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Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 16 Settembre 2019 ore 14,00
Paragrafo n. 17

Comunicazioni della Sindaca su "Nuovo assetto della Giunta Comunale".
Interventi
SICARI Francesco (Presidente)
Proseguiamo adesso con le Comunicazioni della Sindaca che hanno come oggetto:

“Nuovo assetto della Giunta Comunale”

SICARI Francesco (Presidente)
Le riprendiamo da quelle di lunedì scorso, è il proseguimento. Solo un attimo che…
Prego, Sindaca Appendino.

APPENDINO Chiara (Sindaca)
Grazie, Presidente. Ringrazio anche i Capigruppo che la scorsa volta hanno trovato
l'accordo rispetto alle comunicazioni di questa seconda parte che faccio oggi. Quindi,
come avevo anticipato, la parte che riguarda le tre deleghe di Formazione Professionale
e Politiche Attive del Lavoro, Promozione e Occupazione Giovanile e Femminile, sono
in carico all'Assessora Vicesindaco Schellino. Ci tengo però a spiegare qual è il
ragionamento che ha portato a questa scelta, che in realtà non è solo un riassetto di
deleghe, ma è una visione diversa del funzionamento dei due Assessorati. Da un lato
vogliamo specializzare, sostanzialmente, le due missioni, cioè un Assessorato che si
occupa soprattutto, quello in particolare ovviamente dell'Assessore Sacco, delle attività
correlate alla gestione delle crisi aziendali e tutti gli strumenti di salvaguardia,
dell'occupazione di salvaguardia salariale e la parte che riguarda lo sviluppo economico,
quindi parliamo ovviamente di Cassa Integrazione, contratti di solidarietà e il progetto
ad esempio che riguarda le aree di crisi che sta coinvolgendo il territorio, trasferendo
invece all’Assessore Schellino tutta la parte che può avere un forte collegamento con il
welfare, in particolare le azioni a sostegno del lavoratore disoccupato, sia dirette al
sostegno al reddito, che lo sviluppo di misure per la rioccupazione, quindi anche
nell'ottica di creare un maggiore link, o comunque un maggior rafforzamento tra le
politiche del lavoro attivo, quindi della ricerca di percorsi di economia utilizzando lo
strumento del reddito di cittadinanza, che vedrà la Città fortemente coinvolta. Proprio in
questo senso specifico che nell’ambito delle materie delegate all'Assessore Sacco
rimangono quindi confermate il Commercio, l’Industria, l’Agricoltura, l’Artigianato, i
Mercati, le politiche di sostegno allo sviluppo, di sostegno alle aziende in situazione di
crisi o di ristrutturazione, con estensione alle misure di salvaguardia dei posti di lavoro e
di sostegno al reddito. All'Assessore e Vicesindaco Sonia Schellino nell’ambito invece
delle deleghe Formazione Professionale, Politiche Attive del Lavoro e Promozione e
Occupazione Giovanile e Femminile. Allora a lei, sostanzialmente, competono le azioni
di sostegno e assistenza ai lavoratori dipendenti ed aziende in dato di crisi, ovvero
lavoratori disoccupati. Quindi si tratta di una riorganizzazione che in realtà deriva da
una maggiore specializzazione, da un lato più, come dire, del tema che riguarda lo
sviluppo economico, con particolare attenzione, per quanto riguarda il livello
territoriale, a progetti come area di crisi, ma anche tutte le tematiche, ad esempio, dei
mercati, dall'altra parte invece si è deciso di rafforzare le possibili sinergie fra tutto
quello che riguarda l'attenzione e la costruzione di percorsi di autonomia, in particolare
legate al reddito di cittadinanza e quindi creare le sinergie sulle politiche del lavoro
legate a questa tematica. È ovvio che i due Assessorati, come peraltro credo sia
avvenuto anche questa mattina in Commissione, non è la prima volta che capita,
dovranno evidentemente lavorare in sinergia, ma non ho dubbi che questo non accadrà.
Grazie.

SICARI Francesco (Presidente)
Grazie a lei. Ricordo che, non essendo stato trovato accordo, i Gruppi hanno cinque
minuti a disposizione. Prego, Capogruppo Lo Russo.

