Interventi |
IARIA Antonino (Assessore) Grazie, Presidente. Grazie ai presentatori della mozione, e anche degli emendamenti. Innanzitutto secondo me vale la pena di sfatare un mito sul discorso che il progetto è identico al progetto, chiamiamolo della precedente Giunta. E questo mito è facilmente sfatato per due punti fondamentali. Il primo è che c'è un nuovo regolamento dei Beni Comuni e questo regolamento dei Beni Comuni, com’è stato già citato, che è presente nella mozione, è il motore ed è anche la modalità con cui si possono regolare i rapporti in un complesso così complesso, se mi permettete il gioco di parole, per far sì che diventi un vero e proprio Polo culturale di livello internazionale. Come sapete, la delibera di Giunta approvata il 30 dicembre dà delle indicazioni molto precise, indicazioni molto precise che io non ho trovato nelle vecchie delibere di Giunta, cioè l'aumento della proprietà pubblica che viene ceduta sia da eventuali acquirenti della parte cartolarizzata, sia da proprietari che già hanno in pancia, nel loro patrimonio, degli spazi e faccio riferimento al fondo FIV e al fondo CDP. Quindi noi abbiamo una differenza sostanziale che noi non valorizziamo il bene con delle semplici destinazioni d'uso. Il vecchio progetto dava delle destinazioni d'uso precise e poi si metteva a vendita. Quindi si potevano fare tutte le cose che erano relative alle destinazioni proposte, dalla residenza al terziario, dal ricettivo, senza nessun vincolo. Quello che fa la delibera e anche la mozione, ribadisce, è dare un vincolo di creazione di un Polo culturale sinergico tra pubblico e privato. Come sapete, la manifestazione di interesse che è arrivata già dà delle indicazioni in tal senso, ma la delibera è molto chiara; aumento della proprietà pubblica, che non vuol dire che ci siamo fermati alla prima proposta del PUR, ma l'interlocuzione o le proposte che noi faremo per mettere a bando anche la parte cartolarizzata, perché noi abbiamo questo compito come Città Torino di mettere a bando la parte cartolarizzata, identificano questo vincolo fondamentale che esclude qualunque tipo di promotore immobiliare che voglia acquistare la Cavallerizza per una valorizzazione economica. Mi spiego meglio, chiunque potrebbe comprare col vecchio progetto PD, Giunta PD, poteva comprare questo spazio, magari utilizzarlo per tot anni o per poco, come anche funzioni culturali accessorie, ma poi poteva rivenderlo e avere una rendita finanziaria o meno. In questo caso noi abbiamo un vincolo molto importante, un vincolo che fa sì che chiunque agisca sia nella parte privata, che nella parte pubblica, come entrerà, non possa fare questo tipo di percorso di valorizzazione meramente economica. Si dimenticano delle altre interlocuzioni che abbiamo fatto anche, diciamo, proposte o idee, un indirizzo forte perché questi spazi possono essere in un certo senso decartolarizzati da altri Enti Pubblici con una funzione pubblica sempre legata al progetto di Polo culturale, ed è questa la grande novità, perché noi dobbiamo far fronte a un’ingente spesa economica per riqualificare. Noi, la Città, o tutti le persone, tutti gli attori che vogliono partecipare a questo progetto dovranno fare fronte ad un ingente spesa economica per renderlo sostenibile. Ma la sostenibilità non sta soltanto nella ristrutturazione del bene, ma anche nella sostenibilità del Polo culturale. Come diceva prima, giustamente, il Consigliare Giovara quando parlava di soldi pubblici sprecati per le attività culturali ha fatto riferimento al Virtual Media Park, adesso non mi ricordo esattamente come si chiama, che lì abbiamo speso dei soldi per non avere una sostenibilità economica per far andare avanti l'attività. In questo caso si sta cercando di creare un Polo culturale, proprio perché abbia la sostenibilità economica anche dopo. La parte pubblica di proprietà è un'altra grande differenza, che sono 4.000 metri quadri di una parte che è sicuramente riferita a tutto il complesso, adesso come sono proposti nel PUR, ma possono anche aumentare, possono essere convenzionati altri spazi, si possono fare tantissime cose. Questo lo stiamo decidendo noi e la mozione dà un indirizzo preciso su come fare, regolare questo regolamento di condominio attraverso un faro che è il regolamento dei Beni Comuni; due, la convenzione e l'utilizzo di questi spazi come Polo culturale. Questo è importantissimo perché nel vecchio progetto c'erano delle indicazioni per esempio sulla manica di collegamento tra via Verdi e Giardini Reali che non erano gli stessi di questa prima proposta, di questo indirizzo della delibera, erano uno spazio che veniva gestito forse dal Polo Reale, vado a memoria, però era uno spazio di altri, non della Città. E unendo il cortile della Corte delle Guardie, come adesso già proposto nel PUR che non è ancora stato approvato, ma è stata fatta solo una presa d'atto, e unendo questa manica, unendo il Maneggio Alfieriano, la manifestazione di interesse dell'Università quindi unisce anche già lo spazio che è già di proprietà dell'Università a questo complesso, rendono la parte pubblica di proprietà esclusivamente pubblica, il Polo centrale di questo spazio. Si faranno anche dei ragionamenti sulle Pagliere, sulla Zecca, che tutti dimenticano, che è un altro spazio legato a questo complesso che tutti dimenticano che esista e in questo caso anche un’interlocuzione con la Regione, una proposta alla Regione di valutare se questo poteva entrare nel loro patrimonio di edilizia universitaria legata all’Ente EDISU poteva essere interessante. Sono state anche già fatte proposte o sollecitazioni alla Giunta Regionale in questo senso. Quindi, ribadendo il concetto fondamentale, la mozione non è una foglia di fico, è un indirizzo ben preciso e dà un preciso riferimento, è la grande novità di questo progetto, grande novità che mette insieme la necessità di trovare dei fondi, il vicolo che sia una destinazione pubblica o funzionari all’utilizzo di Polo culturale, quindi questo è tutto molto importante, sia della parte di CDP, sia dalla parte cartolarizzata, sia dalla parte proprietà di Città di Torino. È un esperimento, è un progetto molto, molto bello, molto interessante e chiaramente porterà anche a creare delle proposte, come indicato nella delibera, un comitato permanente di idee che renderanno sostenibile questo progetto nel tempo, non solo a ristrutturarlo e poi lasciarlo lì e questa è un'altra grande novità rispetto al mero progetto di definizione di destinazione d'uso e di valorizzazione e poi avere soltanto i passaggi tra le corti come accesso pubblico. L'altro concetto fondamentale, ripeto, che le destinazioni urbanistiche, quando c'è un Ente Pubblico che le utilizza, non sono legate esattamente alla destinazione che viene descritta nel Piano Regolatore, quindi si va in deroga, diciamo così, un Ente Pubblico può andare in deroga per interesse pubblico alla destinazione. Questo è molto importante, la manifestazione d’interesse di Università, del Polo delle Arti, Accademia Albertina e Conservatorio, e quindi si sta costruendo un progetto…, sì, forse è un po' diverso rispetto a quello che avevamo proposto in campagna elettorale, che sarebbe piaciuto a tutti fare, diciamoci la verità, però è un progetto che va in una direzione completamente innovativa, rispetto a progetti precedenti e va nel discorso di utilizzare al massimo il Regolamento dei Beni Comuni e potrebbe essere il primo spazio nel centro della città a livello italiano che creerà un Polo culturale utilizzando questo nuovo Regolamento dei Beni Comuni. Grazie. |