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Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 7 Ottobre 2019 ore 14,00
Paragrafo n. 30

Comunicazioni della Sindaca su "Militarizzazione quartiere Borgo Dora".
Interventi
SICARI Francesco (Presidente)
Buongiorno, riprendiamo dopo la sospensione. Mi scuso con i presenti e chi ci sta
seguendo per i quasi 20, 30 minuti in più, ma stavamo aspettando che potesse arrivare la
Sindaca, che deve rispondere sulle comunicazioni. Ricordo che le comunicazioni sono
quelle pervenute dal Partito Democratico, chiedono alla Sindaca di riferire
urgentemente in Aula circa il posizionamento di barriere di cemento per delimitare
l’area una volta adibita ad area di libero scambio e “Militarizzazione del quartiere
Borgo Dora”. È stato deciso dalla Conferenza dei Capigruppo di cumulare i tempi.
Quindi il Movimento 5 Stelle avrà a disposizione 28 minuti, il Partito Democratico 13 e
i monogruppi 6. Prego Sindaca Appendino.

APPENDINO Chiara (Sindaca)
Grazie, Presidente. Innanzitutto mi scuso con i Consiglieri e le Consigliere del ritardo,
ma ero impegnata in Prefettura, proprio peraltro sulla questione che è oggetto delle
comunicazioni, e appena finito sono ovviamente venuta in Aula, quindi vi ringrazio
della pazienza. In realtà la vicenda nasce ed era nota al Consiglio, perché arriviamo in
seguito a centinaia di esposti, commenti, richieste, appelli, e onestamente non so e non
conto più quante volte, non solo in questi tre anni da Sindaca, ma credo anche prima da
Consigliera, e poi anche, prima ancora di avere un ruolo istituzionale, quante volte in
questa città si è dibattuto del tema del suk, che credo sia da evidenziare il fatto che sia
oggettivamente un tema profondamente sentito, in parte certamente anche divisivo nella
dialettica tipica che probabilmente affronteremo anche in quest’Aula, ma certamente è
uno dei tanti temi che io definisco irrisolti, che in qualche modo abbiamo ereditato e che
io credo siamo stati chiamati a risolvere, o comunque a cercare di risolvere. Questo non
significa che la questione evidentemente sia risolta, ma ci tornerò. Voglio anche dire
chiaramente che io ritengo, e forse l’avevo anche detto quando ero Consigliera in
quest’Aula, che tentativi in tal senso, proprio di intervenire sul fenomeno e sulla
vicenda che ha comportato, ripeto, non solo dibattito, ma anche tensioni sul territorio,
siano già avvenute anche in passato, quindi nell’Amministrazione precedente. Ritengo
però che questi sforzi, come dire, non siano andati a buon fine, ma evidentemente ci
sono stati, anche perché credo che la pressione del territorio fosse forte su chiunque
avesse in qualche modo una responsabilità di governo nei confronti della città.
Facciamo però, perché penso sia giusto farlo, un piccolo salto indietro nel tempo, perché
credo che quasi si perda nella memoria di chi ha vissuto, ed attraversato le strade del
Balon di Borgo Dora, l’origine del suk di Torino in via San Pietro in Vincoli; una via
storica di Torino a due passi da Porta Palazzo, dalle Porte Palatine, centinaia di persone
si ritrovavano con la loro merce per dare vita a quello che è il mercato di libero
scambio. Un’attività che è oggettivamente commerciale a tutti gli effetti, e nonostante i
tentativi di regolamentazione, che tra l’altro stavo proprio riconoscendo anche
precedentemente, e condivido, perché è necessario, dal mio punto di vista, quella
tipologia di attività, i problemi nel mercato e nel quartiere non sono mancati. La difficile
convivenza tra residenti, commercianti e avventori è più volte stata oggetto di fatti di
cronaca. Quell’esperienza per continuare, ovviamente, dico una cosa banale, ma il
presupposto per cui poi c’è stato l’intervento, che in realtà è, come dire, terminale di una
serie di azioni che sono state fatte in questi mesi, comunque dal nostro punto di vista,
dal mio punto di vista, con l’esperienza, per continuare doveva rientrare nei parametri
della liceità. E su questo io ritengo onestamente che, per quanto evidentemente la realtà
e questa realtà sia una realtà storica, non possa esistere realtà, per quanto storica, che
venga meno alle regole dello Stato, della Città e del vivere civile. Nel dicembre di un
anno fa, è stato anche lungamente discusso in quest’Aula, la Giunta ha approvato una
delibera che prevedeva l’accompagnamento del suk in via Carcano. A tal proposito, di
concerto con la Prefettura, i Comitati e le realtà coinvolte, sono state messe in campo
tutte le risorse necessarie in un dialogo continuo. Sono stati investiti 100.000 Euro da
parte della Città, trovati nuovi spazi, rinforzati i trasporti pubblici, definiti anche degli
elementi nuovi del regolamento, e verranno poi istituiti percorsi sociali di
accompagnamento di cui avremo modo di discutere anche nelle prossime settimane. È
una progettualità complessa e condivisa, anche perché, lo dico spesso, quasi mai
esistono soluzioni semplici a problemi complessi, e questo credo fosse una tematica
decisamente complessa, che io credo stia funzionando, anche se ovviamente c’è ancora
molto da fare. Io, l’ho detto anche sabato, durante un momento di conferenza stampa: io
sono profondamente convinta che il suk in quanto tale, cioè il mercato di libero scambio
in quanto tale, debba rimanere parte della tradizione di Torino e quindi vogliamo che
possa continuare a crescere e vivere. Quindi, da questa parte non troverete mai un
interlocutore che, come dire, provvederà, o in qualche modo lavorerà per cancellare il
libero scambio. Vi dico di più, e questo è anche uno dei motivi per cui abbiamo lavorato
per il trasferimento: il nostro obiettivo è quello di restituire dignità a chi lo anima,
fornendo servizi ed un luogo adatto per l’esercizio del commercio nel perimetro di
regole condivise che si integrano nel territorio, affinché tutto possa svolgersi nella
serenità di essere riconosciuti. Vengo quindi ai fatti di cui tra l’altro si è parlato negli
ultimi due giorni. Il cambio di sede del suk ha ovviamente richiesto che si intervenisse
in via precauzionale per ciò che riguarda un eventuale riposizionamento nella vecchia
sede. Per fare questo, in maniera controllata e pacifica, sono stati usati dei dispositivi
fisici, che sono i jersey, blocchi di cemento alti un metro. Ora, tra l’altro ho seguito
evidentemente il dibattito che immagino avverrà anche oggi in quest’Aula, nella
narrazione di alcuni, questi blocchi di cemento sonno diventati dei muri, che dal mio
punto di vista potrebbe essere bollato come fatto di per sé privo di senso, e voglio anche
ringraziare chi si è in qualche modo scomodato a precisare a più riprese, anche sui
social, sui giornali, la differenza, cioè, cos’è un muro e il dibattito sociologico che è
partito anche sulla questione dei muri. Il punto è che, finché si parla di muro, si evoca la
figura di Trump, si può condividere o non condividere, però voglio dire, rientra nella
normale, se così vogliamo definire, dialettica politica; quando però mi sento dire, si
arriva a tirare in ballo il muro di Berlino, protagonista di una stagione estremamente
buia dell’Occidente, allora io ritengo francamente che sia un po’ diverso, non per il suk
o per la mia persona, ci mancherebbe - poi la dialettica politica ovviamente raggiunge i
livelli che vuole ed esprime quello che vuole - ma io credo per la manifesta ignoranza di
pagine di storia estremamente delicate e che andrebbero maneggiate con molta, molta
cura. Vorrei anche dire un’altra cosa, anche perché sono stata fortemente attaccata in
queste 38 settimane, da quando è stata fatta la delibera. Avessi voluto intervenire,
avessimo voluto intervenire in maniera diversa con l’uso della forza, certamente non
avremmo aspettato 38 settimane dalla delibera, e l’abbiamo fatto perché siamo
consapevoli del fatto che gli operatori e il mercato del libero scambio ha evidentemente
una sua valenza non solo storica, ma anche evidentemente un percorso e rappresenta
una modalità di intervento, anche dal punto di vista del sociale. Però mi sento di dire,
perché è giusto dare alle cose il loro nome, andando anche oltre, come dire, entrando
nella sostanza, assumendoci anche noi le responsabilità, perché i cittadini ci hanno
chiamato e ci hanno chiesto di risolvere problemi complessi, e il tema del libero
scambio è un problema complesso che va, da più di un punto di vista, affrontato con la
ragione e con il confronto. Allora, affrontare gli stessi con superficialità, con posizioni
antiideologiche, con vuote petizioni di principio, dal mio punto di vista, non è la strada
giusta, anche perché si rischia di scadere in quella che io definisco la retorica eroica -
anzi non l’ho definita io, ma l’ha citata così il semiologo Ugo Volli sulle pagine del
Corriere della Sera - il che, secondo me, non fa bene onestamente a nessuno. Vorrei
parlare del futuro, perché questo è successo questo fine settimana, lo sapete benissimo.
Sabato 5 ottobre, il primo giorno del cambio di sede del suk, al mattino, in via Carcano,
il nuovo luogo del mercato, si sono presentati in 239 a richiedere il proprio stallo; in
417, invece, ieri, domenica 6. Io vorrei ringraziare ovviamente ciascuno di loro, e come
ho già detto anche, poco fa, in un incontro in Prefettura, insieme a ViviBalon, vorrei
ribadire, anche pubblicamente, che le istituzioni ci sono e continueranno ad esserci, in
percorsi condivisi di cui parlerò tra poco. Nelle stesse ore, più precisamente dalla sera
prima, ricevevamo - è giusto anche dirlo, perché i bisogni sono di un’intera collettività,
non solo di una parte, noi siamo chiamati come Città e come responsabilità di governo,
a cercare di tenere insieme le esigenze di una comunità, e spesso sono contrapposte -
ricevevamo anche messaggi dai residenti di via San Pietro in Vincoli che ritrovavano la
serenità nel loro quartiere, anche in parte esasperati da anni di evidenti difficoltà. Io
penso, e ripeto, mi assumo evidentemente la responsabilità di quello che sto dicendo,
che l’intervento sia riuscito. C’è ancora molto da fare, sicuramente, e non mi stancherò
mai di ribadirlo, ma io credo che, anche questa volta, facendo squadra anche con le altre
istituzioni, siamo riusciti a fare un passo in avanti importante. Ora, la sfida è quella
forse più significativa e cioè, come ha spiegato la Vicesindaca, Sonia Schellino, far sì
che partano dei percorsi di inclusione, perché quella del mercato del libero scambio
deve essere un’esperienza riconosciuta come facente pienamente parte dell’identità di
Torino ed in quanto tale deve essere valorizzata, e noi vorremmo che il suk, e su questo
stiamo lavorando, non sia un punto isolato della Città che si esaurisce alla dimensione
del commercio, bensì, per chi vuole, possa essere un punto di partenza per apprendere
professionalità inerenti ai temi del riuso e della valorizzazione di oggetti antichi. A tal
proposito stiamo lavorando a veri e propri percorsi di formazione, affinché la ricchezza
di quel luogo cresca con la conoscenza, con una comunicazione mirata, trasporto
pubblico che andremo a rafforzare, in modo tale da avere un migliore collegamento, e
faremo di tutto affinché il mercato del libero scambio in via Carcano sia un patrimonio
di tutta la comunità, anche della Città, e soprattutto della Città, lavorando evidentemente
insieme a chi lì la mattina del sabato e la domenica, opererà. Vorrei quindi ringraziare
ovviamente il Prefetto, Claudio Palomba, che ha assistito ed ha, come dire,
personalmente gestito, insieme alla Città, anche la fase delicata di negoziazione; la
Vicesindaca, Sonia Schellino, che sta lavorando a tutta la parte che riguarda i percorsi di
inclusione; l’Assessore Roberto Finardi, che ha gestito, ovviamente con la delega alla
sicurezza, tutto ciò che è avvenuto anche in questi giorni; il Comandante della Polizia
Municipale, Emiliano Bezzon; ovviamente la Questura e tutti coloro che sono
intervenuti, e i Consiglieri e le Consigliere che hanno sostenuto e condiviso questo
percorso; le Associazioni e chi da oggi o da domani, quando vorrà, avrà la volontà
politica e la voglia di mettersi in gioco per quanto riguarda il futuro del mercato di
libero scambio che deve essere, come dicevo, che è la sfida più grande che abbiamo,
non tanto un luogo di destinazione fissa, bensì un luogo di transito per acquisire
professionalità, competenze e poter intraprendere un vero percorso di autonomia.
Grazie.

