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Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 24 Febbraio 2020 ore 13,00
Paragrafo n. 4
INTERPELLANZA 2020-00626
"IL PIANO DI FABBISOGNO DEL PERSONALE NON ? UNA APPLICAZIONE DI ALGEBRA" PRESENTATA IN DATA 11 FEBBRAIO 2020 - PRIMA FIRMATARIA ARTESIO.
Interventi
ARTESIO Eleonora
Io comprendo la pressione, forse fastidiosa, con la quale disturbo l’Assessore al
Personale sulla questione del fabbisogno del personale in rapporto alle attività dell’ente
Comune e in rapporto al piano dei pensionamenti. Credo però che sia il momento di dire
con chiarezza alcune questioni. Ho preso atto delle richieste che sono state avanzate
nell’indagine interna attraverso le distinte Direzioni, e proprio quella presa d’atto mi fa
osservare che l’operazione, determinata dal Documento Unico di Programmazione dalla
deliberazione di Giunta, non è affatto un’operazione che asseconda le richieste dei
diversi Assessorati, anzi, abbiamo una significativa forbice tra le richieste avviate nella
Direzione personale e quelle effettivamente soddisfatte. Volendo fare una sintesi, a
fronte di 708 richieste, quanto determinato, con i documenti che ho richiamato, prevede
238 assunzioni, un terzo delle necessità evidenziate come opportune e doverose per
mantenere il livello dei servizi attualmente erogati; non sono contemplate, all’interno di
questo dato nelle richieste e nelle previsioni concorsuali, oltre i 50 posti già noti,
riguardanti il Corpo di Polizia Municipale perché non risultava nella corrispondenza che
mi è stata consegnata. Ora io sono qui a segnalare una situazione che credo meriti
un’attenzione politica e non è l’urgenza e la fatica di funzionamento dei nostri servizi, è
il fatto che con questa operazione, apparentemente tecnica, si sta snaturando, senza un
dibattito politico e senza una consapevolezza pubblica, il modo di funzionare del
Comune di Torino perché quando a fronte di 60 e più richieste di docenti avanzate
dall’Assessore al Sistema Educativo se ne soddisfano 35, la conseguenza che è stata
adottata da questa Giunta è stata quella di orientare diversamente le iscrizioni; e quando,
nel sistema generale delle scuole, la scuola municipale perde dimensione, quelle sezioni
non si riapriranno più. Il peso della sezione dell’offerta educativa del Comune nel
sistema generale diminuirà e poi si vuole avere la governance del sistema formativo? O
ancora, quando nel sistema dei tecnici del Suolo e del Verde pubblico si diminuiscono
le figure esecutive e quelle di programmazione, coordinamento e direzione lavori, è
evidente, come si sussurra soltanto finora, che si andrà in direzione del global service ed
è conseguenza, quindi, di una scelta non dichiarata di esternalizzazione, ma chi l’ha
discussa? Diventa un fatto pressoché automatico di scelte compiute quando, nel sistema
dei Servizi Sociali, che pure hanno graduatorie a scorrimento, ma fino a settembre,
vorremmo sapere il dopo, noi abbiamo persone assunte con agenzie interinali, altre
assunte a tempo determinato con un finanziamento del PON Metro, altri con
finanziamenti in progetti cofinanziati dalle fondazioni bancarie e non riusciamo
nemmeno più a ricostruire il quadro di quali siano le funzioni pubbliche svolte dagli
operatori che ricevono il mandato pubblico dell’Amministrazione Comunale, non
conosciamo le evoluzioni di un sistema fondamentale, specie in un momento come
questo che è quello delle politiche sociali. Sostanzialmente, Assessore Rolando, lei sta
cambiando le politiche del Comune di Torino da un luogo e da una postazione
apparentemente neutra e noi questa politica subdola e di sgocciolamento non gliela
permettiamo. In quel poco che può contare la mia formazione politica, io non smetterò
di incalzare, situazione per situazione, su questo aspetto, perché è grave in sé non
mettere i servizi nelle condizioni di operare, ma è ancor più grave cambiare senza
dichiararla la politica dei servizi. Quindi, io chiedo che questa interpellanza vada ai
sensi delle nuove procedure in approfondimento, ma le anticipo che su ogni singolo
comparto, per ogni singola settimana, produrrò avanzare una richiesta sul quadro delle
dotazioni organiche, delle loro specifiche collocazioni e delle conseguenze che ne
derivano, non sulla fatica degli operatori, che è già grave, che mi preoccupa e che
dovrebbe preoccupare tutti, ma sul cambiamento implicito delle politiche del Comune.

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