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SICARI Francesco (Presidente) Adesso, come deciso durante la Capigruppo delle 13.40, passiamo alla trattazione del punto 31 del nostro Ordine dei Lavori, che è l’ordine del giorno n. mecc. 201903191/002, presentato dal Vicepresidente Lavolta che ha come oggetto: “Garantiamo la presenza RAI a Torino” SICARI Francesco (Presidente) Solo un attimo... se è tua competenza, puoi sempre parlare. Prego, Vicepresidente Lavolta per l’illustrazione. LAVOLTA Enzo (Vicepresidente Vicario) Grazie, Presidente. Negli ultimi anni, un’azienda importante, qual è la RAI, ha visto progressivamente ridurre gli investimenti anche sul nostro territorio, una percentuale significativa - ce lo ricordavano oggi alcuni lavoratori che abbiamo avuto modo di incontrare nella Commissione Consiliare competente - quasi il 30% negli ultimi 10 anni in meno di investimenti sul nostro territorio e a questa riduzione significativa degli investimenti è corrisposta anche una riduzione degli occupati, delle maestranze, dei lavoratori in quella che è la città dove quest’azienda è nata. Non è stato sempre semplice il rapporto tra la politica, le istituzioni e questa importante azienda pubblica. Un’azienda che conserva, nonostante tutto, un capitale sociale che per il 99,56%, lo ricordo a me stesso, è di proprietà del Ministero dell’Economia e delle Finanze; se avessi avuto io il potere in questi anni, potere contrattuale ovviamente, per poter richiedere a quest’azienda un’inversione di tendenza, se avessi avuto il potere di pretendere il riconoscimento consapevole del valore che si produce in questo nostro territorio - penso al valore del centro di ricerche, all’orchestra sinfonica, all’importantissimo centro di produzione - se avessi avuto anche solo un minuto un margine di potere contrattuale, io l’avrei esercitato. Purtroppo, in questi anni, non ci sono state occasioni, ce n’è stata una, ce n’è una che ha una scadenza però, perché mancano poche ore al momento in cui in uno studio notarile, qui a Torino, si apriranno le buste, le buste di un’offerta economica, perché la RAI nel suo piano industriale - l’ultimo - ha deciso di vendere un immobile che, devo dire la verità, da diverso tempo ormai era abbandonato a se stesso per la presenza dell’amianto e che merita una nuova destinazione d’uso e io, quindi, credo che sia un fatto positivo per l’Amministrazione il fatto che quella porzione di territorio possa beneficiare di una riqualificazione. Qual è il fatto negativo, però? Che a differenza di quanto accadde nel 1956, quando il Sindaco della Città di Torino era un altro, si chiamava Amedeo Peyron, e anche l’Amministratore delegato della società RAI era un altro, si chiamava Carlo Guala e incidentalmente era piemontese anch’egli, questo forse favorì un’interlocuzione più efficace; nel 1956 il Sindaco Peyron decise, a valle di un dibattito in Consiglio Comunale molto interessante che invito tutti i Consiglieri a rileggersi, decise di mettere nella disponibilità dell’azienda RAI una porzione di territorio, una porzione di territorio ambizioso, importante nel centro della città di Torino, a pochi metri dalla Stazione Porta Susa e lo fece ad un valore che era esattamente la metà del valore di mercato: da 450 milioni di Euro lui decise di dare, lui e il Consiglio Comunale decisero di dare alla RAI a 250 milioni di Euro quei 3.000 metri quadrati su cui poi è stato costruito il grattacielo della RAI, e a che condizione? Alla condizione che realizzassero una direzione generale, qui a Torino, e che quindi si insediassero dei nuovi lavori, delle nuove funzioni e anche dei nuovi lavoratori. Il dibattito fu molto interessante e, se me lo consente Presidente, voglio leggere quattro righe, sono solo quattro righe, con cui il Sindaco motivò quell’atto e disse: “Io mi sono preoccupato con questa deliberazione, e con me i colleghi della mia Giunta e segnatamente gli Assessori che hanno con me stilato la deliberazione, di legare veramente la RAI a Torino, non semplicemente con un nuovo palazzo che potesse avere una destinazione marginale, bensì