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Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 29 Luglio 2019 ore 14,00
Paragrafo n. 18
DELIBERAZIONE (Giunta: proposta e urgenza) 2019-02307
MOTOVELODROMO. CONCESSIONE DEL DIRITTO DI SUPERFICIE SESSANTENNALE AD ASTA PUBBLICA CON VINCOLO DI DESTINAZIONE AD USO SPORTIVO. BASE ASTA EURO 250.000,00. APPROVAZIONE.
Interventi
SICARI Francesco (Presidente)
Passiamo quindi adesso al punto 12, la delibera n. mecc. 201902307/131, presentata dall’Assessore Rolando, dall’ex Vicesindaco Montanari e dall’Assessore Finardi, avente come oggetto:

“Motovelodromo. Costituzione diritto di superficie novantanovennale ad asta pubblica con vincolo di destinazione ad uso sportivo. Base asta euro 250.000,00. Approvazione.”

SICARI Francesco (Presidente)
Sono stati presentati 24 emendamenti ed è stata presentata una mozione di accompagnamento dal Consigliere Carretto, n. mecc. 201903233/002:

“Accompagnamento alla deliberazione (Mecc. 201902307/131) ‘Motovelodromo. Costituzione diritto di superficie novantanovennale ad asta pubblica con vincolo di destinazione ad uso sportivo. Base asta euro 250.000,00. Approvazione.’”

SICARI Francesco (Presidente)
Come discussione farei la trattazione, l’illustrazione della discussione sia della delibera, sia per quanto riguarda la mozione di accompagnamento. Solo un attimo. Assessore Rolando per l’illustrazione. Prego, Assessore Rolando.

ROLANDO Sergio (Assessore)
Sì, grazie. Com’è a tutti noto, il Motovelodromo di Torino costituisce un pregevole reperto della nostra storia sportiva. Purtroppo il suo utilizzo, ormai da decenni, non è stato che discontinuo e occasionale e non si è mai pervenuti, per carenza di fondi, al suo effettivo recupero. La proposta che si presenta ora al Consiglio, è quella di pervenire con rapidità alla rifunzionalizzazione della struttura, assicurandole il vincolo ad attività sportive e consentendo all’operatore di realizzare attività economiche allo scopo di finanziare il recupero complessivo per attività e funzioni esclusivamente e strettamente legate all’attività sportiva. Per ottenere questo risultato la via seguita, che può garantire l’attrattività degli operator, e la rapidità nell’intervento, è quello di mettere all’asta il diritto di superficie per la durata di 60 anni, come si vedrà co l’emendamento presentato ancora in discussione, dell’area, con vincoli e clausole che assicurano una partecipazione del territorio all’attività progettuale, il recupero dell’edificio secondo canoni e criteri che dovranno essere soggetti all’analisi della competente Sovrintendenza e una valorizzazione della struttura per finalità strettamente connesse all’attività sportiva. Il rispetto delle condizioni che saranno poste dal bando, sarà garantito da apposita fideiussione e dalle clausole contrattuali che saranno inserite nel contesto della convenzione attuativa. La formulazione del provvedimento consentirà, come si auspica, che gli operatori siano indotti a intervenire, finanziando la realizzazione, attesa la possibilità di intervenire, nel piano della realizzazione di attività economiche di rilievo, nonché strettamente associate all’attività sportiva. L’obiettivo è riportare ai cittadini un luogo così importante e simbolico in condizioni adeguate al suo effettivo reimpiego. Io poi proseguirei illustrando, se mi è consentito, gli emendamenti di Giunta.

SICARI Francesco (Presidente)
Certo.

