Interventi |
LO RUSSO Stefano Grazie, Presidente. Sindaca, per stemperare un po' questo clima ci immaginavamo che lei avesse tolto le deleghe al lavoro a Sacco, perché Sacco e lavoro nella stessa frase era un po’ difficile. È una battuta, Assessore, di quelle che ogni tanto le riservo con la mia consueta cattiveria e veleno. No, al di là delle battute, che invece non sono affatto scontate, noi in realtà non abbiamo ben capito l'impostazione che lei, Sindaca, vuole dare e soprattutto non abbiamo ben capito la ragione per cui ha tolto a Sacco le deleghe, dandole all’Assessora Schellino, cioè storicamente la delega al Lavoro, che in questo Comune ovviamente attiene alle misure…, al di là del peso politico della Città nei tavoli di trattativa, dove la Città mette la sua faccia, anche quando non ha competenze dirette, questo è un tema di presenza politica, fatichiamo a capire la ratio per cui mentre prima erano ricondotte in un unico Assessore, l'Assessore Sacco, deleghe che avevano la loro linearità, cioè le Politiche del Lavoro e complessivamente la gestione anche operativa di quelli che erano gli strumenti di mitigazione di chi il lavoro lo perde, non riusciamo a capire come questo spacchettamento di deleghe possa aumentare l'efficienza del processo, perché in realtà di norma aveva un senso, ha sempre avuto un senso, e questa cosa è piuttosto inedita, invece il tenere insieme sia l'interlocuzione sulle Attività Produttive, sia ovviamente poi quelli che erano gli strumenti di gestione delle crisi industriali. Davvero fatichiamo quindi a capire la ratio. Speriamo che effettivamente possa questo scarico di deleghe all'Assessore Sacco permettere all'Assessore Sacco di concentrarsi meglio e di più su tutte le cose, come dire. sulle altre Attività Produttive in cui è impegnato tutti i giorni e speriamo che dal punto di vista generale aumenti effettivamente l'efficienza proprio in virtù del fatto che a nostro modo di vedere invece aveva senso mantenere, anzi rafforzare, se vogliamo, l'elemento positivo di questo tipo di impostazione e, come noto, riteniamo che la strumentazione di welfare debba sempre essere non vissuta e non gestita nell’accompagnamento fuori dal mondo del lavoro come uno strumento di natura assistenziale, ma invece come una temporanea tutela nei confronti di un’Amministrazione che invece si occupa di occasioni di sviluppo di crearle. |