con il sacrificio di un’area ambitissima per impedire che la RAI potesse, per mancanza di adatta sistemazione, portare l’attività RAI e tv fuori di Torino”. Questo il Consiglio Comunale l’aveva più volte spronato, e continua: “Ora l’esperienza, spesse volte anche dolorosa in materia di trasferimenti da Torino ad altrove di enti e di iniziative, insegna come non sempre gli atti e gli ordini del giorno enfatici o le lamentazioni abbiano avuto una vera e propria efficacia, mentre sono più efficaci” - diceva Peyron - “gli accordi concreti, in altre parole, dei contratti e delle convenzioni che obblighino la controparte ad assumere impegni tali che concorrano al fine di allontanare e rendere più difficili i trasferimenti”. Cioè, il Sindaco Peyron, nel 1956, quando si relazionava, pensava all’azienda pubblica RAI, diceva: “Guardate che per poter avere a che fare con questo soggetto importante”, ovviamente con tutti ma in particolare con questi e ne era veramente consapevole, “è necessario sottoscrivere degli accordi e degli impegni concreti”. Questa convinzione, questa determinazione consentì di stipulare quell’accordo con il quale, tra l’altro, lui già prevedeva un’ipotesi di destinazione d’uso differente, tant’è vero che in questo stesso atto c’è scritto che qualora la RAI avesse cambiato la destinazione d’uso o l’avesse alienata - come sta avvenendo in questi giorni - avrebbe dovuto dialogare con la Città di Torino. Allora, che cosa abbiamo fatto come Partito Democratico il 26 giugno? Abbiamo depositato un atto e abbiamo chiesto all’Amministrazione: “Vi state occupando di questo tema? Avete contezza del fatto che abbiamo finalmente un potere contrattuale e possiamo chiedere alla RAI di sedersi al tavolo e verificare se un parte di quegli utili, derivanti dalla dismissione di quell’immobile, possono essere reinvestiti sulle tante domande che conosciamo che nell’azienda e i lavoratori fanno da tempo?” Non faccio l’elenco; questa mattina con i lavoratori abbiamo rivisto l’agenda dei bisogni di quest’azienda in questo nostro territorio, tra ristrutturazioni, macchinari, nuove assunzioni necessarie, non lo rifaccio qui l’elenco. Ecco, se io avessi avuto, anche solo per pochi minuti, quel potere contrattuale l’avrei esercitato, purtroppo stamattina abbiamo preso atto che quest’Amministrazione e questa Giunta questo potere contrattuale non l’hanno esercitato e quest’Amministrazione ci ha spiegato che si accontenterà, così ci è stato detto, si accontenterà di un indennizzo da parte dell’azienda RAI che non è altro che la rivalutazione indicizzata di quei 250 milioni di Euro. Allora, noi stiamo provando, con questo atto di indirizzo, a mettere una pezza a quello che non è stato fatto da quest’Amministrazione; certo che è un modo rabberciato, a questo punto, a poche ore dall’apertura delle buste, ma è l’unica cosa che ci rimane da fare. Ci è dispiaciuto verificare l’assenza dell’Assessore, molti giorni fa, quando in Commissione gli avevamo chiesto di venirci a dire cosa stesse facendo, si è dato alla macchia; ci è dispiaciuto stamattina quando a domande puntuali e precise abbiamo avuto come risposta una semplice alzata di spalle. Allora, io sono profondamente deluso, sono profondamente deluso dall’incapacità che quest’Amministrazione ha dimostrato su questa partita, però offriamo un’opportunità all’Assessore che, se il Consiglio Comunale vorrà votare questo ordine del giorno, potrà con questo ordine del giorno andare dall’azienda RAI e dire: “Va bene, abbiamo concordato un indennizzo di 3 milioni” - 3,4 milioni, quello che sarà - “nel contempo, però, vi chiediamo conto di quelli che saranno gli investimenti di quest’azienda, dell’azienda RAI, sul nostro territorio, perché”, e l’analisi dei bisogni ce l’ha anche da oggi l’Assessore, perché gliel’abbiamo offerta con i lavoratori in Commissione Consiliare, “perché le esigenze per la RAI a Torino sono tante, sono diverse”. Io non so se sarà possibile recuperare all’inerzia dell’Amministrazione, della Giunta, dell’Assessore Sacco in poche ore, certo però che questo tentativo vale la pena farlo e io