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Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 23 Settembre 2019 ore 14,00
Paragrafo n. 25
DELIBERAZIONE (Giunta: proposta e urgenza) 2019-03261
BILANCIO CONSOLIDATO PER L'ESERCIZIO 2018 DEL GRUPPO COMUNE DI TORINO.
Interventi
SICARI Francesco (Presidente)
Proseguiamo adesso con il punto n. 4 del nostro Ordine dei Lavori... solo un attimo. La
delibera meccanografico 201903261/024, presentata dalla Sindaca e dall’Assessore
Rolando, che ha come oggetto:

“Bilancio consolidato per l’Esercizio 2018 del Gruppo Comune di Torino”.

SICARI Francesco (Presidente)
Sono stati presentati 33 emendamenti... come abbiamo detto venerdì durante la
Capigruppo, andiamo avanti con l’illustrazione e la discussione della delibera. Lascio la
parola all’Assessore Rolando per l’illustrazione. Prego.

ROLANDO Sergio (Assessore)
Sì. Buonasera, Presidente. allora, il Bilancio consolidato 2018 si caratterizza nella
continua evoluzione che riguarda la normativa del D.Lgs. 118 per un ampliamento del
Gruppo Amministrazione Pubblica, il cosiddetto “GAP”, infatti quest’anno le società e
gli altri enti consolidati arrivano a 19 tra società ed enti. La modifica più rilevante,
siccome il D.Lgs. 118 e il numero specifico è l’allegato 4/4, principio contabile di
consolidamento, sono incluse anche le società quotate e quelle da esse controllate così
come definito dall’art. 2359 del Codice Civile, nonché le società partecipate in cui la
Città di Torino direttamente o indirettamente dispone di una quota significativa di voti,
pari o superiore al 20% o al 10 a seconda che si tratti di una non quotata o quotata. Si
parla dei voti esercitabili in assemblea ovviamente. In base a quanto sopra, come già è
stato ampiamente illustrato in Commissione, il consolidato del Gruppo Comune di
Torino comprende ora anche le partecipazioni nel gruppo IREN, società quotata e
partecipata di FCT Holding, AMIAT S.p.A., partecipata di FCT Holding e indiretta di
IREN S.p.A., TRM, partecipata diretta del Comune e indiretta del Gruppo IREN, in più
finanziaria centrale del latte S.p.A. partecipata di FCT Holding, a questa inoltre è stata
aggiunta la fondazione 20 marzo 2006. Nei dati significativi che sono stati ampiamente
illustrati in Commissione merita citare e sottolineare che il documento contabile e la
relazione composta da 59 pagine che accompagna come nota integrativa il bilancio
stesso mettono in evidenza che il risultato finale di esercizio positivo è pari a 130,8
milioni di Euro con forte incremento rispetto all’esercizio precedente, che erano 95
milioni di Euro, dato che pur tenendo conto dell’inserimento di una società conferma un
andamento positivo per la gestione ordinaria dell’attività del gruppo. Inoltre mi preme
sottolineare l’incremento sia del valore immobilizzato, superiore di 2,7 miliardi a quello
del 2017, e conseguentemente anche il valore del patrimonio netto che passa da 4
miliardi a 6,3 miliardi. Io direi che non avrei altro da aggiungere nell’illustrazione, a
meno di leggere quello che c’è scritto in delibera o relazione, vale la pena di dire che...
sulla tecnica di consolidamento applicata, è quella che ovviamente contraddistingue un
po’ gli enti pubblici che consolidano un bilancio da società private, però con gli
opportuni adattamenti noi abbiamo utilizzato il metodo integrale per il bilancio degli
enti strumentali e delle società controllate e il metodo proporzionale per i bilanci degli
enti strumentali delle società partecipate. Questo è quanto, per ogni altra ulteriore
informazione, come già fatto peraltro il Commissione, sono disponibile, anche con
l’aiuto degli uffici, ad integrare eventuali domande o richieste.