ROLANDO Sergio (Assessore)
Che sono l’emendamento 1, che tocca anche la durata originariamente prevista di 99 anni, che prevede, elenco tutti i punti: la sostituzione dello “Studio di fattibilità” con lo “Studio di fattibilità 1 bis”, unito al presente emendamento; nell’oggetto della deliberazione sono state sostituite le parole: “Costituzione di diritto di superficie novantanovennale”, con “Concessione del diritto di superficie sessantennale”; a pagina 2 della narrativa, secondo capoverso, è stata sostituita la parola “cornici”, con “fornici”; a pagina 3 della narrativa al termine della prima alinea, sostituite le parole: “basso impatto paesaggistico e architettonico”, con le parole “basso impatto paesaggistico, architettonico ed ambientale”; a pagina 5 della narrativa, primo capoverso, sostituite le parole “In secondo luogo ai sensi dell’articolo 3 punto 7 comma 16 delle NUEA, occorre consentire l’insediamento di destinazioni accessorie strettamente pertinenti e connesse allo svolgimento dell’attività principale - quali attività commerciali al dettaglio, pubblici esercizi e attività artigianali di servizio -”, con le parole: “In secondo luogo, ai sensi – e non li dico - del citato riferimento, l’insediamento di destinazioni accessorie esclusivamente e strettamente pertinenti allo svolgimento dell’attività principale - quali attività commerciali al dettaglio con superficie di vendita non superiore ai 250 mq, pubblici esercizi e attività artigianali di servizio connesse ad una fruizione turistico sportiva del Compendio -”; punto 6: a pagina 5 della narrativa, terzo capoverso, sostituire le parole: “costituzione del diritto di superficie e proprietà superficiaria della durata di novantanove anni”, con le parole: “concessione del diritto di superficie per la durata di 60 anni”; punto 7: a pagina 6 della narrativa, sostituire l’ultimo capoverso che recita “Al fine di garantire il recupero del Compendio per finalità sportive, si ritiene di subordinare il rilascio di eventuali titoli abilitativi commerciali alla conclusione delle attività edilizie, occorrenti per il recupero della pista storica e della gradonata curva, attività che comunque dovranno essere completate entro 5 anni dal rogito, a pena di risoluzione del contratto e incameramento del prezzo”, con il seguente: “Al fine di garantire la rifunzionalizzazione del Compendio alle originarie finalità sportive, si ritiene di subordinare il rilascio degli eventuali titoli abilitativi commerciali alla conclusione delle attività occorrenti per il riuso del Compendio stesso, attività i cui titoli dovranno essere richiesti entro tre anni dal rogito e che dovranno essere completati nei successivi 3 anni, a pena di risoluzione del contratto e d’incameramento del prezzo. Tali obbligazioni dovranno essere ulteriormente garantite da idonea fideiussione di ammontare pari al doppio del prezzo di aggiudicazione”; a pagina 6 della narrativa, secondo capoverso, sostituire il punto 1 che recita: “la messa a disposizione di un campo da gioco ad Associazioni sportive individuate dalla Città e a tariffe comunali per tre pomeriggi la settimana” con il seguente: “l’utilizzo, su richiesta della Città e di Associazioni sportive dalla stessa individuate, di una o più strutture risultanti dalla rifunzionalizzazione del Compendio, per tre pomeriggi la settimana e a tariffe comunali, secondo modalità da definirsi con l’Area Sport e Tempo Libero”; punto 9, a pagina 6 della narrativa, secondo capoverso, punto 4, sostituire le parole: “3 giornate annue”, con le parole: “10 giornate annue”; 10, nel dispositivo, al punto 1 sostituire le parole: “costituzione del diritto di superficie e proprietà novantanovennale”, con: “concessione del diritto di superficie a proprietà superficiaria sessantennale”; 11, nel dispositivo al punto 3, sostituire le parole: “strettamente pertinenti e connesse allo svolgimento dell’attività principale - quali attività commerciali al dettaglio, pubblici esercizi e attività artigianali di servizio -”, con le parole: “esclusivamente e strettamente pertinenti allo svolgimento dell’attività principale - quali commerciali al dettaglio con superficie di vendita non superiore ai 250 mq., pubblici esercizi e attività artigianali di servizio connesse ad una fruizione turistico sportiva del Compendio -”. Poi, esiste l’emendamento integrativo numero 2 che prevede, a pagina 5 della narrativa, al termine del primo capoverso, dopo le parole: “limite massimo” e il punto fermo, si sono inserite le seguenti parole: “L’insediamento delle attività economiche e, ove normalmente previsto, il rilascio dei titoli necessari dall’esercizio delle attività commerciali da parte dell’Area Commercio, è subordinato alla previa verifica, da parte degli uffici dell’Area Sport e Tempo Libero e dell’Area Patrimonio, di intesa con l’Area Urbanistica, della natura esclusivamente e strettamente accessoria delle destinazioni proposte, della loro compatibilità rispetto all’attività principale”. Poi, l’emendamento numero 5, a pagina 6 della narrativa, al termine della seconda riga, inserire, dopo il punto fermo la seguente frase: “L’aggiudicatario sarà tenuto, nell’ambito delle attività di progettazione ad esperire pratiche concorsuali che attivino processi di partecipazione al fine di reperire eventuali indirizzi e proposte provenienti dal territorio: (Circoscrizione, associazioni, cittadini) finalizzati al miglioramento della qualità del progetto”. (INTERVENTO FUORI MICROFONO). Cinque. Gli emendamenti della Giunta, non ce n’è più. Appunto, li ho finiti, li ho illustrati. Tre. Grazie.

SICARI Francesco (Presidente)
Prego, Capogruppo Lo Russo.

