Interventi |
LO RUSSO Stefano Grazie, Presidente. Come abbiamo avuto modo di dire in Commissione questa è una delibera che ha una valenza molto simbolica per il Movimento 5 Stelle. Con questa delibera la Maggioranza, e molti in questa Maggioranza appartenevano a coloro che si scagliavano fino a non tantissimo tempo fa, ben prima, forse, ma neanche tanto prima dell'esperienza di governo, contro chi aveva realizzato il Termovalorizzatore, chi aveva a suo tempo ceduto con una gara a doppio oggetto l'80% delle quote e io ricordo piuttosto distintamente, se lo ricorderà anche il Vicepresidente Lavolta, di quanti improperi furono gettati nei confronti delle Amministrazioni che si preoccupavano invece da un lato di mettere veramente la parola fine alla discarica di Basse di Stura, che fu uno degli elementi cruciali nella scelta della realizzazione di TRM e nel farlo di individuare, attraverso una formulazione come quella della realizzazione dell’inceneritore del Gerbido, oggettivamente anche una efficiente ed efficace modalità di incenerimento dell'indifferenziato, talmente efficace ed efficiente che a differenza di tante altre città, Torino, proprio in virtù di quelle scelte, non fu mai in condizioni di emergenza rifiuti, uno; due, non fu mai nelle condizioni di dover chiedere aiuto ad altri ambiti territoriali; tre, fece un’operazione che oggettivamente fu anche di politica industriale, e qui arriviamo all’oggetto della questione, talmente efficace che la società TRM, quella che qualcuno del Movimento 5 Stelle, nella fase precedente all'attuale giudicava l'avvelenatrice, “l'avvelenatrice dei bambini”, queste erano le parole e veniva definito “assassino” chi aveva immaginato di fare l’inceneritore, guardate un po' cosa fa Appendino, dismette definitivamente, completamente al privato, cari Consiglieri 5 Stelle, al privato le rimanenti quote dell'inceneritore. Ma che bella conversione a “U”. Chissà cosa direbbero i comitati che vi hanno sempre sostenuti su questo tipo di operazione. Eh, attenzione, lo fa in quanto considerazione relativamente alla non strategicità della partecipazione. Quindi chapeau a tutti gli ambientalisti a geometria variabile, che sono ambientalisti quando gli serve e che continuano a riempirsi la bocca di “ambiente, ambiente, ambiente” e poi arrivano qua in Consiglio Comunale e cosa fanno? Privatizzano definitivamente l’inceneritore. Complimenti. Guardate, noi lezioni di ambientalismo di questo tipo non ne prendiamo, anche perché bisogna un minimo, non è che diciamo, tanto, però un minimo, avere un minimo di coerenza, un minimo di coerenza, cioè non proprio questa spudoratezza. Abbiamo una Sindaca Appendino firmataria della delibera che a ogni piè sospinto si rivolge all'universo mondo, dicendo: “Noi abbiamo l'ambiente come nostro faro. L'ambiente è la nostra politica direttrice. L'ambiente è la nuova emergenza” e firma una bella delibera e voi ovviamente compatti come un sol uomo, dimenticando ovviamente tutto quello che avete non detto o sostenuto, urlato, urlato in decine e decine di assemblee, in cui voi e i vostri sostenitori arrivavate lì e insultando chi in quel momento stava cercando di risolvere il problema dell’emergenza rifiuti e dell’emergenza di Basse di Stura se ne stava occupando, e purtroppo, la memoria storica ahinoi, è ancora presente agli atti, adesso la votate. Ma questa delibera fa un'altra operazione cinica. Assessore Rolando, lei è veramente perfido perché ha infilato in una sola delibera due questioni dirimenti culturali. La prima è quella che accennavo, che la riguarda, l’inceneritore, quella roba che avvelenava i bambini secondo i vecchi del Movimento 5 Stelle; la seconda operazione che fa con un'astuzia, mi consenta, lei è abile da questo punto di vista a far passare le cose, e la mitica dismissione la mette lì, tra parentesi, piccolina, delle 5.000 azioni di SMAT. Perché? Perché giustamente lei si ricorderà, Assessore Rolando, spero se lo ricordi anche la Sindaca Appendino, che su SMAT ha, ahinoi, un po’, per nostra fortuna, sbattuto il naso un po’ di