mi auguro che il Consiglio Comunale questa sera approvi questo ordine del giorno. SICARI Francesco (Presidente) Grazie, prego Vicepresidente Ferrero, cinque minuti. FERRERO Viviana (Vicepresidente) Grazie, Presidente. La RAI a Torino è esperienza complessa e variegata ed è parte stessa della storia della città; parliamo di luoghi: della sede di produzione radiofonica di via Verdi 31 che ospita il Centro di documentazione dell’orchestra sinfonica nazionale RAI, dell’Auditorium Arturo Toscanini, sede dell’orchestra sinfonica nazionale di via Cavalli, del Museo della Radiotelevisione e di via Cernaia 33. Qui a Torino iniziarono le prime trasmissioni radiofoniche URI ed EIAR - Ente Italiano per le Audizioni Radiofoniche - che nacquero ancora prima della RAI; una storia che fa parte e compenetra la città, come anche il Teatro di Torino, adiacente alla sede RAI, che in parte fu bombardato. Una storia che attraversa Torino attraverso il Fascismo e che passa attraverso il Comitato Italiano di Liberazione, la famosa “rete azzurra”. Nel 1949, a guerra finita, fu costituito a Torino il primo studio di registrazione e si ripartiva appunto con la sperimentazione delle trasmissioni televisive. Ma torniamo all’ordine del giorno: abbiamo necessità che si rafforzi e si pianifichi la presenza di RAI a Torino? La risposta è sicuramente sì, la risposta è sì, e la politica non si è sottratta. Ci sono state diverse audizioni in cui le realtà sia sindacali sia dei lavoratori ci hanno raccontato quale fosse la situazione; la politica non si è sottratta alle questioni che sono l’occupazione dei lavoratori, la situazione delle attrezzature che hanno una necessità importante di essere modernizzate e su cui si deve reinvestire, sulla sede di via Cavalli, che risulta ancora in affitto, e sulle esternalizzazioni dei lavori affinché si reinvesta maggiormente, si ritorni maggiormente sulle competenze interne. Torino è una città che sicuramente ha una posizione geografica svantaggiosa per le produzioni ed è per quello che noi dobbiamo riuscire, in qualche modo politicamente, ad ottenere per la nostra città delle garanzie. E qui ci vuole volontà politica espressa dagli Enti Locali, ma rivolta anche al Governo, perché le politiche nazionali aiutino la città creando lavoro e utilizzando competenze a capacità che RAI Torino possiede. Quindi, io credo che sia nell’intento della nostra Amministrazione vista la situazione che, come dico, in diverse audizioni è stata più volte ribadita, è una situazione di cui noi siamo assolutamente a conoscenza, la volontà di ribadire questa volontà da esprimere anche a livello nazionale sulla necessità, appunto, di un aiuto alla RAI Torino. Grazie. SICARI Francesco (Presidente) Grazie a lei. Prego, Consigliere Giovara, ne ha facoltà per tre minuti. GIOVARA Massimo Grazie, io volevo ringraziare il Vicepresidente Vicario Lavolta per questo atto che finalmente è un atto di opposizione concreto ma che porta benefici, secondo me se ci uniamo tutti quanti. Una delle cose che sono mancate a Torino rispetto alle azioni culturali e la cosa fondamentale che è stata costruita è l’immagine di Torino come città culturale, però come ho sempre rilevato questo dalla Maggioranza - ex Opposizione - è la creazione di lavoro per gli operatori culturali e per i creativi della città. Quindi la RAI essendo un presidio storico e fondamentale a livello nazionale, la Città di Torino deve essere un interlocutore, ma noi dobbiamo essere un interlocutore forte. Visto che c’è un accordo tra Maggioranza e Opposizione e c’è un momento storico particolare, da pochi mesi, che ci vede anche uniti nel Governo che ha una certa influenza sulla programmazione RAI, io penso che dobbiamo metterci intorno a un tavolo e stabilire quali sono le azioni e le tappe da perseguire per cui non perdiamo altri pezzi, anche se sono supposizioni perché è difficile dimostrare sulla carta, anche se stamattina un sindacalista ci ha fatto notare che la congiunzione “e” faceva direttamente collegare la dismissione del palazzo RAI a delle riconversioni a Saxa Rubra e altro, quindi prendere i soldi