Grazie.

SICARI Francesco (Presidente)
Grazie a lei. Prego, Capogruppo Lo Russo.

LO RUSSO Stefano
Grazie, Presidente. Ci tenevo ad intervenire in sede di discussione, anche motivando la
ragione degli emendamenti ostruzionistici che ho sottoscritto e depositato, che hanno
fondamentalmente uno scopo che è consentire di dare il tempo all’Assessore Rolando di
fornire quanto era stato da me chiesto in Commissione e relativamente proprio agli
effetti indotti da quanto lui rapportava, cioè dell’inserimento nel Bilancio consolidato di
importanti partite societarie, che appunto fanno lievitare il livello delle
immobilizzazioni di oltre 2 miliardi e 600 milioni, rispetto all’anno scorso; fanno
lievitare l’attivo circolante di oltre 250 - 280 milioni; e soprattutto, inseriscono una
quota parte di debito di oltre 300 milioni. Avevo chiesto, Assessore Rolando, di capire
quale di queste cifre era in qualche modo attribuibile, in maniera non puntuale, ma… in
maniera, scusate, puntuale, alle diverse partite di giro. Non l’avete fatto e pertanto,
come ho spiegato informalmente alla Sindaca poco fa, all’inizio del Consiglio
Comunale, ho ritenuto, come dire, di presentare gli emendamenti ostruzionistici. Fatta
questa doverosa premessa, noi continuiamo ad essere oggettivamente piuttosto
perplessi, non tanto per quanto riguarda il Bilancio consolidato del Gruppo Città di
Torino, quanto piuttosto per quello che riguarda la generica strategia, o meglio l’assenza
di strategia che Appendino e lei, Rolando, continuano ad avere sul tema delle società
partecipate. È notizia di oggi, e tra l’altro è più e più volte circolata, che un’altra
Amministrazione, la Regione Piemonte, sta valutando ipotesi di eventuale
consolidamento della propria patrimonializzazione, proprio a valere su IREN S.p.A., e
che intorno a questo ragionamento, a differenza di quello che sta facendo la Sindaca
Appendino, sta interloquendo con gli altri soggetti, gli altri soci, in particolar modo
leggiamo di incontri tra il Presidente Cirio, il Presidente Toti ed il Sindaco Bucci, che
hanno esattamente la finalità di capire quale politica industriale è possibile in qualche
modo sviluppare in Regione Piemonte intorno al comparto delle utilities. Allora, cos’è
che abbiamo sempre contestato ed in questo senso uno può anche essere, come dire,
trovarci noiosi e ridondanti, è il non capire dove state portando la barra, la barca, fate
voi. Lo scorso lunedì avete votato la dismissione della quota residua di TRM. Abbiamo
già avuto modo di raccontare, come dire, anche in qualche modo una sorta di
soddisfazione anche umana, ci può stare, siamo esseri umani, di vedere i Consiglieri,
alcuni di loro erano in prima fila nei comitati contro il Termovalorizzatore, pigiare il
tasto sulla tastiera per vendere ai privati il Termovalorizzatore, ma questo fa parte delle
umane soddisfazioni. In realtà il problema vero è che noi continuiamo a non capire dove
state portando la barca, anche perché la Sindaca scappa rispetto ad una domanda che è
semplice, ma da qua alla fine dell’anno, visto che qualcuno dei Consiglieri della
Maggioranza si è alzato veemente dicendo “Giammai sarà alienata un’altra quota di
IREN, giammai, noi siamo per...”, cos’è che siete, non lo so onestamente, faccio fatica
anche a ricostruire le traiettorie, invece questo è un problema piuttosto rilevante, perché
noi continuiamo a perdere terreno dal punto di vista del peso politico del Comune.
