Interventi |
SICARI Francesco (Presidente) Quindi inizierei dall’interpellanza n. mecc. 202000669/002, presentata dal Capogruppo Lo Russo e altri, che ha come oggetto: “La crisi di passeggeri e voli dall’aeroporto di Torino” SICARI Francesco (Presidente) Solo un attimo e le lascio subito la parola. Prego, Assessore Sacco. SACCO Alberto (Assessore) Sì, questa interpellanza in realtà è stata approfondita in Commissione Consiliare, dove ha partecipato l’Amministratore Delegato di SAGAT, il dottor Andorno, con i suoi uffici. Con riferimento comunque alla crisi io direi soltanto tre cose, tre flash importanti per far capire che prima di quello che sta capitando in questi giorni, ovviamente, la situazione era un po’ diversa da quella narrata nell’interpellanza, cioè l’Amministratore ha spiegato alcuni aspetti, in primis che sono anni, cioè da quando è arrivato, che sta cercando di far sì che l’aeroporto di Torino diventi una base per compagnie aeree, che sta lavorando molto sui voli verso il Sud, che stanno dando soddisfazioni, e soprattutto mi ha spiegato un aspetto secondo me molto interessante, che è quello del fatto che c’è stato effettivamente nel 2019 un calo di 132.000 passeggeri, ma questo calo è principalmente imputabile ad un calo molto importante avuto da una compagnia che, come sapete, ha avuto una crisi internazionale, aveva base a Torino, ha perso altre basi perché addirittura la base di Liverpool l’ha cancellata e solo a Torino questa compagnia ha perso 251.000 passeggeri. In realtà, molto bene, l’Amministratore Andorno ha spiegato che tante altre compagnie hanno incrementato in maniera importante il numero dei passeggeri, Easy Jet, Volotea, Wizz Air in particolare. Quindi il quadro, al di là delle..., boh, non lo so, comprensibili questioni politiche di critiche, che sono sempre assolutamente legittime, è un po’ diverso da quello tracciato nell’interpellanza. In più sempre l’Amministratore Andorno ha ben spiegato tutti gli investimenti che sta facendo, ha ben spiegato quelli che verranno fatti nei prossimi mesi, quindi, ripeto, prima di quello che è capitato in questi giorni la situazione era piuttosto chiara e, come aveva detto, erano previsti diversi incontri per eventualmente riuscire ad implementare, proprio legato al discorso di far eventualmente diventare Torino una base con altre compagnie aeree. Adesso in questo momento bisognerà capire che cosa succede nei prossimi mesi. SICARI Francesco (Presidente) Prego, Capogruppo Lo Russo. LO RUSSO Stefano Io mi scuso, non vorrei sembrare scortese, Assessore Sacco. Secondo lei ha dato risposta alle tre domande dell’Interpellanza Generale? Erano piuttosto puntuali. La prima era: “Che esito avevano avuto le riunioni relativamente alle promesse fatte dalla Sindaca Appendino per quello che riguardava la base low cost di Ryanair”, quindi erano molto specifiche le domande. La seconda è se intendeva convocare i soci proprietari dell’aeroporto per capire quali prospettive di sviluppo e quali piani di investimento prevedevano. La terza era: “Quali misure si prevedeva di mettere in atto per supportare lo scalo di Torino Caselle e uscire da questa fase di stallo”. Io con franchezza mi sarei aspettato un minimo più di organicità, erroneamente, chiedo scusa. Le domando scusa, Assessore Sacco, se continuo ad avere aspettative un po’ più alte. Allora proviamo a dire noi che cosa in qualche modo riteniamo sia invece mancato in questi anni. La crisi di Caselle è una crisi oggettiva, non è questione di speculazione politica, non è questione di vedere le cose a seconda del colore politico, ma parlano i numeri, da questo punto di vista. Poi sicuramente possiamo attribuire la causa alla riduzione di una compagnia, piuttosto che alla riduzione di alcuni voli. I fatti numerici però dicono che Caselle perde passeggeri. Allora, in un contesto generale in cui Caselle perde passeggeri come gli altri scali in Italia, uno potrebbe dire c’è una natura congiunturale che penalizza Caselle. La cosa che invece salta all’occhio, Assessore Sacco, è che Caselle perde passeggeri in un contesto in cui invece gli altri aeroporti li guadagnano e crescono. Questo è l’elemento politico, anzi, non politico, aritmetico, numerico, numerico. Sotto questo profilo il calo del 30,3%, ovviamente a nostro modo di vedere, non va tanto ricercato in una deficitaria strategia aziendale da parte di SAGAT. SAGAT è una Società per Azioni, gestisce il nostro aeroporto. Nel momento in cui fa utile e distribuisce questo utile ai dividendi, ha raggiunto il suo scopo. Il problema è l’atteggiamento della Città nei confronti di questa cosa e l’atteggiamento mentale, peraltro plasticamente rappresentato da parte sua in quella Commissione e ancora oggi in Sala Rossa, di un atteggiamento che è lì, guarda, osserva, non si capisce bene dove vuole andare a portare questa corposa e complessa baracca e soprattutto non chiarisce quali sono le azioni che mette in campo la Città, non SAGAT o Andorno, la Città di Torino, anche perché in questi anni, a partire dal 2017 in avanti, di soli contributi sul tema comparto, promozione internazionale, in generale, come dire, sviluppo turistico della città, di soldi la Città ne ho spesi parecchi, non è che non ne abbia spesi, giustamente, siamo oltre i 4 milioni di euro, cioè a conti fatti di fatture pagate nel complesso, impianto di promozione, di attività, di iniziative che riguardavano una parte del suo Assessorato. Allora, qual è il problema che le viene posto? Il problema che le viene posto non è certamente quello di aprire lei una base low cost, Assessore Sacco, e neanche, come dire, di inventarsi cose particolarmente stravaganti, ma di far sentire la pressione politica, istituzionale della città nei confronti del soggetto che oggi gestisce l’aeroporto di Torino-Caselle. In che modo? Innanzitutto individuando