Interventi |
ARTESIO Eleonora Grazie. Si tratta di una mozione e quindi viene diretta all’iniziativa della Giunta e degli Assessori competenti per coinvolgere la Città di Torino con iniziative puntuali e con atti concreti relativamente ad un appello che è stato rivolto a tutti i Sindaci. L’appello nasce dall’Associazione “Leali delle notizie”, attraverso i giornalisti Ruotolo e Borrometi, e riprende una di quelle questioni di principio fondanti dei nostri valori costituzionali, vale a dire la libertà di informazione. In modo particolare vengono richiamate le condizioni gravi nel contesto internazionale, ma anche nel nostro contesto nazionale, nelle quali alcune volte viene conculcata l’autonomia del giornalismo, rispetto alla divulgazione delle notizie, e le condizioni ancora più gravi nelle quali in particolare l’esercizio della professione diventa rischioso, non solo perché ci si trova in zone di conflitto, naturalmente esposte al rischio, ma anche perché ci si trova in zone segnate dalla gestione criminale - penso agli episodi di mafia e camorra -, o anche semplicemente - dove il termine “semplicemente” purtroppo non è riduttivo - ci si trova immersi in quella cultura dell’odio e dell’intolleranza, tale per cui anche le riprese video, i commenti audio, la divulgazione dell’informazione rispetto all’andamento di alcune situazioni (manifestazioni, presidi, piuttosto che conduzione di attività della Polizia, che portano al fermo di arrestati) mettono in grave difficoltà lo svolgimento delle professione del giornalista e a rischio la salute e l’incolumità fisica. Voglio solo ricordare, per fare riferimento a quest’ultima fattispecie, la vicenda romana, del Municipio Romano, e l’aggressione a carico dei giornalisti che indagavano sulla questione del processo intentato nei confronti della famiglia Spada. Tutto questo, quindi, ha portato..., oltre alle iniziative che stanno in capo alle rappresentanze professionali, ha portato un’associazione indipendente a sentire la necessità di richiamare il valore fondante dell’articolo 21 della Costituzione, e di rivolgersi alle Amministrazioni Comunali perché siano parte solidale nei confronti di questa promozione della libertà d’informazione. In modo particolare, le richieste sono due: una, aderire alla rete della “NCittasenzabavaglio”, facendolo attraverso una firma, che non sia solo una sottoscrizione retorica, ma produca anche eventuali iniziative; e l’altra, individuare un contesto urbano, non viene definito quale, non viene definito il come dell’arredo urbano, perché è lasciato ovviamente alla relazione con la Sindaca e con la Giunta, da intitolare alla libertà di stampa. Questa proposta è andata in discussione nella Commissione Diritti e Pari Opportunità pochi giorni fa. La discussione ha ampliato a numerosi altri temi, quali, ad esempio, la relazione tra l’autonomia dell’informazione e la proprietà economica delle testate dei giornali. La discussione ha ampliato ad ulteriori valutazioni rispetto alla libertà di informazione e al rischio di esposizioni a querele, e quindi a come l’autonomia della professione giornalistica possa o non possa sentirsi influenzata rispetto all’esposizione di questi rischi. La discussione ha portato a ragionare su quali siano i meccanismi di ingresso nell’esercizio della professione e di tutela dello svolgimento delle professioni, anche dal punto di vista salariale, normativo, di stabilizzazione. Tutti temi assolutamente discutibili e fondati, che però possono essere affrontati quando si parte dall’affermazione di un principio, cioè del riconoscerci tutti nell’articolo 21 della Costituzione, nel riconoscerci tutti nell’impegno per l’affermazione di quel principio e di quel valore, e, alla luce di questa reciproca libertà, discutere, commentare e confrontarsi rispetto ai comportamenti e alle condizioni che nel dibattito hanno preso un più ampio risvolto. |