Interventi |
SICARI Francesco (Presidente) Buongiorno, riprendiamo dopo la sospensione. Mi scuso con i presenti e chi ci sta seguendo per i quasi 20, 30 minuti in più, ma stavamo aspettando che potesse arrivare la Sindaca, che deve rispondere sulle comunicazioni. Ricordo che le comunicazioni sono quelle pervenute dal Partito Democratico, chiedono alla Sindaca di riferire urgentemente in Aula circa il posizionamento di barriere di cemento per delimitare l’area una volta adibita ad area di libero scambio e “Militarizzazione del quartiere Borgo Dora”. È stato deciso dalla Conferenza dei Capigruppo di cumulare i tempi. Quindi il Movimento 5 Stelle avrà a disposizione 28 minuti, il Partito Democratico 13 e i monogruppi 6. Prego Sindaca Appendino. APPENDINO Chiara (Sindaca) Grazie, Presidente. Innanzitutto mi scuso con i Consiglieri e le Consigliere del ritardo, ma ero impegnata in Prefettura, proprio peraltro sulla questione che è oggetto delle comunicazioni, e appena finito sono ovviamente venuta in Aula, quindi vi ringrazio della pazienza. In realtà la vicenda nasce ed era nota al Consiglio, perché arriviamo in seguito a centinaia di esposti, commenti, richieste, appelli, e onestamente non so e non conto più quante volte, non solo in questi tre anni da Sindaca, ma credo anche prima da Consigliera, e poi anche, prima ancora di avere un ruolo istituzionale, quante volte in questa città si è dibattuto del tema del suk, che credo sia da evidenziare il fatto che sia oggettivamente un tema profondamente sentito, in parte certamente anche divisivo nella dialettica tipica che probabilmente affronteremo anche in quest’Aula, ma certamente è uno dei tanti temi che io definisco irrisolti, che in qualche modo abbiamo ereditato e che io credo siamo stati chiamati a risolvere, o comunque a cercare di risolvere. Questo non significa che la questione evidentemente sia risolta, ma ci tornerò. Voglio anche dire chiaramente che io ritengo, e forse l’avevo anche detto quando ero Consigliera in quest’Aula, che tentativi in tal senso, proprio di intervenire sul fenomeno e sulla vicenda che ha comportato, ripeto, non solo dibattito, ma anche tensioni sul territorio, siano già avvenute anche in passato, quindi nell’Amministrazione precedente. Ritengo però che questi sforzi, come dire, non siano andati a buon fine, ma evidentemente ci sono stati, anche perché credo che la pressione del territorio fosse forte su chiunque avesse in qualche modo una responsabilità di governo nei confronti della città. Facciamo però, perché penso sia giusto farlo, un piccolo salto indietro nel tempo, perché credo che quasi si perda nella memoria di chi ha vissuto, ed attraversato le strade del Balon di Borgo Dora, l’origine del suk di Torino in via San Pietro in Vincoli; una via storica di Torino a due passi da Porta Palazzo, dalle Porte Palatine, centinaia di persone si ritrovavano con la loro merce per dare vita a quello che è il mercato di libero scambio. Un’attività che è oggettivamente commerciale a tutti gli effetti, e nonostante i tentativi di regolamentazione, che tra l’altro stavo proprio riconoscendo anche precedentemente, e condivido, perché è necessario, dal mio punto di vista, quella tipologia di attività, i problemi nel mercato e nel quartiere non sono mancati. La difficile convivenza tra residenti, commercianti e avventori è più volte stata oggetto di fatti di cronaca. Quell’esperienza per continuare, ovviamente, dico una cosa banale, ma il presupposto per cui poi c’è stato l’intervento, che in realtà è, come dire, terminale di una serie di azioni che sono state fatte in questi mesi, comunque dal nostro punto di vista, dal mio punto di vista, con l’esperienza, per continuare doveva rientrare nei parametri della liceità. E su questo io ritengo onestamente che, per quanto evidentemente la realtà e questa realtà sia una realtà storica, non possa esistere realtà, per quanto storica, che venga meno alle regole dello Stato, della Città e del vivere civile. Nel dicembre di un anno fa, è stato anche lungamente discusso in quest’Aula, la Giunta ha approvato una delibera che prevedeva l’accompagnamento del suk in via Carcano. A tal proposito, di concerto con la Prefettura, i Comitati e le realtà coinvolte, sono state messe in campo tutte le risorse necessarie in un dialogo continuo. Sono stati investiti 100.000 Euro da parte della Città, trovati nuovi spazi, rinforzati i trasporti pubblici, definiti anche degli elementi nuovi del regolamento, e verranno poi istituiti percorsi sociali di accompagnamento di cui avremo modo di discutere anche nelle prossime settimane. È una progettualità complessa e condivisa, anche perché, lo dico spesso, quasi mai esistono soluzioni semplici a problemi complessi, e questo credo fosse una tematica decisamente complessa, che io credo stia funzionando, anche se ovviamente c’è ancora molto da fare. Io, l’ho detto anche sabato, durante un momento di conferenza stampa: io sono profondamente convinta che il suk in quanto tale, cioè il mercato di libero scambio in quanto tale, debba rimanere parte della tradizione di Torino e quindi vogliamo che possa continuare a crescere e vivere. Quindi, da questa parte non troverete mai un interlocutore che, come dire, provvederà, o in qualche modo lavorerà per cancellare il libero scambio. Vi dico di più, e questo è anche uno dei motivi per cui abbiamo lavorato per il trasferimento: il nostro obiettivo è quello di restituire dignità a chi lo anima, fornendo servizi ed un luogo adatto per l’esercizio del commercio nel perimetro di regole condivise che si integrano nel territorio, affinché tutto possa svolgersi nella serenità di essere riconosciuti. Vengo quindi ai fatti di cui tra l’altro si è parlato negli ultimi due giorni. Il cambio di sede del suk ha ovviamente richiesto che si intervenisse in via precauzionale per ciò che riguarda un eventuale riposizionamento nella vecchia sede. Per fare questo, in maniera controllata e pacifica, sono stati usati dei dispositivi fisici, che sono i jersey, blocchi di cemento alti un metro. Ora, tra l’altro ho seguito evidentemente il dibattito che immagino avverrà anche oggi in quest’Aula, nella narrazione di alcuni, questi blocchi di cemento sonno diventati dei muri, che dal mio punto di vista potrebbe essere bollato come fatto di per sé privo di senso, e voglio anche ringraziare chi si è in qualche modo scomodato a precisare a più riprese, anche sui social, sui giornali, la differenza, cioè, cos’è un muro e il dibattito sociologico che è partito anche sulla questione dei muri. Il punto è che, finché si parla di muro, si evoca la figura di Trump, si può condividere o non condividere, però voglio dire, rientra nella normale, se così vogliamo definire, dialettica politica; quando però mi sento dire, si arriva a tirare in ballo il muro di Berlino, protagonista di una stagione estremamente buia dell’Occidente, allora io ritengo francamente che sia un po’ diverso, non per il suk o per la mia persona, ci mancherebbe - poi la dialettica politica ovviamente raggiunge i livelli che vuole ed esprime quello che vuole - ma io credo per la manifesta ignoranza di pagine di storia estremamente delicate e che andrebbero maneggiate con molta, molta cura. Vorrei anche dire un’altra cosa, anche perché sono stata fortemente attaccata in queste 38 settimane, da quando è stata fatta la delibera. Avessi voluto intervenire, avessimo voluto intervenire in maniera diversa con l’uso della forza, certamente non avremmo aspettato 38 settimane dalla delibera, e l’abbiamo fatto perché siamo consapevoli del fatto che gli operatori e il mercato del libero scambio ha evidentemente una sua valenza non solo storica, ma anche evidentemente un percorso e rappresenta una modalità di intervento, anche dal punto di vista del sociale. Però mi sento di dire, perché è giusto dare alle cose il loro nome, andando anche oltre, come dire, entrando nella sostanza, assumendoci anche noi le responsabilità, perché i cittadini ci hanno chiamato e ci hanno chiesto di risolvere problemi complessi, e il tema del libero scambio è un problema complesso che va, da più di un punto di vista, affrontato con la ragione e con il confronto. Allora, affrontare gli stessi con superficialità, con posizioni antiideologiche, con vuote petizioni di principio, dal mio punto di vista, non è la strada giusta, anche perché si rischia di scadere in quella che io definisco la retorica eroica - anzi non l’ho definita io, ma l’ha citata così il semiologo Ugo Volli sulle pagine del Corriere della Sera - il che, secondo me, non fa bene onestamente a nessuno. Vorrei parlare del futuro, perché questo è successo questo fine settimana, lo sapete benissimo. Sabato 5 ottobre, il primo giorno del cambio di sede del suk, al mattino, in via Carcano, il nuovo luogo del mercato, si sono presentati in 239 a richiedere il proprio stallo; in 417, invece, ieri, domenica 6. Io vorrei ringraziare ovviamente ciascuno di loro, e come ho già detto anche, poco fa, in un incontro in Prefettura, insieme a ViviBalon, vorrei ribadire, anche pubblicamente, che le istituzioni ci sono e continueranno ad esserci, in percorsi