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Estratto dal verbale della seduta di Mercoledì 31 Luglio 2019 ore 14,00
Paragrafo n. 9
DELIBERAZIONE (Giunta: proposta e urgenza) 2019-02158
ASSESTAMENTO GENERALE AL BILANCIO DI PREVISIONE FINANZIARIO 2019-2021 AI SENSI DELL'ARTICOLO 175 - COMMA 8 DEL D.LGS. N. 267/2000.
Interventi
LO RUSSO Stefano
Grazie, Presidente. Sei minuti sono davvero un tempo limitato che mi è dato per poter
illustrare la profondità politica ed amministrativa di questi emendamenti che qualora
approvati cambierebbero radicalmente non solo le sorti di questa delibera, le sorti
dell’intera Città. Questa affermazione potrebbe essere scatenante una certa quale ilarità,
forse siamo un po', Consigliere Lavolta, alla fine dell’anno scolastico e quindi... Ah no,
ho detto scuola, già, che qua le scuole adesso poi ci tornerò sul tema scolastico, questi
lapsus che ogni tanto mi vengono in Aula. Dicevamo che forse questo clima goliardico
da ultimo giorno di scuola, come dire, aiuta la rilassatezza di questa discussione, però io
cercherò di stare nei sei minuti, Presidente, anche perché in sei minuti si fanno molte
cose, pensate banalmente a quante cose si possono fare in sei minuti. Facciamo un
attimo tutti mente locale un secondo, chiudendo gli occhi, immaginariamente, e
pensiamo: in sei minuti cadono le frane, possono cadere le valanghe, vogliamo mica
non illustrare l’emendamento n. 51. Oggettivamente è un tempo estremamente lungo
per poter illustrare l’emendamento 51, il quale fa un’operazione davvero importante
sulla delibera. Apparentemente, solo apparentemente si tratta di un cambio di parola, in
realtà dietro questo emendamento si nasconde una vera visione di Città, alternativa.
Bisogna parlare chiaro, diciamo le cose con chiarezza al costo di sembrare pedagogici,
al costo di sembrare scolastici, di nuovo; sta scuola, Assessore Rolando, continua a
uscire anche involontariamente nonostante i richiami efficaci ed efficienti del Presidente
a stare sul merito dell’emendamento. Chiedo scusa, non posso usare la parola scuola, io
uso la parola scolastico in quanto oggettivamente forse traduce meglio l’idea. Allora,
quando abbiamo discusso dell’emendamento 51 nella riunione del Gruppo Consiliare -
una discussione che è andata avanti ore in cui si sono confrontate le diverse opzioni
politiche degli zingarettiani, dei renziani, di quelli che hanno votato Martina, di quelli
che non l’hanno votato, di quelli che hanno votato Giachetti e di quelli anche che non
hanno votato nessuno perché banalmente quel giorno erano via - abbiamo
sostanzialmente discusso nelle correnti del PD quanto l’approccio riformista sulla
parola “articolo” potesse essere in qualche modo efficace e qui si è aperta una grande
discussione interna sia al Gruppo Consiliare e soprattutto interno al partito. Abbiamo
consultato gli iscritti, abbiamo lanciato un referendum sulla nostra piattaforma
immaginaria internet chiedendo a tutti i militanti del PD di Torino se a loro giudizio,
nell’ottica della democrazia rappresentativa e partecipativa, era corretto o meno
introdurre una modifica ad una delibera così importante che rappresentasse davvero la
nostra visione di Città. Alla fine, vi stupirà sapere che, per una volta, nel PD c’è stata
unanimità. Oh, mica facile, guardate che voi sottovalutate la potenza della
frammentazione correntizia del PD, ma il fatto che io, come Capogruppo, quindi quello
che in questa sede deve, come dire, rappresentare l’immagine del Partito Democratico
per una volta qualcuno in realtà ha votato scheda bianca, giusto, Segretario? Quindi in
realtà non è che è proprio stata unanimità generale, c’è stata l’unanimità di tutte le
correnti del PD e quindi abbiamo deciso di sottoscrivere l’emendamento 51;
emendamento 51 che fa un’operazione davvero ardita in termini... Non mi guardi,
Consigliera Pollicino, con quell’aria un po' affranta, stia tranquilla che vedrà che
avremo modo di divertirci a lungo. Dicevo, l’emendamento 51 che sostanzialmente fa la
seguente operazione: alla pagina 3, alla riga 1, attenzione, anche qua ci siamo interrogati
se era meglio farlo alla riga 1 o alla riga 2 della pagina 3, perché oggettivamente non è
che abbiamo 200 pagine su cui lavorare, avendone poche dobbiamo centellinare le
righe; l’abbiamo fatto sulla riga 1 e introducendo proprio dopo le parole “propone al
Consiglio Comunale” e abbiamo apprezzato questa mitezza nei toni della Giunta che
non impone al Consiglio Comunale, ma propone al Consiglio Comunale lasciando la
supremazia dell’organo consiliare come la prima assemblea elettiva che i cittadini
hanno scelto e che conseguentemente apprezziamo, Assessore Rolando, che lei non ha
scritto “impone al Consiglio Comunale”, ma ha scritto “propone al Consiglio
Comunale”, volevamo anche, come dire, in un’ottica di polemica politica sostituire il
“propone” con un “impone” per usare questa, come dire, anche questa parola che ci
sembra oggettivamente non così coerente, ma abbiamo valutato di cambiare la parola
“articolo” con la parola “art”. e qualcuno della Maggioranza si chiederà: “Ma scusi,
Consigliere Lo Russo, poco fa, in un altro emendamento, ci ha spiegato che bisogna
essere chiari e che bisogna tutte le volte che c’è un “art.”, per evitare dubbi, scrivere per
esteso “articolo” e, invece, in questo caso scrivete “articolo” invece che “art.”, perché?”;
anche lì non c’è una regola aurea, c’è una regola che si esplica di volta in volta, e
Lavolta la sa molto bene: questa volta, in questa condizione che cambia le regole, di
volta in volta...

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