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Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 21 Ottobre 2019 ore 14,00
Paragrafo n. 27
ORDINE DEL GIORNO 2019-04373
(ODG. N. 18/2019) "CRISI IN SIRIA E INIZIATIVE DEL GOVERNO ITALIANO" PRESENTATA IN DATA 17 OTTOBRE 2019 - PRIMO FIRMATARIO LO RUSSO.
Interventi
SICARI Francesco (Presidente)
Okay, allora proseguiamo i nostri lavori adesso con la discussione congiunta degli ordini del giorno, il punto 15 e il punto 16. Gli ordini del giorno sono rispettivamente il n. meccanografico 201904373/002 presentata dal Capogruppo Lo Russo e altri:

“Crisi in Siria e iniziative del Governo italiano”

SICARI Francesco (Presidente)
Comunico che è arrivato un emendamento a questo ordine del giorno.
L’ordine del giorno, il punto 16, n. meccanografico 201904374/002 presentato dalla Capogruppo Artesio e altri, che ha come oggetto:

“Non lasciamo solo il popolo curdo. Fermiamo l’attacco turco in Siria”

SICARI Francesco (Presidente)
Anche a questo ordine del giorno è stato presentato un emendamento. Lascerei quindi intervenire così in ordine prima il Capogruppo Lo Russo per l’illustrazione dell’ordine del giorno e poi successivamente la Capogruppo Artesio. Prego. Inizia la Capogruppo Artesio.