condivisi di cui parlerò tra poco. Nelle stesse ore, più precisamente dalla sera prima, ricevevamo - è giusto anche dirlo, perché i bisogni sono di un’intera collettività, non solo di una parte, noi siamo chiamati come Città e come responsabilità di governo, a cercare di tenere insieme le esigenze di una comunità, e spesso sono contrapposte - ricevevamo anche messaggi dai residenti di via San Pietro in Vincoli che ritrovavano la serenità nel loro quartiere, anche in parte esasperati da anni di evidenti difficoltà. Io penso, e ripeto, mi assumo evidentemente la responsabilità di quello che sto dicendo, che l’intervento sia riuscito. C’è ancora molto da fare, sicuramente, e non mi stancherò mai di ribadirlo, ma io credo che, anche questa volta, facendo squadra anche con le altre istituzioni, siamo riusciti a fare un passo in avanti importante. Ora, la sfida è quella forse più significativa e cioè, come ha spiegato la Vicesindaca, Sonia Schellino, far sì che partano dei percorsi di inclusione, perché quella del mercato del libero scambio deve essere un’esperienza riconosciuta come facente pienamente parte dell’identità di Torino ed in quanto tale deve essere valorizzata, e noi vorremmo che il suk, e su questo stiamo lavorando, non sia un punto isolato della Città che si esaurisce alla dimensione del commercio, bensì, per chi vuole, possa essere un punto di partenza per apprendere professionalità inerenti ai temi del riuso e della valorizzazione di oggetti antichi. A tal proposito stiamo lavorando a veri e propri percorsi di formazione, affinché la ricchezza di quel luogo cresca con la conoscenza, con una comunicazione mirata, trasporto pubblico che andremo a rafforzare, in modo tale da avere un migliore collegamento, e faremo di tutto affinché il mercato del libero scambio in via Carcano sia un patrimonio di tutta la comunità, anche della Città, e soprattutto della Città, lavorando evidentemente insieme a chi lì la mattina del sabato e la domenica, opererà. Vorrei quindi ringraziare ovviamente il Prefetto, Claudio Palomba, che ha assistito ed ha, come dire, personalmente gestito, insieme alla Città, anche la fase delicata di negoziazione; la Vicesindaca, Sonia Schellino, che sta lavorando a tutta la parte che riguarda i percorsi di inclusione; l’Assessore Roberto Finardi, che ha gestito, ovviamente con la delega alla sicurezza, tutto ciò che è avvenuto anche in questi giorni; il Comandante della Polizia Municipale, Emiliano Bezzon; ovviamente la Questura e tutti coloro che sono intervenuti, e i Consiglieri e le Consigliere che hanno sostenuto e condiviso questo percorso; le Associazioni e chi da oggi o da domani, quando vorrà, avrà la volontà politica e la voglia di mettersi in gioco per quanto riguarda il futuro del mercato di libero scambio che deve essere, come dicevo, che è la sfida più grande che abbiamo, non tanto un luogo di destinazione fissa, bensì un luogo di transito per acquisire professionalità, competenze e poter intraprendere un vero percorso di autonomia. Grazie. SICARI Francesco (Presidente) Grazie a lei. Prego, Capogruppo Sganga. Le ricordo per il suo Gruppo 28 minuti. SGANGA Valentina Grazie, Presidente. Prima di entrare nel merito della questione, vorrei fare due brevi premesse. La prima è che intervengo non a nome del Gruppo, ma a titolo personale, per fortuna nel nostro Gruppo c’è libertà di pensiero e penso sia giusto che in Sala Rossa abbiano voce le diverse sensibilità che animano il Movimento 5 Stelle, ma anche la città, e sono certa che dentro la Maggioranza, come tra le Opposizioni, c’è chi vede la questione in modo simile al mio, e spero che in questo dibattito ciò possa emergere. La seconda premessa è che la mia non è la difesa della situazione che sussisteva nel mercato di San Pietro in Vincoli. Ciò che si è venuto a creare non rispettava la dignità dei commercianti, in primis, che ci operavano, e soprattutto non rispettava il diritto alla quiete dei residenti. Quell’area era diventata da tempo, da anni, uno spazio incontrollato, ma su questo non mi dilungo perché quest’Amministrazione ha adottato una delibera, che questa Maggioranza ha votato, perché vedeva in essa uno strumento progressivo per la Città e per i suoi abitanti più deboli. Ciò detto, sono molto contenta che un mio piccolo post su Facebook abbia aperto un dibattito in città. Io credo che la politica debba non solo puntare sul piano dell’azione amministrativa, bensì anche su quello culturale, che parimenti forgia lo spirito di una città e la sua coscienza. Un uomo, che in questa città è vissuto oltre un secolo fa, disse che gli uomini devono, e sottolineo devono, essere giudicati in base alla quantità di verità che possono tollerare. Possiamo definirlo muro, possiamo definirla barriera, possiamo definirlo cordolo, ma esso è ben più di tutto questo. Lo sbarramento che è stato posizionato al Balon, venerdì mattina, è un simbolo; i simboli nella realtà sono un materiale esplosivo, e credo non sia necessario essere la reincarnazione di Carl Gustav Jung per comprenderne il perché. Tempo fa, ci fu giustamente fatto notare che tutti noi abbiamo l’obbligo di non usare un linguaggio da bar. Quella frase della Sindaca, che ancor di più oggi condivido, metteva sotto la luce di un potente riflettore il nostro dovere di scendere nella complessità, affrontarla senza presunzione ed anche senza paura. I simboli sono direttamente collegati a un altro mondo meraviglioso, che è quello della percezione. Come tutti voi saprete, la percezione è quasi sempre indotta, raramente diretta: mi faccio un’idea di cosa vedo, di cosa provo, di cosa vivo, in base a come viene raccontato ed a come viene illustrato; è lì che costruisco la mia opinione, e più mi viene raccontato in un modo, più la mia percezione sarà indotta in tal senso. Per quanto non possa piacerci, il contesto storico in cui viviamo è, a mio giudizio, regressivo, proprio su questo piano, cioè nella relazione tra simboli e percezione indotta. Quella relazione oggi è distruttiva, è oggettivamente distruttiva, ne abbiamo parlato tante volte anche in quest’Aula: il sentire comune di questi tempi è spesso rabbioso, stiamo perdendo il concetto di tolleranza e fatichiamo a tollerare. E giustamente, come si può tollerare un sudicio mercato, di chi non rispetta le regole, di chi puzza, di chi sporca, di chi fa rumore, di chi ci appare così lontano da noi, non si può, non possiamo farci nulla, oggi è così. E quindi il compito di un buon politico dovrebbe essere provare a procedere in questo delirio di semplicismo, sfruttando il meccanismo della complessità. È molto difficile, è molto faticoso, questo senza dubbio ma, appunto, è sempre meglio del bar. E vengo al cuore della questione. Quando viene posizionato un muro, una barriera, un cordolo, esistono due tipi di relazioni certe: chi lo pone negherà una parola precisa, e quindi dirà: “Non è un muro, non è un’azione di polizia, è un’azione di prevenzione”; chi lo subisce, invece, definirà una parola più precisa, dirà: “È un muro, è un muro che espelle i poveri da un quartiere”. La narrazione mediatica darà il senso definitivo di questa cosa, e il senso definitivo che ne è stato dato è quello che si evince da un breve elenco dei titoli di giornale che abbiamo letto tutti in questi giorni, e ne leggo alcuni: “Muro contro il suk degli abusivi”; “Muro a San Pietro in Vincoli”; “Appendino e Palomba, misura per il trasferimento di via Carcano”; “Un muro contro il suk, Prefettura e Comune cancellano il mercato”; “Una barriera di cemento per chiudere il mercato”, e via dicendo. Cosa vuol dire tutto ciò? E vengo al cuore della critica, anche (incomprensibile) quando ho detto che quella barriera non è la mia soluzione. L’altro giorno, noi abbiamo esposto, noi stessi e la Città a quello che a mio giudizio è un pericolo, ma non solo, perché era totalmente prevedibile che la percezione generale avrebbe definito quello strumento, che è divisivo in ogni caso, perché è una divisione fisica per quanto piccola, un muro. E per chi ha avuto il dispiacere di andare anche a vedere cosa stava accadendo sarà stato chiaro che è esistita, quella sera, una fortissima militarizzazione del territorio, nella serata di venerdì, e questo è un altro elemento che offre la sponda a chi utilizza un determinato sostantivo. Ora torniamo al problema, che poi è sempre lo stesso, cioè parlare come se fossimo al bar, o fare azioni da bar, come posizionare un jersey. Pregiudica il lavoro di sostanza, ma soprattutto ci rende subalterni ad uno schema narrativo e politico che oggi è quello delle destre, e noi abbiamo sempre detto, come forza politica, di essere post-ideologici, ma questo non vuol dire che possiamo sentirci a nostro agio con chi dice che i muri servono. E qualcuno parlando di San Pietro in Vincoli, in quest’Aula, l’ha fatto. Io credo che la presenza di quel muro, di quella barriera, di quel cordolo sia un errore e anche grave, perché incidiamo sulla cultura della comunità lasciando un simbolo enorme - che appunto tutti definiscono muro - in un tempo in cui di muri se ne vede sorgere ovunque. E quei muri sono la cosa culturalmente quanto più distante