Interventi |
SICARI Francesco (Presidente) Proseguiamo adesso con il punto numero 6, la delibera meccanografico 201903308/064 presentata dalla Sindaca e dall'Assessore Rolando che ha come oggetto: “Interventi finalizzati alla razionalizzazione delle partecipazioni societarie direttamente o indirettamente possedute al 31 dicembre 2018 dalla Città di Torino. Indirizzi. Approvazione” SICARI Francesco (Presidente) Aspettiamo solo l'arrivo dell’Assessore Rolando. Siamo al punto numero 6: “Interventi finalizzati alla razionalizzazione”. Prego, Assessore Rolando. ROLANDO Sergio (Assessore) Sì, scusate. Allora, questa delibera, come già è stato ampiamente illustrato in Commissione dà delle disposizioni che riguardano il tema delle partecipate e conclude il percorso, inizia a concludere il percorso che abbiamo avviato quest’anno con le prime delibere del febbraio 2019. Con provvedimento assunto il 5 febbraio 2019 la Città deliberava di dar corso agli approfondimenti necessari con il fine di proporre al Consiglio l’eventuale riassetto delle partecipazioni societarie dirette e indirette. A febbraio 2019 si è proceduto all'individuazione degli advisor per la valutazione economica, che è un dato importante per il tema. In esecuzione al Piano di revisione straordinario approvato nel 2017 nel corso dell’anno, del 2018 e 2019 sono state alienate da parte della Città, le partecipazioni detenute in “I3P S.c.p.a”, in “213T S.c.a.r.l.”, “CEIP S.c.p.a.”, Banca Popolare Etica in capo a FCT Holding. La disamina condotta sulle partecipazioni rimaste dopo le dismissioni citate ha consentito di verificare la possibilità di un’ulteriore razionalizzazione idonea a conciliare la necessità di garantire il mantenimento di strumenti di controllo sulla società, la cui attività risulti strategica nella gestione dei servizi garantiti al territorio, con le esigenze di valorizzazione dettate dallo stringente percorso di rientro della situazione di indebitamento e di difficoltà economico-finanziaria alla quale la Città risulta ancora fortemente sottoposta. La criticità dell’attuale fase impone interventi volti ad evitare l’utilizzo di risorse che potrebbero validamente contribuire al risanamento dei conti della Città, purché naturalmente il loro smobilizzo non determini conseguenze foriere di un effettivo e concreto nocumento delle sue prerogative nel controllo della gestione dei servizi attuati attraverso le sue società partecipate. Si propone con questa delibera la cessione delle azioni costituenti la partecipazione della Città di Torino nella società TRM S.p.A. nei limiti che consentano il mantenimento del 1% del capitale sociale della stessa, partecipazione oggi detenuta nella misura del 18,36% del capitale. Tale mantenimento non solo consentirà di rispettare gli impegni alla presenza della Città nel capitale di TRM, ma permetterà di conservare un’efficace presenza nella governance attese le previsioni statutarie, che restano invariate sotto tale profilo. Sempre con riferimento alla società predetta è in corso di esame la possibilità di pervenire alla riduzione del capitale sociale, che ove condivisa con gli altri soci, permetterebbe alla Città di conseguire ulteriori risorse straordinarie destinabili alla copertura del proprio debito. Per quanto riguarda ulteriori razionalizzazioni l'analisi condotta sulla base dei seguenti criteri: valore economico delle partecipazioni corrispondente al corrispettivo di cessione delle partecipazioni all'interno del gruppo; redditività ordinaria delle partecipazioni rilevanti ai fini del mantenimento degli adeguati livelli di remunerazione del capitale investito dall’equilibrio economico finanziario con particolare riferimento alla Società Holding; livello di indebitamento risorse necessarie a far fronte regolarmente ai pagamenti delle rate in scadenza di interessi, anche in questo caso con particolare riferimento alla Holding; vincoli ed oneri sulle azioni o quote relative alle partecipazione connesse all’indebitamento. Tutto ciò permetterà, sussistendo i presupposti, di ricondurre, in base a quest'analisi, in capo alla Città le partecipazioni detenute in società finanziarie Centrale del Latte S.p.A., a capitale quota pari al 20% del capitale sociale e Agenzia di Pollenzo S.p.A. quota pari al 3,904% capital sociale da parte di FCT Holding, essendo intervenuta la disposizione di cui all’articolo 1, comma 723 della Legge 145/2018, Legge di stabilità, che rinvia al 31/12/2021 la liquidazione automatica della quota in caso di mancata alienazione delle partecipazioni ritenute non strategiche. L’attività di gestione della partecipazione da parte di FCT non viene dunque realizzata per tale partecipazione. Sempre in riferimento a opportune razionalizzazioni, progressiva riconduzione alla Città di Torino della quota attualmente