ARTESIO Eleonora
Grazie, Presidente. Ho presentato, e altri colleghi con la loro firma hanno condiviso, questa proposta di ordine del giorno che non appartiene alla bontà della mia capacità di redazione dei testi, bensì all’iniziativa di numerose Amministrazioni comunali, in modo particolare le Amministrazioni comunali che aderiscono alla rete dei comuni, che hanno elaborato un testo che non credo possa differenziarsi nell’espressione della sensibilità da quello che è il senso comune della popolazione più sensibile, più interessata alle tematiche, non solo di politica internazionale, ma anche di rispetto della dignità e della vita dei popoli e delle persone. Infatti, questo ordine del giorno segue una serie di manifestazioni pubbliche organizzate da diverse reti associative e partecipate dalle popolazioni e viene dopo numerosi appelli, anche appelli sottoscritti da Amministratori comunali e di altri Enti Locali, tutti i volti a richiedere la sospensione dell’intervento di guerra della Turchia nei confronti del Nord della Siria e delle popolazioni lì insediate, tutti a chiedere un’iniziativa responsabile e autorevole da parte del Governo Italiano, tutti a sollecitare la convergenza degli Stati dell’Unione Europea nel chiedere la sospensione del conflitto e nel denunciarne la gravità, tutti a sottolineare la necessità di preservare la tutela della condizione di vita del popolo curdo e anche a ricordarne la strategia significativa di costituzione di un territorio governato all’insegna del rispetto di tutti i componenti e all’insegna della ricerca di una pacifica autodeterminazione, pur essendo stati negli anni e nel tempo obbligati ad imbracciare le armi, a subire consecutive aggressioni, a resistere al terrorismo. Quindi direi che l’ordine del giorno non ha bisogno per intercettare i sentimenti diffusi di ulteriori illustrazioni. Mi soffermo soltanto sulla contingenza nella quale noi discutiamo questo ordine del giorno, vale a dire la vigilia della scadenza della tregua di cinque giorni che è stata convenuta tra gli USA e il Presidente della Turchia. Tregua di cinque giorni che chiamiamo, per rispetto di forma, tregua. Purtroppo le cronache che arrivano dalle zone di guerra e dalle zone di fuga ci restituiscono ancora una situazione nella quale l’esercito turco, solo ore dopo la sottoscrizione di quel patto, ha permesso l’evacuazione dei feriti e la consegna dei medicinali, ma soprattutto ci consegnano una prospettiva per il futuro che non pare rassicurante se, ancora sabato scorso, Erdogan ha permesso di continuare a spaccare le teste dei combattenti curdi se non si ritireranno dalle zone di confine entro martedì. Martedì, giorno definito dai commentatori internazionali, come quello dell’incontro tra Putin ed Erdogan. Quindi noi siamo in una situazione in cui il conflitto è tuttora agito e certamente si presume ci siano purtroppo i presupposti negativi per una prosecuzione, soprattutto ci sono i presupposti per confermare quell’atteggiamento di prepotenza nazionalista secondo la quale la Turchia in modo unilaterale considera le zone che sono oggi oggetto di quell’attacco militare come le proprie zone cuscinetto, sulle quali quindi abbia la possibilità di determinare le condizioni di vita delle popolazioni che lì insistono. Soprattutto la preoccupazione che condividiamo è quella non solo della tutela di una civiltà, quella umana, dal ricorso alla guerra e alle guerre, ma in modo particolare la preoccupazione di come l’esempio di pace curdo, che dovrebbe essere valorizzato per tutta l’area del Medio Oriente invece non veda riconosciuta da parte dell’insieme delle comunità dei popoli il grande valore che questa esperienza ha praticato. E anzi, anche quando il dibattito europeo si sofferma su questo aspetto, si sofferma soprattutto sulla preoccupazione del rientro dei combattenti dell’ISIS, piuttosto che sul profondo significato della lotta di resistenza del popolo curdo nei confronti di quelle situazioni di radicalizzazione e di integralismo. Ora cosa chiede il nostro ordine del giorno? Il nostro ordine del giorno chiede alcune cose in corso, altre da rafforzare. Quelle in corso attivarsi a tutti i livelli internazionali per prendere una posizione chiara, affinché si cessi immediatamente l’aggressione turca nel Nord della Siria, ma anche di cancellare la partecipazione alla missione NATO, alla quale insieme all’Italia partecipano Germania, Spagna, Olanda e Stati Uniti, missione istituita a suo tempo su specifica richiesta della Turchia. La nostra proposta di ordine del giorno chiede anche di agire per fermare la fornitura di armi alla Turchia. Questo è certo un impegno che va assunto non solo a livello nazionale, come ancora oggi continua ad essere, perché non pare che l’Unione Europea abbia assunto ad oggi una posizione condivisa, ma rimandi alla responsabilità dei singoli Stati, ma è una misura per il futuro. Purtroppo retroattivamente quei comportamenti di vendita alle armi hanno rafforzato quel tipo di situazioni aggressive ed infine chiede che vengano avanzate a livello di Unione Europea e in tutti gli organismi internazionali l’invito e la costruzione per la realizzazione di una di una no-fly zone che impedisca l’aviazione turca di bombardare l’area. Si potrebbero aggiungere altre cose che mandino in campo responsabilità di altri organismi internazionali, in modo particolare il Consiglio di Sicurezza dell’ONU. Ricordo che la Turchia fa parte dell’ONU, fa parte di un organismo internazionale costituito per prevenire le guerre dopo le esperienze di genocidio vissute nel ’900 e quindi è giusto chiamare in causa l’ONU, così come è giusto chiamare in causa la Corte Penale Internazionale, che voglio ricordare già nel 2018 pronunciò una sentenza…, no, chiamare in causa la Corte Penale Internazionale, ricordando che già nel 2018 il Tribunale permanente dei popoli pronunciò una propria sentenza sul genocidio annunciato del popolo curdo. Queste sono le ragioni quindi per le quali chiedo al Consiglio Comunale di sottoscrivere questo testo, riconoscendomi, anche nella sensibilità e negli impegni, che il testo presentato dal gruppo Consiliare del Partito Democratico illustrerà e quindi ritenendo, per quel che mi riguarda, di votarli entrambi.

SICARI Francesco (Presidente)
Prego, Capogruppo Lo Russo.

