Interventi |
LO RUSSO Stefano Dunque, questa mozione, che in realtà data un po’ di tempo, in realtà è stata mandata direttamente in Aula in quanto, dal 17 aprile 2019 ad oggi, la Maggioranza non ha mai ritenuto di affrontare la questione in Commissione. Io non capisco la ragione di questo ostracismo a discutere in Commissione, quindi Presidente sarò un pelo più lento nell’illustrazione perché avrei voluto veramente confrontarmi, e con l’allora Assessore Montanari, e con gli Uffici. Dunque, la questione origina dalla nota vicenda della chiusura del cosiddetto “Mercato di Pulcimania” in via Sansovino 265 - questa questione di questo tipo di mercati è una questione che in questo mandato non si capisce per quale ragione è di particolare difficoltà operativa - che fondamentalmente innescò, nell’aprile del 2019, una discreta e vivace polemica relativamente al rispetto della legalità, ricorderanno i Consiglieri del Movimento 5 Stelle, e delle incompatibilità relativamente alla destinazione d’uso di quel sedime classificato “I.N.” con quel tipo di attività che era sostanzialmente non classificabile come baratto, a differenza di quanto sosteneva l’associazione che gestiva dentro quell’immobile il mercato, invece piuttosto come una normale o pressoché normale, questa è la tesi dell’Amministrazione comunale, azione di cosiddetto mercato non autorizzato, e intorno a questa questione si è sviluppata una vivace polemica proprio perché eravamo anche nel periodo in cui c’era la famosa questione dello spostamento del suk, non era ancora emersa, come è emersa la scorsa settimana, ringrazio la Vicecapogruppo Foglietta, la, diciamo così, strabica - per usare un eufemismo - modalità con cui l’Assessore Sacco gestisce queste partite, per cui c’è un rigore frontale e un legalitarismo assoluto rispetto a questo tipo di situazioni, poi dalle altre parti, come risulterebbe essere emerso non più tardi di una decina di giorni fa, a fronte di esposti presentati all’Assessore al Commercio che denunciano una anomalia nella tariffazione e nella fatturazione delle piazzole - faccio riferimento alla situazione del Balon - invece lì, come dire... tutto questo legalitarismo non lo vediamo, ma stiamo al punto della mozione. L’oggetto è piuttosto interessante e lo stimolo che volevamo dare alla Giunta era quello di considerare di ribaltare il piano del ragionamento rispetto alla compatibilità urbanistica, e cioè considerare il meccanismo di gestione di quest’attività come un’azione di carattere di interesse pubblico, per quali ragioni? Perché è evidente che le persone, che sono state messe alla porta dopo l’azione dell’Amministrazione, di fatto, salvo rare eccezioni credo veramente trascurabili, sono persone che proprio non godono di quelle particolari condizioni economiche tali da giustificare alti tenori di vita; sono persone che in molti casi hanno davvero situazioni sociali piuttosto difficili e che vedevano in questo tipo di opportunità una modalità, a nostro modo di vedere, peraltro neanche tanto invasiva in quanto quell’azione era voluta dal quartiere dentro un immobile privato, non ha mai dato fastidio a nessuno peraltro neanche in termini di traffico, e in qualche modo si poteva trovare, questa è la proposta che facciamo nella mozione, una soluzione che tenesse insieme le diverse esigenze: da un lato quello di normare in maniera corretta e regolare l’azione di questo tipo di attività e contemporaneamente essere coerenti e conformi all’impostazione urbanistica ed edilizia del Piano Regolatore, la cui variante urbanistica che avrebbe dovuto convertire da area I.N. ad area commerciale per rendere legittima formalmente l’attività era oggettivamente incompatibile con una questione di tempi di esecuzione e avrebbe provocato un enorme esborso da parte dell’operatore privato proprietario dell’immobile nella valorizzazione urbanistica, per contro un eventuale 106 di carattere in deroga all’area I.N., anche questa, si configurava comunque come un’attività del tutto incompatibile con l’eventuale remunerazione di questo tipo di azione. Allora, provando a suggerire un percorso, ci siamo permessi di fare riferimento, peraltro in maniera non del tutto inedita, ma anzi abbastanza praticata, non su questa questione ma su tante altre questioni, a una previsione piuttosto intelligente del nostro Piano Regolatore che è quella dell’art. 8, per la precisione... scusate, l’art. 3.7, lettera A delle norme di attuazione al Piano Regolatore; cosa dicono queste norme? Che sostanzialmente è possibile svolgere all’interno di aree di altra destinazione urbanistica, che non siano i servizi pubblici in senso stretto, o i servizi privati di interesse pubblico, attività che possono essere assimilate al servizio pubblico attraverso una modalità che è quella del convenzionamento con la Città; cioè, tradotto in altri termini, la Città attraverso una propria delibera di Giunta può approvare una convenzione urbanistica in cui disciplina chiaramente quali sono le negoziazioni che, dal punto di vista operativo, il Comune fa con l’operatore privato. Traduco con un esempio questa questione: ad esempio potrebbe, io qui guardo la Vicesindaca Schellino, imporre o proporre all’operatore privato una quota parte di operatori segnalati dai servizi, potrebbe generare... e qui in una cifra che ovviamente consente contemporaneamente da un lato il mantenimento dell’attività, dall’altro lato, la possibilità a queste persone di poter svolgere liberamente questo tipo di iniziativa in una piena conformità; potrebbe ad esempio immaginare che nell’operazione di sorveglianza/di gestione operativa si inserissero persone svantaggiate, persone che arrivano dalla cooperazione sociale, persone che arrivano e facendo diventare quello che è un problema burocratico e amministrativo, invece, una