Interventi |
TRESSO Francesco Sì, grazie Presidente. Mah, io trovo che questa mozione, al di là di quello che ci è stato presentato dalla proponente, che scomoda e cita anche citazioni importanti, da Papa Francesco a strumenti quali la Piramide di Maslow, e quindi anche diciamo metodologie applicate anche in altri settori e in altri campi, mi sembra che però, abbia pazienza, Consigliera Ferrero, non nasconde la debolezza di una mozione, che di per sé vede su una progettualità forte, come quella di un parco come il Valentino richiede, la limitazione di due ordini di idee: da un lato limitare il traffico e dall’altro abbandonare le manifestazioni fieristiche. Poi le concedo che il terzo punto mette di dare vita al Comitato di Gestione previsto dalle norme transitorie del Regolamento, cosa che abbiamo già più volte chiesto e che effettivamente, come i colleghi che mi hanno preceduto hanno evidenziato, deve però trovare una coerenza con la delibera quadro preannunciata dall’Assessore Iaria, perché sennò non ci è molto chiaro come si possa essere efficaci con un atto di questo genere che non va poi ad impattare su qualcosa a cui la Giunta sta lavorando e che peraltro, al di fuori di quelli che sono gli intendimenti del Movimento che oggi guida la Città, dovrebbe essere frutto di una compartecipazione di idee, dovrebbe essere frutto di un’azione più partecipata, mentre invece siamo qui ad aspettare che ci venga poi proposto qualcosa di cui ad oggi tutto è molto, molto oscuro. Io credo che una visione - l’ha citato lei questa volta questo termine che spesso ci viene rinfacciato, come Minoranze, di abusare - sia proprio di nuovo mancata, anche sul Parco del Valentino, che è un’eccellenza, che è una peculiarità che riguarda non solo il parco in quanto tale, ma tutto un sistema che è il rapporto tra la città e i parchi, in particolare i parchi fluviali. Ricordiamo che Torino è un’eccezionalità, perché gode di un parco fluviale urbano, poche sono le città in Europa che hanno questa caratteristica, cioè un ente nato proprio per tutelare questa visione e per riuscire a dare una progettualità che sia in qualche modo perimetrata da quelle che sono delle norme e dei vincoli. Però questo non impedisce il fatto che la città, sul rapporto che ha coi fiumi e con il verde, e pensiamo all’enorme patrimonio anche in termini di biodiversità e di ecosistema che può ricondursi attraverso le vie fluviali che collegano tutta la parte della cintura con la parte boscata e collinare, ma che poi vanno interpretate con quello che è il significato di un verde, che all’interno di un contesto urbano va contestualizzato, nel senso che ci sono parchi che hanno una certa natura, ci sono parchi che ne hanno un’altra, e qui la Città deve interrogarsi - e, vivaddio, stiamo affrontando, lo ribadisco ancora una volta, uno strumento che non è proprio banale -, perché una Variante Generale al Piano Regolatore questo tema deve porselo, che significato hanno le aree verdi in un contesto cittadino, in cui ogni quadrante cittadino avrà dei riferimenti dal punto di vista ecosistemico, ma da un punto di vista della fruizione del verde, perché non è solo qui che parliamo di ecologia, qui parliamo anche del fatto che nell’ambito di un ecosistema, nell’ambito di un ecosistema urbano e quindi di un’area verde, si possa fruire di cultura, si possa fruire di sport, si possa fruire di attività anche ludiche e poter frequentare i locali notturni per i giovani. Allora, questo dobbiamo porci, perché se lei mi paragona il parco urbano del Valentino a, che ne so, l’area del galoppatoio militare, che ha tutta una caratteristica di naturalità più forte e che forse va preservata in quel senso lì, ci sono delle condizioni che sono assolutamente diverse. Allora, la Città si è chiesta il significato del Valentino in una visione un pochino più ampia, di una progettualità un pochino più di respiro con quel quadrante della città in cui ci sono già degli elementi che emergono, ci sono dei progetti che sono stati stoppati e non portano avanti? Dalla biblioteca civica, da quello che voleva fare il Politecnico, dal fatto che c’è il Castello del Valentino, che ad oggi è oggetto di una nuova revisione e sarà oggetto di un nuovo appalto? Ci sono dei presidi sulle società remiere? Ci sono delle società, come l’Imbarco Perosino, che da anni portano avanti un certo tipo di ristorazione? Ci sono altri...? Allora, c’è una domanda su questo di dirsi: “Ma noi, come Città, quali sono le cose che vogliamo valorizzare? Quali sono le funzioni di questo parco?”? O vogliamo semplicemente dire: “Dobbiamo impedire il traffico dei motocicli e delle vetture”? O che una manifestazione non sia più di 15 giorni con una certa rigidità, che non dà adito a capire cosa ci sia dietro le idee, ma che cos’è per noi, cosa rappresenta per noi quel parco? Che misure abbiamo di renderlo un elemento centrale, non solo per gli abitanti del centro, ma riuscire ad attivare lì delle iniziative che possano essere davvero utili per tutta la città? E in che misura riusciamo a connetterlo meglio? Cioè, mi sembra che ancora una volta ci sia una pochezza, e chiedo scusa anche del termine, che, me ne rendo conto, è pesante, ma non andare ad individuare degli elementi che in realtà non ci danno alcuna prova che ci sia dietro un ragionamento, cioè è proprio fissarsi su degli aspetti così marginali, che quasi sono in imbarazzo nel dire: “Ci stiamo nascondendo nel fatto che proprio non abbiamo nessuna idea, invece, di quello che questo dovrebbe costituire”. Allora, io le dico, sono quasi davvero in imbarazzo, perché poi di per sé... TRESSO Francesco Sì, vado a concludere, ...il fatto di, come dico, di avviare il Comitato di Gestione lo trovo anche valido, avete aggiunto due emendamenti che cercano un pochino di dare qualcosetta in più, ma, ecco, mi sembrano sempre cose un po’ povere. Quindi, io francamente trovo che ancora una volta è proprio sbagliato l’approccio, faccio fatica a riconoscermi in un atto che, in maniera molto, molto parzializzata e peculiare, va ad individuare delle problematiche che in realtà non sono la vera problematica, capire cosa la città si aspetta da questa enorme risorsa che richiederebbe una progettualità di livello molto, molto più ampio. |