detenuta da FCT nella società SMAT, tale iniziativa funziona per superare progressivamente la titolarità di azioni SMAT da parte di soggetti formalmente non pubblici, assicurando anche sul piano formale la piena e compiuta integrazione dei requisiti della Città in house. Poiché peraltro le azioni di SMAT detenute da FCT sono attualmente vincolate al Piano di rientro dei debiti di finanziamento, tale processo potrà e dovrà avvenire in via progressiva pervenendo alla cessione delle azioni libere da specifici vincoli e in questa prima fase pertanto la cessione delle azioni SMAT è autorizzata fino alla misura di numero 5.000 azioni SMAT, da contabilizzarsi al valore di perizia. Con questa delibera quindi si chiede l'autorizzazione del Consiglio a completare queste attività avviate con la delibera. Se mi è consentito, illustro l'unico emendamento presentato dalla Giunta che recepisce il parere positivo del Collegio… Ah, no, ho sbagliato, sì. SICARI Francesco (Presidente) Prego, Capogruppo Lo Russo. LO RUSSO Stefano Grazie, Presidente. Come abbiamo avuto modo di dire in Commissione questa è una delibera che ha una valenza molto simbolica per il Movimento 5 Stelle. Con questa delibera la Maggioranza, e molti in questa Maggioranza appartenevano a coloro che si scagliavano fino a non tantissimo tempo fa, ben prima, forse, ma neanche tanto prima dell'esperienza di governo, contro chi aveva realizzato il Termovalorizzatore, chi aveva a suo tempo ceduto con una gara a doppio oggetto l'80% delle quote e io ricordo piuttosto distintamente, se lo ricorderà anche il Vicepresidente Lavolta, di quanti improperi furono gettati nei confronti delle Amministrazioni che si preoccupavano invece da un lato di mettere veramente la parola fine alla discarica di Basse di Stura, che fu uno degli elementi cruciali nella scelta della realizzazione di TRM e nel farlo di individuare, attraverso una formulazione come quella della realizzazione dell’inceneritore del Gerbido, oggettivamente anche una efficiente ed efficace modalità di incenerimento dell'indifferenziato, talmente efficace ed efficiente che a differenza di tante altre città, Torino, proprio in virtù di quelle scelte, non fu mai in condizioni di emergenza rifiuti, uno; due, non fu mai nelle condizioni di dover chiedere aiuto ad altri ambiti territoriali; tre, fece un’operazione che oggettivamente fu anche di politica industriale, e qui arriviamo all’oggetto della questione, talmente efficace che la società TRM, quella che qualcuno del Movimento 5 Stelle, nella fase precedente all'attuale giudicava l'avvelenatrice, “l'avvelenatrice dei bambini”, queste erano le parole e veniva definito “assassino” chi aveva immaginato di fare l’inceneritore, guardate un po' cosa fa Appendino, dismette definitivamente, completamente al privato, cari Consiglieri 5 Stelle, al privato le rimanenti quote dell'inceneritore. Ma che bella conversione a “U”. Chissà cosa direbbero i comitati che vi hanno sempre sostenuti su questo tipo di operazione. Eh, attenzione, lo fa in quanto considerazione relativamente alla non strategicità della partecipazione. Quindi chapeau a tutti gli ambientalisti a geometria variabile, che sono ambientalisti quando gli serve e che continuano a riempirsi la bocca di “ambiente, ambiente, ambiente” e poi arrivano qua in Consiglio Comunale e cosa fanno? Privatizzano definitivamente l’inceneritore. Complimenti. Guardate, noi lezioni di ambientalismo di questo tipo non ne prendiamo, anche perché bisogna un minimo, non è che diciamo, tanto, però un minimo, avere un minimo di coerenza, un minimo di coerenza, cioè non proprio questa spudoratezza. Abbiamo una Sindaca Appendino firmataria della delibera che a ogni piè sospinto si rivolge all'universo mondo, dicendo: “Noi abbiamo l'ambiente come nostro faro. L'ambiente è la nostra politica direttrice. L'ambiente è la nuova emergenza” e firma una bella delibera e voi ovviamente compatti come un sol uomo, dimenticando ovviamente tutto quello che avete non detto o sostenuto, urlato, urlato in decine e decine di assemblee, in cui voi e i vostri sostenitori arrivavate lì e insultando chi in quel momento stava cercando di risolvere il problema dell’emergenza rifiuti e dell’emergenza di Basse di Stura se ne stava occupando, e purtroppo, la memoria storica ahinoi, è ancora presente agli atti, adesso la votate. Ma questa delibera fa un'altra operazione cinica. Assessore Rolando, lei è veramente perfido perché ha infilato in una sola delibera due questioni dirimenti culturali. La prima è quella che accennavo, che la riguarda, l’inceneritore, quella roba che avvelenava i bambini secondo i vecchi del Movimento 5 Stelle; la seconda operazione che fa con un'astuzia, mi consenta, lei è abile da questo punto di vista a far passare le cose, e la mitica dismissione