Interventi |
LAVOLTA Enzo (Vicepresidente Vicario) Sì, grazie, Presidente. Dopo aver ascoltato il Consigliere Fornari, la tentazione di riassumere anche solo sommariamente questa parabola straordinaria che ha visto il Movimento 5 Stelle... diciamo radicalmente cambiare rotta non tanto con l’atteggiamento, la postura, le dichiarazioni in Aula ma con gli atti concreti in questi anni sarebbe fortissima e non voglio farlo, non lo voglio fare semplicemente perché mi interessa la prospettiva, mi interessa guardare avanti. Mi limiterò quindi a riassumere questa parabola con solo il titolo, il titolo è semplice, guardate, durante la campagna elettorale del 2016 il Movimento 5 Stelle alla domanda: “Che cosa farete del Termovalorizzatore?” rispondeva dicendo: “Lo affameremo”, “Lo affameremo” nel senso che “Ridurremo la quantità di tonnellate di rifiuti da conferire”. La parabola si consuma oggi con il Movimento 5 Stelle - o meglio la Giunta, l’Amministrazione - che viene sfamata da quel Termovalorizzatore che avrebbe dovuto essere affamato, questo è il titolo, poi lascio diciamo i capitoli e i paragrafi al comitato “No INC” che li riassume in modo molto puntuale e meglio probabilmente di come saprei fare io sui propri siti e sui propri organi di informazione; ma guardando, e quindi Consigliere Fornari, in questa parabola mi sarei aspettato almeno che acquisisse alcune informazioni, come ad esempio il fatto che lei dice che la raccolta differenziata a Torino non si fa in alcuni quartieri, le segnalo che la raccolta differenziata si fa in tutta la Città da molto tempo e da molto prima che lei si sedesse su quei banchi, quello che cambia è il metodo di raccolta e in effetti ci sono delle zone in cui il metodo di raccolta, che si chiama “domiciliare integrata” cioè porta a porta, su alcuni quartieri ancora oggi non è presente. Così come lei avrebbe dovuto dire se avesse voluto essere onesto intellettualmente ma capisco diciamo l’enfasi e la necessità, cioè non la capisco in realtà fino in fondo però comprendo diciamo... mi sforzo di comprendere le sue motivazioni quando dice che l’estensione del metodo di raccolta porta a porta è stato riattivato nel 2016. Guardi nel 2014 ci sono degli atti amministrativi che comprovano che 40.000 abitanti e residenti del quartiere Crocetta e in più tutta la popolazione studentesca del Politecnico di Torino venivano interessati da questo stravolgimento del metodo di raccolta, ma questo è il passato. Io vorrei rubare solo un minuto per parlare del futuro e condivido con voi il motivo per cui io no parteciperò al voto di questa deliberazione. Il motivo è molto semplice: se non fosse stato per il Comune di Genova la partecipazione pubblica di IREN sarebbe scesa sotto il 50% e la motivazione, diciamo, la causa di questa riduzione della partecipazione pubblica nella società IREN era ascrivibile soltanto ad una responsabilità specifica che è quella dell’Amministrazione di Torino, in particolare della Sindaca Appendino, che ha deciso progressivamente di ridurre il peso di questa istituzione in questa Città nella governance di IREN e di dismettere quote di partecipazione; io per primo in quella fase concitata in cui la Sindaca insisteva sull’opportunità, che poi si è consumata, di vendere quote della società IREN che ricordo a me stesso essere uno dei driver più importanti anche per caratterizzare lo sviluppo economico, sociale e ambientale del nostro territorio, mi permisi di dire: “Ma se dovere vendere delle quote perché vi servono dei soldi, perché non vendete le quote di TRM?”, lo dissi io per primo. Qual è il problema oggi? È che io ho paura, e lo dico in modo molto schietto, che la dismissione di ulteriori quote di IREN non verrà scongiurata dall’approvazione di questa delibera, se io avessi avuto, l’ho chiesto in Commissione, l’ho chiesto alla Sindaca, l’ho chiesto anche ad alcuni Consiglieri, potete per favore dire pubblicamente che nell’anno del Signore 2019 la Città di Torino non venderà ulteriori quote di IREN? Se avessi avuto anche solo una mezza risposta io avrei dato fiducia a questo atto amministrativo che porterà nelle casse della Città di Torino sicuramente diverse decine di milioni di euro ma che di fatto ridurrà al lumicino la partecipazione del ciclo integrato dei rifiuti per quanto riguarda l’impianto di termovalorizzazione che anche questo, io speravo che nel frattempo fosse stato acquisito, è un impianto che produce energia termica ed energia elettrica, cioè è pienamente inserito all’interno del tema più ampio del recupero di materia. Ma ciò detto, io voglio dare ancora fiducia diciamo all’Aula per cui magari nel corso della discussione la Sindaca ci confermerà che non è sua intenzione dimettere ulteriori quote di IREN e quindi potrebbe essere ragionevole prendere in considerazione questo provvedimento, faccio fatica a pensare che questo accadrà. Per quanto riguarda poi più in generale l’altro aspetto di questa deliberazione riguarda la società che caratterizza il nostro Servizio idrico integrato. Allora, io ho già avuto modo di dire in Commissione che sono contento che ad occuparsi di questo tema non siano alcuni Consiglieri Comunali che non hanno mai preso in considerazione l’ipotesi di approfondirlo veramente questo tema ma assieme a due Parlamentari a cui riconosco competenza, sono l’Onorevole Daga da una parte e l’Onorevole Braga dall’altra che hanno depositato due proposte di legge che mirano a migliorare il Servizio idrico integrato. Allora, io non credo di poter affermare il servizio idrico integrato torinese sia perfetto, sono sicuro invece di non essere smentito nel dire che è il migliore in Italia in questo momento e quindi l’auspicio è che, indipendentemente da questo giro di quote che anche oggi con questo provvedimento voi state sottoponendo a quest’Aula comunque almeno rimanga la consapevolezza ai Consiglieri Comunali che l’obiettivo che dovremmo porci non è tanto quello di comprometterlo, di compromettere la bontà del Servizio idrico integrato ma piuttosto di migliorarlo tutti insieme e nel frattempo anche preservarlo. Da questo punto di vista mi pare che invece il percorso sarà ancora lungo, noi ovviamente continueremo a monitorare sia l’evoluzione dell’attenzione o disattenzione - purtroppo - della governance di IREN, sia l’attenzione che, invece, io auspico sia più certificabile rispetto alla buona, corretta gestione di una delle migliori società in Italia, sicuramente una delle migliori società nel nostro territorio, che è SMAT. |