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Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 6 Aprile 2020 ore 14,00
Paragrafo n. 8

Comunicazioni della Sindaca su "Situazione critica dormitori torinesi".
Interventi
SCHELLINO Sonia (Vicesindaca)
Grazie, buongiorno. Io ho messo insieme tutta una serie di informazioni per dare
un’ampia visione di quello che è successo in questo mese e mezzo. Visto che però sento
che alcuni di voi hanno difficoltà ad ascoltare, inizierei dagli eventi degli ultimi giorni,
degli ultimi due giorni e da una minima premessa, per poi... anzi, inizierei dagli
interventi degli ultimi giorni e poi farei un passo indietro, proprio perché ci sia più
informazione sugli ultimi dati. Negli ultimi giorni c’è stato un incremento dei casi, degli
ospiti con sintomatologia riconducibile al virus e allora abbiamo chiesto un ulteriore
intervento, un confronto all’Unità di Crisi sia rispetto all’individuazione di specifiche
strutture destinate al periodo di isolamento e di quarantena per le persone senza dimora,
sia di indicazioni, da parte dell’Unità di Crisi, rispetto all’ulteriore estensione e
all’apertura di servizi di accoglienza, rispetto ai quali non c’era in un primo momento
disponibilità di spazi da parte della Regione e da parte delle attività dell’ambito
sanitario, diciamo così. Questa nota è andata anche in copia al Commissario dell’ASL
perché tutta una serie di cooperative di accoglienza avevano giustamente segnalato
anche all’ASL i casi sospetti all’interno delle case. A fronte dell’episodio di ricovero
nella casa di Reiss Romoli, è stato effettuato..., intanto si sono mossi subito i nostri
Uffici, il Servizio del dirigente Adulti in Difficoltà si è recato sul posto, sono stati
contattati il Servizio di Igiene e Prevenzione dell’ASL e nella serata del 3 aprile è stata
ulteriormente allertata l’Unità di Crisi regionale, che ha poi effettuato un’ispezione, un
sopralluogo nello spazio Reiss Romoli a cura del dottor Raviolo dell’Unità di Crisi il
sabato 4. Rispetto alla gestione del dormitorio, quindi, si è concordato con la
Cooperativa un presidio esterno essenziale di operatori, per garantire la sicurezza degli
ospiti in caso di necessità, che è stato assicurato dalla Cooperativa solo in attesa delle
disposizioni successive dell’Unità di Crisi. In occasione del sopralluogo di cui dicevo,
l’Unità di Crisi ha stabilito un intervento straordinario di acquisizione di strutture
idonee e ad hoc per la quarantena e l’isolamento con uno spazio di almeno 120 posti,
che sono quelli di cui avete sentito, i sopralluoghi che sono stati fatti nel corso del fine
settimana, cioè il Maria Adelaide e il Padiglione 5 di Torino Esposizioni. A seguito,
quindi, di queste decisioni assunte nell’ambito delle call di domenica scorsa, solo in
attesa dell’allestimento di questi nuovi spazi straordinari, le persone rimaste per il più
breve tempo possibile in Reiss Romoli sono assistite da Croce Rossa con passaggi per la
consegna dei pasti e il monitoraggio sanitario, sono monitorate dall’Unità di Crisi,
hanno un presidio della Polizia Municipale e solo esternamente, per garantire quel
minimo di rapporti umani di persone che avevano visto in questo periodo, sono presenti
fuori dalla struttura gli operatori che loro conoscono, questo allo scopo di non far
agitare le persone, che in alcuni casi, vi assicuro, sono persone veramente molto fragili.
Quindi, come prima cosa vi volevo dare un quadro sull’emergenza di cui avete sentito
in questi giorni e che mi sembrava doveroso risolvere come primo quesito. Voglio,
però, anche fare un passo indietro su quello che è avvenuto in tutto questo periodo.