da me, quanto più distante da lei, Sindaca, quanto più distante da questa Amministrazione e soprattutto quanto più distante dalla città di Torino. E infine perché quella cosa ognuno poi la valuti in base al proprio livello di tolleranza alla verità, utilizzando quindi la parola che più lo conforta, sposta l’attenzione da altri aspetti di sostanza, che la politica dovrebbe affrontare. E in questa vicenda ci sono due aspetti di sostanza: uno riguarda il Borgo Dora e l’altro riguarda via Carcano. Su Borgo Dora, a differenza di quanto ci vorrebbe raccontare qualcuno, la vicenda di quello che ora si chiama mercato di libero scambio non è un’emergenza di questi anni; ha, come ha detto giustamente la Sindaca, una storia lunga, complessa, inevitabilmente discussa e discutibile, così come la rabbia, l’intolleranza verso chi vende non è nata dall’oggi al domani. Tutto ciò è segno di una trasformazione, quella dell’area di Borgo Dora, che chi ha governato la Città negli ultimi 40 anni ha fortemente voluto, e che forse si è mostrata più complicata anche di quello che speravano gli amministratori di centrosinistra che ci hanno preceduto. Sentire però ora parlare di gentrification, da chi ha soffiato sul fuoco di questo processo, Presidente, personalmente mi fa un po’ sorridere. Detto ciò, penso che sia necessario aprire una riflessione su ciò che questo quartiere vuole diventare: la convivenza tra realtà sociali così diverse è complicata e secondo alcuni impossibile, addirittura. È chiaro che la riqualificazione non può essere e non può passare dall’allontanamento di chi vive ai margini. Rendere vivibile un quartiere, una piazza, uno spazio pubblico lo si può fare ma solo coinvolgendo tutti quelli che ci vivono e io credo che un mercato, come appunto quello del Balon è uno degli organismi più vivi di una città, perché vi convergono tante realtà e tante sensibilità diverse. E quindi compito di un’Amministrazione è rendere i meno traumatici possibili quegli scontri, accompagnare chi ha più difficoltà e dare soluzioni alternative a chi soffre. E quindi io mi chiedo se in quel quartiere situazioni come..., appunto, situazioni causate dai processi di gentrificazione, come possono essere, appunto, l’aumento dei prezzi degli affitti e della vendita al metro quadro, possono essere e possono diventare una delle prime conseguenze di quei processi, con l’annesso rischio che chi ha investito ci perda e che chi ci vive non possa più permetterselo, tanto per fare un esempio. L’altra questione poi è quella relativa a via Carcano. Chi ha resistito allo spostamento è chiaro che era spaventato dalla carenza di acquirenti rispetto al Borgo Dora nella giornata del sabato. Dobbiamo lavorare e tanto, per rendere quel posto attrattivo. So che molto è stato fatto, che l’area è stata sistemata, che si sta pensando a dei collegamenti straordinari mediante navetta e, appunto, ad una fermata più prossima della Linea del 19. Dovremmo essere poi in grado di valutare se queste misure sono sufficienti, perché è importante far crescere, e io mi chiedo perché è importante far crescere e appoggiare quella che è l’esperienza del mercato? Perché le persone che vi operano sono in gran parte ex operai, ex operai del comparto edile, ex operai del comparto industriale, che traggono da quelle poche centinaia di Euro di guadagno, che prendono appunto nelle giornate del sabato e della domenica, il sostentamento per vivere. E allora, dato che una grossa importanza viene dedicata al tema della sicurezza, è fondamentale che queste persone abbiano di cosa vivere perché, detto banalmente, è meglio vivere di un telo di cianfrusaglie per terra che andare a spacciare o andare a rubare. Allora, le persone sono integrate, noi possiamo parlare di integrazione se forniamo quelli che sono i mezzi adeguati alla sussistenza e quel mercato è un mezzo adeguato alla sussistenza di quelle persone, quindi va difeso. E quindi dobbiamo far sì di rendere via Carcano il più possibile attrattiva. Concludo, Presidente, chiarendo che la mia voce degli ultimi due giorni non voleva essere una voce di dissenso, ma la parola di chi chiede di approfondire, di provare a ragionare sulla complessità e non di seguire i dogmi della semplificazione politica. Ecco, proviamo a dire no agli slogan e a cercare soluzioni. Grazie. SICARI Francesco (Presidente) Grazie a lei. Prego, Capogruppo Lo Russo. LO RUSSO Stefano Una delle grandi sfide della contemporaneità, Sindaca Appendino, è come noi interpretiamo i fenomeni della povertà, di come siamo capaci, dal lato dei fortunati del mondo, a gestirli e soprattutto come siamo capaci e quali sono le misure che mettiamo in campo per risolverlo il problema della povertà. E, guardi, non so se sono muri, jersey, cavalli di frisia, ma hanno tutto il significato politico e simbolico che hanno i blocchi navali di Salvini, che hanno i muri di Trump, che hanno tutte quelle barriere fisiche che sostanzialmente hanno una funzione, che è quella di impedire che fenomeni sociali, fenomeni migratori, fenomeni politici possano venire a contaminare la nostra quiete. Chi le parla, Sindaca Appendino, sa bene, è stato uno dei più attenti amministratori di questa città alla valutazione della compatibilità tra quell’attività e che cosa gli stava intorno, ma per quanto critica potesse essere la posizione e per quanto, come dire, anche dialettica fosse la questione, mai ci saremmo sognati di appaltare la scelta politica al Prefetto. Questo è un problema, Sindaca Appendino, con tutto il rispetto che ho, che abbiamo per l’istituzione, il Prefetto e per le forze dell’ordine, che era scritto nella vostra incapacità politica di gestione, Sindaca Appendino. Lei nel lungo elenco di persone che ha ringraziato ha dimenticato una persona, non sappiamo perché l’ha dimenticato, il povero Assessore Giusta, che è lì nell’angolo, nei banchi della Giunta, che era quello che avrebbe dovuto gestirla politicamente. Lei ha elencato una serie di Assessori e non ha elencato lui. Non capiamo se è l’ennesimo preavviso di sfratto, quindi Assessore Giusta inizi a preoccuparsi, oppure se è un modo simbolico di dire: “Noi abbiamo cambiato approccio”. Guardi, Assessore Giusta, noi non abbiamo risparmiato nulla e abbiamo sempre considerato la scelta di adottare una delibera nel mese di dicembre, in assenza di una gestione politica operativa del trasferimento che fosse compatibile con la situazione, una scelta molto molto rischiosa. Vede, Sindaca Appendino, lei dà la sensazione, poi magari sbagliamo, di avere intrinsecamente introiettato una concezione profondamente di destra, profondamente di destra, lei non perde occasione di citare la Hyperloop, di andare ad inaugurare centri commerciali di grandissimo livello, di andare... non se ne perde uno di vernissage, e considera i poveri di questa città come un fastidio, ed è evidente che li considera come un fastidio. E quando non è in condizione di attivare risorse economiche imponenti, gigantesche, come quelle che sono state messe in campo per la liberazione del MOI, che è costata quasi 10 milioni di Euro, quasi 10 milioni di Euro, il risultato è quello che abbiamo visto sabato. Perché, guardi, Sindaca Appendino, è comodo venire a farsi belli dicendo che le palazzine del MOI sono state sgomberate senza intervento della Forza pubblica; andiamo a verificare quanto è costato quell’intervento. Allora dove sta il problema? Che quando, invece, queste risorse lei non ce le ha, perché non è in grado di attivarle o perché le fondazioni non gliele danno, la risposta che dà non è la gestione operativa del problema, è il jersey, è la Polizia. Questo è il tema e questo è quanto di più elitario e borghese si può immaginare alla guida di questa Città. Allora noi, che abbiamo un’impostazione leggermente diversa, che prova a comporre nella diversità delle posizioni, ma prova a dare una soluzione che sia quella di tenere insieme la città, siccome sappiamo benissimo che questi signori che erano sabato lasciati andare allo sbando, perché il problema di fondo è che quella cosa lì è degenerata grazie alla vostra assenza di politica, che ha lasciato svaccare la questione per 38 settimane, non spariscono dalla città, non si volatilizzano, non evaporano perché lei mette dei jersey e perché viene qua a spiegare la sua soluzione, la sua ricetta di politica di gestione della povertà. E la cosa ancora più grave - e concludo - è che voi vi eravate candidati, lei si era candidata, Sindaca Appendino, perché le due città, se le ricorda quelle parole? Noi ce le ricordiamo piuttosto bene, le famose due città, che erano separate, avrebbero dovuto essere riunite. Il risultato finito, dopo oltre tre anni di governo, è che non solo non sono riunite, non solo nelle periferie le situazioni sono peggiorate, non solo tutto quello che è stato detto non si è verificato, ma il risultato di questa riunione delle due città è un muro fisico, alto, basso, medio, ha un valore fisico, ma ha soprattutto un valore simbolico. A noi non stupisce, perché la concezione che avete voi del governo di questa Città è tipicamente: “Ai poveri diamogli le brioches”, “Diamogli le brioches ai poveri”, non