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Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 21 Ottobre 2019 ore 14,00
Paragrafo n. 5
INTERPELLANZA 2019-04011
"EX ISTITUTO BONAFOUS, SERRARE LE SERRE?" PRESENTATA IN DATA 27 SETTEMBRE 2019 - PRIMO FIRMATARIO TRESSO.
Interventi
UNIA Alberto (Assessore)
Grazie, Presidente. Allora, il Consigliere Tresso ha presentato l’interpellanza in seguito alla notizia riportata da diverse testate giornalistiche dell’intenzione della Città di Torino di chiudere le Serre di Chieri. Richiesta all’Area Patrimonio una sintesi della situazione attuale e riferiamo quanto segue: allora, com’è noto, infatti, oltre al Servizio Verde della Città di Torino, che gestisce un intero compendio e cura la produzione florovivaistica deputata all’arredo urbano della Città, operano infatti all’interno del comprensorio diversi concessionari, enti pubblici e privati, l’Università degli Studi di Torino che attraverso il proprio Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari cura le attività, didattiche e di formazione della cantina e del vigneto, sperimentali, l’Istituto di istruzione superiore Vittone, con la sede distaccata dell’indirizzo agrario, ex scuola Ubertini, ENGIM Piemonte, Bonafous Chieri, Agenzia di Formazione Professionale. Inoltre, all’interno del compendio alla propria sede, la Scuola Internazionale IST (International School of Turin), in particolare per quanto concerne l’Università degli Studi di Torino. Precedentemente l’attività del Dipartimento all’interno dell’istituto Bonafous era regolata con il Servizio Verde della Città mediante convenzioni per la gestione del vigneto e della cantina. La concessione patrimoniale degli spazi adibiti a cantina sperimentale del terreno costituente il vigneto è stata approvata con rispettive deliberazioni della Giunta Comunale il 29 maggio 2018 e del 10 settembre 2019, assunte in esecuzione di quanto disposto dal Protocollo di intesa tra Città e Ateneo, sottoscritto il 14 novembre 2016, regolante i rapporti patrimoniali tra i due enti, approvato con deliberazione della Giunta Comunale 2016-02652/131. La concessione di durata ventennale è in corso di formalizzazione. L’oggetto della concessione è costituito da due locali facenti parte dell’edificio principale, posti su due livelli, per una superficie complessiva pari a circa 820 metri quadrati, identificati al catasto fabbricati dal Comune di Chieri al foglio 18, particella 37, sono dettagli che lascerei leggere poi nel dettaglio della risposta. L’Istituto di istruzione superiore Vittone, sede distaccata dell’indirizzo agrario, è distribuito su due palazzine, sempre facenti parte del corpo fabbrica principale, uno con uffici e aule e l’altro con la palestra e alcuni locali di sdoppiamento. Vengono, inoltre, utilizzati alcuni appezzamenti di terreno per la formazione pratica, oltre a porzioni di serre. Gli spazi sono assegnati in diritto d’uso alla Città Metropolitana di Torino, ex Provincia, in esecuzione di quanto disposto dall’articolo 8, comma 1 della Legge 23/1996 che dispone che gli immobili comuni dello Stato utilizzati come sedi istituzionali scolastiche, di cui all’articolo 3, comma 1, lettera B, sono trasferiti in uso gratuito, ovvero in caso di accordo fra le parti in proprietà col vincolo di destinazione ad uso scolastico, alle Province che si assumono oneri di manutenzione ordinaria e straordinaria nonché oneri dei necessari interventi di ristrutturazione, ampliamento e adeguamento alle norme vigenti. Poi c’è l’Associazione ENGIM Piemonte, che è un ente di formazione senza fini di lucro, che svolge da parecchio tempo attività didattiche formative; ha tra l’altro rilevato parte delle attività in precedenza svolte presso il complesso del Consorzio CSEA. L’associazione occupa per le proprie attività formative alcuni locali, per una superficie complessiva di 270 metri quadri circa, composti da un locale, servizi, eccetera, poi di un locale di superficie di 170 metri quadri composto da due ampie sale, una saletta e due servizi posti al primo piano. In più, l’ingresso