SICARI Francesco (Presidente)
Grazie a lei. Prego, Capogruppo Sganga. Le ricordo per il suo Gruppo 28 minuti.

SGANGA Valentina
Grazie, Presidente. Prima di entrare nel merito della questione, vorrei fare due brevi
premesse. La prima è che intervengo non a nome del Gruppo, ma a titolo personale, per
fortuna nel nostro Gruppo c’è libertà di pensiero e penso sia giusto che in Sala Rossa
abbiano voce le diverse sensibilità che animano il Movimento 5 Stelle, ma anche la
città, e sono certa che dentro la Maggioranza, come tra le Opposizioni, c’è chi vede la
questione in modo simile al mio, e spero che in questo dibattito ciò possa emergere. La
seconda premessa è che la mia non è la difesa della situazione che sussisteva nel
mercato di San Pietro in Vincoli. Ciò che si è venuto a creare non rispettava la dignità
dei commercianti, in primis, che ci operavano, e soprattutto non rispettava il diritto alla
quiete dei residenti. Quell’area era diventata da tempo, da anni, uno spazio
incontrollato, ma su questo non mi dilungo perché quest’Amministrazione ha adottato
una delibera, che questa Maggioranza ha votato, perché vedeva in essa uno strumento
progressivo per la Città e per i suoi abitanti più deboli. Ciò detto, sono molto contenta
che un mio piccolo post su Facebook abbia aperto un dibattito in città. Io credo che la
politica debba non solo puntare sul piano dell’azione amministrativa, bensì anche su
quello culturale, che parimenti forgia lo spirito di una città e la sua coscienza. Un uomo,
che in questa città è vissuto oltre un secolo fa, disse che gli uomini devono, e sottolineo
devono, essere giudicati in base alla quantità di verità che possono tollerare. Possiamo
definirlo muro, possiamo definirla barriera, possiamo definirlo cordolo, ma esso è ben
più di tutto questo. Lo sbarramento che è stato posizionato al Balon, venerdì mattina, è
un simbolo; i simboli nella realtà sono un materiale esplosivo, e credo non sia
necessario essere la reincarnazione di Carl Gustav Jung per comprenderne il perché.
Tempo fa, ci fu giustamente fatto notare che tutti noi abbiamo l’obbligo di non usare un
linguaggio da bar. Quella frase della Sindaca, che ancor di più oggi condivido, metteva
sotto la luce di un potente riflettore il nostro dovere di scendere nella complessità,
affrontarla senza presunzione ed anche senza paura. I simboli sono direttamente
collegati a un altro mondo meraviglioso, che è quello della percezione. Come tutti voi
saprete, la percezione è quasi sempre indotta, raramente diretta: mi faccio un’idea di
cosa vedo, di cosa provo, di cosa vivo, in base a come viene raccontato ed a come viene
illustrato; è lì che costruisco la mia opinione, e più mi viene raccontato in un modo, più
la mia percezione sarà indotta in tal senso. Per quanto non possa piacerci, il contesto
storico in cui viviamo è, a mio giudizio, regressivo, proprio su questo piano, cioè nella
relazione tra simboli e percezione indotta. Quella relazione oggi è distruttiva, è
oggettivamente distruttiva, ne abbiamo parlato tante volte anche in quest’Aula: il sentire
comune di questi tempi è spesso rabbioso, stiamo perdendo il concetto di tolleranza e
fatichiamo a tollerare. E giustamente, come si può tollerare un sudicio mercato, di chi
non rispetta le regole, di chi puzza, di chi sporca, di chi fa rumore, di chi ci appare così
lontano da noi, non si può, non possiamo farci nulla, oggi è così. E quindi il compito di
un buon politico dovrebbe essere provare a procedere in questo delirio di semplicismo,
sfruttando il meccanismo della complessità. È molto difficile, è molto faticoso, questo
senza dubbio ma, appunto, è sempre meglio del bar. E vengo al cuore della questione.
Quando viene posizionato un muro, una barriera, un cordolo, esistono due tipi di
relazioni certe: chi lo pone negherà una parola precisa, e quindi dirà: “Non è un muro,
non è un’azione di polizia, è un’azione di prevenzione”; chi lo subisce, invece, definirà
una parola più precisa, dirà: “È un muro, è un muro che espelle i poveri da un
quartiere”. La narrazione mediatica darà il senso definitivo di questa cosa, e il senso
definitivo che ne è stato dato è quello che si evince da un breve elenco dei titoli di
giornale che abbiamo letto tutti in questi giorni, e ne leggo alcuni: “Muro contro il suk
degli abusivi”; “Muro a San Pietro in Vincoli”; “Appendino e Palomba, misura per il
trasferimento di via Carcano”; “Un muro contro il suk, Prefettura e Comune cancellano
il mercato”; “Una barriera di cemento per chiudere il mercato”, e via dicendo. Cosa vuol
dire tutto ciò? E vengo al cuore della critica, anche (incomprensibile) quando ho detto
che quella barriera non è la mia soluzione. L’altro giorno, noi abbiamo esposto, noi
stessi e la Città a quello che a mio giudizio è un pericolo, ma non solo, perché era
totalmente prevedibile che la percezione generale avrebbe definito quello strumento,
che è divisivo in ogni caso, perché è una divisione fisica per quanto piccola, un muro. E
per chi ha avuto il dispiacere di andare anche a vedere cosa stava accadendo sarà stato
chiaro che è esistita, quella sera, una fortissima militarizzazione del territorio, nella
serata di venerdì, e questo è un altro elemento che offre la sponda a chi utilizza un
determinato sostantivo. Ora torniamo al problema, che poi è sempre lo stesso, cioè
parlare come se fossimo al bar, o fare azioni da bar, come posizionare un jersey.
Pregiudica il lavoro di sostanza, ma soprattutto ci rende subalterni ad uno schema
narrativo e politico che oggi è quello delle destre, e noi abbiamo sempre detto, come
forza politica, di essere post-ideologici, ma questo non vuol dire che possiamo sentirci a
nostro agio con chi dice che i muri servono. E qualcuno parlando di San Pietro in
Vincoli, in quest’Aula, l’ha fatto. Io credo che la presenza di quel muro, di quella
barriera, di quel cordolo sia un errore e anche grave, perché incidiamo sulla cultura della
comunità lasciando un simbolo enorme - che appunto tutti definiscono muro - in un
tempo in cui di muri se ne vede sorgere ovunque. E quei muri sono la cosa
culturalmente quanto più distante da me, quanto più distante da lei, Sindaca, quanto più
distante da questa Amministrazione e soprattutto quanto più distante dalla città di
Torino. E infine perché quella cosa ognuno poi la valuti in base al proprio livello di
tolleranza alla verità, utilizzando quindi la parola che più lo conforta, sposta l’attenzione
da altri aspetti di sostanza, che la politica dovrebbe affrontare. E in questa vicenda ci
sono due aspetti di sostanza: uno riguarda il Borgo Dora e l’altro riguarda via Carcano.
Su Borgo Dora, a differenza di quanto ci vorrebbe raccontare qualcuno, la vicenda di
quello che ora si chiama mercato di libero scambio non è un’emergenza di questi anni;
ha, come ha detto giustamente la Sindaca, una storia lunga, complessa, inevitabilmente
discussa e discutibile, così come la rabbia, l’intolleranza verso chi vende non è nata
dall’oggi al domani. Tutto ciò è segno di una trasformazione, quella dell’area di Borgo
Dora, che chi ha governato la Città negli ultimi 40 anni ha fortemente voluto, e che
forse si è mostrata più complicata anche di quello che speravano gli amministratori di
centrosinistra che ci hanno preceduto. Sentire però ora parlare di gentrification, da chi
ha soffiato sul fuoco di questo processo, Presidente, personalmente mi fa un po’
sorridere. Detto ciò, penso che sia necessario aprire una riflessione su ciò che questo
quartiere vuole diventare: la convivenza tra realtà sociali così diverse è complicata e
secondo alcuni impossibile, addirittura. È chiaro che la riqualificazione non può essere e
non può passare dall’allontanamento di chi vive ai margini. Rendere vivibile un
quartiere, una piazza, uno spazio pubblico lo si può fare ma solo coinvolgendo tutti
quelli che ci vivono e io credo che un mercato, come appunto quello del Balon è uno
degli organismi più vivi di una città, perché vi convergono tante realtà e tante sensibilità
diverse. E quindi compito di un’Amministrazione è rendere i meno traumatici possibili
quegli scontri, accompagnare chi ha più difficoltà e dare soluzioni alternative a chi
soffre. E quindi io mi chiedo se in quel quartiere situazioni come..., appunto, situazioni
causate dai processi di gentrificazione, come possono essere, appunto, l’aumento dei
prezzi degli affitti e della vendita al metro quadro, possono essere e possono diventare
una delle prime conseguenze di quei processi, con l’annesso rischio che chi ha investito
ci perda e che chi ci vive non possa più permetterselo, tanto per fare un esempio. L’altra
questione poi è quella relativa a via Carcano. Chi ha resistito allo spostamento è chiaro
che era spaventato dalla carenza di acquirenti rispetto al Borgo Dora nella giornata del
sabato. Dobbiamo lavorare e tanto, per rendere quel posto attrattivo. So che molto è
stato fatto, che l’area è stata sistemata, che si sta pensando a dei collegamenti
straordinari mediante navetta e, appunto, ad una fermata più prossima della Linea del
19. Dovremmo essere poi in grado di valutare se queste misure sono sufficienti, perché
è importante far crescere, e io mi chiedo perché è importante far crescere e appoggiare
quella che è l’esperienza del mercato? Perché le persone che vi operano sono in gran
parte ex operai, ex operai del comparto edile, ex operai del comparto industriale, che
traggono da quelle poche centinaia di Euro di guadagno, che prendono appunto nelle
giornate del sabato e della domenica, il sostentamento per vivere. E allora, dato che una
grossa importanza viene dedicata al tema della sicurezza, è fondamentale che queste
persone abbiano di cosa vivere perché, detto banalmente, è meglio vivere di un telo di
cianfrusaglie per terra che andare a spacciare o andare a rubare. Allora, le persone sono
integrate, noi possiamo parlare di integrazione se forniamo quelli che sono i mezzi
adeguati alla sussistenza e quel mercato è un mezzo adeguato alla sussistenza di quelle
persone, quindi va difeso. E quindi dobbiamo far sì di rendere via Carcano il più
possibile attrattiva. Concludo, Presidente, chiarendo che la mia voce degli ultimi due
giorni non voleva essere una voce di dissenso, ma la parola di chi chiede di
approfondire, di provare a ragionare sulla complessità e non di seguire i dogmi della
semplificazione politica. Ecco, proviamo a dire no agli slogan e a cercare soluzioni.
Grazie.

