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Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 20 Gennaio 2020 ore 14,00
Paragrafo n. 2
INTERPELLANZA 2019-06313
"QUESTA AMMINISTRAZIONE INTENDE GARANTIRE UN FUTURO AI CHIOSCHI EDICOLE?" PRESENTATA IN DATA 13 DICEMBRE 2019 - PRIMO FIRMATARIO MAGLIANO.
Interventi
SACCO Alberto (Assessore)
Sì, allora, io ho inviato la risposta che hanno dato gli Uffici all’interpellanza del
Consigliere Magliano. Tendenzialmente, qui se ne è occupato il dottor Conigliaro che,
come leggerà sinteticamente nella sua risposta, ha detto che in questo momento non si
può ridurre la COSAP dovuta per il chiosco, ma si valuteranno concretamente, dopo la
riunione di novembre 2019, altre eventuali attività, poi... (INTERVENTO FUORI
MICROFONO) …sì, sì, integrare a fronte di richieste degli edicolanti precise altre
attività. Poi, con riferimento alle altre richieste del Consigliere Magliano, gli Uffici
invece del Commercio mi dicono che le azioni poste in essere sono le seguenti: nel 2018
abbiamo fatto il nuovo Regolamento per la disciplina di vendita di quotidiani e
periodici; tale Regolamento, approvato a giugno 2018, ha previsto per tutti i punti
vendita di quotidiani e periodici la possibilità di vendere prodotti alternativi al prodotto
editoriale, ovvero prodotti preincartati, caramelle, confetti e quello che è e simili, anche
in assenza del requisito professionale. È stata anche ammessa la facoltà di fornire servizi
quale punto di consegna pacchi e raccomandate (se vi ricordate la vicenda che cosa
riguardava) ed è stato cambiato anche il fatto…, mi ricordo era una trattativa che avevo
seguito io, quella di dare la possibilità a questi chioschi di vendere prodotti alimentari o
extra-alimentari destinando a tale attività sino al 49% della superficie del chiosco.
Questo era stato frutto di un’interlocuzione piuttosto lunga con le varie associazioni di
categoria. Dal mio punto di vista non ci sarebbe stato nessun problema a dare la
possibilità alle edicole di vendere più del 49% di prodotti non giornali o riviste,
purtroppo, come avevano anche riconosciuto le associazioni di categoria, oltre a quella
percentuale non si poteva andare. Poi li abbiamo messi in condizione di fare tutto quel
discorso legato ai punti del servizio di certificazione anagrafica, qui parliamo del
febbraio 2019. Poi, per quanto riguarda il punto 2 riferito alla Bolkestein, è stato
prorogato il diritto con la legge finanziaria fino al 31 dicembre 2020; ad oggi la data di
scadenza delle autorizzazioni dell’esercizio del commercio su aree pubbliche con
posteggio fisso è quella del 31 dicembre 2020, come sapete. Ovviamente, lo dico a
verbale, la competenza è regionale in materia del rinnovo delle concessioni in essere. Si
è in attesa delle determinazioni che la Regione Piemonte assumerà in merito,
ovviamente la Città si conformerà a quanto deciso. Ai sensi dell’articolo 54 del
Regolamento 257, il possesso della concessione di suolo pubblico per la posa in opera
di un chiosco destinato alla vendita o alla somministrazione di alimenti o bevande
costituisce condizione necessaria o sufficiente per il rilascio dell’autorizzazione
commerciale corrispondente (questo in generale), purché il richiedente sia in possesso
dei requisiti prescritti dalla legislazione di settore. Si evidenzia che, poiché la posa in
opera di un chiosco-edicola ha avuto originaria esclusiva destinazione ai fini della
rivendita di giornale, non è possibile rilasciare un’autonoma e separata autorizzazione
che consenta la vendita generica o la somministrazione di alimenti o bevande. Allora,
qui è quello che è scritto molto bene dal dottor Mangiardi; lo semplifico perché, come
