Interventi |
ARTESIO Eleonora Parlando con persone di scuola e come persone di scuola e parlando di scuola, è evidente che si pone l’interesse dell’alunno al centro di tutti i processi, quindi pregherei di non assumere una premessa così ridondante, visto che è un’ovvietà che ci accomuna. Dal punto di vista della risposta che mi è stata fornita, ci sono alcune questioni che mi sembrano particolarmente serie e che necessitano - lo dico in premessa - di un approfondimento nella Commissione Consiliare. Innanzitutto osservo che su una serie di materie le due parole chiave “sistema integrato” e “conferenza delle autonomie” diventano i contesti continuamente evocati dall’Assessore per evitare di approfondire, in questa sede e nel ruolo istituzionale, qualunque argomento, rinviando a contesti del tutto esterni al Consiglio Comunale, che pure ha compito di indirizzi, sia la funzione di programmazione, sia la funzione di verifica, e questo è un metodo inaccettabile. La seconda osservazione è un’osservazione di merito: la validità dell’attività fino a questo momento svolta dal Centro di Orientamento Scolastico e Professionale, che nasceva come struttura di contrasto agli elementi di diseguaglianza e di dispersione scolastica - e questo, dal mio punto di vista, è il valore principe -, le osservazioni che sono state svolte nella relazione di replica da parte dell’Assessore non sono convincenti per una serie di ragioni. La prima: il COSP, proprio come strumento pubblico di contrasto alla dispersione, è uno strumento terzo, non è un’agenzia formativa che offre servizi, non è una scuola di secondaria che si presenta per poter essere scelta dagli allievi alle famiglie, ma è un organismo indipendente; in quanto tale, è il più titolato a mettere al centro gli interessi degli allievi. L’attività di orientamento non è esclusivamente predittiva delle future scelte scolastiche professionali, ma è una miniera di informazione su quelle che nel COSP sono definite “scoperte dei beni chiave degli allievi”, vale a dire forniscono molti suggerimenti ai docenti e ai familiari in ordine al modo con il quale i ragazzi si rapportano allo studio e alle attività scolastiche, tant’è che non solo 6.900 studenti annui hanno fruito, ma mille famiglie si sono presentate agli incontri, 400 hanno svolto colloqui individuali. Che tutto questo lavoro di profondità possa essere sostituito dal Salone dell’Orientamento, che dura tre giorni, mi riesce difficile da credere; però, poiché le parole del Consigliere risultano così ostiche all’Assessore, non parlerò con la mia voce, ma parlerò con quella di un professionista equivalente alla professionalità del nostro Assessore, cioè uno dei dirigenti scolastici che è stato interpellato sugli organi di informazione a proposito di questa nuova versione dell’orientamento decisa dal Comune di Torino e che dichiara così: “Abbiamo sostituito l’attività di orientamento scolastico e professionale con un appuntamento da centro commerciale. Da sistema pubblico siamo passati a sistema pubblicitario”. Mi pare che queste parole siano più esplicite delle mie. Chiedo, quindi, un approfondimento in Commissione. |