagnano, invece, è il principale insediamento informale e occupa tre sottozone nell’area compresa tra ex Germagnano 10 e la sede dell’AMIAT; è un insediamento abusivo di baracche strutturate, abitato in larga misura da cittadini appartenenti alla comunità rom rumena, con regolari documenti rumeni, si tratta di circa 300-350 persone. Tale premessa è necessaria, in quanto gli esiti dell’analisi prevista nella seconda macrofase del progetto speciale, dedicata all’inclusione sociale, sottolineano, come già ampiamente confermato da Città Possibile, caratteristiche peculiari della comunità rom rumena rispetto alle altre due presenti a Torino, la sinti e la balcanica. In particolare, le caratteristiche migratorie, l’alta mobilità con il Paese d’origine, la presenza di abitazione e familiari nel Paese d’origine, le rimesse mensili, la tipologia di economia formale, informale, legale e illegale praticata, il tipo di leadership della comunità, l’appartenenza religiosa, la mancanza di requisiti per la residenza, ma costante reticenza a produrre documentazione prevista per tutti i cittadini dell’Unione Europea. A questi imprescindibili dati, che impattano con qualsiasi progettualità inclusiva, si aggiunge nell’ultimo biennio la rilevazione di una diminuzione di popolazione, dovuta a vicende penali di singoli, interventi di rimozione rifiuti nel campo, diffusione della raccolta porta a porta nei quartieri della città, ritorni in Romania, soprattutto dei minori, e trasferimenti verso località europee più remunerative per gli adulti. Dunque, per garantire l’efficacia sul lungo periodo dell’azione inclusiva, prevista e normata dal Regolamento 379 del 2018, si procederà ad un’approfondita valutazione della solidità e sostenibilità del progetto migratorio, espresso dai nuclei familiari, ma con particolare attenzione allo spazio dato alle rimesse, all’investimento abitativo e linguistico nella città d’arrivo e ai percorsi che aumentano la qualità di vita e l’autonomia delle donne, oltre alla verifica dei requisiti per il nullaosta alla sosta, come previsto dall’articolo11 del Regolamento stesso, quindi di fatto un tentativo di capire l’interesse di queste persone reale ad una stabilizzazione e regolarizzazione sul nostro territorio. Anche sui microinsediamenti vanno fatti dei distinguo: situazioni contingenti che si ripetono nel tempo, conflitti, divieti giudiziari di dimora nei campi autorizzati, o stabili, nuclei che da decenni non aderiscono a nessun percorso di regolarizzazione e di inclusione, riguardano pochi nuclei conosciuti con cui il Servizio Minoranze Etniche ha un rapporto consolidato, che consente il monitoraggio e interventi di contenimento. Ci sono poi dei micro insediamenti riconoscibili, non governabili dalla mediazione del suddetto Servizio, se non con l’identificazione e l’intervento prioritario della forza pubblica; si tratta nella maggiore parte dei casi di persone provenienti o residenti in altre località d’Italia, in particolare sul territorio torinese si rilevano attualmente camminanti siciliani residenti e provenienti dalle province di Ragusa e Siracusa, che ciclicamente sostano nella nostra città, movimentando e parcheggiando da 10 a 30 camper per volta, ma non sono collocazioni stabili, sono persone, diciamo, di passaggio; clan bosniaci provenienti e/o residenti dai campi di Roma o di altre località, che si trasferiscono con camper e roulotte per conflitti interni alla comunità o eventi giudiziari dei loro membri; rom rumeni insediati in baracche o fabbricati dismessi, sparsi in un paio di zone adiacenti la Stura, con frequente turnover di persone da e verso il Paese d’origine, non reperibili nelle ore diurne nei siti, perché utilizzati solo nelle ore serali e notturne, anche quest’ultimo gruppo è una popolazione in transito, diciamo, non stabile. In conclusione, si fa notare che la soluzione dei microinsediamenti, naturalmente regolamentati e non spontanei, non è da escludersi tra le modalità che potrebbero essere individuate per il superamento dei campi, e anzi è stata prevista dalla deliberazione di iniziativa popolare approvata dal Consiglio Comunale nel luglio scorso, e da ultimo è stata suggerita anche da un ordine del giorno approvato dal Consiglio della Circoscrizione 8. Grazie. FERRERO Viviana (Vicepresidente) Ha terminato, Assessore? SCHELLINO Sonia (Vicesindaca) Sì, sì. FERRERO Viviana (Vicepresidente) La ringrazio. Mi sente? Passo la parola alla Consigliera Tisi. TISI Elide Sì, grazie, Vicepresidente, mi sentite? FERRERO Viviana (Vicepresidente) Sì, perfettamente. TISI Elide Grazie. Io purtroppo non sentivo benissimo l’Assessora, quindi probabilmente ho perso alcuni passaggi, per questo le chiederei la cortesia, visto che mi pare avesse una relazione piuttosto completa e articolata, se me la può far avere anche in formato cartaceo, in modo che possa avere anche tutti gli elementi che sono stati forniti. Io volevo però precisare che il riferimento ai micro campi non