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SICARI Francesco (Presidente) Proseguiamo adesso con le Comunicazioni della Sindaca che hanno come oggetto: “Nuovo assetto della Giunta Comunale” SICARI Francesco (Presidente) Le riprendiamo da quelle di lunedì scorso, è il proseguimento. Solo un attimo che… Prego, Sindaca Appendino. APPENDINO Chiara (Sindaca) Grazie, Presidente. Ringrazio anche i Capigruppo che la scorsa volta hanno trovato l'accordo rispetto alle comunicazioni di questa seconda parte che faccio oggi. Quindi, come avevo anticipato, la parte che riguarda le tre deleghe di Formazione Professionale e Politiche Attive del Lavoro, Promozione e Occupazione Giovanile e Femminile, sono in carico all'Assessora Vicesindaco Schellino. Ci tengo però a spiegare qual è il ragionamento che ha portato a questa scelta, che in realtà non è solo un riassetto di deleghe, ma è una visione diversa del funzionamento dei due Assessorati. Da un lato vogliamo specializzare, sostanzialmente, le due missioni, cioè un Assessorato che si occupa soprattutto, quello in particolare ovviamente dell'Assessore Sacco, delle attività correlate alla gestione delle crisi aziendali e tutti gli strumenti di salvaguardia, dell'occupazione di salvaguardia salariale e la parte che riguarda lo sviluppo economico, quindi parliamo ovviamente di Cassa Integrazione, contratti di solidarietà e il progetto ad esempio che riguarda le aree di crisi che sta coinvolgendo il territorio, trasferendo invece all’Assessore Schellino tutta la parte che può avere un forte collegamento con il welfare, in particolare le azioni a sostegno del lavoratore disoccupato, sia dirette al sostegno al reddito, che lo sviluppo di misure per la rioccupazione, quindi anche nell'ottica di creare un maggiore link, o comunque un maggior rafforzamento tra le politiche del lavoro attivo, quindi della ricerca di percorsi di economia utilizzando lo strumento del reddito di cittadinanza, che vedrà la Città fortemente coinvolta. Proprio in questo senso specifico che nell’ambito delle materie delegate all'Assessore Sacco rimangono quindi confermate il Commercio, l’Industria, l’Agricoltura, l’Artigianato, i Mercati, le politiche di sostegno allo sviluppo, di sostegno alle aziende in situazione di crisi o di ristrutturazione, con estensione alle misure di salvaguardia dei posti di lavoro e di sostegno al reddito. All'Assessore e Vicesindaco Sonia Schellino nell’ambito invece delle deleghe Formazione Professionale, Politiche Attive del Lavoro e Promozione e Occupazione Giovanile e Femminile. Allora a lei, sostanzialmente, competono le azioni di sostegno e assistenza ai lavoratori dipendenti ed aziende in dato di crisi, ovvero lavoratori disoccupati. Quindi si tratta di una riorganizzazione che in realtà deriva da una maggiore specializzazione, da un lato più, come dire, del tema che riguarda lo sviluppo economico, con particolare attenzione, per quanto riguarda il livello territoriale, a progetti come area di crisi, ma anche tutte le tematiche, ad esempio, dei mercati, dall'altra parte invece si è deciso di rafforzare le possibili sinergie fra tutto quello che riguarda l'attenzione e la costruzione di percorsi di autonomia, in particolare legate al reddito di cittadinanza e quindi creare le sinergie sulle politiche del lavoro legate a questa tematica. È ovvio che i due Assessorati, come peraltro credo sia avvenuto anche questa mattina in Commissione, non è la prima volta che capita, dovranno evidentemente lavorare in sinergia, ma non ho dubbi che questo non accadrà. Grazie. SICARI Francesco (Presidente) Grazie a lei. Ricordo che, non essendo stato trovato accordo, i Gruppi hanno cinque minuti a disposizione. Prego, Capogruppo Lo Russo. LO RUSSO Stefano Grazie, Presidente. Sindaca, per stemperare un po' questo clima ci immaginavamo che lei avesse tolto le deleghe al lavoro a Sacco, perché Sacco e lavoro nella stessa frase era un po’ difficile. È una battuta, Assessore, di quelle che ogni