Interventi |
ARTESIO Eleonora Grazie. Quest’ordine del giorno è stato discusso nelle Commissioni Diritti e Pari Opportunità e nella IV Commissione già molti mesi fa. Ho ritenuto di richiedere al Consiglio l’esame e auspicabilmente l’approvazione, nella giornata odierna, per fare in modo che le iniziative che anche la nostra Amministrazione comunale sta predisponendo per il ricordo della Giornata della Memoria, possono essere accompagnate con un’analisi puntuale su alcuni aspetti, ed anche con un impegno programmatico. In modo particolare il contenuto di quest’ordine del giorno si sofferma sull’operazione di sterminio, terribilmente lucida e terribilmente finalizzata, con la quale sono stati oggetto di sperimentazioni cliniche e di vere e proprie eliminazioni, tutte quelle persone portatrici di una diversità, intesa come condizione di disabilità, di orientamento sessuale e di provenienza etnica. In modo particolare gli aspetti sui quali ci soffermiamo sono i gravissimi condizionamenti che sono stati posti, anche sulle professioni sociali e sulle professioni sanitarie, affinché venissero dichiarati e denunciati i casi di nascita di bambini imperfetti e su questi bambini imperfetti si potesse perseguire un’orrenda ideologia di eliminazione e di supremazia, simmetricamente, di coloro che si ritenevano una razza pura e perfetta, così come le normative hanno, nel tempo, costruito impedimenti al riconoscimento reciproco delle persone ed alla loro unione effettiva, evitando tutte le unioni, e quindi i matrimoni, tra persone con disabilità, o di persone cosiddette normodotate con persone disabili, in nome della necessità, allora conclamata, di preservare la purezza della razza. Potremmo ricordare, accanto alla condizione di queste terribili sofferenze, prevalentemente subite dalla popolazione infantile; tutte le condizioni di discriminazione, di incarcerazione, rivolte e di cui sono state vittime le persone omosessuali; la memoria ed il racconto dei campi di sterminio ci racconta di queste presenze, dei trattamenti da loro subiti, così come le stesse memorie dei campi di sterminio ci ricordano come furono trucidati gli zingari nei lager nazisti. Ora, ricordare queste condizioni particolari rimanda ovviamente tutti quanti a una memoria. Accanto alla follia criminale di un’ideologia, su cui sono state organizzate e costruite... nei periodi storici puntuali, ed anche sui quali si sono attuati i conflitti del secolo passato, come sia stato possibile che singole persone, chiamate a svolgere esclusivamente la loro funzione professionale, si siano potute rendere complici. Cioè, come questo tipo di persecuzioni siano state quasi attribuibili alla normalità dei comportamenti di coloro che, in nome di un rispetto o di una legge, dovevano applicare quelle discriminazioni stesse. Questo tema, che viene normalmente ricordato come “La banalità del male”, che ci richiama al fatto di quanto sia ancora pericolosamente possibile attivare nella cultura, nel linguaggio, nei comportamenti, degli atteggiamenti di carattere discriminatorio, e quindi come il ricordo non sia solo una celebrazione ed una condanna di una fase storica, che abbiamo superato, e che abbiamo superato grazie al sacrificio di molti, ma sia anche un impegno, e quindi un impegno quotidiano rispetto alla necessità di contrastare ogni forma di emarginazione di qualsivoglia natura, impegnando noi, in quanto rappresentanti delle istituzioni, a farlo con le nostre dichiarazioni, certamente, con la nostra cultura, sicuramente, ma anche con atti concreti di superamento delle condizioni di discriminazione. Tant’è che il secondo punto dell’ordine del giorno fa proprio riferimento alla necessità di praticare i diritti di cittadinanza di ciascuno nei tali comparti, attraverso scelte che quotidianamente e negli strumenti finanziari, come Enti Locali e come politiche pubbliche, compiamo. |