Come sapete, i dormitori appartengono alle categorie dei servizi pubblici essenziali e ci
è stata data, per fortuna, indicazione fin dall’inizio di mantenere aperti questi spazi; in
un primo momento non sono state predisposte, né a livello nazionale, né a livello
regionale, delle linee guida specifiche rispetto alla gestione dell’emergenza in questo
particolare settore. A livello nazionale la prima circolare del Ministero del Lavoro e
delle Politiche Sociali, che aveva per oggetto il sistema dei Servizi Sociali emergenza
Coronavirus, è stata emessa il 27 marzo 2020 e dedica un punto del paragrafo 4 alle
persone senza dimora, in cui viene evidenziato che mense, servizi di accoglienza
notturna, sportelli per distribuzione dei beni di prima necessità, nonché l’operatività
delle unità di strada non devono essere interrotti. Per quanto riguarda, invece, le linee
regionali, sono in corso di emanazione in queste ore, a quanto mi dicono, da parte
dell’Assessorato che afferisce alla dottoressa Caucino, delle linee guida sui dormitori,
che avvengono dopo aver affrontato il tema delle linee guida sulle RSA. In ambito dei
nostri interventi in Unità di Crisi avevamo provato anche a chiedere che si trattasse di
un unico documento, data l’urgenza, ma ci è stato detto che era meglio separare in due
documenti separati, per ragioni di organizzazione delle DGR o dei documenti o delle
linee guida, cioè dei documenti che conterranno queste linee guida, ma che nel corso di
pochissime ore, forse non sono aggiornata a cosa è successo stamattina, potrebbero
anche già state essere emanate, ci saranno queste linee guida alle quali verranno
ricondotte tutte le attività e l’organizzazione dei due nuovi spazi che stanno preparando,
con i sopralluoghi che sono stati fatti tra ieri e oggi, la Protezione Civile Regionale,
l’Unità di Crisi e naturalmente noi supportiamo con quanto compete all’ambito
comunale. Specifichiamo anche che la rete di accoglienza delle Città per senza dimora è
costituita da 19 strutture per circa 580 posti, oltre al sito di piazza D’Armi, che vale 100
posti, e un certo numero di alloggi di autonomia per un totale di 32 posti. Tra i centri di
accoglienza risultano nove dormitori del volontariato sostenuti con i contributi della
Città e dieci strutture di proprietà delle Città che, mediante appalti e concessioni, ha
individuato i titolari responsabili della gestione delle stesse. Nella prevalenza dei casi la
Città gestisce inoltre le utenze e il riscaldamento. Quindi, rispetto all’autonomia
gestionale degli stessi e delle determinazioni assunte dai gestori in qualità di datori di
lavori, la Città garantisce ordinariamente le attività di monitoraggio e di raccordo. La
Città, fin dall’inizio di questa emergenza, pur nella completa assenza di indicazioni
specifiche a proposito di intervento a favore delle persone senza dimora, ha mantenuto
la continuità di tutti i servizi rivolti alle persone senza dimora, andando
progressivamente a predisporre rafforzamenti dei servizi e degli interventi a specifici
provvedimenti procedurali; tutti i provvedimenti sono stati il quanto più possibile
concordati con la rete dei gestori e dei concessionari dei servizi cittadini, nonché con la
rete dei servizi gestiti dal volontariato. Durante tutte le riunioni con le Unità di Crisi e
Protezione Civile, Regione, eccetera, che sono iniziate all’inizio del mese di marzo, è
stata naturalmente evidenziata la peculiarità delle oltre 700 persone senza dimora, che
ogni notte sono accolte dalle diverse strutture di accoglienza comunali e del Terzo
Settore, in quanto persone per le quali non si sarebbe potuto immaginare di predisporre
efficaci periodi di isolamento fiduciario o di quarantena, in caso di contatto diretto con
soggetti positivi al Covid. D’altro canto, l’Unità di Crisi Regionale aveva predisposto
strutture ad hoc in Caserme, come la Caserma Riberi e anche altri spazi, e sta ampliando