LO RUSSO Stefano
L’emergenza siriana è un’emergenza che ha scosso le coscienze di tutto il Mondo e non poteva essere sottaciuta, ancorché nella forma di un ordine del giorno, anche dal Consiglio Comunale e certamente anche il Partito Democratico non si sottrae dall’espressione chiara e netta di ferma condanna relativamente a un atteggiamento che è stato quello della Turchia, che sostanzialmente ha disatteso gli accordi internazionali e ha, in maniera unilaterale, gestito insieme agli Stati Uniti, che hanno in data 7 ottobre annunciato l’immediato ritiro delle truppe, il post conflitto. Credo che la comunità occidentale, la comunità internazionale debba dire innanzitutto un grazie ai curdi che si sono battuti con onore nell’ambito di una coalizione internazionale che aveva un preciso scopo, che era quello di difendere dal fondamentalismo islamico e dall’ISIS, che in quel fondamentalismo islamico ha trovato terreno fertile di cultura, non solo il loro Paese, ma l’intero complesso dei valori occidentali di democrazia, di laicità e di libertà, che sono quelli su cui si fondano i nostri Paesi e su cui oggettivamente occorre avere grande attenzione. Lo scenario è estremamente in evoluzione ed è molto complesso, perché è del tutto evidente che occorre avere un approccio, mi si permetta il termine, laico, relativamente a uno scacchiere internazionale che non vede i buoni da una parte e i cattivi dall’altra, ma vede una complessità di relazioni istituzionali e diplomatiche, militari ed economiche che su quel territorio, e per tutta una serie di ragioni storiche, non solo su quel territorio, sviluppano rapporti di forza e di potere che sono strategici per il popolo italiano e per il nostro Paese. Penso ad esempio all’importanza strategica che ha il territorio turco per l’approvvigionamento energetico del nostro Paese e penso ad esempio all’importanza che ha la Turchia per quello che riguarda la bilancia commerciale del nostro export e dell’import relativamente a rapporti di carattere economico che storicamente hanno visto nella Turchia la parte, certamente nella fase antecedente, probabilmente politica, quella che stanno vivendo, la parte di quel Medio Oriente laico che…, l’argomento è sparito dal dibattito politico internazionale, aveva addirittura in qualche modo immaginato in anni passati l’adesione integrale all’Unione Europea, proprio nell’ottica di vedere la Turchia, a differenza di altri Paesi di quell’area geografica come un esempio di moderatismo laico, ancorché di matrice islamica, che vedesse nella corretta impostazione delle relazione bilaterali e multilaterali il modello di ampliamento a oriente della sfera di afferenza anche istituzionale dell’Unione Europea. Questa presidenza della Turchia ha invertito radicalmente tale trend. A questa presidenza della Turchia, a onor del vero, va dato atto che si sono sommate molte forze politiche italiane di destra, che hanno radicalmente osteggiato, in tutte le sedi, il processo di adesione all’Unione Europea della Turchia, non capendo, a nostro modo di vedere, che invece è proprio attraverso un processo di integrazione internazionale che passano le politiche anche di pacificazione di quel territorio e in qualche modo di aumento di relazioni. La Turchia è per il Paese Italia un importantissimo e strategico partner, a prescindere dall’adesione della Turchia alla NATO e a prescindere dall’adesione della Turchia all’ONU. È del tutto evidente quindi che compito credo del Governo Italiano debba essere, e mi sembra che gli impegni assunti anche nelle mozioni, la mozione che abbiamo presentato, di fatto, ricalca un analogo testo che è stato votato in Parlamento e che impegna, qua noi invitiamo, in quel senso lì invece si impegna il Governo a fare una serie di cose, però è fra noi fondamentale che si faccia uscire la Turchia da questo in qualche modo cul-de-sac in cui si è messa in virtù di politiche scellerate dell’attuale vertice politico, perché io tendo sempre a separare l’elemento di guida politica dall’elemento Paese. L’elemento Paese è per noi un elemento assolutamente strategico. È