la mette lì, tra parentesi, piccolina, delle 5.000 azioni di SMAT. Perché? Perché giustamente lei si ricorderà, Assessore Rolando, spero se lo ricordi anche la Sindaca Appendino, che su SMAT ha, ahinoi, un po’, per nostra fortuna, sbattuto il naso un po’ di volte su questa questione, noi abbiamo fatto spendere quasi 90.000 euro alla SMAT per farci dire una cosa che era ovvia, che era ovvia, e che cioè non è possibile trasformare SMAT S.p.A. in una società consortile e abbiamo, per una logica del tutto retorica e puramente concettuale, addirittura invitato la SMAT a far fare uno studio documentale che dimostrasse questo tipo di operazione. Io non ho ancora visto lo studio che verrà presentato, anche sulla base di che cosa leggo qui in questa delibera, difficilmente verrà reso possibile tecnicamente quanto più volte qui in quest'Aula…, io ricordo alcuni veementi interventi, mozioni, mozioni davvero che hanno proprio indirizzato, eh, non c'è che dire, avete lavorato in una maniera alacre secondo il mandato votato dal Consiglio Comunale, invece cosa fate, svendete 5.000 azioni di SMAT. Dov'è la sottigliezza di quest'operazione? Rolando, davvero i miei complimenti. Non so se li devo fare a lei o alla Sindaca Appendino per la brillante…, non saprei come definirla, una specie di slalom speciale, avete azzeccato la porta. Perché quali sono le caratteristiche di questi 5.000 azioni? Sono quelle non gravate dal peso degli investimenti economico-finanziari che sono stati fatti in questi anni dalla SMAT S.p.A. per rendere il nostro Servizio idrico integrato efficiente, efficace e pubblico, efficiente, efficace e pubblico. E, infatti, le 5.000 azioni che sostanzialmente voi avete immaginato con questa deliberazione, che adesso tutti i pubblicizzatori di acqua pubblica…, la Consigliera Ferrero raccoglie le firme della Legge Rodotà e poi viene in Aula e vota la delibera, cioè stellare contemporaneamente…, cioè io davvero un capolavoro assoluto. Viene alla Festa dell'Unità a raccogliere le firme per la Legge Rodotà il giorno 1, il giorno 1 più 1 viene in Aula e vota la delibera, chapeau. Cioè io robe così le ho viste fare veramente poche volte e da questo punto di vista è evidente che non potete fare altrimenti. Per tutte queste motivazioni, che, ovviamente, penso siano sufficientemente efficaci, l’impronta digitale su questa operazione ve la lasciamo tutta, lo mettete voi il dito sul tasto verde che voterà a favore di questa deliberazione, in maniera tale che così quando andrete a raccogliere le firme per l'acqua pubblica, quando andrete a spiegare che voi siete per l'ambiente e che anzi aprite alle intese sull'ambiente, politiche, e che voi siete quelli che hanno l'ambiente al primo posto, ci permetterete di ricordarvi con una piccola dose anche di soddisfazione, in quanto oggettivamente questa evoluzione politica del Movimento 5 Stelle, e in questo senso io la ritengo molto positiva, perché vi state normalizzando, vi state istituzionalizzato, vi state confrontando con quella che è la realtà fattuale e mi rendo conto che avete un qualche grado di difficoltà a sostenere quelle che sono sempre state le politiche del vituperato Partito Democratico, che quindi non parteciperà alla votazione e vi lascerà l’onore e l’onere di approvare questo documento. SICARI Francesco (Presidente) Prego, Consigliere Fornari. FORNARI Antonio Grazie, Presidente. No, la delibera obiettivamente ha una questione fondamentale, che è quella della vendita della quota di TRM, una quota che oramai è rimasta alla Città del 18,36%, la quota che si intende dismettere è 18,36%, ed è scritto anche proprio nella delibera, l’obiettivo è proprio quello di ridurre il debito enorme che ha la Città e che quindi è obbligata in un certo senso a ridurre tramite questo tipo di operazioni. Quello che obiettivamente poi non capisco dove le Minoranze o chi è intervenuto prima di me vuole parare, è se effettivamente quell'operazione che è stata condotta nel 2012-2013 aveva un senso, a maggior ragione ha senso questa, perché se quella operazione dove in realtà l'80% delle quote di TRM sono state vendute, quindi il controllo di un'azienda che doveva iniziare a fare utili perché l'inceneritore ha iniziato a funzionare quando? Nel 2013, quindi proprio quando doveva iniziare a fare utili è stato venduto. Quindi la Città non ha guadagnato nulla da quel tipo di operazione, anzi, i cittadini torinesi ci hanno rimesso perché hanno speso dei soldi per costruire un inceneritore che poi è andato ai privati. Quindi gli utili nei seguenti, la maggior parte degli utili, perché una quota del 18,36% è rimasta al Comune di Torino, ma l’80% di quegli utili sono andati ai privati. Quindi quell’operazione lì che effettivamente non ha senso e col Movimento 5 Stelle abbiano criticato perché nel momento