modalità anche un po’ innovativa di gestione di una situazione che oggettivamente nel momento in cui ci si affida alla modalità che è stata seguita fino qui, che è quella di dire: “Quella roba lì è commercio e conseguentemente un commercio che non può essere compatibile con l’area I.N.”, diffide e risarcimenti, forse, non si fa a nostro modo di vedere l’interesse pubblico. Siccome all’epoca c’era un po’ di timore, questi ragionamenti mi sarebbe piaciuto farli in Commissione, comunque c’era una certa quale attitudine, come dire, ad avere quasi paura di affermare di assumere che quello era un interesse pubblico. La copertura politica alla Giunta la diamo noi, perché per noi è interesse pubblico fare quella roba lì e diamo una copertura politica perché riteniamo che questo tipo di attività, considerate in questi termini, sono attività sociali che servono a persone in disagio che hanno difficoltà ad arrivare alla fine del mese; possono essere anche delle attività lavorative informali che tutto sommato, anzi, può essere anche un esempio innovativo di gestione di questo tipo di problematiche e quindi questo è l’auspicio della mozione, provare almeno a considerare l’ipotesi. Cioè, che in buona sostanza si provi a verificare se esistono, poi se non esistono non saranno esistite perché è un tema di negoziazione tra Amministrazione Pubblica e operatore privato, le condizioni per arrivare a una pattuizione di modalità di gestione ordinaria di questo tipo di situazioni che, verosimilmente, in un atto convenzionale approvato dalla Giunta, quindi facciamo addirittura un atto di fede, non mettiamo neanche gli indirizzi, li decliniamo a verbale ma non sono neanche scritti, proprio più liberi di così si muore, però è davvero un peccato, onestamente, che ci si limiti a un atteggiamento che è squisitamente burocratico e che, soprattutto nel caso di specie, non va nell’interesse delle persone. Allora, noi speriamo che il neo Assessore Iaria, che peraltro conosce anche bene dal punto di vista territoriale, è stato Consigliere di Circoscrizione alla 5, sa quanto tutte le Amministrazioni che si sono succedute, io stesso quando rivestivo ruoli di Amministrazione non ho avuto nessuna difficoltà ad andare a rappresentare la Città quando invitato, l’ha fatto l’Assessore Giusta; è una cosa oggettivamente risolvibile se si vuole e se c’è la volontà politica di farlo. Il problema è: sì ma chi è che dà la copertura politica e l’affermazione davanti a un giudice che dice che abbiamo fatto delle co... la faccio io, lo firmo, non ho problemi, mi assumo io la responsabilità se volete, me l’assumo io la responsabilità di fare il primo firmatario, non ho problemi a difendere in qualunque sede l’esigenza pubblica di questo tipo di operazione. Quindi io spero, davvero, che la Maggioranza possa accogliere questa istanza e spero che l’Assessore Iaria possa far suo, anche se proveniente dal Partito Democratico, un suggerimento metodologico per provare a risolvere un problema senza dover scomodare i massimi sistemi, senza dover fare varianti urbanistiche, senza dover fare valutazioni ambientali strategiche, senza dover fare cambi, autorizzazioni commerciali con una semplice e banale convenzione, ai sensi dell’art. 3.7, lettera A delle nostre norme di attuazione al Piano Regolatore. LO RUSSO Stefano Io credo che non si sia compreso il merito, nessuno, lo dico con franchezza, non me ne stupisco onestamente e poi non c’è né l’Assessore all’Urbanistica né quello al Piano Regolatore quindi mi rendo conto che parliamo di questioni se vogliamo anche tecniche. Io credo che sia utile dopo la votazione del Movimento 5 Stelle contraria che ci sia almeno lo scrupolo di andarsi a leggere l’art. 3.7 (INTERVENTO FUORI MICROFONO). No, però mi sarei aspettato da lei, Assessore Iaria, un maggior grado di approfondimento su questa questione perché in realtà può essere una strada questa, potete anche respingerla, mi piacerebbe vederne delle altre di strade, onestamente, quindi io becco il voto contrario, ci becchiamo il voto contrario, verifichiamo se effettivamente, da qua al 2021, trovate altre strade per poter sviluppare quest’attività che, oggettivamente, sennò non sarebbe stato chiuso, ha violato le norme e nessuno lo nega, esattamente com’è capitato a tanti dehors, nelle more che i suoi tre anni per la gestazione del Regolamento dehors sviluppasse un nuovo regolamento, eccetera, eccetera, eccetera; è la differenza che passa tra l’essere, come dire, persone che hanno a cuore di trovare le soluzioni per risolvere i problemi - quando le interessano, Assessore Sacco, perché invece a quanto ci risulta alcuni problemi non le interessano - e invece persone che hanno un approccio che è quello che state tenendo dagli interventi... il Consigliere Fornari, il Consigliere Versaci, il Consigliere Russi che ha parlato e la questione era assegnata alla II Commissione e III, non alla III e II, perché è una questione urbanistica e io ho inserito in questo tipo di discussione il predecessore dell’Assessore Iaria, la ragione per cui andiamo oggi in Aula è che abbiamo dato una settimana di tempo al nuovo Assessore in quanto ritenevamo utile, alla luce di questa esperienza, che lui potesse in qualche modo illuminarci. È un’occasione persa, io spero che troviate voi la soluzione, è un’occasione anche per costruire delle occasioni di economia informale e dare un po’ qualche sfogo a delle persone che oggettivamente magari ... LO RUSSO Stefano ... intorno a questa cosa avrebbero anche potuto trovare una modalità diversa di introito economico. È un dispiacere vedere che ci si appella al Regolamento e all’art. 35, ci si appella alle violazioni edilizie, ci si appella al fatto che è del PD e che la presento io che sono cattivo e brutto e lo si fa sulla pelle di queste persone. |