SICARI Francesco (Presidente)
Grazie a lei. Prego, Capogruppo Lo Russo.

LO RUSSO Stefano
Una delle grandi sfide della contemporaneità, Sindaca Appendino, è come noi
interpretiamo i fenomeni della povertà, di come siamo capaci, dal lato dei fortunati del
mondo, a gestirli e soprattutto come siamo capaci e quali sono le misure che mettiamo
in campo per risolverlo il problema della povertà. E, guardi, non so se sono muri, jersey,
cavalli di frisia, ma hanno tutto il significato politico e simbolico che hanno i blocchi
navali di Salvini, che hanno i muri di Trump, che hanno tutte quelle barriere fisiche che
sostanzialmente hanno una funzione, che è quella di impedire che fenomeni sociali,
fenomeni migratori, fenomeni politici possano venire a contaminare la nostra quiete.
Chi le parla, Sindaca Appendino, sa bene, è stato uno dei più attenti amministratori di
questa città alla valutazione della compatibilità tra quell’attività e che cosa gli stava
intorno, ma per quanto critica potesse essere la posizione e per quanto, come dire, anche
dialettica fosse la questione, mai ci saremmo sognati di appaltare la scelta politica al
Prefetto. Questo è un problema, Sindaca Appendino, con tutto il rispetto che ho, che
abbiamo per l’istituzione, il Prefetto e per le forze dell’ordine, che era scritto nella
vostra incapacità politica di gestione, Sindaca Appendino. Lei nel lungo elenco di
persone che ha ringraziato ha dimenticato una persona, non sappiamo perché l’ha
dimenticato, il povero Assessore Giusta, che è lì nell’angolo, nei banchi della Giunta,
che era quello che avrebbe dovuto gestirla politicamente. Lei ha elencato una serie di
Assessori e non ha elencato lui. Non capiamo se è l’ennesimo preavviso di sfratto,
quindi Assessore Giusta inizi a preoccuparsi, oppure se è un modo simbolico di dire:
“Noi abbiamo cambiato approccio”. Guardi, Assessore Giusta, noi non abbiamo
risparmiato nulla e abbiamo sempre considerato la scelta di adottare una delibera nel
mese di dicembre, in assenza di una gestione politica operativa del trasferimento che
fosse compatibile con la situazione, una scelta molto molto rischiosa. Vede, Sindaca
Appendino, lei dà la sensazione, poi magari sbagliamo, di avere intrinsecamente
introiettato una concezione profondamente di destra, profondamente di destra, lei non
perde occasione di citare la Hyperloop, di andare ad inaugurare centri commerciali di
grandissimo livello, di andare... non se ne perde uno di vernissage, e considera i poveri
di questa città come un fastidio, ed è evidente che li considera come un fastidio. E
quando non è in condizione di attivare risorse economiche imponenti, gigantesche,
come quelle che sono state messe in campo per la liberazione del MOI, che è costata
quasi 10 milioni di Euro, quasi 10 milioni di Euro, il risultato è quello che abbiamo
visto sabato. Perché, guardi, Sindaca Appendino, è comodo venire a farsi belli dicendo
che le palazzine del MOI sono state sgomberate senza intervento della Forza pubblica;
andiamo a verificare quanto è costato quell’intervento. Allora dove sta il problema? Che
quando, invece, queste risorse lei non ce le ha, perché non è in grado di attivarle o
perché le fondazioni non gliele danno, la risposta che dà non è la gestione operativa del
problema, è il jersey, è la Polizia. Questo è il tema e questo è quanto di più elitario e
borghese si può immaginare alla guida di questa Città. Allora noi, che abbiamo
un’impostazione leggermente diversa, che prova a comporre nella diversità delle
posizioni, ma prova a dare una soluzione che sia quella di tenere insieme la città,
siccome sappiamo benissimo che questi signori che erano sabato lasciati andare allo
sbando, perché il problema di fondo è che quella cosa lì è degenerata grazie alla vostra
assenza di politica, che ha lasciato svaccare la questione per 38 settimane, non
spariscono dalla città, non si volatilizzano, non evaporano perché lei mette dei jersey e
perché viene qua a spiegare la sua soluzione, la sua ricetta di politica di gestione della
povertà. E la cosa ancora più grave - e concludo - è che voi vi eravate candidati, lei si
era candidata, Sindaca Appendino, perché le due città, se le ricorda quelle parole? Noi
ce le ricordiamo piuttosto bene, le famose due città, che erano separate, avrebbero
dovuto essere riunite. Il risultato finito, dopo oltre tre anni di governo, è che non solo
non sono riunite, non solo nelle periferie le situazioni sono peggiorate, non solo tutto
quello che è stato detto non si è verificato, ma il risultato di questa riunione delle due
città è un muro fisico, alto, basso, medio, ha un valore fisico, ma ha soprattutto un
valore simbolico. A noi non stupisce, perché la concezione che avete voi del governo di
questa Città è tipicamente: “Ai poveri diamogli le brioches”, “Diamogli le brioches ai
poveri”, non ci occupiamo di risolvere i loro problemi. Allora, mentre date le brioches
ai poveri, siccome di brioches in questo caso, a differenza di altri casi, non ne avete
avute da distribuire, il risultato è quello che abbiamo tutti sotto gli occhi. Tutto ciò
premesso, Sindaca Appendino, come abbiamo sempre fatto, perché a noi sta a cuore
l’interesse della città, ci preoccuperemo di non infierire e di aiutarla nel non sbagliare
più questo tipo di politica, perché il problema che voi avete esasperato, che c’era e che
voi avete esasperato, resterà purtroppo anche dopo di lei, soprattutto in queste
condizioni. Ed è bene che non si soffi sul fuoco e questo lo dico ai suoi ex alleati, che
poi non si capisce quando sono alleati, della Lega Nord, che su queste cose qua ci
marciano e costruiscono consenso. E, ahimè, temo che da questo punto di vista il suo
atteggiamento ondivago e piuttosto ambiguo non aiuti a fare quella chiarezza che oggi
noi crediamo assolutamente necessaria.