in cui si costruisce un inceneritore che in un certo senso poi porterà degli utili, anziché vendere magari quell’azienda dopo qualche anno e quindi quando aveva una base solida di utili prodotti, quindi aveva un valore maggiore, è stato venduto ancor prima di iniziare a funzionare e di produrre utili. Quindi per questo quell’operazione lì era totalmente sbagliata. Questa operazione invece ha senso perché oramai il controllo di quella società non ce l'ha più il Comune di Torino perché ha solo una quota minoritaria, però finalmente…, per alcuni finalmente o comunque TRM in questo momento produce gli utili, quindi ha un senso vendere quell’azienda in questo momento qui, anche perché il Comune di Torino rispetto al passato, quindi nei cinque anni precedenti che sicuramente l'ex Assessore all'Ambiente ricorda, i cinque anni dal 2011 al 2016 non è aumentata la raccolta differenziata, eravamo al 42% nel 2011. Dopo cinque anni, al 2016, eravamo ancora di nuovo al 42%. Invece con il Movimento 5 Stelle al governo di questa Città la raccolta differenziata in questa Città ha ripreso, è ripresa nel quartiere di Vanchiglietta, è ripresa a San Salvario, è ripresa a Santa Rita e quindi alla fine dei cinque anni il differenziato in questa Città sarà maggiore e quello che effettivamente finisce nell’inceneritore, è quello l’obiettivo nostro, è di ridurre al minimo quanto viene bruciato dall’inceneritore, quanto produce utili e quindi si spera in futuro, nei prossimi anni, magari non a breve, ma tra qualche anno, che gli utili di TRM calino e quindi ha senso fare un’operazione del genere adesso perché l’obiettivo è per questa Città arrivate fra qualche anno al 65% di raccolta differenziata e non al 42% come ce l'avete lasciata, questo su TRM. Su SMAT, io sinceramente non ho capito qual era l'obiettivo, cioè noi facciamo l'operazione in cui passiamo da un ente non pubblico, che è FCT, quindi si passano 5.000 azioni da FCT, passano al Comune di Torino, proprio nell’obiettivo della ripubblicizzazione di una S.p.A., perché la pubblicizzazione è possibile solo se le azioni sono tutte in capo al Comune di Torino e quindi se le azioni di FCT tornano al Comune di Torino, che poi è quello che c'è scritto nella delibera, quello che avverrà, obiettivamente vanno in quella direzione lì, quindi nella direzione di trasformare poi in futuro SMAT da S.p.A. in Azienda Speciale Consortile di diritto pubblico e questo è possibile solo le azioni sono all’interno del Comune di Torino e questa delibera dice questo. Quindi passa 5.000 azioni che sono in FCT nel Comune di Torino, quindi sinceramente la questione della ripublicizzazione a maggior ragione con questa delibera andiamo in quella direzione lì, quindi a maggior ragione questa delibera è da votare. Grazie, Presidente. SICARI Francesco (Presidente) Grazie a lei. Prego, Vicepresidente Ferrero. FERRERO Viviana (Vicepresidente) Grazie, Presidente. Allora, rispondo subito al Capogruppo Lo Russo che appunto mi ha chiamata in causa dicendo che non credo che sia stata una lesa maestà quella di partecipare alla festa dell’Unità nel raccogliere le firme sull’iniziativa popolare di legge, di iniziativa popolare sui beni comuni, credo che sia tra l’altro stato un momento molto significativo che anche all’interno di tutta quelle che erano le persone che partecipavano alla manifestazione ha sortito dei significativi numeri, quindi direi che anche il Partito Democratico si orienti in modo forte sull’iniziativa popolare, sulla ricostituzione appunto del Comitato Rodotà e quindi su quell’alternativa che noi dobbiamo portare avanti dei beni comuni come situazione appunto intermedia tra quell’opposizione che è pubblico e privato in tanti diversi di possedere le cose e di gestire le cose. La scelta della vendita dell’inceneritore non dovrebbe essere sicuramente..., la scelta dell’incenerimento non dovrebbe essere la prima scelta, ci dovrebbero essere dei cicli virtuosi, circolari dove l’ambientalismo è appunto prioritario in quanto è un ripensamento dei cicli, quindi piccoli impianti, tanti piccoli impianti e non i grandi impianti. La strategia, ne parlava anni fa, sono tantissimi anni che gira il mondo Paul Connett nel raccontare la strategia rifiuti zero che non è una strategia utopica ma è un’ambizione di riuscire con l’efficientamento dei cicli produttivi a non fare più rifiuti, ma questo tipo di impianti di grandi impianti - quelli dell’incenerimento - bruciano materiale primo e ancora vorrei riferire il fatto che quando parliamo di ambientalismo, e qui ne abbiamo parlato tanto soprattutto con tutta quella nuova corrente di pensiero legata appunto ai “Friday For Future”, al fatto che comunque noi dobbiamo in qualche modo salvare il Pianeta e soprattutto comprendere il fatto che il Pianeta ha delle risorse finite. Nasce