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Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 21 Ottobre 2019 ore 14,00
Paragrafo n. 27
ORDINE DEL GIORNO 2019-04373
(ODG. N. 18/2019) "CRISI IN SIRIA E INIZIATIVE DEL GOVERNO ITALIANO" PRESENTATA IN DATA 17 OTTOBRE 2019 - PRIMO FIRMATARIO LO RUSSO.
Interventi
LO RUSSO Stefano
L’emergenza siriana è un’emergenza che ha scosso le coscienze di tutto il Mondo e non poteva essere sottaciuta, ancorché nella forma di un ordine del giorno, anche dal Consiglio Comunale e certamente anche il Partito Democratico non si sottrae dall’espressione chiara e netta di ferma condanna relativamente a un atteggiamento che è stato quello della Turchia, che sostanzialmente ha disatteso gli accordi internazionali e ha, in maniera unilaterale, gestito insieme agli Stati Uniti, che hanno in data 7 ottobre annunciato l’immediato ritiro delle truppe, il post conflitto. Credo che la comunità occidentale, la comunità internazionale debba dire innanzitutto un grazie ai curdi che si sono battuti con onore nell’ambito di una coalizione internazionale che aveva un preciso scopo, che era quello di difendere dal fondamentalismo islamico e dall’ISIS, che in quel fondamentalismo islamico ha trovato terreno fertile di cultura, non solo il loro Paese, ma l’intero complesso dei valori occidentali di democrazia, di laicità e di libertà, che sono quelli su cui si fondano i nostri Paesi e su cui oggettivamente occorre avere grande attenzione. Lo scenario è estremamente in evoluzione ed è molto complesso, perché è del tutto evidente che occorre avere un approccio, mi si permetta il termine, laico, relativamente a uno scacchiere internazionale che non vede i buoni da una parte e i cattivi dall’altra, ma vede una complessità di relazioni istituzionali e diplomatiche, militari ed economiche che su quel territorio, e per tutta una serie di ragioni storiche, non solo su quel territorio, sviluppano rapporti di forza e di potere che sono strategici per il popolo italiano e per il nostro Paese. Penso ad esempio all’importanza strategica che ha il territorio turco per l’approvvigionamento energetico del nostro Paese e penso ad esempio all’importanza che ha la Turchia per quello che riguarda la bilancia commerciale del nostro export e dell’import relativamente a rapporti di carattere economico che storicamente hanno visto nella Turchia la parte, certamente nella fase antecedente, probabilmente politica, quella che stanno vivendo, la parte di quel Medio Oriente laico che…, l’argomento è sparito dal dibattito politico internazionale, aveva addirittura in qualche modo immaginato in anni passati l’adesione integrale all’Unione Europea, proprio nell’ottica di vedere la Turchia, a differenza di altri Paesi di quell’area geografica come un esempio di moderatismo laico, ancorché di matrice islamica, che vedesse nella corretta impostazione delle relazione bilaterali e multilaterali il modello di ampliamento a oriente della sfera di afferenza anche istituzionale dell’Unione Europea. Questa presidenza della Turchia ha invertito radicalmente tale trend. A questa presidenza della Turchia, a onor del vero, va dato atto che si sono sommate molte forze politiche italiane di destra, che hanno radicalmente osteggiato, in tutte le sedi, il processo di adesione all’Unione Europea della Turchia, non capendo, a nostro modo di vedere, che invece è proprio attraverso un processo di integrazione internazionale che passano le politiche anche di pacificazione di quel territorio e in qualche modo di aumento di relazioni. La Turchia è per il Paese Italia un importantissimo e strategico partner, a prescindere dall’adesione della Turchia alla NATO e a prescindere dall’adesione della Turchia all’ONU. È del tutto evidente quindi che compito credo del Governo Italiano debba essere, e mi sembra che gli impegni assunti anche nelle mozioni, la mozione che abbiamo presentato, di fatto, ricalca un analogo testo che è stato votato in Parlamento e che impegna, qua noi invitiamo, in quel senso lì invece si impegna il Governo a fare una serie di cose, però è fra noi fondamentale che si faccia uscire la Turchia da questo in qualche modo cul-de-sac in cui si è messa in virtù di politiche scellerate dell’attuale vertice politico, perché io