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Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 20 Gennaio 2020 ore 14,00
Paragrafo n. 27
ORDINE DEL GIORNO 2019-00281
(ODG N. 2/2020) "GIORNATA DELLA MEMORIA" PRESENTATA IN DATA 24 GENNAIO 2019 - PRIMA FIRMATARIA ARTESIO. [Testo coordinato]
Interventi
ARTESIO Eleonora
Grazie. Quest’ordine del giorno è stato discusso nelle Commissioni Diritti e Pari
Opportunità e nella IV Commissione già molti mesi fa. Ho ritenuto di richiedere al
Consiglio l’esame e auspicabilmente l’approvazione, nella giornata odierna, per fare in
modo che le iniziative che anche la nostra Amministrazione comunale sta
predisponendo per il ricordo della Giornata della Memoria, possono essere
accompagnate con un’analisi puntuale su alcuni aspetti, ed anche con un impegno
programmatico. In modo particolare il contenuto di quest’ordine del giorno si sofferma
sull’operazione di sterminio, terribilmente lucida e terribilmente finalizzata, con la quale
sono stati oggetto di sperimentazioni cliniche e di vere e proprie eliminazioni, tutte
quelle persone portatrici di una diversità, intesa come condizione di disabilità, di
orientamento sessuale e di provenienza etnica. In modo particolare gli aspetti sui quali
ci soffermiamo sono i gravissimi condizionamenti che sono stati posti, anche sulle
professioni sociali e sulle professioni sanitarie, affinché venissero dichiarati e denunciati
i casi di nascita di bambini imperfetti e su questi bambini imperfetti si potesse
perseguire un’orrenda ideologia di eliminazione e di supremazia, simmetricamente, di
coloro che si ritenevano una razza pura e perfetta, così come le normative hanno, nel
tempo, costruito impedimenti al riconoscimento reciproco delle persone ed alla loro
unione effettiva, evitando tutte le unioni, e quindi i matrimoni, tra persone con
disabilità, o di persone cosiddette normodotate con persone disabili, in nome della
necessità, allora conclamata, di preservare la purezza della razza. Potremmo ricordare,
accanto alla condizione di queste terribili sofferenze, prevalentemente subite dalla
popolazione infantile; tutte le condizioni di discriminazione, di incarcerazione, rivolte e
di cui sono state vittime le persone omosessuali; la memoria ed il racconto dei campi di
sterminio ci racconta di queste presenze, dei trattamenti da loro subiti, così come le
stesse memorie dei campi di sterminio ci ricordano come furono trucidati gli zingari nei
lager nazisti. Ora, ricordare queste condizioni particolari rimanda ovviamente tutti
quanti a una memoria. Accanto alla follia criminale di un’ideologia, su cui sono state
organizzate e costruite... nei periodi storici puntuali, ed anche sui quali si sono attuati i
conflitti del secolo passato, come sia stato possibile che singole persone, chiamate a
svolgere esclusivamente la loro funzione professionale, si siano potute rendere complici.
Cioè, come questo tipo di persecuzioni siano state quasi attribuibili alla normalità dei
comportamenti di coloro che, in nome di un rispetto o di una legge, dovevano applicare
quelle discriminazioni stesse. Questo tema, che viene normalmente ricordato come “La
banalità del male”, che ci richiama al fatto di quanto sia ancora pericolosamente
possibile attivare nella cultura, nel linguaggio, nei comportamenti, degli atteggiamenti
di carattere discriminatorio, e quindi come il ricordo non sia solo una celebrazione ed
una condanna di una fase storica, che abbiamo superato, e che abbiamo superato grazie
al sacrificio di molti, ma sia anche un impegno, e quindi un impegno quotidiano rispetto
alla necessità di contrastare ogni forma di emarginazione di qualsivoglia natura,
impegnando noi, in quanto rappresentanti delle istituzioni, a farlo con le nostre
dichiarazioni, certamente, con la nostra cultura, sicuramente, ma anche con atti concreti
di superamento delle condizioni di discriminazione. Tant’è che il secondo punto
dell’ordine del giorno fa proprio riferimento alla necessità di praticare i diritti di
cittadinanza di ciascuno nei tali comparti, attraverso scelte che quotidianamente e negli
strumenti finanziari, come Enti Locali e come politiche pubbliche, compiamo.

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