con chiarezza alcune strategie che - noi ci siamo permessi di farlo in Commissione, le ribadiamo oggi - a nostro modo di vedere paiono piuttosto chiare alla luce di questo quadriennio, dove comunque Caselle non ha particolarmente brillato e alla luce di questi dati riportati nell’interpellanza, che non sono di destra o di sinistra, gialli o rossi, ma sono dati numerici e segnano -3,9%, e sono quelli i dati, non ci possiamo fare nulla. Sicuramente il tema del lavoro è la base low cost. Notizia recente è che il Presidente Cirio, bontà sua e meno male, a differenza vostra, si sta occupando di capire come utilizzare dei fondi europei per localizzare una base low cost negli aeroporti piemontesi, ovviamente lui fa il Presidente della Regione Piemonte, parliamo di Caselle e parliamo di Cuneo- Levaldigi, ma anche di Caselle, senza incorrere nella normativa contro gli aiuti di Stato, okay? C’è un segnale, poi ci riesce, non ci riesce, dà almeno la sensazione di occuparsene, cioè di farsi carico del problema. Ci piacerebbe che analoga iniziativa istituzionale, perché su tutta una serie di altre partite invece siete super presenti, poi con risultati che ognuno poi giudicherà, ma ci siete; lì, non si capisce sotto questo profilo che cosa state facendo. La seconda cosa che ci permettiamo sommessamente di suggerire, ovviamente, è quella di richiedere a gran voce quello che serve a questa città e di farlo facendo pesare ovviamente non più il peso azionario di un socio che non è più azionista di SAGAT. Noi, io le ricordo, votammo contro quella deliberazione con cui fu dismessa la residua quota di SAGAT, perché almeno un rappresentante della Città di Torino, almeno un rappresentante della Città di Torino in quel Consiglio di Amministrazione era opportuno, a nostro modo di vedere, averlo. E quindi puntare su quelle che sono le rotte nazionali al servizio delle utenze piemontesi e torinesi, in particolare, e faccio specifico e preciso riferimento a tutta quella che è stata anche in qualche modo l’emergenza voli di rientro dei nostri fuori sede di Politecnico e Università, che queste vacanze natalizie non hanno, di fatto, potuto usufruire di collegamenti aerei per tornare a casa a un costo ragionevole e questa roba qua è avvenuta nella totale, perlomeno, palese, poi se invece avete preso delle iniziative, sarebbe il caso anche di farlo sapere, indifferenza completa e totale di questa Amministrazione. Il terzo elemento che ci permettiamo di suggerire è quello di incentivare SAGAT a lavorare alacremente su quelle che sono, a nostro modo di vedere, le rotte internazionali realmente significative, realmente significative. Questo è un tema che c’era già anche prima del tema del Coronavirus, a maggior ragione lo sarà anche dopo perché gli effetti e l’onda lunga di questa emergenza che stiamo tutti vivendo, saranno piuttosto, ahinoi, intense e quindi evidentemente evitare anche esperimenti, che sono anche, come dire, suggestivi e che sono anche stati tentati in anni precedenti dalla vostra Amministrazione, quindi per ulteriormente depoliticizzare la questione, perché mi rendo conto che tutto quello che diciamo noi viene immediatamente giudicato come strumentale. Allora, ad esempio, chi le parla pensa che sia velleitario immaginare un volo, per tradurre in termini concreti, Torino - New York, Torino - Detroit o Torino - Los Angeles, tanto per essere chiari, mentre sarebbe molto più utile avere 4, 5, 6 collegamenti sui grandi hub internazionali di carattere europeo e collegamenti sulle rotte verso il Sud Italia. Quarto elemento che ci siamo permessi di suggerire, che è un elemento che invece ovviamente attiene sempre al tema della sua sfera, che è quello delle attività turistiche, che riguardano i collegamenti diretti con le destinazioni estive, in particolar modo del Sud Italia, ma anche del Sud Europa e facciamo specifico riferimento alle mete servite da altri scali, come le isole greche, che invece sono servite con voli diretti estivi da numerosi scali contermini, che sono Bergamo, che sono lo stesso Milano Malpensa, che a Torino, di fatto, non trovano cittadinanza. La quinta azione che programmaticamente le abbiamo chiesto di proporre al nostro azionista SAGAT è quella di effettuare un corposo intervento di monitoraggio di quelle che sono le utenze effettivamente transitanti per il nostro scalo di Torino-Caselle, onde sgombrare un pochino il campo, il terreno da un’altra questione che, come dire, sappiamo la irrita personalmente parecchio, che è quando le contestiamo i dati sul turismo e sappiamo bene che lei è piuttosto sensibile quando le muoviamo qualche critica sull’utilizzo di alcune banche dati in luogo di altre, riterremo alquanto utile conoscere le ragioni che in qualche modo spingono ad utilizzare Torino-Caselle per quanto riguarda sia l’outgoing, che il cosiddetto incoming. Sesta e ultima proposta, e questo ovviamente non possiamo più farlo nel Consiglio di Amministrazione della società in quanto il Comune di Torino è uscito completamente dalla SAGAT, però lo possiamo fare in Sala Rossa, poi sappiamo benissimo il peso che ha, è quello di…, noi siamo contenti che SAGAT sia una società che produce tanti utili ed è in salute. Non ci dispiacerebbe se una parte di questi utili venisse reinvestita rispetto alle politiche che le dicevamo prima. Cioè, tradotto, siccome siamo in una condizione di oggettivo calo del trasporto aereo, che non glielo dico io, non glielo dice il PD, non glielo dice…, cioè lo dicono i dati di Unione Industriale, di Confindustria, che denunciano che Caselle ha perso il 3,9% dei passeggeri. Contemporaneamente abbiamo una società che snocciola utili e, anzi, giustamente li rivendica, ribadisco, è una società privata, ci manca ancora, ci piacerebbe, da amministratori di questa città, che tutti insieme, Assessore Sacco, non noi o