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LO RUSSO Stefano Una delle grandi sfide della contemporaneità, Sindaca Appendino, è come noi interpretiamo i fenomeni della povertà, di come siamo capaci, dal lato dei fortunati del mondo, a gestirli e soprattutto come siamo capaci e quali sono le misure che mettiamo in campo per risolverlo il problema della povertà. E, guardi, non so se sono muri, jersey, cavalli di frisia, ma hanno tutto il significato politico e simbolico che hanno i blocchi navali di Salvini, che hanno i muri di Trump, che hanno tutte quelle barriere fisiche che sostanzialmente hanno una funzione, che è quella di impedire che fenomeni sociali, fenomeni migratori, fenomeni politici possano venire a contaminare la nostra quiete. Chi le parla, Sindaca Appendino, sa bene, è stato uno dei più attenti amministratori di questa città alla valutazione della compatibilità tra quell’attività e che cosa gli stava intorno, ma per quanto critica potesse essere la posizione e per quanto, come dire, anche dialettica fosse la questione, mai ci saremmo sognati di appaltare la scelta politica al Prefetto. Questo è un problema, Sindaca Appendino, con tutto il rispetto che ho, che abbiamo per l’istituzione, il Prefetto e per le forze dell’ordine, che era scritto nella vostra incapacità politica di gestione, Sindaca Appendino. Lei nel lungo elenco di persone che ha ringraziato ha dimenticato una persona, non sappiamo perché l’ha dimenticato, il povero Assessore Giusta, che è lì nell’angolo, nei banchi della Giunta, che era quello che avrebbe dovuto gestirla politicamente. Lei ha elencato una serie di Assessori e non ha elencato lui. Non capiamo se è l’ennesimo preavviso di sfratto, quindi Assessore Giusta inizi a preoccuparsi, oppure se è un modo simbolico di dire: “Noi abbiamo cambiato approccio”. Guardi, Assessore Giusta, noi non abbiamo risparmiato nulla e abbiamo sempre considerato la scelta di adottare una delibera nel mese di dicembre, in assenza di una gestione politica operativa del trasferimento che fosse compatibile con la situazione, una scelta molto molto rischiosa. Vede, Sindaca Appendino, lei dà la sensazione, poi magari sbagliamo, di avere intrinsecamente introiettato una concezione profondamente di destra, profondamente di destra, lei non perde occasione di citare la Hyperloop, di andare ad inaugurare centri commerciali di grandissimo livello, di andare... non se ne perde uno di vernissage, e considera i poveri di questa città come un fastidio, ed è evidente che li considera come un fastidio. E quando non è in condizione di attivare risorse economiche imponenti, gigantesche, come quelle che sono state messe in campo per la liberazione del MOI, che è costata quasi 10 milioni di Euro, quasi 10 milioni di Euro, il risultato è quello che abbiamo visto sabato. Perché, guardi, Sindaca Appendino, è comodo venire a farsi belli dicendo che le palazzine del MOI sono state sgomberate senza intervento della Forza pubblica; andiamo a verificare quanto è costato quell’intervento. Allora dove sta il problema? Che quando, invece, queste risorse lei non ce le ha, perché non è in grado di attivarle o perché le fondazioni non gliele danno, la risposta che dà non è la gestione operativa del problema, è il jersey, è la Polizia. Questo è il tema e questo è quanto di più elitario e borghese si può immaginare alla guida di questa Città. Allora noi, che abbiamo un’impostazione leggermente diversa, che prova a comporre nella diversità delle posizioni, ma prova a dare una soluzione che sia quella di tenere insieme la città, siccome sappiamo benissimo che questi signori che erano sabato lasciati andare allo sbando, perché il problema di fondo è che quella cosa lì è degenerata grazie alla vostra assenza di politica, che ha lasciato svaccare la questione per 38 settimane, non spariscono dalla città, non si volatilizzano, non evaporano perché lei mette dei jersey e perché viene qua a spiegare la sua soluzione, la sua ricetta di politica di gestione della povertà. E la cosa ancora più grave - e concludo - è che voi vi eravate candidati, lei si era candidata, Sindaca Appendino, perché le due città, se le ricorda quelle parole? Noi ce le ricordiamo piuttosto bene, le famose due città, che erano separate, avrebbero dovuto essere riunite. Il risultato finito, dopo oltre tre anni di governo, è che non solo non sono riunite, non solo nelle periferie le situazioni sono peggiorate, non solo tutto quello che è stato detto non si è verificato, ma il risultato di questa riunione delle due città è un muro fisico, alto, basso, medio, ha un valore fisico, ma ha soprattutto un valore simbolico. A noi non stupisce, perché la concezione che avete voi del governo di questa Città è tipicamente: “Ai poveri diamogli le brioches”, “Diamogli le brioches ai poveri”, non ci occupiamo di risolvere i loro problemi. Allora, mentre date le brioches ai poveri, siccome di brioches in questo caso, a differenza di altri casi, non ne avete avute da distribuire, il risultato è quello che abbiamo tutti sotto gli occhi. Tutto ciò premesso, Sindaca Appendino, come abbiamo sempre fatto, perché a noi sta a cuore l’interesse della città, ci preoccuperemo di non infierire e di aiutarla nel non sbagliare più questo tipo di politica, perché il problema che voi avete esasperato, che c’era e che voi avete esasperato, resterà purtroppo anche dopo di lei, soprattutto in queste condizioni. Ed è bene che non si soffi sul fuoco e questo lo dico ai suoi ex alleati, che poi non si capisce quando sono alleati, della Lega Nord, che su queste cose qua ci marciano e costruiscono consenso. E, ahimè, temo che da questo punto di vista il suo atteggiamento ondivago e piuttosto ambiguo non aiuti a fare quella chiarezza che oggi noi crediamo assolutamente necessaria. |