Interventi |
LO RUSSO Stefano Grazie, Presidente. Ma noi non ci iscriviamo al siparietto in corso, che vedo che ha un lungo elenco di interventi, quindi non vorrei mai sottrarre spazio a questo alato dibattito. Dopodiché, mi permetto solo di far rilevare una questione, che è una questione di forma, però diventa anche una questione di sostanza. Il citato articolo 33, citato, del nostro Statuto, che è stato citato nella deliberazione, si intitola: “Tutela delle Minoranze”, tutela delle Minoranze, non tutela della Maggioranza. Non solo, ma al comma 4, anche questo citato all'interno della deliberazione, fa esplicito riferimento alla prerogativa statutaria prevista dell'individuazione di un Consigliere di Minoranza nella carica di Vicepresidente, qualora già non ricopra la carica di Presidente. Quindi in realtà non sta scritto da nessuna parte che il Presidente di una Commissione deve essere della Maggioranza, perché fa parte di quella…, anzi, c'è scritto che qualora non ci sia un accordo sia comunque garantita la prerogativa alle Minoranze di avere almeno il Vicepresidente, che è un concetto giuridico un po' diverso. Detto ciò, che però è un fatto di forma, che però diventa sostanza. Il secondo elemento di forma che diventa sostanza riguarda la modalità con cui la Commissione Smart City fu costituita e ne furono individuati la composizione e i vertici. A differenza di quello che è capitato per tutte le altre Commissioni Consiliari Permanenti, i vertici delle Commissioni sono stati votati nelle Commissioni Permanenti dai Consiglieri afferenti alla sola Commissione e per quanto ci riguarda i Presidenti sono stati votati dal solo Movimento 5 Stelle, con il voto di astensione o di non partecipazione al voto da parte del Gruppo del PD e mi risulta anche delle altre Minoranze. Per quello che riguarda le Commissioni Speciali, e la Commissione Smart City è una di queste, si è arrivati a un accordo politico sulla composizione delle medesime Commissioni, tanto è vero che siamo qui in quest'Aula a discutere del vertice della Commissione Smart City a valle di…, e per modificare una deliberazione che è stata votata anche dalle Minoranze. In questa cornice, noi, oggettivamente, non riusciamo a rilevare gli elementi di merito amministrativo, ma soprattutto gli elementi politici che portano la Maggioranza, addirittura, con una deliberazione che arriva oggi in Aula, a modificare e a, di fatto, punire il collega Curatella, perché ha avuto l'ardire di uscire dalla Maggioranza. È un momento, questo, politico, particolarmente delicato delle relazioni tra Partito Democratico e Movimento 5 Stelle. Sono noti i tentativi nazionali di gran parte del gruppo dirigente del Partito Democratico, e mi risulta anche di una parte del gruppo dirigente del Movimento 5 Stelle, di arrivare addirittura a una cosiddetta alleanza strutturale tra le nostre Forze Politiche. È noto il dibattito che sta intercorrendo dentro le Forze Politiche. Io parlo della mia forza politica, della nostra forza politica e direi che questo esempio traduce in maniera plastica e lampante il perché antropologicamente e culturalmente il Movimento 5 Stelle e il Partito Democratico, difficilmente possono andare d'accordo. Spiego: noi non abbiamo la logica, ed è anche uno dei limiti strutturali del Partito Democratico, della setta, non abbiamo la logica della punizione dei dissidenti, men che meno abbiamo la logica della illazione, che mi è sembrato di cogliere nell'intervento della rappresentante apicale del Movimento 5 Stelle della Città di Torino, riferendosi a presunte motivazioni non riconducibili a un dissenso politico nella decisione assunta dal collega Curatella di abbandonare il Gruppo Consiliare del Movimento 5 Stelle. Allora, siccome noi siamo stupidini, non capiamo, ci piacerebbe che si passasse dalle illazioni alla denuncia di fatti, perché le cose che sono state dette dalla collega Sganga sono cose piuttosto impegnative, facendo riferimento a movimenti esterni a quest'Aula che, evidentemente, di cui lei ha contezza, io non ne ho contezza e la inviterei senza indugio alcuno, Consigliera Sganga, soprattutto in un momento così delicato del rapporto che intercorre tra gli eletti e la loro afferenza alle forze politiche, nel produrre forti elementi a supporto di questa cosa, perché lei ha detto delle cose estremamente impegnative, collega Sganga, e io vorrei essere tranquillo e rilassato nel sapere che la decisione e l'autonomia dei Consiglieri Comunali, di valutare qual è il gruppo di riferimento a cui iscriversi sia libera e assolutamente esente da condizionamenti esterni. Per cui se ci sono stati dei condizionamenti esterni così tanto evidenti da rendere necessario un intervento di stigmatizzazione da parte sua, Consigliera Sganga, addirittura, citando esplicitamente momenti ludici serali, di cui io non ho contezza, sarebbe il caso, e mi rivolgo anche a lei, Presidente, che di queste cose si dicesse con chiarezza che cosa si fa riferimento, perché le cose che sono state evocate sono piuttosto gravi. Sotto il