lei, tutti insieme chiedessimo a SAGAT S.p.A. magari che una parte di questi utili, che invece di darli a dividendo agli azionisti, li utilizzasse per il rilancio dello scalo di Caselle. Queste sono le sei proposte che le abbiamo fatto. Poi se lei giudica strumentali e le giudica, come dire, faziose, faccia cosa crede. Noi ne siamo abbastanza convinti. Soprattutto su quest’ultima riteniamo che sia oggettivamente indispensabile lavorare alacremente, anche perché i dati, verosimilmente, del 2020 saranno drammatici, alla luce di cose che non dipendono dal trend storico che abbiamo analizzato fino adesso, non dipendono neanche da condizioni oggettive di assenza di interlocuzione amministrativa e crediamo che sarà anche opportuno che venga il momento in cui le stesse società riconsiderino le ipotesi relative alla destinazione dei loro utili a finalità, diciamo così, un pelo più di utilità pubblica in senso stretto e non solo, come dire, utilità privata in termini di dividendi. SICARI Francesco (Presidente) Prego, Consigliere Russi. RUSSI Andrea Sì, grazie, Presidente. Io, vabbè, prima di tutto l’ho trovata un’interpellanza veramente inutile, oltre che pretestuosa, come al solito, come tutte quelle che vengono da quella parte dell’Aula, anche perché il 20 di febbraio abbiamo ascoltato Andorno, è l’AD di SAGAT in Commissione e ha risposto già lui a tutte queste domande che sono state formulate nell’interpellanza in quella sede. Il punto 2), ovvero: “Se intenda convocare i soci proprietari dell’aeroporto di Torino per capire quali prospettive di sviluppo...” eccetera, eccetera, è stato già superato perché abbiamo ascoltato i soci in quella audizione. Le prospettive ci sono state presentate e riguardo agli altri punti direi che anche in quel caso Andorno è stato davvero molto chiaro. È difficile capire che cosa potrebbe rispondere di più la Giunta rispetto a quanto detto in quella sede. Prima di tutto, relativamente ai numeri è stato evidenziato con un collegamento, che tra l’altro è stato anche molto diretto, che la perdita dei passeggeri dell’aeroporto è dovuta al ridimensionamento di Blue Air, tra l’altro dettato non da scelte politiche (ovvero Torino non vista come strategica, perché non sono andati via per puntare su altre città), ma da motivi puramente economici; ovvero il vettore è in crisi finanziaria e sta finendo i soldi, questo ci è stato detto. Lo scorso anno, infatti, prima che Blue Air tagliasse i suoi voli è stato il miglior gennaio di sempre, quindi anche il discorso sui numeri direi che è piuttosto…, cioè i numeri li ho qui e sono tutti in crescita, a parte quest’anno, che è stato l’anno di Blue Air che è andato via dell’aeroporto. Dunque la crisi è stata davvero del vettore stesso, più che dell’aeroporto. Inoltre ci sono tre compagnie aeree che sono in crisi o che hanno ridimensionato i propri voli, che sono Air Italy, Blue Express e Alitalia e non hanno disinvestito solo da Torino, ma praticamente ovunque. Se si confronta la situazione di Caselle con quella di Malpensa, si può rilevare che Malpensa è cresciuto, però aveva una delle più grandi basi Air Italy ed è prevedibile che il prossimo anno sarà Malpensa ad avere un grosso calo dei passeggeri. A fronte di ciò però c’è stato l’arrivo di cinque nuove compagnie; Torino ha recuperato: EasyJet, Volotea, Wizz Air, British, Iberia e sono cresciuti molto e stanno scommettendo sull’aeroporto con voli che prima non c’erano, come ad esempio quello sulle isole greche. A fronte di un calo di alcuni vettori c’è una crescita del 3,3%, non del 3,9%. Potevano essere 426.000 passeggeri persi, ma con i nuovi voli si è ridotto di molto il numero di passeggeri persi perché ne sono stati guadagnati 293.000, che sono puntualmente quelli delle compagnie aeree che sono state introdotte o che hanno disinvestito, quindi è proprio matematico questo dato, non è un dato di passeggeri persi per motivi turistici o altro. Inoltre un dato positivo è che Torino in termini di frequenze è secondo soltanto a Milano, Roma e Venezia, insomma, purtroppo è penalizzato dal fatto vero di non avere un traffico low cost così forte. Però, Presidente, finalmente è arrivato il PD, finalmente abbiamo trovato la soluzione dell’aeroporto: fare di Caselle una base low cost. Direi che non ci aveva pensato nessuno, geniale! Siete veramente dei fenomeni; stupidi noi a non averci mai pensato, ma soprattutto stupido anche Andorno di SAGAT, che lavora tra l’altro nel campo da anni che, almeno secondo ciò che pensano probabilmente quelli che stanno dall’altra parte, probabilmente dall’inizio del suo mandato si occupa tutti i giorni di cercare nuovi vettori e nuove rotte aeree, ma soltanto quelle più costose, cioè a lui dei low cost non interessa, è andato a cercare proprio le compagnie più costose perché viaggiano soltanto i businessmen in un mondo che invece è sempre più globalizzato e dove le distanze sono sempre più corte. Quindi grazie che ce l’avete detto. Però, per fortuna, è SAGAT che in Commissione ha fatto notare agli amici del Partito Democratico che questa affermazione un po’ è la scoperta dell’acqua calda e che per fortuna l’aeroporto questa strada ha già provato a percorrerla da un po’. Però prima di tutto il vettore deve avere degli aerei e il problema di Ryanair, che è uno dei due grossi competitor, è che non ha gli aerei e in questo momento qui questo ci è stato riferito ed effettivamente è vero perché il problema sono gli incidenti aerei che ha avuto il nuovo Boeing 737-800 MG. Quest’anno ha avuto due incidenti aerei e loro avevano fatto tutta una serie di acquisti legati a questo Boeing, di conseguenza hanno proprio fermato gli investimenti e quest’anno non gli arriveranno nuovi aerei. Quindi questo è uno dei vettori che non potrà sicuramente arrivare su Torino e questa è stata la seconda risposta alle domande che