tanto le riservo con la mia consueta cattiveria e veleno. No, al di là delle battute, che invece non sono affatto scontate, noi in realtà non abbiamo ben capito l'impostazione che lei, Sindaca, vuole dare e soprattutto non abbiamo ben capito la ragione per cui ha tolto a Sacco le deleghe, dandole all’Assessora Schellino, cioè storicamente la delega al Lavoro, che in questo Comune ovviamente attiene alle misure…, al di là del peso politico della Città nei tavoli di trattativa, dove la Città mette la sua faccia, anche quando non ha competenze dirette, questo è un tema di presenza politica, fatichiamo a capire la ratio per cui mentre prima erano ricondotte in un unico Assessore, l'Assessore Sacco, deleghe che avevano la loro linearità, cioè le Politiche del Lavoro e complessivamente la gestione anche operativa di quelli che erano gli strumenti di mitigazione di chi il lavoro lo perde, non riusciamo a capire come questo spacchettamento di deleghe possa aumentare l'efficienza del processo, perché in realtà di norma aveva un senso, ha sempre avuto un senso, e questa cosa è piuttosto inedita, invece il tenere insieme sia l'interlocuzione sulle Attività Produttive, sia ovviamente poi quelli che erano gli strumenti di gestione delle crisi industriali. Davvero fatichiamo quindi a capire la ratio. Speriamo che effettivamente possa questo scarico di deleghe all'Assessore Sacco permettere all'Assessore Sacco di concentrarsi meglio e di più su tutte le cose, come dire. sulle altre Attività Produttive in cui è impegnato tutti i giorni e speriamo che dal punto di vista generale aumenti effettivamente l'efficienza proprio in virtù del fatto che a nostro modo di vedere invece aveva senso mantenere, anzi rafforzare, se vogliamo, l'elemento positivo di questo tipo di impostazione e, come noto, riteniamo che la strumentazione di welfare debba sempre essere non vissuta e non gestita nell’accompagnamento fuori dal mondo del lavoro come uno strumento di natura assistenziale, ma invece come una temporanea tutela nei confronti di un’Amministrazione che invece si occupa di occasioni di sviluppo di crearle. SICARI Francesco (Presidente) Grazie. Prego, Consigliere Russi. RUSSI Andrea Grazie, Presidente. Grazie a lei, Sindaca. Sono davvero molto, molto contento di questo spostamento di deleghe per l’importanza concettuale che ricopre. Premetto, il mio giudizio non ha nulla a che vedere con i risultati raggiunti dall'Assessore Sacco, che ha svolto a mio giudizio un ottimo lavoro, sia nel ruolo di mediazione con le sigle sindacali e sia portando avanti le istanze della Città di Torino nelle diverse crisi del territorio che abbiamo potuto esaminare e affrontare anche all'interno della III Commissione con i commissari e si va dalle mense ai lavoratori Italia on line, a Imbraco, insomma, sono tutte crisi che sono passate dalla III Commissione. Mi fa piacere che questa parte di deleghe infatti sia rimasta in capo a lui, ma le mie considerazioni sono più relative ai problemi occupazionali che sono introdotti dalla grande rivoluzione tecnologica che stiamo vivendo, assieme ai problemi legati alle larghe economie di scala e alla globalizzazione, infatti ha reso molto, molto obsoleto il paradigma che collega un aumento di posto di lavoro a un aumento della produzione. È una formula che non funziona più e diventano sempre più necessarie nuove forme di redistribuzione della ricchezza. Nel ‘95 l'economista Jeremy Rifkin scrisse un saggio dal titolo emblematico, quanto provocatorio, che era intitolato “La fine del lavoro”. Nella parte iniziale del libro l'autore espone la tua tesi: “Prima delle rivoluzioni industriali più del 90% della popolazione americana si occupava di agricoltura. Nella prima rivoluzione industriale grandi masse di lavoratori lasciano l'agricoltura per andare a operare nelle fabbriche e attualmente solo il 3% infatti della popolazione americana si occupa ed è impiegata nell'agricoltura, ma grazie alle macchine agricole la domanda è ampiamente