era evidentemente rivolto a quelli che potranno diventare delle possibili soluzioni accanto a quelle abitative, che consentono eventualmente, come appunto ricordava, da atti di indirizzo del Consiglio, di trovare delle soluzioni di percorsi di inclusione, accoglienza e accompagnamento sociale di famiglie rom, ma mi riferivo invece alla situazione che mi è stata segnalata e anche documentata di micro campi assolutamente non autorizzati, che parrebbero essere anche in parte conseguenti alla recente chiusura di altri insediamenti, a partire da quello di corso Tazzoli. È chiaro che la mia richiesta già fatta in passato, soprattutto al Nucleo della Polizia Municipale, che segue queste tematiche, proprio di avere contezza, diciamo così, delle famiglie, delle per... (audio mancante). FERRERO Viviana (Vicepresidente) L’abbiamo persa. TISI Elide Mi sentite? FERRERO Viviana (Vicepresidente) Ora sì. TISI Elide Grazie. Dicevo, la necessità di avere anche contezza, non soltanto nel momento del superamento della chiusura di un campo o dello sgombero, ma anche delle settimane e dei giorni precedenti, perché poi molto spesso ci è stato riferito che quando ci si presenta per effettuare la chiusura di un campo o lo sgombero, in realtà le persone e le famiglie sono molto poche, e allora capire quali sono le sistemazioni che magari autonomamente si sono trovati in altri luoghi della città forse potrebbe essere una modalità utile anche a evitare o prevenire che si generi il rischio di micro insediamenti, non evidentemente quelli a cui faceva riferimento l’Assessore, che possono, come dicevo, costituire uno dei tasselli dei percorsi di inclusione sociale delle famiglie rom, ma diventano, come dire, invece dei luoghi non autorizzati, ma soprattutto che rischiano di sfuggire anche alla conoscenza e al monitoraggio che, come Città, doverosamente dobbiamo effettuare su questi siti. Qualche mese fa, insomma, in concomitanza con la sottoscrizione del Protocollo con la Regione, la Sindaca aveva dichiarato che entro il 2020 l’intenzione era, appunto, di chiudere, di far sparire tutti i campi rom e nel Protocollo, come ricordava l’Assessore, si parla non soltanto dei campi autorizzati, ma anche di quelli abusivi o non autorizzati. Ecco, io credo che in una... nelle stesse dichiarazioni dell’Assessora Schellino, rilasciate in un’intervista alla stampa, ricordo che ha richiamato la difficoltà del perseguimento di questo obiettivo e la necessità di trovare spazi e risorse necessarie a dare questa soluzione. Allora, in questa fase di transizione, in cui da un lato sicuramente la chiusura, ad esempio, di un campo autorizzato, come quello di Germagnano, ha creato della mobilità, magari non in quelle famiglie che sono state accompagnate in percorsi di inclusione sociale, ma in quelle che comunque si sono allontanate dal sito, in un momento in cui, dicevo, non so se si è sentito, lo ripeto, mi son stati segnalati e anche documentati dei micro insediamenti, che poi, se l’Assessore ritiene, posso anche portarle all’evidenza, ma che le cronache ci hanno anche (incomprensibile), situazioni di occupazione di case popolari, io credo che dobbiamo tenere il livello di attenzione molto alto e dobbiamo farlo soprattutto in questa fase nella quale l’emergenza anche sanitaria credo ci debba far vedere e osservare anche con occhi un po’ nuovi a tutto il fenomeno della presenza rom sul territorio. Io vorrei ricordare che nella premessa al Protocollo d’Intesa si parla proprio di: “Impegno a favore dell’integrazione scolastica, sociale, lavorativa abitativa e della promozione della salute”; ora, io credo che anche la mia interpellanza, al di là, appunto, della relazione che l’Assessora ha opportunamente illustrato, debba, come dire, essere un po’ attualizzata anche alla luce del fenomeno del Covid e di quelle che potrebbero essere le ricadute sulla popolazione rom e anche, conseguentemente, su tutta la salute, diciamo così, pubblica. Quindi, al di là delle risposte, di cui ringrazio l’Assessora, nel merito dell’interpellanza, io chiederei la possibilità di fare un approfondimento - e sarà mia cura formalizzarlo - su queste tematiche e quindi sui rischi derivanti da micro insediamenti non autorizzati sul territorio e da quelle che sono le ricadute Covid su questa popolazione, sia in termini di impoverimento, sia in termini di salute complessiva, in modo tale da avere davvero contezza e provare, insomma, a contribuire a trovare soluzione a un tema sicuramente complesso e difficile, sul quale però tutto il Consiglio Comunale, anche nell’approvazione della delibera di indirizzo di iniziativa popolare, che è stata fatta non molti mesi fa, credo si sia sentito direttamente coinvolto. Quindi, nel concludere, io chiederei, appunto, la relazione dell’Assessore e un approfondimento in Commissione sulla tematica, collegata anche con le (incomprensibile) di salute. Grazie. FERRERO Viviana (Vicepresidente) Perfetto, la ringrazio Consigliera Tisi. |