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Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 29 Luglio 2019 ore 14,00
Paragrafo n. 9

Comunicazioni della Sindaca su "Area giardino 'Ferruccio Novo'".
Interventi
ARTESIO Eleonora
Grazie, anche io sono delusa della mancata risposta da parte dell’Assessore con delega alle Politiche Sociali, nonché Vicesindaco, perché effettivamente la questione è talmente complessa ed è talmente articolata su più piani che avrebbe meritato un’attenzione altrettanto integrata. Sottolineo soltanto questo aspetto: si è parlato molto dell’ordinanza, l’ordinanza ha preso (audio disturbato) dei profili anche di contestazione giuridica, contestazione giuridica che è già stata avanzata, se l’unico strumento con il quale avete ritenuto e ritenete di intervenire è quello, la vedrete su quel piano. Ma non è questo quello che interessa ad un Consigliere Comunale. Credo che tutti siamo consapevoli, come cittadini e anche come politici, che la questione della presenza dei nomadi e le regole di coabitazione e di convivenza rappresentino, per chiunque vi si avvicini, la tempesta perfetta. È esattamente quel tipo di situazione per la quale qualunque intervento si metta in atto si deve altrettanto mettere in conto che sarà un intervento complicato da spiegare e da essere condiviso, in un’opinione pubblica diffusa che nei confronti di queste condizioni manifesta, non da oggi, un’ampia intolleranza. Questo lo sanno bene gli insegnanti, che quando si trovano in classe dei bambini che provengono dai campi nomadi o sono presenti, temporaneamente, sanno che si devono occupare di loro tanto quanto e più degli altri allievi e sanno di dover mettere in conto il conflitto con le famiglie degli altri genitori frequentanti per rassicurare sul fatto che il comportamento scolastico sarà garantito e che nulla verrà tolto ai loro figli per la presenza di bambini che necessitano di maggiori cure. Lo sanno i medici e gli infermieri di un triage al Pronto Soccorso, che quando segnano un codice rosso a qualcuna di queste persone sanno di dover affrontare la reazione negativa della sala d’aspetto che magari ha un codice giallo o un codice verde, ma che ritiene di dover dire: “Date la precedenza a loro piuttosto a noi che siamo malati”. Lo sanno gli impiegati di tutti quegli uffici amministrativi, che quando hanno attribuito un punteggio coerente con una condizione, per ottenere un beneficio, devono giustificare e spiegare a tutti gli altri che in quella graduatoria stanno dopo, che quelle persone non hanno avuto un privilegio, ma semplicemente un trattamento equivalente. Quindi, questo succede: gli insegnanti lo sanno, i medici lo sanno, gli impiegati pubblici lo sanno, perché? Perché rappresentano lo Stato e lo Stato non si muove secondo il soffiare del vento, secondo gli umori popolari, secondo le tensioni, ancorché motivate; deve muoversi su linee di principio e di diritto e, certo, queste linee significano che i luoghi pubblici devono poter essere accessibili a tutti? Significa che accompagnare un intervento relativo alla questione del cosiddetto “decoro” significava proporre delle alternative? Certo, questo è quello che deve fare uno Stato, esattamente perché persegue non comportamenti buoni ma comportamenti giusti e, purtroppo, in questo caso, la situazione non è andata in questi termini: si è voluto assecondare, dopo tanti mesi di indifferenza, un atteggiamento di forza. Ora, io vorrei sapere che tipo di apprendimento si immagina di aver ottenuto con questa scelta; si diceva prima che dobbiamo rendere matura la genitorialità e quei bambini vanno tutelati, ma che cosa pensate? Che dei bambini che vedono i propri genitori braccati quotidianamente, dei bambini che vedono le loro famiglie e i loro camper circondati da persone che urlano “qui i rom non li vogliamo” e dato che hanno imparato a leggere, leggono anche i volantini con scritto “ci avete rotto il...”, ma che cosa pensate, che diventino solidali verso la società che ha questo tipo di atteggiamenti nei confronti dei loro genitori? A me non sembra che si ottenga questo risultato e quindi se si vuole costruire nel rapporto tra generazioni altri modelli di comportamento e di convivenza, questo non mi pare il metodo. Quindi, io giudico grave l’omissione, la mancanza, l’omissione di una politica integrata da parte di quest’Amministrazione. Temo che la vostra ordinanza farà i conti sul piano giuridico. La situazione pesante, che sul piano politico si è manifestata lì, è una di quelle condizioni che deve essere da un lato governata con la stessa forza con la quale si è voluto dimostrare, attraverso l’ordinanza, perché non si mettono volantini senza firme, non si intonano canti che sono vicini ad una chiamiamola “forte insofferenza” se non la vogliamo definire, perché non sono giudice, “istigazione all’odio”; anche questi sono comportamenti da perseguire, quindi, da questo punto di vista, io trovo che l’Amministrazione abbia molto mancato e che la Commissione auspicata da altri colleghi del Consiglio possa consentirci di ragionare in una maniera più distesa e soprattutto più equilibrata.

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