progressivamente la totale capacità di accoglienza rivolta a persone che, a diverso titolo,
non possono effettuare il periodo di isolamento obbligatorio in un’abitazione privata. Le
indicazioni circa l’individuazione e l’organizzazione degli spazi per periodi di
isolamento per le persone senza altre risorse abitative è naturalmente da raccordarsi con
l’Unità di Crisi, che ci dà ovviamente le indicazioni anche sanitarie specifiche per
queste persone. Permettetemi ancora, se mi concedete il tempo, di dare un po’ un
excursus di quanto abbiamo fatto in questo periodo: l’11 marzo del 2020 il Dirigente
d’Area ha inviato una comunicazione, nella quale si richiamava il rispetto delle
disposizioni nazionali e regionali fino al momento emanate, questo naturalmente ai
gestori, e si chiedeva agli enti gestori di comunicare le misure organizzative adottate da
ciascuna delle imprese, in accordo con i medici competenti, per l’attuazione di tali
disposizioni. Sempre in tale data, nell’ambito di una conference call con gli enti che
stanno sviluppando un sistema di distribuzione e di beni FEAD a tutti i servizi per i
senza dimora, a fronte delle più volte evidenziate carenze, si è concordato l’acquisto di
DPI per gli ospiti delle strutture, perché continuavano a mancare, abbiamo fatto qualche
approfondimento, i fondi FEAD sono stati ritenuti idonei ad acquistare DPI e questo
abbiamo dato indicazione di fare, per proteggere al massimo le persone. In data 12
marzo, in accordo con gli enti gestori, si è definita la sospensione del meccanismo di
accesso al posto letto per una notte, quindi è stata bloccata subito, quasi subito la
rotazione, perché non aveva assolutamente senso far muovere le persone in un momento
come questo, e quindi si garantisce l’accoglienza continuativa fino alla fine del periodo
di emergenza per gli ospiti presenti, questo naturalmente al fine di ridurre il più
possibile le occasioni di assembramento davanti ai servizi e la circolazione in città delle
persone senza dimora in orario di apertura dei dormitori. Contestualmente si è richiesto
di effettuare una valutazione della salvaguardia della distanza di sicurezza fra i letti
nelle strutture, in alcune si è valutata necessaria una riduzione per un totale di 24 posti
in meno, che non sono posti in meno, ma, come dirò tra poco, sono posti che si sono
immediatamente recuperati in altri spazi, non è stato mandato via nessuno, ci tengo a
sottolinearlo, perché è giusto che sia così tra l’altro. La puntuale attuazione delle
disposizioni nazionali è stata condivisa anche con i dormitori del volontariato, Fermi,
Caritas, asili notturni, parrocchie San Luca e Cottolengo, che attuano le stesse modalità
di accoglienza precedentemente evidenziate, monitorando con loro la tenuta del sistema
di accoglienza su tutto il territorio cittadino. È stato - segnaliamo - chiuso il dormitorio
dell’Associazione Bartolomeo & C., i cui ospiti, trasferiti per la maggior parte in alloggi
dell’Associazione, sono stati poi riassorbiti dalle altre strutture. In data 17 marzo, con
una delibera e un decreto sindacale e un’ordinanza, è stata approvata la proroga per tutto
il mese di aprile del sito umanitario in piazza D’Armi e l’apertura di due nuove
accoglienze in locali adiacenti a strutture già esistenti, in via Ghedini 6 e piazza
Massaua 18, per un complessivo di 33 posti aggiuntivi, con il fine specifico di ridurre,
dei 24 posti di cui si diceva sopra, le presenze nei dormitori e permettere pertanto un
ulteriore distanziamento sociale previsto dalle norme nazionali; quindi, a fronte di
quella riduzione di 24, che era necessaria per distanziarli, ne abbiamo comunque
aggiunti 33, quindi c’è stato anche un piccolo aumento, non solo non c’è stata una
riduzione. Abbiamo utilizzato, dal punto di vista economico, tutto laddove è possibile,
contributi già approvati nell’ambito del Piano di inclusione sociale, anche al fine di
orientarli ad interventi straordinari a persone senza dimora, quindi, banalmente,
