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Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 4 Novembre 2019 ore 14,00
Paragrafo n. 6
INTERPELLANZA 2019-03981
"SOVRADIMENSIONAMENTI DELLE ISTITUZIONI SCOLASTICHE SUL TERRITORIO COMUNALE" PRESENTATA IN DATA 25 SETTEMBRE 2019 - PRIMO FIRMATARIO LO RUSSO.
Interventi
PATRIARCA Lorenza
Vado. Allora, molte delle cose che sono state dette insomma richiedono una replica e
quindi ritengo non soddisfacente la risposta e chiedo un approfondimento, lo chiedo fin
d’ora, in V Commissione del tema, anche perché appunto non ritengo che le cose stiano
esattamente come raccontate o perlomeno va sicuramente approfondito. Rispetto al
tema, io voglio sottolineare, lo dicevamo stamattina anche con la Consigliera Artesio, la
nostra Città citando un rapporto, che è stato presentato proprio qui in Sala Colonne la
settimana scorsa, di Save The Children sulle povertà educative nella fascia dei bambini
che vede la Città di Torino con dati peggiorativi superiori a 5 volte quelli di Milano, la
nostra Città vive una grave crisi demografica ed economico-sociale e ovviamente
investire sulla scuola, io lo dico tutte le volte, e sull’istruzione potrebbe in qualche
modo contribuire a contrastare questo fenomeno. In questo quadro appare
incomprensibile la scelta e la linea segnata dalla Giunta di promuovere il gigantismo
delle scuole in città, non parlo neanche più di sovradimensionamento in questo caso.
Quando la responsabilità della programmazione della rete scolastica fu assegnata agli
enti territoriali, il fine dichiarato era quello di garantire l’efficace esercizio
dell’autonomia e, con lo stesso scopo, i parametri dimensionali ottimali delle scuole
autonome vennero compresi tra i 500 allievi e i 900 alunni. Nel 2011, i valori minimi di
riferimento sotto i quali si perde l’autonomia furono innalzati a 600 studenti per scuola,
ma non si elevò il parametro massimo, richiamando solo la media regionale. Ora i dati
MIUR ‘18/’19 ci dicono che in Italia gli istituti scolastici statali hanno in media 941
studenti, in Piemonte si scende a 690 alunni in media per istituto se consideriamo solo il
dato delle scuole del primo ciclo, com’è l’Istituto Comprensivo Alberti. Ci chiediamo,
quindi, come mai qui a Torino si scelga di costituire scuole con quasi il doppio degli
alunni rispetto al parametro massimo ministeriale, senza tener conto che tutta la
letteratura a riguardo evidenzia l’importanza di presidiare gli aspetti organizzativi e di
gestione e le norme in tema di dimensionamento scolastico - cito testualmente -
raccomandano proprio di valutare la complessità di direzione, gestione e organizzazione
didattica, con riguardo alla pluralità di gradi di scuole e di indirizzi di studio coesistenti
nella stessa istituzione. Può essere che si pensi all’arrivo salvifico di un dirigente
Mandrake, capace di gestire queste mega scuole, ma viceversa assisteremo senz’altro ad
una diminuzione di qualità, che colpirà soprattutto e di nuovo le fasce più deboli della
popolazione scolastica. L’ipotesi di riorganizzazione della rete cittadina trasmessa
dall’Assessore alle scuole delle Circoscrizioni 3 e 6 prevede istituti scolastici di oltre
1.400 studenti in Falchera e soprattutto un Istituto Comprensivo in zona San Paolo, IC
Alberti più Salgari, di 1.847, l’Assessore ci dice 1.787 poi ci spiegherà dove sono finiti
questi, ma va bene, sono un’enormità; mentre la scuola confinante l’IC Racconigi resta
a 645 allievi ed è perciò destinata in un prossimo futuro all’accorpamento con l’IC Levi
Montalcini, che porterà alla nascita di un altro mega istituto da 1.800 studenti con
(incomprensibile) dei parametri ottimali. Ma anche ignorando le problematiche
gestionali, organizzative, i pesanti riflessi sulla qualità dell’offerta formativa di un
istituto, che dovrebbe aggregare 1.850 studenti, ascoltare 3.700 genitori, gestire 88
classi suddivise in sette sedi per tre ordini di scuola, più di 200 insegnanti e 77 alunni
con disabilità, questa ipotesi allarma perché le tabelle ministeriali per l’assegnazione del
personale ausiliario amministrativo, cioè i bidelli e il personale di segreteria per
intenderci, si fermano a quota 1.200 studenti, proprio perché sopra a quella soglia non si
dovrebbe andare e quindi l’assegnazione del personale ATA aggiuntivo si dovrà
assegnare all’organico di fatto, con tutta l’incertezza e la variabilità del caso. Dopo
quanto successo a Milano, con un bambino finito giù dalla tromba delle scale per
mancata sorveglianza, quell’emergenza sicurezza che si registra in tutte le nostre scuole,
vi pare il caso di costruire comprensivi in Città che rischiano di non avere i bidelli e il
personale di segreteria per funzionare adeguatamente? Quali sarebbero i danni per i
cittadini e per la scuola? Per tutte le considerazioni esposte, si chiede che la proposta
torni in Commissione, come già chiesto, e che si rinvii di un anno l’accorpamento delle
scuole sovradimensionate, in modo da poter valutare con attenzione le possibili
alternative percorribili. Per le stesse ragioni proponiamo la revisione dell’atto di
indirizzo per il dimensionamento scolastico sul territorio comunale approvato in data 24
ottobre 2017, per poter inserire l’indicazione sui parametri massimi dimensionali delle
scuole della città. Grazie.

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