LO RUSSO Stefano
Grazie, Presidente. Sindaca, per stemperare un po' questo clima ci immaginavamo che
lei avesse tolto le deleghe al lavoro a Sacco, perché Sacco e lavoro nella stessa frase era
un po’ difficile. È una battuta, Assessore, di quelle che ogni tanto le riservo con la mia
consueta cattiveria e veleno. No, al di là delle battute, che invece non sono affatto
scontate, noi in realtà non abbiamo ben capito l'impostazione che lei, Sindaca, vuole
dare e soprattutto non abbiamo ben capito la ragione per cui ha tolto a Sacco le deleghe,
dandole all’Assessora Schellino, cioè storicamente la delega al Lavoro, che in questo
Comune ovviamente attiene alle misure…, al di là del peso politico della Città nei tavoli
di trattativa, dove la Città mette la sua faccia, anche quando non ha competenze dirette,
questo è un tema di presenza politica, fatichiamo a capire la ratio per cui mentre prima
erano ricondotte in un unico Assessore, l'Assessore Sacco, deleghe che avevano la loro
linearità, cioè le Politiche del Lavoro e complessivamente la gestione anche operativa di
quelli che erano gli strumenti di mitigazione di chi il lavoro lo perde, non riusciamo a
capire come questo spacchettamento di deleghe possa aumentare l'efficienza del
processo, perché in realtà di norma aveva un senso, ha sempre avuto un senso, e questa
cosa è piuttosto inedita, invece il tenere insieme sia l'interlocuzione sulle Attività
Produttive, sia ovviamente poi quelli che erano gli strumenti di gestione delle crisi
industriali. Davvero fatichiamo quindi a capire la ratio. Speriamo che effettivamente
possa questo scarico di deleghe all'Assessore Sacco permettere all'Assessore Sacco di
concentrarsi meglio e di più su tutte le cose, come dire. sulle altre Attività Produttive in
cui è impegnato tutti i giorni e speriamo che dal punto di vista generale aumenti
effettivamente l'efficienza proprio in virtù del fatto che a nostro modo di vedere invece
aveva senso mantenere, anzi rafforzare, se vogliamo, l'elemento positivo di questo tipo
di impostazione e, come noto, riteniamo che la strumentazione di welfare debba sempre
essere non vissuta e non gestita nell’accompagnamento fuori dal mondo del lavoro
come uno strumento di natura assistenziale, ma invece come una temporanea tutela nei
confronti di un’Amministrazione che invece si occupa di occasioni di sviluppo di
crearle.

SICARI Francesco (Presidente)
Grazie. Prego, Consigliere Russi.