Quindi, c’è un peso contabile che evidentemente ha trascinato valorizzazioni importanti,
ma che si trascina dietro anche oltre 300 milioni di Euro di debito, quando avrò i dati, e
quindi spero la prossima settimana, quando discuteremo nuovamente della delibera,
avrò anche modo di capire effettivamente questi totali da dove derivano. Ma c’è un
tema di peso politico dentro IREN, acclarato, come dire, l’abbandono per sconfitta con
perdite, la definirei, della folle trasformazione, dell’idea folle di trasformare SMAT in
una società consortile, il tema... E quindi quella roba lì, come dire, avete capito, dopo tre
anni e mezzo che forse, quando vi si diceva che era un a follia, c’erano delle ragioni. Il
tema che ci preoccupa come Partito Democratico è che non c’è, o per lo meno non la
vediamo noi, un’alternativa strategia degli altri soggetti istituzionali del territorio,
rispetto a quella che è la, ribadisco, se c’è è bene che venga fuori, Sindaca Appendino,
siamo come Sindaca che come Assessore alle partecipate, analoga strategia alla Città di
Torino, perché il rischio che noi corriamo, Sindaca Appendino, è che alla conclusione di
questo percorso di progressiva dismissione che avete avviato, per cui sfogliate il
carciofo una foglia per volta, il 2021 consegnerà una situazione in cui il Comune di
Torino, che è quello. Io lo ricordo sempre, non mi stanco di ricordarlo innanzitutto a me
stesso, ha costruito con l’azienda elettrica municipale, prima IRIDE e poi IREN, diventa
la cenerentola a quei tavoli in cui si discutono, guardi, Sindaca Appendino, piani di
investimento, si discutono strategie aziendali, e questo mi dispiace, un po’ per la storia,
un po’ per il fatto che i soldi ad IREN glieli dà questo territorio, perché se io vado a
disaggregare il bilancio di IREN, e guardo quali sono i vantaggi marginali e li
disaggrego per territorio, scopro che gli utili IREN li fa sul nostro territorio, e non vorrei
che una società di cui io detengo a quel punto lì un pacchetto azionario irrilevante, ai
fini decisionali, certo ci sono i patti parasociali, ma i patti parasociali, me lo insegnate
coi, scadono, e poi devono essere rinegoziati, e siccome io non credo alle opere pie,
soprattutto quando abbiamo a che fare con gente un po’ più capace, tipo il Sindaco
Bucci, tipo il Presidente Cirio, tipo il Presidente Toti, che stanno dimostrando di avere
un pelino più di capacità e un pochino più di esperienza e sono, come dire, a gestire
robe per i loro cittadini, un pochino meglio di come sta facendo lei, Sindaca Appendino,
da questo punto di vista sono piuttosto preoccupato, e come me, le sembrerà strano,
sono preoccupate le migliaia di lavoratori che vedono progressivamente, come dire,
questa nebbia, e soprattutto, anche laicamente, in molti casi, guardi, anche persone che
hanno convintamente sostenuto la sua elezione alla guida della Città, e io parlo
esattamente di persone, tecnici, di lavoratori di IREN, che convintamente hanno
sostenuto lei e il Movimento 5 Stelle alla guida della Città, che oggi reclamano
chiarezza sulla strategia. Noi, sempre nell’ottica propositiva, la invitiamo caldamente,
Sindaca Appendino, a prendere un’iniziativa politica su questo tema, a uscire
dall’autoreferenzialità del Movimento 5 Stelle, e sua, e di capire con gli altri attori di
questo territorio, a partire dalle fondazioni bancarie, ed in un’interlocuzione che
speriamo positiva, con la Regione Piemonte, come si può fare fronte in termini
territoriali, a questa perdita di peso che questo territorio, nelle sue diverse articolazioni,
inevitabilmente, non oggi, magari non domani, ma che alla scadenza dei patti
parasociali ed all’attuazione del Piano industriale vedrà inevitabilmente svilupparsi.