avete presentato. Secondo: al vettore deve interessare Torino. Ma se EasyJet, che è il secondo vettore aereo low cost, ha già una base su Malpensa, vallo a spiegare a EasyJet di mettere anche una base a Torino, quando magari ci sono altre città che non sono servite. Non ha nessun interesse ad arrivare su Torino proprio a causa della distanza e della logistica. Su altri stanno lavorando, su Volotea stanno lavorando, ad esempio. È ovvio, dunque, che sia necessario provare a fare a Torino una base low cost, ma data l’attuale situazione della low cost, ovvero vettori italiani molto deboli, per quanto riguarda i vettori internazionali ci sono pochi player, e visto che Torino è ancora percepita come una scommessa e dato che, appunto, il traffico aereo su Torino è soprattutto outgoing, è necessario lavorare anche con compagnie che hanno rotte forti e situazioni stabili e non solo con le low cost, che sono poi quelle che possono rischiare di posizionare dei voli sulle rotte più deboli o che sono una scommessa. Un vettore attualmente non dismette le sue rotte forti per venire qui a Torino, ma quando compra dei nuovi aerei deve scegliere dove metterli e deve poter prendere in considerazione Torino tra le sue scommesse. Noi dovremmo diventare un’allocazione di capacità incrementale, questo è il termine, insomma, ed è la stazione che deve diventare Torino. Sicuramente la Città può fare un buon lavoro di promozione, questo è il compito che probabilmente può avere la Città. Io nella Commissione... SICARI Francesco (Presidente) La invito a concludere. RUSSI Andrea Sì, concludo, Presidente. Ho percepito molto ottimismo da parte di SAGAT. I 3.950.000 passeggeri, nonostante Blue Air, sono il frutto di un meticoloso lavoro e inoltre la società ha messo in campo un bel piano di investimenti che cuba svariati milioni di cui tutti possono cominciare a vedere i frutti. Basta andare in aeroporto e vedere che c’è la nuova area arrivi e l’aeroporto sarà completamente green entro il 2025. In ultimo, e anche in questo caso ovviamente condivido le parole dell’AD di SAGAT, un certo tipo di comunicazione, soprattutto politica, non fa bene all’aeroporto, non fa bene alla città. Se viene descritta una situazione apocalittica, cavalcare quei titoli è davvero il male della città di Torino e del nostro aeroporto, quando in realtà non è la situazione quella descritta; quando viene scritto che vengono persi dei voli su Londra è ovvio che quei voli non sono stati persi, ma sono stati sostituiti con altri voli sempre su Londra, ma voi avete disegnato questa situazione che è apocalittica. Purtroppo è da tre anni e mezzo che questa è la vostra modalità di comunicazione. Avete ampiamente dimostrato, così lo dimostrate tuttora che ovviamente sacrificate il bene della città per il bene del Partito. Questo purtroppo è il senso di tutto quanto. Grazie. SICARI Francesco (Presidente) (INTERVENTO FUORI MICROFONO). Come ho richiamato lei? Sì. (INTERVENTO FUORI MICROFONO). Lei l’ho richiamata a 10.25 ed è andato avanti fino a 11. L’ho richiamato, a 5.25 ho richiamato il Consigliere Russi, tendo a richiamare sempre a “e 25”. Prego, Capogruppo Tresso. TRESSO Francesco Grazie, Presidente. Cercherò di stare nei tempi. Ma, guardi, Assessore, io ho trovato un po’ imbarazzante le non risposte che ci ha fornito e che forse si concretizzano nella frase finale che ha pronunciato: “Bisognerà vedere”. Questo auspicio “Bisogna vedere” è un po’ emblematico di tutto quella che è stata una politica di questa Amministrazione sull’aeroporto di Caselle, che, ricordiamoci, come ha detto prima il Capogruppo Lo Russo, ha pensato bene di cedere completamente le azioni SAGAT. Per carità, anche Fassino le aveva già vendute. Però, vede, quella presenza al tavolo del Consiglio di Amministrazione secondo me poteva avere una sua funzione, perché poi è ben vero che noi invitiamo in Commissione, come ci ha ricordato il Presidente Russi, l’Amministratore Delegato di SAGAT, ma invitiamo, appunto, l’Amministratore Delegato Andorno, non invitiamo i soci. Perché, vede, il problema vero è capire F2i che idea ha, un piano di sviluppo su Caselle quale sia e noi non possiamo limitarci a leggerlo dai giornali, sarebbe un po’ più opportuno sederci a quel tavolo, interloquire, discutere con i soci. Perché francamente quello che lei ci ha detto, quello che lo stesso Presidente Russi, che ha dei dati sui quali io francamente dissento... Guardi, io ho qui sottomano, ho proprio sul computer i dati sugli aeroporti che non mi rappresentano questa situazione così idilliaca e così edulcorata e anche tutta una serie di scusanti che, mi perdoni, Presidente, ma mi sembrano veramente un po’ excusatio non petita, perché rimandano ancora all’Opposizione, adesso in particolare al PD, ma non solo al PD, ma, insomma, a tutta una serie di elementi che francamente non sono stati neanche citati, ma che ci sono stati di nuovo rinnovati a verbale. Vede, io vedo i dati presi adesso, tra l’altro anche del 2020, gennaio mi dà un calo dell’1,9% di..., se lo rapporti a un sito che è palesemente falso… Se poi prendiamo i dati del 2019 c’è un -3%, si è tornati sotto la soglia dei 4 milioni di passeggeri che era dal 2016 che non ci stavamo e il cargo è del -30%, che è un dato veramente a livello nazionale molto, molto preoccupante quando è sempre in crescita. Questo vuol dire che una riflessione sulla logistica della Città, sulla possibilità di destinare anche uno sviluppo su questo campo non è stata minimamente possibile attuarla, ma non è stato attuato proprio un piano condiviso di sviluppo turistico, di sviluppo di rotte. Ormai F2i, che comunque, ricordiamolo, è azionista di maggioranza anche di Malpensa, probabilmente vede là, in quella sede, la possibilità di accesso ai nostri territori e su Caselle non è chiaro quale sia il tipo di sviluppo che voglia