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Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 29 Luglio 2019 ore 14,00
Paragrafo n. 18
DELIBERAZIONE (Giunta: proposta e urgenza) 2019-02307
MOTOVELODROMO. CONCESSIONE DEL DIRITTO DI SUPERFICIE SESSANTENNALE AD ASTA PUBBLICA CON VINCOLO DI DESTINAZIONE AD USO SPORTIVO. BASE ASTA EURO 250.000,00. APPROVAZIONE.
Interventi
LO RUSSO Stefano
Grazie Presidente. Ma, questa delibera, in realtà avrebbe potuto avere, anzi, avrebbe dovuto avere un iter leggermente diverso. Nasce dall’esigenza di riqualificare il Motovelodromo, che ha una storia piuttosto antica, in termini di gestione patrimoniale e sostanzialmente ha identificato quella come un’area che aveva effettivamente, e continua ad avere, a nostro modo di vedere, l’esigenza di una riqualificazione davvero nell’interesse pubblico. Come sapete bene, noi abbiamo sempre sostenuto l’esigenza di individuare formule di partnership pubblico-privato che fossero effettivamente coerenti con il preminente interesse pubblico. Questo elemento, che ci ha guidato in tutte le valutazioni di merito che abbiamo fatto in questi anni, e anche negli anni precedenti, ha sempre identificato il diritto di superficie come uno degli elementi più garantisti dal punto di vista del privato, ma contemporaneamente anche dal punto di vista del pubblico che alienava il medesimo diritto superficiario. In questo caso ci era sembrata che la valutazione politica fatta ab origine e declinata dall’ex Assessore Montanari, che era quella di non produrre alcuna variante urbanistica al Piano Regolatore, e quindi lasciare di fatto inalterata la destinazione urbanistica a servizio pubblico del Motovelodromo, andasse in realtà nell’immagine positiva di un meccanismo che non vedesse l’alienazione del diritto di superficie come elemento caratterizzante la trasformazione. Eravamo altresì piuttosto ottimisti, e avevamo ragione a esserlo, quando l’Amministrazione lancia una manifestazione di interesse rivolta all’esterno per fondamentalmente capire se c’erano dei soggetti che in qualche modo avevano intenzione di riqualificare il Motovelodromo, ed effettivamente di manifestazioni di interesse, a quanto ci costa e ci è stato detto in Commissione, ne sono arrivate ben 4. Di queste 4 manifestazioni di interesse, tre avevano fondamentalmente previsto in alcuni casi anche interventi economici importanti, ma una sostanziale vocazione di servizio pubblico di carattere sportivo come caratterizzazione prevalente, preminente. Una di queste 4 aveva invece fondamentalmente una determinante, una discriminante, che era quella di sviluppare l’operazione di riqualificazione del Motovelodromo, indovinate un po’, nuovamente attraverso un’operazione commerciale. Questa manifestazione di interesse, formalmente presentata, chiedeva in buona sostanza, con un articolato rendering, di realizzare oltre 4.000 metri quadri di nuova superficie commerciale, inserendo questi nuovi supermercati all’interno del Motovelodromo. Fondamentalmente non ci risulta agli atti, né ci è stato risposto durante l’esame della deliberazione, che sia mai avvenuta una qualche forma di presa d’atto di queste manifestazioni di interesse formale, attraverso una determina dirigenziale, piuttosto che una delibera della Giunta Comunale, e soprattutto l’assunzione di responsabilità politica, oltre che amministrativa, relativamente alla scelta che poi avrebbe condotto alla redazione di questa deliberazione. In altri termini, sostanzialmente è stata fatta un’operazione in cui noi veramente avevamo creduto, forse ingenuamente, non conoscendovi e non avendo capito il giochino che avevate in mente, di apertura ai cittadini, di apertura alle associazioni sportive che venissero a fare proposte, e ne sono arrivate effettivamente. Quindi avevamo visto giusto da questo punto di vista, salvo poi in buona sostanza, non si capisce per quale ragione, perché la cosa incredibile, Assessore Rolando, è che della procedura che viene decritta c’è un passaggio che si salta, e cioè come si passa dalla manifestazione di interesse a questa delibera, non si sa. Noi ci troviamo in Commissione, e poi in Consiglio Comunale, una delibera che sostanzialmente recepisce la quarta di queste manifestazioni, o la prima, a seconda di come la si vuole vedere, che è l’unica che prevede di fare la superficie commerciale. Per