soddisfatta dalla produzione. Nella seconda rivoluzione industriale è avvenuto qualcosa di analogo, le macchine in automazione hanno preso il posto dell'uomo nell'industria manifatturiera e le masse di lavoratori lasciano le fabbriche per spostarsi nel settore terziario ed adottare il computer come nuovo strumento di lavoro. Ora siamo nel corso di una terza rivoluzione industriale, nella quale l’incredibile progressione della potenza di calcolo dei moderni lavoratori pone in esubero un crescente numero di lavoratori”, in pratica la tecnologia che prende il posto del lavoro dell'uomo. A seguito di questo, la realtà che l'autore vuole evidenziare è che le masse di lavoratori che escono dal terziario entrano a far parte del mondo della disoccupazione. Non esiste un settore quaternario dove si possono reimpiegare e insomma tutto ciò causa un impoverimento, anche delle persone che già erano impiegate per via della maggiore concorrenza e di un numero sempre minore di posti di lavoro disponibili. È una situazione che arriva quotidianamente alla nostra attenzione, è veramente miope non rendersene conto. Il 30 gennaio 2019 ANSA.it titolava che “L'automazione ruberà il 25% dei lavori”. Viviamo in un mondo dove 100 operai sono stati sostituiti da un unico Ingegnere che comando una catena dove il lavoro di 99 operai non esiste più. E dove vanno a finire queste risorse? 20 casellanti autostradali sono sostituiti da bancomat e telepass e la settimana scorsa i dipendenti della Catena alberghiera Marriot hanno indetto il primo sciopero contro i robot che rubano il lavoro, in quanto sono stati introdotti nuovi sistemi di riconoscimento dei clienti, praticamente attraverso la tecnologia di riconoscimento facciale. Il mio stesso lavoro, sono un tecnico di radiologia, probabilmente e verrà sostituito dalle macchine. Qua a Torino parliamo di guida autonoma, che sicuramente non aiuterà il lavoro degli autisti. Molte delle aziende che abbiamo ascoltato in Commissione Lavoro, tra l'altro non solo continuano a produrre, anzi producono molto di più, aumentano la produzione, ma sono sempre meno persone che ci lavorano e sono sempre meno pagate, di conseguenza sono sempre meno necessari i lavoratori per la produzione. Dopotutto le nuove tecnologie nascono proprio per quello, per lavorare di meno e avere più tempo libero, solo che in una società come la nostra, fortemente impostata sul lavoro, tanto che il lavoro è il primo punto della nostra Costituzione, tra i principi fondamentali, il reddito è legato all’attività lavorativa che genera consumi e dunque altro lavoro. Si può affermare, estremizzando, che se non c'è lavoro, mancano proprio le fondamenta su cui è costituita la nostra società. I risultati sono sotto gli occhi di tutti e molto spesso si trasformano in disoccupazione e impoverimento e ricorso agli ammortizzatori sociali. Gli stessi Sindacati non hanno più gli strumenti adeguati per contrastare questo processo. Lo Stato e tutte le Istituzioni, compresa la nostra, dovrebbero cambiare il modo di intendere il lavoro e dovrebbero assumersi più responsabilità nella regolamentazione e nella redistribuzione delle risorse. Dobbiamo immaginare un altro mondo in cui esistono un salario minimo orario, ovviamente, ma soprattutto un reddito di cittadinanza in un certo modo slegato dal lavoro, ma in accompagnamento alla ricerca di un impiego, come forme di redistribuzione della ricchezza, che è sempre più nelle mani di poche persone. Alla luce di queste considerazioni, che sono un po' la fotografia dell'epoca che stiamo vivendo, e, ripeto, non vederlo secondo me dimostra una miopia veramente infinita, diventa indispensabile recuperare la dignità del lavoro anche attraverso percorsi assistenzialisti e sono contento che la nostra Amministrazione abbia scelto con questo spostamento delle deleghe di andare in questa direzione, che è, a mio giudizio, l'unica possibile. Grazie. SICARI Francesco (Presidente) Grazie a lei. Prego, capogruppo Artesio. ARTESIO