LO RUSSO Stefano
Grazie Presidente. Ma, questa delibera, in realtà avrebbe potuto avere, anzi, avrebbe dovuto avere un iter leggermente diverso. Nasce dall’esigenza di riqualificare il Motovelodromo, che ha una storia piuttosto antica, in termini di gestione patrimoniale e sostanzialmente ha identificato quella come un’area che aveva effettivamente, e continua ad avere, a nostro modo di vedere, l’esigenza di una riqualificazione davvero nell’interesse pubblico. Come sapete bene, noi abbiamo sempre sostenuto l’esigenza di individuare formule di partnership pubblico-privato che fossero effettivamente coerenti con il preminente interesse pubblico. Questo elemento, che ci ha guidato in tutte le valutazioni di merito che abbiamo fatto in questi anni, e anche negli anni precedenti, ha sempre identificato il diritto di superficie come uno degli elementi più garantisti dal punto di vista del privato, ma contemporaneamente anche dal punto di vista del pubblico che alienava il medesimo diritto superficiario. In questo caso ci era sembrata che la valutazione politica fatta ab origine e declinata dall’ex Assessore Montanari, che era quella di non produrre alcuna variante urbanistica al Piano Regolatore, e quindi lasciare di fatto inalterata la destinazione urbanistica a servizio pubblico del Motovelodromo, andasse in realtà nell’immagine positiva di un meccanismo che non vedesse l’alienazione del diritto di superficie come elemento caratterizzante la trasformazione. Eravamo altresì piuttosto ottimisti, e avevamo ragione a esserlo, quando l’Amministrazione lancia una manifestazione di interesse rivolta all’esterno per fondamentalmente capire se c’erano dei soggetti che in qualche modo avevano intenzione di riqualificare il Motovelodromo, ed effettivamente di manifestazioni di interesse, a quanto ci costa e ci è stato detto in Commissione, ne sono arrivate ben 4. Di queste 4 manifestazioni di interesse, tre avevano fondamentalmente previsto in alcuni casi anche interventi economici importanti, ma una sostanziale vocazione di servizio pubblico di carattere sportivo come caratterizzazione prevalente, preminente. Una di queste 4 aveva invece fondamentalmente una determinante, una discriminante, che era quella di sviluppare l’operazione di riqualificazione del Motovelodromo, indovinate un po’, nuovamente attraverso un’operazione commerciale. Questa manifestazione di interesse, formalmente presentata, chiedeva in buona sostanza, con un articolato rendering, di realizzare oltre 4.000 metri quadri di nuova superficie commerciale, inserendo questi nuovi supermercati all’interno del Motovelodromo. Fondamentalmente non ci risulta agli atti, né ci è stato risposto durante l’esame della deliberazione, che sia mai avvenuta una qualche forma di presa d’atto di queste manifestazioni di interesse formale, attraverso una determina dirigenziale, piuttosto che una delibera della Giunta Comunale, e soprattutto l’assunzione di responsabilità politica, oltre che amministrativa, relativamente alla scelta che poi avrebbe condotto alla redazione di questa deliberazione. In altri termini, sostanzialmente è stata fatta un’operazione in cui noi veramente avevamo creduto, forse ingenuamente, non conoscendovi e non avendo capito il giochino che avevate in mente, di apertura ai cittadini, di apertura alle associazioni sportive che venissero a fare proposte, e ne sono arrivate effettivamente. Quindi avevamo visto giusto da questo punto di vista, salvo poi in buona sostanza, non si capisce per quale ragione, perché la cosa incredibile, Assessore Rolando, è che della procedura che viene decritta c’è un passaggio che si salta, e cioè come si passa dalla manifestazione di interesse a questa delibera, non si sa. Noi ci troviamo in Commissione, e poi in Consiglio Comunale, una delibera che sostanzialmente recepisce la quarta di queste manifestazioni, o la prima, a seconda di come la si vuole vedere, che è l’unica che prevede di fare la superficie commerciale. Per la verità, non è che prende il rendering sviluppato e presentato e lo duplica, ci manca ancora, ed effettivamente fa una virtuosa operazione, che è ridurre questi 4.800 metri richiesti ai 3.100 additivi che voi oggi proponete di inserire, e ci giustificate questa cosa come sostanzialmente non abbiamo capito, nel senso che onestamente non abbiamo compreso, nel senso che, dal punto di vista strutturale non ci risultano agli atti studi fatti dai nostri Uffici Tecnici che quantificano i lavori. Non ci risultano, poi guardo anche i colleghi, ma mi sembra che non ci siano perizie dei nostri Uffici Tecnici che quantificano economicamente l’ammontare economico dei lavori per riqualificare il Motovelodromo, tant’è vero che la base d’asta messa in delibera viene, a detta sua Assessore Rolando, stimata indicativamente. Primo problema, qual è stata la formula con cui voi siete passati dalla manifestazione di interesse pubblica, alla scelta che avete operato. Secondo problema, la questione della famosa natura merceologica dei prodotti che vengono in qualche modo a essere commercializzati dentro le nuove superfici commerciali, che peraltro in uno degli allegati vengono addirittura indicati in planimetria con