avere. È sicuro che al di là di tutte queste rotte… ma, certo, ci sono anche destinazioni minori, però il fatto di perdere il collegamento quotidiano da Air Bruxelles con la capitale europea, con Bruxelles, è un dato veramente importante, perché ci porta fuori dall’Europa. Gli stessi voli su Londra che sono stati citati, magari sostituiti con altri, ma se British Airways sostituisce il volo del lunedì mattina e del venerdì sera, che sono quelli che, se volano su Londra, sono ovviamente i voli più utilizzati, è un dato allarmante perché vuol dire che viene meno una possibilità di collegamento reale con i nodi, con i centri dove si svolge l’attività finanziaria, l’attività economica principale a livello europeo. Poi magari guadagneremo qualche rotta su destinazioni minori, però è questo che francamente preoccupa, il fatto che è del tutto casuale e noi, come lei giustamente ci ha ricordato, “bisognerà vedere”, staremo a vedere. Allora, ancora una volta io trovo che quello che preoccupa non sono tanto i toni allarmistici e questi non fanno bene alla città, quello che non fa bene alla città è non avere delle idee, non avere una programmazione, non avere una strategia sulla città, una strategia che doveva essere declinata su questi termini. Ma, Assessore, abbia pazienza, me la spieghi qual è la sua strategia. Più che dire: “Usciamo da SAGAT”, “bisognerà vedere”, abbiamo sentito Andorno, ma non sappiamo collocare con i soci perché un piano di sviluppo di Caselle non l’abbiamo visto e non l’abbiamo neanche chiesto purtroppo, perché non li abbiamo mai chiamati a questo tavolo, per cui ci spieghi veramente… Intanto non ce lo spieghi, è inutile stare a chiedere cose che sappiamo ormai da quattro anni che non saranno date come risposte, più che dire: “Stiamo a vedere” e vedremo cosa succederà. Certo io non voglio fare il catastrofista, ci mancherebbe, e mi piacerebbe che questa città potesse avere una maggiore dignità, non vedo tutto questo ottimismo che invece mi sembra promulgare la Maggioranza 5 Stelle. SICARI Francesco (Presidente) Prego, Vicecapogruppo Pollicino. POLLICINO Marina Grazie, Presidente. Il fatto che siamo qui ancora una volta ad affrontare il problema della crisi di passeggeri e di voli dell’aeroporto di Caselle mi risulta particolarmente odioso perché è un problema che, come tanti cittadini torinesi, mi colpisce in modo particolare. Come più volte ho avuto modo di sottolineare, Torino è la mia patria di adozione, ma naturalmente quando la nostalgia degli affetti familiari si fa sentire, mi capita di cercare le opportunità più convenienti per trascorrere qualche giorno nella mia terra di origine e come me sono tanti i cittadini originari di altre regioni che vivono felicemente a Torino o nei territori della Città Metropolitana, ma che molto volentieri, se lo consentissero le condizioni di lavoro, di frequenza dei voli e soprattutto di costi, farebbero ritorno di tanto in tanto nei loro luoghi di origine. Ora, chi non ha provato a prenotare qualche volo nei periodi più consueti di ferie, vacanze natalizie, pasquali, estive, ponti vari e poi si è dovuto arrendere perché i prezzi dei biglietti in quei periodi avevano raggiunto costi talmente alti da essere costretti a rinunciare? O perché la combinazione dei voli era talmente penalizzante in termini di durata del viaggio da rendere impossibile la fruizione in modo ottimale dei pochi giorni di ferie a disposizione? Temo che sia un’esperienza comune a molti torinesi e che la dice lunga sulle potenzialità di un aeroporto che invece ha visto negli anni ridursi le direttrici di traffico e voli con il disimpegno di alcune compagnie aeree e in contemporanea si è avuta anche la dismissione da parte della Città delle quote della società che gestisce Caselle. Già nel 2012 la Giunta Fassino aveva ceduto il 28% delle quote di SAGAT per 35 milioni, quando la perizia l’aveva valutata 58 milioni. La stessa cosa ha fatto la Giunta Appendino che ha ceduto al fondo F2i il 10% delle quote per 14 milioni quando sperava di ricavarne 20. È evidente, nella tendenza alla privatizzazione dei gioielli di famiglia, far cassa, una linea di continuità che accomuna le due Consiliature, privatizzazione che dispiace soprattutto in una città che, complice la crisi economica, avrebbe molte occasioni per far lavorare le compagnie low cost in quasi tutti i periodi dell’anno, penso in particolare alle tratte per il Sud - le cosiddette tratte domestiche, le cui tariffe, certe, ma non sempre competitive, penalizzano soprattutto i lavoratori e le famiglie che desiderano riunirsi, specie in certi periodi dell’anno -, ma riguarda anche le rotte internazionali, anche tenuto conto del fatto che ancora a luglio l’Amministratore delegato della SAGAT, dottor Andorno, spiegava come il traffico internazionale sia principalmente estivo e come Torino, ad esclusione dei mesi da gennaio a marzo sia penalizzata rispetto ad altre destinazioni italiane, essendo meno percepita all’estero come meta vacanziera estiva. Ciò significa purtroppo che il nostro aeroporto non sembra riuscire ad attrarre l’interesse di vettori low cost che possano consolidare e incrementare a Caselle le loro basi. Eppure appare evidente che senza una politica industriale e un piano di investimenti che possano favorire l’insediamento di nuove basi, il nostro aeroporto è destinato a soccombere di fronte alla concorrenza non solo di città vicine, ma anche rispetto al trasporto su ferrovia, laddove invece, pensiamo a Napoli, i dati ufficiali aritmetici e politici, tra l’altro con il nostro ex Amministratore Delegato, hanno registrato un notevole incremento di tratte, voli e turisti. Addirittura i dati resi noti da Gesac del 2019 parlano di un incremento del 9% rispetto al 2018 in termini di passeggeri e i volumi sono cresciuti grazie ad una strategia commerciale vincente