SICARI Francesco (Presidente)
Prego, Consigliere Russi.

RUSSI Andrea
Grazie, Presidente, grazie a lei, Sindaca. Io, invece, a differenza della mia Capogruppo,
colgo con molto entusiasmo l’operazione che è stata fatta in questi giorni, perché
finalmente, dopo quasi 19 anni di tensioni, si sta per concludere una fallimentare
esperienza, che è stata quella del suk in San Pietro in Vincoli e nell’area del Canale dei
Molassi, che ha portato ad un esponenziale crescendo di problematiche e ad una
convivenza sempre più difficile con gli abitanti del quartiere. Per l’ennesima volta,
dunque, in questa Consiliatura, ci troviamo a parlare di un problema e, per fortuna,
anche a risolverlo, com’è capitato anche altre volte, creato molto tempo prima e fino ad
ora soltanto trascinato da un’Amministrazione all’altra, senza che sia stata trovata una
soluzione valida, vuoi perché troppo difficile da risolvere, e ciò denoterebbe incapacità
ed inadeguatezza, appunto, di chi l’ha affrontato fino ad ora, vuoi perché non era visto
come un problema, e allora denoterebbe una certa miopia politica, o forse magari lo si
voleva nascondere come tale e ciò, di conseguenza, dimostrerebbe una certa ipocrisia.
In ogni caso, il suk a Borgo Dora non ha mai avuto proprio nulla a che vedere con
quell’immagine romantica che soprattutto le forze che governavano prima hanno
sempre cercato di incollargli. I problemi che ha creato nel corso degli anni sono sempre
stati sottovalutati in funzione della retorica o, nel migliore dei casi, sono stati affrontati
con un’impressionante banalità. Sono state numerose le lettere che a tutti noi Consiglieri
sono pervenute in questi 3 anni, firmate dai residenti di ben 21 condomini, oltre che
dalla storica Associazione dei commercianti del Balon e dei Comitati di Porta Palazzo, e
attraverso queste lettere i cittadini ci hanno chiesto a più riprese aiuto, esasperati dagli
schiamazzi notturni, causati dall’occupazione di San Pietro in Vincoli già nella sera del
venerdì, con una conseguente inagibilità del parcheggio, dell’abusivismo, della
sporcizia generale dell’area, soprattutto a fine mercato, nonostante, appunto, agli
operatori fosse anche chiesta una cauzione per la pulizia, e ovviamente anche dagli
episodi di illegalità denunciati. Perché ovviamente parlare di libero scambio è una cosa,
ma parlarne scevri da ideologie è tutt’altra cosa, e consente di far vedere e conoscerne
realmente i disagi che provocava ai residenti, ai commercianti, ma soprattutto agli
operatori stessi che lavoravano in quel mercato, e questa è la cosa più importante. Le
parole di chi mi ha preceduto dimostrano che questi disagi non sono così tanto
conosciuti o che probabilmente magari non interessano particolarmente. Le parole che
mi hanno preceduto dimostrano che probabilmente non si era a conoscenza che gli
operatori stessi si lamentavano perché era loro impedito l’uso dei servizi igienici e che
quello dei disabili era usato come un magazzino, e che l’altro era infrequentabile a
causa della scarsa pulizia, e di conseguenza ciò portava ad espletare i bisogni fisiologici
in mezzo alla strada, e sicuramente non nei luoghi più adeguati. Chi mi ha preceduto
dimostra di non sapere che con la pioggia quel ciottolato diventa impraticabile, con un
sacco di fango e con tutte le merci accatastate. Gli operatori si lamentavano di essere
stipati in stalli da un metro per due, che costavano anche di più, in alcuni casi, di quanto
spendono i commercianti del Balon. E i problemi di sicurezza, oltretutto, non li
consideriamo. Ci sono 10.000 persone che passano da quel posto, che passavano, per
fortuna, da quel posto, e nel giugno 2016 un’ambulanza è stata chiamata per soccorrere
un infartuato al Sermig e non è riuscita ad accedere perché l’ingresso dà proprio sul
Canale dei Molassi. Un altro episodio che mi è stato segnalato recentemente è quello di
una camionetta dei Vigili del Fuoco che doveva andare a svuotare una centrale termica e
non ha potuto farlo, perché l’ingresso era occupato, con un danno per i commercianti
dai 60 agli 80.000 Euro, quindi questi sono problemi di sicurezza. L’occupazione
abusiva, ovviamente, come già espresso, era anche quella del venerdì di San Pietro in
Vincoli, con minacce per i residenti ed anche aggressioni fisiche. Io credo che non
sappiate che a fine mercato, mentre l’intero Balon - o forse ve lo siete dimenticato - era
ripulito da un solo camion dell’AMIAT, invece tra il canale ed il parcheggio ne
occorrevano quattro prima che fosse ultimata tutta la pulizia, ed i residenti erano
circondati da rifiuti praticamente ovunque. Tra l’altro, qui si parla poi... cioè, io vorrei
sapere poi la differenziata, di cui parliamo tanto, dove andava ad essere considerata. Io
non credo che lo sappiate o sinceramente lo spero, perché, se lo sapevate e non avete
fatto niente, qua c’è una sorta di connivenza. Nella mia idea, la gestione di un’attività
come quella del libero scambio dovrebbe servire a ricondurre nei parametri della
legalità un comportamento al limite del lecito, dando anche agli operatori una possibilità
di crescita, e lo spostamento su via Carcano, che è sicuramente un’area più attrezzata,
più pulita, più facilmente raggiungibile con i mezzi pubblici, dovrebbe essere soltanto il
primo passo per agevolare gli operatori in questo percorso. È un segnale di grande
attenzione ai problemi, a mio giudizio, inviare gli operatori in un posto che è più
consono a quell’attività. Per funzionare, il mercato di libero scambio ovviamente deve
essere gestibile, ed è indubbio che l’area del Canale dei Molassi non lo ha reso tale in
questi anni. È la stessa Polizia Municipale, come avevo già detto anche in passato, che,
con una nota a me pervenuta, ha detto quanto fosse più difficile intervenire su
quell’area, rispetto all’area di via Carcano. Proprio per questi motivi, dopo gli
innumerevoli tentativi di mediazione e, a mio giudizio 38 settimane, come ha detto lei,
Sindaca, sono un grande tentativo di mediazione, che purtroppo non è andato a buon
fine anche a causa della reticenza di diversi soggetti e operatori nel rispetto
dell’ordinanza che prevedeva lo spostamento del mercato dal Canale dei Molassi a via
Carcano, io ho accolto davvero con molto favore l’operazione di sabato, che è nata per
arginare il fenomeno dei venditori abusivi, che ogni sabato hanno continuato ad
occupare l’area, nonostante il divieto. È, a mio giudizio, non un fallimento della politica
e un fallimento della mediazione, ma è una vittoria della politica che ha portato un
indirizzo che era stato conferito da questo Consiglio Comunale nei tavoli adeguati, e si è
preso un provvedimento di concerto con tutte le persone coinvolte e gli enti coinvolti.
Qualunque altra operazione, a mio giudizio, non sarebbe andata a buon fine,
nessun’altra operazione. Tra l’altro, un’operazione che non è un muro. Parlare di un
muro quando ci sono blocchi di un metro di cemento, davvero la dice lunga sulla
strumentalizzazione che si è fatta in questi giorni. È una soluzione precauzionale per
evitare il riposizionamento nella vecchia sede. Io le confesso, Sindaca, che ha fatto
davvero bene a parlare di ignoranza della storia da parte di chi azzarda tali paragoni,
perché, sì, è davvero vergognoso ed esprime effettivamente ignoranza paragonare la
giusta delimitazione di un percorso, di uno spazio che è pubblico e che dunque è
soggetto a regole affinché tutti lo possano utilizzare, ai muri contemporanei, che sono
invece luoghi dove si rischia di morire solo per il fatto di essere nato dalla parte
sbagliata. È la banalizzazione a fini ideologici di problemi veramente molto complicati,
al fine di garantire un ultimo tratto identitario a forze politiche a cui è rimasto
probabilmente soltanto quell’argomento per avere una propria connotazione, ma forse
neanche quello, perché il Vicesegretario del Partito che ha presentato questa richiesta di
comunicazioni è in linea tendenzialmente con questa posizione e lo ringrazio.
(INTERVENTO FUORI MICROFONO). La ringrazio, ha ragione. La regolarizzazione
dei commercianti, la possibilità di controllare la merce ed anche la sua sostenibilità in
loco non sono sicuramente un bisogno immaginario, ma sono un bisogno reale e forse è
il caso di sdoganare quel pensiero che, se uno vive una situazione di povertà, allora non
può rispettare le regole di convivenza civile e gli spetta di diritto un comportamento
incivile. È il caso di sdoganare questa interpretazione. E io sono stanco di ascoltare ogni
giorno una lezione di morale e di retorica, che ci viene puntualmente impartita
dall’esperto di libero scambio di turno. Qui ci sono stati problemi seri di convivenza
sociale da decenni, ma siete talmente impegnati a strumentalizzare ogni situazione di
questo genere, che non solo non ve ne può fregare di meno dei residenti e dei
commercianti, ma non ve ne frega davvero nulla nemmeno degli operatori, che sono poi
gli ultimi e che sono quelli che ormai sono diventati soltanto uno strumento funzionale
alla retorica di questi giorni. I poveri meritano politiche sociali nazionali differenti, che
per fortuna stanno anche arrivando, ma vorrei sottolineare, per l’ennesima volta, che per
me, e io spero per noi, perché so che molti del mio Gruppo condividono questa
posizione, il mercato di libero scambio non costituisce un problema, ma un’opportunità,
a patto che vengano rispettate le più semplici regole di convivenza civile e che non si
resti nella politica dell’elemosina, come a mio giudizio è in questo momento, perché
concedere la possibilità, una volta alla settimana, a persone ai margini della società di
vendere merci di dubbia provenienza o raccattate chissà dove per sopravvivere, a mio
giudizio è elemosina ed è un modo per lavarsi la coscienza, come quando si fa
un’elemosina, però non è un qualcosa che aiuta a risolvere i problemi delle persone.
Non potrà mai essere davvero un’opportunità il Barattolo, il libero scambio, senza un
modello di gestione sano, che prevede un miglioramento della condizione sociale che
spinge i soggetti più deboli a raccattare merce rubata o recuperata per sopravvivere. A
queste persone dovrebbe venire concessa la possibilità di evolvere, cosa che fino ad ora
non è mai avvenuta, e in questo bisogna riconoscere che il progetto di chi ha ideato il
libero scambio, ormai 18 anni or sono, è stato un fallimento su tutta la linea. Io,
insomma, intanto vorrei ringraziare anche io il Prefetto, il Comandante Bezzon, gli
Assessori che si sono occupati di questa questione e mi auguro che... voglio vedere il
Barattolo mezzo pieno e mi auguro che questo sia davvero l’epilogo di una vicenda
durata sin troppo tempo. Grazie a tutti.