al piano terreno è uno spazio di circa 35 metri quadri ad uso magazzino. I locali sono censiti al NCEU al foglio 38 del Comune di Chieri, particella 37, subalterno 1 in prima parte. Gli spazi sono stati assegnati nell’ambito del regolamento 214, disciplinante le concessioni ad enti e associazioni, concessione che è stata formalizzata con atto del 6 febbraio 2017 che ha stabilito la decorrenza dal primo ottobre 2013, la scadenza al 30 settembre 2021. Inoltre è in essere una convenzione con il Servizio Verde della Città per l’utilizzo delle serre nelle aree verdi afferenti al centro per le attività pratiche concernenti i corsi. Poi abbiamo la descrizione dell’International School of Turin che è un’Associazione che svolge attività nell’ambito d’istruzione internazionale. La concessione della Città all’interno del compendio di una villa ottocentesca, qua c’è la descrizione, ma credo che per Consigliere Capogruppo Tresso non sia la parte più rilevante, ovviamente. Nel 2015, col susseguirsi di pensionamenti, le due squadre... scusi, forse ho saltato un pezzo, chiedo scusa. Allora, agli inizi degli anni ’80 fu raggiunto un accordo con la Città di Torino mediante il quale l’istituto accolse al suo interno le unità produttive di florovivaismo e la scuola dei giardinieri, Settore Giardini e Alberate, denominata Scuola Giuseppe Ratti. Sul finire degli anni ’80, l’istituto formativo fu soppresso e l’intero patrimonio passò in gestione diretta alla Città di Torino. All’epoca lavoravano a Chieri oltre 30 giardinieri organizzati in due distinte squadre di lavoro: una per la gestione dell’azienda agraria, frutteti, vigneti, eccetera, l’altra per la gestione delle produzioni florovivaistiche in serra. Nel 2015, col susseguirsi di pensionamenti, le due squadre sono state unite a formare un unico gruppo di lavoro. Ovviamente con questa riduzione di personale, ma con un territorio agricolo invariato molti aspetti gestionali sono stati e tuttora sono trascurati: la gestione dei frutteti, dei fossi di scolo e delle capezzagne e delle rive boscate. Rispetto agli edifici presenti sulla sommità del complesso questi hanno ospitato, e solo in parte ancora ospitano, enti o agenzie formative, quelle che citavamo prima. Anche per questa motivazione gli enti pubblici presenti presso il complesso: Città di Torino, Università degli Studi e Città Metropolitana, oppure territorialmente coinvolta, la Città di Chieri, hanno recentemente sottoscritto un protocollo di intesa per la Città di Torino, promosso dalla Divisione Patrimonio, Partecipate e Appalti, approvato con delibera della Giunta Comunale del 4 giugno 2019. Il protocollo d’intesa, di ampio respiro, ha come finalità la creazione di un polo didattico e formativo da istituirsi presso il complesso Bonafous anche grazie alla ristrutturazione e all’adeguamento dei suddetti edifici inutilizzati, in vista tra l’altro delle esigenze manifestate dall’Istituto Superiore Vittone volte all’ampliamento degli spazi adibiti alle proprie attività formative. Tuttavia, a tal proposito, Città Metropolitana, successivamente, ha rettificato il protocollo precisando che, in quanto ente competente in materia di edilizia scolastica per gli istituti di istruzione secondaria superiore, si è resa disponibile a programmare gli interventi necessari per l’ampliamento dell’Istituto Vittone e al riutilizzo dell’ex foresteria attraverso il reperimento di fondi necessari, anche tramite la partecipazione a bandi regionali, riservandosi di valutare destinazione d’uso dei locali in base alle esigenze scolastiche. Relativamente all’informazione riportata nell’interpellanza, si precisa che i lavori di realizzazione dell’impianto di riscaldamento a cippato furono realizzati nel 2006, non nel 2016 e sono a servizio di tutti gli edifici che compongono il complesso Bonafous, esclusa la Scuola Internazionale (IST), non solo per le serre quindi. Passiamo ad analizzare i quesiti posti: al punto 1 dell’interpellanza, si conferma che è in via di definizione un processo di riorganizzazione del comparto giardinieri del