Interventi |
GIOVARA Massimo Grazie, signor Presidente. Come vede, produco gli atti e li auto-emendo, in assenza di emendamenti di altri Consiglieri Comunali, anche se pure questo atto ha cercato di essere condiviso con altre Forze Politiche. La ratio di questo atto è molto semplice ed è stata illustrata in Commissione: non è sufficiente parlare di sviluppo della cultura come volano economico e quant’altro. Torino ha subìto una trasformazione importante dal punto di vista dell’immagine, della reputation, negli ultimi anni, come tutti, sappiamo da città industriale a città culturale e creativa, ma il lavoro stenta a crescere in questo comparto. Uno dei tentativi, questo qui, piccolo, stabilito anche in accordo con la Film Commission Torino Piemonte è cercare di non distinguere più in maniera eccessiva tra commerciale e “artistico”. La produzione multimediale vista dal punto di vista dell’operatore, dell’artista e del creatore non ha questa grande differenza, perché se noi vogliamo attirare giovani che producano lavoro creativo e culturale in questa città e continuino, com’è stato detto anche in Commissione Cultura in occasione dell’audizione degli esperti per il tentativo di costruire una road map per diventare Capitale Europea della Cultura, la questione importante della Città di Torino è costruire un tessuto lavorativo che faccia permanere i giovani in questa città e faccia aumentare il numero di residenti. Ma se, nel momento in cui le scritture sono unicamente artistiche, la scrittura finisce e non c’è altro tipo di lavoro da offrire agli attori e ai musicisti, agli operatori culturali in genere, sarà molto difficile che questi operatori rimangano in città e che lo sviluppo della…, scusate, sono un po’ stanco oggi, del settore creativo e culturale si sviluppi ulteriormente in questa città. Per fare un esempio che piace tanto ai nostri detrattori, a Milano questo non avviene, perché quando un operatore, un live designer, un attore, eccetera, ha finito di lavorare per il grande teatro sovvenzionato dallo Stato, dal Comune, dalla Regione, continua a rimanere a Milano perché c’è la pubblicità, la tanto vituperata pubblicità commerciale. Allora, questo atto inizia ad introdurre un concetto; ad esempio a Milano gli spot pubblicitari portano enormi risorse di investimento sulla città di Milano ed è possibile chiedere l’esenzione per il suolo pubblico. Tornando su Torino, l’esenzione per il suolo pubblico, abbiamo calcolato che costerebbe alla Città di Torino, per i soli spot commerciali, la straordinaria cifra di 20.000 euro l’anno, insieme alla Film Commission, e quindi è una piccola rinuncia che si trasforma in investimento. Se noi diamo questo segnale insieme ad altri, concordati insieme alla Film Commission, ai grandi investitori in spot pubblicitari, forse possiamo sperare di avere più investimenti sul nostro territorio, sulle nostre location e più lavoro per i nostri attori, operatori, musicisti, eccetera. Grazie, signor Presidente. GIOVARA Massimo Sì, grazie, signor Presidente, certo. |