SICARI Francesco (Presidente)
Grazie a lei. Prego, Capogruppo Ricca.

RICCA Fabrizio
Grazie, Presidente. Grazie Sindaco, che, dopo 38 settimane, tutti insieme siamo riusciti
a fare un’operazione importante che durava da 19 anni, quasi un ventennio, e i residenti
di Canale dei Molassi hanno vissuto sabato un po’ come fosse il loro 25 aprile, una
liberazione da un problema che affliggeva le loro vite costantemente, tutti i weekend. In
queste 38 settimane il lavoro è stato importante, sono felice di aver fatto parte di quei
tavoli in cui si è deciso di poter portare avanti quest’operazione. Io, però, per i buonisti
della politica dico di non aver paura di dover fare semantica, nel senso, i dissuasori in
piazza Castello, che sono belli, colorati, che servono a difendere la piazza da possibili
attacchi terroristici, sono belli, invece quelli che dividono una parte dove cittadini
torinesi, come tutti gli altri, vogliono vivere tranquilli, che dividono da spaccio,
ricettazione, degrado, e allora sono brutti. Le cose sono esattamente le stesse. Magari li
veniamo a colorare tutti insieme, così li renderemo anche un pochino più belli e meno
grigi. Perché è un lavoro questo..., è stato fatto un lavoro comune, che però non è finito,
Sindaco, lei lo sa perfettamente, l’ho già detto al Prefetto, al Questore ai tavoli, il lavoro
sul libero scambio è appena iniziato, perché bisognerà fare in modo che quell’area possa
essere sempre libera, che i cittadini di quella zona possano vivere tutti i lori weekend
con assoluta serenità, per poi intervenire su via Carcano, perché, come il Consiglio
Regionale mi ha chiesto, come i piemontesi ci hanno chiesto, quando riusciremo,
chiaramente concordando con lei, con il Prefetto, con il Questore, andremo ad
intervenire sulla Legge Regionale che libera... che va a decidere sul libero scambio, per
poter mettere mano anche a via Carcano. Io poi in questo frangente, nel tempo che ci
divide da oggi a quel momento, sarò disponibilissimo a lavorare con la Città come
Regione, per poter far sì che invece tutte quelle persone che, come ha detto prima il
Consigliere Russi, non vivono di elemosina fatta su lenzuoli sporchi, tutte quelle
persone che invece hanno bisogno di essere aiutate, possano davvero essere aiutate. Poi,
ripeto, l’elemosina lasciamola fare ad altri, noi dovremmo fare qualcosa di più serio,
dobbiamo fare tanti interventi strutturati, abbiamo tante altre cose da fare in questa città,
tante altre situazioni di degrado da risolvere e sono sicuro che, continuando a lavorare in
questo modo, insieme, a livello istituzionale, tra la Regione, il Comune, la Questura, la
Prefettura, ai tavoli che rendono possibili, appunto, queste decisioni, sicuramente
faremo il bene della città.

SICARI Francesco (Presidente)
Grazie. Prego, Vicecapogruppo Foglietta, ha sei minuti e quaranta.

FOGLIETTA Chiara
Grazie, Presidente. Io, Sindaca, l’ho ascoltata con estrema attenzione ed ho anche preso
appunti. Lei ha iniziato la sua risposta alla nostra richiesta di comunicazioni parlando di
centinaia di esposti, appelli, lamentele giuste dei cittadini, che peraltro io condivido,
perché il fenomeno è assolutamente stato esasperato, ma spiegherò perché è stato
esasperato successivamente. Vede, Sindaca, se lei avesse ascoltato e prestato la stessa
attenzione agli appelli, alle lamentele che io per prima, ma anche alcuni dei miei
colleghi hanno fatto su un mercato periodico tematico che insiste sulla stessa zona,
probabilmente questo fenomeno non sarebbe finito in Procura, ma non importa. Le do
una notizia, Sindaca: non è un mercato il libero scambio. Sa perché lo so? Un po’
perché, nonostante sia seduta qui solo da tre anni e mezzo, ho studiato un po’ il
fenomeno, ma poi ho detto: ci saranno mica degli atti amministrativi che mi spiegano
cos’è questo fenomeno? Se lei si va a leggere un po’ il Regolamento 378, non trova la
parola “mercato” da nessuna parte, ma sono sicura che chi le ha preparato la velina che
oggi ci ha letto in Aula lo saprà sicuramente come me, sarà stata una svista. Lei,
Sindaca, viene qui, dopo chiaramente aver già fatto una conferenza stampa in Prefettura,
quindi in barba alla richiesta di comunicazione del Consiglio Comunale, poi alcuni dei
miei colleghi della Maggioranza parlano di atti condivisi, di scelte condivise dal
Consiglio Comunale, io non so a che atti facciano riferimento i colleghi, io l’ultimo atto
che ricordo è una delibera di Giunta, che è precisamente quella del 27 di dicembre,
nessuno di noi, compreso il Presidente della III Commissione seduto in Giunta, io non
capisco quale atto lui abbia votato, se non qualche modifica regolamentare, che
praticamente è un atto dovuto. Lei viene qui, ci fa la morale sui termini utilizzati, “Eh,
ma non va bene che voi abbiate usato il termine ‘muro’, non va bene che abbiate
paragonato Appendino a Trump”, non va bene questo, non va bene quest’altro. Viene
qui e ci spiega che i jersey sono alti solo un metro. Non li avete trovati più alti o avevate
solo quelli da un metro e avete messo solo quelli lì? Perché, Sindaca, a me va bene
tutto, che lei venga qui e ci spieghi che per 38 settimane ci sono stati gli abusivi, ma
secondo lei non ci siamo accorti, noi Consiglieri, che ci sono stati gli abusivi per 38
settimane? Ce ne siamo accorti, abbiamo sollevato il problema più e più volte, anche in
Commissione, senza neanche riuscire - ne è testimone sia la Capogruppo Artesio, sia il
mio Consigliere - ad affrontare una discussione in Commissione Consiliare, perché
l’Assessore Giusta stava in silenzio, come al solito, come oggi peraltro, perché non
parla, lei difatti non lo ringrazia, noi non siamo riusciti ad affrontare in nessun modo
una discussione costruttiva. La situazione è arrivata all’esasperazione e quindi voi avete
dovuto mettere il muro - perché io, invece, lo chiamo muro - per la vostra delibera di
Giunta del 27 di dicembre, in cui avete preso e spostato come pacchi degli espositori in
via Carcano, mica perché improvvisamente la Sindaca Appendino non riusciva a gestire
il fenomeno, cara Sindaca. Alcuni parlano di 19 anni di tensioni. Io non so veramente se
alcuni che siedono dall’altra parte dell’Aula conoscano il fenomeno, o lo conoscono
solo perché sono stati consigliati da alcuni dei, diciamo, comitati che agitano, anzi, che
si agitano e agitano anche lei contro il fenomeno. Comunque sono di più, Consigliere
Russi, non sono 19 anni, il fenomeno è un po’ più vecchio di quello che pensa lei. Poi
mi rendo conto che avete potuto spostare i poveri in via Carcano, perché da quando il
Ministro Di Maio, il Vicepremier Di Maio, attuale Ministro di Maio, ha abolito la
povertà, chiaramente noi la povertà non dobbiamo neanche più gestirla. Io tante volte in
Commissione ho parlato del fatto che lei non è in grado più di gestire il fenomeno e
politicamente avesse appaltato la gestione di questo fenomeno al Prefetto; difatti, dopo
38 settimane sono intervenuti il Prefetto, il Questore ed anche lei, che chiaramente è
andata dietro, essendo la Sindaca della Città, e avete militarizzato il quartiere Borgo
Dora, perché è vero che la situazione era esasperata, è vero che i cittadini si
lamentavano, guardi che ci sono stati anche dei cittadini che venerdì sera non sono
potuti rientrare in casa, perché avevano il blindato della Polizia sotto casa, non hanno
potuto prendere la macchina, hanno dovuto usare i mezzi pubblici, ma non apriamo il
capitolo sui mezzi pubblici, perché tra l’altro non c’è neanche l’Assessora Lapietra e
non vorrei turbare gli altri colleghi di Giunta. Quindi io mi chiedo, Sindaca, lei in
chiusura del suo intervento ha parlato anche di intervento... avete fatto squadra con le
istituzioni, mi chiedo quali perché il Consiglio Comunale non è mai stato preso in
considerazione, la proposta del Presidente Deri della Circoscrizione 7 l’avete buttata
dalla finestra, probabilmente avete aspettato che Chiamparino, non so, forse non l’ha
aiutata abbastanza, doveva aiutarla un po’di più, quindi noi dovevamo un po’ spingere
affinché l’aiutasse anche su questo tema, ha aspettato per fortuna, e dico per fortuna,
che arrivasse l’Assessore Regionale, che adesso chiaramente non c’è più, ma della
Lega, a cui ho fatto i complimenti, perché giustamente loro ce l’avevano nel programma
elettorale quella roba lì, io mica posso essere sorpresa dal fatto che una persona di
centrodestra voglia abolire il libero scambio, ce l’avevano nel programma di governo, è
chiaro che lo vogliono eliminare, è chiaro che hanno votato gli ordini del giorno che
hanno votato. Vede, Sindaca, io sono un po’ amareggiata, perché queste discussioni
sono sempre sollecitate da qualche atto della Minoranza. Con la Consigliera Artesio
abbiamo già predisposto un’interpellanza, che era antecedente all’installazione del muro
perimetrale lungo Borgo Dora e quindi immagino avremo modo per tornare sul tema. Io
mi auguro, e lo dico per tutti, che non succeda alcun problema il prossimo sabato,
perché lei, che viene qui e ci dice che il problema è risolto, mi sa che non si ricorda la
gestione del fenomeno.

