Interventi |
SICARI Francesco (Presidente) Siamo al punto 20 meccanografico 210902854/002 della Capogruppo Artesio: “Richiesta di chiusura della struttura di corso Brunelleschi”, lo discutiamo? Allora un attimo che vado a richiamare. Siamo allora sul punto al punto 20, la mozione meccanografico 201902854/002 presentata dalla Capogruppo Artesio e dal Capogruppo Tresso, che ha come oggetto: “Richiesta di chiusura della struttura di corso Brunelleschi” SICARI Francesco (Presidente) È stato anche presentato un emendamento. Lascio la parola alla proponente, prego. ARTESIO Eleonora Sì, illustriamo contestualmente il testo e l’emendamento. Dal punto di vista della valutazione e della posizione di principio, il Consiglio Comunale di Torino, pur con Maggioranze diverse, una volta nel precedente mandato, la volta successiva in questo mandato, aveva trovato la condivisione nel giudizio relativamente al Centro di Permanenza Temporanea, come si chiamava in allora, Centro Permanenza Rimpatri, com’è la definizione attuale, ritenendo che quelle modalità di regolazione del percorso migratorio non fossero modalità ispirate né al principio del rispetto delle persone e del loro diritto alla mobilità, né all’efficacia di politiche migratorie condivise tra gli stati. Ma al di là di quel giudizio politico di cui non vedo ragione di immaginare modifiche, la situazione che ha spinto a ripresentare un testo che nella premessa riprende i pronunciamenti politici già realizzati, è la situazione attuale, sulla quale non mi soffermo, perché purtroppo appartiene a numerosi dati di cronaca e ci viene costantemente data informazione relativamente al fatto che non solo si può eccepire sullo strumento normativo, ma anche le condizioni di quel trattenimento sono fortemente condizionate rispetto alla possibilità di salvaguardare, da un lato la salute degli ospiti, dall’altro la stessa attività professionale degli operatori che vi sono dedicati. Da questo punto di vista, quindi, il documento si proponeva di approfondire, nel ribadire la contrarietà e la richiesta di chiusura della struttura di corso Brunelleschi, quale siano nel contingente le condizioni attuali per esprimere tutta la preoccupazione dell’Amministrazione Comunale, cioè del territorio su cui insiste quella struttura, pur non dipendendo direttamente da una funzione del Comune di Torino. In modo particolare le più recenti dichiarazioni che sono pervenute da organi altri rispetto all’Amministrazione Comunale, penso alle dichiarazioni dei garanti, sia regionale, sia comunale, penso alle dichiarazioni dell’Ordine dei Medici, penso alle stesse dichiarazioni dei sindacati di Polizia, che hanno espresso dalla parte degli operatori della sicurezza la stessa preoccupazione sulle condizioni in essere. Tutto questo insieme di stati di fatto e di valutazioni pubbliche porta i proponenti a richiedere che il nostro Consiglio approfondisca la condizione puntuale delle modalità gestionali e lo faccia attraverso anche l’interlocuzione con i soggetti che come noi hanno una posizione sulla questione, hanno un ruolo, penso a tutta la componente sanitaria, e condividono le nostre stesse preoccupazioni e questo si sarebbe potuto fare anche a seguito di un sopralluogo da effettuarsi che, come abbiamo visto per le interlocuzioni con la Prefettura, al momento non è possibile realizzare, ma al momento è però possibile con le altre organizzazioni a cui ho fatto riferimento degli elementi di analisi. Quindi questa mozione assume il giudizio politico già votato dal Consiglio Comunale e nel contesto attuale in cui la struttura è presente con quelle difficoltà gestionali che abbiamo detto, con quelle problematiche di tutela che abbiamo denunciato, la richiesta al Consiglio Comunale è degli approfondimenti, così come li ho richiamati. SICARI Francesco (Presidente) Prego, Capogruppo Tresso. TRESSO Francesco Sì, grazie, Presidente. Io aggiungo alcune considerazioni rispetto alla presentazione che ha fatto la collega Artesio, che riguardano anche proprio degli elementi di riflessione sullo stato dei CPR in generale e su quello di Torino in particolare. È stata rappresentata, nell’ambito di un convegno che si chiamava “Norme e normalità” promosso dal garante nazionale delle persone private