la verità, non è che prende il rendering sviluppato e presentato e lo duplica, ci manca ancora, ed effettivamente fa una virtuosa operazione, che è ridurre questi 4.800 metri richiesti ai 3.100 additivi che voi oggi proponete di inserire, e ci giustificate questa cosa come sostanzialmente non abbiamo capito, nel senso che onestamente non abbiamo compreso, nel senso che, dal punto di vista strutturale non ci risultano agli atti studi fatti dai nostri Uffici Tecnici che quantificano i lavori. Non ci risultano, poi guardo anche i colleghi, ma mi sembra che non ci siano perizie dei nostri Uffici Tecnici che quantificano economicamente l’ammontare economico dei lavori per riqualificare il Motovelodromo, tant’è vero che la base d’asta messa in delibera viene, a detta sua Assessore Rolando, stimata indicativamente. Primo problema, qual è stata la formula con cui voi siete passati dalla manifestazione di interesse pubblica, alla scelta che avete operato. Secondo problema, la questione della famosa natura merceologica dei prodotti che vengono in qualche modo a essere commercializzati dentro le nuove superfici commerciali, che peraltro in uno degli allegati vengono addirittura indicati in planimetria con una superficie in neretto dentro una mappa in cui si dice: “I famosi 3100 metri quadri additivi”, ripeto, “Additivi di commerciale, dovete edificarli qua, a tergo del corso Casale”. Da questo punto di vista ci hanno confortato, nelle nostre perplessità, i pareri formalmente espressi dalla Divisione Commercio, in particolar modo dal Dirigente del Settore Commercio che, com’è ovvio, ha chiaramente escluso che in fase di concessione di diritto di superficie, si possa individuare in maniera puntuale che cosa in qualche modo lì dentro deve andare ad inserirsi, e quindi, in termini per difetto di ragionamento, è chiaro che non ci sono le condizioni di garanzia che all’interno di queste superfici commerciali, se non unicamente nella previsione dei 250 metri quadri del lotto singolo della vendita, vi possa essere un’esclusione a priori di una distribuzione di carattere commerciale in senso stretto. In questo senso, contraddicendo a quanto ci era parso nella fase precedente alla crisi politica che poi ci porta qua oggi, anche una parte della Maggioranza, oggi assente, faccio particolarmente riferimento agli interventi della Vicepresidente Ferrero, aveva in qualche modo condiviso in termini di perplessità oggettive. Oggi arrivate con questa deliberazione a valle di questo ragionamento, a cui aggiungiamo un ulteriore ragionamento che riguarda il tema della scelta con cui si prevede di alienare questo bene. Nel senso che, a nostro modo di vedere, e anche confortati in questo da un parere rilasciato dal Segretario Generale a fronte di quesiti formali, diciamo così, che voi rischiate di ibridare una procedura. La ratio, com’è noto, del diritto di superficie, è una ratio che fondamentalmente, concedendo un diritto reale, in buona sostanza, individua nel rilascio del diritto reale l’elemento qualificante, non solo la bancabilità dell’intervento in senso stretto, ma ovviamente demanda ad una mera previsione di carattere urbanistico la funzione pubblica prevista dal PRG, e cioè sostanzialmente demanda, attraverso lo sviluppo dello Strumento Urbanistico Esecutivo ai sensi dell’articolo 19, commi 5 e 6 del nostro Piano Regolatore, lo sviluppo convenzionale dello sviluppo, appunto, del servizio pubblico. Cioè, qual è la contraddizione? Voi individuate, mettendo una serie di paletti che saltano, cioè, che sono paletti finti, che sono paletti finti, per lavarvi la coscienza evidentemente, una serie di circostanze che dovrebbero, secondo voi, garantire il servizio pubblico; oggi ha illustrato, Assessore Rolando, il numero di giorni di fruizione pubblica, piuttosto che il fatto che debbano essere garantiti i preminenti usi sportivi, affermazioni del tutto generiche, che cozzano frontalmente con quello che è l’istituto del diritto di superficie. Se decidete di percorrere la strada del diritto di superficie, percorrete quella strada e conseguentemente non introducete a livello surrettizio, come peraltro vi è stato fatto rilevare anche dal Segretario Generale, dottor Spoto, un elemento elusivo del Codice dei Contratti Pubblici. ANAC più volte ha stigmatizzato le Amministrazioni locali che hanno, in luogo di procedure a