Città di Torino

Consiglio Comunale

Città di Torino > Consiglio Comunale > VERBALI > Torna indietro

Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 11 Novembre 2019 ore 13,00
Paragrafo n. 9

Comunicazioni della Sindaca su "Cavallerizza Reale".
Interventi
TRESSO Francesco
Grazie, Presidente, starò nei tempi. Ma, allora, io, dalla confusa risposta che ci ha dato
l’Assessore Iaria, mi sembra di cogliere, che fosse più preoccupato di poter dare delle
giustificazioni agli occupanti che si riconoscono nel consesso dell’Assemblea, che non a
noi, che, come Consiglio Comunale, chiediamo invece di dare delle risposte alla Città.
Lei ci ha dato tutta una serie di elementi che tendono a tranquillizzare il fatto che chi si
riconosce in quell’Assemblea, verrà poi, in possibilità di riprendere gli spazi. Credo che
il paradigma di questo dibattito politico, sia proprio quello che avete tergiversato per tre
anni e non vi siete… e avete oggi tutta la responsabilità che la situazione è giunta a
un’escalation pericolosa e le soluzioni che state trovando sono rabberciate, proprio
perché sono dettate da criteri di urgenza. Abbiamo assistito per tre anni a questo
dibattito nelle assemblee sulla Cavallerizza, io anche ho partecipato a quelle dell’ex
Vicesindaco Montanari e, senza aver visto un progetto, senza aver capito cosa davvero
la Città avesse in mente. Poi siamo al paradigma, all’assurdo, che, appunto, oggi questo
dibattito ha assunto dei toni farseschi, in cui allo stesso tavolo ci si trova la Sindaca
contrapposta a dei Consiglieri Comunali, a una Vicepresidente del Consiglio, che quindi
dovrebbe anche cogliere il ruolo istituzionale della figura che riveste, che rappresenta la
Città, non rappresenta la sua parte politica e soprattutto non è lì a fare la sua campagna
elettorale, si ritrova lo stesso Assessore che, fino a pochi mesi fa, era colui che trattava
direttamente con Cassa Depositi e Prestiti, con le banche e che quindi oggi invece, si
trova nella posizione opposta su questo tavolo e che quindi ancora una volta ci dà l’idea
di cosa questa Giunta abbia rappresentato per questa Città in questi tre anni, un’estrema
confusione di ruoli, un’estrema confusione di idee. La Sindaca ha ribadito, ancora in
questi giorni, ai giornali, ai media, che non c’è più spazio per trattare e d’altronde credo
che il tavolo con il Ministero sia stato molto chiaro, perché il Ministero ha ribadito che
per concedere i 5 milioni necessari a iniziare i lavori al maneggio, al Cortile delle
Guardie, vuole delle certezze. E, certo, rimandare ad oltranza, non è sinonimo di una
alcunché certezza. Anche le soluzioni che l’Assessore Iaria ci ha detto, di lasciare degli
spazi per essere di nuovo fruiti, liberamente, per produrre un’attività culturale, vanno
bene, possono andar bene, però che ci sia allora chiarezza su quali siano i criteri con cui
individuare coloro che possono svolgere attività liberamente a quell’interno. Perché,
vede, Assessore, ci sono altre realtà culturali, che in questa città hanno lavorato, hanno
prodotto, ma, ahimè, sono stati costretti a fittarsi i locali, a pagarsi le utenze, a lavorare
in un regime che giustamente è quello in cui ognuno produce e si autosostiene per
quello che produce. Allora non mi sembra così perequativo, che invece noi solo in nome
del fatto che c’è una preesistenza di una occupazione, senza minimamente avere degli
elementi di giudizio valoriale, su quello che è la produzione artistica, riteniamo che
questo già di per sé è un elemento che debba fare sì che possiamo continuare in quella
direzione, cioè recuperiamo il bene, lo rifunzionalizziamo e glielo diamo alle stesse
persone, ma il nome di cosa? C’è stato un confronto con anche quelli che sono gli altri
operatori culturali della Città? Se vi siete mai aperti a capire cosa sia il Piano Urbano di
Rigenerazione, confrontandosi anche con gli altri attori della cultura torinese? Avete
voluto affrontare un vero progetto che andasse verso un’idea forte, una progettualità
importante, come quel compendio richiede? L’altro errore che lei, oggi, ci ha reso
ancora evidente, ancora, semmai ce n’era bisogno, è che voi tendete a voler accelerare
l’approvazione del Regolamento sui Beni Comuni cercando di uscire dall’impasse che
vi siete creati. Ma il Regolamento dei Beni Comuni non è la Cavallerizza, è un’altra
cosa. Che il dibattito sui Beni Comuni sia ineludibile oggigiorno, siamo tutti d’accordo,
io per primo, e vorrei farlo in maniera laica, in maniera con un confronto serio, non con
un Regolamento a cui si è arrivati, secondo me, anche dopo tutto questo tempo, forse
anche di poter essere più robusto, sotto il profilo anche giuridico, ma soprattutto non
confondiamo il Regolamento dei Beni Comuni con la Cavallerizza, è una cosa diversa,
non serve a voi per poter uscire dall’impasse politico, di perdere pezzi della
Maggioranza pur di riuscire a salvaguardare qualcosa in nome di un Regolamento che
non nasce per la Cavallerizza. La Cavallerizza non è un bene comune, può esserlo,
forse, in alcune sue parti, ma non è certo nella visione di una unitarietà di quel
compendio che possiamo pensare a un bene comune, perché in primis bisogna garantire
la sostenibilità di un progetto, sostenibilità sotto un punto di vista gestionale, finanziario
e degli investimenti. Allora, se ci fosse stata un’idea a monte, lo dica lei, che peraltro è
pure Assessore all’Urbanistica, è chiaro che il Piano Urbano di Rigenerazione oggi non
può aver fatto altro…, altro non so, perché nessuno ci ha ancora reso edotti su quello
che l’architetto Magnaghi ha elaborato, ma sicuramente avrà dovuto rifarsi a quelli che
sono gli standard della spesa urbanistica previsti per il complesso della Cavallerizza. Se
c’era un’idea forte si poteva anche pensare di costruire e incardinare una variante…

TRESSO Francesco
Che potesse andare incontro a quelle che erano le progettualità, tanto per capirci, su
alcuni temi che verranno richiamati, gli standard per il parcheggio ed altro, ma non c’è
questa idea, non c’è mai stata. Allora io, ribadisco, e vado a chiudere, è necessario
mantenere i tempi. Lei ci ha detto che entro il 12 di novembre bisogna liberare i locali.
Speriamo e vogliamo sperare che questo sarà mantenuto, perché questo è il passo
ineludibile per poter poi accedere ai finanziamenti. Ricordo che oltre i 5 milioni
promessi, sono sempre anche i vecchi milioni che erano a disposizione, credo quattro
dei Musei Reali, sia per il bastione, che per la gestione dei Giardini. Cose che sono state
poi riallocate, ma che possono essere ancora utilizzate. Manca una visione generale…

TRESSO Francesco
Credo, di respiro, di livello forte. Vi invito, veramente, a voler avviare un dialogo con la
Città, con tutte le forme culturali della Città, per discutere questo Piano Urbano in
visione di un progetto che sia di più ampia prospettiva.

Copyright © Comune di Torino - accesso Intracom Comunale (riservato ai dipendenti)