Noi, più che segnalarglielo, suggerirglielo, dirglielo, invitarla caldamente, sostenerla, se
prende iniziative, non possiamo sostituirci ancora a lei, e conseguentemente l’unica cosa
che possiamo fare è indirizzarla, che sono i nostri compiti, nell’azione politica ed
industriale sotto questo profilo. Guardi che noi, a differenza del Movimento 5 Stelle, noi
non abbiamo bandiere ideologiche, non abbiamo bandierine da segnare, punti da
segnare. Le se lo ricorda quando esternalizzavamo i nidi, o avevamo addirittura
privatizzato l’80% (incomprensibile), se lo ricorda? Glielo ricordo io, perché vedo che
la memoria è piuttosto corta. Quindi, non è che il Partito Democratico, come dire, è
prigioniero di se stesso. Il Partito Democratico che, come viene correttamente anche
rilevato, ancora, ed io personalmente spero molto di più un profilo riformista, un profilo
riformista, non è prigioniero di un’ideologia becera, che non fa i conti con quelle che
sono le questioni reali e pragmatiche. Quindi, da parte nostra, se lei arriva ad un tavolo e
prende un’iniziativa politica, strutturata, per segnare il futuro di questa Città, per
segnare il futuro di IREN, che di questa Città è uno dei principali soggetti erogatori di
servizi pubblici, ci trova, ci trova. Noi non l’abbiamo visto fino ad adesso in tre anni e
mezzo, noi non siamo mai stati consultati, lei ha voluto privilegiare sempre,
costantemente, un’interlocuzione tra lei e la sua Maggioranza del Movimento 5 Stelle,
non l’ha fatto solo su IREN, l’ha fatto sulle Olimpiadi, l’ha fatto sulla TAV, lo fa
sempre. Guardi che sta sbagliando, Sindaca, glielo diciamo con franchezza, sbaglia, così
va a sbattere, e la cosa potrebbe non interessarci. Il problema è che, così come manda a
sbattere i poveri Consiglieri Comunali del Movimento 5 Stelle, ed anche qua la cosa
potrebbe non interessarci, invece quello che ci interessa è che lei sta mandando a
sbattere un’azienda ed una strategia industriale che si è consolidata negli anni, e invece
quello ci interessa piuttosto. Allora, siccome non siamo nella sua testa, quello che
possiamo fare è dirglielo pubblicamente, alla luce del sole, in questa sede più chiari e
collaborativi di così non possiamo essere. Faccia però un passo, Sindaca Appendino,
prenda l’iniziativa politica, esca dall’isolamento in cui lei si è messa e la stanno
mettendo, e prenda in mano il dossier e riporti questo territorio centrale dove deve stare,
negli assetti di governance di questa società. Se lei farà questa cosa, sappia che, come
sempre ha trovato in noi persone che hanno votato gli atti che condividevano e non
votato quelli che non condividevano, ci troverà. Ha enne giorni davanti, enne settimane
ed enne mesi, non ne ha infiniti, non ne ha più cinque davanti, ha qualche mese davanti,
prenda un’iniziativa politica, coinvolga la Regione Piemonte, coinvolga le fondazioni
bancarie e provi a costruire una strategia che non sia lo sfogliare il carciofo di IREN per
sanare i buchi di bilancio, perché di questo passo e di volta in volta, l’unica cosa che fa
è che pareggia il Bilancio consolidato, siamo felicissimi, pareggia il Bilancio di
previsione, lei sta impoverendo la prospettiva di sviluppo di questa Città. Se ci dà retta,
ci fa una cortesia.

SICARI Francesco (Presidente)
Grazie. Prego, Sindaca Appendino.