una superficie in neretto dentro una mappa in cui si dice: “I famosi 3100 metri quadri additivi”, ripeto, “Additivi di commerciale, dovete edificarli qua, a tergo del corso Casale”. Da questo punto di vista ci hanno confortato, nelle nostre perplessità, i pareri formalmente espressi dalla Divisione Commercio, in particolar modo dal Dirigente del Settore Commercio che, com’è ovvio, ha chiaramente escluso che in fase di concessione di diritto di superficie, si possa individuare in maniera puntuale che cosa in qualche modo lì dentro deve andare ad inserirsi, e quindi, in termini per difetto di ragionamento, è chiaro che non ci sono le condizioni di garanzia che all’interno di queste superfici commerciali, se non unicamente nella previsione dei 250 metri quadri del lotto singolo della vendita, vi possa essere un’esclusione a priori di una distribuzione di carattere commerciale in senso stretto. In questo senso, contraddicendo a quanto ci era parso nella fase precedente alla crisi politica che poi ci porta qua oggi, anche una parte della Maggioranza, oggi assente, faccio particolarmente riferimento agli interventi della Vicepresidente Ferrero, aveva in qualche modo condiviso in termini di perplessità oggettive. Oggi arrivate con questa deliberazione a valle di questo ragionamento, a cui aggiungiamo un ulteriore ragionamento che riguarda il tema della scelta con cui si prevede di alienare questo bene. Nel senso che, a nostro modo di vedere, e anche confortati in questo da un parere rilasciato dal Segretario Generale a fronte di quesiti formali, diciamo così, che voi rischiate di ibridare una procedura. La ratio, com’è noto, del diritto di superficie, è una ratio che fondamentalmente, concedendo un diritto reale, in buona sostanza, individua nel rilascio del diritto reale l’elemento qualificante, non solo la bancabilità dell’intervento in senso stretto, ma ovviamente demanda ad una mera previsione di carattere urbanistico la funzione pubblica prevista dal PRG, e cioè sostanzialmente demanda, attraverso lo sviluppo dello Strumento Urbanistico Esecutivo ai sensi dell’articolo 19, commi 5 e 6 del nostro Piano Regolatore, lo sviluppo convenzionale dello sviluppo, appunto, del servizio pubblico. Cioè, qual è la contraddizione? Voi individuate, mettendo una serie di paletti che saltano, cioè, che sono paletti finti, che sono paletti finti, per lavarvi la coscienza evidentemente, una serie di circostanze che dovrebbero, secondo voi, garantire il servizio pubblico; oggi ha illustrato, Assessore Rolando, il numero di giorni di fruizione pubblica, piuttosto che il fatto che debbano essere garantiti i preminenti usi sportivi, affermazioni del tutto generiche, che cozzano frontalmente con quello che è l’istituto del diritto di superficie. Se decidete di percorrere la strada del diritto di superficie, percorrete quella strada e conseguentemente non introducete a livello surrettizio, come peraltro vi è stato fatto rilevare anche dal Segretario Generale, dottor Spoto, un elemento elusivo del Codice dei Contratti Pubblici. ANAC più volte ha stigmatizzato le Amministrazioni locali che hanno, in luogo di procedure a evidenza pubblica aperte e competitive, utilizzato l’alienazione del diritto di superficie in maniera surrettizia, individuando sostanzialmente questa procedura di, chiamiamola così, boundary pubblico, una cosa che non si prestava, che invece è pienamente convergente e fittante con una procedura di concessione di servizi che ha tutta un’altra procedura che, guardate, non è, non sarebbe neanche inedita. Se non ricordo male, quando vi siete insediati c’era un’operazione, che poi voi avete fatto fallire, al Michelotti, che aveva esattamente quell’impostazione. Aveva esattamente quell’impostazione, e avete revocato quell’operazione spiegandoci, spiegandoci, che quella roba lì era antitetica all’interesse pubblico. Passano tre anni e cosa fate? Non è che... Aveste ripetuto quella, dico, vabbè, si sono resi conto dell’errore, ripetono quella procedura, cioè, non vanno in diritto di superficie, fanno una concessione di servizi, coerentemente col nostro Codice degli Appalti: no, fate il più due, neanche il più uno, e fate il diritto di superficie. Allora io credo, e penso di non sbagliare nel ritenere che molti dei Consiglieri della Maggioranza, che si apprestano a votare questa delibera, non hanno, secondo me in maniera estremamente chiara, giuridicamente compreso la differenza di questo, del ragionamento, e soprattutto che cosa sta succedendo. Provo a tradurlo, dopo averlo fatto in Commissione, anche in Aula. La Maggioranza 5 Stelle, lei, Sindaca Appendino, ci avete spiegato che l’operazione Michelotti, di Zoom era un’operazione che devastava gli interessi pubblici; guardate, vi stupirà sapere che non era un diritto di superficie quella di operazione, era molto meno, era molto, molto, molto meno, e dentro quell’operazione c’erano, lì sì, interessi pubblici disciplinati, e coerentemente al quadro normativo era stata impostata in questi termini. Invece, l’operazione che state cercando di fare, che probabilmente, anche perché lei, Sindaca Appendino, l’ha messa addirittura come condizione sine qua non, il Motovelodromo...