ci occupiamo di risolvere i loro problemi. Allora, mentre date le brioches ai poveri, siccome di brioches in questo caso, a differenza di altri casi, non ne avete avute da distribuire, il risultato è quello che abbiamo tutti sotto gli occhi. Tutto ciò premesso, Sindaca Appendino, come abbiamo sempre fatto, perché a noi sta a cuore l’interesse della città, ci preoccuperemo di non infierire e di aiutarla nel non sbagliare più questo tipo di politica, perché il problema che voi avete esasperato, che c’era e che voi avete esasperato, resterà purtroppo anche dopo di lei, soprattutto in queste condizioni. Ed è bene che non si soffi sul fuoco e questo lo dico ai suoi ex alleati, che poi non si capisce quando sono alleati, della Lega Nord, che su queste cose qua ci marciano e costruiscono consenso. E, ahimè, temo che da questo punto di vista il suo atteggiamento ondivago e piuttosto ambiguo non aiuti a fare quella chiarezza che oggi noi crediamo assolutamente necessaria. SICARI Francesco (Presidente) Prego, Consigliere Russi. RUSSI Andrea Grazie, Presidente, grazie a lei, Sindaca. Io, invece, a differenza della mia Capogruppo, colgo con molto entusiasmo l’operazione che è stata fatta in questi giorni, perché finalmente, dopo quasi 19 anni di tensioni, si sta per concludere una fallimentare esperienza, che è stata quella del suk in San Pietro in Vincoli e nell’area del Canale dei Molassi, che ha portato ad un esponenziale crescendo di problematiche e ad una convivenza sempre più difficile con gli abitanti del quartiere. Per l’ennesima volta, dunque, in questa Consiliatura, ci troviamo a parlare di un problema e, per fortuna, anche a risolverlo, com’è capitato anche altre volte, creato molto tempo prima e fino ad ora soltanto trascinato da un’Amministrazione all’altra, senza che sia stata trovata una soluzione valida, vuoi perché troppo difficile da risolvere, e ciò denoterebbe incapacità ed inadeguatezza, appunto, di chi l’ha affrontato fino ad ora, vuoi perché non era visto come un problema, e allora denoterebbe una certa miopia politica, o forse magari lo si voleva nascondere come tale e ciò, di conseguenza, dimostrerebbe una certa ipocrisia. In ogni caso, il suk a Borgo Dora non ha mai avuto proprio nulla a che vedere con quell’immagine romantica che soprattutto le forze che governavano prima hanno sempre cercato di incollargli. I problemi che ha creato nel corso degli anni sono sempre stati sottovalutati in funzione della retorica o, nel migliore dei casi, sono stati affrontati con un’impressionante banalità. Sono state numerose le lettere che a tutti noi Consiglieri sono pervenute in questi 3 anni, firmate dai residenti di ben 21 condomini, oltre che dalla storica Associazione dei commercianti del Balon e dei Comitati di Porta Palazzo, e attraverso queste lettere i cittadini ci hanno chiesto a più riprese aiuto, esasperati dagli schiamazzi notturni, causati dall’occupazione di San Pietro in Vincoli già nella sera del venerdì, con una conseguente inagibilità del parcheggio, dell’abusivismo, della sporcizia generale dell’area, soprattutto a fine mercato, nonostante, appunto, agli operatori fosse anche chiesta una cauzione per la pulizia, e ovviamente anche dagli episodi di illegalità denunciati. Perché ovviamente parlare di libero scambio è una cosa, ma parlarne scevri da ideologie è tutt’altra cosa, e consente di far vedere e conoscerne realmente i disagi che provocava ai residenti, ai commercianti, ma soprattutto agli operatori stessi che lavoravano in quel mercato, e questa è la cosa più importante. Le parole di chi mi ha preceduto dimostrano che questi disagi non sono così tanto conosciuti o che probabilmente magari non interessano particolarmente. Le parole che mi hanno preceduto dimostrano che probabilmente non si era a conoscenza che gli operatori stessi si lamentavano perché era loro impedito l’uso dei servizi igienici e che quello dei disabili era usato come un magazzino, e che l’altro era infrequentabile a causa della scarsa pulizia, e di conseguenza ciò portava ad espletare i bisogni fisiologici in mezzo alla strada, e sicuramente non nei luoghi più adeguati. Chi mi ha preceduto dimostra di non sapere che con la pioggia quel ciottolato diventa impraticabile, con un sacco di fango e con tutte le merci accatastate. Gli operatori si lamentavano di essere stipati in stalli da un metro per due, che costavano anche di più, in alcuni casi, di quanto spendono i commercianti del Balon. E i problemi di sicurezza, oltretutto, non li consideriamo. Ci sono 10.000 persone che passano da quel posto, che passavano, per fortuna, da quel posto, e nel giugno 2016 un’ambulanza è stata chiamata per soccorrere un infartuato al Sermig e non è riuscita ad accedere perché l’ingresso dà proprio sul Canale dei Molassi. Un altro episodio che mi è stato segnalato recentemente è quello di una camionetta dei Vigili del Fuoco che doveva andare a svuotare una centrale termica e non ha potuto farlo, perché l’ingresso era occupato, con un danno per i commercianti dai 60 agli 80.000 Euro, quindi questi sono problemi di sicurezza. L’occupazione abusiva, ovviamente, come già espresso, era anche quella del venerdì di San Pietro in Vincoli, con minacce per i residenti ed anche aggressioni fisiche. Io credo che non sappiate che a fine mercato, mentre l’intero Balon - o forse ve lo siete dimenticato - era ripulito da un solo camion dell’AMIAT, invece tra il canale ed il parcheggio ne occorrevano quattro prima che fosse ultimata tutta la pulizia, ed i residenti erano circondati da rifiuti praticamente ovunque. Tra l’altro, qui si parla poi... cioè, io vorrei sapere poi la differenziata, di cui parliamo tanto, dove andava ad essere considerata. Io non credo che lo sappiate o sinceramente lo spero, perché, se lo sapevate e non avete fatto niente, qua c’è una sorta di connivenza. Nella mia idea, la gestione di un’attività come quella del libero scambio dovrebbe servire a ricondurre nei parametri della legalità un comportamento al limite del lecito, dando anche agli operatori una possibilità di crescita, e lo spostamento su via Carcano, che è sicuramente un’area più attrezzata, più pulita, più facilmente raggiungibile con i mezzi pubblici, dovrebbe essere soltanto il primo passo per agevolare gli operatori in questo percorso. È un segnale di grande attenzione ai problemi, a mio giudizio, inviare gli operatori in un posto che è più consono a quell’attività. Per funzionare, il mercato di libero scambio ovviamente deve essere gestibile, ed è indubbio che l’area del Canale dei Molassi non lo ha reso tale in questi anni. È la stessa Polizia Municipale, come avevo già detto anche in passato, che, con una nota a me pervenuta, ha detto quanto fosse più difficile intervenire su quell’area, rispetto all’area di via Carcano. Proprio per questi motivi, dopo gli innumerevoli tentativi di mediazione e, a mio giudizio 38 settimane, come ha detto lei, Sindaca, sono un grande tentativo di mediazione, che purtroppo non è andato a buon fine anche a causa della reticenza di diversi soggetti e operatori nel rispetto dell’ordinanza che prevedeva lo spostamento del mercato dal Canale dei Molassi a via Carcano, io ho accolto davvero con molto favore l’operazione di sabato, che è nata per arginare il fenomeno dei venditori abusivi, che ogni sabato hanno continuato ad occupare l’area, nonostante il divieto. È, a mio giudizio, non un fallimento della politica e un fallimento della mediazione, ma è una vittoria della politica che ha portato un indirizzo che era stato conferito da questo Consiglio Comunale nei tavoli adeguati, e si è preso un provvedimento di concerto con tutte le persone coinvolte e gli enti coinvolti. Qualunque altra operazione, a mio giudizio, non sarebbe andata a buon fine, nessun’altra operazione. Tra l’altro, un’operazione che non è un muro. Parlare di un muro quando ci sono blocchi di un metro di cemento, davvero la dice lunga sulla strumentalizzazione che si è fatta in questi giorni. È una soluzione precauzionale per evitare il riposizionamento nella vecchia sede. Io le confesso, Sindaca, che ha fatto davvero bene a parlare di ignoranza della storia da parte di chi azzarda tali paragoni, perché, sì, è davvero vergognoso ed esprime effettivamente ignoranza paragonare la giusta delimitazione di un percorso, di uno spazio che è pubblico e che dunque è soggetto a regole affinché tutti lo possano utilizzare, ai muri contemporanei, che sono invece luoghi dove si rischia di morire solo per il fatto di essere nato dalla parte sbagliata. È la banalizzazione a fini ideologici di problemi veramente molto complicati, al fine di garantire un ultimo tratto identitario a forze politiche a cui è rimasto probabilmente soltanto quell’argomento per avere una propria connotazione, ma forse neanche quello, perché il Vicesegretario del Partito che ha presentato questa richiesta di comunicazioni è in linea tendenzialmente con questa posizione e lo ringrazio. (INTERVENTO FUORI MICROFONO). La ringrazio, ha ragione. La regolarizzazione dei commercianti, la possibilità di controllare la merce ed anche la sua sostenibilità in loco non sono sicuramente