ben oltre la media nazionale. Tutto ciò è motivo di rammarico, perché come ha già fatto notare il Capogruppo Lo Russo le direttrici di traffico verso il Sud, ma anche verso i Paesi dell’Est, potrebbero davvero contribuire a dare una svolta qualitativa e quantitativa all’utilizzo del nostro aeroporto, venendo incontro alle esigenze più sentite di una parte abbastanza consistente della cittadinanza locale, che in base ai dati evidenziati sulle rotte nazionali presenta volumi notevoli. Un incremento dei suddetti voli, accompagnato da una diminuzione delle tariffe, specie nei periodi corrispondenti alle vacanze, verrebbe salutato in modo molto positivo da migliaia di lavoratori abituati, al contrario, a subire un aumento spropositato delle tariffe proprio in quei periodi e spesso costretto obtorto collo a rinunciare alle vacanze o a trovare alternative economicamente più accessibili e su questo, un intervento della Città, con azioni puntuali e concrete, per esempio - come più volte richiesto anche dal Capogruppo Lo Russo -, con un’interlocuzione diretta con i soci, sarebbe un segnale significativo per la cittadinanza tutta, torinese e non. Grazie. SICARI Francesco (Presidente) Grazie a lei. Prego, Capogruppo Petrarulo. PETRARULO Raffaele Grazie, Presidente. Su Caselle ci sarebbe da fare un poema, perché veramente partendo da quello che abbiamo sentito, da quello che parliamo sempre, sono anni e anni che parliamo di questo benedetto aeroporto. Siamo riusciti ad arrivare al quattordicesimo posto, cioè la quarta città d’Italia che arriva ad essere il quattordicesimo aeroporto d’Italia. Cioè io penso che sia quasi impossibile riuscirci. Naturalmente bisogna ringraziare più attori, di destra e di sinistra, perché poi non vorrei qui addebitare tutto alla Sindaca Appendino, perché bene o male sì, possiamo dire che sono tre anni che è Sindaco, però naturalmente tutto questo parte da anni e anni fa, perché quando… Io mi ricordo, perché poi bisogna anche citarle alcune cose, quando ero Consigliere provinciale nel 2014, che ho finito il mandato, con Saitta si parlava, appunto, già della base di Torino per quello che riguardava Ryanair e naturalmente gli aiuti di Stato, come diceva giustamente il già troppo citato e amico Lo Russo, sono da andare poi a collimare. Perché gli aiuti di Stato che potrebbe dare Torino non è che non li hanno dati poi Bergamo, Pisa, Bologna, Napoli, Bari, Venezia, Treviso, perché alla fin fine bisogna capire una cosa, in certe città che hanno avuto meno appeal… (come dice qui in un articolo che sono andato a prendere del 21 dicembre a “La Repubblica”, l’Amministratore Delegato Andrea Andorno, che spiega bene lui cosa pensa per poter risollevare), non è che le altre città abbiano un appeal migliore di Torino, eccetto alcune classiche. Torino è stata, fino ad ante il Coronavirus, una delle città che era in forte crescita per quello che riguardava il discorso del turismo. Però che è successo, invece? Che abbiamo sempre fatto i satelliti di Milano, quindi di Malpensa e concordo pienamente quando…, cioè non è solo l’Amministratore Delegato che viene a dirmi nell’articolo su “La Repubblica” e dice: “Bisogna fare un…”, lo leggo: “Il successo di un aeroporto e dei suoi voli è determinato dal traffico che riescono ad ingenerare e dall’appeal del territorio”, vabbè, ma questa mi sembra acqua calda per chiunque lo vada a leggere e va a parlare del co-marketing e naturalmente dell’appeal che viene fatto. Ma se tu non lo crei questo co-marketing, se tu non crei un appeal per Ryanair, ma per quale motivo deve fare l’hub Ryanair? Ryanair prende l’aereo di qua e poi va direttamente nell’hub di Bergamo. Non voglio paragonarmi a Bergamo, ma Bologna e Pisa che sono vicine a Bergamo cosa pensano? Hanno un numero maggiore di viaggiatori? Impossibile questo, non è palese. Napoli, giustamente, essendo al Sud, Bari, diventano aeroporti che sono i migliori d’Italia, ma in confronto a un aeroporto come Caselle che ha un hub che è classificato come il quarto d’Italia, cioè quindi il quarto hub d’Italia per quelle che potrebbero essere le coincidenze. Che fare, quindi? Perché poi ce la possiamo raccontare. Siccome bisogna incentivare chi viene qui a Torino, sennò…, cioè vedere gente che prende due ore di pullman per andare a Malpensa o ad Orio al Serio, sono tutti questi che viaggiano poi, dice, va bene Bruxelles e via discorrendo, e vedere poi qui compagnie di linea, naturalmente, che non hanno neanche la voglia di venire a investire con dei prezzi che sono stratosferici in confronto al low cost di Bergamo, Malpensa e altre città. Allora insistere naturalmente su questo significa creare quello che diceva l’Amministratore Delegato. Ma io non voglio sentire, perché non voglio accodarmi, ma bisogna dargli ragione, non è qui che l’Amministratore Delegato deve dare l’imprimatur su quello che riguarda l’aeroporto di Caselle, sono i soci, i soci, checché se ne dica in una S.p.A., i soci di maggioranza che non sono né la Regione, né il Comune, è F2i, no? Ma F2i da chi è composta? Da primari Istituti bancari, che, guarda caso, qualcuno ha la sede legale ancora qui a Torino e altri l’hanno spostata su Milano, quindi anche questo ci deve fare un po’ riflettere. Questi sono da chiamare quindi nelle sedi delle Commissioni, non l’Amministratore Delegato. L’Amministratore Delegato risponde di quello che fare. È il socio che determina il bilancio, è il socio che approva il bilancio, non l’approva l’Amministratore Delegato, lo va ad indirizzare. Quindi le strategie che vengono fatte dall’Amministratore Delegato o da SAGAT sono quelle che sono le strategie dei soci, dove i soci di minoranza possono essere parte, quindi quello che riguarda la Regione e via discorrendo, ma hanno delle percentuali così risibili nei conti, del 52, perché il 52 fino a prova contraria