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Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 16 Settembre 2019 ore 14,00
Paragrafo n. 20
DELIBERAZIONE (Giunta: proposta e urgenza) 2019-03308
INTERVENTI FINALIZZATI ALLA RAZIONALIZZAZIONE DELLE PARTECIPAZIONI SOCIETARIE DIRETTAMENTE O INDIRETTAMENTE POSSEDUTE AL 31 DICEMBRE 2018 DALLA CITT? DI TORINO. INDIRIZZI. APPROVAZIONE.
Interventi
LO RUSSO Stefano
Grazie, Presidente. Come abbiamo avuto modo di dire in Commissione questa è una
delibera che ha una valenza molto simbolica per il Movimento 5 Stelle. Con questa
delibera la Maggioranza, e molti in questa Maggioranza appartenevano a coloro che si
scagliavano fino a non tantissimo tempo fa, ben prima, forse, ma neanche tanto prima
dell'esperienza di governo, contro chi aveva realizzato il Termovalorizzatore, chi aveva
a suo tempo ceduto con una gara a doppio oggetto l'80% delle quote e io ricordo
piuttosto distintamente, se lo ricorderà anche il Vicepresidente Lavolta, di quanti
improperi furono gettati nei confronti delle Amministrazioni che si preoccupavano
invece da un lato di mettere veramente la parola fine alla discarica di Basse di Stura, che
fu uno degli elementi cruciali nella scelta della realizzazione di TRM e nel farlo di
individuare, attraverso una formulazione come quella della realizzazione
dell’inceneritore del Gerbido, oggettivamente anche una efficiente ed efficace modalità
di incenerimento dell'indifferenziato, talmente efficace ed efficiente che a differenza di
tante altre città, Torino, proprio in virtù di quelle scelte, non fu mai in condizioni di
emergenza rifiuti, uno; due, non fu mai nelle condizioni di dover chiedere aiuto ad altri
ambiti territoriali; tre, fece un’operazione che oggettivamente fu anche di politica
industriale, e qui arriviamo all’oggetto della questione, talmente efficace che la società
TRM, quella che qualcuno del Movimento 5 Stelle, nella fase precedente all'attuale
giudicava l'avvelenatrice, “l'avvelenatrice dei bambini”, queste erano le parole e veniva
definito “assassino” chi aveva immaginato di fare l’inceneritore, guardate un po' cosa fa
Appendino, dismette definitivamente, completamente al privato, cari Consiglieri 5
Stelle, al privato le rimanenti quote dell'inceneritore. Ma che bella conversione a “U”.
Chissà cosa direbbero i comitati che vi hanno sempre sostenuti su questo tipo di
operazione. Eh, attenzione, lo fa in quanto considerazione relativamente alla non
strategicità della partecipazione. Quindi chapeau a tutti gli ambientalisti a geometria
variabile, che sono ambientalisti quando gli serve e che continuano a riempirsi la bocca
di “ambiente, ambiente, ambiente” e poi arrivano qua in Consiglio Comunale e cosa
fanno? Privatizzano definitivamente l’inceneritore. Complimenti. Guardate, noi lezioni
di ambientalismo di questo tipo non ne prendiamo, anche perché bisogna un minimo,
non è che diciamo, tanto, però un minimo, avere un minimo di coerenza, un minimo di
coerenza, cioè non proprio questa spudoratezza. Abbiamo una Sindaca Appendino
firmataria della delibera che a ogni piè sospinto si rivolge all'universo mondo, dicendo:
“Noi abbiamo l'ambiente come nostro faro. L'ambiente è la nostra politica direttrice.
L'ambiente è la nuova emergenza” e firma una bella delibera e voi ovviamente compatti
come un sol uomo, dimenticando ovviamente tutto quello che avete non detto o
sostenuto, urlato, urlato in decine e decine di assemblee, in cui voi e i vostri sostenitori
arrivavate lì e insultando chi in quel momento stava cercando di risolvere il problema
dell’emergenza rifiuti e dell’emergenza di Basse di Stura se ne stava occupando, e
purtroppo, la memoria storica ahinoi, è ancora presente agli atti, adesso la votate. Ma
questa delibera fa un'altra operazione cinica. Assessore Rolando, lei è veramente perfido
perché ha infilato in una sola delibera due questioni dirimenti culturali. La prima è
quella che accennavo, che la riguarda, l’inceneritore, quella roba che avvelenava i
bambini secondo i vecchi del Movimento 5 Stelle; la seconda operazione che fa con
un'astuzia, mi consenta, lei è abile da questo punto di vista a far passare le cose, e la
mitica dismissione la mette lì, tra parentesi, piccolina, delle 5.000 azioni di SMAT.