della libertà, una situazione per cui si è evidenziato come la struttura del CPR sia al di fuori di un qualsiasi ordinamento penitenziario, è di fatto una detenzione amministrativa che però non rientra nel perimetro di quello che sono norme e quindi fondo anche delle possibilità di tutela delle persone che l’ordinamento Penitenziario offre. Ci troviamo quindi in una situazione di vacatio legis che, di fatto, annovera queste aree, questi luoghi dove vengono concentrate delle persone in una situazione grave di mancanza di possibilità di controllo e di verifica dello stato anche di detenzione in cui di fatto si trovano. A questo si aggiunge alcuni elementi anche di carattere molto urgente perché dettati da delle norme che sono entrate in vigore da poco. Lo stesso decreto sicurezza rispetto alla precedente situazione dettata da quello che era stata la Legge Minniti ha tagliato del 35% i fondi destinati ai CPR nazionali. Questo vuol dire che necessariamente anche chi aveva aggiudicato delle gare in virtù della precedente situazione normativa si trova a dover tagliare necessariamente dei costi che inevitabilmente vanno poi a essere una minore capacità di fornire servizi, in primis per esempio le possibilità di cure mediche. Adesso, al di là del fatto che poi su Torino si stiano spendendo anche con l’ordine, come è stato citato, delle possibilità di collaborazioni, questo però è necessariamente un dato che bisogna rappresentare, stante la situazione che il Governo precedente ha votato con il “Decreto Sicurezza” e questo ricordiamocelo bene. Apro una piccola parentesi, è notizia della settimana scorsa e questo può essere un barlume, uno spiraglio in qualche modo di buona prassi di lavorare che la Questura ha avviato un tavolo con delle associazioni che potranno operare all’interno del CPR, quindi quantomeno c’è già un minimo di apertura della società anche civile di potere in qualche modo entrare in questo luogo, che peraltro invece è assolutamente chiuso e recluso ai più. Prova ne è che noi stessi del Consiglio Comunale abbiamo chiesto di poter fare un sopralluogo e c’è stata data una possibilità molto, molto limitata anche nel numero di persone che possono accedere. Stiamo parlando del CPR più grande d’Italia, credo che al momento il numero delle persone qui concentrate sia intorno alle 150 unità, che vivono in condizioni onestamente che non possono essere rispettose di quella che è la minima decenza e dignità umana, sono stanzone di 7 persone, non è data neanche una possibilità di avere un servizio igienico chiuso rispetto alla situazione in cui vivono, non hanno dei tavoli, per cui sono costretti a consumare i pasti per terra e quindi, ecco, sono proprio situazioni in cui di fatto, oltre a essere negata quella che è la dignità della persona e quindi contravvenendo a quelli che sono, non solo i nostri articoli costitutivi, ma anche la dichiarazione dei diritti dell’uomo, mancano anche delle condizioni di sicurezza. Il cittadino bengalese, penso che fosse cingalese, Faisal, che è morto credo a luglio, sono in corso accertamenti, quindi non è il caso di citare se si è trattato di violenze subite o meno, ma qualora avesse voluto chiamare aiuti, non era nelle condizioni di farlo, perché le varie sezioni, le varie aree in cui è suddiviso il CPR non hanno dei sistemi di chiamata della struttura e delle persone che lavorano all’interno del CPR, così come lo spegnimento delle luci avviene per tutte le sezioni a una stessa medesima ora e non è possibile in situazioni di emergenza poter accendere una luce, stiamo proprio negando i principi minimali di una decente qualità di vita. Ancora ricordo che tutto questo riguarda, secondo la nuova normativa del Decreto Sicurezza, persone che come minimo dovranno stanziare in quella struttura per 180 giorni, ma che generalmente hanno dei periodi molto più lunghi di detenzione all’interno di queste strutture, dovuto al fatto che i rimpatri sono molto, molto inferiori a quelli che erano stati preannunciati. In ultimo dico ancora che c’è un elemento che ci riguarda, proprio come Città da vicino. Qualora anche ci siano poi delle situazioni di rilasci dalla situazione del CPR, manca totalmente una possibilità anche di collaborare, di definire dei percorsi