comanda il 100%, quindi perché tutto può essere fatta tramite loro. Quindi questo bisogna andare a guardare. Quando si parla di F2i, che è il socio maggioritario nel quadro SAGAT, F2i è composto da Cassa Depositi e Prestiti e primari naturalmente Istituti bancari, no? Non faccio nomi, ma sono i due principali che sono qui a Torino. Per quale motivo non c’è un incentivo vero e proprio quindi per questo discorso di questo aeroporto? Bisogna chiederlo a loro, l’Amministratore Delegato che venga interpellato. È stato interpellato e hanno fatto bene (incomprensibile) a dire: “Lo abbiamo interpellato”. Io vorrei interpellare i soci, vorrei capire perché i soci non vogliono investire in questo caso e chiudo. Vorrei capire questo, perché non è possibile, lo dico senza remora, cioè parlare di appeal, parlare di turismo, parlare di tutto, Torino non è la quattordicesima città d’Italia per turismo, anzi, è una città che tutti…, checché se ne voglia, in giro è quella che è la migliore, è quella che per turismo può decollare meglio. Ma decollare con che cosa? Se non decolla, e abbiamo fatto, e poi, scusatemi, chiudo, il discorso che il collegamento tra Torino aeroporto e Torino città è fatto da un bus che prima viaggiava a corrente alternata e oggi viaggia spesso quando abbiamo una tratta ferroviaria, potrebbe essere quella che dovrebbe funzionare meglio, come in altre città. Quindi l’appeal è dato da quello, il co-marketing che dice l’Amministratore Delegato è quello, non sono i sei milioni di investimento da andare a fare, ma sono quelli da andare a fare sull’aeroporto. Quindi, Presidente, lo dico a lei, ma lo dico anche a tutto il Consiglio, riconvochiamo i soci, ma i soci veri di SAGAT. Riconvochiamo i soci, ovvero i soci di maggioranza, coloro che fanno parte dei soci di maggioranza. SICARI Francesco (Presidente) Consigliere Fornari, prego. FORNARI Antonio Sì, grazie, Presidente. Ma io vorrei comprendere come una quota del 38% non è un asset strategico e quindi viene dismessa, invece una quota del 10% diventa strategica e quindi è un errore madornale cederla, perché purtroppo nel 2012 quando il Comune di Torino aveva una quota del 38%, che sommata al 5% della Provincia, più la quota regionale permetteva comunque agli Enti Pubblici di avere una quota importante all’interno di SAGAT e quindi influenzare e controllare la società che gestiva l’aeroporto di Caselle, in quegli anni lì si è…, qui in Aula io ho cercato adesso, ultimamente, una dichiarazione del Vicesindaco che si occupava di partecipate, Dealessandri, in cui si diceva: “SAGAT non è più un asset strategico”. In quella Maggioranza, il Capogruppo di quella Maggioranza era proprio il Consigliere Lo Russo, che mi pare votò quella delibera in cui si diceva chiaramente che SAGAT non era più un asset strategico. Quindi nel 2012 SAGAT non era un asset strategico e si potevano dismettere le quote. Nel 2017 invece, quando il Comune di Torino, a seguito della Legge Madia, quindi un Ministro del Partito Democratico che ha obbligato gli Enti Locali a dismettere tutte le partecipazioni in società con partecipazioni cosiddette “polvere”, cioè con delle quote minoritarie in cui non c’è un controllo pubblico, non c’è un interesse generale e di conseguenza in una società in cui il Comune di Torino… gli altri Enti erano già usciti, quindi Provincia e Regione erano già uscite, è rimasto solo il Comune di Torino con una quota del 10% e quindi nominava un membro del Consiglio di Amministrazione, su nove, ne nominava solo uno, quindi aveva obiettivamente pochissimo peso all’interno del Consiglio di Amministrazione, in cui il socio privato aveva il 90% delle quote; in quella società lì, io sinceramente non riesco a capire come quella quota diventa improvvisamente nel 2017 un asset strategico e quindi non si può cedere, pur non avendo né controllo, né voce in capitolo all’interno della società, ma diventa immediatamente strategico. Nel 2012 invece non era strategico, si potevano dismettere tutte le quote, si poteva fare qualsiasi cosa e poi sono le stesse persone che nel 2012 hanno votato le delibere delle dismissioni che vengono qui e ci dicono invece l’esatto contrario. Però sappiamo che la politica è l’arte del non si sa bene che cosa e quindi si può dire tutto e il contrario di tutto nel giro di cinque anni, di cinque-sei anni, quanti ne sono passati? Sette anni e dobbiamo accettarlo, funziona così, ne prendiamo atto. Quello che effettivamente però non possiamo accettare è che si continui a dire che l’aeroporto va male, che va tutto male perché si fa un danno all’aeroporto, ma soprattutto alla città di Torino perché, come diceva qualcuno, e come ha detto anche l’Amministratore Delegato in Commissione, il mese di gennaio è stato il secondo mese con il più alto numero di passeggeri della storia dell’aeroporto, quindi non significa che l’aeroporto va così male. Un aeroporto che ha investito e quindi qualcuno chiedeva l’intervento dei veri proprietari o dei soci, cioè se effettivamente c’è un interesse di SAGAT nel dismettere o comunque non interessarsi dall’aeroporto, una società del genere non fa un investimento mi pare di 36 milioni di euro in cui ristruttura tutto l’aeroporto e rende più accogliente l’aeroporto stesso, perché altrimenti non investe una cifra del genere su un aeroporto. Sicuramente bisogna lavorarci sull’aeroporto. L’Assessore Sacco si deve occupare dell’aeroporto di Caselle, anche se la competenza, lo ricordiamo, la competenza degli aeroporti è una competenza regionale, come qualcuno citava i sei milioni di euro che il Presidente Cirio sta cercando di sbloccare, perché in questi anni, sia la Regione nei cinque anni precedenti non se n’è interessata e mi auguro che almeno il nuovo Presidente Cirio si occupi dell’Aeroporto di Caselle. Qualche dubbio mi rimane, perché obiettivamente il Presidente