la scuola di pensiero proprio a Torino tramite il (incomprensibile), (incomprensibile) scrivono un trattato con una modellizzazione sui limiti dello sviluppo, sono argomenti ampiamente conosciuti e dibattuti anche in quest’Aula e io ne sono contenta perché di questi argomenti ne abbiamo parlato sia Maggioranza che Minoranza. Detto questo, io non sono felice di vendere quote di partecipate che hanno rese economiche ma la condizione di Bilancio impone una continua politica di dismissione e se questi impianti che hanno resa economica sono anche impianti che non devono essere principali ma diventeranno nel tempo secondari, cioè impianti di emergenza, perché appunto se riusciremo le nostre politiche saranno quelle dei piccoli impianti per il recupero di materiali. Quindi io credo che l’ambientalismo non sia un cappello che la Consigliera Ferrero si mette e si toglie, forse è un cappello che ci dovremmo mettere tutti, che dovremmo declinare tutti i giorni con le nostre azioni, che dovremmo cercare di portare avanti tutti insieme e forse qui la retorica politica ci sta anche poco. Come dico, sicuramente lo Stato ci deve aiutare, noi dobbiamo chiedere un aiuto sul nostro bilancio che ci porti a non vendere più nulla e a fare invece delle scelte per il bene della comunità, quindi la richiesta è sempre che appunto quella situazione di predissesto che abbiamo trovato si risolva grazie all’aiuto del Governo. SICARI Francesco (Presidente) Grazie. Prego, Capogruppo Napoli. NAPOLI Osvaldo Presidente, sono velocissimo. Questa corrispondenza di amorosi sensi continua ad essere reciproco, io vi consiglierei una cosa: fatelo bene, nascondetelo un pochino, fatelo con una certa arte, non in questa maniera talmente forte... fatelo bene, se avete bisogno di consigli ve lo dico io, qualcosa da vendere bene si può fare, ma non in questa maniera così sfacciata. Grazie, Presidente. SICARI Francesco (Presidente) Grazie a lei. Ci sono altri interventi sul tema? Chi interverrà prima fra me...? Prego, Vicepresidente Lavolta. LAVOLTA Enzo (Vicepresidente Vicario) Sì, grazie, Presidente. Dopo aver ascoltato il Consigliere Fornari, la tentazione di riassumere anche solo sommariamente questa parabola straordinaria che ha visto il Movimento 5 Stelle... diciamo radicalmente cambiare rotta non tanto con l’atteggiamento, la postura, le dichiarazioni in Aula ma con gli atti concreti in questi anni sarebbe fortissima e non voglio farlo, non lo voglio fare semplicemente perché mi interessa la prospettiva, mi interessa guardare avanti. Mi limiterò quindi a riassumere questa parabola con solo il titolo, il titolo è semplice, guardate, durante la campagna elettorale del 2016 il Movimento 5 Stelle alla domanda: “Che cosa farete del Termovalorizzatore?” rispondeva dicendo: “Lo affameremo”, “Lo affameremo” nel senso che “Ridurremo la quantità di tonnellate di rifiuti da conferire”. La parabola si consuma oggi con il Movimento 5 Stelle - o meglio la Giunta, l’Amministrazione - che viene sfamata da quel Termovalorizzatore che avrebbe dovuto essere affamato, questo è il titolo, poi lascio diciamo i capitoli e i paragrafi al comitato “No INC” che li riassume in modo molto puntuale e meglio probabilmente di come saprei fare io sui propri siti e sui propri organi di informazione; ma guardando, e quindi Consigliere Fornari, in questa parabola mi sarei aspettato almeno che acquisisse alcune informazioni, come ad esempio il fatto che lei dice che la raccolta differenziata a Torino non si fa in alcuni quartieri, le segnalo che la raccolta differenziata si fa in tutta la Città da molto tempo e da molto prima che lei si sedesse su quei banchi, quello che cambia è il metodo di raccolta e in effetti ci sono delle zone in cui il metodo di raccolta, che si chiama “domiciliare integrata” cioè porta a porta, su alcuni quartieri ancora oggi non è presente. Così come lei avrebbe dovuto dire se avesse voluto essere onesto intellettualmente ma capisco diciamo l’enfasi e la necessità, cioè non la capisco in realtà fino in fondo però comprendo diciamo... mi sforzo di comprendere le sue motivazioni quando dice che l’estensione del metodo di raccolta porta a porta è stato riattivato nel 2016. Guardi nel 2014 ci sono degli atti amministrativi che comprovano che 40.000 abitanti e residenti del quartiere Crocetta e in più tutta la popolazione studentesca del Politecnico di Torino venivano interessati da questo stravolgimento del metodo di raccolta, ma questo è il passato. Io vorrei rubare solo un minuto per parlare del futuro e condivido con voi il motivo per cui io no parteciperò al voto di questa deliberazione. Il motivo è molto semplice: se non fosse stato per il Comune di Genova la partecipazione pubblica di IREN sarebbe scesa sotto il 50% e la motivazione, diciamo, la causa di questa