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Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 16 Settembre 2019 ore 14,00
Paragrafo n. 24
MOZIONE 2019-01465
"PULCIMANIA: ATTIVIT? SOCIALE E AMBIENTALE DI INTERESSE PUBBLICO" PRESENTATA IN DATA 17 APRILE 2019 - PRIMO FIRMATARIO LO RUSSO. (Mancanza numero legale)
Interventi
LO RUSSO Stefano
Dunque, questa mozione, che in realtà data un po’ di tempo, in realtà è stata mandata
direttamente in Aula in quanto, dal 17 aprile 2019 ad oggi, la Maggioranza non ha mai
ritenuto di affrontare la questione in Commissione. Io non capisco la ragione di questo
ostracismo a discutere in Commissione, quindi Presidente sarò un pelo più lento
nell’illustrazione perché avrei voluto veramente confrontarmi, e con l’allora Assessore
Montanari, e con gli Uffici. Dunque, la questione origina dalla nota vicenda della
chiusura del cosiddetto “Mercato di Pulcimania” in via Sansovino 265 - questa
questione di questo tipo di mercati è una questione che in questo mandato non si capisce
per quale ragione è di particolare difficoltà operativa - che fondamentalmente innescò,
nell’aprile del 2019, una discreta e vivace polemica relativamente al rispetto della
legalità, ricorderanno i Consiglieri del Movimento 5 Stelle, e delle incompatibilità
relativamente alla destinazione d’uso di quel sedime classificato “I.N.” con quel tipo di
attività che era sostanzialmente non classificabile come baratto, a differenza di quanto
sosteneva l’associazione che gestiva dentro quell’immobile il mercato, invece piuttosto
come una normale o pressoché normale, questa è la tesi dell’Amministrazione
comunale, azione di cosiddetto mercato non autorizzato, e intorno a questa questione si
è sviluppata una vivace polemica proprio perché eravamo anche nel periodo in cui c’era
la famosa questione dello spostamento del suk, non era ancora emersa, come è emersa la
scorsa settimana, ringrazio la Vicecapogruppo Foglietta, la, diciamo così, strabica - per
usare un eufemismo - modalità con cui l’Assessore Sacco gestisce queste partite, per cui
c’è un rigore frontale e un legalitarismo assoluto rispetto a questo tipo di situazioni, poi
dalle altre parti, come risulterebbe essere emerso non più tardi di una decina di giorni fa,
a fronte di esposti presentati all’Assessore al Commercio che denunciano una anomalia
nella tariffazione e nella fatturazione delle piazzole - faccio riferimento alla situazione
del Balon - invece lì, come dire... tutto questo legalitarismo non lo vediamo, ma stiamo
al punto della mozione. L’oggetto è piuttosto interessante e lo stimolo che volevamo
dare alla Giunta era quello di considerare di ribaltare il piano del ragionamento rispetto
alla compatibilità urbanistica, e cioè considerare il meccanismo di gestione di
quest’attività come un’azione di carattere di interesse pubblico, per quali ragioni?
