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ARTESIO Eleonora Intanto voglio rassicurare l’Assessora Di Martino che non ho alcuna vocazione sovranista e quindi non sono particolarmente preoccupata del fatto che le gare secondo le procedure europee e nazionali siano aperte a tutti i possibili concorrenti, né credo di dover svolgere questa rassicurazione nei confronti di una Giunta che fino a quindici giorni fa governava il Paese con una forza politica sovranista. Punto n. 2, la preoccupazione che io voglio qui esprimere ha due profili; il primo profilo ha trovato soddisfazione nella risposta dell’Assessore e trovava rassicurazione nella stesura del capitolato. Sono stati iscritti nei documenti di istruttoria della gara, e sono stati confermati in questa risposta, tutti i requisiti di continuità delle garanzie occupazionali, non soltanto in termini quantitativi, continuità per le persone, ma anche in termini qualitativi, inquadramento secondo le procedure precedentemente applicate a quelle stesse professionalità. Questa è una delle questioni sulle quali ovviamente il Consiglio Comunale vigilerà. La rassicurazione che è stata fornita al momento appare sufficiente, ma la preoccupazione espressa con l’interpellanza in discussione, ha una natura più profonda e più duratura e la natura è la seguente: noi siamo passati, nel momento della cosiddetta esternalizzazione dei servizi per la prima infanzia, da un profilo di concessione ad un profilo di affidamento di servizi a terzi. Dal punto di vista meramente teorico, il passaggio è un passaggio positivo, perché la concessione, come ci è stato spiegato in una nota brillante del nostro Segretario Comunale, significa la cessione di titolarità per un certo numero di tempo, tanti quanti gli anni della concessione, mentre l’affidamento di servizi a terzi consente il mantenimento della titolarità alla stazione appaltante, cioè al Comune di Torino. La questione prima è: questo argomento non avrebbe meritato un’informativa nei confronti del Consiglio Comunale per valutare come si era realizzata la concessione in passato, concessione sulla quale peraltro altri soggetti cofinanziatori, le fondazioni bancarie, erano intervenuti rispetto alla nuova procedura adottata dal Comune? Forse sì, ma questo non è avvenuto, non possiamo evidentemente fare un processo al passato, guardiamo alla situazione attuale. La preoccupazione della situazione attuale è la seguente, che ancorché si proceda con una gara secondo l’offerta economicamente vantaggiosa, quindi fondata sulla qualità del progetto tecnico, se il progetto tecnico non ha categorie puntualmente definite quali quelle a cui siamo abituati per la qualità dei nostri servizi, ovvero, se il progetto tecnico in via ipotetica fosse a maglie troppo larghe, per cui in sostanza sul piano dell’illustrazione teorica più progetti tecnici possono essere equivalenti, il rischio è che anche con l’offerta economicamente più vantaggiosa il confronto non avvenga più sulla qualità e sul merito, ma che avvenga sul prezzo. Questa è la questione. Quindi la questione, che noi stiamo ponendo, è che le offerte economicamente più vantaggiose, in specie riguardanti servizi alla persona, in specie riguardanti i Servizi Educativi, in specie riguardanti i minori da zero a tre anni, abbiano sul piano della progettazione di qualità, cioè quella educativa, tutte le garanzie che riteniamo doverose per il livello di offerta educativa a cui il Comune di Torino ha abituato i propri concittadini e mi auguro intenda continuare a mantenerli. Allora, da questo punto di vista io ho fatto un po' di indagini sugli altri capitolati di altre Amministrazioni e mi sono ad esempio resa conto che nel capitolato del Comune di Milano c’è una declinazione, persino eccessiva, dato il puntiglio di disarticolazione della giornata educativa, di quelle che sono le pretese che il Comune ha nei confronti dei concorrenti alle proprie gare; gare anche quelle secondo l’offerta economicamente più vantaggiosa. Lì si declina addirittura il tempo educativo, l’organizzazione della giornata educativa, i tempi da dedicare alle attività coi bambini, i tempi da dedicare alle attività con le famiglie, i tempi da dedicare alle attività con il territorio. Quindi, il mio suggerimento è, che se l’obiettivo di tutti è quello di fare arrivare tutti gli operatori capaci di fornire il massimo di qualità, da quale che sia la Regione di provenienza, lo facciano secondo criteri di qualità al massimo; non al massimo ribasso, criteri di qualità al massimo. La terza e ultima considerazione, sulla quale concludo, è la seguente: l’appalto di cui stiamo parlando dura due anni, la mozione dell’8 luglio ricordata qui dall’Assessore magnificava le future progressive sorti del sistema educativo 0-6 secondo gli indirizzi forniti dalla Maggioranza 5 Stelle di questo Consiglio Comunale, allora la domanda è: come facciamo a costruire una continuità di sistema educativo integrato con soggetti che mutano di due anni in due anni? È evidente che lo stiamo facendo con gli operatori di quei servizi, che sono operatori che transitano da un modello gestionale ad un altro modello gestionale, quindi io sarò molto attenta, perché sono stata anche molto coinvolta dalla discussione di quella mozione e devo dire anche sfortunatamente penosamente coinvolta dall’andamento di quella mozione; sarò molto attenta nel vedere come quest’Amministrazione tenterà di fondare il sistema integrato 0-6 sulla qualificazione del personale, perché certo non può immaginare di farlo con soggetti gestori che mutano ogni due anni. |