dalla città di Torino per metterli su altre città mentre la RAI piano piano si sta sgonfiando. Abbiamo visto nel passato che produzioni di lunga durata, come la Melevisione ad esempio, a Torino, sono state di enorme successo a livello nazionale; abbiamo visto che ci sono maestranze, operatori, tecnici, attori, musicisti che sono di altissimo livello, sono a livello internazionale ed europeo qui a Torino. Dobbiamo diventare una città attrattiva per il lavoro, visto che stiamo perdendo anche abitanti e io spero che attrarremo sempre di più giovani e creativi e operatori nel campo audiovisivo; abbiamo Torino Città del Cinema 2020, insomma ci sono un sacco di elementi su cui possiamo lavorare se soltanto riusciamo, come al solito, a metterli insieme e a farli lavorare insieme. Quindi, come Presidente di V Commissione insieme alla III penso che programmeremo innanzitutto uno o due sopralluoghi per far notare la nostra presenza come Consiglio Comunale alla RAI, e poi auspico che si farà una Commissione in cui audiamo i responsabili RAI che ci spieghino oppure che ci permettano di stabilire, insieme a loro, qual è la programmazione a medio/lungo termine e quali saranno le ricadute sulla città di Torino, però questa è proprio una lotta che dobbiamo fare insieme. Grazie. SICARI Francesco (Presidente) Grazie a lei. Prego, Consigliera Grippo, anche per lei tre minuti. GRIPPO Maria Grazia Sì, grazie Presidente. Certamente condivido le parole di chi è intervenuto dalla Maggioranza, prima di me, nel voler guardare a un futuro prossimo che ci veda insieme per studiare strategie di interlocuzione con il Governo, qualunque esso sia, per proteggere la presenza della RAI a Torino e garantirne quelli che sono stati i fasti che ci siamo portati sin qui. Sono più scettica nonostante che, con convinzione, voterò l’atto proposto dal Vicepresidente Vicario Lavolta, che ringrazio. Dicevo, sono più scettica sulla nostra capacità di andare a colmare il gap d’inefficienza che ha condotto l’Amministrazione a non utilizzare gli strumenti a sua disposizione per poter interloquire in un modo forte con l’azienda e trarre dei vantaggi reali, non tanto per sé quanto per la cittadinanza, e in particolare per i lavoratori, rispetto all’attesa vendita del palazzo RAI. Io so che l’Assessore Sacco molto tiene a questa vicenda, perché più volte l’ha citata in altri contesti, immaginando che laddove c’era il palazzo RAI un giorno sorgerà un grande albergo e ci sarà una multinazionale; io auspico che nell’interesse della città l’operazione sia un’operazione di vantaggio ma vorrei anche, e non l’ho compreso stamattina in Commissione, perciò c’è l’esigenza di riprendere in mano la questione sin da domani e non dimenticarcela una volta che, come io immagino, andremo ad approvare l’atto, c’è l’esigenza di capire come realmente l’Amministrazione darà corso a questo impegno perché quando lo ha potuto fare, cioè prima non a poche ore dall’apertura delle buste, questo non è stato fatto. È un impegno che quindi possiamo prendere come Consiglio e come Commissione competente - quella di stamani - solamente per una parte, per cui io vedo che l’Assessore Sacco vuole chiudere, spero che sia questa l’occasione per dire con chiarezza e prepararsi a quello che lo attende con l’approvazione dell’atto, sapendo che non soltanto erano quelle le intenzioni quando è stato ceduto il terreno - le intenzioni che sono state ricordate nell’illustrazione dell’ordine del giorno - ma che la precedente Amministrazione aveva cominciato ad interessarsene per puntellare quello che poteva essere il destino di quel Centro e di quei lavoratori. SICARI Francesco (Presidente) Grazie. Prego, Assessore Sacco. SACCO Alberto (Assessore) Sì. Come ho detto stamattina, ma lo ridico, ringrazio ovviamente i Consiglieri per l’ordine del giorno, respingo ovviamente le accuse di “si è dato alla macchia” perché se ho altri impegni chiedo scusa, il Consigliere Russi sa che cos’era, non mi do alla macchia certo per un suo ordine del giorno, non me ne voglia; poi come ho detto stamattina, ci sono delle lettere molto chiare che