APPENDINO Chiara (Sindaca)
Grazie, Presidente, premesso che volevo intervenire nel merito della delibera, ma
ovviamente darò risposta anche ad altri temi, perché ricordiamoci cosa stiamo votando,
cioè, oggi stiamo votando un Bilancio consolidato che prende atto dell’insieme dei
bilanci a consuntivo dell’anno precedente, che non ha alcun valore autorizzatorio,
quindi non stiamo autorizzando spese di nessun tipo, che fa una fotografia. Faccio
questa premessa, perché io ricordo nel discorso in Aula, in quest’Aula, che sono stata io
stessa personalmente ad intervenire e a non forzare la votazione dell’atto in quest’Aula
consiliare, per rispetto nei confronti delle Minoranze, perché era stata liberata la mattina
stessa, ricordando però a quest’Aula, perché è giusto che lo si faccia, che questo
Bilancio consolidato, ripeto, non è un atto politico in quanto tale, è una presa d’atto, una
fotografia dei bilanci delle nostre partecipate che quest’anno, grazie al lavoro che hanno
fatto gli uffici, amplia il suo bacino di consolidamento grazie ad un lavoro puntuale,
perché comunque il Bilancio consolidato della Città è iniziato con alcune partecipate
che erano non disponibili e quindi non entravano con i propri dati nell’ambito del
Bilancio Città di Torino. Piano piano, il primo anno anche noi abbiamo avuto
grossissime difficoltà, non lo nego, tant’è che lo abbiamo approvato dopo il 30
settembre, abbiamo dovuto bloccare le assunzioni perché abbiamo fatto fatica a
consolidare dei numeri, in particolare mi ricordo che riguardava GTT, oggi abbiamo
fatto il secondo passo in avanti che vede un ampliamento del consolidamento con
alcune aziende, come IREN e SMAT, che finalmente entrano nel dare, come dire, una
visione più ampia rispetto al gruppo Città di Torino. Dico questo perché io ricordo in
quella sede che avevo chiesto di approvare l’atto oggi, proprio perché, se non viene
approvato entro il 30 di settembre, questo comporta un blocco sulle attività assunzionali
ed alcune penali di cui la Città si deve fare carico. Ora, ho appreso questa mattina che in
Commissione il Capogruppo Lo Russo ha chiesto degli approfondimenti che non sono
arrivati dal punto di vista dei dati, e mi sembra anche da un’interlocuzione che c’è stata
a margine che, mi faccio garante anche io di ciò con l’Assessore Rolando e con gli
uffici, che tali dati verranno evidentemente consegnati al Capogruppo. E quindi chiedo,
per responsabilità istituzionale, non tanto nei miei confronti, poi non capita nulla se lo
votiamo il 30 settembre, ma per un accordo tra le parti, che si possa votare oggi l’atto.
Evidentemente, se ciò non avverrà, perché gli emendamenti non verranno ritirati, l’Aula
sarà costretta a votare il 30 settembre, che è l’ultimo giorno utile. Detto ciò, quindi,
ripeto, mi faccio garante delle informazioni che sono state richieste, perché so che si è
parlato anche a margine e quindi queste informazioni arriveranno entro la settimana al
Capogruppo Lo Russo, il punto su IREN, come dire, è un po’ più ampio, perché, a un
certo punto di vista ci sono delle sollecitazioni da parte di alcune Minoranze, dall’altra
parte non c’è neanche il riconoscimento rispetto ad una serie di cose che sono state dette
e che poi non sono avvenute, quindi, come dire, la realtà sta anche nel mezzo, e lo dico
perché francamente io ricordo qui delle discussioni lunghe in quest’Aula in cui si diceva
che avremmo perso il Presidente, che sarebbe stata attuata la golden share, eccetera,
eccetera, invece, per un meccanismo che esiste tra tre Sindaci che rappresentano tre
forze politiche diverse, perché sapete benissimo che c’è Genova, c’è la Città di Torino,