SICARI Francesco (Presidente)
La invito a concludere.

LO RUSSO Stefano
Presidente, rubo un po’ di tempo adesso così evito di intervenire sugli emendamenti, ma valutiamo noi come gestire il rapporto in Aula, non è un problema, tanto abbiamo 24 emendamenti e ho modo di intervenire anche dopo, però per dare compiutezza all’intervento...

SICARI Francesco (Presidente)
Se interviene anche dopo, ora le chiedo il tempo, se dopo non interviene allora può andare avanti.

LO RUSSO Stefano
Se mi consente, se mi consente di intervenire mi avvio a chiudere, Presidente. Da questo punto di vista voi fate un’operazione con il triplo salto carpiato e date il diritto di superficie, che è un errore strategico. Allora, noi abbiamo provato, non avendo la struttura e il supporto, quindi probabilmente anche commettendo qualche errore tecnico, ma con lo spirito di convertire l’operazione di riqualificazione del Motovelodromo, in cui noi crediamo più, anzi come voi, se non di più, con un’operazione che guardate, non mettiamo in discussione tutto il percorso fatto, Assessore Rolando, che era quello della manifestazione di interesse. Magari c’era un’assunzione di responsabilità politica da parte della Giunta con una bella delibera di Giunta che ne prendeva atto, che noi non abbiamo trovato e non c’è neanche in delibera di Consiglio, dando un misto di opacità, opacità all’operazione che avete fatto, mi scusi se glielo dico, perché almeno ci sia un’assunzione di responsabilità politica da chi, di chi prende questa cosa, e magari venendo incontro a quelli che erano a parole, a parole, perché a parole siete dei fenomeni, i preminenti interessi pubblici, rispetto a un’operazione che, per come si configura, al di là dell’acqua fresca di questi emendamenti, gliel’abbiamo detto, lo tolga quello dei 60 anni, 90 anni, Assessore Rolando, cioè, è ridicolo portare il diritto... Cioè, se lei pensa che, come dire, si possa risolvere il problema che le stiamo ponendo, che le poniamo da quasi un mese, spostando da 90 a 60 anni il diritto di superficie, ma lasci perdere, ritiri quella parte di emendamento, ve lo votate con 90 anni, se dovete fare la speculazione ve la fate fino alla fine. E’ un grande, è un peccato onestamente perché c’erano tutte le condizioni, e noi siamo partiti con questo approccio estremamente costruttivo, per adottare un altro criterio per riqualificare il Motovelodromo. Grazie Presidente per l’extra time che mi ha concesso.

SICARI Francesco (Presidente)
Prego. Prego, Consigliere Chessa.