Eleonora Noto che abbiamo scomodato categorie come quelle dell'importanza concettuale e io mi scuso preventivamente per non riuscire ad essere all'altezza di così tanta elaborazione concettuale, quindi mi limito esclusivamente ai manuali e alla letteratura corrente. La letteratura corrente, da quella europea a quella nazionale, a quella regionale, quando parla di Politiche Attive del Lavoro, parla di tutte quelle politiche che concorrono alla piena occupazione e quindi da questo punto di vista mi riesce, ovviamente nel limite delle mie capacità concettuali, difficile distinguere tra coloro che perseguono la qualificazione, il mantenimento dell'occupazione nelle situazioni industriali e coloro che perseguono il mantenimento dell’occupazione, la qualificazione dell'occupazione in altri contesti più assimilabili alle politiche di welfare. Quindi io, francamente, non riesco a vedere il fondamento concettuale di questa distinzione di deleghe, anzi, lo considero molto equivoco anche rispetto agli interlocutori esterni alla nostra Amministrazione, nel senso che a breve avremo tutti una condivisione di intenti su un ordine del giorno che parla dell'occupazione femminile e della giusta retribuzione e dell’equivalenza della retribuzione. Credo saranno molto contente tutte le associazioni di genere di sentir dire che l'occupazione femminile è una di quelle tematiche di promozione del lavoro che sta sotto l’alveo delle politiche sociali, mentre quelle dello sviluppo economico stanno da un'altra parte, perché io credevo che l'occupazione femminile, l'occupazione giovanile, fossero due fattori economici che lavorassero sull'aumento della capacità complessiva della comunità e sui processi di autodeterminazione dei soggetti. Invece qui abbiamo appreso che le Politiche Giovanili e quelle Femminili stanno sotto l'ombrello del welfare, mentre quelle dello Sviluppo Economico hanno altre traiettorie, quindi vorrei almeno ci connettessimo mentalmente non sulle grandi categorie concettuali, ma su quello di cui stiamo discutendo adesso e su quello di cui discuteremo tra mezz'ora, perché mi pare che già concettualmente divergano. Voglio sottolineare che questa questione è invece assimilabile ad una politica generale che non oserei definire concettuale, che è in corso in questo momento nel nostro Paese. Tutti gli studiosi delle Politiche Sociali e delle politiche di redistribuzione del reddito spiegano che nel resto d'Europa, tranne che in Italia, il reddito di cittadinanza è uno strumento di mantenimento della dignità delle persone e non è uno strumento di politiche attive del lavoro. Ma in Italia nella concezione culturale e nell’impostazione concettuale del Movimento 5 Stelle, invece, il reddito di cittadinanza è uno strumento double face: faccia numero uno “Abbiamo sconfitto la povertà”, quindi è uno strumento contro la povertà; faccia numero 2, quando vi si accusa che sia uno strumento assistenziale, “No, è una politica attiva del lavoro perché aggiungiamo la ricerca e l'attivazione dei canali occupazionali a quella del reddito di cittadinanza”. Ovviamente l'Amministrazione Comunale con questa Maggioranza non può che continuare con questa ambiguità e quindi, volendo coniugare la ricerca di lavoro per quelle categorie che evidentemente vanno assistite nella mentalità che abbiamo sentito di iscrivere, cioè quella dei giovani e quella delle donne, si coniuga il reddito di cittadinanza con le politiche attive del lavoro e si scorporano le due deleghe. Guardate che se era solo un problema, se fosse solo un problema di collegamento tra chi si occupa di reddito di cittadinanza e Centri per l'Impiego, sarebbe bastato ricorrere alle mitiche figure di coordinamento interassessorile di cui questa Amministrazione si è dotata, ad esempio col Tavolo di Progettazione Civica, e così facilitiamo il dialogo tra l’Assessore Schellino e gli Assessori che si occupano dei Centri per l'Impiego. Non ci sarebbe stato bisogno di modificare le deleghe amministrative. Allora, visto