un bisogno immaginario, ma sono un bisogno reale e forse è il caso di sdoganare quel pensiero che, se uno vive una situazione di povertà, allora non può rispettare le regole di convivenza civile e gli spetta di diritto un comportamento incivile. È il caso di sdoganare questa interpretazione. E io sono stanco di ascoltare ogni giorno una lezione di morale e di retorica, che ci viene puntualmente impartita dall’esperto di libero scambio di turno. Qui ci sono stati problemi seri di convivenza sociale da decenni, ma siete talmente impegnati a strumentalizzare ogni situazione di questo genere, che non solo non ve ne può fregare di meno dei residenti e dei commercianti, ma non ve ne frega davvero nulla nemmeno degli operatori, che sono poi gli ultimi e che sono quelli che ormai sono diventati soltanto uno strumento funzionale alla retorica di questi giorni. I poveri meritano politiche sociali nazionali differenti, che per fortuna stanno anche arrivando, ma vorrei sottolineare, per l’ennesima volta, che per me, e io spero per noi, perché so che molti del mio Gruppo condividono questa posizione, il mercato di libero scambio non costituisce un problema, ma un’opportunità, a patto che vengano rispettate le più semplici regole di convivenza civile e che non si resti nella politica dell’elemosina, come a mio giudizio è in questo momento, perché concedere la possibilità, una volta alla settimana, a persone ai margini della società di vendere merci di dubbia provenienza o raccattate chissà dove per sopravvivere, a mio giudizio è elemosina ed è un modo per lavarsi la coscienza, come quando si fa un’elemosina, però non è un qualcosa che aiuta a risolvere i problemi delle persone. Non potrà mai essere davvero un’opportunità il Barattolo, il libero scambio, senza un modello di gestione sano, che prevede un miglioramento della condizione sociale che spinge i soggetti più deboli a raccattare merce rubata o recuperata per sopravvivere. A queste persone dovrebbe venire concessa la possibilità di evolvere, cosa che fino ad ora non è mai avvenuta, e in questo bisogna riconoscere che il progetto di chi ha ideato il libero scambio, ormai 18 anni or sono, è stato un fallimento su tutta la linea. Io, insomma, intanto vorrei ringraziare anche io il Prefetto, il Comandante Bezzon, gli Assessori che si sono occupati di questa questione e mi auguro che... voglio vedere il Barattolo mezzo pieno e mi auguro che questo sia davvero l’epilogo di una vicenda durata sin troppo tempo. Grazie a tutti. SICARI Francesco (Presidente) Grazie a lei. Prego, Capogruppo Ricca. RICCA Fabrizio Grazie, Presidente. Grazie Sindaco, che, dopo 38 settimane, tutti insieme siamo riusciti a fare un’operazione importante che durava da 19 anni, quasi un ventennio, e i residenti di Canale dei Molassi hanno vissuto sabato un po’ come fosse il loro 25 aprile, una liberazione da un problema che affliggeva le loro vite costantemente, tutti i weekend. In queste 38 settimane il lavoro è stato importante, sono felice di aver fatto parte di quei tavoli in cui si è deciso di poter portare avanti quest’operazione. Io, però, per i buonisti della politica dico di non aver paura di dover fare semantica, nel senso, i dissuasori in piazza Castello, che sono belli, colorati, che servono a difendere la piazza da possibili attacchi terroristici, sono belli, invece quelli che dividono una parte dove cittadini torinesi, come tutti gli altri, vogliono vivere tranquilli, che dividono da spaccio, ricettazione, degrado, e allora sono brutti. Le cose sono esattamente le stesse. Magari li veniamo a colorare tutti insieme, così li renderemo anche un pochino più belli e meno grigi. Perché è un lavoro questo..., è stato fatto un lavoro comune, che però non è finito, Sindaco, lei lo sa perfettamente, l’ho già detto al Prefetto, al Questore ai tavoli, il lavoro sul libero scambio è appena iniziato, perché bisognerà fare in modo che quell’area possa essere sempre libera, che i cittadini di quella zona possano vivere tutti i lori weekend con assoluta serenità, per poi intervenire su via Carcano, perché, come il Consiglio Regionale mi ha chiesto, come i piemontesi ci hanno chiesto, quando riusciremo, chiaramente concordando con lei, con il Prefetto, con il Questore, andremo ad intervenire sulla Legge Regionale che libera... che va a decidere sul libero scambio, per poter mettere mano anche a via Carcano. Io poi in questo frangente, nel tempo che ci divide da oggi a quel momento, sarò disponibilissimo a lavorare con la Città come Regione, per poter far sì che invece tutte quelle persone che, come ha detto prima il Consigliere Russi, non vivono di elemosina fatta su lenzuoli sporchi, tutte quelle persone che invece hanno bisogno di essere aiutate, possano davvero essere aiutate. Poi, ripeto, l’elemosina lasciamola fare ad altri, noi dovremmo fare qualcosa di più serio, dobbiamo fare tanti interventi strutturati, abbiamo tante altre cose da fare in questa città, tante altre situazioni di degrado da risolvere e sono sicuro che, continuando a lavorare in questo modo, insieme, a livello istituzionale, tra la Regione, il Comune, la Questura, la Prefettura, ai tavoli che rendono possibili, appunto, queste decisioni, sicuramente faremo il bene della città. SICARI Francesco (Presidente) Grazie. Prego, Vicecapogruppo Foglietta, ha sei minuti e quaranta. FOGLIETTA Chiara Grazie, Presidente. Io, Sindaca, l’ho ascoltata con estrema attenzione ed ho anche preso appunti. Lei ha iniziato la sua risposta alla nostra richiesta di comunicazioni parlando di centinaia di esposti, appelli, lamentele giuste dei cittadini, che peraltro io condivido, perché il fenomeno è assolutamente stato esasperato, ma spiegherò perché è stato esasperato successivamente. Vede, Sindaca, se lei avesse ascoltato e prestato la stessa attenzione agli appelli, alle lamentele che io per prima, ma anche alcuni dei miei colleghi hanno fatto su un mercato periodico tematico che insiste sulla stessa zona, probabilmente questo fenomeno non sarebbe finito in Procura, ma non importa. Le do una notizia, Sindaca: non è un mercato il libero scambio. Sa perché lo so? Un po’ perché, nonostante sia seduta qui solo da tre anni e mezzo, ho studiato un po’ il fenomeno, ma poi ho detto: ci saranno mica degli atti amministrativi che mi spiegano cos’è questo fenomeno? Se lei si va a leggere un po’ il Regolamento 378, non trova la parola “mercato” da nessuna parte, ma sono sicura che chi le ha preparato la velina che oggi ci ha letto in Aula lo saprà sicuramente come me, sarà stata una svista. Lei, Sindaca, viene qui, dopo chiaramente aver già fatto una conferenza stampa in Prefettura, quindi in barba alla richiesta di comunicazione del Consiglio Comunale, poi alcuni dei miei colleghi della Maggioranza parlano di atti condivisi, di scelte condivise dal Consiglio Comunale, io non so a che atti facciano riferimento i colleghi, io l’ultimo atto che ricordo è una delibera di Giunta, che è precisamente quella del 27 di dicembre, nessuno di noi, compreso il Presidente della III Commissione seduto in Giunta, io non capisco quale atto lui abbia votato, se non qualche modifica regolamentare, che praticamente è un atto dovuto. Lei viene qui, ci fa la morale sui termini utilizzati, “Eh, ma non va bene che voi abbiate usato il termine ‘muro’, non va bene che abbiate paragonato Appendino a Trump”, non va bene questo, non va bene quest’altro. Viene qui e ci spiega che i jersey sono alti solo un metro. Non li avete trovati più alti o avevate solo quelli da un metro e avete messo solo quelli lì? Perché, Sindaca, a me va bene tutto, che lei venga qui e ci spieghi che per 38 settimane ci sono stati gli abusivi, ma secondo lei non ci siamo accorti, noi Consiglieri, che ci sono stati gli abusivi per 38 settimane? Ce ne siamo accorti, abbiamo sollevato il problema più e più volte, anche in Commissione, senza neanche riuscire - ne è testimone sia la Capogruppo Artesio, sia il mio Consigliere - ad affrontare una discussione in Commissione Consiliare, perché l’Assessore Giusta stava in silenzio, come al solito, come oggi peraltro, perché non parla, lei difatti non lo ringrazia, noi non siamo riusciti ad affrontare in nessun modo una discussione costruttiva. La situazione è arrivata all’esasperazione e quindi voi avete dovuto mettere il muro - perché io, invece, lo chiamo muro - per la vostra delibera di Giunta del 27 di dicembre, in cui avete preso e spostato come pacchi degli espositori in via Carcano, mica perché improvvisamente la Sindaca Appendino non riusciva a gestire il fenomeno, cara Sindaca. Alcuni parlano di 19 anni di tensioni. Io non so veramente se alcuni che siedono dall’altra parte dell’Aula conoscano il fenomeno, o lo conoscono solo perché sono stati consigliati da alcuni dei, diciamo, comitati che agitano, anzi, che si agitano e agitano anche lei contro il fenomeno. Comunque sono di più, Consigliere Russi, non sono 19 anni, il fenomeno è un po’ più vecchio di quello che pensa lei. Poi mi rendo conto che avete potuto spostare i poveri in via Carcano, perché da quando il Ministro Di Maio, il Vicepremier Di Maio, attuale Ministro di Maio, ha abolito