di reintegro, per cui le persone che al momento sono detenute, uso questo termine che non so neanche se è poi proprio, ma sono mantenute all’interno del CPR, per le quali in minima parte ricordo si tratta poi di persone che hanno dei precedenti penali, perché perlopiù sono persone che non hanno avuto la capacità di rinnovare il permesso di soggiorno, vuoi perché era stato concesso per motivi umanitari o per altre situazioni analoghe. Qualora anche ci siano delle possibilità, per esempio di riconoscimento dello status di rifugiato politico, è un caso ancora di poche settimane fa di un cittadino eritreo che è stato poi rilasciato, non sono inserite all’interno di percorsi riabilitativi, per cui vengono completamente abbandonate al loro destino, che non potrà che essere oscuro e di difficoltà. Questo proprio per una mancanza anche di una progettualità e questo anche la Città dovrebbe farsi carico di capire in che misura si possa costruire dei percorsi che non vedano questa struttura unicamente come un recinto nascosto nell’ambito della Città, ma un qualcosa che di fatto invece noi chiediamo che venga addirittura chiusa, ma che quantomeno ci sia un percorso di conoscenza e di maggiore osmosi con questa struttura stessa. Io credo che siamo davvero di fronte a una situazione di gravissima lesione dei diritti umani e in questo modo quest’atto è che noi oggi chiamiamo a votare potrebbe essere quantomeno un segnale che la Città dà di non volere accettare questo tipo di risposta a questo fenomeno. Grazie. SICARI Francesco (Presidente) Grazie a lei. Prego, Consigliere Carretto. CARRETTO Damiano Sì, grazie. Io non aggiungerò molto rispetto a quanto detto dalla Consigliera Artesio e quanto detto dal Consigliere Tresso, che hanno affrontato il tema con estrema puntualità, estrema attenzione ai particolari e a descrivere quali sono le situazioni che spesso si leggono sui giornali quando in quel luogo succede qualcosa e purtroppo negli ultimi anni in quel luogo di cose ne sono successe tante, spesso e mai belle. Quindi io credo che all’interno della Città di Torino vi sia uno spazio che, com’è stato descritto dal Consigliere Tresso, è uno spazio in cui si può dire, si può pensare, da quel che viene detto, raccontato, in cui i diritti umani sono sospesi, sono quasi sospesi, sono uno spazio in cui la dignità delle persone non esiste, uno spazio in cui veramente a volte l’unica colpa che si ha è quella di essere nel Paese sbagliato al momento sbagliato e mi sembra che non sia un motivo sufficiente per vedere calpestata la propria dignità, la propria vita, la propria esistenza. Io credo che questo luogo negli ultimi anni sia stato spesso oggetto di critiche, spesso oggetto di richieste di chiarimenti, richieste di approfondimento, richieste di maggiore conoscenza. Spesso è difficile sapere cosa succede lì dentro, proprio difficile, si hanno notizie di seconda, terza, quarta mano. Appunto, anche solo il fatto che non si riesca a entrare se non in poche persone, eccetera, eccetera, diventa un luogo che veramente sembra che voglia essere cancellato dalla cartina di Torino, dalla planimetria di Torino, è un buco nero, noi sappiamo che qualcosa lì dentro succede, ma non sappiamo bene cosa. Quindi io credo che sia onestamente il nostro dovere, al di là che si possa essere d’accordo o meno, io per sempre non lo sono con i decreti sicurezza e via dicendo, non mi appartengono, però al di là del fatto che si sia d’accordo o meno, non può esistere sul territorio della Città di Torino un luogo del genere, io credo che non possa esistere. Quindi credo sia dovere del Consiglio Comunale votare quest’atto, chiedere chiarezza, chiedere chiarimenti, chiedere approfondimenti e mi auguro, spero che tutti i Consiglieri presenti non abbiano dubbi sul voto a questo atto. Grazie. SICARI Francesco (Presidente) Grazie a lei. Ci sono altri interventi? Avevo visto segnato qualcuno. Se per i proponenti va bene, metterei in votazione il testo coordinato con l’emendamento. Metto allora in votazione il documento. Prego, Consiglieri, votate. Stiamo votando il testo coordinato. Tutti i Consiglieri hanno votato? Se tutti i Consiglieri hanno votato, chiudo la votazione. Favorevoli 22, contrari 0, astenuti 1, il Consiglio approva. |