che è incomprensibile, incomprensibile, questa distinzione di competenze, la domanda che sorge spontanea è “Cui prodest”? Allora dal mio punto di vista la spiegazione è la seguente, tante qualifiche possono essere attribuite al lavoro fatto dall’Assessore Sacco, tranne che una, che l’Assessore Sacco sia debole nei rapporti con la Sindaca. Di sicuro non è debole nei rapporti con la Sindaca, com’è accaduto ad alcuni altri Assessori, alcuni dei quali siedono tra questi banchi, altri sono stati accompagnati alla porta. Poiché non è così debole questa relazione, la questione che mi pongo è la seguente: avrà avuto ragione l’assessore Montanari, ex Assessore e Vicesindaco quando poco dopo l'accompagnamento alla porta voluto dalla Sindaca… SICARI Francesco (Presidente) La invito a concludere. ARTESIO Eleonora Concludo. Ha dichiarato di avere avuto qualche difficoltà nel definire le categorie fondamentali del Piano Regolatore dell'Urbanistica perché c'erano delle difformità di visione tra quelle portate avanti dall'Assessore al Turismo, al Commercio, all'Industria e quelle portate avanti dall'Assessore all'Urbanistica. Ci sembra che in questo nuovo passaggio l'Assessore Sacco abbia più disponibilità di tempo da dedicare a questa seconda parte. SICARI Francesco (Presidente) Grazie. Prego, Consigliera Grippo, le rimangono circa due minuti e mezzo. GRIPPO Maria Grazia Grazie, Presidente. Ma intanto rivolgo un pensiero di solidarietà nei confronti del Presidente Russi, che teme di perdere il lavoro a causa di una macchina. Non succederà, Presidente Russi, vedrà. A differenza dei colleghi che mi hanno preceduta, io ho, invece, grande chiarezza nella mossa che è stata fatta dalla Sindaca, spacchettando le deleghe. A mio avviso l'unica politica del lavoro che questa Amministrazione si dichiara in grado di fare è quella di dare attuazione al reddito di cittadinanza, a una categoria di pensiero che è lontanissima dalla mia. Certo, non si potrà, come dire, rimpiangere quello che è stato fatto nel passato in tema di politiche del lavoro, non tanto per l'Assessore Sacco, che, per carità, quanto perché comunque già la visione dell'Amministrazione fin dall'inizio della legislatura era piuttosto lacunosa. Oggi utilizza questo escamotage dove la necessità di dare attuazione al reddito di cittadinanza è necessità in cui purtroppo si sono trovate tutte le Amministrazioni, qui diventa una bandiera, e peraltro l'unicum cui assisteremo da qui alla fine della legislatura. Io credo che questo sia il miglior modo per autenticare il destino di coloro che riceveranno questo tipo di politiche e quindi da che dovrebbe essere una condizione transitoria, quella della disoccupazione e la previsione d'uscita, si allontanerà diventando di fatto anche solo con questo modo di pensare una condizione permanente. SICARI Francesco (Presidente) Grazie. Prego, Capogruppo Napoli. NAPOLI Osvaldo Grazie, Presidente. Sarò velocissimo. Permettetemi una battuta, nell’intervento moderato, così sempre incisivo che quasi sempre l'amico Stefano Lo Russo ha fatto, ho visto la nuova corrispondenza di amorosi sensi tra il Partito Democratico e il Movimento 5 Stelle. Ci voleva una battuta che lo dicessi, era talmente così collaborativo, che, come dico, ho visto questo amoroso senso ricambiato, ne prendo atto. E personalmente, al di là di chi ha le deleghe, l'importante è che lo svolga in modo ottimale e con risultati positivi. Buon lavoro, positivo o negativo per quello che ha fatto l'Assessore Sacco, e buon lavoro alla Schellino. Ma benvenuto anche al nuovo Consigliere Cinzia Carlevaris, a cui dico soltanto una cosa: sia orgogliosa di essere seduta in questi banchi, il poter dire adesso, ma anche in futuro di essere stata Consigliere Comunale a Torino e di aver frequentato la Sala Rossa, mi creda, è motivo di orgoglio. Ne sia orgogliosa come ne sono ancora io. Grazie. SICARI Francesco (Presidente) Grazie a lei. Non ci sono altri interventi? La Sindaca replica o no? Okay. |