la povertà, chiaramente noi la povertà non dobbiamo neanche più gestirla. Io tante volte in Commissione ho parlato del fatto che lei non è in grado più di gestire il fenomeno e politicamente avesse appaltato la gestione di questo fenomeno al Prefetto; difatti, dopo 38 settimane sono intervenuti il Prefetto, il Questore ed anche lei, che chiaramente è andata dietro, essendo la Sindaca della Città, e avete militarizzato il quartiere Borgo Dora, perché è vero che la situazione era esasperata, è vero che i cittadini si lamentavano, guardi che ci sono stati anche dei cittadini che venerdì sera non sono potuti rientrare in casa, perché avevano il blindato della Polizia sotto casa, non hanno potuto prendere la macchina, hanno dovuto usare i mezzi pubblici, ma non apriamo il capitolo sui mezzi pubblici, perché tra l’altro non c’è neanche l’Assessora Lapietra e non vorrei turbare gli altri colleghi di Giunta. Quindi io mi chiedo, Sindaca, lei in chiusura del suo intervento ha parlato anche di intervento... avete fatto squadra con le istituzioni, mi chiedo quali perché il Consiglio Comunale non è mai stato preso in considerazione, la proposta del Presidente Deri della Circoscrizione 7 l’avete buttata dalla finestra, probabilmente avete aspettato che Chiamparino, non so, forse non l’ha aiutata abbastanza, doveva aiutarla un po’di più, quindi noi dovevamo un po’ spingere affinché l’aiutasse anche su questo tema, ha aspettato per fortuna, e dico per fortuna, che arrivasse l’Assessore Regionale, che adesso chiaramente non c’è più, ma della Lega, a cui ho fatto i complimenti, perché giustamente loro ce l’avevano nel programma elettorale quella roba lì, io mica posso essere sorpresa dal fatto che una persona di centrodestra voglia abolire il libero scambio, ce l’avevano nel programma di governo, è chiaro che lo vogliono eliminare, è chiaro che hanno votato gli ordini del giorno che hanno votato. Vede, Sindaca, io sono un po’ amareggiata, perché queste discussioni sono sempre sollecitate da qualche atto della Minoranza. Con la Consigliera Artesio abbiamo già predisposto un’interpellanza, che era antecedente all’installazione del muro perimetrale lungo Borgo Dora e quindi immagino avremo modo per tornare sul tema. Io mi auguro, e lo dico per tutti, che non succeda alcun problema il prossimo sabato, perché lei, che viene qui e ci dice che il problema è risolto, mi sa che non si ricorda la gestione del fenomeno. SICARI Francesco (Presidente) Grazie. Soltanto per comunicare al Consigliere Carretta, il Gruppo del PD ha finito i minuti a disposizione. Prego, Capogruppo Napoli. NAPOLI Osvaldo Grazie, Presidente. Devo dire ai colleghi del Partito Democratico che io vi capisco che voi vivete una contraddizione tremenda: da una parte avete l’accordo con i 5 Stelle romano, dall’altra parte, invece, vi trovate in Consiglio Comunale da una parte diversa. E capisco che per voi il centrodestra e il centrosinistra sia cambiato, però avete un alleato che dichiara in maniera ufficiale, estremamente chiaro, per televisione e sui giornali: “Non esiste più la destra, non esiste più la sinistra”. Allora, la parola destra e sinistra credo che siano sorpassate sotto un certo aspetto... (INTERVENTO FUORI MICROFONO). Tutto giusto. In tutti i casi, credo che siano sorpassate e credo che invece i problemi siano altri, rispetto al sorriso che voi avete messo in base a quanto il Sindaco, o chi per esso, ha deciso di attuare. E questa contraddizione, però, dovete viverla tutti i giorni. Non potete pretendere di governare con chi decide una cosa a Roma e poi dire una cosa diversa perché non governate Torino. Ebbene, io credo che questa operazione, per quanto riguarda quello che è avvenuto, diciamo, al Balon, è un’operazione fatta con fermezza e buonsenso. È giusto applicare l’ordinanza comunale che vieta il mercato abusivo alle spalle di Porta Palazzo, e bene hanno fatto il Sindaco, il Prefetto, il Comandante dei Vigili, le autorità preposte a mettere i new jersey per impedire l’accesso ai venditori abusivi. L’uso della fermezza, però, è soltanto il primo atto di una situazione che va governata, anche con il buonsenso, per evitare conseguenze imprevedibili sul piano della pace sociale. Vedete, la nuova sistemazione del mercato in via Carcano, dove già molti dei venditori si sono spostati, è un altro passo utile, ma insufficiente. Il Comune ha il dovere di riparare una situazione di concorrenza sleale che una parte dei venditori sono abusivi e quindi esentasse, hanno fatto finora concorrenza irregolare ai commercianti che pagano le tasse. Essendo molti di loro immigrati, io credo che includere la loro attività commerciale nel perimetro della legalità sia un contributo importante per l’integrazione sociale, applicando la Legge. Pagare le tasse è un atto positivo e voi giustamente a Roma state dicendo che dobbiamo recuperare 7 miliardi di Euro attraverso l’evasione fiscale. Questo è un modo per recuperarli. Allora, pagare le tasse è un atto positivo, anche se non risolutivo, per accedere domani - lo dico in maniera estremamente... molto chiara -, applicando i termini di legge anche alla cittadinanza italiana. Diamo le opportunità a questa gente di poter essere regolare, di poter pagare le tasse, di poter dire che vanno a vendere in maniera regolare con regolare licenza, e poi ricominciamo a parlare di un altro discorso. Voi, invece, avete una contraddizione forte, amici e colleghi del Partito Democratico. Quindi, datevi, secondo me, sotto quest’aspetto, una linea ben chiara, cosa che ad oggi non avete ancora applicato. Io credo che l’operazione fatta dal Sindaco e da tutti i suoi collaboratori sia una giusta operazione e che è soltanto l’inizio, aspetto che arrivi anche la fine in maniera estremamente positiva. Grazie. SICARI Francesco (Presidente) Prego, Capogruppo Tresso. TRESSO Francesco Sì, grazie, Presidente. Qualcuno dei colleghi che mi hanno preceduto ha detto: “Non si tratta di fallimento della politica”. Io non la vedo come un fallimento, la vedo proprio come una mancanza della politica tutta questa vicenda. È una mancanza assoluta, totale, rispetto ad alcuni aspetti. Il primo è l’incapacità di saper comprendere che la politica innanzitutto è mediazione, è mediazione di più parti che sono in causa e soprattutto, a mio modo di vedere, deve essere una mediazione che è finalizzata a far sì che questa città, in cui viviamo, sia una città che mantiene le sue tradizioni di inclusività e di capacità di essere aperta a tutti. È una città che ha saputo sviluppare, nel corso degli anni, dei tavoli sociali in cui questi problemi sono sempre stati affrontati, non nel nome della chiusura, ma nel nome dell’apertura, e mi spiace vedere che invece oggi quest’Amministrazione viene meno a questa tradizione. È una mancanza di politica anche nell’incapacità amministrativa. Sono tre anni che assistiamo a questo balletto di varie ipotesi sul trasferimento prima, sul mantenimento con condizioni diverse del Barattolo, fatte, appunto, da un Assessore, l’Assessore Giusta, che è stato impalpabile, è stato etereo su questo tema e qui apriamo tutto un altro tema, che è quello della competenza di chi amministra, perché purtroppo abbiamo una Giunta che è fatta di persone che hanno limitate competenze, perché non hanno mai amministrato, non hanno mai gestito e per cui non sono capaci poi a valutare problemi e prendere decisioni che siano articolate per quello che sono la complessità di problemi. Questo era un problema complesso, lo si sapeva fin dall’inizio, ma non si è cercato fin dall’inizio di avere delle soluzioni oggettivamente valutabili sulla base anche di parametri seri. Si è partiti con una mappatura, non si sa che fine abbia fatto la mappatura, si è cercato delle altre soluzioni, ma mai c’è stata la volontà di arrivare ad una soluzione concreta. Infine la mancanza della politica si evince anche dai discorsi della Maggioranza. La stessa Capogruppo mette le mani subito avanti dicendo che, vivaddio, all’interno del Gruppo Consiliare dei 5 Stelle ci sono posizioni diverse, lo si è capito bene, ci sono posizioni che vanno su misure di assoluta chiusura e di volontà, invece, di mantenere solamente gli interessi di tutta quell’altra parte del Balon, probabilmente, come l’Assessore Sacco ha sempre cercato anche di enfatizzare, e ci sono altre posizioni che invece arrivano a dire, dopo tutta questa elaborata analisi, che comunque necessita di un approfondimento. Ma approfondimento di cosa? Dopo tre anni cosa dobbiamo ancora approfondire? Io francamente questo non lo capisco. Mi sembra che invece ci sia una grande ipocrisia di base, che è sempre quella di dire: “Ma noi siamo costretti a fare questo tipo di scelta, anche se in fondo non vorremmo”. Ed è lo stesso motivo per cui si arriva a votare il Decreto Sicurezza e si fanno altre scelte di questo genere. È sempre un demandare ad altri la responsabilità delle proprie scelte, quando non si è capaci di fare delle scelte coraggiose, delle scelte che siano “Politica”, davvero, con la “P” maiuscola. Così mi fa ridere anche tutta questa elucubrazione e discernimento sui termini “sbarramento”, “muro”, “jersey”, e dire se è fino ad 1 metro, ad 1 metro e 10, quasi fossimo ad una Commissione Urbanistica dove stiamo valutando le altezze che regolano i nomi che dobbiamo dare poi e i significati che dobbiamo dare agli strumenti che vengono scelti. Qui il fatto è che la scelta è quella di sbarrare, di chiudere, e non è la scelta che io, francamente, vedo per una città come Torino, una città che è fatta da sempre di multicultura, di multietnicità e di capacità anche di mettere a sistema queste cose. Chiaro che in primis viene la liceità e la legalità, ci mancherebbe. Allora poi spiegatemi come sia possibile mantenerla solo in certe aree della città e in altre aree che sappiamo..., io più volte ho fatto interpellanze sulla Cavallerizza, in cui non vengono messe sotto una, diciamo, una sfera di una convenzione anche situazioni in cui vengono vendute bevande e quant’altro. Però qui non è il tema, il tema è proprio dire: “Ma perché non si può cercare una soluzione..”