SICARI Francesco (Presidente)
Grazie. Soltanto per comunicare al Consigliere Carretta, il Gruppo del PD ha finito i
minuti a disposizione. Prego, Capogruppo Napoli.

NAPOLI Osvaldo
Grazie, Presidente. Devo dire ai colleghi del Partito Democratico che io vi capisco che
voi vivete una contraddizione tremenda: da una parte avete l’accordo con i 5 Stelle
romano, dall’altra parte, invece, vi trovate in Consiglio Comunale da una parte diversa.
E capisco che per voi il centrodestra e il centrosinistra sia cambiato, però avete un
alleato che dichiara in maniera ufficiale, estremamente chiaro, per televisione e sui
giornali: “Non esiste più la destra, non esiste più la sinistra”. Allora, la parola destra e
sinistra credo che siano sorpassate sotto un certo aspetto... (INTERVENTO FUORI
MICROFONO). Tutto giusto. In tutti i casi, credo che siano sorpassate e credo che
invece i problemi siano altri, rispetto al sorriso che voi avete messo in base a quanto il
Sindaco, o chi per esso, ha deciso di attuare. E questa contraddizione, però, dovete
viverla tutti i giorni. Non potete pretendere di governare con chi decide una cosa a
Roma e poi dire una cosa diversa perché non governate Torino. Ebbene, io credo che
questa operazione, per quanto riguarda quello che è avvenuto, diciamo, al Balon, è
un’operazione fatta con fermezza e buonsenso. È giusto applicare l’ordinanza comunale
che vieta il mercato abusivo alle spalle di Porta Palazzo, e bene hanno fatto il Sindaco, il
Prefetto, il Comandante dei Vigili, le autorità preposte a mettere i new jersey per
impedire l’accesso ai venditori abusivi. L’uso della fermezza, però, è soltanto il primo
atto di una situazione che va governata, anche con il buonsenso, per evitare
conseguenze imprevedibili sul piano della pace sociale. Vedete, la nuova sistemazione
del mercato in via Carcano, dove già molti dei venditori si sono spostati, è un altro
passo utile, ma insufficiente. Il Comune ha il dovere di riparare una situazione di
concorrenza sleale che una parte dei venditori sono abusivi e quindi esentasse, hanno
fatto finora concorrenza irregolare ai commercianti che pagano le tasse. Essendo molti
di loro immigrati, io credo che includere la loro attività commerciale nel perimetro della
legalità sia un contributo importante per l’integrazione sociale, applicando la Legge.
Pagare le tasse è un atto positivo e voi giustamente a Roma state dicendo che dobbiamo
recuperare 7 miliardi di Euro attraverso l’evasione fiscale. Questo è un modo per
recuperarli. Allora, pagare le tasse è un atto positivo, anche se non risolutivo, per
accedere domani - lo dico in maniera estremamente... molto chiara -, applicando i
termini di legge anche alla cittadinanza italiana. Diamo le opportunità a questa gente di
poter essere regolare, di poter pagare le tasse, di poter dire che vanno a vendere in
maniera regolare con regolare licenza, e poi ricominciamo a parlare di un altro discorso.
Voi, invece, avete una contraddizione forte, amici e colleghi del Partito Democratico.
Quindi, datevi, secondo me, sotto quest’aspetto, una linea ben chiara, cosa che ad oggi
non avete ancora applicato. Io credo che l’operazione fatta dal Sindaco e da tutti i suoi
collaboratori sia una giusta operazione e che è soltanto l’inizio, aspetto che arrivi anche
la fine in maniera estremamente positiva. Grazie.

SICARI Francesco (Presidente)
Prego, Capogruppo Tresso.

TRESSO Francesco
Sì, grazie, Presidente. Qualcuno dei colleghi che mi hanno preceduto ha detto: “Non si
tratta di fallimento della politica”. Io non la vedo come un fallimento, la vedo proprio
come una mancanza della politica tutta questa vicenda. È una mancanza assoluta, totale,
rispetto ad alcuni aspetti. Il primo è l’incapacità di saper comprendere che la politica
innanzitutto è mediazione, è mediazione di più parti che sono in causa e soprattutto, a
mio modo di vedere, deve essere una mediazione che è finalizzata a far sì che questa
città, in cui viviamo, sia una città che mantiene le sue tradizioni di inclusività e di
capacità di essere aperta a tutti. È una città che ha saputo sviluppare, nel corso degli
anni, dei tavoli sociali in cui questi problemi sono sempre stati affrontati, non nel nome
della chiusura, ma nel nome dell’apertura, e mi spiace vedere che invece oggi
quest’Amministrazione viene meno a questa tradizione. È una mancanza di politica
anche nell’incapacità amministrativa. Sono tre anni che assistiamo a questo balletto di
varie ipotesi sul trasferimento prima, sul mantenimento con condizioni diverse del
Barattolo, fatte, appunto, da un Assessore, l’Assessore Giusta, che è stato impalpabile, è
stato etereo su questo tema e qui apriamo tutto un altro tema, che è quello della
competenza di chi amministra, perché purtroppo abbiamo una Giunta che è fatta di
persone che hanno limitate competenze, perché non hanno mai amministrato, non hanno
mai gestito e per cui non sono capaci poi a valutare problemi e prendere decisioni che
siano articolate per quello che sono la complessità di problemi. Questo era un problema
complesso, lo si sapeva fin dall’inizio, ma non si è cercato fin dall’inizio di avere delle
soluzioni oggettivamente valutabili sulla base anche di parametri seri. Si è partiti con
una mappatura, non si sa che fine abbia fatto la mappatura, si è cercato delle altre
soluzioni, ma mai c’è stata la volontà di arrivare ad una soluzione concreta. Infine la
mancanza della politica si evince anche dai discorsi della Maggioranza. La stessa
Capogruppo mette le mani subito avanti dicendo che, vivaddio, all’interno del Gruppo
Consiliare dei 5 Stelle ci sono posizioni diverse, lo si è capito bene, ci sono posizioni
che vanno su misure di assoluta chiusura e di volontà, invece, di mantenere solamente
gli interessi di tutta quell’altra parte del Balon, probabilmente, come l’Assessore Sacco
ha sempre cercato anche di enfatizzare, e ci sono altre posizioni che invece arrivano a
dire, dopo tutta questa elaborata analisi, che comunque necessita di un
approfondimento. Ma approfondimento di cosa? Dopo tre anni cosa dobbiamo ancora
approfondire? Io francamente questo non lo capisco. Mi sembra che invece ci sia una
grande ipocrisia di base, che è sempre quella di dire: “Ma noi siamo costretti a fare
questo tipo di scelta, anche se in fondo non vorremmo”. Ed è lo stesso motivo per cui si
arriva a votare il Decreto Sicurezza e si fanno altre scelte di questo genere. È sempre un
demandare ad altri la responsabilità delle proprie scelte, quando non si è capaci di fare
delle scelte coraggiose, delle scelte che siano “Politica”, davvero, con la “P” maiuscola.
Così mi fa ridere anche tutta questa elucubrazione e discernimento sui termini
“sbarramento”, “muro”, “jersey”, e dire se è fino ad 1 metro, ad 1 metro e 10, quasi
fossimo ad una Commissione Urbanistica dove stiamo valutando le altezze che regolano
i nomi che dobbiamo dare poi e i significati che dobbiamo dare agli strumenti che
vengono scelti. Qui il fatto è che la scelta è quella di sbarrare, di chiudere, e non è la
scelta che io, francamente, vedo per una città come Torino, una città che è fatta da
sempre di multicultura, di multietnicità e di capacità anche di mettere a sistema queste
cose. Chiaro che in primis viene la liceità e la legalità, ci mancherebbe. Allora poi
spiegatemi come sia possibile mantenerla solo in certe aree della città e in altre aree che
sappiamo..., io più volte ho fatto interpellanze sulla Cavallerizza, in cui non vengono
messe sotto una, diciamo, una sfera di una convenzione anche situazioni in cui vengono
vendute bevande e quant’altro. Però qui non è il tema, il tema è proprio dire: “Ma
perché non si può cercare una soluzione..”. Io avevo presentato una mozione il 12 di
luglio, credo, guarda caso il Presidente della Commissione, che è lo stesso Consigliere
Russi, non l’ha ancora calendarizzata, per cui ha anche, diciamo, messo in una
situazione di difficoltà la possibilità che poi io, come Consigliere, potessi portare
all’ordine del Consiglio la volontà di votare o meno un atto che comunque andava in
una direzione diversa da quello che poi è stato invece eseguito, e c’era tutto il tempo,
perché dal 12 luglio sono passati, mettiamoci pure la pausa estiva, ma più di due mesi.
Allora, questo di nuovo va contro quello che è il Regolamento Comunale, che è quello
che concede a tutti i Consiglieri, in particolare, anche per par condicio a quelli della
Minoranza, di poter eseguire la loro attività politica, facendo gli atti che è dovuto fare.
Ma se poi, certo, accettiamo questo rimando della calendarizzazione dei temi,
dopodiché non si può essere messi nelle condizioni di poter operare secondo quello che
è giusto che sia. Infine, ancora una volta sottolineo che, a differenza di altri che mi
hanno preceduto, io non sono assolutamente soddisfatto di questo modo di operare, non
sono soddisfatto del fatto che ci siano delle compartimentazioni e ci siano dei luoghi
che volutamente sono scelti come non luoghi, perché è proprio il principio di mettere un
po’ la polvere sotto il tappeto e di far sì che, anziché valutare come una possibilità di
valorizzare delle situazioni in cui convivono situazioni diverse, certo, sempre sotto
l’egida della legalità, ma che cercano davvero di fare quel mix, a livello urbanistico, a
livello sociale, a livello di tessuto, che vive proprio anche dello scambio mutuo tra
persone che nella fattispecie vendono oggetti con nature diverse ed anche... io fin da
ragazzo frequentavo il Balon proprio perché andavo nella volontà di trovare esattamente
quel mix che ha sempre contraddistinto quel tipo di mercato, che era un mercato fatto di
oggetti preziosi e di valore, e fatto anche di pezzi di riciclaggio, io ci andavo per
prendere i pezzi di ricambio per la bicicletta usati e quant’altro. Invece non si vuole
valorizzare questo, si vuole confinarlo...

