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Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 29 Luglio 2019 ore 14,00
Paragrafo n. 20
DELIBERAZIONE (Giunta: proposta e urgenza) 2019-02307
MOTOVELODROMO. CONCESSIONE DEL DIRITTO DI SUPERFICIE SESSANTENNALE AD ASTA PUBBLICA CON VINCOLO DI DESTINAZIONE AD USO SPORTIVO. BASE ASTA EURO 250.000,00. APPROVAZIONE.
Interventi
LAVOLTA Enzo (Vicepresidente Vicario)
Grazie. Con la delibera 2307, quella che stiamo discutendo, al Consiglio Comunale di Torino, si chiede di avallare sostanzialmente una procedura dall’oggetto sostanzialmente indeterminato, così come indeterminato per ammissione dello stesso Assessore Rolando, e il valore dell’opera, che ricordo a me stesso, è un’opera pubblica e le opere pubbliche debbono essere trattate come tali. Abbiamo presentato 24 emendamenti, dopo aver interloquito con gli uffici, dopo aver anticipato che presenteremo formalmente una richiesta di chiarimenti all’Autorità Nazionale Anticorruzione, perché siamo particolarmente dubbiosi della procedura un po’ pasticciata, un po’ rabberciata, un po’ confusa che in questo mese tra l’altro di discussione, ha subito un’evoluzione non sempre chiara devo essere sincero. Se è l’obiettivo di questa delibera, è quello che ci ha detto l’Assessore Rolando, e cioè quello di rimettere a posto, lui ha detto, il Motovelodromo, e lo si capisce meglio forse leggendo lo Studio di fattibilità, quando si dice che oggetto dello Studio verte sulla proposta di conservazione e rifunzionalizzazione del Motovelodromo Fausto Coppi. Bene, quando abbiamo a che fare con un’opera pubblica che vogliamo conservare e rifunzionalizzare, la procedura tradizionale, standard che qualunque amministrazione pubblica adotta, è quella propria, cioè quella prevista dal codice degli appalti e il codice dei contratti; il codice dei contratti, dal nostro punto di vista, questa è la nostra prima preoccupazione, con questo tipo di delibera veniva aggirata e naturalmente la violazione delle norme, della parte 3 del codice dei contratti pubblici, ha sicuramente in più di un’occasione animato il dibattito e ci ha messo nelle condizioni di poter esplicitare tutti i nostri dubbi e le nostre procedure. Ma il dato davvero rilevante di questa delibera, è che per la prima volta, da quando questo Consiglio Comunale si è insediato, vi è formalmente, plasticamente la dimostrazione del fatto che c’è un esecutivo che vuole sottrarre il Consiglio Comunale delle competenze proprie, e vuole portare via dalla Sala Rossa l’interlocuzione che vuole legittimamente, lo dico legittimamente Assessore, condurre in una fase successiva. Dov’è il presidio dei lavori? Dove sono previsti i vincoli rispetto al controllo, che il soggetto pubblico, cioè la Città di Torino, dovrà fare rispetto all’esecuzione di questi lavori? L’Assessore Rolando oggi, nella fase di illustrazione, ci ha chiarito che le condizioni saranno poste nel bando, cioè dopo che il Consiglio Comunale ad occhi bendati, a scatola chiusa avrà votato questa delibera. L’Assessore Rolando ci ha detto che ci sarà una convenzione attuativa, ovviamente questa convenzione attuativa quando sarà? Sarà dopo, successiva alla delibera. Ma guardate, la cosa più imbarazzante, ma ne parleremo meglio sull’illustrazione degli emendamenti, è che per la prima volta, a mia memoria, ma per la prima volta nella storia della Città di Torino, c’è un differimento dei termini quando nella delibera c’è scritto: “L’atto di vincolo, dovrà essere sottoscritto…” - l’atto di vincolo è quello che anche un po’ tautologicamente si è ripetuto più volte nella delibera, cioè la destinazione sportiva - “l’atto di vincolo dovrà essere sottoscritto entro 90 giorni dall’atto costituivo del diritto di superficie.” Cioè voi, Consiglieri Comunali, oggi trasferite il diritto di superficie, naturalmente a valle della procedura, poi l’Amministrazione, non più voi, perché voi non potrete toccare più boccino, non potrete dire più nulla, l’Amministrazione cioè l’Assessore e i suoi uffici, avranno 90 giorni di tempo per condizionare il concessionario, cioè colui il quale avrà vinto la gara e si sarà quindi aggiudicato il diritto di superficie, per determinare quel vincolo, e in quei 90 giorni di tempo che cosa può succedere? Guardate, può succedere di tutto. Potrebbe addirittura succedere che chi si aggiudica il diritto di superficie di quest’opera pubblica, lo trasferisce legittimamente ad un altro soggetto, che magari si impegni in solido a realizzare delle opere di manutenzione, magari si impegna in solido a gestirlo, magari si impegna in solido a realizzare un centro commerciale. No, tante piccole superficie di vendita, perché questi 3.100 metri quadrati additivi, sono stati divisi in superfici più piccole da, se non ricordo male, 250 metri quadrati l’una. Tutto questo naturalmente avverrà quando? Dopo, cioè dopo che il Consiglio Comunale oggi avrà pigiato il bottone, dopo che il Consiglio Comunale oggi avrà deciso solo ed esclusivamente di trasferire il diritto di superficie. E chi controllerà i lavori? Chi deciderà…

LAVOLTA Enzo (Vicepresidente Vicario)
Ho finito, poi intervengo sugli emendamenti, volevo solo spiegare perché ho presentato 24 emendamenti. Ho presentato 24 emendamenti perché nel corso di questi più di 40 giorni di discussione, noi ci siamo permessi semplicemente di dire, e in modo costruttivo, che quando si tratta di un’opera pubblica di questo tenore, il Consiglio Comunale deve poter dire la propria, deve poter esprimersi anche rispetto all’interlocuzione col soggetto privato, ponendo davvero dei vincoli, e questo lo fa il Consiglio Comunale, non delega degli uffici, non delega l’Assessore Rolando a farlo nei tempi, nelle modalità pasticciate come stavo cercando di dire prima, indicate nella deliberazione. E quindi i 24 emendamenti che ho proposto, sono semplicemente il suggerimento di adottare la procedura adatta, corretta. Non trasferiamo il diritto di superficie, ma interloquiamo con un soggetto privato, con una concessione di servizi. A quel punto, la concessione di servizi ha i paletti chiari, che il Consiglio Comunale decide, e poi successivamente con una concessione di servizi, si individuerà il soggetto privato migliore, non quello che poi potrà decidere lui in autonomia, come svolgere i lavori e con senza un controllo diretto del Consiglio Comunale, ma sulla base delle indicazioni che il Consiglio Comunale avrà dato, dovrà realizzare gli interventi che questo Consiglio Comunale avrà deciso di realizzare, tutto tra l’altro già sufficientemente scritto nello Studio di fattibilità. Quindi, era assolutamente la procedura più lineare, più coerente che l’Amministrazione avrebbe potuto adottare, ma nel merito, su ogni singolo emendamento, ma soprattutto mi si consentirà poi sui pareri espressi dagli uffici tecnici su ogni singolo emendamento, mi riservo di intervenire successivamente.

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