tendo sempre a separare l’elemento di guida politica dall’elemento Paese. L’elemento Paese è per noi un elemento assolutamente strategico. È del tutto evidente che anche la decisione unilaterale presa dagli Stati Uniti di abbandonare il terreno di combattimento ha, di fatto, lasciato campo aperto a importanti ed efferati delitti e questo è in qualche modo senza attenuanti possibili di sorta. Per tutti questi motivi, ma anche riconoscendo l’evoluzione che ha avuto la vicenda recentemente con, di fatto, un “cessate il fuoco”, che sta consentendo, pur con tutti i limiti che diceva la collega Artesio, di fatto una sorta di..., diciamo così, pseudo normalizzazione della situazione, e che ha portato quindi questa evoluzione a produrre alcuni emendamenti soppressivi a una parte che oggi risulta superata nel testo che avete in mano, chiederemo all’Aula di impegnarsi in un atto di indirizzo politico, ovviamente nella forma di ordine del giorno e quindi nella forma dell’invito al Governo a fondamentalmente consentire che questo “cessate il fuoco” possa proseguire in questo senso. Va letto il primo punto dell’impegnativa, che questo tipo di operazione di interruzione delle ostilità belliche possa consentire il ripristino, certamente la messa in sicurezza delle popolazioni civili. Certamente a condannare nelle sedi ONU dell’Unione Europea e della NATO, Paese a cui aderisce la stessa Turchia, e come ben sappiamo ha una missione che è squisitamente di carattere militare e che conseguentemente è forse una delle sedi dove più di altre il nostro Governo può anche far valere le proprie tesi in partnership con le altre tesi la condanna, appunto, di questa azione militare, a chiedere in sede ONU che il Consiglio di Sicurezza possa esprimersi relativamente alla possibilità di un embargo alla fornitura di armamenti ad Ankara, alla Turchia, almeno fino a quando non si ripristina una situazione, diciamo così, di governo dei processi che non lascia alle bombe e ai fucili la disquisizione delle controversie. A promuovere in sede NATO l’immediata sospensione dell’operazione Active Fence, che è l’operazione che sostanzialmente ci vede militarmente coinvolti nell’azione, a sospendere qualsiasi trasferimento economico alla Turchia a partire dal fondo piuttosto cospicuo che l’Unione Europea ha in qualche modo elargito in questi anni alla Turchia in cambio di un servizio istituzionale di governo e di controllo dei flussi migratori. Ed è tutto evidente che questa arma di ricatto potentissima che ha usato il Presidente Erdogan rispetto ai flussi migratori diretti verso l’Europa occidentale è uno dei punti su cui, come dire, ci sono ampli, amplissimi margini di negoziato dal punto di vista internazionale. Ovviamente siamo assolutamente convinti che l’esplosione della situazione possa produrre una mobilità dei foreign fighters, che sono una minaccia vera per quanto riguarda la libertà del mondo occidentale e conseguentemente questo deve diventare, deve essere la priorità, ultimo punto, quello ovviamente della messa in campo di strumenti adatti in cooperazione con la Croce Rossa e la Mezzaluna internazionale e con l’alto Commissariato per i rifugiati per quanto riguarda invece l’emergenza umanitaria. Per queste ragioni chiederemo, nella solennità dell’espressione del Consiglio Comunale, una votazione favorevole a questo ordine del giorno, in quanto riteniamo che, pur nel nostro piccolo, il fatto che la comunità politica di questa Città possa esprimere con fermezza e con chiarezza la propria vicinanza al popolo curdo e in qualche modo la forte preoccupazione perché quella crisi non produca non solo e non tanto elementi di crisi anche economica internazionale, ma che diventa in qualche modo anche un’occasione per riprendere in mano il filo del ragionamento politico per quello che riguarda, in qualche modo, la messa in sicurezza dell’area, priorità uno, ma anche una progressiva espansione dell’Unione Europea e delle sue istituzioni nell’area del Medio Oriente attraverso una riconversione delle politiche turche, appunto, e nelle politiche multilaterali, crediamo utile l’espressione del voto, non solo del Partito Democratico, ma di tutti coloro che si riconoscono in questo tipo di impostazione.

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