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LO RUSSO Stefano Bisogna dare atto all’ex Sottosegretaria Laura Castelli che aveva in carico la partita politica relativa all’approvazione della norma che ha consentito la rinegoziazione dei mutui, che ovviamente ça va sans dire, Sindaca Appendino, è nazionale, cioè evitiamo di dire cose ovvie. È ovvio che la norma si applica ai comuni italiani. Diciamo che ci sono due realtà che sono particolarmente favorite e le due realtà che sono particolarmente favorite sono una Torino e l’altra Roma. Poi che sia del tutto casuale che le due realtà particolarmente favorite siano Torino e Roma, 1); 2) che alla guida di queste due città ci siano le due principali esponenti delle Amministrazioni locali della Città di Torino, lei e la sua collega Virginia Raggi, ribadisco, sono, come si suol dire, in termini generali degli indizi, ma gli indizi certamente non fanno una prova, come è noto e quindi tendenzialmente noi non possiamo far altro che prendere atto. E sicuramente sappiamo altresì che la norma fu fortemente voluta per compensare un’altra macro questione perché se lei se lo ricorda bene lo scenario politico in cui questa cosa matura, eravamo nell’imminenza del cosiddetto “Conte 1” e in quel contesto la polemica politica che fondamentalmente c’era in questo Paese, Sindaca Appendino, non era tanto sulle modalità di rinegoziazione, poi adesso mi ha fatto venire il dubbio, andremo a vedere se ha imposto solo i tassi, ha imposto le modalità di rinegoziazione, ha imposto addirittura il tempo di recupero delle rate nelle annualità. Questo mi si consente almeno di avere il dubbio, ma è un mio scrupolo personale, andrò a vedere, onestamente non ho la contezza puntuale della norma Castelli. È certo un altro elemento, però, che questa questione ha certamente favorito tantissimo, ed è evidente, sennò non staremmo qua a parlarne, due realtà importanti, che sono oggettivamente le due che ho citato e fu fatto in virtù del fatto che mancarono le coperture finanziarie al trasferimento in finanziaria agli Enti Locali. Lei si ricorda, Sindaca Appendino, quando polemizzammo sul Bilancio di previsione, relativamente al taglio dei trasferimenti alle Amministrazioni Locali, operato dallo Stato centrale e si ricorderà la nostra discussione relativamente al finanziamento del cosiddetto reddito di cittadinanza e della quota 100, che erano i due cavalli di battaglia del Movimento 5 Stelle e della Lega Nord, Lega, come si chiama, Salvini Presidente, quella roba lì con cui lei va tanto d’accordo e non solo lei, e da questo punto di vista ci dicemmo in quest’Aula che noi non condivideremo il fatto che venissero utilizzate risorse pubbliche a finanziare due misure quando la stragrande maggioranza degli Enti Locali aveva esigenza di trasferimenti ordinari, questo è il tema vero. Siccome quella roba lì non ci stava perché la coperta era corta e avevate promesso troppo, voi come Movimento 5 Stelle e altresì la Lega, fu giustamente ripresa in mano la questione della rinegoziazione del 2015, che è vero che l’aveva fatta il governo del PD, ma come dico io, alla fine non si butta mai via niente, è un po’ come una particolare dieta non macrobiotica, per cui non bisogna mai buttare via niente. Comunque da questo punto di vista, concludo, Presidente, lo so che ho poco tempo, credo che sia utile approfondire se effettivamente Cassa Depositi e Prestiti ha imposto il tasso e/o l’effettiva modalità di rimborso, oppure se, forse come immagino, ha costruito un quadro e poi i Comuni hanno aderito. Però siccome onestamente non gli elementi, non riesco a dirle cose diverse da quelle che lei ha affermato, avendo peraltro assolutamente contezza dell’operazione così come è congegnata. |