volte su questa questione, noi abbiamo fatto spendere quasi 90.000 euro alla SMAT per farci dire una cosa che era ovvia, che era ovvia, e che cioè non è possibile trasformare SMAT S.p.A. in una società consortile e abbiamo, per una logica del tutto retorica e puramente concettuale, addirittura invitato la SMAT a far fare uno studio documentale che dimostrasse questo tipo di operazione. Io non ho ancora visto lo studio che verrà presentato, anche sulla base di che cosa leggo qui in questa delibera, difficilmente verrà reso possibile tecnicamente quanto più volte qui in quest'Aula…, io ricordo alcuni veementi interventi, mozioni, mozioni davvero che hanno proprio indirizzato, eh, non c'è che dire, avete lavorato in una maniera alacre secondo il mandato votato dal Consiglio Comunale, invece cosa fate, svendete 5.000 azioni di SMAT. Dov'è la sottigliezza di quest'operazione? Rolando, davvero i miei complimenti. Non so se li devo fare a lei o alla Sindaca Appendino per la brillante…, non saprei come definirla, una specie di slalom speciale, avete azzeccato la porta. Perché quali sono le caratteristiche di questi 5.000 azioni? Sono quelle non gravate dal peso degli investimenti economico-finanziari che sono stati fatti in questi anni dalla SMAT S.p.A. per rendere il nostro Servizio idrico integrato efficiente, efficace e pubblico, efficiente, efficace e pubblico. E, infatti, le 5.000 azioni che sostanzialmente voi avete immaginato con questa deliberazione, che adesso tutti i pubblicizzatori di acqua pubblica…, la Consigliera Ferrero raccoglie le firme della Legge Rodotà e poi viene in Aula e vota la delibera, cioè stellare contemporaneamente…, cioè io davvero un capolavoro assoluto. Viene alla Festa dell'Unità a raccogliere le firme per la Legge Rodotà il giorno 1, il giorno 1 più 1 viene in Aula e vota la delibera, chapeau. Cioè io robe così le ho viste fare veramente poche volte e da questo punto di vista è evidente che non potete fare altrimenti. Per tutte queste motivazioni, che, ovviamente, penso siano sufficientemente efficaci, l’impronta digitale su questa operazione ve la lasciamo tutta, lo mettete voi il dito sul tasto verde che voterà a favore di questa deliberazione, in maniera tale che così quando andrete a raccogliere le firme per l'acqua pubblica, quando andrete a spiegare che voi siete per l'ambiente e che anzi aprite alle intese sull'ambiente, politiche, e che voi siete quelli che hanno l'ambiente al primo posto, ci permetterete di ricordarvi con una piccola dose anche di soddisfazione, in quanto oggettivamente questa evoluzione politica del Movimento 5 Stelle, e in questo senso io la ritengo molto positiva, perché vi state normalizzando, vi state istituzionalizzato, vi state confrontando con quella che è la realtà fattuale e mi rendo conto che avete un qualche grado di difficoltà a sostenere quelle che sono sempre state le politiche del vituperato Partito Democratico, che quindi non parteciperà alla votazione e vi lascerà l’onore e l’onere di approvare questo documento. LO RUSSO Stefano Come facevamo rilevare nel combinato disposto dell’intervento che ho fatto prima e dell’intervento del collega Lavolta, il nodo cruciale di tutta questa partita è certamente questo ma è soprattutto il futuro di IREN perché anche sulla base di quanto i colleghi della Maggioranza hanno detto cercando per primo di giustificare il non giustificabile e secondo demandando ad un futuro non definibile nel tempo il momento di chiusura dell’inceneritore, individuato il cuore del tema, il cuore del tema è il ruolo che la Città di Torino ha nel governo di IREN. Allora, ci si consenta di non fidarci tanto delle affermazioni che fin qua abbiamo sentito sul fatto che Appendino da qua alla fine del mandato non tornerà in quest’Aula per farvi vendere una rimanente quota di IREN, lasciateci col dubbio poi noi speriamo di venire smentiti, a naso le affermazioni perentorie fatte dal Movimento 5 Stelle che ovviamente spiega la dismissione del Termovalorizzatore, se ho capito bene il combinato disposto dell’intervento dei