Interventi |
POLLICINO Marina La ringrazio, Sindaca Appendino, per la risposta, però devo ammettere che non mi sento rassicurata per nulla dalle sue parole. Innanzitutto a proposito del depositamento dell’interpellanza, faccio presente che questa interpellanza è stata depositata il 12 novembre del 2019, quindi già un po’ di tempo fa, solo che è sempre stata rinviata. Poi a proposito del fatto che l’interpellanza sia scorretta, io la ringrazio per la lezione di comprensione del testo, verrò sicuramente a prendere lezioni da lei. In ogni caso il discorso che volevo fare è esattamente un altro: io ho valutato allora e ho apprezzato l’atto di indirizzo relativo alla revisione del Piano Regolatore Generale votato dal Consiglio Comunale nel 2017, proprio perché andava nella direzione della discontinuità rispetto al passato, come lei stessa anche in passato aveva più volte evidenziato e recepiva alcuni punti fondanti del programma elettorale della sua Maggioranza, quali, solo per citarne alcuni, l’introduzione di processi di partecipazione e trasparenza nella pianificazione del territorio, la riqualificazione delle periferie della città, la città multicentrica, la valorizzazione dei Beni Comuni, la Green Economy, la pianificazione del trasporto pubblico nell’ottica della promozione della mobilità sostenibile, tutti i punti che si trovavano anche nel programma di governo per la Città 2016-2021. L’atto di indirizzo sicuramente avrà il merito di evidenziare l’inadeguatezza del Piano Regolatore vigente perché metteva in luce una visione politica, urbanistica, culturale, imperniata sulla certezza dello sviluppo economico continuo, in particolare del mercato edilizio. Visione che, se da un lato ha contribuito a tamponare la crisi della Città, ha anche comportato, cito testualmente: “Casi di eccessive densità edilizie e in generale di modesta qualità urbana e architettonica”. Questo è l’atto di indirizzo che il Consiglio Comunale ha votato. Per questo esso prevede strumenti indirizzo più flessibili, anche per poter meglio rispettare il contesto urbano, il patrimonio storico, artistico, paesaggistico, ambientale, la partecipazione dei cittadini, fare della Città un luogo dell’uguaglianza e dell’opportunità per tutti e l’inserimento in modo corretto della Città nel contesto metropolitano, da non dimenticare, per la pianificazione della mobilità e delle infrastrutture e da un ultimo, ma assolutamente non meno importante, la riduzione del consumo di suolo. Ora sicuramente la scelta del dirigente è in capo a lei, Sindaca Appendino e all’Amministrazione e non ho dubbi che lei abbia cercato di individuare e mettere al posto giusto le persone più preparate possibili. Quello che mi viene molto difficile fare è condividere la scelta della persona da lei individuata nel Decreto sindacale del 30 settembre 2017, Decreto in cui lei dichiara espressamente di volersene avvalere come supporto operativo. Lei mi dice che io non ho citato nella mia interpellanza il nome. Faccio presente che nell’ordinanza lei omette il nome della persona individuata, citando il Direttore della Divisione Commercio, Turismo, Attività Produttive, Sviluppo Economico, ma come anche alcuni mezzi di informazione hanno esplicitato il funzionario di riferimento corrispondeva alla dottoressa Paola Virano, cioè alla persona che per circa 18 anni ha seguito l’Urbanistica in questa Città, con i Sindaci Castellani, Chiamparino, Fassino, e che ha dato un forte contributo al Piano Regolatore vigente dalla fine del secolo scorso. Quindi stiamo parlando di una Dirigente che ha contribuito in modo fattivo e operativo allo sviluppo di quel Piano Regolatore che, tra virgolette, ha gestito fino a non molto tempo fa il Settore dell’Urbanistica e, indipendentemente poi dal fatto che l’abbia guidato in modo giusto o sbagliato, sicuramente l’ha fatto secondo criteri che non sono quelli della Maggioranza attuale, né del programma di governo approvato dalla Città. Ora quella persona le darà supporto in base alla funzione da lei assegnatale e possiamo immaginare anche suggerimenti, pareri e indicazioni. E non a caso ho usato il termine “funzione”, che è particolarmente adeguato quando si parla di un’attività amministrativa. Non c’è dubbio, meglio “funzione, funzionario, attività tecnica” piuttosto che, con una cosmesi sbrigativa, i ruoli importantissimi ancora recentemente vocati dietro cui, non sapendo bene di cosa si tratti, spesso in politica si nascondono altre cose con altri nomi. Indubbiamente lei ha fatto le scelte che ha ritenuto più opportune, ma io devo segnalarne l’incoerenza rispetto agli impegni assunti e l’incertezza sugli obiettivi rispetto al cambiamento che era stato intrapreso dall’Amministrazione, dato lo spezzatino urbanistico delle deleghe, non vorremmo riuscisse indigesto. |