Perché è evidente che le persone, che sono state messe alla porta dopo l’azione
dell’Amministrazione, di fatto, salvo rare eccezioni credo veramente trascurabili, sono
persone che proprio non godono di quelle particolari condizioni economiche tali da
giustificare alti tenori di vita; sono persone che in molti casi hanno davvero situazioni
sociali piuttosto difficili e che vedevano in questo tipo di opportunità una modalità, a
nostro modo di vedere, peraltro neanche tanto invasiva in quanto quell’azione era voluta
dal quartiere dentro un immobile privato, non ha mai dato fastidio a nessuno peraltro
neanche in termini di traffico, e in qualche modo si poteva trovare, questa è la proposta
che facciamo nella mozione, una soluzione che tenesse insieme le diverse esigenze: da
un lato quello di normare in maniera corretta e regolare l’azione di questo tipo di attività
e contemporaneamente essere coerenti e conformi all’impostazione urbanistica ed
edilizia del Piano Regolatore, la cui variante urbanistica che avrebbe dovuto convertire
da area I.N. ad area commerciale per rendere legittima formalmente l’attività era
oggettivamente incompatibile con una questione di tempi di esecuzione e avrebbe
provocato un enorme esborso da parte dell’operatore privato proprietario dell’immobile
nella valorizzazione urbanistica, per contro un eventuale 106 di carattere in deroga
all’area I.N., anche questa, si configurava comunque come un’attività del tutto
incompatibile con l’eventuale remunerazione di questo tipo di azione. Allora, provando
a suggerire un percorso, ci siamo permessi di fare riferimento, peraltro in maniera non
del tutto inedita, ma anzi abbastanza praticata, non su questa questione ma su tante altre
questioni, a una previsione piuttosto intelligente del nostro Piano Regolatore che è
quella dell’art. 8, per la precisione... scusate, l’art. 3.7, lettera A delle norme di
attuazione al Piano Regolatore; cosa dicono queste norme? Che sostanzialmente è
possibile svolgere all’interno di aree di altra destinazione urbanistica, che non siano i
servizi pubblici in senso stretto, o i servizi privati di interesse pubblico, attività che
possono essere assimilate al servizio pubblico attraverso una modalità che è quella del
convenzionamento con la Città; cioè, tradotto in altri termini, la Città attraverso una
propria delibera di Giunta può approvare una convenzione urbanistica in cui disciplina
chiaramente quali sono le negoziazioni che, dal punto di vista operativo, il Comune fa
con l’operatore privato. Traduco con un esempio questa questione: ad esempio
potrebbe, io qui guardo la Vicesindaca Schellino, imporre o proporre all’operatore
privato una quota parte di operatori segnalati dai servizi, potrebbe generare... e qui in
una cifra che ovviamente consente contemporaneamente da un lato il mantenimento
dell’attività, dall’altro lato, la possibilità a queste persone di poter svolgere liberamente
questo tipo di iniziativa in una piena conformità; potrebbe ad esempio immaginare che
nell’operazione di sorveglianza/di gestione operativa si inserissero persone
svantaggiate, persone che arrivano dalla cooperazione sociale, persone che arrivano e
facendo diventare quello che è un problema burocratico e amministrativo, invece, una
modalità anche un po’ innovativa di gestione di una situazione che oggettivamente nel
momento in cui ci si affida alla modalità che è stata seguita fino qui, che è quella di
dire: “Quella roba lì è commercio e conseguentemente un commercio che non può
essere compatibile con l’area I.N.”, diffide e risarcimenti, forse, non si fa a nostro modo
di vedere l’interesse pubblico. Siccome all’epoca c’era un po’ di timore, questi
ragionamenti mi sarebbe piaciuto farli in Commissione, comunque c’era una certa quale
attitudine, come dire, ad avere quasi paura di affermare di assumere che quello era un
interesse pubblico. La copertura politica alla Giunta la diamo noi, perché per noi è
interesse pubblico fare quella roba lì e diamo una copertura politica perché riteniamo
che questo tipo di attività, considerate in questi termini, sono attività sociali che servono
a persone in disagio che hanno difficoltà ad arrivare alla fine del mese; possono essere
anche delle attività lavorative informali che tutto sommato, anzi, può essere anche un
esempio innovativo di gestione di questo tipo di problematiche e quindi questo è
l’auspicio della mozione, provare almeno a considerare l’ipotesi. Cioè, che in buona
sostanza si provi a verificare se esistono, poi se non esistono non saranno esistite perché