magari se aveste visto avremmo evitato tutta questa polemica inutile, non le ho portate stamattina perché... come dire, non sapevo l’attacco oggi su che cosa sarebbe arrivato, però c’è scritto chiaramente, questa lettera mandata alla RAI al Direttore Generale, protocollo 2369: “Si comunica l’intendimento della scrivente Amministrazione di procedere come richiesto alla cancellazione del vincolo gravante sull’immobile di vostra proprietà sito in via Cernaia n.33 alle condizioni economiche convenute nel contratto del ‘58 attualizzato alla data odierna”, quindi c’è una cancellazione del vincolo, mi dispiace, fatta da un certo... ve lo dico... Pier Rodolfo Fassino. Poi c’è un’altra lettera, un altro protocollo molto più lungo, purtroppo li ho qua sul cellulare, dove viene spiegato tutto, questo è il protocollo 3528, mandato a Gubitosi, dove vengono spiegate tutte le questioni relative a questi due immobili. Sono documenti pubblici fatti peraltro da voi, che sicuramente i Consiglieri vari sanno come funziona; poi, l’attività della città è stata un’attività sicuramente importante, come raccontato stamattina, sono stati fatti più incontri, più interventi per cercare di salvaguardare una situazione, come spesso capita nella nostra città, diciamo un po’ compromessa: i sindacati hanno parlato di “decenni di calo”, quindi il problema non è un problema ovviamente di tre anni. Ho chiamato ancora anche in RAI il dottor Mancini, che è il responsabile della vendita, per comprendere ancora meglio la situazione, anche se io mi ricordavo ovviamente delle lettere non scritte da me, ma io normalmente mi informo sulle cose, e anche il Dottor Mancini mi ha ribadito che in questo momento non c’è assolutamente, non ci sono obblighi formali da parte del Comune; è un altro film, nel senso se voi mi dite: “E adesso approvate un ordine del giorno” va benissimo da parte mia, peraltro per un’attività che ho già fatto, quindi dire che non è stata fatta, è stata riconosciuta stamattina in Commissione, quindi arrivare qua e dire: “Non hai fatto niente per quest’attività” non mi sembra che sia corretto, o parlare di inerzia dell’Amministrazione. Poi c’è un aspetto formale e un aspetto sostanziale. Altro aspetto importante: l’immobile non è ancora stato venduto, non sappiamo se ci sono offerte o quello che è, questa è la situazione attuale, però sono due cose molto diverse dire: “Tu non hai rispettato, non hai adoperato” - e anche da raccontare ai lavoratori - “Non hai adoperato un potere che avevi. Devi chiedere che tutto quello che ricavano deve essere investito su Torino e hai un obbligo giuridico da trasmettere alla RAI”, e diverso è dire: “Hai un potere contrattuale che stai esattamente esercitando”... contrattuale, scusate, “Hai un potere morale di impegnarti per riuscire ad ottenere certi risultati”, questo lo stiamo sicuramente facendo e penso sia stato riconosciuto. SICARI Francesco (Presidente) Prego, Consigliera Foglietta, tre minuti. FOGLIETTA Chiara Ma guardi, Presidente, non me ne voglia, però chieda all’Assessore Sacco di rilassarsi un attimo perché lo vedo piuttosto nervoso. Guardi Assessore Sacco, noi, è vero, abbiamo fatto due Commissioni, lei alla prima non c’era perché giustamente fa l’Assessore al Commercio, ha tanto da lavorare e noi siamo contentissimi che lei abbia tanto da lavorare, ahimè le tocca anche purtroppo assolvere a qualche compito, cioè stare in quest’Aula e ascoltare i boriosi Consiglieri, a questo punto tutti - scusate se ogni tanto faccio finta che siamo un Consiglio Comunale unico - che fanno delle proposte. Lei dice a verbale che questa mattina in Commissione tutti le hanno riconosciuto che è intervenuto e ha risolto la situazione, guardi, o io ho partecipato ad un’altra Commissione Consiliare oppure lei sta dicendo una cosa che questa mattina non si è verificata ma sicuramente sarà mia premura, Presidente, andare a riascoltare la Commissione Consiliare che si è svolta questa mattina, peraltro anche alla presenza di alcuni rappresentanti sindacali, oppure io ho partecipato ad una Commissione e lei, Assessore Sacco, ha partecipato ad