RUSSI Andrea
Grazie, Presidente. Grazie a lei, Sindaca. Sono davvero molto, molto contento di questo
spostamento di deleghe per l’importanza concettuale che ricopre. Premetto, il mio
giudizio non ha nulla a che vedere con i risultati raggiunti dall'Assessore Sacco, che ha
svolto a mio giudizio un ottimo lavoro, sia nel ruolo di mediazione con le sigle sindacali
e sia portando avanti le istanze della Città di Torino nelle diverse crisi del territorio che
abbiamo potuto esaminare e affrontare anche all'interno della III Commissione con i
commissari e si va dalle mense ai lavoratori Italia on line, a Imbraco, insomma, sono
tutte crisi che sono passate dalla III Commissione. Mi fa piacere che questa parte di
deleghe infatti sia rimasta in capo a lui, ma le mie considerazioni sono più relative ai
problemi occupazionali che sono introdotti dalla grande rivoluzione tecnologica che
stiamo vivendo, assieme ai problemi legati alle larghe economie di scala e alla
globalizzazione, infatti ha reso molto, molto obsoleto il paradigma che collega un
aumento di posto di lavoro a un aumento della produzione. È una formula che non
funziona più e diventano sempre più necessarie nuove forme di redistribuzione della
ricchezza. Nel ‘95 l'economista Jeremy Rifkin scrisse un saggio dal titolo emblematico,
quanto provocatorio, che era intitolato “La fine del lavoro”. Nella parte iniziale del libro
l'autore espone la tua tesi: “Prima delle rivoluzioni industriali più del 90% della
popolazione americana si occupava di agricoltura. Nella prima rivoluzione industriale
grandi masse di lavoratori lasciano l'agricoltura per andare a operare nelle fabbriche e
attualmente solo il 3% infatti della popolazione americana si occupa ed è impiegata
nell'agricoltura, ma grazie alle macchine agricole la domanda è ampiamente soddisfatta
dalla produzione. Nella seconda rivoluzione industriale è avvenuto qualcosa di analogo,
le macchine in automazione hanno preso il posto dell'uomo nell'industria manifatturiera
e le masse di lavoratori lasciano le fabbriche per spostarsi nel settore terziario ed
adottare il computer come nuovo strumento di lavoro. Ora siamo nel corso di una terza
rivoluzione industriale, nella quale l’incredibile progressione della potenza di calcolo
dei moderni lavoratori pone in esubero un crescente numero di lavoratori”, in pratica la
tecnologia che prende il posto del lavoro dell'uomo. A seguito di questo, la realtà che
l'autore vuole evidenziare è che le masse di lavoratori che escono dal terziario entrano a
far parte del mondo della disoccupazione. Non esiste un settore quaternario dove si
possono reimpiegare e insomma tutto ciò causa un impoverimento, anche delle persone
che già erano impiegate per via della maggiore concorrenza e di un numero sempre
minore di posti di lavoro disponibili. È una situazione che arriva quotidianamente alla
nostra attenzione, è veramente miope non rendersene conto. Il 30 gennaio 2019
ANSA.it titolava che “L'automazione ruberà il 25% dei lavori”. Viviamo in un mondo
dove 100 operai sono stati sostituiti da un unico Ingegnere che comando una catena
dove il lavoro di 99 operai non esiste più. E dove vanno a finire queste risorse? 20
casellanti autostradali sono sostituiti da bancomat e telepass e la settimana scorsa i
dipendenti della Catena alberghiera Marriot hanno indetto il primo sciopero contro i
robot che rubano il lavoro, in quanto sono stati introdotti nuovi sistemi di
riconoscimento dei clienti, praticamente attraverso la tecnologia di riconoscimento
facciale. Il mio stesso lavoro, sono un tecnico di radiologia, probabilmente e verrà
sostituito dalle macchine. Qua a Torino parliamo di guida autonoma, che sicuramente
non aiuterà il lavoro degli autisti. Molte delle aziende che abbiamo ascoltato in
Commissione Lavoro, tra l'altro non solo continuano a produrre, anzi producono molto
di più, aumentano la produzione, ma sono sempre meno persone che ci lavorano e sono
sempre meno pagate, di conseguenza sono sempre meno necessari i lavoratori per la
produzione. Dopotutto le nuove tecnologie nascono proprio per quello, per lavorare di
meno e avere più tempo libero, solo che in una società come la nostra, fortemente
impostata sul lavoro, tanto che il lavoro è il primo punto della nostra Costituzione, tra i
principi fondamentali, il reddito è legato all’attività lavorativa che genera consumi e
dunque altro lavoro. Si può affermare, estremizzando, che se non c'è lavoro, mancano
proprio le fondamenta su cui è costituita la nostra società. I risultati sono sotto gli occhi
di tutti e molto spesso si trasformano in disoccupazione e impoverimento e ricorso agli
ammortizzatori sociali. Gli stessi Sindacati non hanno più gli strumenti adeguati per
contrastare questo processo. Lo Stato e tutte le Istituzioni, compresa la nostra,
dovrebbero cambiare il modo di intendere il lavoro e dovrebbero assumersi più
responsabilità nella regolamentazione e nella redistribuzione delle risorse. Dobbiamo
immaginare un altro mondo in cui esistono un salario minimo orario, ovviamente, ma
soprattutto un reddito di cittadinanza in un certo modo slegato dal lavoro, ma in
accompagnamento alla ricerca di un impiego, come forme di redistribuzione della
ricchezza, che è sempre più nelle mani di poche persone. Alla luce di queste
considerazioni, che sono un po' la fotografia dell'epoca che stiamo vivendo, e, ripeto,
non vederlo secondo me dimostra una miopia veramente infinita, diventa indispensabile
recuperare la dignità del lavoro anche attraverso percorsi assistenzialisti e sono contento
che la nostra Amministrazione abbia scelto con questo spostamento delle deleghe di
andare in questa direzione, che è, a mio giudizio, l'unica possibile. Grazie.

SICARI Francesco (Presidente)
Grazie a lei. Prego, capogruppo Artesio.