è un tema di negoziazione tra Amministrazione Pubblica e operatore privato, le
condizioni per arrivare a una pattuizione di modalità di gestione ordinaria di questo tipo
di situazioni che, verosimilmente, in un atto convenzionale approvato dalla Giunta,
quindi facciamo addirittura un atto di fede, non mettiamo neanche gli indirizzi, li
decliniamo a verbale ma non sono neanche scritti, proprio più liberi di così si muore,
però è davvero un peccato, onestamente, che ci si limiti a un atteggiamento che è
squisitamente burocratico e che, soprattutto nel caso di specie, non va nell’interesse
delle persone. Allora, noi speriamo che il neo Assessore Iaria, che peraltro conosce
anche bene dal punto di vista territoriale, è stato Consigliere di Circoscrizione alla 5, sa
quanto tutte le Amministrazioni che si sono succedute, io stesso quando rivestivo ruoli
di Amministrazione non ho avuto nessuna difficoltà ad andare a rappresentare la Città
quando invitato, l’ha fatto l’Assessore Giusta; è una cosa oggettivamente risolvibile se
si vuole e se c’è la volontà politica di farlo. Il problema è: sì ma chi è che dà la
copertura politica e l’affermazione davanti a un giudice che dice che abbiamo fatto delle
co... la faccio io, lo firmo, non ho problemi, mi assumo io la responsabilità se volete, me
l’assumo io la responsabilità di fare il primo firmatario, non ho problemi a difendere in
qualunque sede l’esigenza pubblica di questo tipo di operazione. Quindi io spero,
davvero, che la Maggioranza possa accogliere questa istanza e spero che l’Assessore
Iaria possa far suo, anche se proveniente dal Partito Democratico, un suggerimento
metodologico per provare a risolvere un problema senza dover scomodare i massimi
sistemi, senza dover fare varianti urbanistiche, senza dover fare valutazioni ambientali
strategiche, senza dover fare cambi, autorizzazioni commerciali con una semplice e
banale convenzione, ai sensi dell’art. 3.7, lettera A delle nostre norme di attuazione al
Piano Regolatore.

LO RUSSO Stefano
Io credo che non si sia compreso il merito, nessuno, lo dico con franchezza, non me ne
stupisco onestamente e poi non c’è né l’Assessore all’Urbanistica né quello al Piano
Regolatore quindi mi rendo conto che parliamo di questioni se vogliamo anche tecniche.
Io credo che sia utile dopo la votazione del Movimento 5 Stelle contraria che ci sia
almeno lo scrupolo di andarsi a leggere l’art. 3.7 (INTERVENTO FUORI
MICROFONO). No, però mi sarei aspettato da lei, Assessore Iaria, un maggior grado di
approfondimento su questa questione perché in realtà può essere una strada questa,
potete anche respingerla, mi piacerebbe vederne delle altre di strade, onestamente,
quindi io becco il voto contrario, ci becchiamo il voto contrario, verifichiamo se
effettivamente, da qua al 2021, trovate altre strade per poter sviluppare quest’attività
che, oggettivamente, sennò non sarebbe stato chiuso, ha violato le norme e nessuno lo
nega, esattamente com’è capitato a tanti dehors, nelle more che i suoi tre anni per la
gestazione del Regolamento dehors sviluppasse un nuovo regolamento, eccetera,
eccetera, eccetera; è la differenza che passa tra l’essere, come dire, persone che hanno a
cuore di trovare le soluzioni per risolvere i problemi - quando le interessano, Assessore
Sacco, perché invece a quanto ci risulta alcuni problemi non le interessano - e invece
persone che hanno un approccio che è quello che state tenendo dagli interventi... il
Consigliere Fornari, il Consigliere Versaci, il Consigliere Russi che ha parlato e la
questione era assegnata alla II Commissione e III, non alla III e II, perché è una
questione urbanistica e io ho inserito in questo tipo di discussione il predecessore
dell’Assessore Iaria, la ragione per cui andiamo oggi in Aula è che abbiamo dato una
settimana di tempo al nuovo Assessore in quanto ritenevamo utile, alla luce di questa
esperienza, che lui potesse in qualche modo illuminarci. È un’occasione persa, io spero
che troviate voi la soluzione, è un’occasione anche per costruire delle occasioni di
economia informale e dare un po’ qualche sfogo a delle persone che oggettivamente
magari ...

LO RUSSO Stefano
... intorno a questa cosa avrebbero anche potuto trovare una modalità diversa di introito
economico. È un dispiacere vedere che ci si appella al Regolamento e all’art. 35, ci si
appella alle violazioni edilizie, ci si appella al fatto che è del PD e che la presento io che
sono cattivo e brutto e lo si fa sulla pelle di queste persone.

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