riduzione della partecipazione pubblica nella società IREN era ascrivibile soltanto ad una responsabilità specifica che è quella dell’Amministrazione di Torino, in particolare della Sindaca Appendino, che ha deciso progressivamente di ridurre il peso di questa istituzione in questa Città nella governance di IREN e di dismettere quote di partecipazione; io per primo in quella fase concitata in cui la Sindaca insisteva sull’opportunità, che poi si è consumata, di vendere quote della società IREN che ricordo a me stesso essere uno dei driver più importanti anche per caratterizzare lo sviluppo economico, sociale e ambientale del nostro territorio, mi permisi di dire: “Ma se dovere vendere delle quote perché vi servono dei soldi, perché non vendete le quote di TRM?”, lo dissi io per primo. Qual è il problema oggi? È che io ho paura, e lo dico in modo molto schietto, che la dismissione di ulteriori quote di IREN non verrà scongiurata dall’approvazione di questa delibera, se io avessi avuto, l’ho chiesto in Commissione, l’ho chiesto alla Sindaca, l’ho chiesto anche ad alcuni Consiglieri, potete per favore dire pubblicamente che nell’anno del Signore 2019 la Città di Torino non venderà ulteriori quote di IREN? Se avessi avuto anche solo una mezza risposta io avrei dato fiducia a questo atto amministrativo che porterà nelle casse della Città di Torino sicuramente diverse decine di milioni di euro ma che di fatto ridurrà al lumicino la partecipazione del ciclo integrato dei rifiuti per quanto riguarda l’impianto di termovalorizzazione che anche questo, io speravo che nel frattempo fosse stato acquisito, è un impianto che produce energia termica ed energia elettrica, cioè è pienamente inserito all’interno del tema più ampio del recupero di materia. Ma ciò detto, io voglio dare ancora fiducia diciamo all’Aula per cui magari nel corso della discussione la Sindaca ci confermerà che non è sua intenzione dimettere ulteriori quote di IREN e quindi potrebbe essere ragionevole prendere in considerazione questo provvedimento, faccio fatica a pensare che questo accadrà. Per quanto riguarda poi più in generale l’altro aspetto di questa deliberazione riguarda la società che caratterizza il nostro Servizio idrico integrato. Allora, io ho già avuto modo di dire in Commissione che sono contento che ad occuparsi di questo tema non siano alcuni Consiglieri Comunali che non hanno mai preso in considerazione l’ipotesi di approfondirlo veramente questo tema ma assieme a due Parlamentari a cui riconosco competenza, sono l’Onorevole Daga da una parte e l’Onorevole Braga dall’altra che hanno depositato due proposte di legge che mirano a migliorare il Servizio idrico integrato. Allora, io non credo di poter affermare il servizio idrico integrato torinese sia perfetto, sono sicuro invece di non essere smentito nel dire che è il migliore in Italia in questo momento e quindi l’auspicio è che, indipendentemente da questo giro di quote che anche oggi con questo provvedimento voi state sottoponendo a quest’Aula comunque almeno rimanga la consapevolezza ai Consiglieri Comunali che l’obiettivo che dovremmo porci non è tanto quello di comprometterlo, di compromettere la bontà del Servizio idrico integrato ma piuttosto di migliorarlo tutti insieme e nel frattempo anche preservarlo. Da questo punto di vista mi pare che invece il percorso sarà ancora lungo, noi ovviamente continueremo a monitorare sia l’evoluzione dell’attenzione o disattenzione - purtroppo - della governance di IREN, sia l’attenzione che, invece, io auspico sia più certificabile rispetto alla buona, corretta gestione di una delle migliori società in Italia, sicuramente una delle migliori società nel nostro territorio, che è SMAT. SICARI Francesco (Presidente) Grazie. Prego, Consigliere Mensio. MENSIO Federico Grazie, Presidente. Parto dalla delibera che certamente non fa mai piacere a nessuno dismettere delle quote ma uno deve far fuoco con la legna che ha, e devo dire che com’è stato detto anche da altri esponenti non solo del nostro Gruppo Politico è meglio tenersi stretta la Capogruppo di un gruppo industriale molto importante e cedere piuttosto le quote di una società che già oggi comunque il Comune di Torino non controllava col 18,37% in quanto l’espressione dell’Amministratore Delegato è in capo alla IREN S.p.A. e non al Comune. Detto ciò, devo anche sempre capire cosa intende uno per società pubblica o società privata, a un certo punto ho sentito dire che c’è una società privata e un’altra pubblica, però sono tutte e due S.p.A. quindi sono tutte e due società di diritto pubblico e tutte e due in controllo pubblico perché entrambe detengono almeno il 50,01% di proprietà pubblica come quote, quindi ci si mette d’accordo su cosa vuol dire “pubblico”, su cosa vuol dire “privato”, su cosa vuol