. Io avevo presentato una mozione il 12 di luglio, credo, guarda caso il Presidente della Commissione, che è lo stesso Consigliere Russi, non l’ha ancora calendarizzata, per cui ha anche, diciamo, messo in una situazione di difficoltà la possibilità che poi io, come Consigliere, potessi portare all’ordine del Consiglio la volontà di votare o meno un atto che comunque andava in una direzione diversa da quello che poi è stato invece eseguito, e c’era tutto il tempo, perché dal 12 luglio sono passati, mettiamoci pure la pausa estiva, ma più di due mesi. Allora, questo di nuovo va contro quello che è il Regolamento Comunale, che è quello che concede a tutti i Consiglieri, in particolare, anche per par condicio a quelli della Minoranza, di poter eseguire la loro attività politica, facendo gli atti che è dovuto fare. Ma se poi, certo, accettiamo questo rimando della calendarizzazione dei temi, dopodiché non si può essere messi nelle condizioni di poter operare secondo quello che è giusto che sia. Infine, ancora una volta sottolineo che, a differenza di altri che mi hanno preceduto, io non sono assolutamente soddisfatto di questo modo di operare, non sono soddisfatto del fatto che ci siano delle compartimentazioni e ci siano dei luoghi che volutamente sono scelti come non luoghi, perché è proprio il principio di mettere un po’ la polvere sotto il tappeto e di far sì che, anziché valutare come una possibilità di valorizzare delle situazioni in cui convivono situazioni diverse, certo, sempre sotto l’egida della legalità, ma che cercano davvero di fare quel mix, a livello urbanistico, a livello sociale, a livello di tessuto, che vive proprio anche dello scambio mutuo tra persone che nella fattispecie vendono oggetti con nature diverse ed anche... io fin da ragazzo frequentavo il Balon proprio perché andavo nella volontà di trovare esattamente quel mix che ha sempre contraddistinto quel tipo di mercato, che era un mercato fatto di oggetti preziosi e di valore, e fatto anche di pezzi di riciclaggio, io ci andavo per prendere i pezzi di ricambio per la bicicletta usati e quant’altro. Invece non si vuole valorizzare questo, si vuole confinarlo... SICARI Francesco (Presidente) La invito a concludere. TRESSO Francesco ...e ho finito, in luoghi che non hanno una loro tradizione e che non hanno una loro dignità, che sono asettici, e su tutti prevale questo meccanismo della delega, questo meccanismo, ancora una volta, di assenza della politica, di delegare, in questo caso alla Prefettura, delle scelte che sono proprio frutto di un’incapacità di governo. SICARI Francesco (Presidente) Sì, facciamo prima gli interventi. (INTERVENTO FUORI MICROFONO). Per fatto personale. Prego un minuto. RUSSI Andrea Sì, grazie, per fatto personale sulla calendarizzazione degli atti in Commissione, Consigliere Tresso, dato che mette in dubbio la mia buona fede a riguardo, io le ho proposto: “Vuole venire in Commissione prima della scadenza dei termini, anche se non c’è la Giunta...”, perché io non avevo la disponibilità della Giunta, fino a, credo il 14 di ottobre, “...oppure vuole aspettare la Giunta?”. Quindi, la scelta di non venire in Commissione è stata sua, perché se vuole ha il diritto di discuterla qua in Aula anche senza passare dalla Commissione o, dato che è una mozione, di discuterla in Commissione anche senza la Giunta. La scelta non è stata mia, ma è stata sua, perché gliel’ho proposto. Grazie. SICARI Francesco (Presidente) Prego. TRESSO Francesco Chiedo scusa, credo... Presidente, mi scusi, sto parlando a lei. Ma credo che in più di due mesi non trovare una data utile in cui la Giunta sia presente, francamente non è proprio una cosa credibile, per cui non me la venga a raccontare in questo modo, insomma. Voglio dire, in più di due mesi la Giunta... è possibile, perché questo è il suo mestiere, trovare una data in cui si possa concertare e arrivare alla discussione. Quindi, questa non era assolutamente una condizione in cui lei mi ha messo la possibilità di scegliere. SICARI Francesco (Presidente) Prego, Consigliere Fornari. Al suo Gruppo rimangono sei minuti. Invito i Consiglieri in Aula a non parlare, grazie. (INTERVENTO FUORI MICROFONO). Certo, c’è un limite, ma rispettiamo le persone che intervengono. Grazie. FORNARI Antonio Posso, Presidente? Sì? Grazie. Qualcuno negli interventi precedenti ha richiamato il programma elettorale e poi si è tornati, come al solito, quando si discutono dei temi un po’ delicati, alla solita diatriba, hai fatto un intervento di destra; se invece parli di povertà, allora, fai il reddito di cittadinanza, sei troppo di sinistra. Però noi, come Movimento 5 Stelle, ormai ci siamo abituati un po’ a queste etichette, quindi, a seconda delle occasioni, siamo di destra, a volte siamo di sinistra, ma l’abbiamo dimostrato, penso, anche con l’accordo di governo, il nostro interesse principale è l’interesse dei cittadini, quindi degli italiani, in questo caso, per il Gruppo Consiliare qui a Torino, è dei torinesi, di chi abita a Torino e di chi ovviamente in questi anni, anche in campagna elettorale ci aveva fatto presente la situazione del mercato di libero scambio nell’area di San Pietro in Vincoli e Canale Molassi, che era una situazione che non poteva andare avanti ancora, e che noi in campagna elettorale avevamo promesso di risolvere, come avevamo promesso di risolvere il MOI, come avevamo promesso di risolvere il campo rom di corso Tazzoli, come avevamo promesso via Germagnano e strada dell’Aeroporto, che per il momento non è completamente risolto, ma che negli anni, negli ultimi due anni ha riscontrato un meno 80% di roghi, è bene sottolinearlo, una diminuzione degli insediamenti abusivi. Questo per dire che cosa? Che, quando ci sono i problemi, il Movimento 5 Stelle e quest’Amministrazione non ha mai dimostrato poco coraggio, anzi, il contrario, se c’era un problema, lo si è affrontato, a costo di dover spendere delle risorse. Qualcuno citava i 10 milioni per il MOI. Io rivendico quei 10 milioni, perché era un intervento da fare, c’erano più di mille persone in una situazione... in quelle condizioni, bisognava intervenire. Allo stesso modo rivendico l’intervento che è stato fatto su San Pietro in Vincoli e Canale dei Molassi, non si poteva continuare in quelle condizioni. C’era un’area in cui c’è il mercato di Porta Palazzo, il mercato storico del Balon che c’è da 150 anni lì, che è un mercato storico, e in più, a fianco, da 18 anni circa, qualcuno dice di più, qualcuno di meno, è stato creato il mercato del libero scambio. In un’area del genere, a Borgo Dora non si poteva continuare in queste condizioni, bisognava trovare una soluzione. L’area di via Carcano è una soluzione che può risolvere quel problema lì, perché obiettivamente, come vi dicevo, chi ci abita lì..., perché poi io sono andato a guardarmi il comunicato stampa che è arrivato da chi ci abita lì e non da chi magari ha fatto un intervento primo e abita o alla crocetta, o abita magari a Cumiana, o abita a Pinerolo e viene qui a fare la morale. Io abito a Torino, ci sono i residenti che abitano a Torino, come l’Associazione Comitati Riuniti di Porta Palazzo, l’Associazione Commercianti Balon, l’Associazione Cortile del Maglio, il Condominio di via Andreis 12, Condominio di via Andreis 14, il 18, 18/2, 18/4, 18/6, via Aosta 8, via Cirio 1, via Cirio 3, via Cirio 9, 13, 15, 17, via Ciriè 17, via Ciriè 31, strada del Fortino 8, via Pesaro 26, 29, via Pesaro 37, 40, 43, 44 e 50, via Robassomero 5, Condominio via Rovigo 2 e 4, via Salerno 52, via Sassari 3, corso Vercelli 1, 2 e 4, lungo Dora Firenze 19, 23 e 25, lungo Dora Napoli 14, 16, 18, 20, 22, 22 bis e 26. Questo è il comunicato che hanno firmato tutti i residenti e le Associazioni del Condominio. E in questo comunicato che cosa hanno scritto? “Residenti, commercianti ed ambulanti intendono ringraziare il signor Prefetto, la signora Sindaca ed il signor Questore per aver saputo affrontare con determinazione il problema storico dell’area di Canale Molassi e del parcheggio di San Pietro in Vincoli. Nonostante la buriana sollevata ad arte da oppositori vari, finalmente siamo riusciti a vivere a casa nostra nel rispetto