Interventi |
TRESSO Francesco Grazie, Presidente, starò nei tempi. Ma, allora, io, dalla confusa risposta che ci ha dato l’Assessore Iaria, mi sembra di cogliere, che fosse più preoccupato di poter dare delle giustificazioni agli occupanti che si riconoscono nel consesso dell’Assemblea, che non a noi, che, come Consiglio Comunale, chiediamo invece di dare delle risposte alla Città. Lei ci ha dato tutta una serie di elementi che tendono a tranquillizzare il fatto che chi si riconosce in quell’Assemblea, verrà poi, in possibilità di riprendere gli spazi. Credo che il paradigma di questo dibattito politico, sia proprio quello che avete tergiversato per tre anni e non vi siete… e avete oggi tutta la responsabilità che la situazione è giunta a un’escalation pericolosa e le soluzioni che state trovando sono rabberciate, proprio perché sono dettate da criteri di urgenza. Abbiamo assistito per tre anni a questo dibattito nelle assemblee sulla Cavallerizza, io anche ho partecipato a quelle dell’ex Vicesindaco Montanari e, senza aver visto un progetto, senza aver capito cosa davvero la Città avesse in mente. Poi siamo al paradigma, all’assurdo, che, appunto, oggi questo dibattito ha assunto dei toni farseschi, in cui allo stesso tavolo ci si trova la Sindaca contrapposta a dei Consiglieri Comunali, a una Vicepresidente del Consiglio, che quindi dovrebbe anche cogliere il ruolo istituzionale della figura che riveste, che rappresenta la Città, non rappresenta la sua parte politica e soprattutto non è lì a fare la sua campagna elettorale, si ritrova lo stesso Assessore che, fino a pochi mesi fa, era colui che trattava direttamente con Cassa Depositi e Prestiti, con le banche e che quindi oggi invece, si trova nella posizione opposta su questo tavolo e che quindi ancora una volta ci dà l’idea di cosa questa Giunta abbia rappresentato per questa Città in questi tre anni, un’estrema confusione di ruoli, un’estrema confusione di idee. La Sindaca ha ribadito, ancora in questi giorni, ai giornali, ai media, che non c’è più spazio per trattare e d’altronde credo che il tavolo con il Ministero sia stato molto chiaro, perché il Ministero ha ribadito che per concedere i 5 milioni necessari a iniziare i lavori al maneggio, al Cortile delle Guardie, vuole delle certezze. E, certo, rimandare ad oltranza, non è sinonimo di una alcunché certezza. Anche le soluzioni che l’Assessore Iaria ci ha detto, di lasciare degli spazi per essere di nuovo fruiti, liberamente, per produrre un’attività culturale, vanno bene, possono andar bene, però che ci sia allora chiarezza su quali siano i criteri con cui individuare coloro che possono svolgere attività liberamente a quell’interno. Perché, vede, Assessore, ci sono altre realtà culturali, che in questa città hanno lavorato, hanno prodotto, ma, ahimè, sono stati costretti a fittarsi i locali, a pagarsi le utenze, a lavorare in un regime che giustamente è quello in cui ognuno produce e si autosostiene per quello che produce. Allora non mi sembra così perequativo, che invece noi solo in nome del fatto che c’è una preesistenza di una occupazione, senza minimamente avere degli elementi di giudizio valoriale, su quello che è la produzione artistica, riteniamo che questo già di per sé è un elemento che debba fare sì che possiamo continuare in quella direzione, cioè recuperiamo il bene, lo rifunzionalizziamo e glielo diamo alle stesse persone, ma il nome di cosa? C’è stato un confronto con anche quelli che sono gli altri operatori culturali della Città? Se vi siete mai aperti a capire cosa sia il Piano Urbano di Rigenerazione, confrontandosi anche con gli altri attori della cultura torinese? Avete voluto affrontare un vero progetto che andasse verso un’idea forte, una progettualità importante, come quel compendio richiede? L’altro errore che lei, oggi, ci ha reso ancora evidente, ancora, semmai ce n’era bisogno, è che voi tendete a voler accelerare l’approvazione del Regolamento sui Beni Comuni cercando di uscire dall’impasse che vi siete creati. Ma il Regolamento dei Beni Comuni non è la Cavallerizza, è un’altra cosa. Che il dibattito sui Beni Comuni sia ineludibile oggigiorno, siamo tutti d’accordo, io per primo, e vorrei farlo in maniera laica, in maniera con un confronto serio, non con un Regolamento a cui si è arrivati, secondo me, anche dopo tutto questo tempo, forse anche di poter essere più robusto, sotto il profilo anche giuridico, ma soprattutto non confondiamo il Regolamento dei Beni Comuni con la Cavallerizza, è una cosa diversa, non serve a voi per poter uscire dall’impasse politico, di perdere pezzi della Maggioranza pur di riuscire a salvaguardare qualcosa in nome di un Regolamento che non nasce per la Cavallerizza. La Cavallerizza non è un bene comune, può esserlo, forse, in alcune sue parti, ma non è certo nella visione di una unitarietà di quel compendio che possiamo pensare a un bene comune, perché in primis bisogna garantire la sostenibilità di un progetto, sostenibilità sotto un punto di vista gestionale, finanziario e degli investimenti. Allora, se ci fosse stata un’idea a monte, lo dica lei, che peraltro è pure Assessore all’Urbanistica, è chiaro che il Piano Urbano di Rigenerazione oggi non può aver fatto altro…, altro non so, perché nessuno ci ha ancora reso edotti su quello che l’architetto Magnaghi ha elaborato, ma sicuramente avrà dovuto rifarsi a quelli che sono gli standard della spesa urbanistica previsti per il complesso della Cavallerizza. Se c’era un’idea forte si poteva anche pensare di costruire e incardinare una variante… TRESSO Francesco Che potesse andare incontro a quelle che erano le progettualità, tanto per capirci, su alcuni temi che verranno richiamati, gli standard per il parcheggio ed altro, ma non c’è questa idea, non c’è mai stata. Allora io, ribadisco, e vado a chiudere, è necessario mantenere i tempi. Lei ci ha detto che entro il 12 di novembre bisogna liberare i locali. Speriamo e vogliamo sperare che questo sarà mantenuto, perché questo è il passo ineludibile per poter poi accedere ai finanziamenti. Ricordo che oltre i 5 milioni promessi, sono sempre anche i vecchi milioni che erano a disposizione, credo quattro dei Musei Reali, sia per il bastione, che per la gestione dei Giardini. Cose che sono state poi riallocate, ma che possono essere ancora utilizzate. Manca una visione generale… TRESSO Francesco Credo, di respiro, di livello forte. Vi invito, veramente, a voler avviare un dialogo con la Città, con tutte le forme culturali della Città, per discutere questo Piano Urbano in visione di un progetto che sia di più ampia prospettiva. |