CHESSA Marco
Grazie Presidente. Personalmente sono felice che oggi si possa parlare concretamente del futuro di una struttura sportiva che l’anno prossimo compirà anche 100 anni dalla propria realizzazione, che rappresenta un valore artistico, storico e sportivo di rilevanza cittadina ed anche nazionale. (INTERVENTI FUORI MICROFONO). Spero che mi sentano, ecco, non... Io parlerei, Presidente. Eccomi, grazie. So che non sono un belvedere, non so perché ha insistito tantissimo, Presidente, ma la ringrazio. Come le dicevo, sono felice che oggi si possa parlare concretamente di una struttura sportiva che si accinge a compiere 100 anni e che rappresenta un valore artistico, sportivo e storico di rilevanza cittadina e nazionale. Un impianto nel quale nel 2015 venivano rilevate difformità circa le finalità concessorie, che attualmente rischia lo stato di abbandono totale e per il quale oggi dobbiamo scongiurare un definitivo declino e una snaturazione che ne comprometterebbe sia la sua storia, sia il suo valore. Oggi ci viene proposta una delibera che si prefigge di riqualificare il Motovelodromo e di rivitalizzare il quartiere circostante, dettaglio non da poco, di garantire la massima pratica sportiva pubblica e che non impatti notevolmente a livello architettonico e paesaggistico. Per noi era, è, e sarà fondamentale la funzione sportiva prevalente che ne rispetterà la vocazione e la storia, con un vincolo di estensione sportiva ben specificato e aprendo anche ad una molteplicità di discipline da praticare, rispetto al passato. Questo è un impianto che per caratteristiche, valutazione patrimoniale, che in Commissione è stato detto anche che non ha prezzo, quindi fa altamente capire il valore, e tipologia di investimenti richiesti, non è possibile concedere tramite il Regolamento del 295 e quindi in regime di gestione sociale. Credo quindi che, a questo punto, la costituzione del diritto di superficie rappresenti il modo migliore per rispettare gli obiettivi che ci siamo proposti, che è solamente uno: riportare il Motovelodromo (incomprensibile) del mondo, destinandolo all’attività sportiva e non ad un centro commerciale, non è stato mai il nostro obiettivo. Nel corso delle diverse Commissioni, ne abbiamo fatte 4, addirittura 5, chiedo scusa se non sono preciso, è stato possibile discutere su questo atto, emendarlo e proporlo con la visione più orizzontale e condivisa possibile che rispetto al passato, come succedeva qualche anno fa, non vedrà la Città farsi garante di mutui mai pagati e che rimangono a carico della collettività. Questo credo che sia una cosa importante. Personalmente, e mi accingo quasi a chiudere, credo che ci siano alcune domande che doveva chiedere e porsi questo Consiglio Comunale. Che cos’è ora il Motovelodromo? La sua storia è stata rispettata? Le esperienze del passato, cos’hanno insegnato? Personalmente credo che sia ora di dare delle risposte ad una parte di città che le sta attendendo da anni le risposte a queste domande, e credo che con questa delibera iniziamo a farlo. Concludo con un ringraziamento alle associazioni che facevano parte del pull di pezzi di Motovelodromo. In questi ultimi anni hanno curato la struttura con la passione, il lavoro, il volontariato, degno di quella parte di storia torinese ed italiana che rappresenta il Motovelodromo. A nome del nostro Gruppo Consiliare, un ringraziamento. Grazie.

SICARI Francesco (Presidente)
Grazie a lei. Prego, Capogruppo Tresso.