dire “diritto pubblico” e su cosa vuol dire “diritto privato”. Detto ciò, ho scoperto anche che abbiamo in Consiglio chi ha o la palla di vetro o delle informazioni che noi non abbiamo perché la trasformazione di SMAT avverrà solo a seguito di presentazione, e ci dirà quel tipo di piano che sarà presentato il 23 al Consiglio di Amministrazione ed entro 30 giorni all’Assemblea dei Soci solo dopo quella presentazione di quel piano - che dirà che non è un piano ma è uno studio di fattibilità - se è conveniente o meno, quindi evidentemente io oggi ho sentito che SMAT ha già detto che non è conveniente, come fa a saperlo mi piacerebbe saperlo. Quindi o qualcuno ha già visto il piano, io non l’ho ancora visto, abbiamo fatto la Commissione non più tardi di venerdì scorso, dove ci è stato detto che sarà presentato dai tecnici il 23, oppure ha la sfera di cristallo, questi sono i due casi. Detto questo, prenderemo atto dopo il 23 di settembre del Piano di trasformazione di SMAT. In ultimo devo dire che se la politica, tutta la politica, degli anni passati avesse dato retta alla strategia europea sui rifiuti che poneva al primo punto - che è il punto politico fondamentale su cui i politici e l’Amministrazione dovevano intervenire - che era quello della prevenzione della produzione di rifiuti e non partire dall’ultimo che era quello della trasformazione anche... anzi diciamo smaltimento anche ai fini energetici dei rifiuti, se fossimo partiti tutti dal primo punto oggi probabilmente non staremmo a parlare di inceneritore sì o inceneritore no, invece si parte sempre dall’ultimo, sempre dal basso, un po’ come costruire la casa dal tetto invece che dalle fondamenta. Io continuo a credere, e personalmente sono convinto, che l’inceneritore oggi, e l’ho sempre detto, non si possa chiudere perché non siamo ancora abituati a non produrre sufficienti rifiuti ma un domani lo stanno dimostrando moltissime Amministrazioni e lo dimostrano anche atti non presentati dal nostro Gruppo ce la tendenza èn quella di arrivare alla riduzione della produzione dei rifiuti. Domani non servirà l’inceneritore? Probabilmente sì; quando? Questo non ve lo so dire, però noi sappiamo benissimo che tra l’altro in natura nulla si crea e nulla distrugge e quindi quell’inceneritore trasforma qualcosa, un rifiuto in qualcos’altro, potrà anche essere energia ma comunque continuano ad esserci degli scarti e che non sono scarti che vengono inceneriti una seconda volta, da qualche parte devono essere messi. Vogliamo dirlo che vengono messi in discariche speciali? Diciamo tutto il ciclo dei rifiuti, non dimentichiamoci, ci arriviamo fino a un certo punto e poi ci dimentichiamo di dire com’è la verità. Bene, finisco con il discorso delle discariche, è stata citata la bassa di stura beh, io credo che nei prossimi mesi avremo delle interessanti novità su com’è stato gestito il post mortem, le tariffazioni sul post mortem sulle Basse di Stura, sono molto convinto, sono convinto che sarà uno di quei lasciti che non volevano avere. Grazie. SICARI Francesco (Presidente) Grazie a lei. Ci sono altri interventi? Se non ci sono altri interventi... Sì, siamo quindi alle dichiarazioni di voto. Prego, Capogruppo Lo Russo. LO RUSSO Stefano Come facevamo rilevare nel combinato disposto dell’intervento che ho fatto prima e dell’intervento del collega Lavolta, il nodo cruciale di tutta questa partita è certamente questo ma è soprattutto il futuro di IREN perché anche sulla base di quanto i colleghi della Maggioranza hanno detto cercando per primo di giustificare il non giustificabile e secondo demandando ad un futuro non definibile nel tempo il momento di chiusura dell’inceneritore, individuato il cuore del tema, il cuore del tema è il ruolo che la Città di Torino ha nel governo di IREN. Allora, ci si consenta di non fidarci tanto delle affermazioni che fin qua abbiamo sentito sul fatto che Appendino da qua alla fine del mandato non tornerà in quest’Aula per farvi vendere una rimanente quota di IREN, lasciateci col dubbio poi noi speriamo di venire smentiti, a naso le affermazioni perentorie fatte dal Movimento 5 Stelle che ovviamente spiega la dismissione del Termovalorizzatore, se ho capito bene il combinato disposto dell’intervento dei colleghi, nell’ottica di dire: “No, ma noi dismettiamo le partecipate però IREN la teniamo” ci lasciate gentilmente questo dubbio? Il secondo elemento deriva anche dalla fattualità della questione perché una delle cose che abbiamo sempre detto alla Sindaca Appendino quando l’abbiamo, come dire, individuata come la responsabile della svendita di IREN era non tanto la valorizzazione patrimoniale delle quote che venivano dismesse, quanto piuttosto l’incapacità di costruire una rete territoriale che fondamentalmente venisse incontro da un lato all’esigenza