profilo del merito, noi non ci iscriviamo al partito di chi deve uccidere Curatella e né beatificare Curatella. Possiamo essere stati d'accordo su alcune delle posizioni da lui assunte. Certamente siamo molto d'accordo con quelle che ha assunto, critiche, rispetto alla nostra cara e ineffabile Ministra Pisano, già Assessore mirabolante dai grandi risultati, scelta da lei, Appendino, della sua Giunta, e su questo condividiamo totalmente il giudizio, tanto per essere chiari, ma dal punto di vista strutturale, riteniamo del tutto fuori luogo l'arrivo, oggi, di una deliberazione che sostituisce, e peraltro è stata anche dichiarata alla luce del sole, per una ragione politica, il vertice della Presidenza della Commissione Smart City. Onestamente noi riteniamo che occorra stare al merito delle questioni. Non è che Curatella, finché iscritto al Gruppo del Movimento 5 Stelle è il genio della lampada e domani che non è più iscritto al Gruppo Movimento 5 Stelle diventa uno da mettere al bando. E no, cari ragazzi, su questo noi siamo strutturalmente diversi da voi, strutturalmente diversi da voi. Noi non siamo una setta, non siamo una setta che punisce il dissenso con il linciaggio sui social e non paghi del linciaggio sui social, con il linciaggio anche politico in quest'Aula, e riteniamo di respingere, e mi rivolgo a lei, Sindaca Appendino, che vedo che i giornali la lanciano nel futuro vertice, affiancando Gigi Di Maio nella guida delle sorti progressive del Movimento 5 Stelle. Faccia una riflessione su questa modalità di gestione della forza politica che lei rappresenta, perché da questo punto di vista, sono queste le basi valoriali su cui si può costruire un insieme, una casa comune, su cui noi siamo assolutamente disponibili a ragionare in maniera laica, come sa bene, ma dobbiamo avere una base valoriale comune e questa base valoriale comune si esplica negli atti concreti e concludenti, e questi atti concreti e concludenti non possono essere, certamente, quelli che oggi ci tengono impegnati in questa discussione. Per queste motivazioni, noi non solo non voteremo questa delibera, ma invitiamo caldamente, a valle di questo dibattito, la Maggioranza a prendersi una pausa di riflessione su questo elemento e a valutare nel merito, se il Consigliere Curatella svolge bene o male il suo ruolo di Presidente della Commissione Smart City, perché ricordiamoci sempre, che le Commissioni non sono proprietà della Maggioranza o della Minoranza, ma sono organi di questo Consiglio, servono a far funzionare l’iniziativa politica, l'iniziativa istituzionale, sono cariche istituzionali e conseguentemente, ovviamente, rientrano in una logica politica, ma non possiamo rendere la Presidenza di una Commissione nella mera spartingaia correntizia o partitocratica della peggior specie di Prima Repubblica, della peggior specie di Prima Repubblica, in cui voi state trascinando questa discussione. Noi saremo disponibili a valutare, assolutamente, in maniera laica l'operato non solo del buon collega Curatella, magari anche di qualche altro, Presidente, che invece per il fatto che è iscritto al Gruppo del Movimento 5 Stelle continua a essere un genio, finché è nel Movimento 5 Stelle. Quando poi magari deciderà di non essere più nel Movimento 5 Stelle, beh, se lo fate adesso comincia ad esserci qualche problema proprio di permanenza sulle sedie, quindi mi rendo conto, questo è un po' più difficile. Ma supponiamo qualche Presidente o altro Consigliere decida di rendere, come dire, plasticamente evidente la critica politica alla Giunta Appendino, evidentemente di colpo diventerebbe una persona da punire, una persona da…, a prescindere da com’è, se qualitativamente coniuga i congiuntivi o non li coniuga, se sa di cosa sta parlando o non sa di cosa sta parlando, se è in grado di intendere e volere e conosce la materia, o non è in grado di intendere e volere e conosce la materia. Allora noi a questa logica della giacchetta ci sottraiamo, ve la lasciamo fare, perché, voglio dire, e né ci stupisce, perché noi ci sforziamo di rendere noto ai nostri vertici nazionali qual è lo stile amministrativo e politico del Movimento 5 Stelle torinese e non vi preoccupate, che sicuramente, avremo modo e ulteriori esempi da tradurre, come abbiamo fatto in questi anni, da qui alla fine di questo mandato. Ci piacerebbe ogni tanto venire smentiti dai fatti, però, dai fatti. Temiamo che per l'ennesima volta non verremo smentiti dai fatti, temiamo che prevarrà una logica squisitamente punitiva e settaria che prescinde completamente dall'iniziativa e dal merito delle questioni e dalle competenze dei singoli e prevarrà quella che avete stigmatizzato per anni, voi siete nati in piazza con un vaffa… al vecchio sistema e, arrivati nelle stanze del potere, vi comportate peggio del peggio della spartingaia correntizia e partitocratica. Bell’esempio che volete dare. Noi su questo, ovviamente, non ce ne vogliate, non ci scriviamo alla vostra redde rationem interno e vi, in ultimo, invitiamo caldamente a sospendere questo atto. |