Interventi |
LO RUSSO Stefano Grazie, signor Presidente di questi ulteriori sei minuti, perché come dicevo nel mio precedente intervento, in sei minuti si possono fare anche cose piuttosto piacevoli. Consigliera Ferrero, non sghignazzi. Si contenga, Vicepresidente Ferrero. Davvero, è una cosa indecente, Presidente, io le chiederei gentilmente di avere…, di avere…, di consentirmi di poter sviluppare questo ragionamento, perché non c'è nulla di peggio che il dileggio da parte dell'Ufficio di Presidenza. Quindi, Consigliera Ferrero, Vicepresidente Ferrero, io la pregherei di non sghignazzare quando i Consiglieri di Minoranza intervengono e cerchi, per favore, di recuperare un contegno degno di quest'Aula, perché se non lo fa il Presidente, mi tocca richiamarla personalmente. Comunque, tornando alle cose piacevoli che si possono fare in sei minuti, ahimè, me ne restano solo più cinque, ma credetemi che anche in cinque minuti, in certe situazioni particolari, diciamo che si può davvero, davvero, davvero trovare soddisfazione. Mi avvio all’illustrazione dell’emendamento numero 57. Con l’emendamento numero 57, finalmente, entriamo nel vivo di questa delibera, perché agisce, insieme al 57, 58, 59 nell'allegato numero 1 alla deliberazione. Questo emendamento, in realtà, anche questo è stato oggetto di grande discussione all'interno delle correnti del Partito Democratico. C'erano i riformisti, c'erano i giachettiani, c'erano gli zingarettiani, i miglioristi, gli ex Margherita, gli ex DS, gli ex Popolari, gli ex degli ex e qui ci siamo trovati, come dire, davvero a discutere lungamente nelle nostre fumose riunioni di partito, queste tremende assemblee, queste assise che precedentemente all'arrivo della piattaforma Rousseau disciplinavano… Bravo Chessa, bravo, vedo che è attento quanto la Ferrero all'intervento del collega che le sta parlando, mi fa piacere, mi fa piacere. Prima dell'arrivo della piattaforma non a me intitolata, come qualcuno potrebbe erroneamente pensare, ma intitolata al grande Rousseau, che non aveva il “Lo” davanti. Tornando invece all’emendamento, perché sennò poi il Presidente mi richiama e dice che non sto nel merito e non vorrei mai, Presidente, che siccome sei minuti, che sono già purtroppo un pochino stati consumati, non mi hanno dato quella piacevolezza che di norma potrei provare in questo tipo di attività. Dicevo, in queste riunioni fumose che abbiamo fatto nel Partito Democratico, ci chiedevamo se era utile o non utile alla pagina 1, alla riga 2 dell'allegato 1, sostituire la parola “delibera” con la parola “deliberazione”. E qui si è aperto un dibattito, perché va detto con franchezza: il diritto amministrativo su questo è quanto meno ambiguo e lascia spazi di marginale interpretazione tra una parola, delibera, che può essere usata nella forma verbale, cioè per tradurre a lei, Presidente, che cosa intendo dire: “Gino delibera di andare a casa”. “Gino delibera di andare a casa”, il delibera rischia e in quel caso lì è un verbo. Allora ci siamo detti, sempre nelle nostre riunioni, e lì c'era la componente giachettiana, che era particolarmente, come dire, attenta; ha chiesto di votare a scrutinio segreto, ha chiesto di votare a scrutinio segreto, quindi è stata piuttosto tesa la nostra riunione e comunque ha demandato all’assemblea degli eletti, del Gruppo Consiliare, che poi effettivamente si è ritrovato per discutere la decisione del partito. Dicevamo perché in realtà invece che “delibera” in senso verbale abbiamo valutato di usare la parola “deliberazione”, che peraltro può essere anche, come dire, scomposta in deliber - azione, perché ci siamo detti: ma nel momento in cui una Giunta, come quella di Appendino, propone al Consiglio Comunale, non impone, l'assestamento di Bilancio e, nell’allegato 1, individua alcuni elementi, fa un’azione e conseguentemente nel rispetto della grammatica italiana abbiamo valutato di sostituire la parola “delibera” con la parola “deliberazione”. E anche qui, qualcuno dei Consiglieri, cui mi rivolgo attraverso di lei, Presidente, Consiglieri della Maggiorana, nella speranza che il senso compiuto di questo emendamento venga colto, potrebbe essere tratto in inganno derubricando questo a un mero ostruzionismo d’Aula.. E invece no, perché come abbiamo detto nell’emendamento precedente, anche l’emendamento 57 ha una finalità, che è quella di cambiare le sorti della Città. L’emendamento 57 cambia le sorti della Città quasi come il Regolamento dehors di Sacco; io li metto sullo stesso piano, Consigliere Lavolta. Cioè, parliamoci chiaro, guardiamoci negli occhi una buona volta, Consigliere Lavolta, usiamo la piattaforma Rousseau, anche noi, per decidere se l'emendamento 57 che sostituisce la parola “delibera” con la parola “deliberazione” ha la stessa portata del Regolamento dehors di Sacco. Questo è un tema dirimente perché qui alberga la visione della Città. Allora, l’Assessore Sacco che ci fa il piacere di seguire questa discussione e che credo con un certo qual grado di orgoglio rivendichi le nostre attenzioni e nell'ottica, anche qua, della prospettiva che deve guidare il corretto rapporto Maggioranza-Minoranza, sicuramente avrà apprezzato che anche in questo caso… |