Interventi |
LAVOLTA Enzo (Vicepresidente Vicario) Credo che già i greci avessero avuto modo di definire e conoscere quella forma di “democrazia disintermediata” dove il riferirsi direttamente al leader, apparentemente avrebbe potuto già di per sé risolvere buona parte dei problemi. Allora oggi noi nella società post-moderna quel modello lo definiamo “democrazia recitativa”, che cosa succede in una “democrazia recitativa”? Che una Sindaca si fa un selfie e fa un bel comunicato stampa durante la Biennale Democrazia dove si parla di democrazia, in una zona periferica, parlando di periferia, giocando coi bambini su un gioco che viene chiamato “Gioco della Democrazia” e poi a distanza di qualche mese da quel selfie, da quel contesto, da quella riflessione altisonante succede che i bambini di quella periferia si chiedono: “Ma il gioco che doveva qui completarsi in questa piazza periferica, come mai non è completato? Ci hanno spiegato tante belle parole sulla democrazia, sul rapporto tra chi amministra il territorio e noi che saremo cittadini consapevoli di questa Città, siamo stati invitati a prenderci cura di questo giardinetto dalla Sindaca, che ci ha detto in quella giornata: “Mi raccomando, bambini, prendetevi cura dello spazio pubblico”. A distanza di qualche mese scopriamo, io non sapevo di tutte queste cose, cause e non cause, l’artista e non artista, Di Fonzo se si chiama così, non sapevo, devo dire, tutti questi retroscena non li sapevo, so però che se, santo cielo, un’Amministrazione non riesce a curare un disegno, perché di quello stiamo parlando, su un pavimento che è stato in modo cacofonico, altisonante raccontato e rappresentato in tante forme, sicuramente tutte straordinariamente moderne, dalla Sindaca che in qualche modo lo ha anche interpretato quel gioco in quel momento, mi chiedo come faccia un’Amministrazione che non riesce a gestire una cosa di questo tipo a gestire cose decisamente, mi verrebbe da dire, forse più articolate, magari non complesse, ma sicuramente articolate. Allora, io anche qui se prima ero sconcertato, qui sono qualcosa di peggio forse, sono preoccupato, ecco, diciamo che sono preoccupato e chiedo semplicemente che si possa dare una risposta semplicemente a quei cittadini. Guardate, è vero, perché il Comitato che mi ha invitato a vedere che cosa sta succedendo in piazza Alimonda è un Comitato di cittadini spontanei che opportunamente, secondo me, è stato coinvolto durante il dibattito più ampio di Biennale Democrazia, devo dire però che questo Comitato non è contento di questa “democrazia recitativa” che stiamo vivendo a Torino e diciamo che non può abbinare un buon ricordo a quel momento di protagonismo che sicuramente l’Amministrazione, bene ha fatto, ha voluto dedicare a loro; a me è venuto il sospetto che l’attenzione nei confronti di questo Comitato si spegnesse con Biennale Democrazia perché questo è uno dei pochi Comitati che non è coordinato dalla dottoressa Seymandi, quindi non è un Comitato istituzionalizzato e quindi è eterodiretto, diretto, governato, accompagnato, usate voi la parola che preferite, invece scopro che non solo non è così, ma sostanzialmente ci sono dei problemi burocratici che fanno sì che a distanza di qualche mese, probabilmente, non si completerà quest’opera. Nelle more si chiede un approfondimento, confidiamo che da qui alla prossima edizione di Biennale Democrazia magari, chissà, se avesse voglia l’Amministrazione di accompagnare la conclusione di quel percorso, secondo me, sarebbe il modo migliore per rappresentare un minimo di coerenza nei confronti di quei bambini ai quali le istituzioni locali, la politica ha raccontato tante belle cose, ma che forse hanno bisogno di essere più tangibili e più concrete, soprattutto nelle nostre periferie, grazie. |