un’altra. Se ben si ricorda, io sono intervenuta solo per dirle: “Come mai, Assessore Sacco, in apertura della Commissione non ci ha dimostrato da subito che esistevano quei documenti che firmò tal Piero Franco Rodolfo, che tutti conosciamo perché fu Sindaco prima della Sindaca Appendino?” Perché lei non ci ha detto questo stamattina? Lei è intervenuto dicendo: “Siete tutti bravissimi, avete ragione tutti quanti, io ho lavorato tantissimo”, questo lei ha detto questa mattina Assessore Sacco, ma nessuno mi pare le abbia riconosciuto né che lei sia stato bravissimo, né che lei ha lavorato tantissimo, né che la situazione era risolta. Purtroppo, io capisco che lei ce l’abbia particolarmente con noi o che sia indispettito dal fatto che alcuni Consiglieri della Maggioranza abbiano piacere di votare un atto in sostegno dei lavoratori della RAI, però questo è il suo compito, ci lasci fare anche il nostro. SICARI Francesco (Presidente) Prego, Capogruppo Lo Russo, tre minuti. LO RUSSO Stefano Il tema RAI è un tema piuttosto complesso che ovviamente interseca diversi livelli istituzionali. Assessore Sacco, io ho sentito la sua replica e non sarei neanche intervenuto, non ero neanche prenotato e, davvero, le suggerirei di darsi un po’ una calmata nei toni che utilizza, nel senso che forse ci sembra - nelle ultime settimane e soprattutto nell’ultima settimana - leggermente più suscettibile del solito e non è tanto da lei, perché lei è uno che incassa mediamente con grande nonchalance e continua a ripetere che lei incontra tutti, che tutti le vogliono bene in questa città. Ricordo che cosa è emerso sulla Commissione del mercato delle Verbene quando lei ha più volte detto che ha incontrato i lavoratori, anzi gli operatori del mercato e poi è stato smentito in diretta, come peraltro è sempre capitato, quindi non vorrei che lei avesse una falsa percezione di come lei viene percepito in città, temo di sì, temo di sì. Allora, proviamo a ribaltare il piano della questione perché a noi - con tutto il dovuto rispetto - della sua percezione non ci interessa praticamente nulla, mentre invece ci interessa di un’altra questione, tutta politica e molto più rilevante, che è la questione del futuro della RAI che prescinde completamente dall’esistenza o meno del vincolo, ed è un tema di come questa Amministrazione tra le mille cose che fa - e lei ne fa tantissime perché noi la seguiamo con grande attenzione, è sempre sul pezzo e soprattutto dispensa a questa città la sua profonda e acuta visione - nel mezzo di queste questioni c’è la questione RAI, che è una questione che se non viene messa in campo la politica difficilmente trova in qualche modo un suo svolgimento. L’ordine del giorno che non aveva nessun intento polemico, mi spiace davvero onestamente che lei reagisca con così tale risentimento che traspare anche dalle sue parole e dal tono che, ribadisco, non è consueto sentire dalla sua modalità di relazione col Consiglio, aveva unicamente un unico punto che è “Garantiamo la presenza RAI a Torino”. La preoccupazione del Gruppo del Partito Democratico, peraltro ci risulta anche condivisa dal Movimento 5 Selle, è quella che la RAI resti a Torino. Lei fa l’Assessore a “enne” cose, tra le deleghe che ha - ne ha tante che fa benissimo - ne ha una che fa meglio delle altre che è quella di svolgere il ruolo di peso politico della Città nelle sedi di trattativa nazionale. La invitiamo a fare questo, niente di più, quindi non si offenda Assessore Sacco se ogni tanto le rammentiamo alcuni suoi doveri. Non si offenda se, a differenza di tutto il resto della città, gli otto Consiglieri Comunali del PD non la vedono sempre straordinariamente sul pezzo e non la vedono sempre proattivo; sono 890.000 abitanti a Torino, i rimanenti - 890.000 abitanti meno 8 - la pensano esattamente... pensano che lei sia un ottimo Assessore, che lavora da mane a sera nell’interesse della Città e che soprattutto porta a casa i risultati, questa è la cosa che più di tutti gli altri le attribuiscono. A lei interessa che il palazzo di via Cernaia oggettivamente abbia una riconversione, questo a