colleghi, nell’ottica di dire: “No, ma noi dismettiamo le partecipate però IREN la teniamo” ci lasciate gentilmente questo dubbio? Il secondo elemento deriva anche dalla fattualità della questione perché una delle cose che abbiamo sempre detto alla Sindaca Appendino quando l’abbiamo, come dire, individuata come la responsabile della svendita di IREN era non tanto la valorizzazione patrimoniale delle quote che venivano dismesse, quanto piuttosto l’incapacità di costruire una rete territoriale che fondamentalmente venisse incontro da un lato all’esigenza di recuperare risorse finanziarie derivanti dalla dismissione del pacchetto azionario, dall’altro di evitare che queste risorse finissero nella pancia - delle azioni intendo dire - del nostro socio Città di Genova perché è vero, come diceva Rolando stamattina parlando di un’altra delibera, che ci sono i patti parasociali che ci garantiscono, attenzione bene, ci garantiscono finché sono validi e non sono validi sine die, sono validi fino alla loro scadenza ma quando questi patti saranno scaduti, siccome non consideriamo il Comune di Genova e il Sindaco Bucci una sorta di opera pia che, fondamentalmente, si occupa di fare beneficenza al Comune di Torino quanto piuttosto di un’intelligente e molto più scafata Amministrazione di questa, ha intelligentemente preconfigurato le condizioni per cui alla scadenza dei patti parasociali ci troveremo nel combinato disposto nella salita del Comune di Genova e nella discesa già significativa ma, ahinoi, temiamo ancora più significativa quando voi ci verrete a spiegare l’esigenza di vendere ulteriori quote di IREN nella prospettiva che a vista non oggi per domani ma oggi fra due, tre, quattro anni, quando quella capofila sarà di fatto oltre che in termini patrimoniali completamente nelle mani della governance dei nostri soci, a questo punto non più paritari ma certamente largamente maggioritari. Ovviamente noi speriamo di sbagliare, speriamo di essere cattivi profeti, ma questa è una responsabilità politica molto rilevante, c’erano delle alternative eh, non è che non c’erano le alternative, bastava fare politica, bastava che la Sindaca Appendino prima di portare in Aula la delibera di dismissione delle quote di IREN si occupasse di capire se altri soggetti investitori territoriali, faccio ad esempio riferimento ai fondi di investimento delle fondazioni, faccio riferimento anche alla Regione Piemonte, perché no? Un ente pubblico territoriale che certamente ha, dal mio punto di vista, un maggior grado di tutela e di garanzia degli interessi territoriali di questo delicatissimo di comparto dei Servizi Pubblici Locali. Nulla di tutto ciò è stato fatto perché c’era la fretta di vendere, perché quelle robe lì erano attacchi gratuiti dell’Opposizione e invece ahinoi era la messa in evidenza dell’assoluta incapacità politica di costruire una regia intorno a questo tipo di questione, non solo intorno a questo tipo di questione, quando ci chiedono quali sono le cose che ci uniscono e quali sono le cose che ci dividono. Tra le cose che ci dividono ci sono anche, un pochino, la difesa, la tutela degli interessi territoriali che non sono il pareggio di Bilancio, quelli sono difesa di interessi del ceto politico che così rimane al suo posto, la difesa degli interessi territoriali sono invece la costruzione di politiche industriali e di strategie anche aziendali di aggregazione e cessione o acquisizione che servono a garantire gli interessi dei Servizi Pubblici di questo territorio, della qualità di questi servizi e, perché no, degli oltre 500 milioni di euro di investimenti che IREN ha già deliberato e dei posti di lavoro che vorremmo costruire e incrementare e non certamente consegnare al reddito di cittadinanza di grillina istituzione. Per tutte queste ragioni il Partito Democratico non parteciperà alla votazione e vi lascerà la responsabile piena e totale di questa operazione che si inquadra non tanto e non solo in un quadro di contabilità pubblica in senso stretto ma anche in una dimensione strategica assolutamente deficitaria. |