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Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 13 Gennaio 2020 ore 14,00
Paragrafo n. 27
MOZIONE 2019-04770
(MOZIONE N. 2/2020) "ADESIONE DEL COMUNE DI TORINO ALLA RETE #CITTASENZABAVAGLIO, PER LA LIBERT? DI STAMPA E DI ESPRESSIONE" PRESENTATA IN DATA 4 NOVEMBRE 2019 - PRIMA FIRMATARIA ARTESIO.
Interventi
ARTESIO Eleonora
Grazie. Si tratta di una mozione e quindi viene diretta all’iniziativa della Giunta e degli
Assessori competenti per coinvolgere la Città di Torino con iniziative puntuali e con atti
concreti relativamente ad un appello che è stato rivolto a tutti i Sindaci. L’appello nasce
dall’Associazione “Leali delle notizie”, attraverso i giornalisti Ruotolo e Borrometi, e
riprende una di quelle questioni di principio fondanti dei nostri valori costituzionali,
vale a dire la libertà di informazione. In modo particolare vengono richiamate le
condizioni gravi nel contesto internazionale, ma anche nel nostro contesto nazionale,
nelle quali alcune volte viene conculcata l’autonomia del giornalismo, rispetto alla
divulgazione delle notizie, e le condizioni ancora più gravi nelle quali in particolare
l’esercizio della professione diventa rischioso, non solo perché ci si trova in zone di
conflitto, naturalmente esposte al rischio, ma anche perché ci si trova in zone segnate
dalla gestione criminale - penso agli episodi di mafia e camorra -, o anche
semplicemente - dove il termine “semplicemente” purtroppo non è riduttivo - ci si trova
immersi in quella cultura dell’odio e dell’intolleranza, tale per cui anche le riprese
video, i commenti audio, la divulgazione dell’informazione rispetto all’andamento di
alcune situazioni (manifestazioni, presidi, piuttosto che conduzione di attività della
Polizia, che portano al fermo di arrestati) mettono in grave difficoltà lo svolgimento
delle professione del giornalista e a rischio la salute e l’incolumità fisica. Voglio solo
ricordare, per fare riferimento a quest’ultima fattispecie, la vicenda romana, del
Municipio Romano, e l’aggressione a carico dei giornalisti che indagavano sulla
questione del processo intentato nei confronti della famiglia Spada. Tutto questo,
quindi, ha portato..., oltre alle iniziative che stanno in capo alle rappresentanze
professionali, ha portato un’associazione indipendente a sentire la necessità di
richiamare il valore fondante dell’articolo 21 della Costituzione, e di rivolgersi alle
Amministrazioni Comunali perché siano parte solidale nei confronti di questa
promozione della libertà d’informazione. In modo particolare, le richieste sono due:
una, aderire alla rete della “NCittasenzabavaglio”, facendolo attraverso una firma, che
non sia solo una sottoscrizione retorica, ma produca anche eventuali iniziative; e l’altra,
individuare un contesto urbano, non viene definito quale, non viene definito il come
dell’arredo urbano, perché è lasciato ovviamente alla relazione con la Sindaca e con la
Giunta, da intitolare alla libertà di stampa. Questa proposta è andata in discussione nella
Commissione Diritti e Pari Opportunità pochi giorni fa. La discussione ha ampliato a
numerosi altri temi, quali, ad esempio, la relazione tra l’autonomia dell’informazione e
la proprietà economica delle testate dei giornali. La discussione ha ampliato ad ulteriori
valutazioni rispetto alla libertà di informazione e al rischio di esposizioni a querele, e
quindi a come l’autonomia della professione giornalistica possa o non possa sentirsi
influenzata rispetto all’esposizione di questi rischi. La discussione ha portato a
ragionare su quali siano i meccanismi di ingresso nell’esercizio della professione e di
tutela dello svolgimento delle professioni, anche dal punto di vista salariale, normativo,
di stabilizzazione. Tutti temi assolutamente discutibili e fondati, che però possono
essere affrontati quando si parte dall’affermazione di un principio, cioè del riconoscerci
tutti nell’articolo 21 della Costituzione, nel riconoscerci tutti nell’impegno per
l’affermazione di quel principio e di quel valore, e, alla luce di questa reciproca libertà,
discutere, commentare e confrontarsi rispetto ai comportamenti e alle condizioni che nel
dibattito hanno preso un più ampio risvolto.

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