c’è poi ovviamente Reggio Emilia, con tutto l’ambito dei Sindaci, si cerca sempre di
mantenere un equilibrio, perché è quell’equilibrio che dà garanzia rispetto al futuro di
IREN, e questo, come dire, è un dato di fatto. Aggiungo una seconda cosa, un’altra
dichiarazione, che voglio dire, il dialogo funziona che ci si ascolta, che ci rispetta in
quello che si dice. Io ribadisco per l’ennesima volta e non vorrei che mi venisse
rinfacciato, se non a fatti diversi, che non è intenzione della Città dismettere altre quote
di IREN, vale per quest’anno e vale per il 2020. Allora, se questo è un punto, però, cioè,
non è che io posso venire in Aula ogni settimana e ripetere questa che è l’intenzione
della Città, perché, se dall’altra parte si racconta come questa, come dire, volontà, in
realtà sia per nascondere chissà che cosa, diventa anche difficile il dialogo. Allora, io
ripeto, le basi sono queste, non è intenzione della Città dismettere quote di IREN né
quest’anno, né nel 2020, abbiamo fatto una scelta di TRM, che percorre proprio,
l’avevamo discusso anche in Commissione, peraltro era stato anche condiviso come il
sollecito, devo dire, da alcune minoranze, la scelta di mantenere maggior controllo,
controllo sulla Capogruppo, nell’ottica, sì, di risanare un bilancio che ha delle difficoltà,
ma non voglio entrare oggi in questo tema, a quel punto dismettere TRM, senza dover
andare ad alienare ulteriori quote di partecipazione di IREN, e questo lo confermo, e
vale, ripeto, per quest’anno ed anche per il 2020. Quindi, il primo punto è questo, non
intendiamo andare ad indebolire ulteriormente, dal punto di vista della partecipazione,
l’assetto della Città di Torino in IREN. Seconda questione, la governance, la
governance nuova è frutto di un accordo tra Sindaci che io credo abbia oggettivamente
mantenuto un equilibrio nell’ambito di quello che si era anche prospettato all’interno di
questo Consiglio Comunale. Ora, per quanto riguarda le attività che vorrebbe
intraprendere la Regione Piemonte, è chiaro che ci sarà un dialogo con il Presidente
Cirio, ma, ripeto, da parte di quest’Amministrazione, non c’è intenzione di cedere
quote. Quindi, quando si legge dal punto di vista anche, come dire, giornalistico, per cui
si ipotizza un subentro della Regione per mantenere la governance rispetto alle quote
che ci vuole cedere la Città, lo escludo per il semplice motivo che non intendiamo
andare in quella direzione. Tutto quello che si vuole costruire attorno a questi due
assetti, cioè la governance nuova e la non volontà di cessione delle quote,
evidentemente è ben accetta, ma aggiungo anche di più, se è vero da un certo punto di
vista che c’è una governance nuova, ci tengo anche a dire che c’è anche un rapporto più
corretto da parte della Città nei confronti di IREN, perché voi sapete che abbiamo
ereditato, si parlava di debito, abbiamo ereditato una situazione molto complessa nel
rapporto tra Città e IREN, tant’è che era stata anche sollevata da altri territori nell’ottica
di un debito che è stato accumulato negli anni, e stiamo rispettando i patti, per cui
stiamo pagando una mensilità in più per rientrare di quello che si era maturato negli
anni precedenti. Ora, uno potrebbe dire, beh sarebbe meglio se quelle risorse le
utilizzassimo per pagare magari dei fornitori, ma proprio nell’ottica di mantenere un
rapporto, una continuità ed una correttezza anche nel rapporto tra parti correlate e non
solo, noi stiamo andando nella direzione di un patto che abbiamo, come dire, sviluppato
tra Città ed IREN proprio, ripeto, per mantenere anche degli equilibri con altri territori.