Perché? Perché giustamente lei si ricorderà, Assessore Rolando, spero se lo ricordi
anche la Sindaca Appendino, che su SMAT ha, ahinoi, un po’, per nostra fortuna,
sbattuto il naso un po’ di volte su questa questione, noi abbiamo fatto spendere quasi
90.000 euro alla SMAT per farci dire una cosa che era ovvia, che era ovvia, e che cioè
non è possibile trasformare SMAT S.p.A. in una società consortile e abbiamo, per una
logica del tutto retorica e puramente concettuale, addirittura invitato la SMAT a far fare
uno studio documentale che dimostrasse questo tipo di operazione. Io non ho ancora
visto lo studio che verrà presentato, anche sulla base di che cosa leggo qui in questa
delibera, difficilmente verrà reso possibile tecnicamente quanto più volte qui in
quest'Aula…, io ricordo alcuni veementi interventi, mozioni, mozioni davvero che
hanno proprio indirizzato, eh, non c'è che dire, avete lavorato in una maniera alacre
secondo il mandato votato dal Consiglio Comunale, invece cosa fate, svendete 5.000
azioni di SMAT. Dov'è la sottigliezza di quest'operazione? Rolando, davvero i miei
complimenti. Non so se li devo fare a lei o alla Sindaca Appendino per la brillante…,
non saprei come definirla, una specie di slalom speciale, avete azzeccato la porta.
Perché quali sono le caratteristiche di questi 5.000 azioni? Sono quelle non gravate dal
peso degli investimenti economico-finanziari che sono stati fatti in questi anni dalla
SMAT S.p.A. per rendere il nostro Servizio idrico integrato efficiente, efficace e
pubblico, efficiente, efficace e pubblico. E, infatti, le 5.000 azioni che sostanzialmente
voi avete immaginato con questa deliberazione, che adesso tutti i pubblicizzatori di
acqua pubblica…, la Consigliera Ferrero raccoglie le firme della Legge Rodotà e poi
viene in Aula e vota la delibera, cioè stellare contemporaneamente…, cioè io davvero
un capolavoro assoluto. Viene alla Festa dell'Unità a raccogliere le firme per la Legge
Rodotà il giorno 1, il giorno 1 più 1 viene in Aula e vota la delibera, chapeau. Cioè io
robe così le ho viste fare veramente poche volte e da questo punto di vista è evidente
che non potete fare altrimenti. Per tutte queste motivazioni, che, ovviamente, penso
siano sufficientemente efficaci, l’impronta digitale su questa operazione ve la lasciamo
tutta, lo mettete voi il dito sul tasto verde che voterà a favore di questa deliberazione, in
maniera tale che così quando andrete a raccogliere le firme per l'acqua pubblica, quando
andrete a spiegare che voi siete per l'ambiente e che anzi aprite alle intese sull'ambiente,
politiche, e che voi siete quelli che hanno l'ambiente al primo posto, ci permetterete di
ricordarvi con una piccola dose anche di soddisfazione, in quanto oggettivamente questa
evoluzione politica del Movimento 5 Stelle, e in questo senso io la ritengo molto
positiva, perché vi state normalizzando, vi state istituzionalizzato, vi state confrontando
con quella che è la realtà fattuale e mi rendo conto che avete un qualche grado di
difficoltà a sostenere quelle che sono sempre state le politiche del vituperato Partito
Democratico, che quindi non parteciperà alla votazione e vi lascerà l’onore e l’onere di
approvare questo documento.