del tutto evidente che anche la decisione unilaterale presa dagli Stati Uniti di abbandonare il terreno di combattimento ha, di fatto, lasciato campo aperto a importanti ed efferati delitti e questo è in qualche modo senza attenuanti possibili di sorta. Per tutti questi motivi, ma anche riconoscendo l’evoluzione che ha avuto la vicenda recentemente con, di fatto, un “cessate il fuoco”, che sta consentendo, pur con tutti i limiti che diceva la collega Artesio, di fatto una sorta di..., diciamo così, pseudo normalizzazione della situazione, e che ha portato quindi questa evoluzione a produrre alcuni emendamenti soppressivi a una parte che oggi risulta superata nel testo che avete in mano, chiederemo all’Aula di impegnarsi in un atto di indirizzo politico, ovviamente nella forma di ordine del giorno e quindi nella forma dell’invito al Governo a fondamentalmente consentire che questo “cessate il fuoco” possa proseguire in questo senso. Va letto il primo punto dell’impegnativa, che questo tipo di operazione di interruzione delle ostilità belliche possa consentire il ripristino, certamente la messa in sicurezza delle popolazioni civili. Certamente a condannare nelle sedi ONU dell’Unione Europea e della NATO, Paese a cui aderisce la stessa Turchia, e come ben sappiamo ha una missione che è squisitamente di carattere militare e che conseguentemente è forse una delle sedi dove più di altre il nostro Governo può anche far valere le proprie tesi in partnership con le altre tesi la condanna, appunto, di questa azione militare, a chiedere in sede ONU che il Consiglio di Sicurezza possa esprimersi relativamente alla possibilità di un embargo alla fornitura di armamenti ad Ankara, alla Turchia, almeno fino a quando non si ripristina una situazione, diciamo così, di governo dei processi che non lascia alle bombe e ai fucili la disquisizione delle controversie. A promuovere in sede NATO l’immediata sospensione dell’operazione Active Fence, che è l’operazione che sostanzialmente ci vede militarmente coinvolti nell’azione, a sospendere qualsiasi trasferimento economico alla Turchia a partire dal fondo piuttosto cospicuo che l’Unione Europea ha in qualche modo elargito in questi anni alla Turchia in cambio di un servizio istituzionale di governo e di controllo dei flussi migratori. Ed è tutto evidente che questa arma di ricatto potentissima che ha usato il Presidente Erdogan rispetto ai flussi migratori diretti verso l’Europa occidentale è uno dei punti su cui, come dire, ci sono ampli, amplissimi margini di negoziato dal punto di vista internazionale. Ovviamente siamo assolutamente convinti che l’esplosione della situazione possa produrre una mobilità dei foreign fighters, che sono una minaccia vera per quanto riguarda la libertà del mondo occidentale e conseguentemente questo deve diventare, deve essere la priorità, ultimo punto, quello ovviamente della messa in campo di strumenti adatti in cooperazione con la Croce Rossa e la Mezzaluna internazionale e con l’alto Commissariato per i rifugiati per quanto riguarda invece l’emergenza umanitaria. Per queste ragioni chiederemo, nella solennità dell’espressione del Consiglio Comunale, una votazione favorevole a questo ordine del giorno, in quanto riteniamo che, pur nel nostro piccolo, il fatto che la comunità politica di questa Città possa esprimere con fermezza e con chiarezza la propria vicinanza al popolo curdo e in qualche modo la forte preoccupazione perché quella crisi non produca non solo e non tanto elementi di crisi anche economica internazionale, ma che diventa in qualche modo anche un’occasione per riprendere in mano il filo del ragionamento politico per quello che riguarda, in qualche modo, la messa in sicurezza dell’area, priorità uno, ma anche una progressiva espansione dell’Unione Europea e delle sue istituzioni nell’area del Medio Oriente attraverso una riconversione delle politiche turche, appunto, e nelle politiche multilaterali, crediamo utile l’espressione del voto, non solo del Partito Democratico, ma di tutti coloro che si riconoscono in questo tipo di impostazione.

