Interventi |
SACCO Alberto (Assessore) Sì, allora, io ho inviato la risposta che hanno dato gli Uffici all’interpellanza del Consigliere Magliano. Tendenzialmente, qui se ne è occupato il dottor Conigliaro che, come leggerà sinteticamente nella sua risposta, ha detto che in questo momento non si può ridurre la COSAP dovuta per il chiosco, ma si valuteranno concretamente, dopo la riunione di novembre 2019, altre eventuali attività, poi... (INTERVENTO FUORI MICROFONO) …sì, sì, integrare a fronte di richieste degli edicolanti precise altre attività. Poi, con riferimento alle altre richieste del Consigliere Magliano, gli Uffici invece del Commercio mi dicono che le azioni poste in essere sono le seguenti: nel 2018 abbiamo fatto il nuovo Regolamento per la disciplina di vendita di quotidiani e periodici; tale Regolamento, approvato a giugno 2018, ha previsto per tutti i punti vendita di quotidiani e periodici la possibilità di vendere prodotti alternativi al prodotto editoriale, ovvero prodotti preincartati, caramelle, confetti e quello che è e simili, anche in assenza del requisito professionale. È stata anche ammessa la facoltà di fornire servizi quale punto di consegna pacchi e raccomandate (se vi ricordate la vicenda che cosa riguardava) ed è stato cambiato anche il fatto…, mi ricordo era una trattativa che avevo seguito io, quella di dare la possibilità a questi chioschi di vendere prodotti alimentari o extra-alimentari destinando a tale attività sino al 49% della superficie del chiosco. Questo era stato frutto di un’interlocuzione piuttosto lunga con le varie associazioni di categoria. Dal mio punto di vista non ci sarebbe stato nessun problema a dare la possibilità alle edicole di vendere più del 49% di prodotti non giornali o riviste, purtroppo, come avevano anche riconosciuto le associazioni di categoria, oltre a quella percentuale non si poteva andare. Poi li abbiamo messi in condizione di fare tutto quel discorso legato ai punti del servizio di certificazione anagrafica, qui parliamo del febbraio 2019. Poi, per quanto riguarda il punto 2 riferito alla Bolkestein, è stato prorogato il diritto con la legge finanziaria fino al 31 dicembre 2020; ad oggi la data di scadenza delle autorizzazioni dell’esercizio del commercio su aree pubbliche con posteggio fisso è quella del 31 dicembre 2020, come sapete. Ovviamente, lo dico a verbale, la competenza è regionale in materia del rinnovo delle concessioni in essere. Si è in attesa delle determinazioni che la Regione Piemonte assumerà in merito, ovviamente la Città si conformerà a quanto deciso. Ai sensi dell’articolo 54 del Regolamento 257, il possesso della concessione di suolo pubblico per la posa in opera di un chiosco destinato alla vendita o alla somministrazione di alimenti o bevande costituisce condizione necessaria o sufficiente per il rilascio dell’autorizzazione commerciale corrispondente (questo in generale), purché il richiedente sia in possesso dei requisiti prescritti dalla legislazione di settore. Si evidenzia che, poiché la posa in opera di un chiosco-edicola ha avuto originaria esclusiva destinazione ai fini della rivendita di giornale, non è possibile rilasciare un’autonoma e separata autorizzazione che consenta la vendita generica o la somministrazione di alimenti o bevande. Allora, qui è quello che è scritto molto bene dal dottor Mangiardi; lo semplifico perché, come dire, siamo assolutamente volenterosi di cercare di trovare una soluzione, però io non posso cambiare quello che è un principio generale di diritto amministrativo e questo è il passaggio secondo me importante che è stato peraltro spiegato negli articoli, ma è importante che sia compreso. Quindi io, Città, decido di sottrarre all’uso comune una porzione di un bene comune che può essere una strada, un pezzo di parco o quello che intendiamo, lo faccio in origine, ed è questo quello che conoscono bene le associazioni, perché c’era un interesse pubblico affinché una determinata zona fosse coperta da chiamiamole edicole; c’è un piano sull’editoria, trovate tutto sulla storia di questo settore, quindi io non metto l’edicola a caso in una determinata zona, ma la metto perché l’edicola è considerata un presidio, tutte le cose giuste che sono state ricordate anche nell’interpellanza e quella cosa lì nasce come un’edicola, quindi non posso purtroppo cambiarla se non viene presa l’edicola, smontata, su quel territorio viene fatto un altro bando e, fatto l’altro bando, la Città decide che cosa si vuole fare lì e tutti possono partecipare. Mi spiego ancora meglio, io prendo un’edicola e pago un po' di meno o un po' di più, quello che è, ma perché lì la Città ha deciso che si può fare un’edicola; l’articolo 7 della COSAP dice proprio che la concessione è revocata d’ufficio se l’utilità, per motivi diversi da quello per cui è stata concessa, decade, questo è proprio un altro principio generale che però va inquadrato dal punto di vista giuridico. Se c’è un interesse privato perché l’interesse privato, banalizzo, è “non funziona più l’edicola”, “voglio cambiare l’edicola e farla diventare quello che mi permette di guadagnare di più o di sopravvivere” - forse in questo caso si tratta di sopravvivere -, viene cambiato il motivo di pubblica utilità per cui è stata data; non si può fare quindi una riconversione d’ufficio perché cambia proprio il fondamento del titolo. L’edicola, tra l’altro - questo è un altro aspetto che non è stato sottolineato, ma è importante da chiarire -, siamo già consapevoli che è in difficoltà, ma di fatto paga molto meno di quanto pagano gli altri per i coefficienti; il coefficiente dell’edicola è 0,75 per il suolo pubblico, giusto per capire, l’edicola paga 0,75 proprio perché viene riconosciuto un pubblico interesse, i libri pagano 1,15, siamo stati noi ad abbassare quei chioschetti di libri che vedete, che erano qui dietro, e farli pagare un po' di meno, per il commercio è 2 e mezzo, quindi paghi quasi quattro volte, per il commercio, il suolo pubblico. Ribadisco, quindi, la domanda che può venire semplice da fare è: “Vabbè, cambiami il coefficiente, fammi pagare 2 e mezzo ed è finito il film”, no, ma tu lo hai ottenuto con un determinato scopo, quindi se io ti cambio il coefficiente devo, tra virgolette, “rimetterlo a gara tra tutti”, questa è la spiegazione perché è una situazione molto complicata da risolvere, non è un problema di Torino, di Falchera o di certe zone di Torino come sento. (INTERVENTI FUORI MICROFONO). Sì, certo, ci mancherebbe, ho detto Falchera perché sto seguendo la situazione di un’edicola abbandonata a Falchera e mi dispiace; non è un problema di Torino o di un quartiere o di una zona di Torino come Falchera, ci mancherebbe, ma è un problema nazionale, perché i dati sull’editoria li conosciamo tutti, è un problema che verrà affrontato a livello nazionale. Ad oggi purtroppo la situazione è quella; io devo dire che devo cambiare una destinazione ad un luogo che è nato come una determinata cosa, per cambiarlo devo smontarlo e rimetterlo a bando, purtroppo. |