SICARI Francesco (Presidente)
La invito a concludere.

TRESSO Francesco
...e ho finito, in luoghi che non hanno una loro tradizione e che non hanno una loro
dignità, che sono asettici, e su tutti prevale questo meccanismo della delega, questo
meccanismo, ancora una volta, di assenza della politica, di delegare, in questo caso alla
Prefettura, delle scelte che sono proprio frutto di un’incapacità di governo.

SICARI Francesco (Presidente)
Sì, facciamo prima gli interventi. (INTERVENTO FUORI MICROFONO). Per fatto
personale. Prego un minuto.

RUSSI Andrea
Sì, grazie, per fatto personale sulla calendarizzazione degli atti in Commissione,
Consigliere Tresso, dato che mette in dubbio la mia buona fede a riguardo, io le ho
proposto: “Vuole venire in Commissione prima della scadenza dei termini, anche se non
c’è la Giunta...”, perché io non avevo la disponibilità della Giunta, fino a, credo il 14 di
ottobre, “...oppure vuole aspettare la Giunta?”. Quindi, la scelta di non venire in
Commissione è stata sua, perché se vuole ha il diritto di discuterla qua in Aula anche
senza passare dalla Commissione o, dato che è una mozione, di discuterla in
Commissione anche senza la Giunta. La scelta non è stata mia, ma è stata sua, perché
gliel’ho proposto. Grazie.

SICARI Francesco (Presidente)
Prego.

TRESSO Francesco
Chiedo scusa, credo... Presidente, mi scusi, sto parlando a lei. Ma credo che in più di
due mesi non trovare una data utile in cui la Giunta sia presente, francamente non è
proprio una cosa credibile, per cui non me la venga a raccontare in questo modo,
insomma. Voglio dire, in più di due mesi la Giunta... è possibile, perché questo è il suo
mestiere, trovare una data in cui si possa concertare e arrivare alla discussione. Quindi,
questa non era assolutamente una condizione in cui lei mi ha messo la possibilità di
scegliere.

SICARI Francesco (Presidente)
Prego, Consigliere Fornari. Al suo Gruppo rimangono sei minuti. Invito i Consiglieri in
Aula a non parlare, grazie. (INTERVENTO FUORI MICROFONO). Certo, c’è un
limite, ma rispettiamo le persone che intervengono. Grazie.

FORNARI Antonio
Posso, Presidente? Sì? Grazie. Qualcuno negli interventi precedenti ha richiamato il
programma elettorale e poi si è tornati, come al solito, quando si discutono dei temi un
po’ delicati, alla solita diatriba, hai fatto un intervento di destra; se invece parli di
povertà, allora, fai il reddito di cittadinanza, sei troppo di sinistra. Però noi, come
Movimento 5 Stelle, ormai ci siamo abituati un po’ a queste etichette, quindi, a seconda
delle occasioni, siamo di destra, a volte siamo di sinistra, ma l’abbiamo dimostrato,
penso, anche con l’accordo di governo, il nostro interesse principale è l’interesse dei
cittadini, quindi degli italiani, in questo caso, per il Gruppo Consiliare qui a Torino, è
dei torinesi, di chi abita a Torino e di chi ovviamente in questi anni, anche in campagna
elettorale ci aveva fatto presente la situazione del mercato di libero scambio nell’area di
San Pietro in Vincoli e Canale Molassi, che era una situazione che non poteva andare
avanti ancora, e che noi in campagna elettorale avevamo promesso di risolvere, come
avevamo promesso di risolvere il MOI, come avevamo promesso di risolvere il campo
rom di corso Tazzoli, come avevamo promesso via Germagnano e strada
dell’Aeroporto, che per il momento non è completamente risolto, ma che negli anni,
negli ultimi due anni ha riscontrato un meno 80% di roghi, è bene sottolinearlo, una
diminuzione degli insediamenti abusivi. Questo per dire che cosa? Che, quando ci sono
i problemi, il Movimento 5 Stelle e quest’Amministrazione non ha mai dimostrato poco
coraggio, anzi, il contrario, se c’era un problema, lo si è affrontato, a costo di dover
spendere delle risorse. Qualcuno citava i 10 milioni per il MOI. Io rivendico quei 10
milioni, perché era un intervento da fare, c’erano più di mille persone in una
situazione... in quelle condizioni, bisognava intervenire. Allo stesso modo rivendico
l’intervento che è stato fatto su San Pietro in Vincoli e Canale dei Molassi, non si
poteva continuare in quelle condizioni. C’era un’area in cui c’è il mercato di Porta
Palazzo, il mercato storico del Balon che c’è da 150 anni lì, che è un mercato storico, e
in più, a fianco, da 18 anni circa, qualcuno dice di più, qualcuno di meno, è stato creato
il mercato del libero scambio. In un’area del genere, a Borgo Dora non si poteva
continuare in queste condizioni, bisognava trovare una soluzione. L’area di via Carcano
è una soluzione che può risolvere quel problema lì, perché obiettivamente, come vi
dicevo, chi ci abita lì..., perché poi io sono andato a guardarmi il comunicato stampa che
è arrivato da chi ci abita lì e non da chi magari ha fatto un intervento primo e abita o alla
crocetta, o abita magari a Cumiana, o abita a Pinerolo e viene qui a fare la morale. Io
abito a Torino, ci sono i residenti che abitano a Torino, come l’Associazione Comitati
Riuniti di Porta Palazzo, l’Associazione Commercianti Balon, l’Associazione Cortile
del Maglio, il Condominio di via Andreis 12, Condominio di via Andreis 14, il 18, 18/2,
18/4, 18/6, via Aosta 8, via Cirio 1, via Cirio 3, via Cirio 9, 13, 15, 17, via Ciriè 17, via
Ciriè 31, strada del Fortino 8, via Pesaro 26, 29, via Pesaro 37, 40, 43, 44 e 50, via
Robassomero 5, Condominio via Rovigo 2 e 4, via Salerno 52, via Sassari 3, corso
Vercelli 1, 2 e 4, lungo Dora Firenze 19, 23 e 25, lungo Dora Napoli 14, 16, 18, 20, 22,
22 bis e 26. Questo è il comunicato che hanno firmato tutti i residenti e le Associazioni
del Condominio. E in questo comunicato che cosa hanno scritto? “Residenti,
commercianti ed ambulanti intendono ringraziare il signor Prefetto, la signora Sindaca
ed il signor Questore per aver saputo affrontare con determinazione il problema storico
dell’area di Canale Molassi e del parcheggio di San Pietro in Vincoli. Nonostante la
buriana sollevata ad arte da oppositori vari, finalmente siamo riusciti a vivere a casa
nostra nel rispetto del quieto vivere e finalmente a lavorare. Abbiamo letto le varie
dichiarazioni pubblicate nei mezzi di stampa e nei vari network e ci hanno colpito
alcune cose a cui vale la pena di rispondere. Prima di tutto troviamo ignobile rendere
uguale la giusta delimitazione di un percorso, che non deve essere lasciato a dei mezzi
che abuserebbero di un territorio a disposizione di tutti, come un parcheggio, con la
teoria dei muri. I muri contemporanei sono ben altra cosa che un limite stradale, sono
luoghi nei quali si rischia di morire per il fatto solo di essere nati da una parte o
dall’altra; usarla, questa parola, per degli scopi di scontro politico non solo riduce la
portata storica di ciò che avviene attorno ai muri veri, ma definisce l’ipocrisia di chi le
usa perché non ha altri validi argomenti. Non è che i problemi sociali mancassero sin da
quando è stato inventato di sana pianta il mercato di libero scambio, è solo che sono
stati affrontati con una banalità impressionante, che ha provocato una quantità di
problemi impensabile, che sono sempre stati negati. Il fatto che oggi sia stata approntata
un’area pulita, attrezzata, onorevole, lontana dalle case di civile abitazione e facilmente
raggiungibile con i mezzi pubblici non può essere spacciato per disattenzione ai
problemi che vessano una parte della gente di Torino”. Questa è l’area, ovviamente, di
via Carcano. “La crisi economica che investe la città, così come tutto il Paese, ben altri
sono i mezzi che dobbiamo chiedere a chi governa la Nazione, che non la possibilità di
vendere della roba raccattata nei bidoni dell’immondizia”, e qui richiamo il reddito di
cittadinanza, che qualcuno in quest’Aula ha...