contributi che in questo periodo non possono essere effettuati, perché c’è questa
emergenza, sono stati immediatamente recuperati in questo senso. Sempre il 17 marzo è
stata inviata a tutti i servizi di ospitalità, dormitori e residenze, una comunicazione da
affiggere nelle strutture per spiegare i cambiamenti in corso nel sistema dei servizi; la
comunicazione è redatta in italiano, inglese, francese, rumeno e arabo e si è chiesto agli
enti gestori la disponibilità ad ampliare l’orario di apertura delle strutture di
accoglienza, prevedendo una chiusura agli utenti di sole quattro ore per consentire,
come richiesto peraltro dai gestori e dagli enti di volontariato, la sanificazione
quotidiana dei locali. Il 18 marzo si è effettuata una conference call dei progetti del
Piano di inclusione sociale Area 5, al fine di fare il punto della situazione, illustrare i
provvedimenti presi e raccogliere le disponibilità a rimodulare i progetti approvati, in
modo da sostenere anche le nuove strutture aperte e l’ampliamento dell’orario di
accoglienza degli ospiti, in vista di apertura delle nuove strutture e dell’ampliamento del
piano. 20 e 23 marzo sono operative le due strutture aggiuntive di cui ho detto sopra,
Ghedini e Massaua, e a cura degli operatori sono stati naturalmente individuati gli ospiti
da trasferire. Il 24 marzo sono state definite le procedure di screening di tutti gli ospiti,
anche attraverso una compilazione di una scheda di pre-triage, mutuata da quella
operata dall’Azienda Sanitaria nell’ambulatorio sociosanitario Roberto Gamba, nonché
le procedure da attuare in caso di possibili casi positivi. Proprio a fronte delle difficoltà
riportate dagli stessi operatori di far sì che i possibili casi vengano comunque
accompagnati fuori dalla struttura dall’ambulanza, vengono descritte le modalità
operative e le comunicazioni da riferire al personale sanitario intervenuto, al fine di far
comprendere le caratteristiche strutturali che impediscono l’effettuazione della
quarantena al proprio interno. Nella stessa giornata è stata inviata a tutti i servizi di
ospitalità una seconda comunicazione plurilingue, da affiggere nelle strutture, per
informare i cittadini dell’apertura anticipata delle strutture ed invitarli a comportamenti
corretti dentro e fuori i servizi. È stata inoltre inviata una comunicazione alla Protezione
Civile del fabbisogno ulteriore di forniture di DPI; alla stessa Protezione Civile, per
l’invio all’Unità di Crisi, è stato inviato l’elenco dei centri, con gli indirizzi, che peraltro
era già stato comunicato, ma abbiamo aggiornato la situazione in quella data. Il Servizio
adulti inviava ai gestori delle cooperative due ulteriori note di richiesta di disponibilità
di ampliamento del servizio, in data 30 marzo relativa all’estensione dell’intera
giornata, e il 2 aprile rispetto all’apertura di tutte le strutture per l’intero orario della
giornata. In relazione alle prime segnalazioni provenienti dai dormitori cittadini
relativamente alla presenza di un ricovero per sospetto Covid, comunicazioni pervenute
a partire dalla domenica 29 e del 30 marzo, si è provveduto, attraverso la Protezione
Civile, a chiedere ulteriore supporto all’Unità di Crisi, in particolare a fronte di una
richiesta specifica relativa ai primi casi positivi in due dormitori, l’Unità di Crisi ha dato
anche la disponibilità per uno spostamento nel Comune di Bardonecchia, dove c’era un
posto, limitata tuttavia a cinque soggetti e quindi purtroppo non sufficiente a coprire il
fabbisogno. Da lì in poi - sono le cose che ho detto in esordio - la situazione più critica
nel corso dell’ultima settimana e in particolare nell’ultimo weekend con questa
soluzione da parte dell’Unità di Crisi, Protezione Civile, Prefettura, insomma durante la
giornata di domenica dell’individuazione dei due spazi di Maria Adelaide e Padiglione
5. Spero si sia sentito e sono a disposizione.

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