TRESSO Francesco
Io prendo spunto dall’intervento che mi ha preceduto del Consigliere Chessa, per dire che invece sono profondamente rattristato di come oggi, a quasi un secolo dalla nascita di quell’oggetto, che è un oggetto particolare, che ha una valenza del tutto significativa ed emblematica per Torino, per quello che ha rappresentato nel mondo dello sport, per la sua localizzazione. Il modo con cui oggi andiamo invece a parlare, e purtroppo, temo, a votare del futuro di questo straordinario edificio, è un modo che mi vede profondamente critico, sia per quello che è stata la natura della procedura scelta, e sia per quello che sono i contenuti di questa proposta, che temo abbiamo inficiato anche il tipo di procedura che poi si è scelta. Dopo tre anni di valutazioni, onestamente mi aspettavo di più, ma lo dico sinceramente, anche perché, com’è stato richiamato a valle di quella che era stata la vicenda del Michelotti, questa era l’occasione davvero per dire: ci sono delle idee, proviamo a metterle in campo in maniera diversa. Proviamo a valutare anche che delle aree sono funzionali ad un periodo storico e che devono cogliere i mutamenti, i cambiamenti di quello che è un tessuto urbano. E quindi io che, peraltro, devo dire, sul discorso del Michelotti, mi ero trovato anche allineato sul fatto che per esempio ci si vincolasse per 40 anni all’idea di un certo tipo di utilizzo di quell’area... 30 erano, ecco, figurati, 30 anni. E poi per tutta risposta mi trovo addirittura una prima versione di questa delibera che vincola l’area per 99 anni, un secolo; un secolo, in cui il destino della città può cambiare in maniera complessiva e noi andiamo di fatto ad alienare un bene, perché l’istituto del diritto di concessione di fatto è un’alienazione del bene a tutti gli effetti. Se uno fa una visura successivamente, il proprietario compare il titolare del diritto di superficie. E quindi mi sembra una scelta di nuovo debole, proprio perché delega ancora una volta ed estromette la Città da un ruolo invece di governo, di controllo e di gestione di quello che è un bene pubblico. Tra l’altro lo dico sapendo tutta l’attenzione e la priorità che il tema dei beni pubblici, diciamo, riveste per la Maggioranza, che ancora oggi, ancora questa mattina in Commissione, in questo periodo, abbiamo modo di approfondire nell’ambito della definizione del regolamento. Quello che, riprendo appunto le domande che il Consigliere Chessa faceva, che cosa significa Motovelodromo, qual è il suo ruolo, e proprio quello che manca nel contenuto e nella narrazione di quest’atto. Manca un’idea forte, manca un’idea strategica, manca un rapporto di connessione tra quell’edificio e il resto di quel quadrante della città. Ora, ricordo che, non più tardi del 2012, Milano, esattamente su un problema analogo, il Velodromo Vigorelli, ha fatto un bando di valenza internazionale, ha fatto un bando europeo, ha fatto una proposta, ha chiesto una proposta, raccogliendo, appunto delle suggestioni, tra l’altro con una spesa molto limitata. Ma perché non potevamo permetterci anche noi, dopo aver perso il salone, (incomprensibile) cos’era, il bar, e le Olimpiadi e tutto, non potevamo invece forare, scimmiottare qualcosa anche malamente e provare anche noi a fare una manifestazione perché realmente si cogliessero delle opportunità e si potesse fare un qualcosa che desse una valenza di respiro maggiore, con un concorso internazionale di progettazione, per esempio di questo genere, da cui poi si poteva iniziare a capire la città che cosa voleva cogliere, rispetto a quella che è la sua visione, come dico, del rapporto della città con lo sport, del rapporto della città con le università per esempio, perché c’è una connessione fisica anche, evidente, tra il Campus Einaudi, che è praticamente separato solo da una passerella sul Po da quell’oggetto. C’è un’idea, per esempio, di capire qual è il destino dell’Università di Scienze Motorie che ancora non abbiamo capito, forse poteva essere anche quella una proposta da valutare come possibile allocazione e investimenti per quel tipo di attività. C’è un rapporto del Motovelodromo con tutto un tessuto del verde, Torino città d’acqua, perché lì si colloca, siamo un fregio alla sponda del Po. C’è un rapporto, per esempio, tra la città e la recettività di un certo tipo, la recettività morbida, si poteva pensare di realizzare in quell’area una possibilità di ostello, anziché di campeggio, vai a sapere, ma tutto questo se c’era davvero un’idea di capire che cosa la città voleva mettere in connessione in quel quadrante della città con quel tipo di edificio che ha una valenza, come dicevo prima, molto importante. Molto importante, tra l’altro legato al mondo della bicicletta. Allora anche qui il fatto, per esempio, che si stia valutando e si è già alla progettazione definitiva, una ciclovia che unisce Venezia a Torino, poteva essere una suggestione di nuovo fortissima in cui, iconograficamente quell’oggetto diventava il punto ideale di arrivo o di partenza da cui poi probabilmente, i turisti che venivano a Torino per poter percorrere tratti o l’intera ciclovia, potevano avere modo di fermarsi, pianificare i loro percorsi e vedere la città in modo alternativo. E’ un mercato di targhe, è sicuro, ma è un mercato che, in molti paesi europei, smuove delle cifre importanti, basta pensare all’Austria, alla Francia, alla Germania. E anche su questo un’interlocuzione, peraltro con un Ministero amico, poteva esserci, per dire, ma a che punto siamo, abbiamo un ruolo che possiamo giocarci come città. Nulla di tutto questo, il silenzio assoluto. E anche la natura poi con cui è stata valutata quest’ipotesi, lascia dei dubbi fortissimi. Uno su tutti: si pare con una delibera che prevede un diritto di superficie per 99 anni, a fronte di una valutazione economica di 250.000 euro, la si riduce a 60 anni e si lascia invariata quella valutazione economica. Ma allora, scusate, ma come l’abbiamo fatta questa valutazione economica? C’è stato detto che sono stati valutati degli scenari in base alla valutazione di interventi, ma interventi che non sono stati assolutamente chiariti anche dalla componente tecnica degli uffici, perché gli interventi presumono che ci sia dentro un business plan, ci sarà sicuramente la messa in sicurezza, statica, la normativa antisismica, impiantistica, ma tutto dipende dal tipo di intervento che si vuole fare, tutto dipende dall’idea che si ha e quindi che tipo di investimento si vuole fare. Quindi la discrezionalità è totale, e quindi quella cifra che come dico, dimezziamo gli anni praticamente e rimane invariata, già ci fa presumere che forse quella valutazione iniziale era affetta quanto minimo da un livello di incertezza. Ma è possibile, Assessore, che arriviamo davvero a definire con questo livello di superficialità e di leggerezza, degli interventi di questa natura, che possono davvero avere emblematicamente anche un impatto fortissimo per la città, una capacità di avere una visione, la volontà di creare davvero intorno a Torino e al mondo dello sport che può rappresentare una visione di importanza, di futuro, di strategia. In ultimo ancora, il fatto che non sia stata valutata la possibilità di gestire, quindi scegliendo le modalità più opportune, un partenariato pubblico privato. Io sono ben contento che la Città, giustamente, ammetta che non ha dei soldi da investire e quindi cerchi delle risorse, però non possiamo delegare il ruolo di controllo, il ruolo di definizione delle strategie ad un privato, senza minimamente entrare… perché il livello poi di perimetro che andiamo a definire, i paletti che mettiamo sono molto laschi, si parla genericamente di attività legate allo sport, al mondo dello sport; ci è già stato spiegato come gli uffici non possono e ci hanno detto chiaramente, non si può ex ante prevedere che un certo tipo di attività commerciale non risulti poi generica, ancorché si tratti di piccole superfici, ma siamo sempre nell’ambito dei 250 metri quadri, ma si può benissimo realizzare una galleria commerciale, fatta di tanti lotti, ognuno di 250 metri quadri. Non è stata valutata la possibilità di una recettività e quell’area, destinata ai servizi pubblici, per i giochi o per lo sport, secondo quelle che sono le normative del PRG attuale, prevede parzialmente la destinazione di..., diciamo anche di strutture recettive, ma solo parzialmente, perché si parla di studentati, allora capire se questo era possibile rivederlo, si poteva fare una variante anche per esempio; l’ex Assessore Montanari ci disse “Non c’è stato tempo”, ma in tre anni si poteva fare tanta cosa, insomma, si poteva portare a casa anche una variante, se c’era un’idea davvero e se c’era anche un’idea di riscatto rispetto ad altre realtà limitrofe come quella del Michelotti. Invece una debolezza assoluta. Né la Città ha pensato che potesse mettere un piede, proprio nell’ottica di gestire un partenariato, affacciandosi anche a dei possibili bandi per cercare delle risorse, dei finanziamenti e quindi dire: io faccio una mia piccola parte perché ci credo su questo progetto e voglio vedere chi mi segue su un’idea che ho forte, sul Motovelodromo. Io sono andato a vedermi i bandi dell’Istituto per il Credito Sportivo, ce n’è uno che si chiama “Comuni in pista”, che sembra addirittura scritto apposta per il Motovelodromo, tra l’altro per l’area metropolitana dava fino a 6 milioni di euro per interventi che rientrano esattamente in quello che poteva essere la natura, a tasso zero. Certo, era un passo iniziale, però questo forse valeva la pena giusto per dare un segnale che c’era un’idea di così posizionarsi.