evidenza pubblica aperte e competitive, utilizzato l’alienazione del diritto di superficie in maniera surrettizia, individuando sostanzialmente questa procedura di, chiamiamola così, boundary pubblico, una cosa che non si prestava, che invece è pienamente convergente e fittante con una procedura di concessione di servizi che ha tutta un’altra procedura che, guardate, non è, non sarebbe neanche inedita. Se non ricordo male, quando vi siete insediati c’era un’operazione, che poi voi avete fatto fallire, al Michelotti, che aveva esattamente quell’impostazione. Aveva esattamente quell’impostazione, e avete revocato quell’operazione spiegandoci, spiegandoci, che quella roba lì era antitetica all’interesse pubblico. Passano tre anni e cosa fate? Non è che... Aveste ripetuto quella, dico, vabbè, si sono resi conto dell’errore, ripetono quella procedura, cioè, non vanno in diritto di superficie, fanno una concessione di servizi, coerentemente col nostro Codice degli Appalti: no, fate il più due, neanche il più uno, e fate il diritto di superficie. Allora io credo, e penso di non sbagliare nel ritenere che molti dei Consiglieri della Maggioranza, che si apprestano a votare questa delibera, non hanno, secondo me in maniera estremamente chiara, giuridicamente compreso la differenza di questo, del ragionamento, e soprattutto che cosa sta succedendo. Provo a tradurlo, dopo averlo fatto in Commissione, anche in Aula. La Maggioranza 5 Stelle, lei, Sindaca Appendino, ci avete spiegato che l’operazione Michelotti, di Zoom era un’operazione che devastava gli interessi pubblici; guardate, vi stupirà sapere che non era un diritto di superficie quella di operazione, era molto meno, era molto, molto, molto meno, e dentro quell’operazione c’erano, lì sì, interessi pubblici disciplinati, e coerentemente al quadro normativo era stata impostata in questi termini. Invece, l’operazione che state cercando di fare, che probabilmente, anche perché lei, Sindaca Appendino, l’ha messa addirittura come condizione sine qua non, il Motovelodromo...

LO RUSSO Stefano
Presidente, rubo un po’ di tempo adesso così evito di intervenire sugli emendamenti, ma valutiamo noi come gestire il rapporto in Aula, non è un problema, tanto abbiamo 24 emendamenti e ho modo di intervenire anche dopo, però per dare compiutezza all’intervento...

LO RUSSO Stefano
Se mi consente, se mi consente di intervenire mi avvio a chiudere, Presidente. Da questo punto di vista voi fate un’operazione con il triplo salto carpiato e date il diritto di superficie, che è un errore strategico. Allora, noi abbiamo provato, non avendo la struttura e il supporto, quindi probabilmente anche commettendo qualche errore tecnico, ma con lo spirito di convertire l’operazione di riqualificazione del Motovelodromo, in cui noi crediamo più, anzi come voi, se non di più, con un’operazione che guardate, non mettiamo in discussione tutto il percorso fatto, Assessore Rolando, che era quello della manifestazione di interesse. Magari c’era un’assunzione di responsabilità politica da parte della Giunta con una bella delibera di Giunta che ne prendeva atto, che noi non abbiamo trovato e non c’è neanche in delibera di Consiglio, dando un misto di opacità, opacità all’operazione che avete fatto, mi scusi se glielo dico, perché almeno ci sia un’assunzione di responsabilità politica da chi, di chi prende questa cosa, e magari venendo incontro a quelli che erano a parole, a parole, perché a parole siete dei fenomeni, i preminenti interessi pubblici, rispetto a un’operazione che, per come si configura, al di là dell’acqua fresca di questi emendamenti, gliel’abbiamo detto, lo tolga quello dei 60 anni, 90 anni, Assessore Rolando, cioè, è ridicolo portare il diritto... Cioè, se lei pensa che, come dire, si possa risolvere il problema che le stiamo ponendo, che le poniamo da quasi un mese, spostando da 90 a 60 anni il diritto di superficie, ma lasci perdere, ritiri quella parte di emendamento, ve lo votate con 90 anni, se dovete fare la speculazione ve la fate fino alla fine. E’ un grande, è un peccato onestamente perché c’erano tutte le condizioni, e noi siamo partiti con questo approccio estremamente costruttivo, per adottare un altro criterio per riqualificare il Motovelodromo. Grazie Presidente per l’extra time che mi ha concesso.

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