SICARI Francesco (Presidente)
Consigliere Fornari, la invito a concludere.

FORNARI Antonio
Sì, ...ha preso in giro, io me lo ricordo - Presidente, se lo ricorderà anche lei -, ha preso
in giro il reddito di cittadinanza dicendo che davamo dei soldi a della gente che stava sui
divani ed a... una misura in cui si dava veramente un reddito, una capacità di risollevarsi
a tante persone in difficoltà, che non può essere quella di andare a rovistare nei bidoni
dell’immondizia. Quello è veramente l’obiettivo di chi effettivamente difende quella
situazione che si è venuta a creare a San Pietro in Vincoli e Canale Molassi, io mi
auguro proprio di no. Lo strumento deve essere un altro. A livello nazionale e a livello
locale si deve lavorare in quella direzione e mi auguro che si continui su questi temi.
Grazie.

SICARI Francesco (Presidente)
I Gruppi del Movimento 5 Stelle e del PD hanno finito i loro tempi. Quindi, andiamo
direttamente alla Capogruppo Artesio. Prego.

ARTESIO Eleonora
Grazie. Non mi eserciterò in posizioni ideologiche, non credo lei, Sindaca, abbia la
statura per comprenderle. Non preannuncerò una retorica eroica, non credo lei, Sindaca,
abbia la sensibilità per misurarcisi. E quindi, da questo momento in avanti, le
rappresenterò quello che sarà su questa questione il mio atteggiamento, vale a dire una
valutazione letterale delle sue dichiarazioni e dei suoi comportamenti ed una
valutazione intransigente, minuto per minuto, delle conseguenze. E vengo subito,
questione per questione, al caso. Lei ha letteralmente detto: “Rientrare nei parametri
della liceità”. Chi era fuori dai parametri della liceità? Coloro che, attraverso il
coordinamento di un’associazione individuata con avviso pubblico dal Comune di
Torino, prestavano la loro attività di libero scambio il sabato nel Canale dei Molassi,
pagando la quota di occupazione ed il contributo per la politica dei rifiuti? Se erano quei
350 espositori fuori dai parametri della liceità, lei è corresponsabile di quella illiceità,
ma non lo erano. Sono diventati fuori dai parametri della liceità, e abusivi, a seguito di
una deliberazione della Giunta, assunta in modo unilaterale, illustrata in questo
Consiglio Comunale con le chiazze sul collo, urlando: “Trattasi di una decisione
irrevocabile”, perché così lei l’ha presentata a questo Consiglio Comunale, e le
conseguenze sono state che coloro che temevano di non riuscire a prestare nelle stesse
condizioni quel tipo di attività in altro luogo, per tutte le settimane successive sono stati
ostaggio dell’andare a cercarsi il posto, volta per volta, anche di prepotenze di coloro
che erano più forti in quell’esercizio, e che invece l’organizzazione precedente evitava,
e hanno provocato tutti quei disagi dell’intorno, che sono stati qui descritti. Quindi,
fuori dalla liceità li ha messi la Giunta con la delibera unilaterale che ha preso a
dicembre del 2018. Ma, di più, per le 38 settimane successive ha rivendicato la Sindaca:
“Sarei potuta intervenire”. Bene. Allora, Sindaca, lei è responsabile del fatto che per le
38 settimane successive, oltre ai patimenti che abbiamo ascoltato di quel quartiere, ci
sono stati i mancati incassi al Comune di Torino, perché quegli espositori, quando
lavoravano nella liceità, versavano regolarmente il contributo per la sosta e per la
pulizia. Lei rivendica che quelle 38 settimane le appartengono? Le apparterranno anche
questi, e su questo c’è un’interpellanza e, se del caso, una procedura agli organi che
dovranno verificare e controllare. Ma lei dice: “L’ho fatto per aprire il dialogo
continuo”. Con chi? Con un indirizzo del Consiglio Comunale che non è mai stato dato?
Perché voglio ricordare che il Presidente della Commissione, oltre alla già citata
mozione del Consigliere Tresso, ne aveva anche una mia del marzo: “Sospensione
provvedimento del trasferimento”. Adesso il Consigliere Tresso dirà che forse me
l’aveva proposto quando dovevo andare dal callista, e quindi è colpa mia. Non lo
ricordo, ma dato che il Consigliere... Presidente Russi, chiedo scusa, ha sempre una
scusa buona per dire come mai non programma i suoi atti, magari era il caso di un
callista, non lo so. Certo è che la Giunta certamente non era disponibile, no. La Giunta
non può essere disponibile... (INTERVENTO FUORI MICROFONO). Basta! La
Giunta non può essere disponibile a trattare argomenti...

SICARI Francesco (Presidente)
Consigliera Artesio, la invito un pochino a calmarsi.

ARTESIO Eleonora
No, inviti lui a non interrompermi.

SICARI Francesco (Presidente)
Sì, anche lei.

ARTESIO Eleonora
Inviti lui a non interrompermi o mi cacci... Guardi, io non ho problemi su questa
vicenda, non ne ho proprio.

SICARI Francesco (Presidente)
Ma nemmeno io ho problemi, ma lei stia calma. La vedo un pochino agitata.

ARTESIO Eleonora
Allora, intanto c’è un minuto di tempo in più a cui ho diritto. (INTERVENTO FUORI
MICROFONO). Intanto ho un minuto di tempo in più per essere stata interrotta.

SICARI Francesco (Presidente)
No, decido io qui. Vada avanti.

ARTESIO Eleonora
Io sono stata interrotta e ho diritto a recuperare il tempo. Il Presidente Russi ha sempre
una giustificazione per non convocare le Commissioni, e la Giunta evidentemente non è
disponibile alla Commissione stessa, perché prima bisognava concludere le riunioni per
definire il dialogo continuo. Con chi? Con quelli che sono stati indicati e citati, non con
il comitato dei cittadini che aveva chiesto di essere audito, non con la parte dei
commercianti che, invece, sostenevano la possibilità di regolare il mercato del libero
scambio a Borgo Dora, quelli non sono stati convocati. Chi lo ha fatto? L’ha fatto il
Prefetto. L’ha fatto il Prefetto, che, avendo una responsabilità generale, ha il tipo di
sensibilità per convocarli. E, guardi, conosco bene anche la qualità del suo intervento in
quella riunione. Terza ed ultima questione: “Dobbiamo accompagnare la dignità delle
persone e farle uscire da una condizione di povertà”. Ma chi ve l’ha impedito in questi
tre anni? Ma chi vi ha impedito, mentre esercitavano a Borgo Dora l’attività del libero
scambio, di costruire insieme progetti di inclusione e di formazione professionale? Chi
ve l’ha impedito? Andate a scoprirlo adesso, come elemento di compensazione, che
vedremo quanto sarà perseguito, ma vedremo soprattutto da chi sarà praticato, perché in
queste vicende si è costruita una vera e propria demonizzazione di un’attività, anche in
quest’Aula, lunedì dopo lunedì, Consiglio dopo Consiglio, costruendo anche
informazioni al limite del credibile. Mi dispiace, per sua fortuna, chiunque fosse, il
signore infartuato non raggiunto dall’ambulanza, su verifica fatta dall’Assessore Giusta,
non esisteva. Così come non esiste il nido aperto al Sermig il sabato, così come non
esiste l’ambulatorio aperto il sabato, che non si sarebbero potuti raggiungere perché
esisteva il mercato del libero scambio. Allora, scopriamo che l’Amministrazione ha la
possibilità di intensificare i trasporti verso via Carcano per il mercato del libero
scambio, chiederemo di intensificare con navetta tutti i trasporti verso altre direzioni;
scopriamo che l’Amministrazione ha scientemente evitato di incassare quello che le era
dovuto per 38 settimane, per una scelta unilaterale, non condivisa e non praticata, e le
garantisco, Sindaca, che su questo, punto per punto, risponderà in questo Consiglio. Se
la Commissione non avrà mai tempo di programmare, lo farò con le interpellanze.
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