Servizio Verde Pubblico, motivato dalla necessità di renderlo più efficiente a seguito degli imminenti pensionamenti. Tale operazione consentirà la valorizzazione delle risorse umane, mettendo in evidenza la figura professionale del giardiniere, oltre all’ottimizzazione del parco macchine e delle risorse economiche, visto il risparmio dei costi di gestione delle utenze degli stabili che si ipotizza di non più utilizzare. Si conferma il mantenimento delle attività produttive di coltivazione presso il vivaio municipale Regio Parco. Per quanto riguarda il punto 2 dell’interpellanza, si reputa sia possibile conciliare il processo di riorganizzazione interno al Servizio Verde Pubblico con gli impegni presi dalla Città di Torino nell’ambito del protocollo di intesa rappresentato non solo dal Verde, ma anche dal Patrimonio, in quanto gli intenti contemplano essenzialmente la creazione di un polo didattico con promozione di attività formative che sono indipendenti dalla presenza di giardinieri comunali. A tal proposito va ricordato che, sempre recentemente, è stata sottoscritta tra la Città di Torino e il Ministero di Giustizia, unitamente al Tribunale di Sorveglianza e la Garante per i detenuti della Città di Torino, una lettera d’intenti con l’obiettivo di favorire il reinserimento nella società di persone destinatarie di condanna penale definitiva, in detenzione al regime ordinario, ovvero in regime alternativo alla detenzione, mediante lo sviluppo di politiche attive del lavoro e percorsi di inclusione lavorativa, supportati da borse di lavoro work experience. Il compendio di cui trattasi ben si presta ad accogliere tale attività con una messa in atto di collaborazioni e sinergie tra i diversi soggetti presenti al suo interno. Le modalità di tali collaborazioni saranno successivamente disciplinate fra le parti, in modo più puntuale, mediante specifiche convenzioni. Per quanto riguarda l’ultimo punto, il terzo, innanzitutto non è previsto l’abbandono del presidio da parte del Verde Pubblico in quanto non si prevede la dismissione delle case di custodia presenti nel complesso, e il correlato ruolo di custodia operato dal personale giardiniere assegnatario di due distinti alloggi. Nel processo di riorganizzazione si prevede, infatti, il mantenimento dell’attività di monitoraggio e il presidio, già contemplate fra le mansioni dei custodi, attività svolte anche come controprestazioni rispetto agli immobili in utilizzo. L’elaborazione di un progetto di gestione dell’area è quanto previsto dal protocollo di intesa, in primis mediante la costituzione di un comitato di coordinamento, composto dai rappresentanti dei vari soggetti firmatari col compito di definire indizi, coordinare gli interventi di competenza dei singoli attori coinvolti, attuare progetti di valorizzazione, successivamente mediante la redazione congiunta di un apposito disciplinare da sottoscriversi tra tutti i soggetti operanti all’interno dell’Istituto Bonafous per la gestione, la ripartizione delle spese relative alle parti comuni degli edifici, nonché la disciplina delle diverse forme e di modalità dell’utilizzo del vigneto, delle serre e delle aree verdi all’interno del comprensorio. Nell’attesa di attuare quanto esposto, il Servizio Verde Pubblico intende dare continuità allo svolgimento della manutenzione ordinaria delle aree verdi del complesso, come già avviene mediante affidamento a terzi. In conclusione: si stanno effettuando dei sopralluoghi e si stanno elaborando una serie di incontri coi soggetti del settore al fine di adottare una strategia comune che sia la migliore perseguibile. Mi permetto, velocemente, di aggiungere che, non più tardi di qualche giorno fa, abbiamo fatto un sopralluogo con il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria e col coordinatore nazionale dei lavori di pubblica utilità, proprio per proseguire quanto già descritto prima nella risposta all’interpellanza e cercando di iniziare a dare forma a questo progetto che coinvolge anche i soggetti detenuti.

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