noi preme, e che questa riconversione sviluppi la vocazione turistica del quadrante di Porta Susa, questo è quello che a noi preme e mentre ci preme questa cosa, ci preme che la Città faccia sentire il suo peso per le attività di Torino che non riguardano ovviamente solo il palazzo RAI e le sedi degli uffici centrali che oggi sono comodamente sistemati in via Cavalli ma riguardano prevalentemente il Centro di produzione e tutte quelle che sono le produzioni che in questa città, sappiamo bene, possono avere un indotto economico. Quindi, Assessore Sacco... SICARI Francesco (Presidente) La invito a concludere. LO RUSSO Stefano ...Sì, spersonalizzi un po’ l’oggetto dell’ordine del giorno che è stato presentato, noi non ce l’abbiamo con lei in particolare, quindi si rilassi, respiri e cerchi di lavorare nell’interesse della Città. SICARI Francesco (Presidente) Prego, Consigliere Giovara, tre minuti. GIOVARA Massimo Sì, è un po’ difficile che l’Assessore non personalizzi dopo che metà degli interventi sono rivolti all’Assessore per quello che è, per quello che dice, quello che fa e come si comporta. Quindi io sono un po’ rammaricato dal tono che ha preso la discussione perché, in quanto rappresentante della Maggioranza, ho rilevato una positività nell’atto presentato da Enzo Lavolta e tecnicamente l’Assessore ha risposto nel merito dicendo che questo atto perde di potenzialità perché ci sono, mi pare, due lettere che hanno depotenziato l’accordo del 1956; questo è quello che ho capito io, poi magari sono anch’io un po’, come dire, tardo di comprendonio. Se i fatti sono questi, la sostanza rimane la stessa: se siamo insieme per mantenere la presenza RAI a Torino - e voglio vedere chi non lo sia, anche dai banchi dell’Opposizione, e penso che per l’Assessore Sacco sia una priorità assoluta - bene, se invece appunto si dice: “Non personalizzi, Assessore Sacco”, e poi si personalizza, allora diventa un po’ difficile la strada, perché siamo tutti italiani e quindi (io poi sono permalosissimo) ci si offende. Io vi invito, e cercherò in questo anno e mezzo, dopo il quale sarò libero da questo giogo di questo lavoro così pressante a cui invece voi siete così tanto abituati, a cercare di lavorare veramente nel merito, veramente negli atti, soprattutto quando sono atti vostri che vengono riconosciuti dalla Maggioranza, grazie. SICARI Francesco (Presidente) Vicepresidente, per lei tre minuti come secondo intervento. LAVOLTA Enzo (Vicepresidente Vicario) No, meno. Semplicemente per dire che a me interessa una cosa sola, che il Consiglio Comunale si esprima su questo ordine del giorno e metta nelle condizioni questa Amministrazione - poi se non lo fa l’Assessore Sacco sono ancora più contento, se lo fa la Sindaca direttamente per me è ancora meglio - metta nelle condizioni questa Città di poter interloquire con l’azienda, di sedere dall’altra parte del tavolo e metterci - a fronte anche del lavoro che è stato fatto nella Commissione Consiliare - mettere sul tavolo l’analisi dei bisogni che è stata condivisa con le maestranze, con i lavoratori, con i Dirigenti, con tutti coloro i quali abbiamo incontrato, a me interessa questo. Dopodiché, evidenzio il fatto che sarebbe stata più efficace questa interlocuzione se fatta una settimana fa, un mese fa, due mesi fa, dal momento in cui è stato depositato l’ordine del giorno; non è stato fatto e ne prendo atto, non è la prima e non sarà l’ultima volta che evidenziamo un’inerzia, ma quello che a me interessa, davvero, è che abbiamo tutte le condizioni, alcune sono smorzate - ripeto, per questa inerzia - però abbiamo tutte le condizioni per chiamare l’azienda, sederla di fronte a noi e dire che noi non vogliamo rinunciare a questo polo strategico importante che è l’azienda RAI nel nostro territorio. Abbiamo delle peculiarità, abbiamo delle competenze, le vogliamo salvaguardare e le vogliamo rilanciare, laddove ci sono degli strumenti anche di carattere urbanistico che possono fare leva nell’interlocuzione, noi siamo un po’ più forti, laddove non abbiamo strumenti noi siamo deboli e afoni, perché tutte le buone