Interventi |
SICARI Francesco (Presidente) Abbiamo il punto 24, n. mecc. 201901265/002 prima firmataria Albano: “Eliminare il reato di blocco stradale” ALBANO Daniela Presidente, chiederei di votarlo, grazie, di discuterlo. SICARI Francesco (Presidente) Okay, prego. ALBANO Daniela Posso illustralo? Grazie, Presidente. Allora, questo ordine del giorno è un ordine del giorno che abbiamo presentato in relazione, appunto, al primo Decreto Sicurezza, soprattutto per quello che riguarda la reintroduzione del reato penale di blocco stradale, che come sappiamo era stato depenalizzato nel 1999 e invece è stato reintrodotto anche con sanzioni penali molto più gravi rispetto a quelle che erano precedentemente. Diciamo che questo tipo di reato va a colpire soprattutto i lavoratori della logistica ed è quindi qualcosa che riguarda principalmente appunto la nostra zona, la zona di Torino, comunque del bacino Padano perché è la zona in cui sono concentrate numerose aziende che si occupano di logistica, tanto è vero che alcuni lavoratori, a esempio una su tutte la ditta Frama Action a Novi di Modena, nove lavoratori sono stati già denunciati per questo motivo, proprio perché manifestavano contro la delocalizzazione e la chiusura della fabbrica che aveva aperto soltanto nel 2016 e adesso ha chiuso. La manifestazione di questi lavoratori, 21 lavoratori che sarebbero rimasti a casa, perde la delocalizzazione dell'azienda e sono stati appunto imputati di blocco stradale per aver fatto un picchetto davanti ai cancelli della fabbrica. Quindi direi che questa tipologia di reato va a colpire soprattutto i lavoratori della logistica ed è proprio per questo che noi presentiamo questo ordine del giorno, chiedendo appunto di ripristinare il blocco stradale come reato amministrativo e non più come reato penale. Grazie. SICARI Francesco (Presidente) Grazie a lei. Prego, Consigliera Pollicino. POLLICINO Marina Grazie, Presidente. La proposta dell’interpellanza investe un tema grave, un tema che riguarda aspetti fondamentali della nostra democrazia e della nostra convivenza nel rispetto della cittadinanza del dissenso. L’articolo del Decreto Sicurezza che ha reintrodotto il reato di blocco stradale, è chiaramente indirizzato ai cosiddetti assembramenti, cioè alle persone che attraverso manifestazioni o cortei di protesta esercitano il loro diritto costituzionale di riunione e manifestazione del pensiero. Ora, perché si organizzano le manifestazioni? Per vari motivi, lo sappiamo, per esprimere dissenso contro determinati aspetti della società o contro talune scelte degli organi politici, ma anche contro le politiche adottate da un'impresa in merito all'organizzazione del lavoro, o ancora per esprimere solidarietà a qualcuno o per sostenere una certa iniziativa. Qualunque ne sia il motivo, attraverso le manifestazioni i cittadini hanno la possibilità di attribuire una forte risonanza alle loro idee e quindi esse sono un fondamentale strumento di democrazia. Quindi è palese che declinare in termini abnormi la repressione del dissenso serve solo a mettere a nudo la debolezza di una democrazia incapace di colloquiare e confrontarsi in altro modo con il pluralismo del suo stesso corpo sociale. Primo Levi è stato lapidario: “Tutti coloro che dimenticano il loro passato sono condannati a riviverlo” e sono ormai parte della coscienza universale delle democrazie i fotogrammi del giovane rivoltoso sconosciuto di piazza Tienanmen, lo studente cinese che solo e disarmato si parò davanti a una colonna di carri armati per fermarli lungo i viali della Porta della Pace Celeste. Allora mi domando: “Siamo forse diventati una democrazia così debole da dover ricorrere a provvedimenti sanzionatori, il cui unico risultato, senza nulla risolvere sarà quello di esasperare le contrapposizioni?”. Intraprendendo questa strada le risposte che siamo in grado di dare in un’aperta dialettica democratica non sono le più adeguate, soprattutto quando alla mobilitazione degli adolescenti e degli studenti che si sono espressi con preoccupazione sul futuro ambientale del pianeta da parte di molti, ma per fortuna non di tutti, non si sia trovato di meglio che apostrofarli come “gretini” - Feltri - schernendo una generazione che oggi ci ammonisce e che domani, e già oggi è domani, ci giudicherà nelle forme compiute della democrazia. E già ora ci apostrofano, come fecero gli studenti di piazza Tienanmen, che rivolgendosi non ai vertici del loro governo, ma al popolo cinese, lanciarono un messaggio: “Non lasciate che sia una sola generazione a dover pagare il prezzo per la difesa della democrazia”. E oggi sono gli ombrelli di Hong Kong a ribellarsi a ogni sopraffazione liberticida nei cortei e che l'ombrello e la musica diventino i simboli universali della protesta pacifica di ogni popolo. SICARI Francesco (Presidente) Ci sono altri interventi? Metto in votazione l'atto. Prego, Consiglieri, votate. Tutti i Consiglieri hanno votato? Chiudo la votazione. Favorevoli 19, contrari 0, astenuti 2, il Consiglio approva. |