Quindi, cioè, se partiamo dal presupposto che nessuno vende, e lo ripeto qui per
l’ennesima volta, e mi auguro che non mi venga, come dire, rinfacciato nuovamente, se
non perché avviene un atto che è in discontinuità rispetto a quello che sto dicendo, ben
venga il dialogo. Cioè, è chiaro che chiunque qua voglia rafforzare il presidio di IREN
sul territorio, però io non condivido, e per questo dico che bisogna partire anche
dall’analisi a monte, uno che si stia cercando di lavorare per dismissione di ulteriori
quote e due che la Città abbia perso peso, perché la Città in realtà sicuramente con una
dismissione, di cui avremmo fatto volentieri a meno, e che abbiamo fatto e mi assumo la
responsabilità, non voglio rientrare in tutta la storia pregressa, però mi assumo la
responsabilità, siamo riusciti comunque a mantenere un rapporto che effettivamente si è
anche sviluppato nell’ambito della governance e tutto quello che sta avvenendo in questi
mesi e avverrà nei prossimi anni. Allora, io credo che, forse, anche alla Città stessa
farebbe bene lavorare in un’ottica costruttiva, quindi, partendo però da almeno due dati
di fatto: uno, che il Presidente, che è stato nominato e che è stato scelto, è coerente
rispetto a quello che è avvenuto anche negli anni passati, quindi non c’è stato un grande
cambio, tant’è che l’Amministratore Delegato è stato confermato, quindi non è che
abbiamo perso dall’oggi al domani tutto il peso che avevamo come Città nell’ambito
della governance; e due, mi sento di dire, partiamo dal presupposto che la Città non
vuole vendere. Se questi sono i presupposti, soprattutto il secondo, sul primo ciascuno
legittimamente esprime la propria opinione, ben vengano le iniziative su cui anche io
personalmente sto lavorando, per mantenere e garantire il Piano industriale che già
esiste e che comunque, come sapete bene, deve essere discusso e votato in Consiglio di
Amministrazione. Quindi, se c’è la volontà, ripeto, di entrare nel merito di che cos’è
IREN, cosa farà nei prossimi anni, del Piano industriale e come intendiamo muoverci,
ben venga, io sono la prima disponibile a venire in Commissione, però, chiederei a tutti,
da un punto di vista anche intellettuale, di un minimo di onestà intellettuale, di chiudere,
finché non sarò io a portare in Aula una delibera in cui dico che voglio vendere IREN,
la questione che la Città vuole vendere, perché non è vero, non lo vogliamo fare e non
credo che aiuti a rafforzare la nostra posizione in IREN. Grazie.

SICARI Francesco (Presidente)
Grazie a lei. Ci sono altri interventi? Prego, Capogruppo Lo Russo.

LO RUSSO Stefano
Sindaca, sono davvero in difficoltà, perché sentire parlare da lei di onestà intellettuale è
piuttosto faticoso, però cerco di stare al punto. Guardi che nessuno le ha contestato, se
non come rischio, paventato il rischio, che le nomine che avete appena fatto erano
condizionate dalla dismissione. Noi siamo contenti che effettivamente il socio Bucci,
che si dimostra, in senso buono lo dico, un bel dritto, non metteva in discussione in
questa fase i patti parasociali e la tripartizione dei poteri, perché mica è fesso Bucci. La
nostra preoccupazione, Sindaca Appendino, è quando questi patti parasociali saranno
scaduti, perché ribadisco, poi magari lei invece è convinta del contrario, io di opere pie
non ne conosco, e di benefattori che, come dire, regalano, governance, dopo avere
indebitato il loro Comune per comprare quote, perché non dimentichiamoci mai,
Sindaca Appendino, ed è questo che le viene contestato da parte nostra, che mentre noi
vendevamo, Bucci, che non è che naviga nell’oro a Genova, comprava, è questa la cosa
che ci preoccupa. Allora, abbiamo un po’ di tempo davanti, in questi due anni che
restano di governance, noi più che dirle, si occupi di parare il futuro, che è vero che
magari non riguarderà più lei, ma riguarderà la Città. Siccome a condizioni attuali, poi
se lei, anche qua mi consenta, io mi fido sempre di cosa dice in Aula, ma dovessi fare,
come dire, proprio la tara a quello che lei qui solennemente ha dichiarato e poi si è
rimangiata qualche mese dopo, onestamente non è che proprio sia questa garanzia di
proprio, diciamo, non le scolpirei nella pietra le sue parole.

