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Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 3 Febbraio 2020 ore 14,00
Paragrafo n. 2
INTERPELLANZA 2020-00005
"PROGRAMMAZIONE DELLA SCUOLA PER L'INFANZIA 2020/21" PRESENTATA IN DATA 7 GENNAIO 2020 - PRIMA FIRMATARIA ARTESIO.
Interventi
ARTESIO Eleonora
Motiverò il fatto di non essere soddisfatta della risposta fornita dall’Assessora sotto tre
profili: un profilo riguardante l’organizzazione dell’offerta educativa, un profilo
riguardante una questione di principio e un profilo riguardante una questione di metodo.
Primo tema: l’organizzazione. Intanto si è chiesto come mai si sono modificati i criteri;
è vero, la deliberazione non è una novità, è una novità l’introduzione del parametro di
distanza di scuola per l’infanzia statale. Ora, chi parla, anche come persona di scuola,
conosce i processi di statalizzazione, che sono coordinati ed esplicitati; non conosceva,
prima di conoscere questa Giunta, i processi di statalizzazione strisciante, cioè quelli
che non si dichiarano, ma che si inducono, obbligando le persone non a seguire le loro
scelte, ma a subordinarsi a quello che è già stato predeterminato dall’Amministrazione
Comunale. Prima questione: i genitori hanno diritto di conoscere le disponibilità al
momento dell’iscrizione; infatti i genitori hanno la possibilità di esprimere le proprie
opzioni, infatti allora vorrei ricordare, incrociando col tema del calo demografico, come
sono andate le iscrizioni, alcune di quelle oggetto della nostra osservazione: via Monte
Cristallo, 27 posti disponibili, iscrizioni 98, non vedo calo, non vedo orientamenti
diversi; via Paoli, 15 posti disponibili, iscrizioni 61; corso Croce, 20 posti disponibili,
iscrizioni 72; via Braccini, 22 posti disponibili, 75 iscrizioni. Mi sembrerebbe che in
queste situazioni le famiglie abbiano espresso un chiaro indirizzo. Ma ancora, volendo
assecondare in modo obbligato quella che l’Assessore ritiene essere una decisione
irrevocabile, quel che non viene chiarito, certo non è stato chiarito qua, non so negli
incontri citati, è quali siano le qualità che deriveranno da questa organizzazione, perché,
come l’Assessore insegna a tutti noi, nelle scuole per l’infanzia municipali i bambini
sono divisi in sezioni eterogenee per età. Non c’è una sezione che esca tutta intera a
fronte dei nuovi ingressi e quindi questo significherà la redistribuzione dei bambini
precedentemente da tre sezioni nelle due preesistenti o residuali. E come ci si rapporterà
rispetto ai bisogni educativi specifici di quei bambini? Li si concentrerà nelle due
sezioni con le eventuali opportunità, talenti e le eventuali difficoltà, che proprio una
scuola per l’infanzia deve poter prevenire e accompagnare? Faccio riferimento alle
situazioni con disagio, alle situazioni con difficoltà di apprendimento della lingua, alle
situazioni dei portatori di disabilità. Quindi, questa operazione è un’operazione che è
stata fortemente voluta dalla Giunta in modo autonomo, perché il Consiglio Comunale
non ha dato alcun indirizzo di riduzione di sezioni municipali, ma casomai di
programmazione integrata; il Consiglio Comunale non ha mai visto una distribuzione
della popolazione in età sui 23 quartieri storici, che era la richiesta e il comportamento
precedente, quindi non si tirino in ballo i confini amministrativi e quindi questa
questione è una questione esclusiva della Giunta.
Seconda questione: questione di principio. Noi tutti rispettiamo, anche perché una legge
dello Stato lo pretende, la libera scelta educativa, e quindi quelle famiglie che si
orientano, pur in presenza di un’offerta statale e comunale e di posti disponibili verso le
scuole della FISM, vanno rispettati nella loro opzione, loro; i genitori che scelgono la
scuola materna municipale no. Io per prima dico che parliamo di sistema formativo
integrato in cui c’è una componente pubblica e in cui c’è una componente che esercita
un pubblico servizio e che insieme dobbiamo raggiungere i massimi standard
qualitativi. Ma perché si deve rispettare la libera scelta di qualcuno e non la libera scelta
di altri? Libera scelta magari fondata su un valore storico, un riconoscimento
pedagogico, una capacità qualitativa che il Comune di Torino ha impiegato 50 anni a
costruire e sarebbe bene che una delibera di Giunta non umiliasse?
Terza questione: il metodo. Allora, vede, Assessore, io ho letto il PEG, il PEG è una
deliberazione di Giunta e nel PEG, a pagina 14 dell’allegato 2, si legge:
“Razionalizzazione dell’offerta comunale 2020 diminuzione di almeno 15 sezioni a
gestione diretta comunale”, il 14 gennaio, 17 giorni prima della chiusura delle iscrizioni,
in modo del tutto indipendente dagli indirizzi del Consiglio Comunale, ma con una
modalità che mi spiega perché la Sindaca non intende ricevere le delegazioni che
chiedono di essere audite, forse perché è la prima garante di un PEG che aveva già
deciso, che aveva già deciso che si sarebbero dovute chiudere.
Sulla base di queste tre considerazioni, io sono francamente stupita, perché mi è sempre
capitato nella vita politico-istituzionale di confrontarmi con interlocutori con posizioni
diverse dalle mie; con interlocutori che sovrappongono piani e carte per non rendere
esplicita la scelta non mi era ancora mai capitato. Quindi io sono totalmente
insoddisfatta di questa risposta. L’interpellanza merita un approfondimento in
Commissione e chiedo al Presidente del Consiglio Comunale di essere garante del
metodo di questo approfondimento, perché in mezzo a questo quadro c’è anche stata
un’amena scenetta secondo la quale il Presidente di Commissione risponde ai genitori
che chiedono di essere auditi: “Vi sarà data risposta durante l’interpellanza”. Allora, io
ho una grande autostima, ma non credo di essere la portavoce di tutte quelle persone che
sono in piazza, che la voce se la portano da sé, e quindi chiedo che l’audizione dei
genitori avvenga e che l’approfondimento dell’interpellanza non sia usato come alibi e
giustificazione per rinviare l’incontro.

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