Interventi |
ARTESIO Eleonora Motiverò il fatto di non essere soddisfatta della risposta fornita dall’Assessora sotto tre profili: un profilo riguardante l’organizzazione dell’offerta educativa, un profilo riguardante una questione di principio e un profilo riguardante una questione di metodo. Primo tema: l’organizzazione. Intanto si è chiesto come mai si sono modificati i criteri; è vero, la deliberazione non è una novità, è una novità l’introduzione del parametro di distanza di scuola per l’infanzia statale. Ora, chi parla, anche come persona di scuola, conosce i processi di statalizzazione, che sono coordinati ed esplicitati; non conosceva, prima di conoscere questa Giunta, i processi di statalizzazione strisciante, cioè quelli che non si dichiarano, ma che si inducono, obbligando le persone non a seguire le loro scelte, ma a subordinarsi a quello che è già stato predeterminato dall’Amministrazione Comunale. Prima questione: i genitori hanno diritto di conoscere le disponibilità al momento dell’iscrizione; infatti i genitori hanno la possibilità di esprimere le proprie opzioni, infatti allora vorrei ricordare, incrociando col tema del calo demografico, come sono andate le iscrizioni, alcune di quelle oggetto della nostra osservazione: via Monte Cristallo, 27 posti disponibili, iscrizioni 98, non vedo calo, non vedo orientamenti diversi; via Paoli, 15 posti disponibili, iscrizioni 61; corso Croce, 20 posti disponibili, iscrizioni 72; via Braccini, 22 posti disponibili, 75 iscrizioni. Mi sembrerebbe che in queste situazioni le famiglie abbiano espresso un chiaro indirizzo. Ma ancora, volendo assecondare in modo obbligato quella che l’Assessore ritiene essere una decisione irrevocabile, quel che non viene chiarito, certo non è stato chiarito qua, non so negli incontri citati, è quali siano le qualità che deriveranno da questa organizzazione, perché, come l’Assessore insegna a tutti noi, nelle scuole per l’infanzia municipali i bambini sono divisi in sezioni eterogenee per età. Non c’è una sezione che esca tutta intera a fronte dei nuovi ingressi e quindi questo significherà la redistribuzione dei bambini precedentemente da tre sezioni nelle due preesistenti o residuali. E come ci si rapporterà rispetto ai bisogni educativi specifici di quei bambini? Li si concentrerà nelle due sezioni con le eventuali opportunità, talenti e le eventuali difficoltà, che proprio una scuola per l’infanzia deve poter prevenire e accompagnare? Faccio riferimento alle situazioni con disagio, alle situazioni con difficoltà di apprendimento della lingua, alle situazioni dei portatori di disabilità. Quindi, questa operazione è un’operazione che è stata fortemente voluta dalla Giunta in modo autonomo, perché il Consiglio Comunale non ha dato alcun indirizzo di riduzione di sezioni municipali, ma casomai di programmazione integrata; il Consiglio Comunale non ha mai visto una distribuzione della popolazione in età sui 23 quartieri storici, che era la richiesta e il comportamento precedente, quindi non si tirino in ballo i confini amministrativi e quindi questa questione è una questione esclusiva della Giunta. Seconda questione: questione di principio. Noi tutti rispettiamo, anche perché una legge dello Stato lo pretende, la libera scelta educativa, e quindi quelle famiglie che si orientano, pur in presenza di un’offerta statale e comunale e di posti disponibili verso le scuole della FISM, vanno rispettati nella loro opzione, loro; i genitori che scelgono la scuola materna municipale no. Io per prima dico che parliamo di sistema formativo integrato in cui c’è una componente pubblica e in cui c’è una componente che esercita un pubblico servizio e che insieme dobbiamo raggiungere i massimi standard qualitativi. Ma perché si deve rispettare la libera scelta di qualcuno e non la libera scelta di altri? Libera scelta magari fondata su un valore storico, un riconoscimento pedagogico, una capacità qualitativa che il Comune di Torino ha impiegato 50 anni a costruire e sarebbe bene che una delibera di Giunta non umiliasse? Terza questione: il metodo. Allora, vede, Assessore, io ho letto il PEG, il PEG è una deliberazione di Giunta e nel PEG, a pagina 14 dell’allegato 2, si legge: “Razionalizzazione dell’offerta comunale 2020 diminuzione di almeno 15 sezioni a gestione diretta comunale”, il 14 gennaio, 17 giorni prima della chiusura delle iscrizioni, in modo del tutto indipendente dagli indirizzi del Consiglio Comunale, ma con una modalità che mi spiega perché la Sindaca non intende ricevere le delegazioni che chiedono di essere audite, forse perché è la prima garante di un PEG che aveva già deciso, che aveva già deciso che si sarebbero dovute chiudere. Sulla base di queste tre considerazioni, io sono francamente stupita, perché mi è sempre capitato nella vita politico-istituzionale di confrontarmi con interlocutori con posizioni diverse dalle mie; con interlocutori che sovrappongono piani e carte per non rendere esplicita la scelta non mi era ancora mai capitato. Quindi io sono totalmente insoddisfatta di questa risposta. L’interpellanza merita un approfondimento in Commissione e chiedo al Presidente del Consiglio Comunale di essere garante del metodo di questo approfondimento, perché in mezzo a questo quadro c’è anche stata un’amena scenetta secondo la quale il Presidente di Commissione risponde ai genitori che chiedono di essere auditi: “Vi sarà data risposta durante l’interpellanza”. Allora, io ho una grande autostima, ma non credo di essere la portavoce di tutte quelle persone che sono in piazza, che la voce se la portano da sé, e quindi chiedo che l’audizione dei genitori avvenga e che l’approfondimento dell’interpellanza non sia usato come alibi e giustificazione per rinviare l’incontro. |