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ROLANDO Sergio (Assessore) Allora, la Cassa Depositi e Prestiti, come fa tutti gli anni, ripropone, ai sensi di una circolare che viene effettuata tutti gli anni, la possibilità di rinegoziare i mutui. La stessa Cassa, insieme agli uffici, hanno analizzato tutta la situazione dei mutui in carico alla Città e in allegato c’è un elenco di mutui che corrisponde a circa 295 posizioni, che è stato ritenuto conveniente valutare e alla fine, dopo aver rivisto anche alcune pratiche..., perché in questo elenco di mutui ci sono tre tipologie di mutui. Allora, con la delibera sottoposta attraverso l’adesione alle proposte avanzate a livello nazionale, la rinegoziazione dei mutui che riguarda 550 milioni di Euro di capitale residuo riassume le seguenti posizioni: per la prima volta, riduzione mutui MEF n. 12 per un valore di 7 milioni, che prevede una riduzione dei tassi, che si abbassano del 4% circa, sulla base delle condizioni di cui al Decreto 30 agosto 2019 del MEF. Esiste poi un altro gruppo di mutui con scadenza 2045, per un valore di 190 milioni, di cui non vi è allungamento di durata, vi è un seppur minimo di tasso più basso, 0,065, ma cambia la struttura della rata: per i primi 2 anni si beneficerà quindi - ma non solo per i primi 2 anni, poi vedremo meglio - di una quota di capitale più bassa. Esiste un terzo gruppo, ed è la prima volta che la Cassa Depositi e Prestiti consente il passaggio a tasso fisso di prestiti originariamente a tasso variabile, in questa fase di mercato quale è l’attuale, che vede tassi di interessi ai minimi storici, si coglie un’opportunità di convertire una parte dell’esposizione a tasso variabile e a tasso fisso che risponde ad una logica di prudenza; di contro, il passaggio comporta un maggior esborso totale, ovviamente, negli anni, che attenua il vantaggio del capitale di circa 19 milioni. Si evidenza, però, che per le economie derivanti dal minor esborso annuale in linea capitale, così come anche ribadito dal parere dei Revisori, tali economie verranno utilizzate per il finanziamento di spese di investimento e non a vantaggio del Bilancio. La Cassa Depositi e Prestiti consente unicamente due ipotesi di utilizzo: una è quella dell’economia per rifinanziare spese di investimento, l’altra è quella di ridurre il costo dei derivati; data l’entità, questa cosa non si poteva affrontare. Allora, a maggior capacità di leggere la cosa, è stata distribuita una documentazione che riguarda questa rinegoziazione ed un confronto con le altre rinegoziazioni fatte. Mi preme sottolineare l’ultima rinegoziazione importante fatta nel 2015, che si trova, mi pare, alla quinta riga della tabella che è stata consegnata.... alla sesta, riguardava un ammontare di mutui per 216 milioni circa, con un allungamento della durata, senza alterare la durata complessiva, di 18 anni, con uno spostamento di minori oneri in un periodo di 11 anni e uno spostamento di maggiori oneri in un periodo di 17 anni, con un effetto, però, calcolato come abbiamo dato dagli allegati, di un importo di maggior onere di 78 milioni. Questa rinegoziazione, che riguarda 550 milioni, sposta la durata di 7 anni, massimo, senza alterare la durata complessiva, con un maggior onere di 30 milioni, quindi si colloca in un modo molto più economicamente sostenibile di quella precedente. Nel foglio che è stato consegnato ai Consiglieri c’è il profilo dell’estinzione dei mutui, riga rossa com’era antecedentemente all’operazione, riga blu com’è post negoziazione. Con lo scarico dei primi anni, che vanno fino al 2027, della quota capitale, si ha un incremento della quota capitale negli anni che vanno dal 2037 al 2044, però si passa da sostenere un costo del debito di 200 milioni a sostenere un costo del debito inferiore ai 50 milioni; questo è un motivo per cui le rinegoziazioni con Cassa Depositi e Prestiti accolgono, per tutti gli Enti Locali, grande capacità di interesse. Non vale la pena di ricordare poi che, ovviamente, una lira in più pagata tra 30 anni non è equivalente ad una lira in più pagata oggi, come lo dimostra la matematica finanziaria che si insegna al secondo anno di Ragioneria. Inviterei i Consiglieri, se non l’hanno già fatto, a fare attenzione a due allegati che sono stati distribuiti in Commissione: uno è l’emendamento del Collegio, che dà una relazione molto significativa, molto completa, e poi c’è invece una valutazione fatta dal consulente che di solito, mi pare dal 2008, fa tutte le valutazioni finanziarie per gli uffici; in questa valutazione ci sono anche, a parte sancire il rispetto dell’equivalenza finanziaria, che è un presupposto di legge per questo tipo di rinegoziazione, che è a salvaguardia di un principio banale, quello del debito del Paese, l’equivalenza finanziaria garantisce che tutti i cittadini che ci sono in Italia, nel periodo non pagheranno di più di quello che avrebbero pagato prima, per quello si chiama “equivalenza finanziaria”. Invito a leggere i due documenti, che sono completi, e poi, se ci sono altre informazioni, come abbiamo fatto in Commissione, le forniremo. Grazie. |