dire, siamo assolutamente volenterosi di cercare di trovare una soluzione, però io non
posso cambiare quello che è un principio generale di diritto amministrativo e questo è il
passaggio secondo me importante che è stato peraltro spiegato negli articoli, ma è
importante che sia compreso. Quindi io, Città, decido di sottrarre all’uso comune una
porzione di un bene comune che può essere una strada, un pezzo di parco o quello che
intendiamo, lo faccio in origine, ed è questo quello che conoscono bene le associazioni,
perché c’era un interesse pubblico affinché una determinata zona fosse coperta da
chiamiamole edicole; c’è un piano sull’editoria, trovate tutto sulla storia di questo
settore, quindi io non metto l’edicola a caso in una determinata zona, ma la metto
perché l’edicola è considerata un presidio, tutte le cose giuste che sono state ricordate
anche nell’interpellanza e quella cosa lì nasce come un’edicola, quindi non posso
purtroppo cambiarla se non viene presa l’edicola, smontata, su quel territorio viene fatto
un altro bando e, fatto l’altro bando, la Città decide che cosa si vuole fare lì e tutti
possono partecipare. Mi spiego ancora meglio, io prendo un’edicola e pago un po' di
meno o un po' di più, quello che è, ma perché lì la Città ha deciso che si può fare
un’edicola; l’articolo 7 della COSAP dice proprio che la concessione è revocata
d’ufficio se l’utilità, per motivi diversi da quello per cui è stata concessa, decade, questo
è proprio un altro principio generale che però va inquadrato dal punto di vista giuridico.
Se c’è un interesse privato perché l’interesse privato, banalizzo, è “non funziona più
l’edicola”, “voglio cambiare l’edicola e farla diventare quello che mi permette di
guadagnare di più o di sopravvivere” - forse in questo caso si tratta di sopravvivere -,
viene cambiato il motivo di pubblica utilità per cui è stata data; non si può fare quindi
una riconversione d’ufficio perché cambia proprio il fondamento del titolo. L’edicola,
tra l’altro - questo è un altro aspetto che non è stato sottolineato, ma è importante da
chiarire -, siamo già consapevoli che è in difficoltà, ma di fatto paga molto meno di
quanto pagano gli altri per i coefficienti; il coefficiente dell’edicola è 0,75 per il suolo
pubblico, giusto per capire, l’edicola paga 0,75 proprio perché viene riconosciuto un
pubblico interesse, i libri pagano 1,15, siamo stati noi ad abbassare quei chioschetti di
libri che vedete, che erano qui dietro, e farli pagare un po' di meno, per il commercio è 2
e mezzo, quindi paghi quasi quattro volte, per il commercio, il suolo pubblico.
Ribadisco, quindi, la domanda che può venire semplice da fare è: “Vabbè, cambiami il
coefficiente, fammi pagare 2 e mezzo ed è finito il film”, no, ma tu lo hai ottenuto con
un determinato scopo, quindi se io ti cambio il coefficiente devo, tra virgolette,
“rimetterlo a gara tra tutti”, questa è la spiegazione perché è una situazione molto
complicata da risolvere, non è un problema di Torino, di Falchera o di certe zone di
Torino come sento. (INTERVENTI FUORI MICROFONO). Sì, certo, ci mancherebbe,
ho detto Falchera perché sto seguendo la situazione di un’edicola abbandonata a
Falchera e mi dispiace; non è un problema di Torino o di un quartiere o di una zona di
Torino come Falchera, ci mancherebbe, ma è un problema nazionale, perché i dati
sull’editoria li conosciamo tutti, è un problema che verrà affrontato a livello nazionale.
Ad oggi purtroppo la situazione è quella; io devo dire che devo cambiare una
destinazione ad un luogo che è nato come una determinata cosa, per cambiarlo devo
smontarlo e rimetterlo a bando, purtroppo.

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