LO RUSSO Stefano
Come facevamo rilevare nel combinato disposto dell’intervento che ho fatto prima e
dell’intervento del collega Lavolta, il nodo cruciale di tutta questa partita è certamente
questo ma è soprattutto il futuro di IREN perché anche sulla base di quanto i colleghi
della Maggioranza hanno detto cercando per primo di giustificare il non giustificabile e
secondo demandando ad un futuro non definibile nel tempo il momento di chiusura
dell’inceneritore, individuato il cuore del tema, il cuore del tema è il ruolo che la Città
di Torino ha nel governo di IREN. Allora, ci si consenta di non fidarci tanto delle
affermazioni che fin qua abbiamo sentito sul fatto che Appendino da qua alla fine del
mandato non tornerà in quest’Aula per farvi vendere una rimanente quota di IREN,
lasciateci col dubbio poi noi speriamo di venire smentiti, a naso le affermazioni
perentorie fatte dal Movimento 5 Stelle che ovviamente spiega la dismissione del
Termovalorizzatore, se ho capito bene il combinato disposto dell’intervento dei
colleghi, nell’ottica di dire: “No, ma noi dismettiamo le partecipate però IREN la
teniamo” ci lasciate gentilmente questo dubbio? Il secondo elemento deriva anche dalla
fattualità della questione perché una delle cose che abbiamo sempre detto alla Sindaca
Appendino quando l’abbiamo, come dire, individuata come la responsabile della
svendita di IREN era non tanto la valorizzazione patrimoniale delle quote che venivano
dismesse, quanto piuttosto l’incapacità di costruire una rete territoriale che
fondamentalmente venisse incontro da un lato all’esigenza di recuperare risorse
finanziarie derivanti dalla dismissione del pacchetto azionario, dall’altro di evitare che
queste risorse finissero nella pancia - delle azioni intendo dire - del nostro socio Città di
Genova perché è vero, come diceva Rolando stamattina parlando di un’altra delibera,
che ci sono i patti parasociali che ci garantiscono, attenzione bene, ci garantiscono
finché sono validi e non sono validi sine die, sono validi fino alla loro scadenza ma
quando questi patti saranno scaduti, siccome non consideriamo il Comune di Genova e
il Sindaco Bucci una sorta di opera pia che, fondamentalmente, si occupa di fare
beneficenza al Comune di Torino quanto piuttosto di un’intelligente e molto più scafata
Amministrazione di questa, ha intelligentemente preconfigurato le condizioni per cui
alla scadenza dei patti parasociali ci troveremo nel combinato disposto nella salita del
Comune di Genova e nella discesa già significativa ma, ahinoi, temiamo ancora più
significativa quando voi ci verrete a spiegare l’esigenza di vendere ulteriori quote di
IREN nella prospettiva che a vista non oggi per domani ma oggi fra due, tre, quattro
anni, quando quella capofila sarà di fatto oltre che in termini patrimoniali
completamente nelle mani della governance dei nostri soci, a questo punto non più
paritari ma certamente largamente maggioritari. Ovviamente noi speriamo di sbagliare,
speriamo di essere cattivi profeti, ma questa è una responsabilità politica molto
rilevante, c’erano delle alternative eh, non è che non c’erano le alternative, bastava fare
politica, bastava che la Sindaca Appendino prima di portare in Aula la delibera di
dismissione delle quote di IREN si occupasse di capire se altri soggetti investitori
territoriali, faccio ad esempio riferimento ai fondi di investimento delle fondazioni,
faccio riferimento anche alla Regione Piemonte, perché no? Un ente pubblico
territoriale che certamente ha, dal mio punto di vista, un maggior grado di tutela e di
garanzia degli interessi territoriali di questo delicatissimo di comparto dei Servizi
Pubblici Locali. Nulla di tutto ciò è stato fatto perché c’era la fretta di vendere, perché
quelle robe lì erano attacchi gratuiti dell’Opposizione e invece ahinoi era la messa in
evidenza dell’assoluta incapacità politica di costruire una regia intorno a questo tipo di
questione, non solo intorno a questo tipo di questione, quando ci chiedono quali sono le
cose che ci uniscono e quali sono le cose che ci dividono. Tra le cose che ci dividono ci
sono anche, un pochino, la difesa, la tutela degli interessi territoriali che non sono il
pareggio di Bilancio, quelli sono difesa di interessi del ceto politico che così rimane al
suo posto, la difesa degli interessi territoriali sono invece la costruzione di politiche
industriali e di strategie anche aziendali di aggregazione e cessione o acquisizione che
servono a garantire gli interessi dei Servizi Pubblici di questo territorio, della qualità di
questi servizi e, perché no, degli oltre 500 milioni di euro di investimenti che IREN ha
già deliberato e dei posti di lavoro che vorremmo costruire e incrementare e non
certamente consegnare al reddito di cittadinanza di grillina istituzione. Per tutte queste
ragioni il Partito Democratico non parteciperà alla votazione e vi lascerà la responsabile
piena e totale di questa operazione che si inquadra non tanto e non solo in un quadro di
contabilità pubblica in senso stretto ma anche in una dimensione strategica
assolutamente deficitaria.

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