Interventi |
ARTESIO Eleonora Intanto richiedo di acquisire la relazione che è stata letta adesso dall’Assessore e vorrei contestualizzare questa risposta, data in termini immagino ineccepibili sul piano del resoconto amministrativo, ma altrettanto anonimi rispetto al contesto del quale stiamo parlando. Non è una curiosità contabile quella che sottende a questa interpellanza, quanto piuttosto la necessità di approfondire una delle scelte che sono all’attenzione oggi della Città e che rappresentano un momento di discussione sia presso il Consiglio della Circoscrizione 4, sia nel dibattito pubblico. In modo particolare stiamo parlando dell’area di via Madonna delle Salette e dell’iniziativa che è stata avanzata inizialmente in modo informale presso la Circoscrizione e poi formalmente nei confronti del Comune di Torino relativamente alla costruzione di un palazzetto per la pallavolo da realizzare per iniziativa privata e con fondi di tipo privato ed eventualmente con supporti del Credito Sportivo. È noto che anche la maggioranza di questo Consiglio Comunale è stata attraversata da perplessità, non certo sull’opportunità di diffondere la pratica sportiva che ci vede tutti convinti, quanto sulla necessità di sacrificare un’area la cui destinazione era originariamente a verde di fruizione pubblica, in funzione dell’esercizio di un’attività sportiva che avrà prevalentemente come destinatari i potenziali sportivi di questa disciplina e poi forse, in base alle convenzioni che la Città saprà stipulare, delle aperture e della fruizione di tipo più generale. Voler conoscere quanto di quanto dovuto alla Città in funzione delle opere di urbanizzazione, sia possibile destinare alla riqualificazione di verde pubblico, è una delle categorie necessarie per ragionare su questa materia perché molto spesso le pubbliche amministrazioni in fasi come quella che stiamo attraversando, e Torino lo fa in maniera più faticosa di altre città, si trovano nelle condizioni di dover valutare l’esercizio di attività private di fronte all’impossibilità di completare opere pubbliche ragionate, scelte e valutate all’interno della finalità e dell’esercizio politico dell’Ente Comune. Ci si trova cioè a dire, piuttosto che lasciare un’area in uno stato di abbandono, conveniamo sul fatto che siano i privati ad occuparsene per funzioni legittimamente determinate in ambito privato e al massimo cerchiamo di ritagliare degli spazi di interesse generale nell’ambito di queste attività private. Ora, da quanto viene detto in questa risposta e per quanto ci è dato di capire di un tema così generale, in realtà le risorse sono prevedibili e l’intervento sul verde pubblico non è stato indirizzato anche in funzione di una rivisitazione o futura determinazione sull’insieme del PEC. Allora, di fronte a questa questione, per non accantonare un tema che in quest’Aula non si era mai discusso, ma era stato molto dibattuto negli organi di informazione e, quindi, ribadisco, aveva attraversato anche sensibilità diverse in seno alla stessa maggioranza, chiedo che quest’interpellanza venga approfondita nella relativa Commissione e che la risposta venga fornita all’interpellante. |