Cirio ha, diciamo, un occhio di riguardo per l’area cuneese, per l’aeroporto di Levaldigi, com’è successo in passato, e quindi qualche dubbio mi viene. Io mi auguro che invece finalmente a livello regionale si prenda una scelta strategica e si punti su un unico aeroporto regionale. È brutto dire perché magari per qualcuno a livello regionale non si vuole prendere questa decisione perché si ha paura di perdere consenso nell’area del cuneese, ma la Regione Piemonte non può più permettersi due aeroporti. Qualcuno deve pur dirlo. Io lo voglio dire e lo voglio ribadire, la Regione Piemonte deve puntare su un unico aeroporto in maniera chiara e migliorare i collegamenti ovviamente con tutte le province e con tutte le zone della regione, puntando seriamente e investendo seriamente su Caselle. Così possiamo fare effettivamente gli interessi dei torinesi e gli interessi dei piemontesi. Invece dissipare le risorse, perché anche i sei milioni verranno suddivisi tra Caselle e Levaldigi, dissipare le risorse non è sicuramente una maniera oculata di gestire il denaro pubblico. Grazie. SICARI Francesco (Presidente) Grazie a lei. Prego, Capogruppo Napoli. NAPOLI Osvaldo Grazie, Presidente. Io ho ascoltato e credo che... ricordo tanti mesi or sono col Presidente Russi avevamo fatto tutto un lavoro per convocare l’allora Presidente Barbieri. Beh, io però vi ho sentito parlare del passato. Io sono preoccupato per il futuro, sono molto sincero con voi. Assessore, lo dico al Sindaco, con l’incontro che avremo e che avrete con l’imprenditore delle aree produttive non sono ancora chiari gli effetti che l’aeroporto di Caselle avrà con questo virus che c’è, non lo sappiamo. Ancora io pongo una domanda diversa rispetto a quello che gli altri miei colleghi mi hanno detto. Io chiederei, certamente non adesso perché diventa difficile, quella che è la prospettiva futura. Scusate, l’Alitalia sapete che ha tagliato oggi 100 voli in Italia? Sapete che ha tenuto soltanto più quattro collegamenti con Roma da domani? Che da domani Torino ha soltanto quattro collegamenti. Ma non è un problema di colpa di qualcuno, eh, dico è il momento particolare che porta a questo. Allora parliamo del futuro. Il passato ormai è passato. La preoccupazione deve essere quella che avverrà dopo. Ma aggiungo una contrazione del traffico da lunedì 24, quando è scoppiato il problema del virus è di ben il 22%. Io guardo avanti, non guardo indietro. Io chiedo a voi, ma con senso di responsabilità. Questi dati sono inconfutabili. Il problema vero sarà il futuro di quello che sarà l’aeroporto, non oggi, non quello che è avvenuto in passato. Cosa sarà? Cosa avverrà? Lo sapete che l’Air France, l’Air Dolomiti, Wizz Air dal 10 marzo riducono completamente i collegamenti che loro hanno? Lo sapete che la British il 24, il 25 e il 26 marzo annulla totalmente i voli per Londra? Ma non li annulla perché è colpa vostra o colpa mia, li annulla per un fatto contingente di cui noi dobbiamo tenerne presente per guardare il futuro di Caselle. Non dobbiamo soltanto parlare di quello che è passato. Ma in una situazione emergenziale come quella di oggi dobbiamo capire che la cosa sarà diversa nel futuro. Al limite partire da questa situazione per rivedere le cose. Allora finisco, io chiedo certamente al Sindaco, ma chiedo a tutti in maniera unitaria quando avrete l’incontro con le attività produttive, quando avrete l’incontro con i soci, quello che voi volete, di chiedere bene, alla luce di questa grave crisi che sta colpendo il Paese in termini generali, cosa sarà e come sarà diverso l’aeroporto di Caselle. Una cosa voglio dire soltanto a Fornari, quando parli… (quando parla, parli, non è questo il problema), tutto giusto, sono perfettamente d’accordo. Al di là non conosco le vicende di Lo Russo, non entro in merito. C’è solo un problema, che quando si parla, dice: “Un aeroporto solo e il resto ci vogliono i collegamenti”, beh, io ricordo che siete voi al governo ormai da lungo tempo e la Asti-Cuneo non c’è. Siete voi che da lungo tempo dicevate no alla TAV. Siete voi da lungo tempo che dite no ai grandi collegamenti che uniscono il Piemonte, perché manca il collegamento con la Malpensa, mancano altri collegamenti. Allora giochiamo sui collegamenti e chiediamo allo Stato grandi investimenti, com’è giusto che sia perché ci sia un rapporto periferia con l’aeroporto di Caselle, oppure con l’aeroporto di Malpensa. Io personalmente dico ci fosse un grande collegamento di alta velocità con la Malpensa voi pensate che Caselle sarebbe ancora quello di oggi? Il 90% prenderebbe il treno e andrebbe a Malpensa. Abbiate pazienza, ma se continuiamo a dire di no a qualsiasi tipo di collegamento e siccome lei ha fatto riferimento al collegamento, io devo dire che qualche colpa poi ce l’abbiamo, perché noi non possiamo non essere… Ma detto questo, è un riferimento a parte, io credo, lo dico a tutti voi, che in base ai dati che ci sono oggi il problema è il futuro. Non entro in merito al passato, né mi interessa più, guardo avanti. Ho un’età in cui riesco ancora a guardare avanti, pensate voi. Allora guardo avanti, i dati sono questi, corriamo il rischio di avere un aeroporto, non per colpa nostra e non per colpa vostra, un aeroporto che subisce, alla luce di quanto sta succedendo in maniera grave a livello nazionale e mondiale, ulteriori tagli. Facciamo in maniera tale, parlando con la proprietà, che avvenga tutto in accordo con l’Amministrazione Comunale, con la Regione, con gli Enti Locali, che è anche molto più ampio il discorso, in maniera tale da superare in futuro, non in questi giorni, perché in questi giorni non lo potrà fare né l’Assessore, né nessun altro, di poter trovare una soluzione che metta, ripeto, in risalto l’aeroporto di Torino, l’aeroporto di Caselle. Grazie. SICARI Francesco (Presidente) Grazie a lei. |