ARTESIO Eleonora
Noto che abbiamo scomodato categorie come quelle dell'importanza concettuale e io mi
scuso preventivamente per non riuscire ad essere all'altezza di così tanta elaborazione
concettuale, quindi mi limito esclusivamente ai manuali e alla letteratura corrente. La
letteratura corrente, da quella europea a quella nazionale, a quella regionale, quando
parla di Politiche Attive del Lavoro, parla di tutte quelle politiche che concorrono alla
piena occupazione e quindi da questo punto di vista mi riesce, ovviamente nel limite
delle mie capacità concettuali, difficile distinguere tra coloro che perseguono la
qualificazione, il mantenimento dell'occupazione nelle situazioni industriali e coloro che
perseguono il mantenimento dell’occupazione, la qualificazione dell'occupazione in altri
contesti più assimilabili alle politiche di welfare. Quindi io, francamente, non riesco a
vedere il fondamento concettuale di questa distinzione di deleghe, anzi, lo considero
molto equivoco anche rispetto agli interlocutori esterni alla nostra Amministrazione, nel
senso che a breve avremo tutti una condivisione di intenti su un ordine del giorno che
parla dell'occupazione femminile e della giusta retribuzione e dell’equivalenza della
retribuzione. Credo saranno molto contente tutte le associazioni di genere di sentir dire
che l'occupazione femminile è una di quelle tematiche di promozione del lavoro che sta
sotto l’alveo delle politiche sociali, mentre quelle dello sviluppo economico stanno da
un'altra parte, perché io credevo che l'occupazione femminile, l'occupazione giovanile,
fossero due fattori economici che lavorassero sull'aumento della capacità complessiva
della comunità e sui processi di autodeterminazione dei soggetti. Invece qui abbiamo
appreso che le Politiche Giovanili e quelle Femminili stanno sotto l'ombrello del
welfare, mentre quelle dello Sviluppo Economico hanno altre traiettorie, quindi vorrei
almeno ci connettessimo mentalmente non sulle grandi categorie concettuali, ma su
quello di cui stiamo discutendo adesso e su quello di cui discuteremo tra mezz'ora,
perché mi pare che già concettualmente divergano. Voglio sottolineare che questa
questione è invece assimilabile ad una politica generale che non oserei definire
concettuale, che è in corso in questo momento nel nostro Paese. Tutti gli studiosi delle
Politiche Sociali e delle politiche di redistribuzione del reddito spiegano che nel resto
d'Europa, tranne che in Italia, il reddito di cittadinanza è uno strumento di
mantenimento della dignità delle persone e non è uno strumento di politiche attive del
lavoro. Ma in Italia nella concezione culturale e nell’impostazione concettuale del
Movimento 5 Stelle, invece, il reddito di cittadinanza è uno strumento double face:
faccia numero uno “Abbiamo sconfitto la povertà”, quindi è uno strumento contro la
povertà; faccia numero 2, quando vi si accusa che sia uno strumento assistenziale, “No,
è una politica attiva del lavoro perché aggiungiamo la ricerca e l'attivazione dei canali
occupazionali a quella del reddito di cittadinanza”. Ovviamente l'Amministrazione
Comunale con questa Maggioranza non può che continuare con questa ambiguità e
quindi, volendo coniugare la ricerca di lavoro per quelle categorie che evidentemente
vanno assistite nella mentalità che abbiamo sentito di iscrivere, cioè quella dei giovani e
quella delle donne, si coniuga il reddito di cittadinanza con le politiche attive del lavoro
e si scorporano le due deleghe. Guardate che se era solo un problema, se fosse solo un
problema di collegamento tra chi si occupa di reddito di cittadinanza e Centri per
l'Impiego, sarebbe bastato ricorrere alle mitiche figure di coordinamento interassessorile
di cui questa Amministrazione si è dotata, ad esempio col Tavolo di Progettazione
Civica, e così facilitiamo il dialogo tra l’Assessore Schellino e gli Assessori che si
occupano dei Centri per l'Impiego. Non ci sarebbe stato bisogno di modificare le
deleghe amministrative. Allora, visto che è incomprensibile, incomprensibile, questa
distinzione di competenze, la domanda che sorge spontanea è “Cui prodest”? Allora dal
mio punto di vista la spiegazione è la seguente, tante qualifiche possono essere attribuite
al lavoro fatto dall’Assessore Sacco, tranne che una, che l’Assessore Sacco sia debole
nei rapporti con la Sindaca. Di sicuro non è debole nei rapporti con la Sindaca, com’è
accaduto ad alcuni altri Assessori, alcuni dei quali siedono tra questi banchi, altri sono
stati accompagnati alla porta. Poiché non è così debole questa relazione, la questione
che mi pongo è la seguente: avrà avuto ragione l’assessore Montanari, ex Assessore e
Vicesindaco quando poco dopo l'accompagnamento alla porta voluto dalla Sindaca…