del quieto vivere e finalmente a lavorare. Abbiamo letto le varie dichiarazioni pubblicate nei mezzi di stampa e nei vari network e ci hanno colpito alcune cose a cui vale la pena di rispondere. Prima di tutto troviamo ignobile rendere uguale la giusta delimitazione di un percorso, che non deve essere lasciato a dei mezzi che abuserebbero di un territorio a disposizione di tutti, come un parcheggio, con la teoria dei muri. I muri contemporanei sono ben altra cosa che un limite stradale, sono luoghi nei quali si rischia di morire per il fatto solo di essere nati da una parte o dall’altra; usarla, questa parola, per degli scopi di scontro politico non solo riduce la portata storica di ciò che avviene attorno ai muri veri, ma definisce l’ipocrisia di chi le usa perché non ha altri validi argomenti. Non è che i problemi sociali mancassero sin da quando è stato inventato di sana pianta il mercato di libero scambio, è solo che sono stati affrontati con una banalità impressionante, che ha provocato una quantità di problemi impensabile, che sono sempre stati negati. Il fatto che oggi sia stata approntata un’area pulita, attrezzata, onorevole, lontana dalle case di civile abitazione e facilmente raggiungibile con i mezzi pubblici non può essere spacciato per disattenzione ai problemi che vessano una parte della gente di Torino”. Questa è l’area, ovviamente, di via Carcano. “La crisi economica che investe la città, così come tutto il Paese, ben altri sono i mezzi che dobbiamo chiedere a chi governa la Nazione, che non la possibilità di vendere della roba raccattata nei bidoni dell’immondizia”, e qui richiamo il reddito di cittadinanza, che qualcuno in quest’Aula ha... SICARI Francesco (Presidente) Consigliere Fornari, la invito a concludere. FORNARI Antonio Sì, ...ha preso in giro, io me lo ricordo - Presidente, se lo ricorderà anche lei -, ha preso in giro il reddito di cittadinanza dicendo che davamo dei soldi a della gente che stava sui divani ed a... una misura in cui si dava veramente un reddito, una capacità di risollevarsi a tante persone in difficoltà, che non può essere quella di andare a rovistare nei bidoni dell’immondizia. Quello è veramente l’obiettivo di chi effettivamente difende quella situazione che si è venuta a creare a San Pietro in Vincoli e Canale Molassi, io mi auguro proprio di no. Lo strumento deve essere un altro. A livello nazionale e a livello locale si deve lavorare in quella direzione e mi auguro che si continui su questi temi. Grazie. SICARI Francesco (Presidente) I Gruppi del Movimento 5 Stelle e del PD hanno finito i loro tempi. Quindi, andiamo direttamente alla Capogruppo Artesio. Prego. ARTESIO Eleonora Grazie. Non mi eserciterò in posizioni ideologiche, non credo lei, Sindaca, abbia la statura per comprenderle. Non preannuncerò una retorica eroica, non credo lei, Sindaca, abbia la sensibilità per misurarcisi. E quindi, da questo momento in avanti, le rappresenterò quello che sarà su questa questione il mio atteggiamento, vale a dire una valutazione letterale delle sue dichiarazioni e dei suoi comportamenti ed una valutazione intransigente, minuto per minuto, delle conseguenze. E vengo subito, questione per questione, al caso. Lei ha letteralmente detto: “Rientrare nei parametri della liceità”. Chi era fuori dai parametri della liceità? Coloro che, attraverso il coordinamento di un’associazione individuata con avviso pubblico dal Comune di Torino, prestavano la loro attività di libero scambio il sabato nel Canale dei Molassi, pagando la quota di occupazione ed il contributo per la politica dei rifiuti? Se erano quei 350 espositori fuori dai parametri della liceità, lei è corresponsabile di quella illiceità, ma non lo erano. Sono diventati fuori dai parametri della liceità, e abusivi, a seguito di una deliberazione della Giunta, assunta in modo unilaterale, illustrata in questo Consiglio Comunale con le chiazze sul collo, urlando: “Trattasi di una decisione irrevocabile”, perché così lei l’ha presentata a questo Consiglio Comunale, e le conseguenze sono state che coloro che temevano di non riuscire a prestare nelle stesse condizioni quel tipo di attività in altro luogo, per tutte le settimane successive sono stati ostaggio dell’andare a cercarsi il posto, volta per volta, anche di prepotenze di coloro che erano più forti in quell’esercizio, e che invece l’organizzazione precedente evitava, e hanno provocato tutti quei disagi dell’intorno, che sono stati qui descritti. Quindi, fuori dalla liceità li ha messi la Giunta con la delibera unilaterale che ha preso a dicembre del 2018. Ma, di più, per le 38 settimane successive ha rivendicato la Sindaca: “Sarei potuta intervenire”. Bene. Allora, Sindaca, lei è responsabile del fatto che per le 38 settimane successive, oltre ai patimenti che abbiamo ascoltato di quel quartiere, ci sono stati i mancati incassi al Comune di Torino, perché quegli espositori, quando lavoravano nella liceità, versavano regolarmente il contributo per la sosta e per la pulizia. Lei rivendica che quelle 38 settimane le appartengono? Le apparterranno anche questi, e su questo c’è un’interpellanza e, se del caso, una procedura agli organi che dovranno verificare e controllare. Ma lei dice: “L’ho fatto per aprire il dialogo continuo”. Con chi? Con un indirizzo del Consiglio Comunale che non è mai stato dato? Perché voglio ricordare che il Presidente della Commissione, oltre alla già citata mozione del Consigliere Tresso, ne aveva anche una mia del marzo: “Sospensione provvedimento del trasferimento”. Adesso il Consigliere Tresso dirà che forse me l’aveva proposto quando dovevo andare dal callista, e quindi è colpa mia. Non lo ricordo, ma dato che il Consigliere... Presidente Russi, chiedo scusa, ha sempre una scusa buona per dire come mai non programma i suoi atti, magari era il caso di un callista, non lo so. Certo è che la Giunta certamente non era disponibile, no. La Giunta non può essere disponibile... (INTERVENTO FUORI MICROFONO). Basta! La Giunta non può essere disponibile a trattare argomenti... SICARI Francesco (Presidente) Consigliera Artesio, la invito un pochino a calmarsi. ARTESIO Eleonora No, inviti lui a non interrompermi. SICARI Francesco (Presidente) Sì, anche lei. ARTESIO Eleonora Inviti lui a non interrompermi o mi cacci... Guardi, io non ho problemi su questa vicenda, non ne ho proprio. SICARI Francesco (Presidente) Ma nemmeno io ho problemi, ma lei stia calma. La vedo un pochino agitata. ARTESIO Eleonora Allora, intanto c’è un minuto di tempo in più a cui ho diritto. (INTERVENTO FUORI MICROFONO). Intanto ho un minuto di tempo in più per essere stata interrotta. SICARI Francesco (Presidente) No, decido io qui. Vada avanti. ARTESIO Eleonora Io sono stata interrotta e ho diritto a recuperare il tempo. Il Presidente Russi ha sempre una giustificazione per non convocare le Commissioni, e la Giunta evidentemente non è disponibile alla Commissione stessa, perché prima bisognava concludere le riunioni per definire il dialogo continuo. Con chi? Con quelli che sono stati indicati e citati, non con il comitato dei cittadini che aveva chiesto di essere audito, non con la parte dei commercianti che, invece, sostenevano la possibilità di regolare il mercato del libero scambio a Borgo Dora, quelli non sono stati convocati. Chi lo ha fatto? L’ha fatto il Prefetto. L’ha fatto il Prefetto, che, avendo una responsabilità generale, ha il tipo di sensibilità per convocarli. E, guardi, conosco bene anche la qualità del suo intervento in quella riunione. Terza ed ultima questione: “Dobbiamo accompagnare la dignità delle persone e farle uscire da una condizione di povertà”. Ma chi ve l’ha impedito in questi tre anni? Ma chi vi ha impedito, mentre esercitavano a Borgo Dora l’attività del libero scambio, di costruire insieme progetti di inclusione e di formazione professionale? Chi ve l’ha impedito? Andate a scoprirlo adesso, come elemento di compensazione, che vedremo quanto sarà perseguito, ma vedremo soprattutto da chi sarà praticato, perché in queste vicende si è costruita una vera e propria demonizzazione di un’attività, anche in quest’Aula, lunedì dopo lunedì, Consiglio dopo Consiglio, costruendo anche informazioni al limite del credibile. Mi dispiace, per sua fortuna, chiunque fosse, il signore infartuato non raggiunto dall’ambulanza, su verifica fatta dall’Assessore Giusta, non esisteva. Così come non esiste il nido aperto al Sermig il sabato, così come non esiste l’ambulatorio aperto il sabato, che non si sarebbero potuti raggiungere perché esisteva il mercato del libero scambio. Allora, scopriamo che l’Amministrazione ha la possibilità di intensificare i trasporti verso via Carcano per il mercato del libero scambio, chiederemo di intensificare con navetta tutti i trasporti verso altre direzioni; scopriamo che l’Amministrazione ha scientemente evitato di incassare quello che le era dovuto per 38 settimane, per una scelta unilaterale, non condivisa e non praticata, e le garantisco, Sindaca, che su questo, punto per punto, risponderà in questo Consiglio. Se la Commissione non avrà mai tempo di programmare, lo farò con le interpellanze. |