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TRESSO Francesco Sì, grazie, Presidente. Qualcuno dei colleghi che mi hanno preceduto ha detto: “Non si tratta di fallimento della politica”. Io non la vedo come un fallimento, la vedo proprio come una mancanza della politica tutta questa vicenda. È una mancanza assoluta, totale, rispetto ad alcuni aspetti. Il primo è l’incapacità di saper comprendere che la politica innanzitutto è mediazione, è mediazione di più parti che sono in causa e soprattutto, a mio modo di vedere, deve essere una mediazione che è finalizzata a far sì che questa città, in cui viviamo, sia una città che mantiene le sue tradizioni di inclusività e di capacità di essere aperta a tutti. È una città che ha saputo sviluppare, nel corso degli anni, dei tavoli sociali in cui questi problemi sono sempre stati affrontati, non nel nome della chiusura, ma nel nome dell’apertura, e mi spiace vedere che invece oggi quest’Amministrazione viene meno a questa tradizione. È una mancanza di politica anche nell’incapacità amministrativa. Sono tre anni che assistiamo a questo balletto di varie ipotesi sul trasferimento prima, sul mantenimento con condizioni diverse del Barattolo, fatte, appunto, da un Assessore, l’Assessore Giusta, che è stato impalpabile, è stato etereo su questo tema e qui apriamo tutto un altro tema, che è quello della competenza di chi amministra, perché purtroppo abbiamo una Giunta che è fatta di persone che hanno limitate competenze, perché non hanno mai amministrato, non hanno mai gestito e per cui non sono capaci poi a valutare problemi e prendere decisioni che siano articolate per quello che sono la complessità di problemi. Questo era un problema complesso, lo si sapeva fin dall’inizio, ma non si è cercato fin dall’inizio di avere delle soluzioni oggettivamente valutabili sulla base anche di parametri seri. Si è partiti con una mappatura, non si sa che fine abbia fatto la mappatura, si è cercato delle altre soluzioni, ma mai c’è stata la volontà di arrivare ad una soluzione concreta. Infine la mancanza della politica si evince anche dai discorsi della Maggioranza. La stessa Capogruppo mette le mani subito avanti dicendo che, vivaddio, all’interno del Gruppo Consiliare dei 5 Stelle ci sono posizioni diverse, lo si è capito bene, ci sono posizioni che vanno su misure di assoluta chiusura e di volontà, invece, di mantenere solamente gli interessi di tutta quell’altra parte del Balon, probabilmente, come l’Assessore Sacco ha sempre cercato anche di enfatizzare, e ci sono altre posizioni che invece arrivano a dire, dopo tutta questa elaborata analisi, che comunque necessita di un approfondimento. Ma approfondimento di cosa? Dopo tre anni cosa dobbiamo ancora approfondire? Io francamente questo non lo capisco. Mi sembra che invece ci sia una grande ipocrisia di base, che è sempre quella di dire: “Ma noi siamo costretti a fare questo tipo di scelta, anche se in fondo non vorremmo”. Ed è lo stesso motivo per cui si arriva a votare il Decreto Sicurezza e si fanno altre scelte di questo genere. È sempre un demandare ad altri la responsabilità delle proprie scelte, quando non si è capaci di fare delle scelte coraggiose, delle scelte che siano “Politica”, davvero, con la “P” maiuscola. Così mi fa ridere anche tutta questa elucubrazione e discernimento sui termini “sbarramento”, “muro”, “jersey”, e dire se è fino ad 1 metro, ad 1 metro e 10, quasi fossimo ad una Commissione Urbanistica dove stiamo valutando le altezze che regolano i nomi che dobbiamo dare poi e i significati che dobbiamo dare agli strumenti che vengono scelti. Qui il fatto è che la scelta è quella di sbarrare, di chiudere, e non è la scelta che io, francamente, vedo per una città come Torino, una città che è fatta da sempre di multicultura, di multietnicità e di capacità anche di mettere a sistema queste cose. Chiaro che in primis viene la liceità e la legalità, ci mancherebbe. Allora poi spiegatemi come sia possibile mantenerla solo in certe aree della città e in altre aree che sappiamo..., io più volte ho fatto interpellanze sulla Cavallerizza, in cui non vengono messe sotto una, diciamo, una sfera di una convenzione anche situazioni in cui vengono vendute bevande e quant’altro. Però qui non è il tema, il tema è proprio dire: “Ma perché non si può cercare una soluzione..”. Io avevo presentato una mozione il 12 di luglio, credo, guarda caso il Presidente della Commissione, che è lo stesso Consigliere Russi, non l’ha ancora calendarizzata, per cui ha anche, diciamo, messo in una situazione di difficoltà la possibilità che poi io, come Consigliere, potessi portare all’ordine del Consiglio la volontà di votare o meno un atto che comunque andava in una direzione diversa da quello che poi è stato invece eseguito, e c’era tutto il tempo, perché dal 12 luglio sono passati, mettiamoci pure la pausa estiva, ma più di due mesi. Allora, questo di nuovo va contro quello che è il Regolamento Comunale, che è quello che concede a tutti i Consiglieri, in particolare, anche per par condicio a quelli della Minoranza, di poter eseguire la loro attività politica, facendo gli atti che è dovuto fare. Ma se poi, certo, accettiamo questo rimando della calendarizzazione dei temi, dopodiché non si può essere messi nelle condizioni di poter operare secondo quello che è giusto che sia. Infine, ancora una volta sottolineo che, a differenza di altri che mi hanno preceduto, io non sono assolutamente soddisfatto di questo modo di operare, non sono soddisfatto del fatto che ci siano delle compartimentazioni e ci siano dei luoghi che volutamente sono scelti come non luoghi, perché è proprio il principio di mettere un po’ la polvere sotto il tappeto e di far sì che, anziché valutare come una possibilità di valorizzare delle situazioni in cui convivono situazioni diverse, certo, sempre sotto l’egida della legalità, ma che cercano davvero di fare quel mix, a livello urbanistico, a livello sociale, a livello di tessuto, che vive proprio anche dello scambio mutuo tra persone che nella fattispecie vendono oggetti con nature diverse ed anche... io fin da ragazzo frequentavo il Balon proprio perché andavo nella volontà di trovare esattamente quel mix che ha sempre contraddistinto quel tipo di mercato, che era un mercato fatto di oggetti preziosi e di valore, e fatto anche di pezzi di riciclaggio, io ci andavo per prendere i pezzi di ricambio per la bicicletta usati e quant’altro. Invece non si vuole valorizzare questo, si vuole confinarlo... TRESSO Francesco ...e ho finito, in luoghi che non hanno una loro tradizione e che non hanno una loro dignità, che sono asettici, e su tutti prevale questo meccanismo della delega, questo meccanismo, ancora una volta, di assenza della politica, di delegare, in questo caso alla Prefettura, delle scelte che sono proprio frutto di un’incapacità di governo. TRESSO Francesco Chiedo scusa, credo... Presidente, mi scusi, sto parlando a lei. Ma credo che in più di due mesi non trovare una data utile in cui la Giunta sia presente, francamente non è proprio una cosa credibile, per cui non me la venga a raccontare in questo modo, insomma. Voglio dire, in più di due mesi la Giunta... è possibile, perché questo è il suo mestiere, trovare una data in cui si possa concertare e arrivare alla discussione. Quindi, questa non era assolutamente una condizione in cui lei mi ha messo la possibilità di scegliere. |