intenzioni, che ci sono state raccontate questa mattina, in realtà sono di un silenzio assordante perché non hanno prodotto nessun elemento concreto fino ad oggi. Speriamo che con l’approvazione di quest’atto ci sia una svolta, una discontinuità. SICARI Francesco (Presidente) Prego, Consigliere Carretto, tre minuti. CARRETTO Damiano Sì, molto brevemente. Io stamattina non ero in Commissione, però ho una certa... diciamo conoscenza, nel senso... da quello che so, mettiamola così. Allora, il progressivo, comunque disinteresse o abbandono, comunque sia, le politiche della RAI non sono cambiate radicalmente negli ultimi tre anni, non sono cambiate e il trend è più o meno questo, quello che è cambiato è il fatto che finalmente, forse, riusciamo a riqualificare l’edificio, il palazzo RAI, e questo io lo metterei sul piatto perché effettivamente la città ne ha un guadagno e ne avrà un guadagno nella misura in cui quell’edificio verrà trasformato, quindi sarà un investimento, spero generi un edificio di stampo ricettivo che genererà, a sua volta, introiti come tasse di soggiorno e via dicendo. Detto questo, io faccio un augurio all’Assessore Sacco che, come sa benissimo, non manco di criticare nel momento in cui ritengo sia da criticare, ma di fronte a degli attacchi così di basso livello, un’ironia veramente... ma veramente bassa, bassa perché... appunto, arriva da chi negli ultimi 20 anni ha consentito alla RAI fondamentalmente di fare quello che ha voluto senza una vera azione di moral suasion - perché poi moral suasion si può fare - poi possiamo anche dire che negli ultimi 20 anni quante volte il Partito Democratico, il centrosinistra o comunque la parte politica che viene rappresentata da questa Opposizione è stata anche al Governo, non voglio dire che la RAI sia lottizzata, e che quindi il centrosinistra non abbia mai avuto il controllo della RAI, però diciamo che forse qualche volta è successo qualcosa del genere. Quindi una città a guida centrosinistra, una RAI a guida centrosinistra che non si sono parlate, non si sono parlate, e hanno permesso fondamentalmente di arrivare a questa situazione. Quindi a me fa veramente sorridere perché, ripeto, le critiche sono sempre ben accette, specie quando sono costruttive, la derisione è un po’ meno ben accetta specie da chi dovrebbe stare zitto perché non ha lo status per permettersi alcune considerazioni. Detto questo, Assessore, faccia quello che non hanno fatto quelli di prima: lo faccia, ci provi, magari portiamo a casa qualcosa, non faccia come quelli di prima che poi magari si tirano fuori idee tipo il Lumiq o robe così che poi magari facciamo ancora dei danni nel voler andare in quella direzione, di rilanciare diciamo il comparto... SICARI Francesco (Presidente) Consigliere Carretto, la invito a concludere. CARRETTO Damiano Concludo. Quindi non faccia proprio..., cioè faccia quello che non hanno fatto chi c’era prima, non faccia quello che hanno fatto chi c’era prima. Grazie. SICARI Francesco (Presidente) Consigliere Giovara, per la terza volta interverrebbe... per cosa? (INTERVENTO FUORI MICROFONO). Sì, no, no, no, infatti, mi son perso il primo intervento perché non me lo sono segnato, chiedo scusa io. Ci sono altri interventi sull’ordine del giorno? No. Un attimo, si è segnato il Consigliere Versaci. Prego, Consigliere Versaci. VERSACI Fabio No, intervengo al posto del collega Giovara, visto che non può intervenire. Siccome “l’impegna” parla di inoltrare all’Amministrazione comunale, in base all’accordo stipulato RAI e oggi abbiamo scoperto che non è così, nel senso che io lo dico per... che non è che poi magari ci troviamo alla verifica dell’ordine del giorno e qualcuno ci dice: “Io non l’ho fatto perché avevamo queste lettere”, cioè sarebbe... vabbè, questo era quello che voleva dire il collega Giovara, che diventa un problema poi che lo votiamo e poi farà... SICARI Francesco (Presidente) Ci sono altri interventi? Metto in votazione l’atto. Prego Consiglieri, votate. Tutti i Consiglieri hanno votato? Chiudo la votazione. Favorevoli 30, contrari 0, astenuti 0. Il Consiglio approva. |