SICARI Francesco (Presidente)
La invito a concludere.

LO RUSSO Stefano
Se lei, Sindaca Appendino, si fa parte attiva per risolvere il problema di cosa succederà
nel 2021 - 2022, io quello che le dico è che noi siamo disponibili anche a darle una
mano dal punto di vista politico nell’interesse della Città. Navighi a vista, provi a
costruirsi queste condizioni perché chi verrà dopo di lei, o lei stessa, se rivincerà le
elezioni nel 2021, avrà il problema di avere un socio, Comune di Genova, che ha il
doppio delle nostre azioni, e questo per noi è un problema. Occupiamocene, abbiamo
del tempo, più costruttivi di così si muore. Nelle more di questa cosa, siccome però, io
ribadisco, mi fido di tutti, ma ho imparato a fidarmi un pochino poco di voi, attendiamo
di vedere questi dati e questi numeri che ho richiesto ormai 10 giorni fa, che non mi
sono stati fatti avere, e conseguentemente andiamo, per quanto ci riguarda, al 30 di
settembre in votazione, saremo qua, ovviamente, in quella sede, quando io riceverò i
numeri, sarà un secondo dopo, provvederò, lo annuncio, non ho nessun problema, al
ritiro degli emendamenti che ho presentato.

SICARI Francesco (Presidente)
Prego, Consigliere Versaci.

VERSACI Fabio
Grazie, Presidente. Tanto ormai qui qualsiasi cosa si dice è tutto inutile, perché uno dice
una cosa, l’altro dice che non è vero, a vale b, c vale d, tanto tutto, vale sempre tutto.
Invece, sulla questione dell’ostruzionismo che è stato fatto, io ricordo che ero presente
in Commissione lunedì scorso, perché sono titolare della I Commissione, che il
Presidente Chessa, giustamente, come spesso viene sollecitato da parte delle forze di
Opposizione, di non liberare gli atti il lunedì mattina e votarli il lunedì pomeriggio, si
era già fatto garante, ha detto: “Sì, certo, si farà così”. Però, siccome, visto che questo è
l’atteggiamento, visto che questo è l’atteggiamento, io mi opporrò, visto che non è
scritto da nessuna parte che un atto che passa il lunedì, venga votato il lunedì
pomeriggio in Aula, mi opporrò, visto che non è previsto da nessun regolamento, a
meno che non c’è una votazione o c’è un atto formale scritto, io impedirò la prossima
volta che venga fatta una cosa del genere, visto che l’atteggiamento è questo, che è stato
fatto il giochino, il giochino com’è stato richiesto, io me la ricordo la richiesta del
Capogruppo Lo Russo, che non è che ha fatto una richiesta così, è una richiesta molto
complessa, che gli uffici stanno lavorando e che gli daranno. È stato fatto il giochino,
così oggi salta la votazione e si va a lunedì prossimo. Va bene così. Come ci dice, non ci
si fida, neanche noi ci fidiamo, visto l’atteggiamento che si continua a tenere in
quest’Aula, sempre accusatorio, dando sempre notizie false, bugie, menzogne,
raccontando mezze verità, l’atteggiamento allora, siccome da quella parte è così,
cambierà anche da questa parte, sarò formale su tutto quello che sono le procedure del
Consiglio. Grazie.

SICARI Francesco (Presidente)
Grazie a lei. Ci sono altri interventi. Quindi, chiudo i termini per presentare ulteriori
emendamenti e viene rinviata la votazione della delibera al prossimo Consiglio.
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