SICARI Francesco (Presidente)
La invito a concludere.

TRESSO Francesco
Vado a concludere. Ritengo ancora che ci siano delle lacune fortissime anche sotto il profilo di quelle che sono le idee progettuali su quell’area; il tema del parcheggio non viene minimamente valutato; ci sono dei vincoli ideologici che chiedono, per esempio, di spostare a ridosso della via Lomellina, quindi nell’area anche commercialmente meno significativa, tutta una serie di realizzazioni, ma anche quelle si potevano vedere, i vincoli (incomprensibile) si possono anche interpretare, si possono mettere delle limitazioni o delle migliorie dal punto di vista realizzativo, e come dico, poi tra l’altro c’è un problema dei parcheggi che non è stato minimamente valutato. Chiudo dicendo che, certo, però bisogna avere idee, ahimè bisogna lavorare sì, questo è vero, bisogna avere idee, lavorarle e si possono cercare dei finanziamenti europei, ci si può fare aiutare facendo dei concorsi, bisogna fare scouting tra gli investimenti, certo - tra gli investitori, chiedo scusa - e questo è fondamentale per poter poi gestire dei partenariati pubblico-privati, e fondamentale nel dichiarare che servono delle idee forti e allora poi forse gli investitori si sentono facenti parte di usa struttura che è robusta e che ha delle idee. Delegare è molto più semplice; fare un bando di questo tipo, molto debole, è facile, perché negli uffici un bando lo sanno fare, certo, se non c’è un imprinting politico il bando va avanti da solo...

SICARI Francesco (Presidente)
La invito a concludere.

TRESSO Francesco
E mi sembra che stiamo un po’ giocando a fare la pesca d’altura, si getta un amo, si spera che qualcosa abbocchi, ma non si ha assolutamente contezza di quello che abboccherà.
Prego, Capogruppo Napoli.
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