SICARI Francesco (Presidente)
Grazie. Prego, Consigliera Paoli, ha cinque minuti.

PAOLI Maura
Sì, grazie. Intervengo brevemente solo per ringraziare i promotori degli atti che oggi andremo a votare, atti dovuti di fronte alle notizie che arrivano dalla Siria. In questi giorni si sta parlando del probabile utilizzo da parte della Turchia, che ovviamente smentisce, di armi chimiche. Arrivano foto di bambini orribilmente feriti. È impossibile restare indifferenti e questi atti sono entrambi sicuramente importanti. La guerra in Siria non è iniziata ieri, i bombardamenti da parte della Turchia sulla Siria non sono iniziati ieri, l’utilizzo delle armi chimiche, i bombardamenti sugli ospedali non sono iniziati ieri e la resistenza del popolo curdo neppure è iniziata ieri. La città di Torino a gennaio di quest’anno ha espresso forte e chiaro da che parte sta, dalla parte di chi in tutti questi anni dal 2011 a oggi ha combattuto e combatte l’ISIS. Ringrazio ancora i Consiglieri che hanno voluto votare quell’atto e anche quelli che quell’atto non l’hanno voluto votare e oggi invece si schierano per condannare la Turchia. Bene, meglio tardi che mai, bravi. Nell’atto di gennaio, tra l’altro, si chiedeva al Governo italiano di condannare cosa stava accadendo in Siria del Nord, di chiedere al Governo turco la cessazione degli attacchi indiscriminati nei confronti del cantone di Afrin, dell’intero Rojava e promuovere, in tutte le sedi istituzionali opportune, il rispetto delle libertà democratiche. Il nostro appello allora è caduto nel vuoto, non faceva notizia al tempo, i giornali l’hanno ignorato, il nostro Governo l’ha ignorato. Oggi invece quasi si sgomita per prendere posizione. Benissimo, se questo può servire a fermare Erdogan, sennò credo, spero, sinceramente che questi documenti questa volta non cadano nel vuoto. Anche il Governo in questi giorni, dopo il breve silenzio iniziale, ha preso posizione. Il Ministro Di Maio pochi giorni fa ha dichiarato che formalizzerà tutti gli atti necessari affinché l’Italia blocchi le esportazioni di armamenti verso la Turchia e avvierà un’istruttoria dei contratti in essere. Bene, sicuramente bene. Sarà ancora meglio quando leggerò che il Ministro Di Maio ha formalizzato e ha avviato e ancora e ancora meglio quando si esprimerà la volontà di attivare delle sanzioni economiche verso la Turchia, costringendola davvero a rispettare gli impegni che dovrebbe rispettare come appartenente all’ONU e alla NATO, come è già stato richiamato, nonostante non sia da ieri che non le rispetti e nonostante i rapporti economici e strategici che ha con l’Europa. Pensare che è dal 2011 che la Turchia bombarda, pensare che tra le armi che utilizzano ci sono anche le nostre. Io questa responsabilità la sento tutta e anche se serve a poco chiedo scusa. Annuncio che è il nostro Gruppo voterà favorevolmente ad entrambi gli atti.

SICARI Francesco (Presidente)
Grazie. Prego, Consigliera Pollicino.