di recuperare risorse finanziarie derivanti dalla dismissione del pacchetto azionario, dall’altro di evitare che queste risorse finissero nella pancia - delle azioni intendo dire - del nostro socio Città di Genova perché è vero, come diceva Rolando stamattina parlando di un’altra delibera, che ci sono i patti parasociali che ci garantiscono, attenzione bene, ci garantiscono finché sono validi e non sono validi sine die, sono validi fino alla loro scadenza ma quando questi patti saranno scaduti, siccome non consideriamo il Comune di Genova e il Sindaco Bucci una sorta di opera pia che, fondamentalmente, si occupa di fare beneficenza al Comune di Torino quanto piuttosto di un’intelligente e molto più scafata Amministrazione di questa, ha intelligentemente preconfigurato le condizioni per cui alla scadenza dei patti parasociali ci troveremo nel combinato disposto nella salita del Comune di Genova e nella discesa già significativa ma, ahinoi, temiamo ancora più significativa quando voi ci verrete a spiegare l’esigenza di vendere ulteriori quote di IREN nella prospettiva che a vista non oggi per domani ma oggi fra due, tre, quattro anni, quando quella capofila sarà di fatto oltre che in termini patrimoniali completamente nelle mani della governance dei nostri soci, a questo punto non più paritari ma certamente largamente maggioritari. Ovviamente noi speriamo di sbagliare, speriamo di essere cattivi profeti, ma questa è una responsabilità politica molto rilevante, c’erano delle alternative eh, non è che non c’erano le alternative, bastava fare politica, bastava che la Sindaca Appendino prima di portare in Aula la delibera di dismissione delle quote di IREN si occupasse di capire se altri soggetti investitori territoriali, faccio ad esempio riferimento ai fondi di investimento delle fondazioni, faccio riferimento anche alla Regione Piemonte, perché no? Un ente pubblico territoriale che certamente ha, dal mio punto di vista, un maggior grado di tutela e di garanzia degli interessi territoriali di questo delicatissimo di comparto dei Servizi Pubblici Locali. Nulla di tutto ciò è stato fatto perché c’era la fretta di vendere, perché quelle robe lì erano attacchi gratuiti dell’Opposizione e invece ahinoi era la messa in evidenza dell’assoluta incapacità politica di costruire una regia intorno a questo tipo di questione, non solo intorno a questo tipo di questione, quando ci chiedono quali sono le cose che ci uniscono e quali sono le cose che ci dividono. Tra le cose che ci dividono ci sono anche, un pochino, la difesa, la tutela degli interessi territoriali che non sono il pareggio di Bilancio, quelli sono difesa di interessi del ceto politico che così rimane al suo posto, la difesa degli interessi territoriali sono invece la costruzione di politiche industriali e di strategie anche aziendali di aggregazione e cessione o acquisizione che servono a garantire gli interessi dei Servizi Pubblici di questo territorio, della qualità di questi servizi e, perché no, degli oltre 500 milioni di euro di investimenti che IREN ha già deliberato e dei posti di lavoro che vorremmo costruire e incrementare e non certamente consegnare al reddito di cittadinanza di grillina istituzione. Per tutte queste ragioni il Partito Democratico non parteciperà alla votazione e vi lascerà la responsabile piena e totale di questa operazione che si inquadra non tanto e non solo in un quadro di contabilità pubblica in senso stretto ma anche in una dimensione strategica assolutamente deficitaria. SICARI Francesco (Presidente) Grazie. Prego, Consigliere Mensio. MENSIO Federico Sì, intervengo per dire che il nostro Gruppo ovviamente voterà a favore, devo dire che tutte le previsioni fatte fino adesso sulla vicenda IREN, TRM se ne fosse avverata una, si sono avverate esattamente quelle che invece secondo qualcuno non si dovevano avverare, abbiamo mantenuto la governance, abbiamo espresso il Presidente, un Presidente tra l’altro di valore. Non c’è stata quella golden share che era stata tanto mistificata dagli altri Gruppi politici, quindi se per me continuano a fare le previsioni così io sono ben felice, continuate, mi sembra che la scuola su questo l’abbiate fatta, andate pure avanti e noi convintamente voteremo sì e poi vedremo nel prosieguo dell’anno cosa succederà. SICARI Francesco (Presidente) Grazie, ci sono altre dichiarazioni di voto? Se non ci sono altre dichiarazioni di voto proseguiamo adesso con il mettere in votazione l’atto. Prego Consiglieri, votate. Tutti i Consiglieri hanno votato? È in votazione la razionalizzazione delle partecipazioni. Tutti i Consiglieri hanno votato? Chiudo la votazione. Favorevoli 21, contrari zero, astenuti 3, il Consiglio approva. SICARI Francesco (Presidente) Darei lo stesso esito per l’immediata eseguibilità dell’atto. |