SICARI Francesco (Presidente)
La invito a concludere.

ARTESIO Eleonora
Concludo. Ha dichiarato di avere avuto qualche difficoltà nel definire le categorie
fondamentali del Piano Regolatore dell'Urbanistica perché c'erano delle difformità di
visione tra quelle portate avanti dall'Assessore al Turismo, al Commercio, all'Industria e
quelle portate avanti dall'Assessore all'Urbanistica. Ci sembra che in questo nuovo
passaggio l'Assessore Sacco abbia più disponibilità di tempo da dedicare a questa
seconda parte.

SICARI Francesco (Presidente)
Grazie. Prego, Consigliera Grippo, le rimangono circa due minuti e mezzo.

GRIPPO Maria Grazia
Grazie, Presidente. Ma intanto rivolgo un pensiero di solidarietà nei confronti del
Presidente Russi, che teme di perdere il lavoro a causa di una macchina. Non succederà,
Presidente Russi, vedrà. A differenza dei colleghi che mi hanno preceduta, io ho,
invece, grande chiarezza nella mossa che è stata fatta dalla Sindaca, spacchettando le
deleghe. A mio avviso l'unica politica del lavoro che questa Amministrazione si dichiara
in grado di fare è quella di dare attuazione al reddito di cittadinanza, a una categoria di
pensiero che è lontanissima dalla mia. Certo, non si potrà, come dire, rimpiangere
quello che è stato fatto nel passato in tema di politiche del lavoro, non tanto per
l'Assessore Sacco, che, per carità, quanto perché comunque già la visione
dell'Amministrazione fin dall'inizio della legislatura era piuttosto lacunosa. Oggi
utilizza questo escamotage dove la necessità di dare attuazione al reddito di cittadinanza
è necessità in cui purtroppo si sono trovate tutte le Amministrazioni, qui diventa una
bandiera, e peraltro l'unicum cui assisteremo da qui alla fine della legislatura. Io credo
che questo sia il miglior modo per autenticare il destino di coloro che riceveranno
questo tipo di politiche e quindi da che dovrebbe essere una condizione transitoria,
quella della disoccupazione e la previsione d'uscita, si allontanerà diventando di fatto
anche solo con questo modo di pensare una condizione permanente.

SICARI Francesco (Presidente)
Grazie. Prego, Capogruppo Napoli.

NAPOLI Osvaldo
Grazie, Presidente. Sarò velocissimo. Permettetemi una battuta, nell’intervento
moderato, così sempre incisivo che quasi sempre l'amico Stefano Lo Russo ha fatto, ho
visto la nuova corrispondenza di amorosi sensi tra il Partito Democratico e il
Movimento 5 Stelle. Ci voleva una battuta che lo dicessi, era talmente così
collaborativo, che, come dico, ho visto questo amoroso senso ricambiato, ne prendo
atto. E personalmente, al di là di chi ha le deleghe, l'importante è che lo svolga in modo
ottimale e con risultati positivi. Buon lavoro, positivo o negativo per quello che ha fatto
l'Assessore Sacco, e buon lavoro alla Schellino. Ma benvenuto anche al nuovo
Consigliere Cinzia Carlevaris, a cui dico soltanto una cosa: sia orgogliosa di essere
seduta in questi banchi, il poter dire adesso, ma anche in futuro di essere stata
Consigliere Comunale a Torino e di aver frequentato la Sala Rossa, mi creda, è motivo
di orgoglio. Ne sia orgogliosa come ne sono ancora io. Grazie.

SICARI Francesco (Presidente)
Grazie a lei. Non ci sono altri interventi? La Sindaca replica o no? Okay.
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