POLLICINO Marina
Grazie, Presidente. Ambedue gli ordini del giorno mi sembrano meritevoli di sottoscrizione e di ottenere un voto favorevole dal Consiglio Comunale. Io, peraltro, pur nel dare l’adesione di Connessione Civica, non posso non segnalare l’afasia con cui il Governo Italiano è in grado di intervenire su questa vicenda. La situazione geopolitica internazionale non ci vede minimamente protagonisti e l’embargo delle forniture militari rasenta ridicolo rispetto a un Paese come la Turchia che custodisce 50 testate nucleari della NATO, anche perché la stessa Turchia può tranquillamente rifornirsi di armi da altro nazioni, come la Russia, e per un’azione militare che si sviluppa su una fascia di 30 chilometri è perfettamente equipaggiata per portare a termine il suo piano di sopraffazione e anche altro. A seguito di questi ordini del giorno e come sviluppo ulteriore mi parrebbe molto significativo che sul nostro territorio cittadino e metropolitano fossero attivate alcune testimonianze miti, ma puntuali. Fra tutte penso a immagini che documentino i tragici risultati delle devastazioni da esporre in spazi pubblici a valenza culturale della Città, a partire dal nostro Palazzo Civico, ai musei, alle biblioteche, ai teatri, fino a quando questo scempio non avrà fine. Proporrei inoltre di valutare la possibilità, anche in condivisione con la Regione Piemonte, di attivare uno spazio di documentazione visiva e letteraria all’interno del prossimo Salone del Libro di Torino per tutta la durata della manifestazione e al di là della programmazione già definita, per evidenziare la tragedia epocale che questa vicenda racchiude. In questo quadro di azioni sarebbe naturale e necessario far emergere, divulgandolo, l’apporto sostanziale e coraggioso delle donne curde alla lotta al Daesh in una prospettiva politicamente democratica e socialmente paritetica. Ecco, credo che una serie di iniziative sul territorio come quelle elencate possono davvero costituire una voce di spontanea adesione della cittadinanza alla causa curda e contribuire a tenere sempre vivo il sentimento di solidarietà a questo popolo coraggioso e così cinicamente abbandonato a se stesso.

SICARI Francesco (Presidente)
Grazie. Prego, Capogruppo Tresso.

TRESSO Francesco
Io, Presidente, intervengo per sostanzialmente condividere la necessità che anche il Consiglio Comunale si esprima e quindi ringrazio i colleghi che hanno presentato due ordini del giorno separati, che comunque hanno un intento che io vedo anche comune, che è quello di sollevare la questione e di invitare il Governo a un agire che è sentimento condiviso anche da me. Io devo dire che, proprio per enfatizzare maggiormente questa volontà di dare un segnale forte e coeso, ho firmato entrambi gli atti perché ritengo che entrambi affrontavano la questione con parole e sensibilità in cui mi riconoscevo. Io credo che la crisi in Siria, se vogliamo, abbia avuto almeno il merito positivo di poter suscitare e sollevare un’opinione pubblica internazionale, come visto anche di recente e il fatto che il 14 ottobre tutti i Ministri degli Esteri dei 28 Paesi dell’Unione Europea si siano espressi all’unanimità chiedendo la fine combattimenti è perlomeno un primo passo positivo. Per contro l’aspetto negativo è che all’Europa manca una politica che sia in grado di avere un impatto poi reale su queste misure e ci si chiede perché l’Europa non possa sostituirsi agli Stati Uniti nel proteggere le popolazioni curde che, abbiamo visto, da ormai oltre un secolo vivono una situazione compromessa anche per delle responsabilità che in parte sono anche da attribuire al nostro continente. Temo che siamo ben lontani, invece, da questo e quindi comunque apprezzo che entrambi gli atti richiamino alla necessità di una politica coesa e di maggiore condivisione a livello europeo. D’altronde mi sembra anche pleonastico far notare come anche l’atteggiamento avuto dagli Stati Uniti in questi giorni, che sia stato vantato come una vittoria di tipo diplomatico mi sembra, tutto sommato, fuori luogo quando necessariamente per negoziare un “cessate il fuoco” generalmente questo tipo di negoziazione arriva con entrambe le parti ed è perlomeno curioso che viceversa il Presidente Trump si sia adoperato con una sola delle parti e poi, appunto, riportando questo come una vittoria diplomatica. Quindi ribadisco che apprezzo e condivido la necessità di esprimerci anche a livello di Consiglio Comunale, anche nella funzione di sensibilizzazione politica che il nostro ruolo riveste e annuncio quindi che voterò entrambi gli atti che ho sottoscritto.

SICARI Francesco (Presidente)
Bene, se ci sono altri interventi?
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